Peter und seine Schwächen: von „Wenn du bist“ bis „Du bist der Christus“., der Sohn des lebendigen Gottes“

Homiletik der Väter der Insel Patmos

PETER UND SEINE ZERBRECHLICHKEITEN: VON „WENN DU BIST“ BIS „DU BIST DER CHRISTUS.“, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE»

“Chi crede non s’imbatterà mai in un miracolo. Tagsüber kann man die Sterne nicht sehen.. „Wer ein Wunder vollbringt, sagt: Ich kann mich nicht von der Erde lösen“. (Franz Kafka)

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Abbiamo visto tante volte nei legal thriller americani, che si svolgono per la maggior parte delle scene in un tribunale, gli avvocati incalzare i testimoni saliti sul loro scranno, con domande dirette che richiedevano come risposta solamente un sì o un no. Sono le domande che la scienza della comunicazione identifica come chiuse. Di altro genere sono quelle aperte, che rendono possibile, stattdessen, una risposta ragionata e articolata, anche se breve. Sono quelle domande che gli psicologi, z.B, prediligono perché favoriscono la relazione e un clima positivo fra gli interlocutori.

Il PeruginoConsegna delle chiavi a San Pietro, besonders – 1481-1482 – affresco – Sixtinische Kapelle, Vatikan

Nella pagina evangelica di questa ventunesima domenica del tempo ordinario Gesù rivolse ai suoi discepoli due domande del secondo tipo, cioè aperte. Der evangelische Text lautet wie folgt:

„Zu dieser Zeit, Jesus, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Sie antworteten: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti”. er sprach zu ihnen:: “Ma voi, Wer sagst du, bin ich?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Und Jesus sprach zu ihm:: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. Ich werde dir die Schlüssel des Himmelreichs geben: was du auf Erden binden werdet, wird im Himmel gebunden sein, und was du auf Erden lösen wirst, im Himmel gelöst sein ". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo». (MT 16, 13-20)

Questa scena che comunemente viene definita della confessione di Pietro si svolge all’estremo nord di Israele, dove Gesù si trovava dopo esser passato da Genesaret (MT 14, 34), quindi dalle parti di Tiro e Sidone (MT 15, 21), poi lungo il Mare di Galilea (MT 15, 29) e nella regione di Magadan (MT 15, 39). Siamo alle pendici del Monte Hermon dove nasce il Giordano, dalle parti di Cesarea di Filippo, città che nel nome rimanda alla potenza di Roma perché fu edificata dal tetrarca Filippo, figlio di Erode, in onore dell’imperatore. Sia spiritualmente che geograficamente siamo dunque molto distanti dalla città santa di Gerusalemme, praticamente all’estremo opposto, ed è qui che avviene la confessione messianica di Pietro. Dopo di che il cammino di Gesù si allontanerà da questi territori, dove fino ad ora si era attardato, per dirigersi proprio verso Gerusalemme: «Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme» (MT 16, 21).

Presso la città che in antico portava il nome del dio Pan (Panea)[1] e ora quello di Cesare Gesù interroga i suoi discepoli, dapprima in forma indiretta e poi direttamente con parole che non lasciano spazio alla divagazione perché richiedono una risposta che coinvolge gli interpellati. Un non lasciare scampo espresso anche dall’avversativa: «Ma voi, Wer sagst du, bin ich?».

Ai nostri giorni vanno molto di moda i sondaggi, corredi indispensabili dei politici e delle loro coalizioni, come pure gli exit poll che presto permettono di capire chi abbia vinto una competizione elettorale oppure le indagini di mercato lanciate prima che un certo prodotto venga messo in circolazione, per sapere se sarà gradito agli acquirenti. Di certo non era di questo tipo e tenore la ricerca che Gesù invocava con la prima domanda, eppure anche lui volle sondare quale opinione le persone potessero avere di lui. Se nella prima domanda la questione è volta a sapere cosa si dicesse intorno al «Figlio dell’uomo», probabilmente il titolo messianico più importante in quel momento ( vgl.. MT 9, 6; MT 10, 23; MT. 24, 27-30 etc..), nella seconda Gesù, passando in modo diretto all’io, pose i discepoli davanti ad una risposta personale, schwierig, forse anche dolorosa. Voi che avete vissuto con me, che avete camminato fin qui insieme a me, che avete ascoltato ciò che ho detto, che avete visto ciò che ho fatto, che avete assistito agli scontri e agli incontri di cui siete stati testimoni. Butter, chi dite chi io sia? Non è tanto la richiesta in sé, che è più che legittima, quanto il fatto che Gesù, in questo modo di porsi, diventi Egli stesso domanda sia per i discepoli a cui si rivolge che per gli immediati lettori del Vangelo. Jemand[2] ha raccolto tutte le domande che Gesù pose nei Vangeli, pare siano duecentodiciassette (217)[3]. Ma questa qui, che troviamo nel brano di questa domenica, è la domanda che raggiunge tutti: Gläubige und Ungläubige. I secondi perché, se onesti e pensosi, non possono non subire il fascino e l’inquietudine della figura di Gesù. Und erhalten, i credenti, perché sanno che questa è la domanda che risuona ogni giorno e li scuote nell’intimo, poiché non si tratta di accettare un’opinione o di aderire ad un’idea per quanto nobile, ma riguarda Gesù stesso, la sua persona e il suo mistero. Gesù è la domanda. Non é eludibile e neppure facile. Se infatti alla prima domanda la risposta fu corale: «Ed essi dissero “οἱ δὲ εἶπαν“»; alla seconda rispose il solo Pietro. Perché è una richiesta dirimente che vaglia il vero discepolo togliendolo dal rischio di restare muto.

Tornando alla prima domanda, Gesù chiese le opinioni circolanti che riguardavano il «Figlio dell’uomo», un’espressione oscura per noi ma chiara per i suoi ascoltatori, infatti con essa Gesù preferiva identificare sé stesso: un personaggio messianico che «è una persona, non una collettività; ha natura divina, esiste prima del tempo e vive tuttora; conosce tutti i segreti della Legge e perciò ha il compito di celebrare il Grande Giudizio alla fine dei tempi»[4]. Tutte le risposte dei discepoli su cosa si pensasse del «Figlio dell’uomo» avranno in comune un tratto profetico. Innanzitutto lo eguagliano a Giovanni il Battista che Gesù stesso aveva definito come «più di un profeta» (MT 11,9) e precursore del Messia (MT 11,10). Secondo Matteo la folla stessa considerava Giovanni un profeta (MT 14,5) e identificandolo ora con Gesù doveva pensarlo per forza risorto. Questa era anche l’opinione di Erode che pure lo aveva messo a morte: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi» (MT 14,2).

Per quanto riguarda la correlazione del «Figlio dell’uomo» con Elia, stattdessen, bisogna ricordare che la tradizione biblica considerava questi come un precursore del Messia (vgl.. Mal 3,23; Herr 48,10), mentre Gesù lo aveva identificato con Giovanni Battista (MT 17, 10-13). Invece accostare Gesù, Figlio dell’uomo, a Geremia è proprio di Matteo, probabilmente perché come Gesù l’antico profeta pronunciò parole contro il tempio (vgl.. Bietet 7) e come lui ebbe a soffrire da parte della casta dei sacerdoti e nella città di Gerusalemme. Una prefigurazione, damit, di quello che sarebbe successo allo stesso Gesù. Endlich, dicono i discepoli, altri pensano a lui come a un profeta, uno fra molti. È a questo punto che Gesù, forse insoddisfatto o desideroso di portare il dialogo a un livello superiore, più personale e coinvolgente, rivolse loro una domanda diretta: «Ma voi, Wer sagst du, bin ich?». Stavolta rispose il solo Pietro: "Du bist der Christus, der Sohn des lebendigen Gottes! ".

Nella risposta dell’apostolo abbiamo la ripresa della dichiarazione fatta a Gesù sulla barca: «Davvero tu sei Figlio di Dio» (MT 14,33) premessa dalla confessione messianica «Tu sei il Cristo», con l’aggiunta di un aggettivo riferito a Dio che rimanda alla consapevolezza espressa nell’Antico Testamento che il Dio di Israele fosse appunto «vivente»: E avverrà che invece di dire loro: «Voi non siete popolo mio», si dirà loro: «Siete figli del Dio vivente» (vgl.. Sie 2,1)[5].

Siamo di fronte ad un titolo cristiano di grande importanza che compone insieme sia la messianicità di Gesù che la sua divinità, poiché egli procede da Dio e per mezzo di Lui viene rivelata e comunicata la vita stessa del Padre. Come dirà Giovanni, Gesù è la via della verità e della vita (Sehen GV 16, 6). Sono affermazioni che la teologia si compiacerà di esplorare, ma che la Bibbia semplicemente afferma come verità solida e tranquilla. Questo grazie all’evoluzione dell’apostolo Pietro passato dal titubante «se sei tu» proferito mentre stava per affondare[6] alla odierna chiara confessione di fede in Gesù. Un passaggio avvenuto non per merito, ma per grazia come afferma la successiva beatitudine che Gesù rivolse a Pietro la quale rimanda ad un altro detto evangelico che abbiamo già incontrato: «Ti rendo lode, Vati, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»[7]. Sappiamo da altre circostanze che Pietro fu un uomo di umanissime fragilità e debolezze, ciò non impedì al Signore di vederlo come un “piccolo” e beneficiarlo di una particolare rivelazione e di un importante compito. Lo attestano le parole di Gesù che scelgono il patronimico «Simone, figlio di Jona» e il semitismo «carne e sangue»: è perciò dentro la storia personale e generazionale di Pietro che scende la grazia divina. E si noti che, se in Marco e in Luca, Pietro espresse la fede dell’intero gruppo dei discepoli (vgl.. MC 8,29; LC 9,20), qui in Matteo invece parlò a nome proprio e per questo la risposta di Gesù è rivolta a lui solo: «Beato sei tu, Simone, figlio di Jonà, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».

Questa affermazione sta alla base della successiva rivelazione di Gesù sulla Chiesa perché anch’essa nascerà dalla grazia e dal dono di Dio. Simone che quasi sasso stava per raggiungere il fondale del lago se non fosse stato afferrato, diventerà nelle parole di Gesù la «pietra» sulla quale poggerà la Chiesa, che però sarà costruita dal Signore e sarà sua (οἰκοδομήσω μου τὴν ἐκκλησίανOikodomeso mu ten ekkelsìan). Eppure nonostante l’importante collocazione dell’apostolo come pietra alla base, l’ultima menzione di Pietro, im Matthäusevangelium, lo mostrerà in lacrime dopo il triplice rinnegamento (MT 26, 75) e neanche sarà menzionato nei racconti della risurrezione. Questo aspetto di Pietro che la tradizione sinottica non si esime dal ricordare non impedirà a Gesù di conferirgli importanti poteri. Come afferma Paolo nella odierna seconda lettura il Signore conosce ciò che sta nel profondo e non prende consiglio da alcuno: «Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie[8]. Il potere delle chiavi del Regno rimanda alle parole del profeta Isaia ricordate nella prima lettura di questa domenica: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire»[9]. Sono un segno di autorità concesso dal Signore ― le chiavi, in der Tat, sono sue ― del quale non ci si può approfittare come i ‘dottori della Legge’ che avevano distorto il loro uso metaforico impedendo ai più l’accesso alla conoscenza della parola di Dio o interpretandola a proprio favore (vgl.. LC 11, 52)[10]. Il compito di Pietro e degli apostoli con lui dovrà essere ormai quello che Gesù consegnerà loro alla fine del Vangelo: «Andate e fate discepoli tutti i popoli … insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (MT 28,19).

In questo passo, wie wir lesen, appare la parola Chiesa, che ritornerà solo un’altra volta in tutti i Vangeli, ancora in Matteo (vgl. MT 18,17). Il termine Chiesa ― ekklesía ― identificava l’assemblea dei chiamati-da (ek-kletoí): questo infatti fu il nome dato dagli elleno-cristiani alle loro comunità, anche per differenziarsi dalla sinagoga (assemblea) degli ebrei non cristiani. Come l’antica ekklesia dei greci aveva i propri organi, le proprie leggi e le delibere così anche Pietro per guidare l’ekklesìa cristiana sarà dotato del potere delle chiavi al quale si accompagnerà quello di sciogliere e legare, ovvero di proibire o permettere in campo disciplinare e dottrinale. E diventerà in particolare, nello spazio ecclesiale, l’autorità di rimettere i peccati, vero potere che narra la potenza della resurrezione.

La forza del Cristo risorto viene accordata ora anche alla Chiesa, costruzione operata da lui stesso. La risurrezione è il momento dirimente che permette ai discepoli di ricordare e riprendere le parole di Gesù e finalmente comprenderle. Da quel momento in poi la Chiesa poggiata e fondata sulla sua resurrezione, prolungherà la vita e la salvezza di Gesù che, risorto dai morti, donerà speranza a tutti gli uomini. L’apertura al dono di Dio consentirà alla Chiesa di contrastare l’azione delle forze del male, facendo spazio alla potenza di Cristo mediante la fede. La Chiesa vive della promessa di Cristo.

Schlussfolgern è necessario ricordare che questa meditazione sulla Chiesa e sul ruolo di Pietro che il vangelo ha innescato, probabilmente sarà risultata un po’ pesante vuoi perché il periodo estivo che stiamo attraversando richiederebbe con ogni probabilità argomenti più leggeri, vuoi perché essendo temi non facili sembrano riguardare solo la configurazione della Chiesa e i suoi poteri. Infatti non si può tralasciare di dire che sulla confessione di Pietro e sulle conseguenti parole di Gesù circa il suo ruolo e quello dei suoi successori, le varie comunità cristiane si sono divise. Una cosa pensano i cattolici diversamente dagli ortodossi e un’altra ancora le varie chiese riformate.

Come scrivevo all’inizio le domande aperte, tipo queste poste da Gesù, permettono un clima positivo fra i dialoganti e la relazione. Perché Gesù invece di rivelare semplicemente chi fosse e sarebbe stata la via più semplice, ha preferito farsi domanda? Probabilmente perché desiderava allora e tuttora questa relazione. È sarà in base alla risposta che sapremo dare che si determinerà la fede come esperienza vitale, perché ognuno di noi crederà solo al Cristo che sente proprio, quello il cui volto ha riconosciuto vero per sé. Pur nella sua assolutezza divina, Gesù vuole restare relativo alle vite delle singole persone e in nome di quella relazione continua a chiederci di essere noi a dire chi sia, a prescindere dalle parole altrui.

Nella prospettiva di Matteo che ha ricordato l’episodio di Cesarea e ne ha scritto, l’intenzione fu quella di far comprendere quale grande dono fosse la fede in Gesù ormai risorto e vivente, Gottes Sohn. E come da questo dono che illumina e da speranza all’esistenza ne scaturiscano a cascata molti altri. Il primo è che i discepoli di Gesù non sono monadi, ma una comunità, ein ekklesia note, luogo spirituale ma anche vitale e concreto dove è possibile far crescere e maturare gli altri doni che ormai provengono dallo Spirito, zum Wohle aller. Pietro svolge in questa comunità un ruolo importante che non si è scelto e per questo lo ringraziamo in ogni suo rappresentante. Mi viene in mente che gli ultimi suoi successori che abbiamo conosciuto, Giovanni Paolo che è santo, Benedetto e Francesco, al di là delle evidenti personali differenze, a un certo punto della loro vita si sono trovati nella condizione di dover palesare a tutti la loro infermità nel corpo: quasi una parabola o una icona di quella fragilità e debolezza che fu del primo, Pietros.

E concludo ricordando che nella tradizione del quarto Vangelo Pietro sarà quello che non capisce[11], sarà colui che arriverà per secondo al sepolcro[12]. Sarà colui che avrà bisogno che un altro gli dica: «È il Signore»[13], perché non se ne era accorto. Ma è anche quello che prima degli altri coprirà la sua nudità e si metterà a nuotare finché non giungerà a riva da Gesù. Forse ha bisogno di scusarsi, di recuperare. Gesù per tre volte gli domanderà se lo amava e lui comprendendo si addolorò. «Più di costoro?» (GV 21,15) gli chiese Gesù e lui capì. Comprese che il suo peculiare servizio sarebbe stato quello dell’amore e di confermare i fratelli nella relazione con Gesù, cioè nella fede. Allora riprenderà il cammino con gli altri dietro, perché sarà a lui che Gesù dirà: «Tu seguimi»[14].

Fröhlichen Sonntag euch allen!

aus der Eremitage, 27 August 2023

 

HINWEIS

[1] Polibio, Storie, Libro 16, Abschnitt 18, Rizzoli, 2002.

[2] Monti L., Le domande di Gesu, St. Paul, 2019.

[3] aa O.. S. 251-262: Ai discepoli (111), agli uomini religiosi (51), alla folla (20), a persone malate (9), zu anderen (25), zu Gott (1).

[4] Sacchi P., Gesù Figlio dell’uomo, Morcelliana, 2023; l’autore rilegge la figura del figlio dell’uomo in Marco alla luce del libro apocrifo Libro delle parabole, secondo libro della raccolta di Enoc etiopico (IH).

[5] «Sub, in der Tat, tra tutti i mortali ha udito come noi la voce del Dio vivente parlare dal fuoco ed è rimasto vivo» (Deut 5, 26).

[6] MT 14, 30.

[7] MT 11, 25.

[8] Rom 11, 33.

[9] Ist 22, 22.

[10] "Weh euch, Ärzte des Gesetzes, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».

[11] GV 20, 9 «Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti».

[12] GV 20, 6 «Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là».

[13] GV 21, 7.

[14] GV 21, 22.

San Giovanni all'Orfento. Abruzzen, Maiella-Berg, Es war eine Einsiedelei, die von Pietro da Morrone bewohnt wurde, hereingerufen 1294 auf den Stuhl Petri, den er unter dem Namen Celestine V. bestieg (29 August – 13 Dezember 1294).

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Die Väter der Insel Patmos

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Der große Streit der Samariterin am Brunnen mit Jesus

Homiletik der Väter der Insel Patmos

LA GRANDE DISPUTA DELLA SAMARITANA AL POZZO D’ACQUA CON GESÙ

«Il gioco sa innalzarsi a vette di bellezza e di santità che la serietà non aggiunge» (L. Huizinga, Mann spielt)

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Quando ero piccino, secoli fa, si faceva un gioco che si chiamava ruba bandiera. Due contendenti, una volta chiamati da chi deteneva appesa fra le dita una bandiera, di solito un fazzoletto o un panno, correvano verso di lui e dovevano portare via la bandiera senza farsi toccare dall’altro. Jetzt, fra le regole, c’era quella che potevi con le mani superare la linea di mezzo per esser svelto a toccare l’altro, lo potevi incrociare con lo sguardo e provocarlo con le finte, ma mai e poi mai potevi oltrepassare coi piedi la linea mediana che serviva da confine fra le due squadre, pena la perdita del punto e la disapprovazione generale.

Chissà perché mi è tornato in mente questo vecchio gioco da campo estivo dovendo commentare la pagina evangelica della odierna domenica. Forse perché si parla di chi, contravvenendo regole e opportunità oltrepassò i confini. E allora giochiamo; ecco la pagina evangelica.

„Zu dieser Zeit, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, er fing an zu schreien: «Pietà di me, Mann, Sohn Davids! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”. Er antwortete: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele”. Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, Sprichwort: “Mann, aiutami!”. Und er antwortete: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “Es ist wahr, Mann” – disse la donna –, “eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita» [MT 15, 21-28].

Tutta la pericope è uno splendido gioco delle parti. Matteo scrive che Gesù partì da un luogo, in greco abbiamo «uscì di là». Da dove e da cosa si è allontanato? Dalla cittadina di Genezaret dove aveva avuto un vivace scontro con i farisei e la loro contorta e interessata interpretazione della Legge mosaica. Ma aveva avuto anche a che fare con l’incomprensione dei suoi stessi discepoli. Dei primi dirà: «Lasciateli stare! Sie sind blinde Führer der Blinden. Und wenn der Blinde den Blinden führen, beide werden in einen Graben fallen!» Ai secondi sconsolato affermerà: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere?» [MT. 15,14].

Uscito da questa situazione geografica e dialogica si spostò verso una zona di confine, dalle parti delle cittadine di Tiro e Sidone. Il Vangelo non dice che attraversò il confine per calcare terra fenicia, perciò pagana, ma che si diresse verso di essa. È invece una donna che passò il confine ― in greco abbiamo lo stesso aoristo usato per Gesù che “uscì” da Genesaret ― per avvicinarsi a Lui con una richiesta. Questa cosa è importante perché nel brano evangelico Matteo mette in bocca a Gesù la frase: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele», mentre altrove aveva detto ai suoi discepoli inviandoli in missione «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele» [MT 10,5-6]. Matteo si premura di specificare che Gesù non si trova in territorio pagano, ma ancora in terra d’Israele e incontra questa donna che, lei sì, ha varcato i confini del suo territorio di provenienza. Tutto questo contribuisce a preparare un racconto in cui Gesù appare guidato da un senso di appartenenza giudaica molto rigorosa, perfino intransigente.

Chi è questa donna che grida dietro a Gesù? Matteo la definisce cananea. Descrivere qui la complessa vicenda storica, sociale e religiosa dei territori e delle popolazioni che fanno riferimento a Canaan eccede lo scopo di questo commento. Basti dire che la menzione di cananea serve all’evangelista per esprimere la distanza fra questa donna e Gesù, facendo in un secondo rivivere l’antica inimicizia tra i Israele e le popolazioni cananee. Con una semplice annotazione Matteo ci fa sentire il peso di una storia e di una tradizione che incapsula i due personaggi dentro stretti confini. Teniamo anche presente il racconto che Marco fa dello stesso episodio, dove si compiace nell’offrire ulteriori dettagli: «Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia» [MC 7, 26]. Queste due specificazioni di Marco moltiplicano gli elementi di diversità della donna e rendono particolarmente intrigante l’incontro tra il galileo Gesù e questa donna. Oltre alla differenza di genere e al fatto di essere straniera, va forse messa in conto una differenza di condizione socio-economica. Secondo Theissen[1] la donna appartiene al ceto elevato e benestante di greci urbanizzati viventi nella zona di confine di Tiro e della Galilea con cui erano in conflitto i contadini poveri giudei il cui lavoro agricolo serviva anche a sostentare gli abitanti della città[2]. La redazione marciana suggerisce che si debba mettere in conto forse anche una distanza morale: der begriff sirofenicio er hatte, nella satira latina, la valenza di persona poco raccomandabile[3]. Und schlussendlich, o prima di tutto, Marco pone in risalto la differenza linguistica: «era di lingua greca». Ellenís (greca) indica l’appartenenza linguistico-culturale, wohingegen syrophoiníkissa designa la stirpe e la religiosità pagana. Costoro si parlano: in quale lingua? Chi parla la lingua dell’altro? Gesù parla il greco? O la donna parla l’aramaico? Sowieso, ci deve essere stato il reciproco adeguarsi alla lingua dell’altro, la fatica dell’uscire dalla lingua madre per esprimersi nella lingua accessibile all’altro. Tutti questi particolari, alcuni veri, altri probabili, servono a descrivere tutto ciò che separava la donna da Gesù, la sua alterità, wir würden heute sagen, rispetto al Nazareno, perfino nella possibilità di capirsi tramite una lingua. Eppure questa donna userà un codice che Gesù conosceva bene e che ha incontrato più volte, quello del bisogno, verso cui il Signore provava una profonda compassione. Ma qui il tutto viene declinato in modo molto originale ed interessante anche per noi che ascoltiamo oggi questo Vangelo.

La donna porta all’attenzione di Gesù la situazione della figlia malata, lo fa gridando. Più avanti nel Vangelo sarà un padre che parlerà in modo accorato a Gesù del figlio molto sofferente[4]. Ambedue chiedono al Signore «Pietà» (Ἐλέησόν με). Un’espressione che troviamo nei Salmi e in Matteo sulla bocca di due ciechi [vgl.. MT 9, 27] e di altri due ciechi [MT 20, 30-31] Ambedue le scene, della madre cananea e del suddetto padre, trasmettono particolare emotività e pathos poiché si tratta di figli ammalati; in questo modo anche i lettori si collocano spontaneamente dalla parte di chi rivolge una pressante richiesta di aiuto e ne comprendono l’insistenza che rasenta il fastidio.

Nella redazione matteana che si differenzia da quella marciana, viene descritto un lungo iter che ci fa rendere palpabile la scena, quasi se ne fossimo dentro. Dapprima Gesù si chiude in un silenzio duro ed ostinato [vgl.. MT 15,23], poi da una secca risposta ai discepoli dal tenore teologico: «Non sono stato mandato che alle pecore disperse della casa di Israele» [vgl.. MT 15,24], infine rivolge una dura risposta alla donna personalmente [vgl.. MT 15,26], che pure si era rivolta a lui con titoli messianici: «Pietà di me, Mann, figlio di Davide».

Così la donna riceve per tre volte un «no» da parte di Gesù, nonostante la sollecitazione dei discepoli che volevano togliersi il fastidio: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». In tal modo il gioco delle parti si accende, salendo di livello, quello ecclesiale e teologico. Wirklich, come diceva Gregorio Magno, il Vangelo «dum narrat textum prodit mysterium» – «mentre propone il testo rivela il mistero» e ancora «ab historia in mysterium surgit»«dalla storia si innalza al mistero»[5].

La risposta di Gesù ai discepoli descrive i confini entro i quali si colloca la sua missione, lasciando intendere che la decisione viene dall’alto, von Gott. L’opera salvifica e messianica che nella tradizione biblica era definita come «il raduno dei dispersi»[6] [vgl.. Ist 27, 12-13] riguarda, nell’intenzione e nelle parole di Gesù soltanto Israele: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Una risposta teologica che appare come un freno e un ostacolo insormontabile, poiché c’è di mezzo il mandato messianico che Gesù accoglie da Dio e che fa suo fino alle conseguenze più estreme. Ma la donna che in precedenza aveva già passato un limite, quello geografico, mossa dal bisogno e dal dolore per la figlia che aveva partorito col suo corpo di madre, sbarra ora la via a Gesù ponendo il suo stesso corpo come un confine: «Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, Sprichwort: "Mann, aiutami!». La soluzione che ci apre al mistero, come dicevo poco fa, è nelle parole stesse di Gesù che di primo acchito appaiono dure e insensibili: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani domestici» [MT 15,26]. All’epoca di Gesù la separazione tra «figli» e «cani» era la distinzione che separava i membri del popolo d’Israele dai gentili. Qualcosa dunque si comincia a delineare e a capire. La distanza fra Israele e i pagani era enorme sotto molti punti di vista e appariva incolmabile. Ed è stato anche il primo grande problema della Chiesa primitiva risolto a Gerusalemme [vgl.. Bei 15] se non dopo conflitti, punti di vista differenti e scontri fra cui quello più eclatante scoppiò fra Paolo e Pietro: „Aber wenn Cephas kamen nach Antiochia, Ich bin gegen ihn in seinem Gesicht, weil er nicht in Ordnung war " [vgl.. Gal 2, 11]. E Matteo ha fra i suoi lettori discepoli che ormai provengono sia dal giudaismo che dal paganesimo.

Gesù con le sue parole lascia intendere che c’è un piano salvifico che non è dato stravolgere, ma una situazione nuova si pone e non si può scavalcare, perché il corpo della donna straniera, cananea, di lingua greca è lì davanti ed è ineludibile, come il fatto che i pagani in epoca pasquale si facevano battezzare e credevano in Gesù risorto. Ora è proprio Gesù che definisce i pagani, in quanto israelita, come dei «kynaria – kynária», ovvero dei cani domestici, non quindi dei cani randagi che vanno ovunque, anche a cibarsi di cose impure vietate. Sono quelli che stanno nella medesima casa che abitano i figli che sono gli eredi. Marco nel suo Vangelo fa dire a Gesù: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» [MC 7, 27]. C’è un prima che va rispettato, c’è un volere divino espresso dal «non è bene», ma i cagnolini sono lì ormai, nella stessa casa dei figli.

La risposta della donna è grandiosa e bellissima, perché entrando nell’ottica di Gesù mostra di aver capito la sua intenzione e il volere di Dio che lo ha inviato ed esplicita con le sue parole quanto esso sia più grande di quel che si pensi, poiché nella stessa casa, che ormai è la Chiesa pasquale, Matthew, di Paolo e anche la nostra, c’è posto per tutti. Disse la donna: „Es ist wahr,, Mann, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Nelle sue parole lo stesso progetto messianico può esser visto non più solo temporalmente ― c’è un prima e un dopo ― ma anche spazialmente poiché c’è un’unica casa ove si trova una mensa dove la salvezza è giunta ed è offerta a tutti, anche per coloro che pareva non ne avessero diritto.

«”Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita».

Il commento redazionale dell’evangelista è oltremodo consolatorio poiché scioglie ogni nodo narrativo ed emotivo rivelando che la figlia è risanata. Qualche commentatore a volte dice: dort, la donna ha forzato la mano di Gesù. Per usare la metafora iniziale del gioco: “ha rubato”; è lei che ha compiuto il miracolo. Non lo credo perché, con questa Trick, tradiremmo il Vangelo e il suo condurci verso il mistero più profondo nel quale anche noi siamo coinvolti, quello cioè della fede in Gesù: "Donna, grande è la tua fede!». È questa fiducia che permette di vedere cose nuove o di guardarle diversamente e Gesù le vede con noi. Un mistero che dota la Chiesa di capacità ermeneutica del tempo che vive, soprattutto il nostro che sembra assumere una distanza da essa, mentre probabilmente, come la cananea, chiede una parola nuova, chiede aiuto e accoglienza.

In questo senso appare illuminante l’opera di un’altra donna, die Mutter Jesu, che alle nozze di Cana, a dispetto di quel che a volte si sente ancora predicare, non forzò la mano di Gesù perché compisse il segno del vino buono fino alla fine. Bensì lo rese possibile, perché Gesù trovò una nuova comunità, appena nascente, simboleggiata dalla Madre e dai discepoli compresenti alle nozze, che lei precedeva ed accompagnava nel cammino di fede. Ihr, come la donna cananea, presentò una situazione e un bisogno: «Non hanno più vino» [GV 2, 3]. Così Gesù manifestò a Cana la sua gloria perché trovò una comunità che, seppure in fede iniziale, fu disponibile e accogliente verso la novità espressa dal dono del vino: «E i suoi discepoli iniziarono a credere in lui»[7]. La donna cananea, heide, così distante e diversa da Gesù, portata dal bisogno, travalicò il tempo salvifico anticipandolo, prefigurando una comunità aperta e capace di accogliere anche chi viene da lontano. Davvero grande è la sua fede.

Fröhlichen Sonntag euch allen.

aus der Eremitage, 20 August 2023

 

HINWEIS

[1] Gerd Theissen, L’ombra del Nazareno, Claudiana, 2014.

[2] Marco riferendosi al letto dove giaceva la figlia malata della donna parla di kliné (κλίνη), un vero letto e non un semplice povero giaciglio (MC 7, 30).

[3] La regione sirofenicia fu instituita da Settimio Severo nel 194 Gleichstrom. Nella ottava satira Giovenale parla dei sirofenici come titolari di taverne. In particolare ne descrive uno effeminato, avaro, ebreo (cfr Giovenale, Satire, Feltrinelli, 2013).

[4] MT 17, 14- 15: «Si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: “Mann, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua”».

[5] Gregorio Magno, Omelia su Ezechiele I, 6, 3.

[6] «Avverrà che, in quel giorno, il Signore batterà le spighe, dal Fiume al torrente d’Egitto, e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti. Avverrà che in quel giorno suonerà il grande corno, verranno gli sperduti nella terra d’Assiria e i dispersi nella terra d’Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, a Gerusalemme».

[7] GV 2, 11 episteusan ἐπίστευσαν – è un aoristo ingressivo: iniziarono a credere.

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San Giovanni all'Orfento. Abruzzen, Maiella-Berg, Es war eine Einsiedelei, die von Pietro da Morrone bewohnt wurde, hereingerufen 1294 auf den Stuhl Petri, den er unter dem Namen Celestine V. bestieg (29 August – 13 Dezember 1294).

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Die Väter der Insel Patmos

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Vielleicht sollte man bedenken, dass es in der Mitte dieses Monats keine Feierlichkeiten gibt “San Ferragosto” sondern die Feierlichkeit der Aufnahme der Jungfrau Maria in den Himmel

Homiletik der Väter der Insel Patmos

Vielleicht sollte man sich daran erinnern, dass in der Mitte dieses Monats nicht „Saint Ferragosto“ gefeiert wird, sondern das Hochfest Mariä Himmelfahrt

In den ersten Jahrhunderten, in der Tat, als die Göttlichkeit Jesu nicht mehr von Ketzern in Frage gestellt wurde, Die Kirche beschäftigte sich mit dem gegenteiligen Problem: bestätige die Wahrheit seiner Menschwerdung. In diesem Zusammenhang wurde die Figur Mariens entscheidend und wichtig, weil ihre Verfügbarkeit sie untrennbar mit ihrem Sohn verband, an den Sohn Gottes, der Fleisch geworden ist, in ihrem Fleisch.

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Nachdem Benedikt XVI so gekonnt in Manieren und so gemessen an Worten, dass man von manchen Sätzen überrascht war, insbesondere diejenigen, die der Papst Franziskus völlig unverblümt geäußert hat, sein Nachfolger. Was für ein reines, das muss gesagt werden, Am meisten erinnern sich einfache Menschen an sie, die sich wahrscheinlich nicht einmal an einen ihrer Vorgänger erinnern. Darunter gibt es eine, die er mehrmals wiederholt hat und bei der meiner Meinung nach alle Einigkeit herrscht, oder dass wir einen «stückweisen dritten Weltkrieg» erleben[1]. Eines dieser „Stücke“, Der Konflikt in der Ukraine, Es beschäftigt uns umso mehr, weil es seit einiger Zeit jeden Tag Zerstörung und Tod verursacht und weil es aus der Sicht der Beziehungen zwischen den Kirchen zu Entfremdungen geführt hat, Spaltungen und Zwietracht, deren Beseitigung Jahre und Jahre in Anspruch nehmen wird.

Aus diesem Grund ist das Fest Mariä Himmelfahrt so bedeutsam[2] Wie die katholische Kirche es nennt, oder die Mariä Himmelfahrt, wie sie in den Ostkirchen definiert wird, wird sie von allen diesen Gemeinden am selben Tag liturgisch gefeiert 15 im August. So singt die Kirche des Ostens den ganzen Monat lang in der Liturgie Freude:

„In deiner Mutterschaft bist du Jungfrau geblieben, Im Schlaf hast du die Welt nicht verlassen, o Mutter Gottes. Du wurdest ins Leben versetzt, Du bist die Mutter des Lebens und erlöst durch deine Fürsprache unsere Seelen vom Tod.[3].

Der Glaube, dass der Körper Mariens, die jungfräuliche Mutter, Die Zerstörung des Grabes hat nicht gelitten und geht auf die ersten jüdisch-christlichen Gemeinden zurück. Der älteste Kern (II.-III. Jahrhundert) der besagten Apokryphen Mariä Himmelfahrt Tatsächlich enthält es bereits die Erzählung, fantasievoll in Bezug auf die Geschichte, aber eindeutig in Bezug auf den Inhalt, der Beförderung Mariens in den Himmel. Und in Jerusalem, es ist bekannt, Bezüglich des Bestattungsortes gab es eine ungebrochene Tradition (oder vorübergehende Hinterlegung) des Körpers der Jungfrau in dem Grab von Gethsemane, auf dem, gegen Ende des 4. Jahrhunderts, Kaiser Theodosius I. ließ eine Kirche errichten. Gerade von der Feier, die die 15 August wurde in diesem alten Zentrum der Marienverehrung das Datum des Festes Mariä Himmelfahrt gefeiert, das im 4. Jahrhundert wiederbelebt und auf den gesamten christlichen Osten ausgedehnt wurde[4].

Beide westlichen Texte, von Gregor von Tours (538 ca.- 594) an Pius XII., der sich die terminologische Präzision aneignete, die eine dogmatische Aussage erfordert, als die alten Werke der Kirchenväter, über allen denen von John Damascene (676 ca.- 749) mit seinem wiederholten „Es war praktisch“[5], Sie machen den Glaubensinhalt dieses Marienfestes deutlich und beziehen sich auf das Thema Leben. Ein unbestechliches Leben, dessen Theotókos Es ist ein privilegiertes Bild und daher die Symbolik des Lichts, die beide künstlerischen Darstellungen im Westen durchdringt (von Tizian bis Tintoretto und Guido Reni), als byzantinische ikonografische Bilder; und die Textur liturgischer Texte, dass Anrufgebete im Osten, wie dieses sehr alte, das liest:

«Maria, Bitte, Maria Licht und Mutter des Lichts, Maria Leben und Mutter der Apostel, Maria goldene Lampe, die die echte Lampe trägt, Maria, unsere Königin, Bitte deinen Sohn“[6] .

Natürlich jenseits der Tradition die bis in die Zeit der Vereinigten Kirchen zurückreicht, ist die Heilige Schrift, und insbesondere die Evangelienberichte, die Quelle, aus der man den Grund für die große Aufmerksamkeit ziehen kann, die Maria geschenkt wird, die Mutter des Herrn. Wenn wir heute den Übergang Marias mit Gott feiern, dann deshalb, weil sie selbst den Übergang Gottes in ihrer Existenz verkündet hat, wie es im heutigen Evangelium zum Ausdruck kommt [vgl.. LC 1, 39-56]. Als Antwort auf Elizabeth Marias Begrüßung spricht er die Worte aus Magnificat, die die Aufmerksamkeit von ihr ablenken und sie dazu bringen, sich ganz dem Herrn zuzuwenden. Sie hat nichts getan, aber der Herr hat alles getan: das ist die grundlegende Bedeutung von Magnificat. Diese Hymne, in der Tat, es feiert den Gott, der in Maria alles getan hat, weil Marias Geschichte Gott zum Thema hat. Und Gottes Wirken in Maria wird von ihr als Blick definiert: „Der Herr hat auf die Kleinheit seiner Magd geschaut“ [LC 1,48]. Dieser göttliche Blick ruhte vom Vorbereitungsmoment an auf ihr, es durch Gnade verwandeln[7], damit sie die Mutter des fleischgewordenen Wortes wird und sie ihr ganzes Leben lang begleiten wird, bis zum Kreuz, wo sie die neue Mutterschaft in der entstehenden Kirche und darüber hinaus empfangen wird.

Ein Zusatz, den Maria im Verlauf bereits erblickt Magnificat wenn er die Werke Gottes auflistet, die sich von Generation zu Generation zugunsten der Demütigen und Hungrigen entfalten, während die Mächtigen, Die Reichen und Stolzen, die bereits satt sind, werden angepasst, im Gegensatz zu den Kleinen, die großgezogen werden, während die Mächtigen, Die Reichen und Stolzen, die bereits satt sind, werden entwertet. Ein Drama, das, Wie Jesus lehren wird, verkündet er, dass das Königreich Gottes nicht im Himmel stattfinden wird, Aber hier: Es ist Geschichte, es ist das Leben in der Welt, lebte im Fleisch, das geboren wird und eines Tages sterben wird. Maria wird in dieser Geschichte vom Moment des Anrufs an zur Protagonistin, Sie wird die Freundin und das Vorbild derjenigen sein, die einen authentischen Weg des Glaubens gehen wollen.

Vielleicht deshalb nur die Jungfrau Maria und keine anderen Charaktere, im Westen, Es gab so viele künstlerische Darstellungen, die es nah an der täglichen Erfahrung von Männern und Frauen darstellen. Als es mit der Kleidung einer bestimmten historischen Epoche bemalt wurde, auf Hintergründen, die das Leben der damaligen Zeit wiedergeben, unter Architekturen einer bestimmten Epoche, in den unterschiedlichsten Kontexten. Aus Leonardos Felsenmadonna, zur prächtigen Madonna von Piero della Francesca, aus der beliebten Maria, sogar einer Prostituierte ertrank im Tiber die Michelangelo Merisi, bekannt als Caravaggio, inspirierte, mit der Jungfrau mit offenen Armen die vielen neapolitanischen Geheimnisse zu verfolgen, unter einem zerstörten römischen Tempel. Maria konnte die Rolle der Frau jeder Epoche übernehmen, weil sie mehr als jeder andere die Protagonistin des großen Geheimnisses der Inkarnation war

„Das Geheimnis des Menschen findet sein wahres Licht. Adamo, in der Tat, der erste Mann, er war eine Figur der Zukunft [vgl.. RM 5, 14], das heißt, von Christus dem Herrn. Christus, Das ist der neue Adam, gerade durch die Offenbarung des Geheimnisses des Vaters und seiner Liebe, es offenbart auch den Menschen völlig und macht ihm seine hohe Berufung bekannt ... Weil in ihm die menschliche Natur angenommen wurde, ohne vernichtet zu werden, Aus demselben Grund wurde es auch zu unserem Nutzen zu einer erhabenen Würde erhoben. Mit seiner Inkarnation, in der Tat, der Sohn Gottes selbst er hat sich in gewisser Weise mit jedem Menschen verbunden. Er arbeitete mit Menschenhänden, dachte er mit menschlichem Verstand, er handelte nach dem Willen des Menschen, er liebte mit dem Herzen eines Mannes. Geboren von der Jungfrau Maria, Er hat sich wirklich zu einem von uns gemacht, wie wir in allen Dingen außer der Sünde“[8] [Die Freude und der Hoffnung].

In den ersten Jahrhunderten, in der Tat, als die Göttlichkeit Jesu nicht mehr von Ketzern in Frage gestellt wurde, Die Kirche beschäftigte sich mit dem gegenteiligen Problem: bestätige die Wahrheit seiner Menschwerdung. In diesem Zusammenhang wurde die Figur Mariens entscheidend und wichtig, weil ihre Verfügbarkeit sie untrennbar mit ihrem Sohn verband, an den Sohn Gottes, der Fleisch geworden ist, in ihrem Fleisch. „Und das Wort wurde Fleisch“, heißt es im Johannesevangelium [GV 1, 14] und Paulus wiederholt es im Brief an die Galater: „Aber als die Fülle der Zeit kam, Gott sandte seinen Sohn, geboren von einer Frau, unter dem Gesetz geboren, um diejenigen zu erlösen, die unter dem Gesetz standen, damit wir als Söhne adoptiert werden“ [Gal 4, 4-5].

Deshalb in Kirchen Fast sofort begann man zu sagen, dass das Fleisch Mariens, nachdem es dem Sohn Gottes das Leben geschenkt hatte, den Affront der Verderbnis nicht ertragen könne. Und wenn er es nicht konnte, sein natürlicher Standort war beim Sohn, wo er von dort aus zu einer „lebendigen Quelle der Hoffnung“ werden konnte.[9].

"Nein, Du bist nicht nur wie Elia, der „in den Himmel aufgefahren“ ist., Du warst nicht wie Paolo, in den „dritten Himmel“ getragen, aber du hast den königlichen Thron deines Sohnes erreicht, in direkter Sicht, in Freude, und mit großer und unaussprechlicher Sicherheit an seiner Seite stehen ... Segen für die Welt, Heiligung für das ganze Universum; Linderung bei Schmerzen, Trost in Tränen, Heilung bei Krankheit, Hafen im Sturm. Den Sündern vergebe ich, für die betrübte wohlwollende Ermutigung, für alle, die Dich um Hilfe anrufen, immer bereit“[10] (St. John Damaszener).

Das ist Marias Reise was dasjenige jedes Kindes vorwegnimmt, das im Sohn adoptiert wird, wie Paulus in den oben berichteten Worten sagte.

Es gibt zwei Ikonen der byzantinischen Tradition die uns viel über die heutige Feier verraten. Das erste ist das Treffen zwischen Maria und ihrer Cousine Elisabeth, Dies ist die Episode, die dem Magnificat vorangeht, über das im Evangelium dieses Hochfestes berichtet wird. In einigen dieser Ikonen sind die beiden Frauen zu sehen, die Unfruchtbaren und die Jungfrauen, Sie umarmen sich fest und ihre Gesichter berühren sich fast, als ob das Auge des einen an das des anderen grenzt. Es ist eine echte brüderliche Begegnung, die wir in dieser Zeit des Konflikts und der Spaltung so sehr brauchen. Diese Umarmung und die Verschmelzung der Blicke der beiden Frauen offenbaren den Austausch des Geschenks, das jede von ihnen erhalten hat, Es ist ein neues Pfingsten, in dem jeder den anderen in seiner Besonderheit erkennt, in seiner Berufung ohne Rivalität oder Eifersüchteleien.

Das andere Symbol ist das des Mariä Himmelfahrt das große Hoffnung und Frieden ausstrahlt. Ich dachte immer, es wäre cool, zum Beispiel, Platzieren Sie es während der Feier christlicher Beerdigungen in der Kirche. Denn in diesen Zeiten des hospitalisierten und privatisierten Sterbens, Es ist ein großer Trost, eine Szene zu sehen, in der wir sehen, dass wir im Moment des Vorbeigehens nicht allein sind. Die Jungfrau wurde im Liegen mit ihrem Mantel gemalt, der an den der Geburt Christi erinnert. Peter steht am Kopfende des Bettes und Paul am Fußende, während Johannes seinen Kopf auf das Kissen legt, so wie er ihn auf die Brust Jesu gelegt hatte. Alle Apostel beugen sich über sie, ebenso einige Bischöfe der Urkirche und des christlichen Volkes: niemand wird vermisst. In der Antike stiegen die Toten in die tieferen Regionen hinab oder wurden dorthin gebracht. Sie gelangten jedoch in einen dunklen Zustand, schattig. Wenn wir uns das Symbol ansehen, können wir erkennen, dass es sich bei dem Ganzen um ein Boot handelt, ein Rumpf, der nicht in dunkle Regionen vordringt, sondern dem Licht entgegen.

Alle Blicke der Anwesenden richten sich nach unten in Richtung des horizontal liegenden Körpers Mariens, um die menschliche Natur anzuzeigen. Jetzt würden wir erwarten, wie das Dogma sagt, dass Maria in den Himmel aufgefahren ist. Stattdessen ist es hier der Himmel, der herabsteigt, und auf der horizontalen Linie der Jungfrau erscheint die Figur Christi, die die Szene einnimmt, in einer vertikalen und zentralen Linie, Auf dessen Gesicht man die Stärke und Entschlossenheit des Auferstandenen ablesen kann, von dem, der den Tod besiegt hat und ein kleines Mädchen in seiner Hand hält. Während die horizontale Figur die menschliche Natur darstellt, die auf einer Decke liegt, das Kind wäre die Seele Mariens. Ein Treffen, damit, zwischen sichtbar und unsichtbar. Der horizontale Raum von Schlaf/Tod wird von einer vertikalen Lichtlinie unterbrochen, die ein Kreuz bildet.

Der Punkt, an dem sich die Bretter des Kreuzes treffen es ist das Leben und Licht, das die Gestalt Christi bringt. Sogar der Sonnenstrahl, der ihn umgibt, weist auf die Aufwärtsbewegung des Sohnes hin, der gekommen ist, um seine Mutter zu holen. Mit einer atypischen Drehung des Körpers nach rechts, zum Kopf seiner Mutter, Der Auferstandene nimmt ihre Seele in seine Arme und stützt sie, denn er ist es, der den Übergang von diesem Leben zum nächsten vollzieht.

Aber das Schöne ist, dass Jesus die Seele seiner Mutter in seinen Armen hält mit der gleichen Zärtlichkeit, mit der sie ihn als Kind in ihren Armen hielt. Die Gesten, die die Mutter dem Sohn gegenüber machte, Der Sohn erinnert sich nun an sie und entreißt sie dem Tod. Wir haben gesehen, wie die Mutter den Sohn in ihren Armen hielt, Jetzt ist die Situation umgekehrt und es ist der Sohn, der Maria in seinen Armen trägt. Nur die Liebe macht die Dinge ewig. Der auferstandene Christus trägt die Spuren der Nägel, um zu zeigen, dass er es wirklich ist, Von der Liebe des Vaters angenommen, konnte er nicht der Gnade des Grabes ausgeliefert bleiben. Daher kann der Körper Mariens, der aufgrund seiner Mutterschaft ausschließlich der Liebe diente, nicht der Verwesung überlassen werden. Dieses Fest Mariä Himmelfahrt ist ein Fest der Liebe und nur Verliebte können es verstehen, weil sie wissen, dass jede Geste der Liebe für immer in Erinnerung bleiben wird.

Allen einen schönen Himmelfahrtstag.

aus der Eremitage, 15 August 2023

 

HINWEIS

[1] Weltkrieg in Scherben, sehen in Der Osservatore Romano.

[2] Das Dogma im Westen wurde von Pius XII. mit der Verfassung verkündet das großzügige der 1 November 1950.

[3] Troparion t.1 der großen Vesper des Festes Mariä Himmelfahrt.

[4] Bagatti B., An den Ursprüngen der Kirche, LEV, Roma, 1981, S.75.

[5] St. John Damaszener, In Dormitio, ich, PG 96:„Es war angemessen, dass sie, die ihre Jungfräulichkeit bei der Geburt bewahrt hatte, ihren Körper nach dem Tod unversehrt vor Verderbnis bewahren sollte. Es war angemessen, dass sie, die den Schöpfer getragen hatte, ein Kind in ihrem Schoß erschaffen hatte, in der göttlichen Wohnstätte wohnen sollte. Für die Braut Gottes war es angemessen, das himmlische Zuhause zu betreten. Es passte, dass sie ihren eigenen Sohn am Kreuz gesehen hatte, Sie nahm den Schmerz, der ihr bei der Geburt erspart blieb, in ihren Körper auf, Betrachten Sie ihn, wie er zur Rechten des Vaters sitzt. Es war angemessen, dass die Mutter Gottes das besaß, was ihr wegen ihres Sohnes gebührte, und dass sie von allen Geschöpfen als Mutter und Sklavin Gottes geehrt wurde..

[6] Bagatti B., Die primitive apokryphe Kirche, Roma, 1981, S 75

[7] aus La Potterie I., Keharitomeni en Lc 1,28 Exegetische und theologische Studie, Biblisch, Vol. 68, Nein. 4 (1987), P. 377.382

[8] Die Freude und der Hoffnung n. 22; S. Johannes Paul II, Erlöser des Menschen, Nein 8.

[9] Dante, Paradies, Gesang 33, 12

[10] an. Zit PL 96, 717 AB.

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San Giovanni all'Orfento. Abruzzen, Maiella-Berg, Es war eine Einsiedelei, die von Pietro da Morrone bewohnt wurde, hereingerufen 1294 auf den Stuhl Petri, den er unter dem Namen Celestine V. bestieg (29 August – 13 Dezember 1294).

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Die Väter der Insel Patmos

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Mit ihrer Aufnahme in den Himmel wird die Jungfrau Maria dem Geheimnis des auferstandenen Christus nähergebracht

L'Angolo di Girolamo Savonarola: Katholische Homiletik der Väter der Insel Patmos

MIT IHRER AUFFAHRT IN DEN HIMMEL IST DIE JUNGFRAU MARIA ANGEPASST AN DAS GEHEIMNIS DES AUFERSTANDENEN CHRISTUS

Mariä Himmelfahrt ist „ein Fest, das der Kirche und der Menschheit das Bild und das tröstende Dokument der Erfüllung der letzten Hoffnung bietet.“: dass eine solche völlige Verherrlichung das Schicksal aller ist, die Christus zu Brüdern gemacht hat, mit ihnen Blut und Fleisch gemeinsam haben“

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Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

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Die 15 August, im Herzen des Sommers, während die meisten Menschen für ihren Urlaub in die Ferienorte strömen, Die Kirche feiert eines der schönsten und bedeutendsten Marienfeste. So sprach der Heilige Papst Paul VI. darüber:

„Die Feierlichkeit von 15 Im August wird die glorreiche Aufnahme Mariens in den Himmel gefeiert; Und, Das, das Fest seines Schicksals der Fülle und Glückseligkeit, der Verherrlichung ihrer makellosen Seele und ihres jungfräulichen Körpers, seiner vollkommenen Ähnlichkeit mit dem auferstandenen Christus; ein Fest, das der Kirche und der Menschheit das Bild und das tröstliche Dokument der Erfüllung der letzten Hoffnung bietet: dass eine solche völlige Verherrlichung das Schicksal aller ist, die Christus zu Brüdern gemacht hat, mit ihnen Blut und Fleisch gemeinsam haben (vgl.. EB 2,14; Gal 4,4)». [San Paolo VI, Apostolische Ermahnung Marienkult, 2 Februar 1974, n. 6].

Kardinal Silvano Piovanelli, Erzbischof von Florenz, Ölgemälde auf Leinwand von V. Stancho (2011)

Der ehrwürdige Papst Pius XII, in der Apostolischen Konstitution das großzügige (1950) schreibt:

„Die heiligen Väter und die großen Ärzte in Predigten und Reden.“, anlässlich des heutigen Festes an das Volk gerichtet, Sie sprachen von der Himmelfahrt der Gottesmutter als einer Lehre, die bereits im Bewusstsein der Gläubigen lebendig sei und von ihnen bereits bekannt sei; Sie erklärten seine Bedeutung vollständig; sie präzisierten und vertieften dessen Inhalt, Sie zeigten die großen theologischen Gründe dafür auf. Sie betonten insbesondere, dass es bei dem Fest nicht nur darum ging, die sterblichen Überreste der Heiligen Jungfrau Maria vor Verfall zu bewahren, aber auch sein Triumph über den Tod und seine himmlische Verherrlichung, damit die Mutter das Modell kopieren kann, das heißt, ahme seinen einzigen Sohn nach, Christus Jesus […] All diese Überlegungen und Motivationen der heiligen Väter, sowie die von Theologen zum gleichen Thema, Sie haben die Heilige Schrift als ihre letzte Grundlage. Tatsächlich stellt uns die Bibel die heilige Mutter Gottes vor, die eng mit ihrem göttlichen Sohn verbunden ist und immer mit ihm solidarisch ist und an seinem Zustand teilhat..

Dieses alte liturgische Zeugnis Es wurde am 1. November von Pius XII. ausdrücklich zum Glaubensdogma erklärt und feierlich verkündet 1950. Nach dem Zweiten Vatikanischen Konzil, in der Kirchenverfassung, Diese Lehre wurde durch die Aussage erneut bestätigt:

„Die Unbefleckte Jungfrau, frei von jeglichen Spuren ursprünglicher Schuld bewahrt, beendete den Lauf seines irdischen Lebens, Sie wurde mit ihrem Körper und ihrer Seele in die himmlische Herrlichkeit aufgenommen, und vom Herrn zur Königin des Universums erhoben, um sich ihrem Sohn noch besser anzupassen, der Herr der Herrscher, der Überwinder der Sünde und des Todes“ (n. 59).

Der dänische Philologe Søren Kierkegaard, vor mehr als anderthalb Jahrhunderten, hat ein gnadenloses Bild davon gemacht, was aus unserer Gesellschaft geworden zu sein scheint: ein großes Kreuzfahrtschiff, dessen Passagiere das Ziel ihrer Reise vergessen haben und sich nicht einmal um die vom Kapitän vorgegebene Kommunikation auf der Route kümmern, Viel mehr beschäftigen sie sich aber mit den mit pedantischer Beharrlichkeit gegebenen Informationen über die Tageskarte Koch an Bord.

Im Lichte vieler soziokultureller Untersuchungen, Unsere Gesellschaft sieht einfach so aus: überwältigt von der Gegenwart, vergesslich gegenüber der Ewigkeit und mit immer enger werdenden Horizonten. Wir haben Adjektive wie „dauernd“ aus unserem Wortschatz gestrichen, „permanent“, „endgültig“. Er hatte den Philosophen mitbekommen, als er sagte: „Das, was die Gegenwart am meisten braucht, ist die Ewigkeit“. Das Fest Mariä Himmelfahrt wird dann in diesem Sinne zu einem Hauch frischer Luft, die uns der Ewige schenkt, um uns von vergänglichen Drogen zu entgiften, des Provisorischen, des „Hit and Run“ und lässt uns die reine Luft atmen, für die unser Herz geschaffen ist: die Luft des Himmels.

Im Vorwort dieses Marienfestes Bitte like das:

„Heute die Jungfrau Maria, Mutter Christi und unsere Mutter wird in die Herrlichkeit des Himmels aufgenommen“.

Was bedeutete dieses Ereignis für Maria?? Die erste Lesung – entnommen aus dem Buch der Offenbarung – präsentiert uns eine „Frau, bekleidet mit der Sonne“, die ein Kind zur Welt bringt. Ein „riesiger roter Drache“ stürzt sich auf sie und ist mit Wildheit und Gefräßigkeit bereit, das neugeborene Kind zu verschlingen; aber das wird in den Himmel eingeholt, während die Frau in der Wüste Zuflucht findet und so „das Heil unseres Gottes und die Kraft seines Christus“ vollbracht wird. In apokalyptischer Symbolik, Die Frau repräsentiert die Kirche, das Volk Gottes, das Christus hervorbringt, ist mit der Auferstehung endgültig in die Herrlichkeit des Himmels aufgestiegen. Gegen Christus, Der Drache – die „alte Schlange“ – entfesselt seine wildeste und sadistischste Gewalt, scheitert aber an seiner bösen Absicht; dann muss er sich auf die Erde zurückziehen, um die Kirche und ihre Kinder zu verfolgen, aber nicht einmal dieser Versuch wird gelingen. Auch wenn dieser Text nicht direkt von Maria spricht, Die Liturgie bietet uns diesen Abschnitt an, um uns die Mutter Gottes zu beschreiben, in dem die Kirche ihr höchstes Bild erkennt, das prächtigste und kostbarste Juwel.

Das Evangelium vom Hochfest Mariä Himmelfahrt stellt uns Maria vor, die vom Heiligen Geist des Sohnes Gottes schwanger ist und ihre Cousine Elisabeth besucht, auch auf wundersame Weise fruchtbar. Auf dieser evangelischen Seite wird uns gegeben – darüber hinaus Magnificat - der wahre Grund für Marias Größe und ihre Seligkeit, d.h. sein Glaube. Elisabeth begrüßt sie mit dem schönsten und bedeutendsten Lobpreis, der an Maria gerichtet wurde und der – getreuer gesagt – so übersetzt werden könnte: „Selig ist die, die geglaubt hat: was ihr gesagt wurde, es wird erfüllt werden“.

Der Glaube ist das Herzstück von Marias Leben. Es ist nicht die offene Illusion eines naiven Weltverbesserers, der sich das Leben wie ein Schiff vorstellt, das friedlich dem Hafen des Glücks entgegengleitet. Maria weiß, dass die Brutalität von Tyrannen die Geschichte belastet, die schamlose Arroganz der Reichen, die ungezügelte Arroganz der Stolzen. Für Gläubige, Die Erlösung geschieht nicht ohne die Erfahrung von Kampf und Verfolgung. Aber Gott – Maria glaubt es und singt es – lässt ihre Kinder nicht allein, aber er hilft ihnen mit barmherziger Fürsorge, die Kriterien der von Männern geschriebenen Geschichte zunichtemachen („Er hat die Mächtigen von ihren Thronen gestürzt … Er hat die Stolzen zerstreut … Er hat die Reichen leer weggeschickt“).

Die Magnificat ermöglicht uns einen Einblick in die volle Bedeutung der Geschichte Mariens: wenn Gottes Barmherzigkeit die wahre treibende Kraft der Geschichte ist, wenn es die Liebe Gottes ist, die die gesamte Menschheit für immer umhüllt, dann „die den Herrn des Lebens geboren hat, konnte die Verderbtheit des Grabes nicht kennen“ (Vorwort). Eine Frau wie Maria konnte nicht unter einem Erdhaufen enden, die Menschheit des Sohnes Gottes begreifen, Sie hatte den Himmel in ihrem Schoß eingebettet. Aber das alles betrifft nicht nur Maria. Die „großen Dinge“, die in ihr vollbracht wurden, berühren uns tief und unwiderruflich; Sie sprechen zu unserem Leben und erinnern unsere kurze und zerstreute Erinnerung an das Ziel, das uns erwartet: Vaters Haus.

Blick auf Maria und wenn wir unser Leben in diesem Licht vergleichen, verstehen wir, dass wir auf dieser Erde keine Vagabunden sind, mit so viel Mühe, mit einigen Momenten seltenen und ungewöhnlichen Vergnügens, Ich kämpfe mit dem bitteren Geschmack des Schmerzes; Wir sind auch nicht die verspielten Seeleute eines Kreuzfahrtschiffes, das ein widriges Schicksal in jeder Hinsicht zu zerstören versucht und das schließlich durch einen irreparablen und tödlichen Schiffbruch unterbrochen wird. Wie Marys, Unser Leben ist eine Pilgerreise, sicherlich unsicher und ermüdend und manchmal auch schmerzhaft und schmerzhaft ... ein „Tal der Tränen“. Jawohl, aber ständig begleitet vom Herrn Jesus, der „jeden Tag bis ans Ende der Welt“ mit uns geht.. Es ist eine Pilgerreise, die ein sicheres Ziel hat, die Begegnung mit diesem Vater, der die Tränen seiner Kinder abwischen wird, damit es keine Tränen mehr gibt, noch Trauer, Es tut mir Leid, noch Schmerzen.

Gottvater lässt es „für sein Volk“ leuchten, Pilger auf Erden, ein Zeichen des Trostes der sicheren Hoffnung“ (Vorwort); ein Zeichen, das das Gesicht Mariens zeigt, Sie war vollkommen gesegnet, weil sie an die Erfüllung der Worte des Herrn glaubte.

„In ihrem Schoß wurde die Liebe neu entfacht“ rezitiert den Anfang von Gesang XXXIII aus Dantes Paradies, der mit dem Lobpreis des Heiligen Bernhard an die Jungfrau Maria beginnt, an die Spitze derer gestellt, die durch dieselbe Liebe wiedergeboren wurden und letztendlich das Leben in Christus empfangen werden, nachdem er den letzten Feind vernichtet hat, die Toten (vgl.. II. Lesung).

Wir sind daher nicht dazu bestimmt, ein Leben lang zu leiden um am Ende vielleicht ein großes Bankkonto zu haben, ein Luxusauto, ein wunderschönes Haus, aber mit der Aussicht, in den wenigen Kubikzentimetern einer eisigen Nische auf dem Friedhof zu verrotten, Wir sind dazu bestimmt, die Herrlichkeit Mariens zu teilen, denn auch wir sind ihr aus Gnade ähnlich: Kinder, deren Himmel in unserer spirituellen DNA verankert ist. Deshalb wenden wir uns an Sie, warum, während sich unsere irdische Pilgerreise entfaltet, wende seine barmherzigen Augen auf uns, riskiere die Straße, Du erinnerst uns an das Ziel und zeigst es uns, nach diesem Exil, Jesus, die gesegnete Frucht ihres Leibes.

Für eine Bewegung des Herzens und für ein pflichtbewusstes Bedürfnis, ergreifende und dankbare Erinnerung, Ich möchte diese Meditation mit den Worten des Bischofs abschließen, der mich zum Priester geweiht hat, Kardinal Silvano Piovanelli, authentischer Liebhaber der Madonna. Der Kardinal schloss alle seine großartigen Predigten mit einem marianischen Hinweis für uns ab, dann junge Seminaristen im Dienst der Kathedrale, Es war das Zeichen dafür, dass die Predigt zu Ende ging und wir uns auf die Gaben vorbereiten mussten! So richtete der Kardinal seine Ansprache an die Gläubigen in der Kathedrale 15 August von 1995:

„Die Worte deines Liedes, Meere, erklang vor Elisabeth auf dem Berg Juda. Heute erklingen sie in dieser Ihnen geweihten Kathedrale, in den unzähligen Kirchen, die Ihrem Namen gewidmet sind, und überall dort, wo sich die christliche Gemeinschaft versammelt. Sie erklingen vor allem in diesem intimen Heiligtum, das das Herz so vieler Frauen und Männer ist, und im tiefen Gewissen armer und besiegter Völker, die um jeden Preis Hoffnung bewahren. Sie, Maria, Sie haben einen Gesang gesungen, der im Laufe der Geschichte immer stärker wird, denn es ist das Lied der erlösten Menschheit. Wir wollen es mit Ihnen singen. (...) Singen zur Verkündigung des Evangeliums: „Maria wird in den Himmel aufgenommen; die Heerscharen der Engel jubeln“. Wenn die Engel sich freuen, wir haben mehr Grund zur Freude; sie ehren sie als Königin, wir verehren sie als Mutter; Sie sehen sie als die, die sich ihnen in Herrlichkeit angeschlossen hat, uns als diejenige, die uns ruft, uns ihr in Freude anzuschließen, So eifrig sie auch ist, die Aufgabe zu erfüllen, die Gott ihr von der Spitze des Kreuzes anvertraut hat. Lasst uns alle im Herrn jubeln. Amen".

Florenz, 15 August 2023

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Die Väter der Insel Patmos

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Die Kirche als Boot im Sturm ist eine Realität und Realität, die bereits von Christus selbst dargestellt wurde, der uns die Lösung des Glaubens lieferte

Homiletik der Väter der Insel Patmos

Die Kirche als Boot im Sturm ist eine aktuelle Realität, die bereits von Christus selbst dargestellt wird, der uns die Lösung des Glaubens geboten hat

Jesus hatte bereits versucht, mit einem Boot an einen Ort zu fahren und sich dort zu isolieren, nachdem er vom gewaltsamen Ende des Täufers erfahren hatte, Doch der Versuch scheiterte an der Flut von Menschen, für die er Mitgefühl empfand

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Sie existieren seit der Antike viele künstlerische Darstellungen des Bootes als Abbild der Kirche, worüber auf der Evangelienseite dieses Sonntags berichtet wird. Aber sie existieren nicht, Zumindest sind sie mir egal, Darstellungen von Jesus, der sich allein zurückzieht, um zu beten. Außer im Fall von Gethsemane, Auftakt seiner Leidenschaft. Vielleicht, weil es schwieriger ist, ein inneres Erlebnis künstlerisch sichtbar zu machen, spirituell und privat. Doch im Evangelium sind die beiden Momente zusammen, Wer auch immer diese Seite verfasst hat, wollte, dass das eine nicht ohne das andere bestehen kann. hier ist sie:

„Nachdem die Menge gegessen hat, Sofort zwang Jesus die Jünger, in das Boot zu steigen und ihm auf die andere Seite vorauszugehen, bis er die Menge entließ. Entlasse die Menge, ging den Berg hinauf, an den Seitenlinien, beten. Kam am Abend, er stand da, allein. Mittlerweile war das Boot bereits viele Meilen vom Land entfernt und wurde von den Wellen hin und her geschleudert: denn der Wind war entgegen. Am Ende der Nacht kam er auf dem Meer zu ihnen. Ihn auf dem Meer laufen sehen, Die Jünger waren schockiert und sagten: „Er ist ein Geist!“ und sie schrien vor Angst. Aber sofort sprach Jesus zu ihnen und sagte:: "Mut, es ist mir, fürchte dich nicht!”. Peter antwortete ihm daraufhin: "Mann, wenn du das bist, befiehl mir, auf dem Wasser zu dir zu kommen“. Und er sagte: "Allein!”. Peter stieg aus dem Boot, ging über das Wasser und kam zu Jesus. Ma, Ich sah, dass der Wind stark war, hatte Angst und, beginnt zu sinken, er schrie: "Mann, Rette mich!”. Und sofort streckte Jesus seine Hand aus, Er packte ihn und sagte es ihm: „Mann mit geringem Glauben, weil du gezweifelt hast?"». Bin gerade aufs Boot gestiegen, der Wind hörte auf. Diejenigen, die im Boot waren, warfen sich vor ihm nieder, Sprichwort: „Wahrlich, du bist der Sohn Gottes!"» [MT 14, 22-33].

Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Christus im Sturm auf dem See Genezareth

Jesus hatte bereits versucht, ein Boot zu nehmen an einen Ort gehen und sich dort isolieren, nachdem er vom gewaltsamen Ende des Täufers erfahren hatte [MT 14,12], Doch der Versuch scheiterte an der Flut von Menschen, für die er Mitgefühl empfand. Nicht nur, angesichts des Hungers des Volkes und der Ohnmacht der Jünger[1] führte den Akt der Brotvermehrung durch. Eine Tat, die missverstanden wurde, gegeben auch die johanneische Tradition, die sagt:

"Jesus, Sie wussten, dass sie ihn holen würden, um ihn zum König zu machen, er zog sich zurück auf den Berg, er allein [...] "In Wahrheit, wahrlich, ich sage: Du suchst mich nicht, weil du Zeichen gesehen hast, sondern weil du von diesen Broten gegessen hast und satt geworden bist.“ [GV 6, 15-26].

Diese Präambel erklärt wahrscheinlich die Eröffnungszeile: „Und sogleich zwang er die Jünger, in ein Boot zu steigen“. Wir kennen die verborgenen Absichten Jesu nicht und können nur spekulieren. Vielleicht hatte die überstürzte Aktion in Verbindung mit der Aufforderung an die Jünger, auf das Boot zu steigen, den Zweck, ihn und die ihm folgende Gruppe von der Verzerrung der theologischen Bedeutung der Geste zu befreien, die er auf den Broten ausgeführt hatte, wie John bezeugt, zu dem Missverständnis darüber, welche Art von Messianismus Jesus meinte und in dem sich die Jünger sonnen konnten. Oder vielleicht, weil er tatsächlich den Drang verspürte, allein zu sein, auf einem hohen Platz zum Beten. Für den Evangelisten Matthäus ist der Berg ein bedeutender Ort. Dank ihm erhält die Rede der Seligpreisungen den Namen der Bergpredigt. Auf einem Berg wurde Jesus verklärt und auf einem nun erhöhten Hügel erteilte er seinen Jüngern den Missionsauftrag [vgl.. MT 28, 16-20]. In diesem Fall ist es der Ort der Einsamkeit und des Gebets. Jesus, im sechsten Kapitel von Matthäus, er hatte vor dem heuchlerischen Gebet derer gewarnt, die gesehen werden wollen, Ich bevorzuge das Verborgene, in der Geheimhaltung des Zimmers [vgl.. MT 6, 5-6] und vor allem war es an Gott gerichtet, der ihn in der intimen und persönlichen Form von „Vater“ rief.. Wenig später lehrte er das Gemeinschaftsgebet Unser Vater das wissen wir alle. Was wir sagen können ist, dass Jesus diese persönliche Beziehung suchte, allein zu allein, mit Dio, nicht jeder, aber mit seinem Vater. Im Gebet wissen wir, dass Jesus, auch dank anderer evangelischer Traditionen, nahm sein kindliches Gewissen sehr deutlich wahr.

Aber es gibt noch mehr. Matthäus sagt, dass Jesus von den Jüngern getrennt blieb, unsichtbar für seine Familie, während inzwischen Abend und Dunkelheit hereinbrach. Das Boot mit den Jüngern an Bord hatte sich bereits meilenweit vom Land entfernt und wurde vom Gegenwind hin und her geschleudert, was die Situation prekär und gefährlich macht. Es handelt sich offensichtlich um eine Beschreibung der Situation der Kirche in der Zeit nach Ostern. Die Episode, die jetzt stattfindet: Die Reise Jesu auf dem Wasser [MT 14,24-33] ― hat tatsächlich eine symbolische Dimension: Der Text ist eine Metapher für den Weg der Kirche durch die Geschichte, in der Zeit zwischen Ostern und der Parusie. Jesus ist oben, auf dem Berg, beten [vgl.. MT 14,23]: oder, er ist der Auferstandene, der zur Rechten Gottes im Himmel steht und für die Seinen in der Welt Fürsprache einlegt. Gerade diese wichtige theologische und symbolische Verhüllung hat selbst gemäßigte Gelehrte zum Nachdenken gebracht[2] dass die Episode wenig oder gar keinen historischen Wert hatte. Was einer Erfahrung, die über die Zeit hinausgeht und uns erreicht, nicht den Sinn nimmt. Mit anderen Worten, das einer Kirche, die sich auf einem instabilen Element bewegt, Die Dunkelheit hindert Sie daran, die Umrisse zu erkennen, der Wind, der die Rückschläge bezeichnet, die jedem Zeitalter innewohnen, die Wellen, die Störungen und Übelkeit verursachen. Schließlich bekundete Petrus, auch unter anderen Umständen, einen starken und reifen Glauben, hier zeigt er ein zögerliches und schwaches Selbstvertrauen. Und vor allem bei jedem die Unfähigkeit, den Herrn zu sehen, die innere Unruhe und Angst hervorruft.

Matthew beschreibt die Szene Es wird vor dem größeren Hintergrund der Geschichte des Exodus und der Überquerung des Roten Meeres platziert, um anzuzeigen, dass das, was die Jünger tun, eine Landung auf dem Weg zur Erlösung ist. Wie bereits beim Auszug aus Ägypten, Schon jetzt sind die Protagonisten in großer Not und der Angst ausgeliefert. Die Anwesenheit von Jesus, der auf dem Wasser wandelt, ist eine deutliche Erinnerung an den Gott, der sein Volk rettete und die Wasser des Meeres beherrschte:

„Auf dem Meer deinen Weg [O Gott], Deine Wege auf den großen Gewässern, aber deine Schritte wurden nicht erkannt“ [Soll 77,20]; „So spricht der Herr, der einen Weg im Meer und einen Pfad inmitten mächtiger Wasser gemacht hat.“ [Ist 43,16].

Bestimmtes, Unser Text enthält Verweise auf das vierzehnte Kapitel des Exodus, in dem die Passage des Meeres erzählt wird. Se Gesù avanza verso i discepoli alla „quarta veglia della notte“ – aber er ist ein Gefängnis der Nacht [MT 14,25], der Moment der Erlösung für die Kinder Israels, als Gott die ägyptischen Verfolger in die Flucht schlägt, Muschel «bei der Morgenwache» [Ist 14,24]. Für die Kinder Israels, Die Passage ist nicht nur geografisch, aber es ist auch ein befreiender Übergang von der Angst [Ist 14,10-13] zur Furcht des Herrn [Ist 14,31]; Es ist ein Übergang vom „Sehen“ des Vorgehens der Verfolger [Ist 14,10] um die mächtige Hand zu sehen, mit der der Herr sie gerettet hatte [Ist 14,31]. Die starken Winde verbinden die beiden Geschichten noch immer [Ist 14,21; MT 14,24]. Jesus stellt sich den Jüngern vor und sagt: „Ich bin es.“ [MT 14,27], mit einem Ausdruck, der dem in Exodus offenbarten Namen Gottes entspricht: "Ich bin". Zusamenfassend, Wir stehen vor dem Weg der Kirche, Osterreise, Weg der Erlösung, sondern einer Erlösung, die nicht so leicht erkennbar ist, weil sie mit Situationen des Widerspruchs und des Leids vermischt ist.

An diesem Punkt Die Versuchung wäre groß, diese Erzählung auf die aktuellen Ereignisse in der Kirche anzuwenden. Aber wer die Geschichte ein wenig kennt, weiß sehr gut, dass es nie eine ruhige und friedliche Zeit dafür gegeben hat und dass es heute nicht schwieriger ist als in anderen Momenten. Auch nicht, dass Petrus heute mehr oder weniger treu ist als in anderen historischen Perioden, eher. Das Konzil entwickelte eine Vision der Kirche, die sie so definiert:

«(Dass) Und, in Christus, irgendwie das Sakrament, das heißt, das Zeichen und Instrument der innigen Verbindung mit Gott und der Einheit der gesamten Menschheit“[3].

Also eine menschliche Realität das seine ganze Zerbrechlichkeit behält, der die Gnade der Berufung und der Mission zuteil wurde. Na und, wenn die Kirche immer auf Schwierigkeiten stoßen wird, wenn Wellen und Wind das Boot drei Nachtwachen lang hin und her werfen, Was ist das wirkliche Drama, in das es geraten kann und aus dem es nur durch einen bestimmten Schlüssel herauskommen kann?? Es ist das Drama des Glaubens an Jesus, der Herr, ein Geist! «Und schockiert sagten sie: “Er ist ein Geist!” und sie schrien vor Angst“.

Deshalb habe ich am Anfang geschrieben dass die beiden Szenen, aus denen sich die heutige Evangelienseite zusammensetzt, ein einziges Bild bezeichnen und untrennbar miteinander verbunden sind. Wie Origenes richtig bemerkte[4] Jesus zwingt die Jünger fast dazu, das Meer der Geschichte zu überqueren, mit all den Schwierigkeiten und Wechselfällen, die das mit sich bringt, trennte sich fast von ihnen, Rückkehr zum Vater. Wir können uns die Schwierigkeiten vorstellen, die sie nach dem Tod Jesu hatten, zu hören, dass er auferstanden war, indem wir ihn als lebendig und siegreich über den Tod anerkennen. Darauf weist Matthäus im letzten Kapitel hin, bevor er geht: „Als sie ihn sahen, du bist verwöhnt. Aber sie zweifelten [MT 28, 17]. Diesen kleingläubigen Jüngern wird er jedoch eine ständige Präsenz sichern, anderer Natur als der vorherige, aber genauso effektiv: „Und siehe,, Ich bin bei euch;, bis zum Ende der Welt " [MT 28, 20].

Sie, damit, er hat sich nicht von uns getrennt, wie die Jünger im zitternden Boot es fürchteten, und Petrus selbst, der sprach: „Wenn du es bist“; sondern die notwendige Rückkehr zum Vater, Dies wird dadurch symbolisiert, dass er alleine den Berg hinaufgeht, um zu ihm zu beten, es geschah, damit Gott „alles in allem“ und seine Liebe und sein Heil sein konnte, konnte in der Kirche erkannt werden, die von nun an zum Sakrament der Vereinigung mit dem Herrn und der Einheit der Menschen wird, wie das Konzil sagte.

Damit kommen wir zum letzten Akt, zu diesem Schlüssel oder, angesichts des Kontextes, Dieses Segel, das es Ihnen ermöglicht, ohne Angst mit der Fähre zu reisen, das heißt, Glaube. Das lehrt uns die Episode von Petrus, der wie Jesus über das Wasser gehen wollte, aber ohne vollen Glauben. Eine gefährliche Versuchung, die jede Jahreszeit im Leben der Kirche erfassen kann, vielleicht sogar das aktuelle. Das, Christus zu entleeren, um ihn zu einem Geist oder einem Ektoplasma zu machen – Phanstasma estin, Ein Geist ist – mitten in der Kirche und in anderer Absicht, beschäftigt mit wer weiß welcher kostbaren Arbeit oder mit der Anordnung ihrer Strukturen. Das Evangelium, wie Origenes zu Recht bemerkt, es heißt nicht, dass Petrus keinen Glauben hatte, aber dass er sehr wenig hatte[5]. Elias auch, erzählt in der ersten Lesung dieses Sonntags das erste Buch der Könige, er teilt eine lebensbedrohliche Situation mit Pietro. Gott geht an ihm vorbei, aber es wird in der lauten und ungeheuerlichen Realität nicht vorhanden sein, wie bei der Ermordung der Baalspropheten, aber mit „dünner, stiller Stimme“ (Sag Demamah Daqqah דקָּֽה דְּמָמָ֥ה ק֖וֹל)[6].

Jesu Zurechtweisung an Petrus, Dass er seine Hand ausstreckt und ihn ergreift, sind alles sakramentale Handlungen, die für die Kirche beispielhaft werden. Jesus, in der Tat, er tadelt Petrus nicht, so dass er halb in der Unzulänglichkeit versinkt, aber warum, durch diesen Moment der Wahrheit, Er wird sich der Situation bewusst, in der er sich befindet, und die Hand Jesu, die ihn ergreift, ist eine Geste der Erlösung, Heilung und Veränderung, Gleichnis darüber, was die Kirche mit den Sakramenten macht, die die Liebe und Gnade des Herrn im Laufe der Zeit vervielfachen.

Die Anwesenheit von Jesus, durch den Glauben gelernt, dünne, stille Stimme, Es ist wichtig, dass das Boot der Kirche seine Ruhe wiedererlangt und dass die Jünger endlich die Fülle der göttlichen Gestalt des Herrn erkennen, nicht mehr als Geist gesehen: „Ich bin gerade auf das Boot gestiegen, der Wind hörte auf. Diejenigen, die im Boot waren, warfen sich vor ihm nieder, Sprichwort: “Wahrlich, du bist der Sohn Gottes!"».

Ich schließe mit einem Satz aus einem berühmten Buch von Dietrich Bonhoeffer:

„Das Ja und das Amen sind der sichere Grund, auf dem wir ruhen. Wir verlieren in dieser unruhigen Zeit immer wieder den Grund aus den Augen, warum es lebenswert ist. Wir dürfen ständig in der Nähe Gottes und in seiner Gegenwart leben und dann gibt es für uns nichts Unmögliches mehr, da es für Gott nichts Unmögliches gibt. Keine irdische Macht kann uns ohne Gottes Willen berühren, und Elend und Gefahr bringen uns Gott näher.[7].

Fröhlichen Sonntag euch allen!

aus der Eremitage, 13 August 2023

 

HINWEIS

[1] „Aber Jesus hat es ihnen gesagt: “Sie müssen nicht gehen; füttere sie selbst”. Sie antworteten ihm: “Hier haben wir nichts als fünf Brote und zwei Fische!”. Und er sagte: “Bring sie hierher”» (MT 14, 16-18).

[2] Johannes Paul Meier, Ein Randjude. Den historischen Jesus neu denken, Volumen 2, Mentor, Botschaft und Wunder, 2002

[3] Das Licht 1.

[4] „So kann es sein, Rückkehr zum Text, dass sich die Jünger fern von Jesus unwohl fühlen, Sie können nicht einmal durch Zufall von ihm getrennt werden, weil sie bei ihm bleiben wollen; seine, Sie urteilen, dass sie den Beweis für die Wellen und den Gegenwind haben müssen, dass es nicht gewesen wäre, wenn sie bei Jesus gewesen wären, erlegt ihnen die Verpflichtung auf, sich von ihm zu lösen und ins Boot zu steigen“ (Ursprung, (C)Kommentar zum Matthäusevangelium, Neue Stadt, 1998, S. 215.

[5] an. zit. S 218.

[6] 1Betreff 19, 12. La Bibbia Cei übersetzen: „das Flüstern einer leichten Brise“. Der masoretische Text hat: „Eine stille, dünne Stimme“.

[7] Dietrich Bonhoeffer, Widerstand und Kapitulation, St. Paul, 2015.

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San Giovanni all'Orfento. Abruzzen, Maiella-Berg, Es war eine Einsiedelei, die von Pietro da Morrone bewohnt wurde, hereingerufen 1294 auf den Stuhl Petri, den er unter dem Namen Celestine V. bestieg (29 August – 13 Dezember 1294).

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Die Väter der Insel Patmos

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Gabriele GiordanoM. Scardocci
Vom Orden der Prediger
Presbyter und Theologe

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Pater Gabriele

Gegen den Wind der Welt, Wir fliehen vor dem Unglauben, der uns ertrinkt

Homiletik der Väter der Insel Patmos

GEGEN DEN WIND DER WELT, IN FUGA DALLA INCREDULITÀ CHE CI FA ANNEGARE

La fede infatti «è un atto personale: è la libera risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio che si rivela». Deshalb ist es eine Antwort, die wir Gott geben und die an manchen Tagen sicherer und an anderen unsicherer sein kann.

 

Autor:
Gabriele GiordanoM. Scardocci, o.p.

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Liebe Leser der Insel Patmos,

ogni persona divenuta nostra amica si conosce sempre guardandola in viso, vedendo il suo sguardo. Poi sentendo le sue parole, nasce in noi una iniziale simpatia che può essere confermata tramite i gesti che esprime per noi, divenendo così amico. Nel bene e nel male, chi siamo e chi è il prossimo viene sempre testimoniato dai nostri gesti e parole. Questo accade anche nel Vangelo di oggi, in cui Gesù si fa riconoscere nella filiazione divina proprio a partire dalle sue azioni.

Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato diversi discorsi in parabole del Signore. In questa XIX Domenica del tempo ordinario troviamo un episodio accaduto in mezzo al mare. Ecco il passaggio: dal discorso all’azione di Gesù. Perché Dio accompagna sempre ogni Sua Parola verso di noi con un gesto e un segno concreto.

In questo passo del Vangelo Gesù chiede agli Apostoli di salire sulla loro barca, che poco dopo si trova in mezzo a una tempesta e costretta a navigare contro vento. Questa situazione vissuta dagli Apostoli possiamo un poaccostarla a noi oggi. Tradizionalmente, la barca, i Padri della Chiesa l’hanno sempre interpretata come il simbolo della Chiesa, il vascello di Cristo che ci fa navigare nelle acque del mondo. Anche oggi la Chiesa è nella tempesta col vento che le soffia contro, immersa in una società contemporanea contraria a qualsiasi invito o qualsiasi valore della nostra fede. Die Kirche, composta da tutti che la formiamo, clero, Ordensleute und Laien, si muove in acque tempestose contro il vento delle mode materialiste.

Anche noi come credenti ci troviamo in questa condizione nelle situazioni più concrete: in der Familie, bei der Arbeit, mit Freunden. Ancoriamoci alla forza e alla grazia di Gesù che davvero può aiutarci a essere testimoni credibili e credenti. Il Signore stesso porge un segno ai suoi Apostoli, per incoraggiarli ad andare avanti e perseverare anche navigando in tempesta e controvento. Vuole dare un segno per testimoniare che egli è il Figlio di Dio. Per questo si mette a camminare sulle acque, mostrando che le acque che avversano la barca gli sono sottomesse. Vuole mostrare agli Apostoli che affidandosi veramente a Lui con fede profonda, riusciranno a calmare quella tempesta. Questa la reazione degli apostoli:

«Vedendolo camminare sul mare, Die Jünger waren schockiert und sagten: “Er ist ein Geist!” e gridarono dalla paura. Aber sofort sprach Jesus zu ihnen und sagte:: “Coraggio, es ist mir, fürchte dich nicht!”»[MT 14,22-33].

Pietro decide di camminare sulle acque, ma affonda, rischia di annegare. Così Gesù, rapidamente, lo raggiunge e gli mostra la sua incredulità che lo ha spinto a non affidarsi a Lui. Lo prende per mano e non lo fa annegare. Poi risale sulla barca con Pietro e, Endlich, la tempesta cessa. Solo in questo momento gli Apostoli lo riconoscono come Figlio di Dio.

Quelle di Gesù sono parole rivolte a tutti noi, spesso increduli e aridi, incapaci di affidarci a Lui. Anche noi credenti possiamo vivere questi momenti di aridità, li hanno vissuti anche molti santi e mistici, basti pensare alla “notte oscura della spirito” vissuta per quarant’anni da San Giovanni della Croce.

Troppo spesso vogliamo fare da soli a prescindere dalla grazia, o senza la grazia, come dice il Santo Padre, rischiando così di cadere nel pelagianesimo, quella eresia del V secolo che pretendeva che l’uomo si salvasse e facesse cose buone con sue sole forze. Andererseits, con parole che sento dolci e comprensive, Gesù dice a noi, come a Pietro, di avere una fede semplice e di affidarci a Lui. Impieghiamo la nostra responsabilità, la nostra virtù, doniamo a Gesù una fede vera e Lui saprà trasformare ogni momento della nostra vita in un capolavoro, dove bloccheremo tutte le tempeste spirituali ed esistenziali.

Gesù oggi ci esorta a prendere coscienza della nostra incredulità, per fare il passo di uscirne fuori, per fuggire da questa poca fede e dire anche noi «Davvero tu sei il Figlio di Dio e sei Signore della mia vita».

Chiediamo al Signore la grazia della fede viva e operante nell’amore, per poter guardare con occhi contemplativi e pieni di sapienza tutto il mondo, affinché il mondo ci possa restituire il progetto e lo sguardo D’Amore che Dio ha per tutti noi.

So sei es.

Novelle Santa Maria in Florenz, 13 August 2023

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«Komm beiseite, du allein, an einem verlassenen Ort, und ruhe dich ein wenig aus“. Der Sommer ist eine Gelegenheit, sinnvolle Verbindungen mit dem Herrn zu knüpfen

« KOMMEN SIE AUSEINANDER, NUR DU, AN EINEM WÜSTENORT, E RIPOSATEVI UN PO’». L’ESTATE È L’OPPORTUNITÀ PER CREARE LEGAMI SIGNIFICATIVI CON IL SIGNORE

Voglio essere un provocatore e suggerire ai nostri Lettori di fare a meno, während der Ruhe- und Ferienzeiten, dei tanti giornali e quotidiani che comunemente acquistiamo per potenziare la lettura e la meditazione del Vangelo. Non sarà solo un beneficio economico ― più o meno 1,50 € risparmiato ― ma una sicura benedizione che gioverà molto alla nostra anima. Der Rest, il Vangelo non è da sempre la Buona Notizia per eccellenza che nessun quotidiano potrà mai sperare di eguagliare?

- Kirchennachrichten -

Autor
Iwano Liguori, ofm. Kap..

 

Artikel im PDF-Druckformat

 

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Siamo ormai entrati nel pieno dell’estate che è quella stagione elettiva che ci permette di dedicarci al riposo e al recupero delle fatiche fisiche e spirituali. Nel Vangelo vediamo Gesù stesso invitare gli Apostoli, al termine di una faticosa giornata di annuncio del Regno, a riposarsi e a sostare presso di Lui per recuperare le forze [Sehen. MC 6,31]. A uno sguardo distratto il riposo non può essere interpretato solo come assenza da una fatica. Nella Sacra Scrittura, z.B, il riposo divino dopo la settimana di Creazione [Sehen. Gen 2,2] diviene la modalità con cui entrare nel riconoscimento della lode e della contemplazione del Padre per quanto è stato creato. Dio non entra in pausa, egli non è inattivo, statisch, perché come Cristo stesso ci attesta: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» [Sehen. GV 5, 17].

«Venite in disparte, du allein, an einem verlassenen Ort, und ruhe dich ein wenig aus“ [Sehen. MC 6,31]. Il riposo divino, che Dio vive e che generosamente porge all’uomo, diviene la ricompensa di quel lavoro di custodia del Creato ― e nel Vangelo di annuncio del Regno del Padre ― in cui è possibile contemplare, adorare e lodare il Signore. Così come è Dio per primo che nel suo gioioso «Shabbat» contempla la sua opera benedicendone la bontà intrinseca ― vide che era cosa buona ―, così l’uomo contempla e riconosce il suo Creatore che lo pone all’apice delle cose create e che lo rende benedizione (Sehen. Johannes Paul II, Apostolisches Schreiben, Stirbt Domini, 1998).

Il riposo secondo la Sacra Scrittura dilata e trasmuta il tempo dell’uomo da kρόνος/kronos, momento scandito dagli appuntamenti e dal fare, in καιρός/Kairos, momento opportuno in cui l’uomo diventa il soggetto della premura di Dio che si rivela. Il tempo favorevole Kairos è epifania di grazia, cosa che la Chiesa vive nella sua azione di santificazione quotidiana nell’azione liturgica. A questo proposito mi sia permesso un breve inciso di teologia liturgica. Durante la liturgia, was es ist,, sarebbe bene dilatare il tempo e non restringerlo, lasciarsi guidare dal Kairos e non dal kronos, dimenticare per un attimo l’orologio da polso ― in primis per il sacerdote celebrante ― insieme agli immancabili orologi che da alcuni anni sono diventati i nuovi arredi liturgici presenti in molti presbiteri.

Dobbiamo tuttavia con senso di equilibrio e di realtà, essere consapevoli che non tutti possono godere di un momento di riposo, forse perché impegnati in doveri che non è possibile procrastinare oppure perché gravati da qualche condizione che toglie alla mente anche la sola vaga possibilità di concepire un po’ di riposo o di vacanza. aber jetzt, anche davanti a queste situazioni Dio desidera provvedere a ciascuno dei suoi figli come padre premuroso e suggerire un riposo che non è fatto di soli luoghi ma anzitutto di presenza, della sua presenza divina.

Sarà bene ricordare ― e ricordarci ― che da cristiani non dobbiamo cedere alla tentazione dello scoraggiamento, men che meno alla disperazione. Ricordiamoci spesso quello che il Beato apostolo Giacomo suggerisce nella sua lettera: «Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi» [Sehen. GC 5, 13-20]. I momenti di gioia ― compresi quelli di riposo e di vacanza ― sono occasioni favorevoli per elevare il canto della lode al Signore, per dirgli quanto è grande e che solo Lui è il Salvatore potente della nostra vita.

San Giacomo invita a salmeggiare perché i Salmi costituiscono la preghiera elettiva dell’uomo che cerca il Signore e che desidera vivere questa ricerca sempre, senza interruzioni, non solo quando le cose sembrano andar bene, evenienza che non coincide automaticamente con l’assenza assoluta di problemi. A questo proposito mi piace ricordare l’esempio del Serafico Padre San Francesco che compose nel 1226 der SONNENGESANG non certamente in un momento favorevole della sua vita, anzi nel momento forse più difficile da un punto di vista della salute fisica e delle controversie interne in seno all’Ordine, eppure la sua bocca non si è mai chiusa per il dolore ma ha saputo aprirsi alla lode del Signore.

La ricerca del Signore ci apre alla lode e ci aiuta ad effondere quel gratuito senso di riconoscenza del cuore verso Dio che dispiega la sua Provvidenza e il suo braccio forte e onnipotente così come vediamo proclamare dalla Beata Vergine Maria nel canto del Magnificat. È proprio nei periodi di riposo che abbiamo il privilegio di stringere legami elettivi con il Signore e conoscerlo così come egli desidera essere conosciuto da noi. Aus diesem Grund, quando le nostre giornate estive saranno più libere dagli impegni lavorativi, accademici o scolastici, impariamo a convivere con la solitudine delle nostre chiese, così da riempirle di Kairos. Molto più che in inverno le chiese, im Nachlass, vengono puntualmente disertate e sembrano perfetti deserti in cui lasciare parlare la voce del Signore. Scegliamo un orario a noi favorevole in cui sappiamo di poter restare a tu per tu con il Signore davanti al tabernacolo e lì eleviamo le nostre lodi e la nostra adorazione gratuita e riconoscente. Lasciamoci educare dallo Spirito Santo a saper abbracciare la grandezza del Signore nostro Gesù Cristo nel mistero eucaristico. Non abbiamo paura di dire con il cuore:

«Noi ti adoriamo, Santissimo Signore Nostro Gesù Cristo, qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo». [Sehen. F.F. 110-111].

A fronte delle diverse ore che possiamo dedicare al meritato svago, per andare al mare, in montagna o in qualche altra località favorevole, non abbiamo paura di dedicare un ora ― sì sessanta minuti dell’intera giornata ― al Signore Gesù. Sarebbe bene dividere quest’ora in due tempi di trenta minuti ciascuno, lasciando che il Signore si comunichi a noi. Se ci pensiamo l’estate è la fucina di tante parole effimere e discorsi superficiali che il tempo delle vacanze spesso acuisce. Da cristiani sentiamo forte l’imperativo a riempire la nostra vita con la Parola del Verbo fatto Carne. In quest’ora di Kairos, non abbiamo paura di aprire il Vangelo. Buona cosa è la lettura del Vangelo del giorno che è possibile reperire in diversi modi sulle App dedicate o attraverso lo strumento del messalino mensile. Voglio essere un provocatore e suggerire ai nostri Lettori di fare a meno, während der Ruhe- und Ferienzeiten, dei tanti giornali e quotidiani che comunemente acquistiamo per potenziare la lettura e la meditazione del Vangelo. Non sarà solo un beneficio economico ― più o meno 1,50 € risparmiato ― ma una sicura benedizione che gioverà molto alla nostra anima. Der Rest, il Vangelo non è da sempre la Buona Notizia per eccellenza che nessun quotidiano potrà mai sperare di eguagliare?

Per chi come me ama le passeggiate e il camminare ― quando posso riesco a fare anche 10/15 km al giorno ― è buona pratica recitare il Santo Rosario o la Preghiera del Cuore: «Signore Gesù Cristo, Gottes Sohn, hab Erbarmen mit mir, Sünder!». La camminata aiuta a sintonizzare la mente con il cuore e a trovare la giusta concentrazione per elevarsi a Dio all’interno dei contesti naturalistici, sui lungomari o in spiaggia… ma anche nei parchi in città. Non vergogniamoci di sgranare il rosario e di far vedere che lo abbiamo tra le mani. L’estate ci offre spesso una carrellata di situazioni imbarazzanti e fuori luogo e non sarà certamente un rosario stretto tra le mani a creare scandalo e a destare l’attenzione dei curiosi.

L’estate è quel tempo in cui, a causa del caldo, siamo soliti alleggerirci nel vestiario per essere così più liberi e godere di un certo salutare benessere. Se ci pensiamo, un paragone simile possiamo farlo a riguardo del Sacramento della Riconciliazione. Il peccato ci appesantisce, ci soffoca, ci impedisce di godere di Cristo sole di giustizia e verità e di vivere nella libertà battesimale dei figli. La confessione è la pratica sacramentale che toglie dalla nostra vita il peccato, quel male concreto e mortifero che soffoca il rapporto con Dio e con i fratelli. Abituiamoci a confessarci periodicamente, mantenendo una costanza abituale per essere sempre privi degli indumenti del male ed essere rivestiti della luce splendente del battesimo che fa di noi figli perdonati perché anzitutto amati.

Fonte e culmine di tutta la vita del cristiano e del discepolo è la Santa Messa. Non abbandoniamo il legame con la Pasqua settimanale nei mesi estivi. Organizziamo il nostro tempo e i nostri impegni per partecipare anzitutto alla Santa Messa domenicale e, se ne abbiamo la possibilità, non disdegniamo di andare anche in qualche altro giorno della settimana. Ricordiamoci che la lode del Signore ― così come la liturgia della Chiesa ― vive della nota della gratuità e della generosità. Non siamo avari nel desiderare l’incontro con Cristo nella celebrazione eucaristica, lui certamente non è avaro con noi quando si dona a noi nel suo preziosissimo corpo, Blut, Seele und Göttlichkeit.

Preghiera, ascolto della Parola del Vangelo, riconciliazione e Santa Messa sono dei privilegi personali che dobbiamo tenere gelosamente e intimisticamente per noi? durchaus nicht, il Signore nel mandarci ad annunciare il Regno e nella custodia del mondo che il Padre ci ha affidato non ci lascia soli. È lui stesso a fornirci l’equipaggiamento necessario per non venir meno lungo il cammino e per sostenere coloro che incontriamo e che hanno bisogno della Buona Notizia. Contemplare, adorare e lodare il Signore costituiscono la prima forma di accoglienza che ci permette di esercitare con abbondanza quella carità operosa, pastorale e vicendevole verso tutti che il beato apostolo Paolo raccomanda ai cristiani di Tessalonica [Sehen. Ts 3, 12-13].

Nell’augurarci buone vacanze e buon riposo auguriamoci anzitutto di saper rimanere con Cristo Signore, è lui il vero sole benefico da cui trarre la forza per costruire legami significativi di grazia con cui aprire una nuova relazione con il Padre e i fratelli.

Sanluri, 11 August 2023

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Die “Gewinnkarte” Teil Eins. Alessandro Minutella: falsche Aussagen gegenüber Personen machen, die keine offiziellen Dokumente lesen

DIE „GEWINNKARTE“ VON MR. ALESSANDRO Minutella: ANGABEN VON FALSCHHEITEN GEGENÜBER PERSONEN, DIE DIE OFFIZIELLEN DOKUMENTE NICHT LESEN

Innerhalb von zwei Minuten war Mr. Minutella äußerte einige sehr schwerwiegende Unwahrheiten und wiederholte zweimal, dass alles in der steht Arbeitsinstrument der Synode. Das versicherte er: „Ich erfinde nichts“. Stattdessen hat er alles erfunden: Was er sagt, steht nicht im Arbeitsinstrument und weder die Segnung homosexueller Paare am Altar noch die Übertragung des Diakonats an Frauen sind Gegenstand der Diskussion, auch weil sie nicht diskutiert werden können.

- Kirchennachrichten -

Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

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Es ist kein Geheimnis, weil es etwas ist, das öffentlich bekannt ist, dass, als vor zwei Jahren Mr. Alessandro Minutella bereiste die Länder Lateinamerikas, unser Vater Ariel S. Levi di Gualdo informierte die Apostolischen Nuntien, Als er die Nachricht erhielt, alarmierte er die Bischöfe der Regionen, die die Anwesenheit dieses Presbyters unverzüglich ihrem Klerus mitteilten erfolgte Exkommunikation und in Entlassung aus dem geistlichen Stand für Häresie und Schisma, Er ordnete an, dass ihm der Zutritt zu katholischen Kirchengebäuden untersagt sei.

Ebenso in Italien, als er begann, die reichen Gebiete des Triveneto zu besuchen, um Opfer zu fordern, sondern vor allem, um Geld zu ernten, der Patriarch von Venedig, der der Bischofskonferenz des Triveneto vorsteht eine Stellungnahme abgegeben, die Bischöfe der Region taten dasselbe [sehen WHO, WHO, WHO, WHO, WHO]. Sie erfüllten damit ihre Pflicht als Hirten, die das Volk Gottes leiteten, und warnten die Gläubigen, dass jeder, der einer exkommunizierten Person folgt, wiederum der Exkommunikation unterliegt automatisch. Das Ergebnis war, dass er wochenlang alle Bischöfe verspottete und unverschämt machte, Fakten und Situationen wie gewohnt manipulieren.

In Italien sind die Menschen informiert dass dieses Subjekt zuerst die Exkommunikation und dann die extreme und seltene Maßnahme der Entlassung aus dem Geistlichenstand erlitt. Deswegen, der ihm blind und hartnäckig folgen will, er wird dies auf jeden Fall und unabhängig von den Aussagen der Bischöfe und den Ermahnungen von uns Presbytern tun.

Aber man kann es nicht ignorieren zu anderen Dingen, zum Beispiel die Manipulation von Fakten und Dokumenten. In diesem Fall sind wir in der Pflicht, aus zwingenden Gewissens, um unsere Gläubigen zu informieren.

In seinem Delirium vom 1. August Herr. Minutella sprach wörtlich Worte, die Sie über ihre Freisprecheinrichtung auf Video hören können:

„Der Titel dieses Abends lautet „Die verfluchte Synode und die Zukunft des Katholizismus“ [...] Diese Synode ist Teil der freimaurerischen Strategie der Zerstörung und Veränderung der katholischen Identität [...] was heißt, wurde vorbereitet Arbeitsinstrument, das heißt, eine Art thematischer Plan zu den Themen, die auf der Synode zur Sprache kommen sollen, die alle bereits entschieden sind. Mit einer Lüge, die typisch für den Teufel ist, gaukeln sie vor, dass diese Bitten von unten kommen, von den Menschen [...] L'Instrument Labor Die erstellte Lösung dient der Lösung von Problemen. Welche Themen liegen auf dem Tisch?? Lesen Sie dieArbeitsinstrument und schau, ob ich mir etwas ausdenke, Deshalb spreche ich von einer „verfluchten Synode“. Die auf dem Tisch liegenden Themen dienen dazu, zu veranschaulichen, um welches Projekt es sich handelt, wenn Sie hingehen und das lesenein Arbeitsmittel Du merkst es. Ich bin: die Regenbogen-Agenda, dann die Segnung schwuler Paare am Altar [...] Die Synode schlägt die Abschaffung des kirchlichen Zölibats vor, weil es nur wenige Priester gibt, Papst Franziskus hat bereits erklärt, dass er damit einverstanden ist [...] die Frauen am Altar, die Diakonissen. Ich weiß nicht, ob Ihnen klar ist, worauf wir uns einlassen [...]» [siehe Video WHO].

Innerhalb von zwei Minuten Herr.. Minutella äußerte einige sehr schwerwiegende Unwahrheiten und wiederholte zweimal, dass alles in der steht Arbeitsinstrument der Synode. Das versicherte er: „Ich erfinde nichts“. Stattdessen hat er alles erfunden: Was er sagt, steht nicht im Arbeitsinstrument und weder die Segnung homosexueller Paare am Altar noch die Übertragung des Diakonats an Frauen sind Gegenstand der Diskussion, auch weil sie nicht diskutiert werden können. Es würde genügen, sich an den Heiligen Stuhl zu erinnern, durch das Dikasterium für die Glaubenslehre, er verbot strikt die Segnung homosexueller Paare [siehe Dokument WHO]. Außerdem, der Heilige Vater Franziskus, mehrmals, während seines Pontifikats, Er bekräftigte, dass er nicht beabsichtige, den Zölibat des Priesters in irgendeiner Weise in Frage zu stellen.

Durch Manipulation und Verzerrung von Wörtern Herr.. Minutella gibt an, dass der Heilige Vater Francesco, interviewt von Daniel Hadad von der argentinischen Zeitung von Infobae, er sprach sich für die Abschaffung des Zölibats aus. Was absolut falsch ist. Mal sehen, was der Heilige Vater gesagt hat und wie Herr. Minutella manipulierte und verfälschte ihre Worte. Der Heilige Vater, zur Frage des Zölibats, er antwortete:

«Es ist ein vorübergehendes Rezept (N.d.A Zölibat). Sie ist nicht ewig wie die Priesterweihe. Zölibat, stattdessen, es ist eine Disziplin“. Der Interviewer fragt: „Es könnte also überarbeitet werden?». Der Heilige Vater antwortet: „Ja“. [sehen Auszug auf Italienisch auf ANSA].

Minutella wiederholt es wie besessen Ich war immer zweimal Doktor der Heiligen Theologie. Ein weiterer Irrglaube, den diejenigen glauben machen, die das System unserer kirchlichen Studien nicht kennen. Der Doktortitel in Theologie ist tatsächlich der einzige, Man ist nicht zweimal Doktor der Heiligen Theologie. Oder dass es vielleicht jemanden gibt, der zweimal Medizin studiert hat und herumläuft und sagt, er sei zweimal Doktor der Medizin? Oder ein Architekt, ein Ingenieur, ein Anwalt, der zweimal Architekt ist, Ingenieure und Juristen, weil sie zweimal ihren Abschluss gemacht haben? Umso mehr,, einfach ein ausgezeichneter Bi-Arzt wie er, Wir sollten diese Worte des Heiligen Vaters, der das Offensichtliche zum Ausdruck brachte, nicht missverstehen: Der Zölibat ist kein Glaubensdogma, sondern eine kirchliche Disziplin, die ihren Ursprung in der ersten apostolischen Ära hat, aber eine Disziplin ist nicht ewig, ebenso wie die heilige Priesterordnung, Das ist ein unauslöschliches Sakrament, das uns für immer zu Priestern macht.

Wie es möglich ist, Texte zu manipulieren und folglich diese Ebenen anlügen? Bald sagte: Herr.. Minutella richtet sich an Menschen, die dieses öffentliche Dokument niemals lesen würden Arbeitsinstrument, teilweise, weil sie unter funktionalem oder digitalem Analphabetismus leiden, teilweise weil sie zu den am schlimmsten leichtgläubigen Arten gehören: der faule Leichtgläubige, Diejenigen, die sich nicht die geringste Mühe machen, nachzuprüfen, dass dieses lange und detaillierte Dokument nicht alles schriftlich enthält und überhaupt nicht alles aussagt, was Herr. Minutella schreibt es ihm zu.

Herr.. Minutella richtet sich an die unwissenden, leichtgläubigen Menschen, von denen viele, zum Beispiel im Triveneto, Sie sind kulturell und kirchlich unwissend, aber gleichzeitig sind sie voller Geld.

Während ich verkündete: „Ich erfinde nichts“, Herr.. Stattdessen erfindet Minutella alles, manipuliert und lügt schamlos, vor allem die Unwissenheit ausnutzen.

Das Dokument von Arbeitsinstrument ist in sechs Sprachen übersetzt und für jeden sichtbar Offizielle Website des Heiligen Stuhls. Gehen Sie einfach hin und lesen Sie es, um zu verstehen, wie und mit welcher bösen Absicht Herr. Minutella erfindet alles, was nie gesagt oder geschrieben wurde. Tatsächlich enthält ein Arbeitstool Fragen, Fragen und Diskussionsthemen zu den unterschiedlichsten Themen. Diejenigen, die Fragen und Arbeitsthemen mit Antworten verwechseln, oder noch schlimmer mit Berechtigungen oder neuen Regeln, von beiden schließt das eine das andere aus: oder er kennt das paroxysmale Ausmaß nicht, Oder es ist völlige Bösgläubigkeit.

Es gibt Leute, die betrogen werden, aber es gibt Menschen, die verlangen, getäuscht zu werden, Sie suchen nur jemanden, der sie betrügt. So sehr, dass es manchmal so ist, wenn sie in Schwierigkeiten geraten, Um christliches Mitleid mit ihnen zu empfinden, muss man große Anstrengungen seines Herzens und Glaubens unternehmen.

Florenz, 3 August 2023

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Bischöflicher Segen des Priesters, der mit Urteil des Apostolischen Stuhls exkommuniziert und aus dem geistlichen Stand entlassen wurde

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