"Malheur à vous riches car vous avez déjà reçu votre consolation". L'Italie détient le record européen du fléau de l'envie sociale

"MALHEUR À VOUS RICHES CAR VOUS AVEZ DÉJÀ REÇU VOTRE CONSOLATION". L’ITALIA DETIENE IL PRIMATO EUROPEO DELLA PIAGA DELL’INVIDIA SOCIALE

Non è la prima volta, en dix ans de pontificat, che si parte dall’uomo per giungere di riflesso a Gesù Cristo o che si parte da Gesù Cristo per mettere al centro neppure l’uomo, ma una figura di uomo privilegiato: il povero. Stile questo usato dal Vescovo Tonino Bello, di cui gli improvvidi Vescovi della Puglia aprirono la fase diocesana del processo di beatificazione, giunto oggi alla Congregazione per le cause dei Santi.

- Nouvelles de l'Église -

.

Article au format PDF imprimable

 

.

Nel corso degli anni passati ho avuto più volte modo, mentre tutti tacevano, di far notare che certi richiami del Sommo Pontefice Francesco sui poveri rasentavano in parte la nevrosi ossessiva e in parte la serpeggiante ideologia. Oggi questo fatto è pubblicamente lamentato dagli stessi che ieri mi dicevano «attento», oppure «non sei opportuno e prudente», o peggio che mi rimproveravano: «Come osi criticare il Santo Padre?». Faccio notare che questi secondi si sono poi svegliati improvvisamente anni dopo, alle soglie dei settant’anni, quando hanno dovuto fare i conti con la realtà che l’agognata nomina episcopale non era giunta e che mai sarebbe giunta. Comme ça, per magico incanto, hanno scoperto che anche un Sommo Pontefice può essere oggetto di critiche e che in tal senso, l'histoire de l'église, anche quella recente, ci insegna in che modo, talora anche duro e severo, molti predecessori dell’Augusto Pontefice sono stati criticati più dentro che non fuori dalla Chiesa. Dépenser, comme moi, è uno studioso da sempre dei concili dogmatici della Chiesa ne sa qualche cosa.

le 23 juin 2023 il Santo Padre ha ricevuto in udienza un numeroso gruppo di artisti ai quali ha ricordato:

«Vorrei chiedervi di non dimenticarvi dei poveri, che sono i preferiti di Cristo, in tutti i modi in cui si è poveri oggi. Anche i poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza. Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita; à cause de ce, ne hanno più bisogno. Di solito non hanno voce per farsi sentire. Voi potete farvi interpreti del loro grido silenzioso» [discorso integrale, QUI].

Questa esortazione è chiara nella sua costruzione e struttura: l’elemento centrale è il “povero ideologico”, mentre l’accessorio che serve per esaltarne la figura onirica e surreale è Gesù Cristo. Quindi il povero è al centro, di lato a seguire Gesù Cristo che preferisce il povero eletto a categoria privilegiata rispetto a tutti gli altri figli di Dio.

Tra quegli artisti presenti, la gran parte erano persone che considerano l’aborto una grande conquista sociale e un diritto intangibili, l’eutanasia un gesto di grande umanità verso un malato terminale, che rivendicano il “diritto” al matrimonio tra coppie dello stesso sesso e del conseguente “diritto” dell’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali e il ricorso alla maternità surrogata, o cosiddetto utero in affitto. Gran parte di loro sono soggetti che saltano da una convivenza all’altra, o che dopo avere collezionato due divorzi hanno infine deciso di convivere evitando ulteriori problemi di separazioni legali, andando poi in giro per le televisioni a vantare la meraviglia delle lorofamiglie allargate” … Bien, non dico che andava fatta loro una lezione di morale cattolica, sarebbe stato inopportuno e quanto mai controproducente, Mais, costava tanto dire loro: “Cari artisti, non dimenticatevi di Gesù Cristo, dont il est le commencement, le centre et le but ultime de notre humanisme ensemble, come l’arte stessa ci ricorda nelle sue espressioni più alte e nobili». Forse costava tanto, anche perché diversi di questi artisti, che pure vivono nell’ostentazione di un lusso sfrenato, sicuramente sono usciti felici dicendo: «Finalmente, un Papa che parla dei poveri!». È infatti noto e risaputo che la Chiesa, dei poveri, ha incominciato a occuparsene solo dieci anni fa, non certo sin dalla prima epoca apostolica. Donc, tutte le nostre istituzioni, fondazioni e opere dei grandi Santi e Sante della carità che da secoli assistono famiglie povere, enfants, orphelins, disabili, anziani soli e abbandonati, sono solo delle illusioni ottiche. En vérité, dentro il Cottolengo di Torino, c’è una salon de beauté gestita dalle suore, un centro benessere a cinque stelle, non un centro di assistenza per affetti da gravi disabilità fisiche e psichiche. Le nostre Caritas, per chi non lo sapesse, nascono dopo il febbraio del 2013, perché prima non esistevano. En vérité, la stessa parola Caritas è stata inventata sotto questo pontificato. Se all’epoca l’avesse conosciuta il Beato Apostolo Paolo chissà quante riflessioni belle vi avrebbe scritto sopra, forse avrebbe persino affermato che tra tutte le virtù, le plus important, era proprio la carità [Je Cor 13, 13]. Malheureusement,, à l'époque, il concetto di carità era ignoto e il Beato Apostolo Paolo si perse quella bella occasione.

Non è la prima volta, en dix ans de pontificat, che si parte dall’uomo per giungere di riflesso a Gesù Cristo o che si parte da Gesù Cristo per mettere al centro neppure l’uomo, ma una figura di uomo privilegiato: il povero. Stile questo usato dal Vescovo Tonino Bello, di cui gli improvvidi Vescovi della Puglia aprirono la fase diocesana del processo di beatificazione, giunto oggi alla Congregazione per le cause dei Santi.

Un doveroso inciso a correzione della evidente ignoranza che serpeggia persino in certi ambienti ecclesiali ed ecclesiastici: quella in corso di Tonino Bello non è una causa di canonizzazione, come indica il sito ufficiale della Diocesi di Molfetta ma una causa di beatificazione. Per canonizzazione si intende infatti l’apertura di un processo per giungere a canonizzare un beato, ossia a proclamare santo un beato. E con questo è presto detto tutto sui tempi che corrono e che purtroppo dobbiamo subìre e vivere [cf.. QUI].

È la prima volta ― o perlomeno io non ho memoria storica in tal senso ― che viene aperto un processo di beatificazione per un Vescovo che nel corso della propria intera vita ha mostrato una inquietante ignoranza in materia di dottrina, fautore e promotore di una cristologia imbarazzante ma soprattutto non cattolica, per seguire con una mariologia rasente a volte la blasfemia del tutto involontaria. Tonino Bello, di fatto eterodosso, è stato il precursore dei vescovi sociali con la crocetta di legno al collo e il pastorale da falegnameria in mano prodotto nella bottega di Mastro Geppetto, dopo che questo celebre falegname della famosa novella di Collodi aveva costruito non un solo Pinocchio, ma tanti piccoli pinocchi episcopali fatti in serie.

Alcuni replicano: «Ma Tonino Bello era buono!». Je n'en doute pas. Ou que peut-être, Ario e Pelagio, erano cattivi? Esistono cronache in tal senso? Sainte-Augustine, che a Pelagio lo contrastò duramente [cf.. QUI], pose in discussione il suo pensiero ereticale, mica affermò che era cattivo.

Il IV Concilio Lateranense du 1215 che condannò l’eresia millenarista di Gioacchino da Fiore — con buona pace di coloro che oggi vogliono attribuire ad altri e non a lui quei pensieri — non affermò che il florense era cattivo, plutôt l'inverse! Mentre da una parte questo Concilio condannava gli errori del suo pensiero, en même temps, et pères, ribadivano le sue indubbie virtù e la sua santità di vita. Essere buoni, o essere sensibili ai poveri, non vuol dire essere uomini di solida e ortodossa dottrina, meno che mai essere santi. Un soggetto buono non è in quanto tale automaticamente in linea con la dottrina, il pensiero e il perenne magistero della Chiesa. Quello di Tonino Bello è un pensiero che abbonda di numerose e grossolane eresie, lo provano suoi scritti e pubblici discorsi. Può essere però che i Vescovi della Puglia abbiano individuato un patronato che sino a oggi era rimasto scoperto. Esiste infatti persino il patronato delle prostitute pentite, di cui è patrona Santa Margherita de Cortona, non esisteva però ancóra un Santo Patrono degli eretici. Può essere che i Vescovi della Puglia abbiano pensato in tal senso a promuovere il loro conterraneo Tonino Bello, dal quale prende poi vita quel pensiero insidioso che diversi tra noi teologi chiamiamo toninobellismo.

Nel Discorso della Montagna, noto anche come Beatitudini, Gesù Cristo afferma: «Ma guai a voi, riche, perché avete già ricevuto la vostra consolazione» [Lc 6,17-20.26].

Si tratta forse di un manifesto primigenio della futura lotta di classe? Non, in verità si tratta anzitutto di un errore di traduzione, di quelli che abbondano soprattutto nelle versioni della Conferenza Episcopale Italiana, come di recente ha fatto notare anche il nostro autore Monaco Eremita in un suo articolo [voir QUI]. Questa apertura «Ma guai a voi, ricchi», nel nostro lessico parlato suona come una minaccia. En fait, nel vocabolario italiano, la parola «guai» è indicata come una esclamazione di minaccia. Ce lo conferma la letteratura, basti pensare alla figura di Caronte, il barcaiolo che conduce i dannati nel luogo di perdizione eterna, che nell’Opera di Dante, al Canto III dell’Inferno, tuona:

"Et voici Vers nous venir dans un bateau Un vieil homme, chenu avec les cheveux, en criant: “Guai a voi, Anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: je’ vegno per menarvi a l’altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo. E tu che secostì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti”».

Nel suo significato etimologico e secondo la migliore letteratura, la parola «guai» costituisce una minaccia grave e ben precisa.

Mi si passi l’ironia: io che a suo tempo non ho fatto il Bienheureuse séminaire ― perché come adulto consacrato sacerdote quarantenne ebbi altro genere di adeguata formazione ― il greco l’ho studiato e lo conosco, al contrario dei fuoriusciti dai moderni séminaires saints nei quali al posto del greco si studia l’inglese e al posto del latino i sociologismi trasmessi dai vari formatori che offrono ai discepoli i pensieri teneri scritti sulle cartine dei Baci Perugina, anziché il solido pane dei grandi Santi Padri e dottori della Chiesa. Nel testo greco di questo Vangelo lucano è usata l’espressione Oὐαί (ouai), che non è affatto una maledizione in tono di minaccia, ma una espressione che equivale ad ahimè, o per usare un arcaismo de’, il tutto per esprimere con tenero spirito un senso di rammarico. Espressione nella quale la ricchezza è usata come paradigma per esprimere altro: l’egoismo, la mancanza di altruismo e di generosità, l’attaccamento alle cose materiali, che non sono solo il danaro, perché l’attaccamento a certi stili di vita o pensiero può essere di gran lunga più nocivo del rapporto morboso con la ricchezza materiale. Ne consegue quindi la lode «Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli» [Lc 6,17-20.26]. Lode non riferita certo al fatto che l’essere poveri è una nota di merito al punto da meritare per questo la salvezza eterna. Per poveri in spirito si intendono coloro, indistintamente ricchi o poveri di soldi, che hanno conquistato la libertà dei figli di Dio attraverso quella verità che una volta conosciuta ci farà liberi [cf.. Gv 8,28].

Che elementi di questo genere li sottovalutasse un evidente lacunoso teologico come Tonino Bello, indubbiamente è cosa grave, perché un vescovo è sommo sacerdote e maestro. Mais, se questi elementi, li ignora e sottovaluta il maestro e il custode supremo della dottrina della fede cattolica, a dir poco è inquietante. Per questo siamo allo sbando nel modo in cui ormai siamo tristemente e tragicamente ridotti.

Passiamo alla seconda e ultima parte de ce discours. Da alcune settimane le reti televisive e i giornali parlano del grande flusso di turisti in Italia, ponendo l’accento sul fatto che le strutture alberghiere e i resort che offrono servizi di extra lusso sono tutti pieni, a tal punto che non è possibile trovare posto. Le redazioni televisive Rai e Mediaset hanno sguinzagliato i loro giornalisti per riprendere e mandare in onda interviste fatte ai direttori di queste strutture che alle domande loro rivolte hanno risposto che i costi di certe suites variavano da cinque, sei, sino alla bellezza di 15.000 EUR par jour. Pochi minuti dopo venivano mandati in onda servizi fatti a varie famiglie del popolo proletario che spiegavano in che modo non potevano fare le vacanze, dato l’aumento dei prezzi, oppure che avrebbero potuto farle in clima di stretta economia improntandole sul più attento risparmio.

La cosa peggiore che si possa fare a livello giornalistico e mediatico è di fomentare l’istinto dell’invidia sociale, che in Italia non necessita di essere fomentata, perché se essa fosse uno sport, noi italiani deterremo il primato assoluto a livello europeo.

Sebbene non sia un economista e meno che mai propenso a fare il tuttologo che si lancia in mestieri che non sono i miei di pertinenza, applicando la basilare logica del buon senso comune mi rammarico dinanzi a simili servizi faziosi che istigano di fatto all’odio sociale di classe. Se infatti nel nostro Paese, centri che offrono servizi di extra lusso del genere, non hanno posti liberi e sono prenotati per tutta l’estate, ciò dovrebbe rallegrare anzitutto proprio i figli del popolo proletario. simple pourquoi: quanto personale di lavoro è richiesto di necessità per offrire servizi alberghieri a simili costi stratosferici? Per ogni suite occorrono quattro camerieri fissi che coprano ininterrottamente a due a due un servizio di 18 minerai, per non parlare del relativo personale necessario per offrire altrettanti analoghi servizi per le prime colazioni, per le seconde colazioni e le cene, per i servizi alle piscine e tutti gli altri comfort offerti. Donc, i padri, le madri, i figli e i nipoti del popolo proletario dovrebbero essere i primi a rallegrarsi, perché tutto ciò si chiama: posti di lavoro. A meno che non si preferisca al posto di lavoro il reddito di cittadinanza parassitario, quello che per alcuni anni è andato non ai bisognosi non in grado di lavorare o senza lavoro, che ne avevano sì sacrosanto diritto e che vanno aiutati e sostenuti, ma ai furbi, la più alta percentuale dei quali è risultata essere presente, putain, nella Città di Napoli, non lo hanno detto i cattivi anti-meridionalisti razzisti, ma i dati delle varie Agenzie di Stato. Perché è questo che produce il turismo di extra lusso: posti di lavoro. O qualcuno pensa che la pensioncina economica di Rimini per le vacanze economiche del popolo proletario, al costo di 70 euro al giorno camera e prima colazione, possa produrre altrettanti posti di lavoro, oltre al giro di affari che questo genere di clientela può creare attorno a queste strutture a beneficio di ristoranti, negozi di lusso o gioiellerie all’interno delle quali non si trova neppure una spilla al di sotto del costo minimo di 10.000 euro?

Ricordo alcuni decenni fa, quando ero ragazzino, le proteste di certi attivisti del popolo proletario al grido «le spiagge e le scogliere sono di tutti» e che «tutti hanno diritto a mare e sole». La lotta di classe in questione era legata al fatto che nella esclusiva e costosa zona del Monte Argentario, dans la Maremme toscane inférieure, i proprietari delle ville sulle scogliere avevano impedito l’accesso al mare al popolo proletario. Varie associazioni, tutte e di rigore di un preciso colore, cominciarono a bordare denunce, fin quando dei magistrati, forse della stessa colorazione, disposero l’apertura dei cancelli e delle recinzioni di certe proprietà, o comunque la creazione di passaggi affinché il popolo proletario potesse esercitare il diritto al mare e al sole.

Ce sont les résultats: nel giro di una stagione molte scogliere divennero méta di nutriti gruppi di persone rumorose che lasciavano poi tra gli scogli spazzatura e bottiglie di bibite, che urlavano e ascoltavano gli stereo portatili sparati al massimo volume. Un danno notevole all’ambiente e a quel delicato ecosistema, che è uno tra i più belli e incontaminati d’Italia. Gli sporchi ricconi incominciarono così a disertare la zona e ad andarsene in Sardegna o sulla Costa Azzurra. Di questo non ne risentirono né i magistrati, il cui stipendio era assicurato, né i figli del popolo operaio, anch’essi con lo stipendio di fabbrica assicurato inclusa tredicesima e quattordicesima, bensì i ristoratori, i proprietari degli stabilimenti balneari, i negozianti e i vari commercianti della zona. E se i gestori di tutte queste attività non potevano avere un certo giro di lavoro, al tempo stesso non potevano assumere personale e creare e dare posti di lavoro, perché nessuno di loro faceva cassa con i figli del popolo proletario, che si limitavano a guardare le vetrine di certi negozi o a leggere i menù di ristoranti nei quali una cena per quattro persone sarebbe costata la metà dello stipendio mensile di un operaio figlio del popolo proletario. L’ideologia ebbe sul momento la meglio, il popolo proletario ebbe diritto a sole e mare in zone costiere che non possono e non devono essere prese d’assalto dalla grande massa, salvo rovinarle. La conseguenza fu che il danno economico risultò enorme. Et ainsi, in zone nelle quali il vecchio Partito Comunista vinceva le elezioni con maggioranze superiori al 60%, fu presto invertita la rotta. Le scogliere furono nuovamente chiuse e i passaggi obbligatori eliminati. À ce moment-là, gli sporchi ricconi che producevano lavoro e ricchezza ritornarono, mentre il popolo proletario, al quale nessuno ha mai negato mare e sole, era dirottato verso località e spiagge adatte ad accogliere la gran massa di gente.

Aujourd'hui, nelle zone della vicina Capalbio, si recano in villeggiatura tutti i più ricchi fricchettoni dei Democratici di Sinistra, tutti nipotini viziati e degenerati del vecchio e glorioso Partito Comunista. E anche loro, et confiance, inclusi i migranti sbarcati clandestini a Lampedusa, non li vogliono tra i coglioni — per usare un francesismo aulico — neppure a distanza dalle recinzioni delle loro ville.

Povero non equivale a buono, esistono poveri che sono dotati di una cattiveria fuori dal comune, dai quali guardarsi, tenersi a distanza e tenerli a distanza. Come esistono ricchi che nella assoluta riservatezza fanno del bene a numerose famiglie e intere istituzioni benefiche che operano a servizio dei vari disagi sociali. L’uomo non è buono o cattivo in base alla classe o al ceto di appartenenza, ma in base alla propria natura e sensibilità umana.

Il nostro Paese dovrebbe puntare sul turismo di lusso, perché sia le Città d’arte italiane sia certe nostre zone costiere, sono ambienti e territori molto fragili e delicati da conservare e mantenere. E non possono essere presi d’assalto da masse di orde spesso barbariche né distrutti in nome dell’ideologia, con turisti cafoni che danneggiano i monumenti di Roma o che fanno il bagno dentro le fontane monumentali.

Ogni tanto qualcuno strepita che la Chiesa italiana ha messo i biglietti d’ingresso per visitare diverse storiche cattedrali e chiese monumentali. Bene hanno fatto, molto prima avremmo dovuto farlo. Ci sono infatti numerosi luoghi di culto che sono monumenti di straordinaria bellezza e altrettanta straordinaria delicatezza. Imporre un biglietto, preferibilmente anche costoso, eviterà che in città come Siena, Pisa, Venise … certi luoghi siano presi d’assalto da persone che ci entrano tanto per entrarci, non di rado anche per recarvi danni gravi e irreparabili, come possono confermare le varie Soprintendenze alle belle arti corse più volte ai ripari con lunghi, delicati e costosi restauri di opere d’arte danneggiate da idioti che si erano arrampicati da qualche parte per farsi, par exemple, fotografie spiritose, da inviare ad altrettanti amici idioti sparsi in giro per il mondo.

Pura e semplice economia del buon senso comune, applicata a un Paese come il nostro, dove abbondano ricchezze artistiche e ambientali che richiedono estrema cura e che sono tanto belle quanto fragili, oltre che facili da danneggiare per opera delle moderne orde barbariche. L’Italia è un gioiello delicato e fragile che non è fatto né mai potrà essere fatto per il turismo di massa, con buona pace delle ideologie sul popolo proletario.

de l'île de Patmos, 29 juin 2023

.

.

Le nouveau livre du Père Ariel vient de sortir et est en cours de distribution, vous pouvez l'acheter en cliquant directement sur l'image de couverture ou en entrant dans notre librairie QUI

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

« Alors n'aie pas peur: tu vaux bien plus que les moineaux"

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

« IL N'Y A PAS PEUR: VOUS VALEZ PLUS QUE BEAUCOUP DE MOINEAUX»

 

… il y a la peur qui bloque, qui fait perdre le courage de proclamer et de témoigner, la peur que tu ressens de perdre la face, un privilège ou ne pas être à la page. Et on devient paresseux et petit à petit on perd des forces et on en vient à ne plus reconnaître Jésus, l'enseignant.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

Article au format PDF imprimable

 

 

.

Tous les matins, viens de me réveiller, Je procède à verser un généreux verre de grains de riz soufflé dans un récipient placé sur un arbre dans le jardin. Dès que je rentre chez moi, je profite du spectacle. Des dizaines et des dizaines de moineaux voltigeant autour avant, sur les arbres ou dans les haies, ils commencent à glisser, se battre ou se poursuivre, sur le bol de riz et en manger un peu, plus ils jettent, ou ils l'enlèvent, probablement pour nourrir les nouveau-nés qui éclosent de leurs œufs à cette période de l'année.

Dans l'évangile de ce douzième dimanche du temps ordinaire, en plein milieu du bref discours de Jésus, des moineaux sont mentionnés. Il rassure les disciples: "Vous valez plus que beaucoup de moineaux". Voici le passage de l'Evangile:

« À ce moment-là, Jésus a dit à ses apôtres: « N'ayez pas peur des hommes, car il n'y a rien de caché qui ne sera révélé ni de secret qui ne sera connu. Ce que je te dis dans l'obscurité, dis-le à la lumière, et ce que tu entends chuchoter, annonce-le sur les toits. Et n'ayez pas peur de ceux qui tuent le corps, mais ils n'ont pas le pouvoir de tuer l'âme; craignez plutôt celui qui peut détruire l'âme et le corps dans la géhenne. Deux moineaux ne se vendent peut-être pas un sou? Pourtant pas un d'entre eux ne tombera à terre sans la volonté de votre Père. Même les cheveux sur ta tête sont tous comptés. Alors n'aie pas peur: tu vaux plus que beaucoup de moineaux! Donc tout le monde me reconnaîtra devant les hommes, Je reconnais devant mon Père qui est dans les cieux; qui me reniera devant les hommes, moi aussi je le renierai devant mon Père qui est dans les cieux"" [Mont 10, 26-33].

Nous sommes dans le dixième chapitre de l'évangile de Matthieu, où l'on raconte l'envoi des douze apôtres en mission. Mais c'est aussi un discours qui s'adresse aux disciples de tous les temps et de tous les lieux, donc aussi à nous qui entendons aujourd'hui une page proclamée qui nous parvient de loin et qui ressentait probablement déjà les effets de ces difficultés que non seulement les tout premiers disciples du Seigneur, envoyés dans les territoires d'Israël, rencontrèrent et seulement à ceux, mais aussi la rudesse du chemin qu'ont trouvé les générations suivantes de disciples inspirés par la tradition de l'écriture de Matthieu.

Jésus, en plein dans l'Evangile de dimanche dernier, il avait prévenu ses disciples que le même sort que leur maître leur arriverait:

« Un disciple n'est pas plus grand que le maître, et un serviteur n'est pas plus grand que son maître; il suffit que le disciple devienne comme son maître et que le serviteur comme son maître. S'ils appelaient le propriétaire Belzébul, surtout ceux de sa famille!» (Mont 10,24-25).

C'est-à-dire, ce que Jésus a vécu, il sera également vécu par ses envoyés, on les appellera des démons, au service du chef des démons, Belzébuth, et ils seront persécutés jusqu'à ce qu'ils soient tués par ceux qui pensent qu'ils rendent ainsi gloire à Dieu (Gv 16,2). C'est pourquoi, dans l'Evangile d'aujourd'hui, Jésus ressent le besoin, pour ne pas sucrer la pilule, mais pour encourager les disciples et trois fois (vv. 26. 28.31) les invite à ne pas craindre: "N'ayez pas peur!».

Je voudrais dire la même chose à mes moineaux ce, si je fais un mouvement brusque ou involontaire, ils s'enfuient effrayés. La peur est un instinct précoce quiimpression a fixé dans les différentes espèces, même chez nous. Il y a une bonne peur qui permet de ne pas tomber en danger et d'être prudent. Dans le même discours, Jésus avait en effet dit:

"Voici: Je t'envoie comme des brebis au milieu des loups; alors soyez prudents comme les serpents et simples comme les colombes ". (10, 16).

Et puis il y a la peur qui bloque, qui fait perdre le courage de proclamer et de témoigner, la peur que tu ressens de perdre la face, un privilège ou ne pas être à la page. Et on devient paresseux et petit à petit on perd des forces et on en vient à ne plus reconnaître Jésus, l'enseignant.

Comme Pierre dans la nuit de la passion: « Qui me reniera devant les hommes, moi aussi je le renierai devant mon Père qui est dans les cieux" (v. 33). Mais «Deux moineaux ne se vendent peut-être pas un sou? Pourtant pas un d'entre eux ne tombera à terre sans votre Père"¹.

Je suis désolé pour les traducteurs de la Conférence épiscopale italienne, mais "vouloir" n'est pas en grec. Et pourtant il faut rendre, au sens propre: «… sans ton Père». C'est-à-dire, même pas un moineau, tomber au sol, il est abandonné par le Père! A fortiori les disciples et aussi Pierre qui est à la tête. également, même les cheveux de notre tête (v. 30), que nous perdons chaque jour sans nous en rendre compte: ils sont tous comptés, le tout sous le regard du Père. D'une telle contemplation vient la confiance qui chasse la peur: Dieu voit comme un père nous voit, qui nous regarde toujours avec amour et ne nous abandonne jamais, pas même quand nous tombons.

Quand nous pensons que nous sommes seuls en tant que disciples, laissés à la merci des épreuves que la vie nous présente ou des opposants qui ne laissent aucun répit, repensons au prophète Jérémie de la première lecture de ce dimanche: "J'ai ressenti la calomnie de beaucoup. La terreur tout autour… Nous prendrons notre revanche» (Allemagne 20,10). Jérémie se laisse aller à un moment de colère pour la situation qui s'est produite: "Puis-je voir ta vengeance sur eux" (v. 12). Qui ne comprendrait pas? Mais alors l'homme de foi appelé depuis le ventre de la mère l'emporte: « Chantez au Seigneur, louez le Seigneur, parce qu'il a libéré la vie des pauvres" (v. 13). Le psalmiste du répons d'aujourd'hui lui fait écho:

« Que les pauvres voient et se réjouissent; vous qui cherchez Dieu, prends courage, parce que le Seigneur écoute les pauvres il ne méprise pas les siens qui sont prisonniers. Que les cieux et la terre lui chantent des louanges, les mers et combien d'essaims en elles» (Doit 68).

Maintenant, dis-moi s'il y a un protagoniste de l'Écriture à qui le Seigneur Dieu n'a pas adressé l'encouragement que Jésus dit sous une forme triple aux disciples: n'ayez pas peur et n'ayez pas peur. Pas un seul, d'Abraham à Joseph de Nazareth. Pensez-vous que la Vierge Marie ne l'a pas entendu? Elle aussi: "N'ai pas peur, Marie, parce que tu as trouvé grâce auprès de Dieu" (Lc 1,30). Ensuite, nous pourrons discuter de la différence entre la peur de Mary et celle de son parent Zacharias jusqu'à demain matin, entre celle de Jérémie ou de saint Pierre pendant que Jésus était interrogé au Sanhédrin. L'important que nous révèle l'Evangile d'aujourd'hui, c'est cette invitation à laisser tomber la peur, ne pas laisser cette émotion primaire prendre le dessus, à cause de la protection spéciale de Dieu, le Père que Jésus nous révèle, qui ne nous laisse pas comme des ordures², ce que fait l'adversaire par excellence.

Parce que Jésus après avoir envoyé les siens, dont nous aujourd'hui, vous invite à n'avoir peur de rien ni de personne? Parce que c'est le moment de la révélation (v. 26) ou comme quelqu'un a dit "le temps de la fin"³ inauguré par Jésus. Le temps de la mission est un temps d'apocalypse, pas dans le sens catastrophique habituellement attribué à ce terme, mais au sens étymologique de révélation, de lever le voile. L'annonce de l'Evangile, en fait, il faut que ce que Jésus a dit dans l'intimité soit proclamé au grand jour, que ce qui se dit à l'oreille soit crié sur les toits.

"Rien ne vous est caché (verbe couverture, calypto) qui ne sera pas dévoilé (verbe divulguer, apocalypto) ni secrètement (cryptique, crypto) qui ne sera pas connu (verbe savoir, Ginosko)» (v. 26).

Choses cachées depuis la fondation du monde (Mont 13,35; Doit 78,2) elles sont révélées par Jésus puis par les disciples dans l'histoire. E, caché au coeur de cet inépuisable message, se tient l'annonce de Dieu comme Père, qui est ce "beaucoup plus" comme l'appelle l'apôtre Paul dans la deuxième lecture de ce dimanche (Rm 5, 12), c'est-à-dire l'abondance de sa grâce salvatrice, racheter et aimer.

Joyeux dimanche tout le monde!

de l'Ermitage, 25 juin 2023

.

REMARQUE

1 Mont 10, 29b "Et pas un d'eux ne tombera sur la terre sans ton père”. Traduction CEI: "Et pourtant pas un d'entre eux ne tombera à terre sans la volonté de votre Père".

2 Géhenne (Mont 10,28) c'est la vallée qui a ramassé les ordures de Jérusalem

3 g. Gaète, Le temps de la fin, proximité et éloignement de la figure de Jésus, N'importe quel 2020

San Giovanni all'Orfento. Abruzzes, Montagne Maiella, c'était un ermitage habité par Pietro da Morrone, appelé 1294 à la Chaire de Pierre à laquelle il est monté avec le nom de Célestin V (29 août – 13 décembre 1294)

.

.

Visitez les pages de notre boutique de livres QUI et soutenez nos éditions en achetant et en distribuant nos livres.

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Qu'est-ce qu'un baiser? L'homophobie apparente dans le pays de Cesena n'est pas aussi grave que la grossière ignorance historique du maire DEM qui utilise le terme de manière inappropriée “Moyen-âge”

CHE COS’È UN BACIO? L'HOMOPHOBIE APPARENTE AU PAYS DE CESENA N'EST PAS AUSSI GRAVE QUE L'IGNORANCE HISTORIQUE CROISÉE DU MAIRE DEM QUI UTILISE LE TERME INCORRECTEMENT “MOYEN-ÂGE”

Davanti alle bufale storiche come quelle proferite dal Sindaco di Cesena l’ascoltatore medio del nostro secolo ha ben poche armi di difesa. Le reste, come diceva Don Camillo a Peppone: «Se hanno creduto a Carlo Marx, qualunque balla gli racconti andrà bene!». E noi stiamo ancora qui a raccontarci le balle che gli LGBT, i Democratici di Sinistra e i vari compagnucci blogueur ci vengono a raccontare, inclusi i cattolici perfetti che amoreggiano con i circoli LGBT e che vorrebbero introdurre dentro la Chiesa Cattolica il «cavallino di troia arcobalenato»

- Nouvelles de l'Église -

Auteur
Ivano Liguori, ofm. Cap..

 

Article au format PDF imprimable

 

L’audio lettura sarà disponibile il 23 giugno dopo le ore 15

.

È di questi giorni la notizia di un parroco della Diocesi di Cesena-Sarsina che ha comunicato a un suo giovane collaboratore del Grest (Gruppo Estivo Cattolico) l’inopportunità di proseguire il suo ruolo di educatore del centro estivo parrocchiale in quanto su Instagram sarebbe apparso in una foto che lo ritraeva nell’atto di baciare un ragazzo.

Sicuramente la notizia avrà leso la sensibilità di più anime belle appartenenti a quella schiera di cristiani perfetti e democratici che non possono tacere, di coloro che sono più buoni e misericordiosi dello stesso Nostro Signore Gesù Cristo e che indefessamente vivono per cercare e affermare la ben rotonda Verità, il cui cuore iridato potrebbe candidamente prendere in prestito la poetica di Edmond Rostand che dice:

«Et qu’est-ce qu’un baiser? Une apostrophe rose entre les mots je t’aime, un secret dit de sa bouche».

Un bacio, En bref, che cos’è mai un bacio? Forse nulla ma in questa situazione non è il bacio a costituire il problema. Sotto la punta dell’jeceberg del bacio c’è ben altro. Ed è proprio questo altro che bisogna scandagliare e che a me non convince, per questo mi piacerebbe argomentare brevemente il fatto con i nostri Lettori per tentare di dare una lettura trasversale di tutta quanta la vicenda che a mio parere solleva non pochi dubbi e interroga non poche coscienze.

La prima cosa che non mi convince è che il giovane animatore non abbia avuto la minima remora a postare su Instagram una foto in cui è ritratto a baciare il suo fidanzato. Et c'est pourquoi? Era notoria la sua omosessualità oppure questo voleva solo essere un gesto provocatorio? E se la sua omosessualità fosse stata di fatto conosciuta ― cosa che avrebbe valicato non solo l’aspetto privato e familiare ma anche quello sociale e quindi parrocchiale ―, come mai la sorpresa per una normale dimostrazione di affetto? Rappelez-vous, ognuno è libero di usare i social come meglio ritiene opportuno sebbene nei limiti prescritti dalla legge, così come manifestare i propri sentimenti verso un’altra persona. Purtuttavia ci si aspetterebbe da un cristiano uno stile differente nell’uso dei social così come nell’approccio affettivo verso un’altra persona. E dico questo mettendo in conto le normali contraddizioni e fragilità che costituiscono la lotta verso la perfezione cristiana. Ammettiamo anche che il ragazzo non volesse essere un provocatore e ritenesse giusto fare sortir invece di restare nella riservatezza e vivere la sua vita in serenità. Mi domando e domando ai Lettori: è stata questa la cosa più opportuna da fare, quella di postare una foto su Instagram d'un bacio galeotto che per ovvie ragioni sarebbe stato letto o considerato problematico? Trattandosi poi di un animatore parrocchiale, di una persona che, ci auspichiamo, seguiva un cammino cristiano all’interno di una comunità ecclesiale, questa scelta non aveva altra alternativa? Faccio un’ipotesi: non sarebbe stato meglio per lui parlarne con il proprio confessore o direttore spirituale e affrontare la questione in modo privato, in quel foro interno che permette di far crescere la coscienza cristiana e indirizzare verso una maturazione umana e spirituale? Oggi molti reputano di essere cristiani senza l’aiuto di alcuna guida, ma così facendo si moltiplicano le situazioni di imbarazzo e di confusione che non sono ad esclusivo appannaggio degli omosessuali ma di tutti gli uomini, perché la radice di questa mentalità non soggiace nell’orientamento sessuale ma in quella concupiscenza che ferisce la nostra decisionalità e ci rende testardi e spesso refrattari alla docilità spirituale che conduce all’incontro con Dio.

Che il giovane si sia mostrato poi risentito e abbia dato forfait al Grest a me fa ancora più pensare, così come non mi sono chiare le sue parole nella chat di Whatsapp:

"Bonjour. Vi chiedo personalmente di evitare qualsiasi tipo di messaggi incriminatori o accusatori. Questa faccenda riguarda la mia vita privata e non deve intaccare la gioia e la felicità dei ragazzi nel partecipare al centro estivo» (vous voyez QUI).

Mi vedo scettico a ritenere che il ragazzo ignorasse che la sua scelta non avrebbe comportato reazione alcuna, sia nel bene che nel male. Dico questo perché non si tratta di una evenienza discriminatoria contro il mondo omosessuale e i gay ma semplicemente di una evenienza che riguarda tutti gli uomini del mondo: ogni scelta e posizione può essere condivisa o meno; appoggiata o biasimata.

Del resto sappiamo di casi in cui ― davanti alla volontà di un ragazzo di entrare in seminario o in convento ― i genitori, il parentado o gli amici hanno spesso espresso la battuta canzonatoria: «meglio morto che prete o frate». Che si sappia nessuno ha mai tacciato di chiericofobia ces gens, anzi spesso si sono viste rafforzate in questo comportamento canzonatorio, ritenendo che il farsi prete o frate fosse realmente la più grande sciagura di questo mondo. Davanti a questi presupposti, gli aspiranti a una vita sacerdotale o di speciale consacrazione sono semplicemente andati avanti per la propria strada infischiandosene del giudizio altrui e perseguendo il proprio intento, anche quando questo avrebbe comportato una certa difficoltà di gestione dei rapporti familiari e amicali.

Avete idea, noi sacerdoti e frati, gli insulti che talvolta ci sentiamo tirare dietro per le strade e sulle pubbliche piazze, semmai anche da dei mocciosi adolescenti, quando le attraversiamo con la talare del clero secolare o con l’abito del proprio ordine religioso? Insulti a volte anche gravissimi e infamanti. Però noi non siamo attivisti gay, perché in quel caso scatterebbero le querele e le potenti associazioni LGBT si costituirebbero anche parte civile al processo. Insultare gravemente un prete o un frate per strada pare invece costituire libera e democratica espressione del pensiero, il reato scatta solo se fai una battuta ironica sul Fierté gai o su un travestito alto 1.60 par 120 kg di peso che, stile fratello brutto di Lino Banfi, cammina per strada con una parrucca biondo platino, le calze a rete e i tacchi a spillo, forse proprio in spasmodica attesa che qualcuno gli gridi «fenomeno da baraccone», così che lui possa andare a piangere di émission de télévision dans émission de télévision contro l’omotransfobia con tutti gli attivisti LGBT che strepitano.

Io ritengo che la maggioranza degli omosessuali sereni e intellettualmente liberi e privi di qualunque ideologizzazione non si preoccupi minimamente di quel che pensa la Chiesa Cattolica. Vivono semplicemente l’espressione della propria affettività e del proprio essere in modo pacifico e riservato, accettando i pro e i contro del loro statut, preoccupandosi al contempo di stare ben lontano dai carri allegorici e blasfemi dei vari Fierté disseminati nel mese di giugno di ogni singolo anno.

Se invece ci riferiamo agli omosessuali che possiedono una fede e cercano il Signore la situazione cambia, anzitutto sono chiamati ad amare la Chiesa e non la imbrattano di vipereschi improperi, accusando ― anche a mezzo di social e Blog ― il Papa, i vescovi e i sacerdoti di essere omofobi, come costume di certi cattolici perfetti che non possono tacere. L’omosessuale cattolico è consapevole del fatto che è necessario portare avanti un cammino di conversione ― che inizia nel battesimo e termina nel momento della morte ed è uguale per tutti i discepoli di Gesù che non sono stati certamente scelti tra i migliori (cf.. Mont 9,36-10,8) ― che è fatto di preghiera e di accompagnamento spirituale; di vittorie e cadute; di tentazione e di grazia; di tormento e di estasi. E come esistono le battaglie spirituali per la gestione e armonizzazione della propria genitalità per un omosessuale cattolico, così questo è vero per un eterosessuale cattolico.

Se però il paradigma della direzione e accompagnamento spirituale delle persone omosessuali è incarnato nel disgraziato ― cioè privo della grazia ― gesuita statunitense James Martin e non nel Magistero della Chiesa e in Cristo Verbo del Padre, ecco che cadiamo nel paradosso della vicenda di Cesena i cui risultati di una colonizzazione ideologica e di lobby non sono certo velati, tanto da poter avanzare la pretesa e il lusso di gridare allo scandalo e costituirsi parte lesa.

Quando leggo di posizioni così piccate che gridano allo scandalo davanti ai presunti casi di omofobia, il più delle volte mi sembrano posizioni di comodo. Spesso gli stessi paladini dei Droits nutrono scarso interesse verso le persone omosessuali, se non in base a un uso funzionale di esse che tende verso il raggiungimento di un obiettivo, cosa che necessita di una sapiente politica di simbiosi, così da arrivare alla vittoria e annientare l’immaginario nemico, tanto da avere ― per dirla con un proverbio romagnolo ― l'œuf, la poule et le cul chaud.

Ci ritroveremo così dentro contesti ecclesiali pieni di attivisti e di simpatizzanti LGBT che considerano la Chiesa una maggioranza politica a cui fare opposizione destituendo democraticamente le cose che non piacciono e andando ad occupare posti di potere per poter affermare la omérésie [sul tema rimando all’opera di Ariel S. Levi Gualdo: Et Satan est devenu trinitaire e all’opera mia e sua De Prozan à Prozac]. Mais l'Église, sappiatelo cari amici Lettori, non è una democrazia e non necessita assolutamente di suffragette arcobalenate che impazzano sui réseaux sociaux e sui video di Youtube come cattolici perfetti che non possono tacere, ai quali si può applicare l’epigrafe scritta da Paolo Giovio su Pietro l’Aretino: «Di tutti parlò mal fuorché di Cristo, scusandosi col dir non lo conosco».

Giova ricordare che c’è un mondo omosessuale, il più numeroso forse, che riesce ad usare la ragione e che sa riconoscere con non comune senso di obiettività alla Chiesa una accoglienza che da ben poche parti possono vantare, Case del Popolo comprese. Chiedete infatti a un gay se negli anni Settanta o Ottanta del Novecento poteva anche solo mettere piede in una Casa del Popolo, quando una certa sinistra difendeva la famiglia tradizionale con tanto di manifesti di partito in bella mostra e stigmatizzava Pierpaolo Pasolini per i suoi stili di vita frutto della «pederastia tipica dell’alta borghesia». Così scriveva infatti L’Unità, organo ufficiale del Partito Comunista Italiano, dans l'édition de 29 octobre 1949:

«Prendiamo spunto dai fatti che hanno determinato un grave provvedimento disciplinare a carico del poeta Pasolini per denunciare ancora una volta le deleterie influenze di certe correnti ideologiche e filosofiche dei vari Gide, Sartre e di altrettanto decantati poeti e letterati, che si vogliono atteggiare a progressisti ma che in realtà raccolgono i più deleteri aspetti della degenerazione borghese».

Mentre a proposito di André Gide, noto letterato e omosessuale francese, Palmiro Togliatti firmando nel 1950 un pezzo su Rinascita il a écrit:

«Al sentire Gide, di fronte al problema dei rapporti tra i partiti e le classi, dare tutto per risolto identificando l’assenza di partiti di opposizione, in una società senza classi, con la tirannide e il relativo terrorismo, vien voglia di invitarlo a occuparsi di pederastia, dov’è specialista, ma lasciar queste cose, dove non ne capisce proprio niente».

Ma torniamo al giovane animatore cui come Padri vogliamo bene, che ha deciso di esprimere così la sua libertà e la sua visione dell’affettività insieme alla ferma decisione a perseguirla e a difenderla. Per questo è degno del nostro rispetto e non possiamo che riconoscerne il coraggio. Ma allo stesso modo il parroco e la Diocesi di Cesena Sarsina possiedono la stessa libertà e lo stesso diritto a decidere di disciplinare i propri animatori, formatori e catechisti pretendendo una certa fedeltà alla Chiesa e al magistero circa le questioni morali e di fede.

Non è infatti l’orientamento omosessuale che è stato qui discriminato ma il fatto di vivere e difendere pubblicamente un pericoloso attivismo di matrice LGBT all’interno di un contesto di Chiesa Cattolica. Oui, perché stando al Corriere della Romagna (vous voyez QUI) apprendiamo di fratture in seno alla parrocchia a seguito di malumori portati avanti da certi attivisti parrocchiali (?!) a cui ancora non è abbastanza chiaro il pensiero magisteriale della Chiesa Cattolica sull’omosessualità. In quella parrocchia c’è indubbiamente una emergenza educativa di fondo, una situazione di confusione che nel futuro dovrà essere recuperata e informata con una giusta formazione catechetica e con una caritatevole vigilanza. Bravo il parroco che ha ritenuto bene confrontarsi con la Diocesi e chiederne l’appoggio per giungere a una sintesi sulla questione. Almeno per una volta c’è stato un Vescovo che ha saputo esercitare una paternità dimostrando di mantenere diritta la barra, manifestando al contempo la vicinanza al giovane per una situazione che è divenuta incresciosa poiché volutamente montata come caso scandalistico. Dietro c’è solo l’ennesimo tentativo di affermare l’ideologia LGBT dentro la Chiesa con i soliti noti che hanno sparato a palle incatenate sul prete oscurantista e retrogrado, ricorrendo all’ormai usurato luogo comune del Medioevo: l’Arcigay, l’onorevole Zan e il sindaco dei Democratici di Sinistra di Cesena Enzo Lattucca.

Da tutta questa vicenda, lo ribadiamo ancora una volta: al giovane non è stata tolta la possibilità di organizzare il Grest e di parteciparvi generosamente per il bene dei piccoli partecipanti, gli è stato solo fatto notare l’inopportunità di proseguire nella veste di animatore e di educatore nel contesto di un oratorio estivo che non è sponsorizzato dal Partito Democratico, dall’Arcigay o dalla lobby LGBT, ma dalla Chiesa Cattolica che ha il sacrosanto dovere e diritto di ritenere che cosa è giusto o sbagliato per chi si appresta a svolgere una funzione educativa che coincide con la proclamazione di un Credo di fede.

De conclure, mi piace affermare che l’apparente episodio di omofobia in quel di Cesena non è nulla rispetto alla crassa ignoranza storica del suo Primo Cittadino che usa un argomento trito e ritrito mutuato dalla Leggenda Nera con la pretesa di ferire la Chiesa Cattolica. Non bisogna necessariamente avere il programme d'études di studi di Franco Cardini o di Alessandro Barbero per capire che quanto dichiarato dal Sindaco di Cesena circa il Medioevo è palesemente e profondamente falso e intellettualmente ingiusto. Nel Medioevo a cui il politico si richiama, il popolo incolto e analfabeta conosceva a memoria le rime di Dante Alighieri. Un giovane mercante della città di Assisi, anche lui venuto dal popolo per poi assurgere alla ricca borghesia mercantile, compose il primo testo poetico in volgare italiano. Lo stesso popolo del Medioevo aveva delle capacità mnemoniche e speculative e di ragionamento che sono del tutto ignote alle masse desolanti dei giovani e giovanissimi attivisti che seguono le idiozie di Fedez, della Ferragni e dei vari influencer, youtubeur e TikToker e che il solo verso mandato a memoria è Love is love. Il popolo del Medioevo andava ad ascoltare volentieri per ore i predicatori del calibro di Antonio di Padova, Bernardino de Sienne, Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca. Quel popolo semplice ma ben disposto ad ammirare e a studiare visivamente gli affreschi di Giotto dentro le antiche basiliche e che costituivano la Biblia pauperum che non solo educava alla fede ma alla vita sociale, che esaltava le virtù e stigmatizzava l’errore e il vizio. Se ci fosse oggi una minima cultura storica da liceo, ci si dovrebbe auspicare che le nostre popolazioni affette da analfabetismo funzionale e analfabetismo digitale possano tornare quanto prima al Medioevo, una lunga stagione che segnò un grande sviluppo della cultura, delle arti e delle scienze, oltre al recupero e alla conservazione di tutta la filosofia e la letteratura classica che grazie agli uomini del medioevo è giunta sino a noi.

Davanti alle bufale storiche come quelle proferite dal Sindaco di Cesena l’ascoltatore medio del nostro secolo ha ben poche armi di difesa. Le reste, come diceva Don Camillo a Peppone:

«Se hanno creduto a Carlo Marx, qualunque balla gli racconti andrà bene!».

E noi stiamo ancora qui a raccontarci le balle che gli LGBT, i Democratici di Sinistra e i vari compagnucci blogueur ci vengono a raccontare, inclusi i cattolici perfetti che amoreggiano con i circoli LGBT e che vorrebbero introdurre dentro la Chiesa Cattolica il «cavallino di troia arcobalenato» (Voir. Ariel S. Levi Gualdo, QUI).

Laconi, 23 juin 2023

.

__________VI PREGHIAMO DI LEGGERE QUI ____________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

le “Sous-marin jaune” et tragédie. Dans quelle mesure êtes-vous tenu de sauver la vie humaine de toutes les manières?

LA SOUS-MARIN JAUNE ET LA TRAGÉDIE. DANS QUELLE MESURE ÊTES-VOUS TENU DE SAUVER DES VIES HUMAINES DE TOUTES FAÇONS?

Il faut beaucoup de miséricorde, hors de question, parce que même les imbéciles prétentieux méritent la miséricorde chrétienne et humaine dans tous les cas, peut-être même plus que les gens intelligents, sage et prudent.

- Actualité -

Auteur
Simone Pifizzi

.

Article au format PDF imprimable

.

.

Un homme reçoit un prêt à vie pour l'utiliser, il n'en est pas le propriétaire arbitraire et ne peut en disposer comme bon lui semble, ni en prenant la vie, comme dans le cas de l'avortement, ni en se suicidant, comme dans le cas de l'euthanasie, même si aujourd'hui il est difficile de parler de la valeur salvifique de la souffrance humaine, thème auquel le Saint Pontife Jean-Paul II a consacré sa propre encyclique: Soulagement de la douleur. La vie humaine traverse la même réalité subjective de l'homme qui ne se donne pas la vie, mais qui le reçoit en cadeau. Donc ça ne peut pas être lui qui décide de s'auto-supprimer. C'est vrai que la vie est entre les mains de l'homme, mais en même temps cela reste un cadeau qui dépasse largement ses mains. À cause de ce, celui de la vie, c'est un don sacré dont on peut disposer jusqu'à un certain point et dans certaines limites.

Voici un exemple académique extrême et terrible qui peut rendre l'idée: un grand groupe de SS. est sur le point de traverser un pont, une fois franchi, il fera un massacre de civils dans ce pays, tout comme c'était le cas à Sant'Anna di Stazzema. En fait, ils soupçonnent que des partisans se cachent dans cette ville., dont ils ignorent la généralité et l'identité, pour cela, ils ont décidé de résoudre le problème à la racine en tuant tous les habitants, sans épargner les personnes âgées, les femmes et les enfants. La seule route d'accès à cette ville est un viaduc de plusieurs dizaines de mètres de haut construit entre le mur d'une montagne et celui de l'autre montagne.. Les résistants l'ont miné, prêt à le faire exploser si nécessaire. Tandis que les soldats des S.S.. ils sont sur le point de le traverser une mère complètement inconsciente le traverse avec son enfant par la main. Demande: le pont doit sauter ou pas?

Dire que la vie des innocents ils ne peuvent jamais et en aucun cas être sacrifiés, c'est une affirmation catégorique basée sur des émotions illogiques et surréalistes, surtout quand le « non à tout prix au sacrifice des êtres humains » est prononcé dans des pays où des bébés sont avortés chaque jour, après avoir décidé que, dans ce cas, nous n'avions pas affaire à des victimes innocentes, parce que l'avortement est un vrai droit, en effet plus: "Une belle réussite sociale".

Il y a une trentaine d'années il est arrivé dans les régions de ma Toscane qu'un jeune homme excentrique auloisir garder des serpents très venimeux chez vous, en nettoyant une de leurs cages, il s'est fait mordre. En Italie, où les seuls serpents venimeux présents dans notre région sont des vipères, aucun centre antidrogue n'avait d'antidote, que l'on ne trouvait qu'en Suisse chez une société pharmaceutique spécialisée dans le stockage de médicaments très rares. À l'hôpital, ils ont seulement réussi à ralentir l'effet du poison entré dans la circulation.. Entre-temps, un avion F104 a été envoyé du centre de l'armée de l'air de Grosseto et est arrivé en Suisse en une demi-heure où un employé de l'entreprise a donné l'antidote au pilote sans même descendre du puissant avion., puis retour aux sources, le tout en un peu plus d'une heure. Cette affaire a été suivie d'une polémique lorsqu'on a su combien coûtait le démarrage d'un F104 et surtout ça à l'époque, le coût de cet antidote, fu pari a 15 millions d'anciennes lires, évidemment payé par l'état, équivalents à ce qu'ils pourraient être aujourd'hui en valeur monétaire approximativement actuelle 25.000/30.000 euro.

Certains cyniques ont posé la question si c'était le cas de dépenser tout l'argent qui a été dépensé pour sauver une personne qui, en violation des lois qui interdisaient déjà à l'époque l'achat, conserver et élever certains reptiles, il était parti chercher des ennuis comme ça. Mais ils n'étaient que des cyniques, avec la circonstance aggravante d'inhumanité, parce que la vie doit toujours être sauvée à tout prix, par exemple pas en faisant sauter un pont au milieu duquel se trouve une mère avec un enfant. puis, les centaines de personnes qui peu après seront massacrées par les SS. je viens de passer ce laissez-passer, de toute façon ils mourront heureux avec leurs enfants, pour avoir sauvé deux vies.

Depuis quelques jours télévision et presse internationale il s'agit d'un groupe de trois multimillionnaires, plus un quart qui est le fils de l'un d'eux, qui voulait ôter le caprice de descendre au fond de 3.800 mètres pour atteindre le paquebot Titanic coulé au large de Terranova en 1912 après avoir heurté un iceberg de glace. Tragédie dans laquelle ils sont morts 1.527 les gens sur 2.232 passager, solo 705 dont ont survécu.

Il s'agit des caprices des riches? Non, les vrais riches, ceux qui le sont depuis des générations, ceux qui connaissent la fragilité et la volatilité de l’argent et combien il est difficile de le conserver et de l’augmenter; les vraiment riches qui doivent leur richesse à leur propre génie entrepreneurial ou financier, ils ne font pas ces choses fanfaronnes, ce sont des actes typiques des riches. Pourquoi seulement des richesses capricieuses, je suis sûr que tu peux tout te permettre, ils pourraient payer chacun 250.000 NOUS.. $ descendre à une profondeur de presque 4 kilomètres où se trouve l'épave du Titanic, qui est un sanctuaire, un cimetière, qui en tant que tel doit être respecté. Ces profondeurs ne peuvent pas être la destination de cascades poussées à l'extrême à bord d'un mini-sous-marin semblable à un supposé sous-marin dans lequel les clients ne pouvaient même pas se tenir debout., même pas m'agenouiller, donc impossible de bouger, mais seulement assis dans l'espace de 5 mètres de long pour 1.60 de hauteur [cf.. QUI]. Une mort terrible dans les profondeurs les plus sombres de la mer, s'est produit à cause d'une suffocation dans un espace étroit où il est bon de ne même pas penser à ce qui aurait pu se passer dans les moments de panique survenus dans un espace claustrophobe alors que l'oxygène manquait et que les quatre multimillionnaires, avec le conducteur du véhicule, ils sont morts étouffés. Il le détaille un Print Paul Narcisi, spécialiste en réanimation, je ne manque pas d'ajouter:

« Cette tragédie, tout en respectant les personnes impliquées, a forcé une mobilisation dans les efforts de secours qui n'a même pas eu lieu pendant moi 600 naufragé d'il y a quelques jours".

Quant au gars mordu par le serpent de compagnie, dans ce cas également, des moyens aériens et maritimes ont été utilisés, outils technologiques sophistiqués, personnel, spécialistes et ainsi de suite. Droit, pour sauver une vie humaine, il faut tout essayer. Sans oublier cependant que les quatre, avant d'embarquer, après avoir payé 250.000 $ chacun a signé un contrat avec une décharge précise pour l'entreprise qui a organisé leur cascade excentrique, dans lequel il est précisé que l'engagement aurait pu également impliquer la possibilité de mourir, le tout précisé trois fois dans le texte signé et signé par les quatre hommes riches.

Dis qu'ils sont allés le chercher, ce n'est ni un manque de pitié ni de respect envers ces morts de manière très tragique. C'est une réalité, pas par manque de pitié: ce sont eux-mêmes qui se sont inscrits et ont déclaré qu'ils étaient conscients qu'eux aussi auraient pu rencontrer la mort, soit, Noir sur blanc, que si cela arrivait, c'était parce qu'eux-mêmes étaient allés le chercher, après avoir été notifié à cet effet et l'avoir également signé dans un contrat.

Il faut beaucoup de miséricorde, hors de question, parce que même les imbéciles prétentieux méritent la miséricorde chrétienne et humaine dans tous les cas, peut-être même plus que les gens intelligents, sage et prudent.

Florence, 22 juin 2023

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Pourquoi les lobbyistes LGBT ne laissent pas parler les homosexuels? Ce serait comme si l'Ordre franciscain refusait à ses frères de parler de saint François d'Assise

POURQUOI LES LOBBYISTES LGBT NE LAISSENT PAS PARLER LES HOMOSEXUELS? CE SERAIT COMME SI L'ORDRE FRANCISCAIN INTERDIT À SES PROPRES FRÈRES DE PARLER DE SAINT FRANÇOIS D'ASSISE

Nous les pères de l'île de Patmos qui fréquentons les homosexuels et qui avons toujours eu d'excellentes relations avec eux, on peut être d'accord avec l'histrionique Donatella Rettore, célèbre icône gay, ressentir avec elle un certain malaise pour elle pédés hystériques, sans être accusé "d'homophobie"?

— Société et politique —

.

Article au format PDF imprimable

 

.

Tous Fierté gai, qui à partir d'aujourd'hui ne s'appelle plus ainsi mais seulement Fierté, finit par faire l'objet de polémiques, vous voulez parce que certains arrêts sont une poursuite ostentatoire de la provocation, surtout envers tout ce qui est catholique, et parce que la controverse est recherchée et étudiée [voir aussi mon article précédent QUI].

De toute évidence, le patronage a été retiré à la région du Latium à cet événement, quelque chose fait avec une motivation précise:

«[...] la signature institutionnelle de la Région Latium ne peut, il ne peut jamais non plus, être utilisé à l'appui de manifestations visant à promouvoir des comportements illégaux, avec une référence spécifique à la pratique de l'utérus dit de substitution" [cf.. QUI].

Face à cette motivation, ça ne sert à rien de crier "au gouvernement fasciste!« quel que soit le gouvernement. Peut-être que la même chose se serait produite sous un gouvernement de gauche aussi: un organisme public ne peut pas promouvoir comme un "droit revendiqué" ce qui est interdit et condamné par la loi, c'est-à-dire le soi-disant "utérus loué", qui est illégal en Italie. Pour être contre la barbarie du ventre loué, il n'est pas du tout nécessaire d'être un militant du centre-droit, tu n'as même pas besoin d'être catholique, il suffirait de rappeler que le secrétaire général du Parti communiste Marco Rizzo a défini l'utérus loué «digne du docteur Mengele, quelque chose de très proche du nazisme", précisant que "le souhait ne peut pas devenir un droit" [cf.. QUI], déclarant à cet effet:

«L'utérus à louer est une barbarie propre à la société du capitalisme mondialisé. Les souhaits des couples ou des individus sont exaucés et les droits primaires des nouveau-nés et de leurs mères sont échangés, contraints par la pauvreté à servir d'incubateurs» [cf.. QUI].

Cependant, la question est plus complexe: nous sommes sûrs que les homosexuels se sentent représentés par certains défilés qui sont des pratiques objectivement grotesques et pratiquement profanatrices envers le catholicisme? [Mon article précédent, QUI].

Nous les pères rédacteurs de ce magazine, non seulement nous sommes singulièrement amis avec divers homosexuels, dont plusieurs personnalités éminentes du monde des arts, de la culture et des sciences, parce qu'il ya plus. Nous avons publié aux Editions L'île de Patmos un livre Francesco Mangiacapra, jeune homme d'une rare intelligence, déclaré homosexuel et ex escort gay, analyste brillant et honnête qui à l'époque a mis au jour un cercle de prêtres fréquentant certains milieux qui, Il va sans dire, certains prêtres ne devraient jamais assister. Un prêtre a également écrit la préface de ce livre: le soussigné.

Francesco Mangiacapra écrit dans ce livre de son qui constitue un authentique monument d'honnêteté intellectuelle et qu'il ne faut lire que pour cela:

«Un homosexuel qui ne s'identifie pas au puissant lobby LGBT finit par être ostracisé par les lobbyistes et reçoit les applaudissements de ce public courant dominant tellement abhorré par eux. Aujourd'hui, le capot de plomb de la politiquement correct elle pèse sur une société indifférente à la violence réelle, mais prêt à s'exposer au pilori, pour une blague ou une satire inoffensive, qui ose s'opposer à la pensée unique. Les lobbyistes de la liberté arc-en-ciel gay ils pratiquent désormais la technique qui caractérisait les dictatures communistes et fascistes: “Frappez un pour éduquer cent”».

Et là on touche à un autre problème ce Père Ivano Liguori et j'ai résumé dans l'introduction d'un livre écrit ensemble en 2021, De Prozan à Prozac, dédié à la mémoire tardive de l'homosexuel et inoubliable Paolo Poli, mon cher ami, dont nous reprenons ce passage:

"Nous qui sommes deux prêtres et théologiens n'avons jamais reculé - nos publications le montrent -, quand le respect de la vérité exigeait des critiques publiques directes et sévères du monde ecclésial et ecclésiastique. Et si parfois, pour ne dire que la vérité, nous avons payé les conséquences, c'était un hommage plus qu'acceptable. Nous sommes en effet des hérauts et de fidèles serviteurs de la vérité, avec tout ce que cela peut entraîner. Essayons maintenant de nous immerger dans la réalité: avez-vous déjà entendu dans les différents émission de télévision Chaînes de télévision ― qui ne pourraient pas l'être en l'absence de quotas gays ―, un représentant LGBT qui critique publiquement et sévèrement son monde? Il est possible que le monde LGBT ne soit composé que de gens formidables et surtout de lignes? Il est possible que le monde LGBT ne soit habité que par de pauvres victimes et par aucun agresseur? Il est possible que pour un prêtre indigne souffrant de troubles psychiques, coupable d'avoir agressé des adolescents, toute l'Église catholique est exposée au pilori public, alors que les mêmes journalistes d'investigation et présentateurs de télévision n'oseraient jamais - et n'osent pas par peur - aller vérifier ce qui se passe avec les mineurs en quête d'argent dans certains milieux homosexuels? Dans le monde LGBT, tout va bien, tout est parfait? Ce que le Saint Docteur Augustin désigne comme la Jérusalem Céleste, peut-être a-t-il sa propre maison naturelle angélique dans certains cercles gays? C'est ce qui rend surréalistes et non crédibles certaines franges LGBT idéologisées et radicalisées. et quelqu'un, à des groupes tellement repliés sur des émotions irrationnelles, il entendait aussi donner une loi pour faire taire et poursuivre ceux qui ne pensent pas comme eux? Poser certaines questions ne constitue pas une incitation à la haine des gays, lesbiennes et transsexuels. Il s'agit simplement de les considérer pour ce qu'ils sont: des êtres humains comme tout le monde, pour le meilleur ou pour le pire. Mais s'ils font du lobbying et font semblant de se présenter comme des gens sans l'ombre d'un défaut, ou pire comme une corporation d'intouchables, dans ce cas il conviendra de ne pas leur donner certaines lois et de les laisser se vautrer dans le bassin de leur perfection onirique, où tout est bon et idyllique, parce que tous les méchants et les persécuteurs ne sont que de l'autre côté hétéro. Nous n'hésitons pas à souligner les défauts de notre Église visible et de son clergé, toujours regarder l'homme comme tel, à qui nous n'avons jamais demandé de licences d'hétérosexualité ou d'homosexualité, l'accepter et l'aimer pour ce qu'il est, comment Jésus-Christ l'a accueilli et aimé. Parce que nous vivons dans le monde de la réalité, conscient que la foi est née de la raison, pas des émotions irrationnelles d'un certain monde arc-en-ciel ".

Dans notre langue catholique c'est ce qu'on appelle l'honnêteté intellectuelle politique. Et je dis politique parce que de toute façon on a affaire à des batailles politiques et comme telles elles sont menées par des militants, auquel nous ne répondrons jamais par des coups de moralité catholique. Tout langage politique est répondu par un langage politique approprié, car à la fois communiquer et s'opposer légitimement à quelque chose, un langage approprié est utilisé, ce n'est vraiment pas le cas d'aller parler à certains militants des fondements de la morale selon l'école de Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Pire que jamais Le Livre de Gomorrhe de San Pier Damiani.

Nous concluons avec une icône gay, la chanteuse Donatella Recteur, celui qui tourmentait joyeusement nos étés d'adolescent, disparu depuis longtemps, avec des chansons célèbres comme Le cobra n'est pas un serpent O belle Brillante. Voici un extrait de son interview [cf.. QUI] fait par cher et excellent Francesca Fagnani — et affectueusement je dis chère parce qu'elle a été la première journaliste qui, dans le 2012 mets-moi devant une caméra pour une interview dans l'émission Service publique par Michèle Santoro :

"Les gays m'aiment, les femmes ne m'aiment pas pédés, tandis que Raffaella Carrà et Patty Pravo sont des icônes de pédés vintage [...] Pour moi il y a des gays et des femmes pédés, y'a des gays qui savent qu'ils ont des couilles et y'a des hystériques qui parlent et s'arrachent les cheveux, ils bavardent… et je ne les veux même pas à ma porte» [cf.. QUI, QUI].

Nous, les pères de l'île de Patmos que nous fréquentons des homosexuels et que nous avons toujours eu d'excellentes relations avec eux, on peut être d'accord avec l'histrionique Donatella Rettore, célèbre icône gay, ressentir avec elle un certain malaise pour elle pédés hystériques, sans être accusé "d'homophobie"?

de l'île de Patmos, 18 juin 2023

.

.

Le nouveau livre du Père Ariel vient de sortir et est en cours de distribution, vous pouvez l'acheter en cliquant directement sur l'image de couverture ou en entrant dans notre librairie QUI

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Gabriele Giordano M. Scardocci
De l'ordre des prédicateurs
Presbytère et théologien

( Cliquez sur le nom pour lire tous ses articles )
Père Gabriel

Apostolicité, vérité et tendresse pour les brebis sans berger

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

APOSTOLICITÉ, VERITÀ E TENEREZZA PER LE PECORE SENZA PASTORE

Apostoli però sono, à côté mais de manière distincte par rapport aux prêtres, religieux et laïcs aussi. Eux aussi dans la vocation à la vie consacrée et dans le mariage, ils s'engagent à apporter la caresse de Jésus à leur prochain dans le besoin. Per questo che Gesù dice a tutti: « Vous avez reçu, donner librement ".

 

Auteur:
Gabriele Giordano M. Scardocci, o.p.

.

Chers lecteurs de l'île de Patmos,

in questo tempo estivo proviamo a prendere sempre più in mano la Bibbia e leggerla; specialmente i Vangeli possono diventare un compagno di strada per le giornate calde ed afose. En fait, dans l'Evangile, Gesù cammina con noi, ci porge tanta tenerezza ed affetto e chiede così di donare gratuitamente quanto abbiamo ricevuto da Lui. Gesù sceglie la tenerezza perché come diceva lo scrittore tedesco Rudolf Leonard «La tenerezza è il linguaggio segreto dell’anima».

Nous voyons. Dans Evangile d'aujourd'hui Lisons:

« À ce moment-là, Jésus, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore».

Gesù cammina con le folle e si accorge che si sentono sperdute e senza un punto di riferimento. Le difficoltà esistenziali e il dissidio politico fra ebrei e romani deve aver loro recato molte sofferenze anche da un punto di vista emotivo e morale. Gesù decide di trattarli con compassione, en grec splanchne, che indica la tenerezza della madre che accoglie i figli con amore viscerale. Immaginiamo quindi una mamma che accoglie i figli che piangono e che si sentono disperati.

La stessa cosa fa Gesù con noi oggi. Nelle nostre solitudini esistenziali ci dona la sua tenerezza e compassione, ci fa sentire che nonostante l’instabilità generale, le tante difficoltà spirituali, materiali ed economiche che possiamo trovare Lui è con noi. Ogni volta che ci comunichiamo ci offre una carezza ed un abbraccio intenso, insieme con il Padre e lo Spirito Santo.

Questa carezza ci è offerta in un modo concreto. In un certo senso è una carezza apostolica. En fait, Gesù stesso ha chiamato per nome i dodici apostoli e li ha istituiti per continuare la sua missione nel corso dei secoli. I dodici apostoli poi hanno istituito i loro successori, e quindi i vescovi e con essi Gesù ha voluto i sacerdoti per una messe numerosa di persone bisognose di Dio. Per questo che il vescovo e il sacerdote, nonostante i loro limiti personali, tendono a donarci la carezza eucaristica del Signore. È importante la loro presenza e la risposta a questa vocazione sacerdotale.

Apostoli però sono, à côté mais de manière distincte par rapport aux prêtres, religieux et laïcs aussi. Eux aussi dans la vocation à la vie consacrée et dans le mariage, ils s'engagent à apporter la caresse de Jésus à leur prochain dans le besoin. Per questo che Gesù dice a tutti:

« Vous avez reçu, donner librement ".

La modalità in cui tutti noi credenti clero, religiosi e laici siamo mandati dal Signore è la dimensione del dono di sé. Esattamente come senza nessun diritto, abbiamo ricevuto il dono dell’amore e della tenerezza del Signore, così possiamo portarlo a tutti gli altri. Così quando incontreremo il nostro prossimo che non si sente amato da nessuno, e anzi forse si sente abbandonato ed isolato da tutti, allora in quel momento potremo fargli il dono della tenerezza e carità del Signore. Cioè un amore che non è melenso e privo di valore, ma che appunto comunica a chi si sente disperato che Dio lo ama e fa qualcosa di concreto per lui.

Nous demandons au Seigneur di entrare fortemente sempre più nel suo cuore trinitario per fare entrare tutto il mondo nell’abbraccio di Dio, e offrire senso e gioia anche agli abbandonati e agli isolati dalla cultura del mondo.

Santa Maria Novella à Florence, 18 juin 2023

.

.

.

Abonnez-vous à notre chaîne Jordan du club théologique réalisé par le Père Gabriele en cliquant sur l'image

 

LES DERNIERS EPISODES SONT DISPONIBLES DANS L'ARCHIVE: QUI

.

Visitez les pages de notre boutique de livres QUI et soutenez nos éditions en achetant et en distribuant nos livres.

.

.

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

De l'amitié de Jésus avec Abraham à Jésus qui nous accueille en nous appelant amis

DE L'AMITIÉ DE DIEU AVEC ABRAHAM À JÉSUS QUI NOUS ACCUEILLE EN NOUS APPELANT AMIS

Cette célèbre histoire biblique nous dit qu'être amis n'est certainement pas une diminution ou une soustraction à la relation de foi, parce que ça demande de la condescendance, complicité et attente quand, par exemple, un ami est en difficulté. pas un hasard, longtemps après l'histoire d'Abraham dans la Genèse, l'une des plus belles expressions que nous trouvons dans l'Écriture concernant la relation entre le messager de Dieu, Jésus, et qui le suivait était: "Je vous ai appelé amis".

— Pages bibliques —

.

Article au format PDF imprimable

 

.

Il semble que le terme ami ne peut exister sans sa qualification spécifique. Nous avons différents types déclinés, dans les divers arts, qui offrent de temps en temps l'image d'un ami fragile, redécouvert ou ingénieux. On pourrait en parler sans fin. Un ami peut être vrai ou faux, être toujours là ou disparaître, vous pouvez lui faire confiance inconditionnellement ou dans le pire des cas être trahi par eux.

La Bible qui est littérature formé sur une très longue période, ainsi que parler du protagoniste principal, qui est Dieu, présente un ensemble diversifié de situations humaines. Ce n'est pas par hasard que le poète Byron il l'appelait "le grand code de l'art", expression reprise plus tard par le critique N. Frire qui en a fait un livre[1]. Dans ce tour d'horizon de l'humanité disparate, l'intérêt pour les amis ne pouvait pas manquer. C'est ainsi que le code biblique a pu susciter des symboles restés dans l'imaginaire de chacun (Frye les a appelés imagerie), même des non-étudiants du livre biblique.

Le personnage de Judas est célèbre cil incarne l'amitié trahie: «Amico, c'est pourquoi tu es là" (Mont 26,50), ce sont les paroles que Jésus adresse au traître après avoir reçu son baiser. En restant avec les Evangiles, on ne peut oublier l'amitié de Jésus pour la famille de Béthanie: mars, Maria et Lazzaro. Quand il mourra, Jésus dira: « Lazare, notre ami, il s'est endormi; mais je vais le réveiller" (Gv 11,11). Ainsi que la réputation d'ami des publicains et des pécheurs qui a conduit Jésus à être détesté par les autorités.

Il existe de nombreuses expressions bibliques se référant à l'amitié, surtout dans les livres de sagesse. Voici deux mentions parmi tant d'autres:

« Un ami fidèle est un médicament qui donne la vie:
ceux qui craignent le Seigneur le trouveront." (Monsieur 6, 16).

"Un ami fidèle est un havre de paix:
qui le trouve, trouver un trésor" (Monsieur 6,14).

Un dicton devenu célèbre celui qui dit "celui qui trouve un ami trouve un trésor". Mais le premier personnage biblique à être qualifié d'ami, nul autre que Dieu, c'était Abraham. Le prophète Isaïe l'a appelé ainsi: « Je vous, Israël, mon serviteur, toi Jacob, j'ai choisi, descendant d'Abraham, mon ami" (Est 41,8). Le livre de Daniel fait écho à cela: « Ne nous retire pas ta miséricorde, pour l'amour d'Abraham, ton ami, d'Isaac, votre serviteur, d'Israël, ta sainte" (3,35) et le deuxième livre des Chroniques: "Tu n'es pas parti en voiture, notre Dieu, les habitants de ce pays devant ton peuple Israël et tu ne l'as pas donné pour toujours aux descendants de ton ami Abraham?» (20,7). Jusqu'au deuxième testament où l'on trouve dans la lettre de Jacques: «Et s'accomplit l'Ecriture qui dit: UNEbramo a cru Dieu et cela lui a été crédité comme justice, et il a été appelé un ami de Dieu" (2,23).

Et si l'auteur de la lettre de Jacques il a insisté sur les actions d'Abraham comme qualifiant sa foi, de l'autre Paul de Tarse renversa la médaille, dans Romains, mettre la foi d'Abraham avant ses œuvres et par cela et par cela seulement il a été justifié.

Ici, nous ne voulons pas aborder le sujet ardu et complexe de la justification et de la grâce relevant de la théologie. Mais nous voulons simplement décliner la façon dont l'histoire biblique nous parle de la relation entre Dieu et Abraham. Quel genre d'amitié c'était? Abraham méritait cette relation particulière? Il t'a toujours correspondu? Il semble un sujet intéressant étant donné qu'il est devenu le vêtement du don de la vie divine à l'homme de foi et de la grâce qui sauve. Sans négliger le fait qu'Abraham est considéré comme le père des trois grandes religions monothéistes, même si certains ont du mal à définir le christianisme comme un monothéisme.

Parce que la Bible préfère raconter que d'énoncer des théories, nous essaierons de retracer les récits des événements d'Abraham pour comprendre cette relation d'amitié et comprendre au final qu'Abraham n'était pas si éloigné de nous, de nos attentes et émotions, de nos points de vue qui paraissent inébranlables et qui sont mis à l'épreuve par des demandes et des promesses divines qui ne se révèlent pas immédiatement.

Il y a un épisode dans l'histoire d'Abraham raconté dans le livre de la Genèse (18, 25-32) qui semble mettre en valeur plus que d'autres, plus que le même appel, la relation spéciale d'amitié entre lui et Dieu, et c'est l'histoire de la négociation sur la destruction de la ville de Sodome. A Dieu qui avait déjà décidé du sort de la ville, Abraham signale la possible présence de justes dans celle-ci. Et de dix à dix à descendre il parvient à arracher un morceau de la bienveillance de Dieu. Cet épisode met en lumière une caractéristique du patriarche qui revient plusieurs fois dans les récits, ou sa capacité incontestable à négocier. C'est un puits, de division territoriale, de terre pour la tombe de sa femme Sara, de comment trouver une femme pour Isaac son fils ou de Dieu lui-même, comme dans le cas ci-dessus, Abraham est imbattable.

Un peu moins, beaucoup moins, quand il s'agit d'avoir foi dans les paroles divines et cela semble incroyable pour tout ce qu'on pense normalement de lui. Mais Dieu ne semble pas s'en soucier. Comme le font les vrais amis.

Même l'exégèse rabbinique il considérait favorablement la capacité abrahamique de traiter, quand il s'agit de sauver les gens. Les maîtres de la Torah, en fait, ils n'ont pas accordé une bienveillance égale à un autre patriarche célèbre, Noé, qui a reçu l'ordre de construire une arche à cause du déluge imminent. Celles-ci, contrairement à Abraham, il n'a rien fait pour contrecarrer le dessein destructeur.[2] Noé était un homme obéissant qui ne posait aucune question, "marcher avec Dieu" (Gén 6,9) mais il n'a établi aucune relation avec lui, peut-être à cause de la fin de tout ce qui était à venir. Avec Abraham qui "a marché devant Dieu" (Gén 17, 1) c'était nécessaire, plutôt une relation active, patiente et sympathique.

Et la patience avec Abraham doit avoir beaucoup. Un lecteur moderne du texte biblique serait surpris de trouver des traits embarrassants dans la vie du patriarche. Ceux-ci agissent comme un contrepoids aux compétences de médiation évidentes déjà mentionnées, qu'il est un expert en armes et en guérilla (Gén 14, 14-16), des hommes et des alliances (Gén 17, 17-24) et entrepreneur capable du monde antique (Gén 24, 34-35).

Pourtant, les premiers mots d'Abraham dans la bible, immédiatement après l'appel de Dieu, ils disent un mensonge, laisser passer Sarah, aux yeux du pharaon égyptien, comme une soeur au lieu d'une femme[3]. Un épisode qui se répétera plus tard avec un autre roi (casquette. 20). Malgré la promesse divine répétée qu'il aura sûrement une progéniture, sera d'accord, plus loin, à propos de l'intention de Sarah d'avoir un enfant avec l'esclave Hagar; mais quand les deux femmes entreront en conflit, il la chassera dans le désert, à contrecœur, avec seulement une miche de pain et une outre d'eau. Quand avec son fils Isaac montera sur le mont Moriah, lieu de son sacrifice, il chargera le bois sur les épaules de son fils. Quel père aurait fait ça sachant quel destin il allait rencontrer?

Mais Abraham, justement, on se souvient surtout de lui pour sa foi: « Il crut que le Seigneur, qui le lui a crédité comme justice" (Gén 15, 6). Mais cette foi devait évidemment grandir et mûrir, en passant par des preuves importantes, outre le fait que c'est une parole et une promesse divine qui l'ont suscité, rappelé maintes et maintes fois.

Dans le Livre de la Genèse (cf.. 12) Dieu a d'abord parlé à Abraham. L'expression utilisée en hébreu, les psychanalystes ont beaucoup aimé: Aller (joue joue) « Va pour toi » ou « Va vers toi »[4]. Un nouveau mot, personnel, adressée à Abraham fils de Terak, l'a invité à quitter son père et à aller dans un pays pour devenir une nation bénie. Déclencher, mais comme souvent, l'enthousiasme s'est perdu en cours de route. Le voyage était fatigant, dans stages, les gens hostiles e, surtout, quelle progéniture aurait-il pu avoir si un fils n'était pas venu? Voilà comment, tu veux pour les difficultés, vous voulez pour l'âge avancé, il satisfait. Après tout, le fils de l'esclave, Ismaël, c'était déjà quelque chose. Donc, à un moment donné, Abraham a laissé échapper devant Dieu: « Si au moins Ismaël pouvait vivre devant toi!» (Gén 17, 18). Jusqu'à la énième promesse d'un enfant à eux, Abraham et Sarah éclatent de rire. Abraham a même plié de rire (Gén 17, 17).

Mais voici la torsion. Sarah a en effet enfanté un fils à Abraham: Isaac, le promis. Mais quel ami te fait un tel cadeau: Isaac, de l'hébreu Isaac littéralement "le fils qui rit, qui fait rire, dont on peut se moquer et ridiculiser[5]? Qui pour cette raison est devenu la cause de l'enlèvement de l'autre fils, Ismaël, qui n'avait aucun défaut?

Abraham était sans voix à la naissance de son fils, puisque le texte ne contient que les paroles de Sarah, qui parlait de rire et de rire. Qui est ce fils que son ami Dieu a envoyé ?? Nous devons accepter ce cadeau? Parce qu'Isaac, parmi tous les patriarches bibliques et sui generis. Il n'a jamais eu le rôle du protagoniste et est immédiatement apparu dépourvu de sa propre personnalité. Il ne pouvait même pas trouver sa femme tout seul et celle-ci, Rébecca, quand elle l'a finalement vu de près, est tombé du chameau. Sans surprise, plusieurs commentateurs, juifs et chrétiens, ils ont souligné qu'Isaac n'était peut-être pas un fils parfait, désactivé, fils autiste d'un père vieillissant[6]. Imaginons les sentiments d'Abraham si cela devait être l'accomplissement de la promesse. Comment accepter tout ça?

C'est à ce point que le récit biblique nous présente l'un des épisodes les plus fascinants et dramatiques de toute sa littérature. L'histoire du sacrifice ou plutôt de la Akda (aqedah, sur la connexion) d'Isaac au chapitre 22. Un épisode qui a inspiré artistes et commentateurs de l'Antiquité à nos jours. Il n'est pas possible d'en rendre compte ici, mais nous pouvons proposer une interprétation qui est bien liée à ce qui a été dit jusqu'à présent sur la relation entre Dieu et Abraham.

C'était d'abord un nouveau départ. Revenons au verset 2 le même "joue joue” (va pour toi, vers vous) du chapitre 12. Encore un aller vers soi. Mais cette fois la promesse s'est réalisée, de manière inattendue. Où Abraham devrait-il aller? L'ascension du mont Moria, avec seulement un dialogue sur un bélier à trouver, c'est déchirant. Malgré le résultat à la fin heureux, l'épisode gardera sa tragédie: dans le silence qui tombe lors du retour à la maison des deux, dans le manque d'exaltation ou de joie, dans la séparation physique subséquente entre le père et le fils et dans la mort de Sara qu'un Midrach (midrash)[7] cela découle du fait qu'elle a appris ce qui allait se passer sur la montagne.

Alors que s'est-il passé? Qu'Abraham a été appelé à accepter la promesse de Dieu, en la personne d'Isaac, fils imparfait. À cause de cela, sa foi a été testée et elle a été fortifiée. L'ami avait enfin compris ce qu'on lui demandait depuis le début, bien qu'inattendu et loin de ses prérogatives et de ses caractéristiques psychologiques. Mais Abraham est allé vers lui, s'ouvrir à un nouveau soi et au toi du fils enfin dissout et laissé libre de partir.

Quelqu'un, bien des siècles plus tard, il dira: "Dieu choisit ce qui est faible dans le monde" (1Cor 1,27). C'est probablement ce que la foi d'Abraham a dû comprendre dramatiquement: accueillir la promesse dans la personne fragile d'Isaac. Ce n'est que lorsqu'il comprendra qu'il choisira pour Isaac une femme avec qui se consoler de la mort de sa mère, il lui donnera tout son bien, il le protégera d'éventuels concurrents et mourra « rassasié de jours » enterré par ses fils Isaac et Ismaël enfin réunis (Gén 25,9).

L'histoire d'Abraham et de Dieu peut être lu de plusieurs façons. La Bible au-delà des implications qui se réfèrent à la foi et qui passent par saint Paul et Jacques mentionnés ci-dessus sont arrivées jusqu'à aujourd'hui, la Loi comme histoire d'amitié. Avec toutes ses tonalités et variations, car Abraham reste un homme avec sa personnalité faite de limites et de grandeur. Cette célèbre histoire biblique nous dit qu'être amis n'est certainement pas une diminution ou une soustraction à la relation de foi, parce que ça demande de la condescendance, complicité et attente quand, par exemple, un ami est en difficulté. pas un hasard, longtemps après l'histoire d'Abraham dans la Genèse, l'une des plus belles expressions que nous trouvons dans l'Écriture concernant la relation entre le messager de Dieu, Jésus, et qui le suivait était: "Je vous ai appelé amis" (Gv 15, 15).

de l'Ermitage, 17 juin 2023

 

Remarque

[1] N. Frire, Excellent code, Bible et littérature, 1981 (simp. il.: Einaudi, 1986)

[2] Le parallèle entre le déluge et la destruction de Sodome a été saisi par de nombreux. C'est la destruction totale. Une seule famille est sauvée dans les deux cas. La présence de relations incestueuses dans les deux histoires, d'où sont issues des tribus non juives (Cananéens de Cam, fils de Noé et Moabites et Ammonites des filles de Lot).

[3] Même si c'est vrai, car ils étaient fils du même père, mais de mères différentes.

[4] De même Noé est commandé de faire une arche de cyprès "pour vous" (Gén 6, 14)

[5] la racine du nom (zade/chet/qof) avec ces sens, comparer 179 fois dans la Bible mentionnés 112 fois fait référence à Isaac dans la Genèse

[6] Marmorini G., Isaac, le fils imparfait, claudien 2018; Baharier H., Genèse expliquée par ma fille, Milan 2015

[7] Sd.R. Midrach, de l'hébreu Midrach, terme désignant une méthode d'exégèse biblique de la tradition juive

.

_______VEUILLEZ LIRE CET ARTICLE QUI ________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Grande homélie de l'archevêque métropolitain de Milan: « Qui était Silvio Berlusconi? Un homme"

GRANDE HOMÉLIE DE L'ARCHEVÊQUE MÉTROPOLITAIN DE MILAN: « QUI ÉTAIT SILVIO BERLUSCONI? UN HOMME"

«Silvio Berlusconi était certainement un homme politique, il était certainement un homme d'affaires, c'était certainement un personnage sous les projecteurs de la notoriété. Mais en ce moment de permission et de prière, que dire de Silvio Berlusconi? C'était un homme: un désir de vie, un désir d'amour, un désir de joie. Et maintenant nous célébrons le mystère de l'accomplissement. Voici ce que je peux dire sur Silvio Berlusconi. C'est un homme et maintenant il rencontre Dieu".

— Ministère liturgique —

Auteur
Simone Pifizzi

.

Article au format PDF imprimable

.

.

Nous, pasteurs, prenons soin des âmes s'habituer à monter en chaire et à prêcher, nous savons qu'il y a des moments et des situations particulières où il n'est pas facile de faire une homélie appropriée, comme dans le cas des funérailles de Silvio Berlusconi célébrées aujourd'hui dans la cathédrale de Milan. Quelqu'un pourrait penser que la délicatesse pourrait être donnée par la personnalité complexe du défunt., un homme qui a parcouru pendant quelques décennies la scène politique nationale et internationale. A suivre avec la présence des plus hautes autorités de l'Etat, du Président de la République au Premier Ministre. Situations dans lesquelles cela n'est pas autorisé, je ne dis pas un mot, mais pas même un mauvais soupir. Cependant, ce n'est pas là la difficulté, même si dans des circonstances plus ou moins similaires plusieurs évêques et prêtres ont résolu le problème en disant à peu près tout sans rien dire, évitant ainsi tout problème éventuel.

L'archevêque métropolitain de Milan, SE. Mons. mario delpini, au lieu de cela, il a pu prononcer une homélie vraiment grandiose qui a ramené tout le monde sur terre dans cet air de béatification du défunt Chevalier., dont la figure fait partie de l'histoire de l'Italie et pour cette raison fera l'objet d'études approfondies par des historiens et des experts géopolitiques pendant des décennies et des décennies. L'archevêque ambrosien s'est concentré sur autre chose: sur l'homme Silvio Berlusconi qui était sans aucun doute un homme d'affaires prospère, un homme politique qui a présidé la présidence du Conseil des ministres de la République italienne pendant quatre mandats, un personnage histrionique doté d'un sens de l'auto-ironie rare et extraordinaire, à tel point qu'il a déclaré à plusieurs reprises: «Beaucoup en ont marre de se moquer de moi, en oubliant que je me trompe et que personne ne peut le faire aussi bien que moi".

Devant ce personnage complexe et même controversé, l'archevêque ambrosien ne s'est pas caché derrière le “Ne dis rien”, mais il a tout dit en bâtissant tout son discours sur cette question rhétorique: «Que dire de Silvio Berlusconi?». Donner la réponse tout de suite: "C'était un homme". Et l'archevêque ambrosien a parlé de l'homme avec une poétique chrétienne qui peut s'appliquer aussi bien à une célébrité comme Silvio Berlusconi, ou aux dernières personnes âgées décédées oubliées dans une salle de gériatrie: un homme.

Florence, 14 juin 2023

___________________________________________________________

Texte intégral de l'homélie de l'archevêque métropolitain de Milan

En direct

En direct. Vivre et aimer la vie. Vivre et désirer une vie bien remplie. Vivre et souhaiter que la vie soit belle, beau pour vous et pour vos proches. Vivre et comprendre la vie comme une opportunité de mettre à profit les talents reçus. Vivre et accepter les défis de la vie. Vivre et traverser des moments difficiles dans la vie. Vivez et résistez et ne vous laissez pas abattre par les défaites et croyez qu'il y a toujours un espoir de victoire, de rançon, de la vie. Vivre et désirer une vie qui ne finit jamais, avoir du courage, de la confiance et croire qu'il y a toujours un moyen de sortir, même de la vallée la plus sombre.. Vivre et ne pas éluder les défis, aux contrastes, aux insultes, à la critique, et continue de sourire, lancer un défi, contrer, rire des insultes. Vivre et sentir les forces s'épuiser, vivre et subir le déclin et garder le sourire, essayer, pour essayer une façon de vivre à nouveau. C'est ce qu'on peut dire d'un homme: un désir de vie, qui trouve son jugement et son accomplissement en Dieu.

Aimer et être aimé

Aimer et vouloir être aimé. Aimer et chercher l'amour, comme une promesse de vie, comme une histoire compliquée, comme une fidélité compromise. Désirer d'être aimé et craindre que l'amour ne puisse être qu'une concession, une condescendance, une passion orageuse et précaire. Aimer et vouloir être aimé pour toujours, expérimenter les déceptions de l'amour et espérer qu'il puisse y avoir un chemin vers un amour plus élevé., Plus fort, plus gros. Aimer et parcourir les chemins du dévouement. Aimer et espérer. Aimer et faire confiance. Amour et abandon. Voilà ce qu'on peut dire de l'homme: un désir d'amour, qui trouve son jugement et son accomplissement en Dieu.

Être heureux

Soyez heureux et aimez les vacances. Profitez de la beauté de la vie. Être heureux sans trop de pensées et sans trop d'angoisses. Être heureux avec des amis pour la vie. Soyez satisfait des entreprises qui donnent satisfaction. Être heureux et vouloir que les autres le soient aussi. Être heureux de soi et s'étonner que les autres ne le soient pas. Soyez heureux avec les bonnes choses, quelques beaux moments, des applaudissements du peuple, éloges des supporters. Profitez de la compagnie. Soyez heureux avec les plus petites choses qui vous font sourire, du beau geste, du résultat enrichissant. Être heureux et expérimenter cette joie est précaire. Être heureux et ressentir l'insinuation d'une sombre menace qui recouvre de grisaille les choses qui vous rendent heureux. Être heureux et se sentir perdu face à l'épuisement irrémédiable de la joie. Voilà ce qu'on peut dire de l'homme: un désir de joie, qui trouve son jugement et son accomplissement en Dieu

je cherche l'homme

Quand un homme est un homme d'affaires, alors essaie de faire des affaires. Elle a donc des clients et des concurrents. Il y a des moments de réussite et des moments d’échec. Il s'aventure dans des entreprises imprudentes. Regardez les chiffres pas les critères. Il doit faire des affaires. Il ne peut pas trop faire confiance aux autres et sait que les autres ne lui font pas trop confiance.. C'est un homme d'affaires et il doit faire des affaires. Quand un homme est un homme politique, alors essaie de gagner. Il a des partisans et des opposants. Il y a ceux qui l'exaltent et ceux qui ne peuvent pas le supporter. Un homme politique est toujours un partisan. Quand un homme est un personnage, alors c'est toujours sur scène. Il a des admirateurs et des détracteurs. Il y a ceux qui l'applaudissent et ceux qui le détestent. Silvio Berlusconi était certainement un homme politique, il était certainement un homme d'affaires, c'était certainement un personnage sous les projecteurs de la notoriété. Mais en ce moment de permission et de prière, que dire de Silvio Berlusconi? C'était un homme: un désir de vie, un désir d'amour, un désir de joie. Et maintenant nous célébrons le mystère de l'accomplissement. Voici ce que je peux dire sur Silvio Berlusconi. C'est un homme et maintenant il rencontre Dieu.

Cathédrale métropolitaine de Milan, 14 juin 2023

.

_______VEUILLEZ LIRE CET ARTICLE QUI ________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Heureux et aussi honoré de travailler gratuitement, Mais essayons de ne pas en faire trop …

HEUREUX ET MÊME HONORÉS DE TRAVAILLER GRATUITEMENT, MAIS NOUS ESSAYONS DE NE PAS EXAGER …

« Ne savez-vous pas que ceux qui accomplissent un service sacré mangent ce qui est offert dans le temple? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? De même, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo» [Je Cor 9, 13-14].

 

.

Chers lecteurs,

La rivista L’Isola di Patmos compirà 10 anni di attività pubblicistica ed editoriale nell’ottobre del 2024. Quando cominciammo la nostra attività, furono diversi a darci meno di un anno di vita. Il risultato è stato che siamo andati avanti con un numero sempre in crescendo superando nel 2022 i duecento milioni di visitatori in 8 années.

Dans 2018 aprimmo anche le Edizioni L’Isola di Patmos, i cui libri seguitano a essere venduti con buoni esiti in un mercato costituito da un pubblico di nicchia, non certo da quei “cattolici” ben più numerosi che si acculturano saltando da un blog all’altro dove si nutrono di “prophéties” e “révélations”, o che su Facebook ti chiedono di spiegargli in quattro righe il Prologo del Vangelo di Giovanni e l’incarnazione del Verbo di Dio, perché su un sito di ufologia gestito da un anonimo hanno letto che Gesù Cristo era un alieno.

Non abbiamo mai chiesto niente, ci siamo solo limitati a inserire il collegamento al comodo e sicuro conto Pay Pal e il numero del nostro conto corrente presso la BPM di Roma, certi che coloro che avessero voluto sostenere la nostra opera lo avrebbero fatto senza bisogno di essere sollecitati in tal senso.

Alla fine dell’estate dobbiamo pagare il serveur dédié e i vari abbonamenti annuali per un importo complessivo di 5.800 euro. Ciò di cui al momento disponiamo sul conto Pay Pal e sul conto corrente è però una somma risibile:

 

_______________________________________________________

Mi sono consultato con i confratelli e abbiamo deciso di ricordare il monito dell’Apostolo:

« Ne savez-vous pas que ceux qui accomplissent un service sacré mangent ce qui est offert dans le temple? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? De même, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo» [Je Cor 9, 13-14].

Perché nascondere l’amarezza, specie quando si ha per indole un temperamento generoso? Ritengo per questo doveroso aggiungere qualche precisazione sotto forma di domanda: quelque, o forse molti, pensano che i preti siano limoni da spremere? Perché la logica del non meglio precisato “catholique” c'est le suivant: quando cade nel bisogno si rivolge ai buoni preti, che trova, perché ci sono ancora, forse sempre di meno, mais il y a. Mais, se deve mettersi le mani in tasca e contribuire al lavoro pastorale dei buoni sacerdoti, in tal caso comincia a pubblicare sui réseaux sociaux post e foto del peggio che tra i preti si può trovare e che nessuno ha mai negato che esista e che ci sia. Strana logica, tu ne penses pas? Quando dai buoni preti si deve prendere, si prende a piene mani, ma quando l’opera dei buoni preti necessita di essere sostenuta, allora si sigilla il portafogli e si va a cercare il peggio che può esserci nel clero, come ovunque, pubblicando pianti e lamenti sui réseaux sociaux al fine di giustificare il proprio egoismo e la propria avarizia.

Da anni mi dedico all’apostolato con i sacerdoti e da questo osservatorio privilegiato conosco e tocco con mano casi di presbiteri anziani e ammalati che dopo una vita dedicata ad assistere e accudire il Popolo di Dio versano oggi in condizioni di solitudine e abbandono, sperimentando anzitutto l’ingratitudine delle numerose persone alle quali hanno fatto del bene finché hanno avuta la forza fisica per farlo. Se però richiami il cattolico-si-fa-per-dire alle sue responsabilità verso i preti, per tutta risposta lui ti pubblica sui réseaux sociaux la foto del prete che celebra la Santa Messa al mare in costume da bagno sul materassino inserendo semmai la didascalia: «… dovremmo anche finanziare questa gente?». Non ti racconta, Mais, del vecchio e santo parroco, oggi dimenticato in una casa di riposo con il catetere attaccato addosso, che gli salvò il matrimonio e che convinse sua moglie a non abortire un figlio che poi nacque e che cresciuto e divenuto adulto gli ha dato la gioia di diventare nonno. Certe cose no, quelle non si raccontano né con foto né con didascalie sui réseaux sociaux.

Tra le varie forme di ingratitudine confesso che mi hanno colpito in modo particolare quelle persone che oltre ad avere le mani solo per prendere ritengono che dal prete si debba persino pretendere, in testa a tutti quelli che sono finiti nei giri dei vari santoni e delle varie sedicenti veggenti in stretto contatto con le molteplici madonne parlanti o piangenti che rivelano tremebondi segreti catastrofici ai vari ciarlatani che impazzano sulla piazza. Et aujourd'hui, le persone che cadono in queste reti, sono sempre di più. Fin quando numerosi di questi raggirati e spennati come polli finiscono per rivolgersi a noi, che facendo il nostro dovere, ossia i preti, soins bergers des âmes, nel corso degli anni abbiamo aiutato e sostenuto persone disperate, raggirate e tradite, cercando opportune e prudenti soluzioni, non limitandoci al mero conforto spirituale ma cercando spesso di aiutarle anche attraverso specialisti o consulenti legali di nostra fiducia e conoscenza, i quali non di rado li hanno aiutato a titolo persino gratuito, considerando che i dementi piangenti erano stati ridotti a cosciotti di pollo spolpati dai più voraci dei peggiori imbonitori.

Qualcuno di loro ha avuto per caso la sensibilità di versare 5 O 10 euro sul nostro conto a sostegno della nostra opera, semmai dopo avere elargito per anni soldi a certa gente? Bien sûr que non, i soldi si mollano senza esitazione a quelli che raccontano di parlare con la Madonna, che vantano doni sensitivi, di preveggenza o di guarigione, o che a distanza di 55 anni dalla sua morte si presentano come figli spirituali di Padre Pio da Pietrelcina, ai quali il Santo Cappuccino, Il va sans dire, rivelò cose sensazionali che costoro, à son tour, rivelano solo a pochi eletti, ovviamente paganti, bien sûr!

Con i numeri ho da sempre un pessimo rapporto, Mais, pur non sapendo fare le divisioni senza calcolatrice, a dei calcoli elementari ci arrivo anch’io: comment ils peuvent, un Tale o una Tale di neppure sessant’anni d’età essere stati figli spirituali prediletti di questo Santo Frate morto nel 1968 e avere ricevuto da lui confidenze straordinarie? Padre Pio da Pietrelcina andava forse a prendersi i propri figli spirituali all’asilo nido o alla scuola materna per farne dei depositari privilegiati dei suoi segreti?

Il mio parlare è nudo e crudo? Oui, perché tale deve essere con tutta l’amarezza del caso da parte di un prete che assieme ai propri confratelli redattori ha impiegato tempo, énergie, risorse umane e spirituali per tante persone, inclusi quelli che dopo essersi fatti togliere persino le mutande di dosso dai peggiori ciarlatani sono venuti a piangere aiuto da noi. E lo hanno avuto l’aiuto, immediato e senza risparmio alcuno di noi stessi, che spesso siamo stati sino a tarda notte a rispondere e a farci carico dei loro problemi. Mais, in cambio, non ci hanno offerto nemmeno un caffè, cosa questa che duole, beaucoup de.

Più che chiedere – cosa che mai abbiamo fatto – vi confido amarezza, che ritengo abbia la propria ragione di essere, per il resto facciano coloro che del nostro duro lavoro hanno beneficiato e beneficiano, pur dimenticando che «coloro che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo».

de l'île de Patmos, 13 juin 2023

Ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Silvio Berlusconi est décédé, l'homme aimait et détestait, mais un morceau incontestable de l'histoire de la patrie de l'Italie

Notizie brevi

È MORTO SILVIO BERLUSCONI, L'HOMME AIMÉ ET DÉTESTÉ, MA INDUBBIO PEZZO DELLA STORIA PATRIA D’ITALIA

Al di là delle posizioni politiche e delle convinzioni personali di ciascuno, le mérite du courage et de l'esprit d'entreprise doit être reconnu au président Silvio Berlusconi, il merito di aver lavorato intensamente, possiamo dire fino all’ultimo, nella creazione della propria azienda e nell’ideazione di un progetto politico che ha saputo intercettare l’interesse e l’apprezzamento di milioni di italiani.

Auteur
Anna Monia Alfieri, JE SUIS.
Chevalier de la République italienne

.

 

 

 

 

 

 

 

Notizie brevi

.

Silvio Berlusconi è morto questa mattina presso l’ospedale San Raffaele di Milano dove era stato nuovamente ricoverato lo scorso venerdì 9 juin, dopo un precedente ricovero a causa di una polmonite e di una leucemia mielomonocitica. Il feretro è stato trasportato dall’ospedale alla villa di Arcore alle ore 12. Domani sarà allestita la camera ardente nella sede di Mediaset nello studio 20 di Cologno Monzese. I funerali si svolgeranno mercoledì nella Cattedrale di Milano.

Al di là delle posizioni politiche e delle convinzioni personali di ciascuno, le mérite du courage et de l'esprit d'entreprise doit être reconnu au président Silvio Berlusconi, il merito di aver lavorato intensamente, possiamo dire fino all’ultimo, nella creazione della propria azienda e nell’ideazione di un progetto politico che ha saputo intercettare l’interesse e l’apprezzamento di milioni di italiani.

La sua “discesa in campo”, per mutuare una sua espressione, in un’Italia che stava vivendo una profonda crisi politica legata agli effetti di Tangentopoli et de bombe della Mafia, con la conseguente crisi dei tre partiti che, jusque là, avevano guidato la scena politica, aveva dato nuova determinazione alla schiera dei moderati rimasti delusi dalle vicende di quegli anni.

Credo che uno dei grandi meriti del Presidente Berlusconi sia stato quello di non essersi mai abbassato alle accuse e alle polemiche contro gli avversari politici, di aver sempre mantenuto toni educati e rispettosi e di aver contribuito a fare dell’Italia uno degli attori economici e politici più importanti a livello europeo e mondiale. Ci uniamo, donc, alla preghiera di suffragio per lui e nella vicinanza alla sua famiglia.

Milan, 12 juin 2023

.

.

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

 

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

 

 

.

.

 

.

.

.

.

.