Dedicado àqueles que não têm memória: Mulheres nos escritórios da Curia já foram nomeados por João Paulo II e Bento XVI

Dedicado àqueles que não têm memória: Mulheres nos escritórios da Curia já foram nomeados por João Paulo II e Bento XVI

Não tivemos que esperar em todos os pontificados de Francesco e Leone XIV, Para ver mulheres e subir a subida para certos papéis. Damos saber para todos aqueles que, chegando ontem, Eles nem conseguem o outro ontem, com sua fraca memória histórica, embora presumindo que sejam conhecedores excessivos da Igreja Católica e seus órgãos governamentais.

— Os Resumos dos Padres da Ilha de Patmos —

.

Um problema de nossa contemporaneidade, fez grave e trato dramático da entrada na cena mundial de mídia social, É dado pelo fato de que as pessoas tendem a ter dificuldade em lembrar o que aconteceu ontem, Porque a memória histórica de muitas paradas ontem.

A religiosa Nicoletta Vittoria Spezzali nomeada em 2011 Subsecretário do dicastery para os religiosos de Benedict XVI

Uma discussão separada Eles merecem aqueles que precisam viver em agitação perene, criando inimigos para lutar por esse propósito, Usando a Igreja Católica e as disputas pseudo-teológicas e eclesiológicas como um elemento de explosão para suas piores neuroses, Embrulhado em pessimismo crônico escuro.

Atualmente, estão circulando julgamentos impiedosos sobre o novo pontificado que brincam assim: «Eu iludi, Você que se emocionou por Leone XIV, Aqui estão os resultados concretos: Ele nomeou uma secretária de mulher para o dicastery para religioso, Irmã Tiziana Merletti». O julgamento lapidário segue: «Leo xiv nada mais é do que um Francesco mais elegante, Mas a substância é a mesma, em vez de, Talvez seja ainda pior ".

Vale lembrar que as mulheres em certos escritórios de Curia Eles já foram nomeados sob os pontíficos de Paulo VI e João Paulo II (cf.. WHO). Não somente: Reinando o Augustus Pope Benedict XVI, Nesse mesmo dicastery, eles trabalharam como subsecretários do pai falecido Sebastiano Paciolla, Mônaco e Presbítero da Ordem Cisterciense, Canonista insignal e homem de profunda cultura teológica, Junto com irmã Nicoletta Vittoria Spezzali da congregação dos adoratizantes do sangue de Cristo. Não tivemos que esperar em todos os pontificados de Francesco e Leone XIV, Para ver mulheres e subir a subida para certos papéis. Damos saber para todos aqueles que, chegando ontem, Eles nem conseguem o outro ontem, com sua fraca memória histórica, embora presumindo que sejam conhecedores excessivos da Igreja Católica e seus órgãos governamentais.

Da ilha de Patmos, 28 Posso 2025

.

______________________

Queridos leitores, esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso conta bancária em nome do:

Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano

IBAN: IT74R0503403259000000301118

Para transferências bancárias internacionais:

Código SWIFT: BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação,

o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento: isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

.

.

.

.

 

De Francesco Le Lion XIV. O que o futuro vai se reservar para nós

De Francesco Le Lion XIV. O que o futuro vai se reservar para nós?

Desejamos que o padre Leone XIV seja ele mesmo, Não é mais Robert Prevost, exceto Pietro, Um curandeiro ferido, di ricostituire in salute la figura del dolce Cristo in terra e di saper guarire la Chiesa che vive in una situazione traumatizzata. Bisogna almeno provarci, anche senza riuscirci, ma provarci. Questo costituirà già un merito di grazia e di salvezza, attraverso quella logica del cristologico fallimento che nella gloria della croce risplende e vince il mondo.

- Notícias da Igreja -

.

Autor
Ivano Liguori, ofm. Boné.

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

.

Ad appena due settimane dall’elezione del Romano Pontefice Leone XIV non possiamo non notare nella Chiesa un clima di euforia generalizzata unita a quella sensazione di sollievo simile a colui che a fine giornata dismette le scarpe strette per mettersi comodamente in pantofole. Basta ripercorrere le immagini della Santa Messa di inizio pontificato per notare una piazza San Pietro molto affollata fino a tutta Via della Conciliazione, cosa che non accadeva da almeno un decennio a questa parte.

Erano presenti in molti. Non solo la gente comune ha voluto essere presente all’evento dell’inizio del ministero del nuovo Romano Pontefice ma anche diverse personalità di spicco provenienti da tutto il mondo hanno reso il loro omaggio, nutrendo in cuor loro la segreta speranza che il nuovo Capo della Chiesa potesse costituire un valido alleato politico e sociale nella scacchiera geopolitica attuale.

L’elezione di un Papa è qualcosa di straordinario, senza dubbio è un evento unico al mondo, che con una facile ironia avviene appunto a ogni morte di Papa”. E ainda, questa elezione in modo particolare si è caricata di numerose speranze e aspettative proprio per la singolarità del pontificato di Papa Francesco e di quella oggettiva eccentricità dell’uomo Jorge Mario Bergoglio di cui, Se for necessário, abbiamo parlato con dispiacere e talora imbarazzo su questa nostra rivista, sempre con rispetto ma soprattutto a “papa vivo”, al contrario degli “eroi” che solo oggi, a “papa morto”, sollevano perplessità, critiche e persino ironie. Da qui il realistico commento del nostro redattore canonista Padre Teodoro Beccia:

«A noi che dinanzi a certe sue innegabili stravaganze, all’occorrenza abbiamo criticato il Santo Padre Francesco a viso aperto, con garbo e rispetto, adesso toccherà il compito di difenderlo da morto da coloro che in vita lo hanno esaltato, sino a sprofondare in forme di vera e propria papolatria, ovviamente tutt’altro che disinteressata, avendo poi ottenuto quanto sperato in benefici, nomine e cariche ecclesiastiche».

Facciamo attenzione, dopo ogni elezione papale c’è da parte di molti commentatori e giornalisti l’uso smodato di quel sostantivo femminile che è “continuità”, termine che significa e indica la ripresa di quella linea di governo — fatta di tradizione, idéias, orientamenti e stili — che il defunto pontefice ha avuto nel suo governo della Chiesa e che il nuovo dovrebbe proseguire quasi come un lascito testamentario. A conferma del fatto, la maggior parte delle ultime previsioni sui possibili papabili vertevano tutte su profili simili al de cuius, così come insegna quella locuzione latina: Similes cum similibus. Ma la storia del papato e dei Conclavi riserva sempre sorprese e imprevisti.

Ricordo come nel 2005, alla morte di Giovanni Paolo II, l’elezione di Benedetto XVI fu salutata come un segno di grande continuità col Predecessore. Il tempo ha poi evidenziato come i due pontificati si sono dimostrati differenti sia per storia personale, sia per stili e temperamenti e che l’unica continuità riscontrabile è stata quella presente nel comando del Signore risorto a Pietro: «Pasci le mie pecore» (GV 21,17). Questi due Romani Pontefici sono stati accomunati dalla volontà di condurre la navicella della Chiesa e di pascere il popolo santo di Dio con fortezza e non senza i dolorosi calvari.

Questo per dire che regimentare un pontificato dentro aspettative personali ed eredità precedenti porta a delusioni e che la continuità che conta per un Papa è quella con Gesù Cristo e non con il suo predecessore, fosse anche un santo canonizzato. Questo è stato anche il pensiero che molti Cardinali hanno condiviso durante le ultime Congregazioni Generali in vista del Conclave ed è quello che in modo non tanto velato ha potuto esprimere anche il Cardinale Giovanni Battista Re durante la Santa Messa prima dell’ingresso in Conclave.

Tali riflessioni sparse sono positive perché ci aiutano a maturare nella conoscenza che un Papa va amato sia nel suo ministero che come figura ma allo stesso tempo siamo ugualmente convinti che il Papa, o que quer que seja, nella sua umanità fragile e fallimentare non è un estranho e quindi ha bisogno di tutto il sostegno e il consiglio possibile, perché siamo tutti passibili di quel fallimento che il nostro direttore Padre Ariel ha magistralmente espresso in un suo recente articolo (você vê WHO).

Il Consiglio è un dono dello Spirito Santo e non un compromesso umano, è quel dono che il Salmo 16 descrive così: «Il Signore mi ha dato consiglio, anche di notte il mio cuore mi istruisce» (Vontade 16, 7). Il compito di consigliare e istruire il sommo Pontefice spetta primariamente a Dio attraverso il Figlio ma anche attraverso il suggerimento, la saggezza e la mediazione del Sacro Collegio al quale spetta esercitare con generosità il dono del Consiglio verso la persona del Sommo Pontefice.

L’8 maggio, dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro, abbiamo potuto vedere un Pontefice affacciarsi con visibile commozione e consapevolezza del suo ruolo, le immagini televisive non potevano nascondere la commozione degli occhi e il nervosismo che increspava le labbra. Si è presentato al mondo da Pontefice, con l’aspetto proprio di un Pontefice, per chi desiderava vedere un Pontefice e non qualcos’altro. Quel dono del Consiglio avrà lavorato efficacemente nel cuore dei Cardinali in vista dell’elezione? Noi lo speriamo, ma desideriamo augurarci che continui a lavorare negli anni a venire sia nel Collegio Cardinalizio che dentro il Palazzo Apostolico. I presupposti sembrerebbero buoni — il condizionale è d’obbligo — fin dal momento in cui Leone XIV si è affacciato al balcone della loggia della basilica abbiamo potuto percepire la sua intenzionalità di ricentrare la Chiesa sulla persona di Cristo risorto e accompagnare tutti gli uomini all’interno di un cammino di consapevolezza pasquale.

Vogliamo coltivare la virtù teologale della speranza e nutrire una realistica fiducia, senza cadere in facili “anfibologie” complottiste o nella trappola di vedere nella mozzetta, nella stola pontificia e nella croce pettorale d’oro dei segni divisivi o polemici. La presenza di tali segni non è espressione di una farsa carnevalesca o di un retaggio rinascimentale, essi rappresentano gli elementi propri di un Papa e aiutano a delineare la sua figura ben chiara, che rispetta dei canoni che non sono modaioli o politici ma che si radicano dentro un linguaggio ben preciso e che significano realtà precise. A tutta quella gente che piace al mondo che piace, gioverà ricordare che è vero che l’abito non fa il monaco, tuttavia il monaco ha l’abito, che deve indossare e portare con dignità, quale segno visibile dell’ufficio al quale è chiamato a adempiere.

Il mondo della gente che piace, dipendente dai vari Veja e roupa si è scagliato contro Leone XIV per via del suo apparire smaccatamente come un Papa. Sui social tra i vari commenti, il più lusinghiero, sotto le varie notizie dell’elezione, foi: «non mi piace», e questo perché? Simples, da diverso tempo la figura del Papa e del papato è stata destrutturata e mortificata e questo non vuole essere un attacco al predecessore di Papa Leone XVI ma solo una lettura oggettiva. Con Papa Francesco abbiamo visto il successore del Beato Apostolo Pietro presentarsi al capolinea della sua esistenza terrena in carrozzina, com um poncho desfiada, con dei pantaloni approssimativi (forse anche con il catetere vescicale) così come uno dei tanti anziani della peggiore Residenza Sanitaria Assistita. Che cosa ha detto questo modo di apparire a quel mondo fatto della gente che piace? Nada, semplicemente nulla, non ci sono state levate di scudi perché l’obiettivo è apparso molto chiaro fin da subito, destrutturare l’anima del papato, normalizzarlo e forse portarlo ai minimi termini e Francesco è stato in questo l’uomo giusto al momento giusto, pedina inconsapevole (talvez?) ma anche uomo fragile che non ha avuto la capacità di farsi tutelare, guidare e difendere.

Penso che nessuno di noi gradirebbe portare in giro il proprio genitore anziano in condizioni di trasandatezza e di fragilità. Io che ho servito per diversi anni come cappellano ospedaliero conosco bene la realtà degli ambienti sanitari e assistenziali e posso garantire che l’ammalato, anche se allettato o terminale, non ha piacere di manifestare la sua fragilità fisica agli estranei, spesso anche con alcuni familiari, ma cerca sempre di conservare la propria dignità; Mas ainda, con Francesco è accaduto l’esatto contrario e di questo dobbiamo dispiacerci.

Altra particolarità di Leone XIV è stato presentarsi al mondo con le parole del Cristo risorto: «La pace sia con tutti voi», è la parola di Cristo che vince il mondo e il Papa non può che appoggiarsi sul Risorto e lasciare a lui la supremazia. Basterebbe questo saluto per poter individuare già un possibile cammino pastorale per il nuovo pontificato di Leone XIV. Un pontificato di rappacificazione che deve toccare diversi fronti: dalla più immediata Curia Romana insieme al presbiterio di Roma — ampiamente bistrattato — fino alle relazioni internazionali tra i popoli in cui la Santa Sede con il suo capo non può che dimostrare quella autorevolezza morale e materna per ricondurre l’uomo alla ragionevolezza.

Una riappacificazione necessaria, eu disse, che non può che partire dal riconoscimento di quelle ferite che sono presenti anche in seno all’immagine del papato attuale. O resto, lo stesso Beato Apostolo Pietro iniziò il suo ministero con ferite evidenti e un passato personale da ripacificare, questo è bene ricordarlo per sfuggire la mania della papolatria sempre in agguato.

Auguriamo al Beatissimo Padre Leone XIV di essere sé stesso, Não é mais Robert Prevost, exceto Pietro, Um curandeiro ferido, di ricostituire in salute la figura del dolce Cristo in terra e di saper guarire la Chiesa che vive in una situazione traumatizzata. Bisogna almeno provarci, anche senza riuscirci, ma provarci. Questo costituirà già un merito di grazia e di salvezza, attraverso quella logica del cristologico fallimento che nella gloria della croce risplende e vince il mondo. Chissà che la figura della Chiesa come ospedale da campo non si realizzi in pienezza nell’attuale pontificato. C’è chi vuole vedere il novello Pontefice come colui che ricondurrà alla tradizione, c’è chi lo vuole vedere come un continuatore dell’opera di Francesco, chi un conservatore nella forma ma un novello Bergoglio nella sostanza.

Per il momento vogliamo esercitare il dubbio inteso come esercizio della prudenza e sospendere il giudizio dentro la cornice di un sano realismo. Certo di piacerebbe rivivere quello che nel libro apocrifo degli Atos de Pedro è conosciuta come la tradizione del Quo Vadis. Gesù insegna a Pietro che a Roma un Papa ci può stare solo e soltanto se si lascia crocifiggere. E con questa consapevolezza noi vogliamo fin da ora piegare le nostre ginocchia e pregare per il Santo Padre. Viva o Papa!

Sanluri, 27 Posso 2025

 

.

Os livros de Ivano Liguori, para acessar a livraria clique na capa

.

.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

 

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

 

.





A verdadeira paz é de Cristo, não o dos pacifistas e os pacifondistas

Homilética dos Padres da ilha de Patmos

A verdadeira paz é de Cristo, NON QUELLA DEI PACIFISTI O DEI PACIFONDISTI

Lo Spirito è «l’attualità di Cristo» stesso, Mas não como uma simples lembrança da vida terrestre do Senhor. Sua atualização é aquela que nos torna "contemporâneos de Cristo" (Søren Kierkegaaard), assicurandone la sua permanente presenza nella Chiesa, come anche San Paolo afferma di Gesù, che rimane presente nella nostra esistenza come «spirito vivificante».

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

.

São Jerônimo, nel commento alla Lettera ai Galati, narra una vicenda forse leggendaria, di sicuro antica:

«Il beato Giovanni evangelista, enquanto que, fino alla vecchiaia avanzata, dimorava a Efeso e con difficoltà veniva trasportato in chiesa sulle mani dei discepoli ne era più in grado di dire molte parole, nient’altro soleva proferire in ciascuna riunione se non questo: “Figlioli, amatevi gli uni gli altri” (cf.. 1GV 3,11)».

Negli scritti giovannei è l’amore la cifra attorno alla quale l’evangelista condensa il mistero cristiano, come nelle parole che si leggono nel Vangelo di questa domenica. In esse ci viene rivelato qualcosa di grande e nello stesso tempo profondo, poiché dicono che grazie all’amore la Trinità abita in noi. Il Signore Risorto che non ci ha lasciati, in forma nuova, espiritual, continua a vivere in noi portandovi l’amore del Dio trinitario. Vamos ler.

"Naquela época, Jesus disse [seus discípulos]: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, Dou-vos a minha paz. Não como o mundo dá, I dar a você. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, Por que, quando avverrà, voi crediate”» (GV 14,23-29).

Nel contesto dell’ultimo incontro tra Gesù e i suoi, diversi discepoli gli rivolgono delle domande: Pietro em primeiro lugar (GV 13,36-37), poi Tommaso (GV 14,5), quindi Giuda Iscariota: «Senhor, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?» (GV 14,22). È una domanda che evidenzia, talvez, la sofferenza nei discepoli, contanto que, dopo l’avventura vissuta insieme a Gesù per anni, egli se ne va e sembra che nulla sia veramente cambiato nella vita del mondo. Una piccola e sparuta comunità ha compreso qualcosa perché Gesù si è manifestato a essa, ma gli altri non hanno visto e non vedono nulla. A cosa si riduce dunque la venuta del Figlio unigenito nella carne? Gesù allora risponde: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Il Signore Gesù non si manifesta al mondo che non crede in lui, che permane ostile senza riuscire ad amarlo: per avere, em vez de, la manifestazione di Gesù occorre l’amore. Quelle parole di Gesù sono sorprendenti perché spalancano l’orizzonte sull’inaspettata nuova abitazione del Signore in noi. Come sarà questa nuova presenza di Gesù nella comunità dei credenti? Essa sarà caratterizzata da due tratti fondamentali.

Em primeiro lugar, sarà una presenza interiore, espiritual: per mezzo di essa il Signore si manifesterà ai suoi discepoli. Fino ad allora Gesù è stato semplicemente «presso» di loro (v. 25). Partirà, Mas, senza lasciarli orfani, poiché Egli tornerà dai suoi (v. 18), e «in quel giorno», diz Jesus, faranno un’esperienza nuova: «voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi» (v. 20). Riconosceranno contemporaneamente che Gesù è nel Padre suo e che perciò non sarà da solo a venire verso il discepolo che ama: verranno Gesù e il Padre suo e dimoreranno (v. 23). Gesù si manifesterà nel mistero della sua inabitazione nel Padre suo. No entanto, afferma Gesù, quasi come un ritornello, questa condizione si verifica se il discepolo ama il Signore, secondo l’insegnamento che ha ricevuto da Lui (vv. 15.21.23.24). In questa osservanza esistenziale del precetto dell’amore, il discepolo finalmente riconoscerà che Gesù e il Padre dimorano in lui.

L’altro tratto fondamentale rivelato dalle parole di Gesù è che tutto questo non sarà possibile senza l’azione dello Spirito Santo. Come sopra rammentato Gesù era «presso» i discepoli (v.25), così pure lo Spirito era «presso» di loro (v.17), perché era in Gesù. Più avanti sarà «in» loro — ancora il v. 17: «Lo Spirito della verità, que o mundo não pode receber porque não vê e não sabe disso. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi» — perché il suo compito sarà quello di ricordare ai discepoli tutto quello che aveva detto loro Gesù e di insegnarlo dal di dentro: «vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (v. 26).

L’insegnamento del Paraclito coinciderà dunque con l’insegnamento interiore di Gesù: le sue parole diventeranno, nell’intimo dei discepoli, fiumi di acqua viva che susciteranno per loro e per la comunità cristiana una vita nuova: «Se alguém tiver sede, venha até mim, e deixe aquele que acredita em mim beber. Como diz a Escritura: Do seu ventre fluirão rios de água viva.". Isto ele disse do Espírito que aqueles que nele crêem receberiam: na verdade ainda não existia o Espírito, porque Jesus ainda não havia sido glorificado" (GV 7, 37-39). Attraverso l’interiorizzazione della parola di Gesù e per mezzo della presenza dello Spirito nei discepoli, Gesù stesso e con Lui il Padre, sarà nuovamente presente in loro. Però soltanto nello Spirito Paraclito sarà possibile «vedere» Gesù (GV 16,22-23); assim, attraverso uno sguardo nuovo, si scoprirà il suo mistero, come afferma anche Sant’Ambrogio: «Non con gli occhi del corpo, ma con quelli dello spirito si vede Gesù» (Expos. ev.sec. Lucas eu,5).

Di tale maniera, in un modo assolutamente imprevedibile, si compirà la promessa della inabitazione escatologica di Dio tra gli uomini (cf.. Zac 2,14: «Rallègrati, esulta, filha de Sião, Por que, lá, io vengo ad abitare in mezzo a te»). Così si esprime Sant’Agostino riguardo a questa nuova presenza divina che è trinitaria: "Lá, assim, che anche lo Spirito Santo, insieme al Padre e al Figlio, fissa la sua dimora nei fedeli, dentro di loro, come Dio nel suo tempio. Dio Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo vengono a noi quando noi andiamo da loro» (Tract. in Jo., PL 35, 1832).

Sappiamo che i tre principali autori del Nuovo Testamento che hanno scritto sullo Spirito Santo sono Luca, Paolo e Giovanni. Ma solo quest’ultimo dice che il Gesù storico dava lo Spirito. Secondo il quarto Vangelo l’attività dello Spirito consiste nel suscitare, approfondire o difendere, nel cuore dei discepoli, la fede in Gesù e di dare loro la conoscenza del Signore. Come giustamente è stato affermato: è in un quadro di rivelazione che si inserisce in San Giovanni la dottrina sullo Spirito Santo; e il quarto vangelo di continuo ci fa assistere alla rivelazione progressiva del rapporto sempre più intimo tra Gesù e lo Spirito. Se all’inizio Gesù si presenta come colui sul quale lo Spirito «rimane» — di lui, na verdade, il Battista dice: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui» (GV 1, 32) — in seguito Egli lo dona, em vez de, al momento della «sua ora» ne diviene la fonte. Dopo la risurrezione Gesù chiederà al Padre di mandare lo spirito di verità (GV 14, 16-17) che sarà un altro Paraclito. Dallo Spirito è ormai assicurata alla Chiesa la permanenza e l’efficacia della rivelazione di Gesù. Pelo contrário, para João, lo Spirito è «l’attualità di Cristo» stesso, Mas não como uma simples lembrança da vida terrestre do Senhor. Sua atualização é aquela que nos torna "contemporâneos de Cristo" (Søren Kierkegaaard), assicurandone la sua permanente presenza nella Chiesa, come anche San Paolo afferma di Gesù, che rimane presente nella nostra esistenza come «spirito vivificante» (1CR 15,45).

Do Eremitério, 24 Posso 2025

.

.

Caverna de Sant'Angelo em Maduro (Civitella del Tronto)

 

.

Visite as páginas de nossa loja livro WHO e apoie nossas edições comprando e distribuindo nossos livros.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

Leone XIV. Um começo estrondoso entre a mídia de massa, Comunicação e paz

Leone XIV. UN INIZIO RUGGENTE TRA MASS MEDIA, COMUNICAZIONE E PACE

Abbiamo ascoltato parole profetiche, que não são apenas endereçados a profissionais da informação, Mas para cada um de nós. Porque todo mundo, hoje, Nós nos comunicamos. Nós fazemos isso na família, No trabalho, sui sociais, em comunidades. E ogni parola, ogni immagine, ogni silenzio… è un frammento di cultura, è una scelta di pace o di conflitto. Il Papa ci ha detto che «la pace comincia da come guardiamo, ascoltiamo, parliamo degli altri».

 

Autor:
Gabriele Giordano M. Scardocci, o.p.

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

Sembra che, almeno inizialmente, il mondo cattolico abbia accolto con attenzione e speranza le parole del nuovo Romano Pontefice, Leone XIV, specialmente nei suoi primi discorsi.

foto di Domenico Cippitelli European Affairs, edição de 12.05.2025

Por exemplo, rivolgendosi ai giornalisti convenuti a Roma per il Conclave, il Santo Padre ha lanciato un messaggio di profonda semplicità e straordinaria rilevanza: un invito pressante ad abbracciare una «comunicazione disarmata», autentica e costruttiva, capace di edificare ponti di pace in un’epoca segnata da divisioni e conflitti. Questo appello non è rivolto solamente ai professionisti dell’informazione, ma a ogni uomo e donna, chiamati a riflettere sul potere trasformativo delle parole e sul loro impatto nella creazione di un futuro più sereno per l’intera umanità. Vorrei un poparlare di alcuni spunti che il Santo Padre ha avviato nella mia personale riflessione teologica e condividerli con tutti voi.

«Beati gli Operatori di Pace»: Il Fondamento Teologico. L’appello di Papa Leone XIV alla comunicazione di pace affonda le sue radici nel cuore del Vangelo. Il suo discorso si è aperto con una potente citazione della beatitudine: «Beati gli operatori di pace» (MT 5,9). Questa non è una semplice esortazione, ma una promessa di felicità e una definizione di coloro che sono veramente figli di Dio. Il Successore di Pietro ha chiarito che la pace di Cristo non è un’assenza di conflitto o il risultato della sopraffazione, ma un «dono che guarda alle persone e ne riattiva la vita». È una pace fatta di riconciliazione, perdono e del coraggio di ricominciare.

In questa luce, la comunicazione disarmata si rivela uno strumento essenziale per costruire attivamente questa pace dinamica e trasformativa. Le nostre parole hanno il potere di sanare ferite, di ricostruire relazioni spezzate e di infondere speranza in coloro che l’hanno perduta. Ser “operatori di pacenel nostro comunicare quotidiano significa quindi rispondere a una chiamata divina, contribuendo attivamente alla realizzazione del Regno di Dio sulla terra.

Un Appello Speciale ai Giornalisti: Custodi della Verità e Seminatori di Pace. Il Sommo Pontefice Leone XIV ha rivolto un’attenzione particolare ai giornalisti, agli operatori di Mass Media, riconoscendo il loro ruolo cruciale nel plasmare l’opinione pubblica e nel raccontare la complessità del nostro tempo. Li ha ringraziati per il loro servizio alla verità, specialmente in momenti delicati come il Conclave. No entanto, a questo riconoscimento si accompagna una chiara esortazione alla responsabilità. Egli ha chiesto ai giornalisti di abbracciare una «comunicazione di pace», rifuggendo da un linguaggio aggressivo e dalla logica della «guerra delle parole e delle immagini». Un momento particolarmente toccante del discorso è stato il ricordo dei giornalisti incarcerati per aver cercato e riportato la verità. Papa Leone XIV ha espresso la solidarietà della Chiesa e ha chiesto la loro liberazione, sottolineando come solo un popolo informato possa compiere scelte libere e consapevoli. Desta forma, il Pontefice non solo riconosce il ruolo fondamentale dei media, ma li investe di una missione etica di primaria importanza nella costruzione di una società più giusta e pacifica.

L’Intelligenza Artificiale: potenziale immenso che richiede discernimento. Nel suo sguardo attento alle sfide del mondo contemporaneo, Papa Leone XIV ha posto una particolare ed iniziale attenzione il tema dell’intelligenza artificiale. Ha riconosciuto il suo «potenziale immenso», capace di trasformare la comunicazione e di offrire benefici all’umanità. No entanto, ha anche sottolineato la necessità di un «discernimento» e di una «responsabilità» condivisa nel suo utilizzo, affinché questo strumento rimanga al servizio del bene comune e non diventi «disumano».

Questo richiamo evidenzia la consapevolezza della Chiesa di fronte alle rapide evoluzioni tecnologiche e la sua volontà di guidare queste trasformazioni con saggezza e attenzione ai valori fondamentali della dignità umana. La tecnologia, assim, non è vista come una minaccia, ma come un nuovo «spazio da evangelizzare con intelligenza e amore».

La tecnologia finalizzata alla carità sfugge alla algocrazia: al potere degli algoritmi di elaborare dati per controllare le menti e gli uomini. Una IA è macchina lavoratrice per l’uomo che in Dio cerca l’amore. Non c’è logica di controllo e di dominio, ma servizio.

«Noi Siamo i Tempi»: L’Esortazione di Sant’Agostino alla Responsabilità Personale. A conclusione del suo discorso, Papa Leone XIV ha citato una frase di Sant’Agostino di grande profondità: “Vivemos bem, e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi». Questa affermazione ci ricorda che non siamo semplici spettatori del nostro tempo, ma protagonisti attivi nella sua costruzione. La qualità del tempo che viviamo è direttamente connessa al modo in cui viviamo, alle nostre scelte, alle nostre parole.

Questo richiamo alla responsabilità individuale è particolarmente significativo nel contesto dell’appello alla comunicazione di pace. Ogni volta che scegliamo di comunicare con verità, amore e rispetto, contribuiamo a rendere i tempi «buoni». Non dobbiamo attendere passivamente un futuro migliore, ma impegnarci nel presente per costruirlo attraverso le nostre azioni e il nostro modo di relazionarci con gli altri.

La Comunicazione come Creazione di Cultura e Atto di Carità. La visione di Papa Leone XIV sulla comunicazione va oltre la semplice trasmissione di informazioni. Egli la considera uno strumento potente per la creazione di una cultura di dialogo, di incontro e di pace.1 Il Pontefice ha affermato che «la comunicazione, na verdade, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto». Nesta perspectiva, l’atto di comunicare diventa quasi una «missione», una «forma di carità».

Questo eco del pensiero del suo predecessore, Papa Francisco, che ha più volte sottolineato l’importanza di «disarmare la comunicazione» e di costruire una «cultura dell’incontro», ci invita a considerare la comunicazione non come un’attività neutrale, ma come un impegno morale e spirituale che ha il potere di edificare ponti di fraternità e di diffondere i valori del Vangelo nel mondo.

Un Cammino Insieme Verso la Pace. Un cammino verso la pace di Cristo ci insegna che anche parlare è una missione, è una forma di carità. Então o que, como diz o Papa: disarmiamo la comunicazione… e costruiamo pace. Questo è solo l’inizio di un cammino che Papa Leone XIV ci invita a percorrere insieme: quello della comunicazione disarmata, evangelica, vera.

Abbiamo ascoltato parole profetiche, que não são apenas endereçados a profissionais da informação, Mas para cada um de nós. Porque todo mundo, hoje, Nós nos comunicamos. Nós fazemos isso na família, No trabalho, sui sociais, em comunidades. E ogni parola, ogni immagine, ogni silenzio… è un frammento di cultura, è una scelta di pace o di conflitto. Il Papa ci ha detto che «la pace comincia da come guardiamo, ascoltiamo, parliamo degli altri». Questa è una rivoluzione spirituale. Un cambio di sguardo che può trasformare le nostre relazioni, le nostre parrocchie, i nostri ambienti di lavoro. Non si tratta di essere «buonisti», ma di essere «buoni secondo il Vangelo», capaci di uno stile che non urla, non aggredisce, ma semina fiducia.

Então o que, quale comunicazione vogliamo costruire? Una comunicazione che difende la verità con amore, che non è ideologica né superficiale, ma profonda e libera. Una comunicazione «che non separa mai la verità dalla carità», come dice san Paolo. Una comunicazione che sa farsi voce di chi non ha voce, che non si lascia sedurre dal potere, ma sceglie la debolezza della Croce come linguaggio di salvezza.

Il Santo Padre Leone XIV ci parla anche della «tecnologia», e in particolare dell’intelligenza artificiale, che definisce uno «strumento immenso». aqui também, non si tratta di avere paura, ma di esercitare «discernimento». L’evangelizzazione passa anche da questi nuovi spazi: ma deve farlo con sapienza, custodendo la dignità della persona. E poi … quel passaggio finale, così agostiniano: «Noi siamo i tempi». Non dobbiamo aspettare tempi migliori. «Siamo noi a renderli tali», ogni volta che scegliamo la verità, il perdono, a esperança.

Então vamos nos perguntar, realmente, con sincerità: «quali tempi vogliamo costruire oggi nel mondo?» Un tempo di paura o di fiducia? Un tempo sterile o generativo? Il Papa ci chiede di essere «testimoni di una cultura nuova», di una Chiesa che non si chiude ma dialoga, che non combatte ma accompagna, che non impone ma illumina. Una Chiesa che comunica pace perché vive di pace. E anche noi, vogliamo camminare in questa direzione: offrire contenuti che nutrano la fede, che costruiscano una comunità pensante e orante, capace di abitare il mondo con lo stile del Vangelo.

Ricordiamolo sempre: «per andare in Paradiso, dobbiamo cominciare a costruirlo insieme, qui e ora». Facciamolo insieme a Papa Leone.

santa maria novela em Florença, 22 Posso 2025

.

.

Inscreva-se em nosso canal Jordânia a clube teológico dirigido por Padre Gabriele clicando na imagem

 

OS ÚLTIMOS EPISÓDIOS ESTÃO DISPONÍVEIS NO ARQUIVO: WHO

.

Visite as páginas de nossa loja livro WHO e apoie nossas edições comprando e distribuindo nossos livros.

.

.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

O início do Ministério da Petina de Leone XIV e o desencanto de um velho sacerdote que espera, mas não iluda - o início do Ministério da Petrina de Leo XIV e o desencanto de um velho sacerdote que espera, mas não é iludido

(Texto em inglês depois do italiano)

O início do Ministério Petrine de Leone XIV e o desencanto de um velho padre que espera, mas não ilumula

Deus abençoe o pontífice romano, Já que nessa condição de desastre poderia fazer pouco ou nada. Mas, antes de uma situação desesperada como a nossa, tendo tentado mesmo sem ter sucesso, já constituirá mérito de graça e salvação, Através da glória do fracasso cristológico, Porque o futuro e o renascimento lento e doloroso da igreja serão jogados sobre a busca pela unidade. assim: boa falha, Padre Leone 14.

- Notícias da Igreja -

.

artigo em formato de impressão PDF – Formato de impressão de artigo em PDF

.

 

Na frente de um pontífice romano que é digno, a uma liturgia pontificada decente, pois eles não foram vistos por uma década, para um quadrado San Pietro Gremita, Depois de anos de triunfos de quadrados e igrejas cada vez mais vazias, Entre o tumulto de jubilações dos laicistas das reivindicações internacionais que elogiaram o "papa revolucionário", Quando ele ouviu um pontífice romano que fala medindo cuidadosamente as palavras através de discursos elaborados sobre conteúdo doutrinário e teológico, pelo menos, deve me levar a se alegrar com o entusiasmo. sim, Eu também posso me alegrar, Mas eu não posso me alegrar, nem estar entusiasmado.

O Santo Padre Leo XIV herda a situação de incâncenidade de uma igreja que estagna em uma condição irreversível de declínio e que há muito tempo supere o limiar de nenhum retorno, Eu vou dizendo e escrevendo de 15 anos (cf.. WHO e WHO). Claro, mais que pouco, Minhas palavras contam para nada. Imagine, Perdemos o hábito de ouvir a Palavra de Deus, Depois de fazer o que queríamos, entre manipulações e exegese surreal de conveniência, O que jamais contará o pensamento de um Sr. Nothing e um Sr. Nenhum como eu? Ainda mais eu sinto vontade de dizer: Se o Santo Padre consegue fazer apenas algo, Isso não será muito, mas muito.

Um homem sozinho não pode mudar as coisas, Nem mesmo Francesco d'Assisi conseguiu nele, Também por esse motivo, no fim da vida, ele estava se escondendo de Verna. E pouco depois, Boaventura da Bagnoregio, Elimine as crônicas e biografias anteriores elaboradas por Tommaso da Celano, fornece para inventar uma lenda dourada para uso eclesial, político e social, Tão complicado foi a figura do verdadeiro Francis, o Real (cf.. Eu me refiro a este artigo WHO). Isso tenta novamente que não queremos os santos, que são quase sempre figuras complexas, Não é fácil de ler, muitas vezes provocativo e até irritante; Queremos a candela Santini para o uso do denso exército dos fiéis Beotes, Aqueles corações que nós, padres, sempre olhamos para nós de educar, pois seria conveniente em virtude da missão confiada a nós por Cristo. De fato, se tivéssemos educado e formado os fiéis, Isso teria terminado de ver nossos defeitos acima de tudo, nossas sérias contradições, Ao entender que nós, sacerdotes, somos a versão atualizada e pior dos fariseus antigos antes do qual Cristo instou os crentes dedicados a fazer o que ensinaram, Não o que eles fizeram em sua experiência diária (cf.. MT 23, 1-10), reprovação -os para carregar nos ombros do povo dos pesos insuportáveis ​​que eles nunca teriam tocado, mesmo com um dedo (cf.. LC 11,46).

O carro da igreja não trabalha há décadas, O motor está gasto. Os Vipers permanecerão no lugar, Eles já reciclaram pulando dentro de alguns dias na carruagem do novo vencedor. Toque ou remova em um curto período de prelados que mudaram a cúria romana em uma associação clerical com o criminoso no estilo da máfia, Seria imprudente e perigoso. Qualquer mudança requer reflexão cuidadosa, prudência e tempo, Especialmente hoje que o Santo Padre não pode confiar em elementos de valor com os quais trabalhar. Seu antecessor colocou em todos os principais lugares da Cúria Romana Ruffiani e Delatori, Na melhor hipótese de assuntos medíocres, quase sempre sobrecarregado por problemas morais, Tanto que é, portanto, chantageado e controlável em um sistema perverso e pervertor, Portanto, gerenciável e, se necessário.

O nível da formação de padres Ele se abaixou nos últimos anos para níveis horríveis, Nos seminários, crescemos gerações de padres desmamados com o leite em pó das emoções dos corações, Em seguida, alimentando -os com os homogênios dos sociologismos. Infimal, níveis doutrinários, Teológico e pastoral. Agora é quase prático ouvir padres que durante as homilias conseguem atravessar três heresias mortais ao longo dos primeiros minutos, Sem nem perceber.

Eu tento exercitar a virtude teológica da esperança (I Coríntios 13.13), Mas olhando para mim confundindo com a ilusão. Nos limiares de 62 anos de idade, sou um velho sacerdote desiludido, Cada vez mais retirado e distante de todas as voltas e círculos eclesiais e eclesiásticos que ao longo dos anos foram o pior mal com malícia diabólica. Várias vezes tive que me defender de falsas acusações ligadas aos fatos que nunca aconteceram, Ações nunca concluíram, Para as coisas nunca disseram e nunca pensaram. Vou seguir para me defender até que eu queira querer e força, Acima de tudo enquanto valer a pena, Porque às vezes ele nem merece se defender do falso.

Estou totalmente desiludido, enquanto segue a esperança, Porque eu tenho fé. É de fato com a fé e a esperança que a virtude da caridade possa ser exercida. Não sei se sou realista de uma maneira objetiva ou se minhas dores e muitas humilhações sofreram durante toda a vida sacerdotal tornam minha análise estragada no que também é real e incontestável, Isso vai dizer o tempo. Desilusão é a doença mais grave que é encontrada na estação da velhice, É uma doença tão séria que é chamada de crônica como um distúrbio, Portanto, incurável. Devemos aceitar serenamente tudo ao tirar da velhice, Entre os vários elementos bonitos que podem nos dar, A aceitação desses limites pessoais que às vezes a vida nos coloca na frente de nossos fracassos.

Os corações emocionais latejantes seriam invejados com a "fé" feita de estrelas, por Efebiano Cristo e Fotoshoppati e de Madonine lânguido que vagam pelo mundo pelo mundo para distribuir mensagens e segredos de Tremebondi para os vários vés de si mesmo. Em vez, Eu que vivi 38 anos no mundo secular antes de começar a treinar para o sacerdócio e se tornar um padre 46 anos, Apesar de ter viajado e conheceu homens e mulheres das culturas e sociedades mais diferentes, Não tenho lembrança de ter conhecidos assuntos ruins em qualquer lugar, cruel e mal como aqueles que conheci na igreja dentro do clero católico. Posso, Na minha vida secular, Eu conheci humanos que eram ruins, covardes, mentirosos e traidores como certos sacerdotes, que não são poucos, Como uma alma escandalizada, Pia teria respondido ao me acusar de permanecer em tremendas generalizações. E quanto mais você sobe para a escala hierárquica, mais maldade, a covardia, A mentira e a traição aumentam no nível quando você chega a bispos e cardeais.

Leone XIV não é Mago Merlin, Na mão, ele segura a Ferula, se necessário, ou bastão pastoral, não a varinha mágica. Vai tentar fazer e, certamente, FARà, Mas não será capaz de fazer muito nesta igreja não é mais reduzido mesmo em uma prostituta, Para usar a expressão do santo bispo e doutor da Igreja Ambrogio, que a chamou "whore casto», isto é, "sagrada e prostituta". Hoje a igreja é reduzida a um círculo grotesco de ácido checche, Pobre e incapato ao máximo de poder, drogas de poder e colocadas em todas as salas de controle, A partir da cúria romana localizada no país com a maior porcentagem de gays em todo o mundo: Estado da Cidade do Vaticano.

Antes do mistério de Cristo e do sofrimento humano Devemos nos perguntar completamente no que a vida eterna consistiria, exceto na recuperação de tudo o que esquecemos, considerado inútil ou perdido em nossa vida terrena de acordo com o princípio da recapitulação:

«[…] isto é, o design de recapitular todas as coisas em Cristo, que estão nos céus e as coisas na terra " (Ef 1, 1-10).

Em algumas páginas, escrevi o manifesto do meu fracasso consumido como homem e como sacerdote, sentimento nisso associado ao de Cristo não aceito (cf.. GV 1,11) traída (cf.. LC 22,48) e abandonado (cf.. MT 26,56). E tal continuaria sendo o Cristo: Uma falência sensacional, Se a ressurreição dele não tivesse intervindo, para o qual todos nós falhamos cristológicos, fomos feitos participantes. É de fato a ressurreição de Cristo e nossa ressurreição em Cristo que mudam a perspectiva do fracasso e a mudam em uma etapa de passagem, Em um grande momento de graça, Em uma porta de acesso para a vida eterna.

Deus abençoe o pontífice romano, Já que nessa condição de desastre poderia fazer pouco ou nada. Mas, antes de uma situação desesperada como a nossa, tendo tentado mesmo sem ter sucesso, já constituirá mérito de graça e salvação, Através da glória do fracasso cristológico, Porque o renascimento lento e doloroso da igreja será reproduzido na busca pela unidade (cf.. WHO). assim: boa falha, Padre Leone 14.

Da ilha de Patmos, 18 Posso 2025

.

______________________________________

THE BEGINNING OF THE PETRINE MINISTRY OF LEO XIV AND THE DISENCHANTMENT OF AN OLD PRIEST WHO HOPES BUT IS NOT DELUDED

God bless the Roman Pontiff, since in this condition of disaster he could do little or nothing. no entanto, in the face of a desperate situation like ours, having tried even without succeeding will already constitute a merit of grace and salvation, through the glory of Christological failure, because the slow and painful rebirth of the Church will be played out entirely on the search for unity. Assim sendo: happy failure, Most Blessed Father Leo XIV.

- Notícias da Igreja -

.

Before a Roman Pontiff who presents himself with dignity, before a decorous pontifical liturgy like we haven’t seen in a decade, before a crowded St. Praça de Pedro, after years of triumphs of increasingly empty squares and churches, amid the jubilation of the secularists of the international left who praised the “revolutionary pope,” hearing a Roman Pontiff who speaks carefully measuring his words through speeches elaborated on doctrinal and theological content, at the very least, should induce me to rejoice with enthusiasm. sim, I can also rejoice, but I cannot rejoice, nor be enthusiastic.

The Holy Father Leo XIV inherits the cancerous situation of a Church that is stagnant in a condition of irreversible decadence that has long since passed the threshold of no return, I have been saying and writing for 15 anos (Vejo AQUI e AQUI). Claro, more than a little, my words count for nothing. Imaginar, we have lost the habit of listening to the word of God, after having done what we wanted with it, between manipulations and surreal exegeses of convenience, what could the thought of a Mr. Nothing and a Mr. Nobody like me count for? All the more reason I feel like saying: if the Holy Father manages to do just a little, it will not be much, but a lot.

One man alone cannot change things, not even Francis of Assisi succeeded, which is also why he hid at the end of his life at La Verna. And shortly after, Boaventura da Bagnoregio, having eliminated the previous chronicles and biographies written by Tommaso da Celano, proceeded to invent a golden legend for ecclesiastical, political and social use, so complicated was the figure of the true Francis, the real one. This proves the fact that we do not want Saints, who are almost always complex figures, not easy to read, often provocative and even irritating; we want candle holy cards for the dense army of the faithful childish, that we priests have always been careful not to educate as would be appropriate by virtue of the mission entrusted to us by Christ. If in fact we had educated and trained the faithful, they would have ended up seeing first of all our defects, our serious contradictions, understanding that we priests are the updated and worsened version of the ancient Pharisees before whom Christ exhorted devout believers to do what they taught, not what they did in their daily lives (Vejo MT 23:1-10), reproaching them for placing unbearable burdens on people’s shoulders that they would never have touched even with a finger (Vejo Página 11:46).

The Church machine has not worked for decades, the engine is worn out. The vipers will remain in place, they have already recycled themselves by jumping on the bandwagon of the new winner in a matter of days. Touching or removing in a short time armies of prelates who have transformed the Roman Curia into a mafia-style clerical criminal association would be imprudent and dangerous. Any change requires careful reflection, prudence and time, especially today when the Holy Father cannot rely on valuable elements with which to work. His Predecessor has placed in all the key positions of the Roman Curia sycophants and informers, in the best case mediocre subjects, almost always burdened by moral problems, so much so that they are therefore blackmailable and controllable in a system that is now perverse and perverting, therefore manageable and, se necessário, usable to harm others and spread the metastases of evil throughout the ecclesial body.

The level of priestly training has dropped to horrible levels in recent years, in seminaries we have raised generations of priests weaned on the powdered milk of the emotions of little hearts, then nourished with the homogenized baby food of sociologisms. The doctrinal, theological and pastoral levels are very low. It is now almost common practice to hear priests who during homilies manage to enunciate three heresies in the space of the first few minutes, without even realizing it.

I try to exercise the theological virtue of hope (I Coríntios 13.13), but I am careful not to confuse it with illusion. On the threshold of 62 years of age I am an old disillusioned priest, increasingly withdrawn and distant from all the ecclesiastical and ecclesiastical circles and circles that over the years have brought me the worst harm with diabolical malice. I have had to defend myself several times from false accusations related to facts that never happened, to deeds never done, to things never said or even thought. I will continue to defend myself as long as I have the will and strength, especially as long as it is worth it, because sometimes it is not even worth defending oneself from falsehood.

I am totally disillusioned, even though I continue to hope, because I have faith. It is in fact with faith and hope that one can exercise the virtue of charity. I do not know if I am objectively realistic or if my pains and the many humiliations suffered throughout my entire priestly life make my analysis of what is real and incontrovertible flawed, time will tell. Disillusionment is the most serious illness encountered in old age, it is such a serious disease that it is defined as chronic disorder, therefore incurable. We must serenely accept everything, taking from old age, among the various beautiful elements that it can give us, the acceptance of our personal limits that life sometimes puts before us together with our failures.

One would envy the emotional hearts and their “faith” made of little stars, of ephebic androgynous photoshopped Christs and of languid Madonnas who wander chattering around the world distributing messages and secrets to the various self-styled seers. Instead, I who lived 38 years in the secular world before beginning my training for the priesthood and becoming a priest at 46, despite having traveled and met men and women from the most diverse cultures and societies, I have no memory of having met anywhere such bad, cruel and wicked individuals as those I have met in the Church within the Catholic clergy. Never, in my secular life, have I met human beings who were bad, cowardly, liars and traitors like certain priests, who are not at all few, as some scandalized pious soul would hasten to retort accusing me of indulging in terrible generalizations. And the higher you go up the hierarchical ladder, the more wickedness, cowardice, lies and betrayal increase when you reach bishops and cardinals.

Leo XIV is not Merlin Magician, in his hand he holds theferula”, or pastoral staff, not the magic wand. He will try to do and, certainly, he will do, but he will not be able to do much in this Church no longer even reduced to a whore, to use the expression of the Holy Bishop and Doctor of the Church Ambrose who defined it as “whore casto”, ou “holy and whore”. Today the Church is reduced to a gay circle grotesque; an army of evil and vengeful gays to the maximum power, drugged with power and placed in all the rooms of command, starting from the Roman Curia located in the nation with the highest percentage of gays in the world: the Vatican City State.

Faced with the mystery of Christ and human suffering, we must ask ourselves what eternal life would consist of, if not in the recovery of everything we have forgotten, considered useless or lost in our earthly life according to the principle of recapitulation:

«to be put into effect when the times reach their fulfillment to bring unity to all things in heaven and on earth under Christ» (Eph 1, 1-10).

In a few words I have written the manifesto of my failure as a man and as a priest, feeling associated in this with that of Christ who was not welcomed (Vejo Jh 1:11), betrayed (Vejo Página 22:48) and abandoned (Vejo MT 26:56). And Christ would have remained such: a resounding failure, if his resurrection had not intervened, in which all of us Christological failures, have been made participants. It is in fact the resurrection of Christ and our resurrection in Christ that changes the perspective of failure and transforms it into a stage of transition, into a great moment of grace, into a door of access to eternal life.

God bless the Roman Pontiff, since in this condition of disaster he could do little or nothing. no entanto, in the face of a desperate situation like ours, having tried even without succeeding will already constitute a merit of grace and salvation, through the glory of Christological failure, because the slow and painful rebirth of the Church will be played out entirely on the search for unity. Assim sendo: happy failure, Most Blessed Father Leo XIV.

From the Isle of Patmos, Posso 18, 2025

.

______________________

Queridos leitores, esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso conta bancária em nome do:

Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano

IBAN: IT74R0503403259000000301118

Para transferências bancárias internacionais:

Código SWIFT: BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação,

o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento: isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

.

.

.

.

 

Mais do que "boa noite" e "bom almoço", precisávamos de um leão que nos lembrasse de "aceitar a Cristo sem condição"

Mais do que "boa noite" e "bom almoço", precisávamos de um leão que nos lembrasse de "aceitar a Cristo sem condição"

O papa Leo em sua primeira homilia já nos lembrou que devemos aceitar a Cristo sem condição, Embora essa verdade seja considerada pelo mundo e pela poderosa coisa absurda, Continua sendo a única maneira de caminhar dos cristãos e pagar o ministério petrino que vem de Pietro para nós hoje.

— Atualidades pastorais —

.

Autor
Ivano Liguori, ofm. Boné.

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

.

O sagrado colégio cardeal Por alguns dias, ele deu à igreja um novo pontífice: Leone XIV. Por católicos e consagrados, Queremos e esperamos que essa escolha pesada tenha sido - se não realmente guiada - pelo menos inspirada pelo Espírito Santo daquela maneira misteriosa com que Deus é capaz de orientar o mundo e os eventos, Mesmo aqueles que claramente parecem negar sua ação e presença.

No meu artigo recente (cf.. WHO) Eu já tive a oportunidade de explicar o papel do Espírito Santo dentro do grande ritual do conclave, Certamente a ação do Espírito de Deus permanece na maioria das vezes misteriosa para o homem e, portanto, é difícil querer ter a reivindicação de um controle e desprezar todas as sutilezas que o Espírito Santo cruza na vida de nós, homens, Incluindo essa permissão para erro e até o pecado de que o homem se torna a oportunidade de redescobrir a graça divina.

Como não lembrar, sobre isso, Apenas o apóstolo Pietro No momento de sua negação, Um momento de grande tragédia e infidelidade, Diante de todas as experiências de fé que Pedro teve a oportunidade de ver com Jesus nos três anos de vida pública. Como Pietro pode reembolsar o professor depois de ter amor e lealdade perjinando? Com aquelas palavras pesadas como chumbo: "Eu não o conheço". E se Pietro tentar negar a Cristo, Cristo, no entanto, conhece Peter bem e seu coração e por esse motivo ele ora e o convida com antecedência no caminho de volta:

«Simone, Simone, lá: Satanás procurou você para examiná -lo como trigo; mas eu orei por você, para que sua fé não falhe. E você, uma vez convertido, confirme seus irmãos" (LC 22,31-32).

Desses dois versículos do evangelho de Luca O convite para a conversão e o retorno do apóstolo é fundamental. Jesus quase parece dizer a Pietro que sua tarefa de orientar a fé e o chefe do Colégio Apostólico e a Igreja não pode ignorar a capacidade de uma conversão contínua e um retorno em si mesmo no qual existe o mesmo Cristo de esperar por ele. Como não ver nisso aquele olhar penetrante de Cristo para Pedro após sua negação. Aquela aparência cheia de misericórdia que penetra na alma, «No homem interior», onde Pietro finalmente reconhece a verdade na verdade. E a verdade é que Pietro é tão só quando ele sabe ser "Kephas»Que, em seu significado original, que nossos irmãos cristãos orientais sabem dar - mais do que nós, ocidentais, estamos acostumados a interpretar - significa pedra instável e trêmula. Você é Pietro, você é uma pedra instável até encontrar estabilidade em Cristo, que é a pedra de canto, Até você confiar no comando dele para jogar as redes quando estiver no dia inteiro e pastar sua pecorelle, Até você se lembrar que Cristo pede que você o ame e você só pode oferecer a ele seu pobre bem.

Tendo diante dos olhos da fé A pessoa do abençoado apóstolo Pietro, Podemos legalmente nos perguntar que Pope será Leone XIV? Pessoalmente, não quero anunciar o Cristo ressuscitado e que a fé da Páscoa é proposta todos os dias ao mundo. Esta é a coisa mais urgente hoje na igreja e no mundo. Os problemas estão lá, Reformas são necessárias, A paz é um grito para sempre invocar, O diálogo, Recepção e relacionamentos políticos e internacionais são coisas boas, mas sem a solidez de Christ Corner Stone, nada disso salva e retorna esperança ao homem. Nesta dança da liberdade humana, O homem Robert Francis Prevost terá que desaparecer, Para finalmente dar lugar ao papa Leone XIV, que com fadiga e sofrimento terá que se tornar transparente para que Cristo se manifeste nele.

Por fiéis cristãos Somos chamados a abandonar imediatamente os fãs coloridos Papolar a “Eu gosto disso”, “Eu não gosto” que equipara o santo pai a um líder político ou para um influência com suas próprias ideologias e suas próprias comitiva Poder. Todas essas coisas não podem manter à prova da fé do apóstolo Pietro que confessa:

«Senhor, para quem iremos nós? Tu tens palavras de vida eterna; Nós acreditamos e sabemos que você é o santo de Deus " (GV 6,68-69).

Pope Leone em sua primeira homilia (cf.. nosso artigo WHO) Ele já nos lembrou que devemos aceitar a Cristo sem condição, Embora essa verdade seja considerada pelo mundo e pela poderosa coisa absurda, Continua sendo a única maneira de caminhar dos cristãos e pagar o ministério petrino que vem de Pietro para nós hoje.

Outra coisa a evitar e não esperar É fazer do Papa Leo XIV um emulo de pontíficos anteriores, Ele não é um Francesco, um abençoado, A João Paulo II: Ele é leão. Viver em nostalgia, com a cabeça endereçada ao passado, até que o deck rígido não pertence a cristãos. A nostalgia é o terreno fértil em que as facções divisivas dos tradicionalistas nascem, de progressistas, dos situavacantistas e outras maneiras patológicas de ser e sentir que eles se opõem e sufocam a verdadeira fé da Páscoa.

Ajude hoje em dia as várias tentativas de puxar o papa para a Mozzetta Para trazê -lo para o seu lado - eclesial e político - é um show impróprio e infantil. O tempo será capaz de nos dar o pulso deste novo pontificado no qual o Espírito Santo - assim como aquela bela família de gaivotas que fizeram o ninho perto do comignolo sistino - será supervisionar que o barco da igreja não é definitivamente afundado pelas ondas.

Sanluri, 12 Posso 2025

 

.

Os livros de Ivano Liguori, para acessar a livraria clique na capa

.

.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

 

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

 

.





A partida fundamental do futuro e o novo papado são tocados na unidade da igreja

A partida fundamental do futuro e o novo papado são tocados na unidade da igreja

Significativamente a luz histórica da Saraffia detecta impossibilidade, depois de 12 anos de pontificado, Para entender um legado do papa Francisco, isso não é o de mera confusão.

- Os convidados da ilha de Patmos -

Autor
Antonio Caraglio
avvocato

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

.

O entretenimento de informações de meios de comunicação social, Após as previsões do toto-nomino papal, Agora está concentrado na determinação das características da personalidade vencedora: Leone XIV.

O supremo pontífice Leone XIV em uma visita pastoral à região dos Andes peruanos na época em que ele era bispo de Chiclayo

As reformas do antecessor continuarão? Vai confirmar suas aberturas? Como o caminho sinodal será concluído? É moderato? É progressivo? É um pouco de um e um pouco o outro? É misericordioso para os migrantes? Ele vai concordar com Donald Trump? Tais perguntas seguem principalmente declarações que soam como um slogan, funcional para marcar uma aparência de implantação em vez de uma visão substancial, espiritualmente significativo.

Em particular, está perdido à vista, Na minha opinião, A correspondência fundamental que se apresenta ao papa: A unidade da igreja. A questão exata é: Qual unidade? Ou, Como esta unidade deve ser concebida? Como deve ser interpretado? Como deve ser recusado?

Cardeal Giovanni Battista re, na homilia do Missa para escolher um pontífice romano a 7 Posso, Ele havia declarado:

"A unidade da igreja queria Cristo; uma unidade que não significa uniformidade, mas firme e profunda comunhão na diversidade, Enquanto você permanecer em plena lealdade ao evangelho ".

Comunhão na diversidade: Mas quando a diversidade ameaça a comunhão? e quando, em vez de, É uma uniformidade indevida ameaçar a riqueza da diversidade legítima? Re refere -se a "plena lealdade ao evangelho": Este é o critério oposto. Mãe, em verdade, a pergunta, mais do que resolver, parece se mover: como determinar, na verdade, a "plena lealdade ao evangelho"?

É o mesmo tema que haviam enfrentado o cardeal Ratzinger na homilia do Missa para escolher um pontífice romano a 18 abril 2005. Nesta homilia, que marcará o programa do pontificado por Benedict XVI, Ratzinger determinou com precisão o critério unitário: a verdade, cuja última dimensão é o mesmo filho de Deus, medida do verdadeiro humanismo. E coragem caíra o significado de tal critério no contexto ideológico do relativismo dominante. Sem elusivos e infinidade. Com honestidade intelectual.

Com o pontificado de Francesco, em vez de, Um paradigma diferente da unidade eclesial foi imposto: Um paradigma jesuíta.

Eu encontrei uma ilustração significativa deste paradigma Em uma conversa do jornalista Ross Douthat com seu pai jesuíta James Martin S.J.. sobre o legado do papado acabou de terminar (vedere video-intervista del 26.04.2025 WHO). Douthat destaca como o caráter dramático do pontificado de Francesco foi determinado pelo esforço de mudar o ensino e a prática da igreja em uma série de questões difíceis e controversas, Como a possibilidade de católicos divorciados e se casar novamente para acessar a Comunhão Eucarística, A possibilidade de as mulheres se tornarem diáconos ou até padres, A possibilidade de abençoar casais do mesmo sexo. Até que ponto Francesco se esforçou para essas questões? martinho, Em primeira instância, Ele diz que esse tipo de temas "queimando" tinha um caráter secundário para o papa em relação à proclamação do evangelho. Segundo, Ele diz que Francesco "foi o mais longe possível". A este respeito, diz como o papa, Em um de seu encontro pessoal de 23 Outubro 2024 como delegado do sínodo, estava preocupado com a "unidade da igreja" devido à "resistência" de sub -arbitária na África, da Europa Oriental e até dos Estados Unidos. "E repetiu várias vezes que a unidade é mais importante do que esses conflitos. Então eu acho que ele tentou abrir a porta para a discussão sobre alguns desses problemas sem quebrar a igreja ".

Em uma inspeção mais detalhada, o que o relatório de Martin caracteriza Sobre as preocupações de Francesco é a relação particular entre a unidade eclesial e a verdade. Aparentemente em seu discurso, ele parece não operar um conceito vinculativo de verdade. Mas, na realidade, uma verdade é afirmada. Uma verdade que parece não vincular, Mas quem confere uma direção. Uma verdade implícita, Data para Assupot, que assume uma posição para uma abertura indefinida sobre os controversos problemas propostos. Uma verdade criticamente não temática, teologicamente emancipado, isto é, ele priva de um sério confronto com os dados bíblicos, pelo menos reduzido a uma referência genérica à misericórdia. É uma verdade não vinculativa? não é realmente. É uma verdade criticamente desengatada, mas politicamente vinculativa, aquele, não surpreendentemente, enfrenta as diferentes posições (e logicamente incompatível) como "resistência".

Em uma dimensão semelhante, não há espaço para um diálogo autêntico, Mas se alguma coisa para mediação, para acomodação. Como se houvesse força e interesses em jogo. Unidade eclesial, assim, Não se baseia na verdade. Não é baseado, Para retomar as palavras de Ratzinger, no "Filho de Deus, medida do verdadeiro humanismo ". Unidade é uma composição de forças, Por último, fundado no poder supremo do papa, cujo papel vicarial é diluído, para destacar sua personalidade em vez disso.

À luz desse paradigma jesuíta da unidade eclesial O caráter autoritário e contraditório do papado jesuíta é explicado, frequentemente detectado pelos observadores mais sensíveis. Na perspectiva de tal concepção de unidade eclesial, na verdade, contradições não têm problema: Eles podem coexistir. Mesmo que as contradições venham do próprio papa: Não é a verdade que é unidade, Mas seu poder supremo. O preço dessa configuração foi, no entanto, muito salgado. Significativamente a luz histórica da Saraffia detecta impossibilidade, depois de 12 anos de pontificado, Para entender um legado do papa Francisco, isso não é o de mera confusão. O, no máximo, a promoção de algumas políticas, Muito, Muito detalhado, Sobre o assunto da imigração em massa e economia política que, em vez de, Eles teriam solicitado o reconhecimento de um pluralismo saudável de posições.

Definitivamente, O novo curso do papado de Leone XIV será determinado pela maneira como ele interpreta, À luz da lição deste último 12 anos, unidade eclesial e seu relacionamento com a verdade. Seu lema episcopal "in the One Unum" e sua formação agostiniana Bode. Que Deus enviou para nós bom.

Trieste, 12 Posso 2025

 

 

 

.

Visite as páginas de nossa loja livro WHO e apoie nossas edições comprando e distribuindo nossos livros.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

A primeira homilia de Leone Xiv foi uma continuidade harmoniosa com a tradição da igreja

A primeira homilia de Leone Xiv foi uma continuidade harmoniosa com a tradição da igreja

A missão é urgente, Porque a falta de fé geralmente traz dramas, como a perda do significado da vida, O esquecimento da misericórdia, A violação da dignidade da pessoa em suas formas mais dramáticas, a crise da família e muitas outras feridas das quais nossa sociedade sofre e não um pouco. Este é o mundo que nos é confiado […]

- Topicalidade eclesial -

Autor Teodoro Beccia

Autor
Teodoro Beccia

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

Pode parecer presunçoso Pare a homilia do supremo pontífice Leone XIV, pronunciado em sua primeira aparência pública real, O Santo Mass Pro Ecclesia comemorou com os cardeais que participaram do conclave de sua eleição.

O supremo pontífice Leone XIV em sua primeira vista para a loggia central da arcibasílica papal de San Pietro

Ou pode ser simplesmente lindo Aprimore este primeiro ato do novo bispo de Roma, imaginando, sem ir muito longe da verdade, Que essas palavras que ele declarou para comentar sobre o evangelho realmente resolvido por seu coração, são os dele, meditado no curto espaço de tempo obtido entre o impacto da eleição, A emoção da apresentação ao público e ao mundo e a este primeiro compromisso público. Ser, como veremos, Eles parecem um programa para a igreja que começou a presidir, A figura para a qual ele vai querer se mover e mesmo de que maneira ele sente que está envolvido.

Referindo -se a uma leitura pessoal da bela homilia papal (WHO), Eu só quero sublinhar três aspectos.

O primeiro e mais importante é a referência a Cristo. Pode parecer redundante sublinhado: de quem um pontífice deveria falar se não for de Jesus? Mas o fato de ele mencionar imediatamente, No início, aparecendo da Loggia Central da Basílica de San Pietro e agora aqui em sua primeira homilia, é significativo. Ele disse que as palavras de Pietro se lembram do Evangelho «você é o Cristo, o Filho do Deus vivo " (MT 16,16) Eles expressam "em resumo a herança que, por dois mil anos, a igreja, Através da sucessão apostólica, manter, aprofunda e transmite. Jesus é Cristo, o Filho do Deus vivo, isto é, o único salvador e o detector do rosto do pai ". Leo XIV é colocado, assim, em continuidade com a tradição da igreja, Assim como seus antecessores recentes fizeram. João Paulo II com seu: "Open, De fato, abra a porta e para Cristo "; Professor em sua primeira homilia. Pope Benedetto, que escalou o mistério do Senhor com sua inteligência e ensinou a igreja a reconhecê -lo e o papa Francisco que nos ajudou a ver seu rosto em todos, especialmente o mais pobre. E de Christ Pope Leone traça o Identikit:

«Para se tornar perto e acessível aos homens, Ele se revelou a nós aos olhos confiantes de uma criança, na mente animada de um jovem, nas características maduras de um homem (A alegria e esperança, 22), até que pareça para o seu, Após a ressurreição, Com seu corpo glorioso. Assim nos mostrou um modelo de humanidade sagrada que todos podemos imitar, juntamente com a promessa de um destino eterno que excede todos os limites e capacidade ".

O segundo aspecto Que eu quero sublinhar a homilia papal é precisamente a referência à santidade. Ele vê isso como um presente, mas também como um caminho de transformação pessoal e comunitária. Santidade que excede méritos e limites porque antecipa nosso nascimento (cf.. Fornece 1,5) E graças ao renascimento batismal, ele nos lidera e nos faz participar da missão de Cristo. Uma tarefa que envolve o papa em primeira mão e depois toda a igreja: «Cidade colocada na montanha (cf. Ap 21,10), Arca da salvação que navega pelas ondas da história, Farol que ilumina as noites do mundo. E isso não tanto graças à magnificência de suas estruturas ou pela grandeza de seus edifícios ..., Quanto à santidade de seus membros, daquele "pessoas que Deus comprou porque me proclamam as admiráveis ​​obras dele, que chamou você da escuridão à sua maravilhosa luz " (1PT 2,9).

Afinal, Uma terceira razão Eu gosto de prender da homilia do santo pai: a comparação com o mundo, incluindo o eclesial um dos crentes. O Papa diz:

“Não é uma pergunta trivial, de fato, diz respeito a um aspecto importante do nosso ministério: a realidade em que vivemos, com seus limites e potencialidade, suas perguntas e suas crenças ".

Como aconteceu nos dias do Senhor As respostas para a pergunta dele, "Pessoas, Quem disse que ele é o filho do homem?», Eles pareciam incompletos e palitos, Então, mesmo hoje, o mundo frequentemente entende mal a mensagem cristã devido ao excesso de suficiência ou saliência. E ainda, O papa diz:

«Precisamente para isso ... a missão é urgente, Porque a falta de fé geralmente traz dramas, como a perda do significado da vida, O esquecimento da misericórdia, A violação da dignidade da pessoa em suas formas mais dramáticas, a crise da família e muitas outras feridas das quais nossa sociedade sofre e não um pouco. Este é o mundo que nos é confiado, no qual, Como o Papa Francisco nos ensinou muitas vezes, Somos chamados a testemunhar a fé alegre em Jesus Salvatore. Portanto, para nós também, É essencial repetir: "Tu és o Cristo, o Filho do Deus vivo " (MT 16,16).

Como lemos, ele se lembra do tema da missão, Que ele havia feito na noite anterior, Com vista para a loggia principal da Basílica do Vaticano (WHO).

Mas a missão também se volta para os crentes, já que eles podem correr o risco de adaptar o evangelho e a imagem de Cristo às suas visões pessoais. Estas são as palavras do pontífice: «Ainda hoje não faltam os contextos em que Jesus, Embora apreciado como um homem, é reduzido apenas para um tipo de líder carismático ou super -homem, E isso não apenas entre os não -crentes, mas também entre muitos batizados, quem acaba vivendo assim, Nesse nível, No ateísmo factual ".

Nas últimas linhas da homilia O Santo Padre lembra a importância do relacionamento pessoal com Cristo, No compromisso de um caminho diário de conversão e lembra toda a igreja para viver o pertencimento ao Senhor, trazendo todos às boas notícias de todos.

Finalmente, o Santo Padre fala de si mesmo. Faz isso citando a carta aos romanos do pai apostólico Ignazio da Antioquiia, Para definir sua tarefa e papel de bispo da igreja que está em Roma, chamado a presidir a igreja universal em caridade. E sempre relatando as palavras de Sant'ignazio:

«Então eu realmente serei um discípulo de Jesus Cristo, Quando o mundo não vê meu corpo " (Carta aos Romanos, 4, 1).

Conclui sua intervenção homilética como esta:

"Referiu -se a ser devorado pelos amarros no circo - e assim aconteceu -, Mas suas palavras lembram em um sentido mais geral um compromisso indispensável para qualquer pessoa na igreja exerce um ministério de autoridade: desaparecer porque Cristo permanece, Fique pequeno para ele ser conhecido e glorificado (cf. GV 3,30), Passe todo o caminho porque ninguém está perdendo a oportunidade de conhecê -lo e amá -lo. Deus me dá essa graça, hoje e sempre, Com a ajuda da terna intercessão de Maria Mãe da Igreja ".

A homilia termina quando começou, com referência a Cristo. Vale lembrar as citações usadas pelo Papa Leo nesta intervenção litúrgica. A carta de Sant'ignazio de Antioquia para os Romanos, acima, Nove referências a músicas do Novo Testamento e apenas um dos velhos. Depois, há duas citações do conselho, retirado dos dois documentos que falam da igreja: La lâmpada de gental e esperança e esperança.

Uma intervenção, foi dito no início, o que pareceria programático, Portanto, saindo para esperar uma continuação que possa ser lucrativa para a igreja. Eu acredito que o papa não apenas espera a espera, mas também o apoio da oração e a colaboração efetiva dos crentes.

Velletri de Roma, 11 Posso 2025

.

.

Visite as páginas de nossa loja livro WHO e apoie nossas edições comprando e distribuindo nossos livros.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 de Roma -Vatico
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

A França despertou e, em vez do ídolo do leigo, ele corre em direção à fonte batismal

Homilética dos Padres da ilha de Patmos

LA FRANCIA S’È DESTA E ANZICHÈ VERSO L’IDOLO DELLA LAICITÉ CORRE AL FONTE BATTESIMALE

Nelle lettere inviate ai vescovi dai giovani francesi battezzati questa Pasqua in età adulta, Eles falam primeiro de tudo de uma jornada pessoal, frequentemente iniciado na infância. «Os cristãos não nascem, si diventa» scriveva Tertulliano, al quale fa eco Sant’Agostino: «non è la generazione che fa cristiani, ma la rigenerazione».

.

artigo em formato de impressão PDF

 

.

Ha suscitato stupore e gioia la notizia che durante le recenti Veglie Pasquali nelle chiese di Francia oltre 17000 persone hanno ricevuto il Battesimo.

Al di là del dato o di altre considerazioni che però esulano questo scritto, riporto soltanto un’informazione che emerge dai giovani di quel gruppo di battezzati: nelle lettere da loro inviate ai vescovi, Eles falam primeiro de tudo de uma jornada pessoal, frequentemente iniciado na infância. «Os cristãos não nascem, si diventa» scriveva Tertulliano, al quale fa eco Sant’Agostino: «non è la generazione che fa cristiani, ma la rigenerazione»; infatti già nei tempi antichi il processo di catecumenato era lungo e in alcuni casi poteva durare diversi anni. Assim, sempre fin dall’antichità, il periodo pasquale, scandito dalle sue domeniche, era divenuto il tempo della mistagogia, utile cioè a introdurre i neo battezzati nei misteri più profondi della vita cristiana. Per questo a loro, come agli altri cristiani, veniva offerto un cibo più solido, come quello contenuto nel testo evangelico di oggi, porzione del famoso capitolo 10 St John, che presenta Gesù Buon Pastore. Come è stato scritto: «Nessuna immagine di Cristo nel corso dei secoli è mai stata più cara al cuore dei cristiani di quella di Gesù buon Pastore» (A.J. Simonis). Leggiamo il brano di questa Domenica:

"Naquela época, Jesus disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (GV 10, 27-30).

Per comprendere un po’ questi appena quattro versetti dobbiamo inquadrarli nell’insieme più ampio della sezione che va dal capitolo 7 o capítulo 10 do Evangelho de João, onde há. Gesù gravita attorno al Tempio per l’occasione della festa dei Tabernacoli (GV 7,14). Abbiamo quindi un’unità di spazio, il Tempio di Gerusalemme, e di tempo, la festa che durava otto giorni, in particolare la metà della festa e soprattutto l’ultimo giorno della stessa che comprende la sezione più lunga dei capitoli giovannei (GV 7,37-10,21) con all’interno la promessa dell’acqua viva dello Spirito, la rivelazione di Gesù luce del mondo, la guarigione del cieco nato e il discorso, precisamente, sul Buon Pastore. Infine l’ultima parte del capitolo 10, che interessa i nostri versetti, si colloca sempre nel Tempio della città santa, ma per un’altra festa, quella della Dedicazione, tre mesi dopo gli eventi sopra elencati. Gesù si sta rivelando al mondo, ma in perenne contrasto con esso, in particolare coi giudei. E poiché a partire dall’esilio quelle feste avevano assunto una connotazione messianica ed escatologica il discorso sul Buon Pastore serve a Gesù per far capire il senso della sua opera messianica.

Dapprima Gesù definisce se stesso come «la porta delle pecore», una metonimia utilizzata per comunicare che Egli è effettivamente il nuovo recinto per le pecore ed il nuovo tempio. A differenza di quelli che lo hanno preceduto, in particolare di coloro che incarnano un falso messianismo, sia religioso che politico, quello di Gesù va nella direzione dell’amore verso le pecore. Con Gesù non sono asservite a nessuno, per questo le pecore «non li hanno ascoltati» quelli venuti prima (v. 8); possono uscire e soprattutto entrare attraverso di Lui, per avere vita, una vita che Egli come Figlio condivide in una perfetta e profonda comunione con il Padre. A questo punto Gesù dice di se stesso, marcando ancora di più il discorso: «Io sono il Buon Pastore» (v. 11).

Il tema del pastore, riservato al nuovo Davide, arriva dall’Antico Testamento dove diviene un elemento della speranza escatologica. Ezechiele infatti fa dire al Signore: «Susciterò per loro un pastore che le pascerà, il mio servo Davide. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore» (este 34,23). E l’aggettivo «Buono, Kalos», non ha qui una connotazione morale, quasi una qualità soggettiva di Gesù, perché ovunque nel quarto Vangelo si riferisce alle opere di Gesù (v. 32.33 e GV 2,10: il vino buono delle nozze di Cana) e cioè lo caratterizza per ciò che porta agli uomini. Gesù è il Buon pastore perché «depone» (v.17-18) la sua vita per le pecore e instaura con esse rapporti nuovi di conoscenza reciproca: l’aggettivo mira dunque a mettere in luce l’opera salvifica compiuta dal Pastore messianico.

Senza esagerazione si può affermare che tutto il capitolo sul Buon Pastore e quindi anche i versetti del Vangelo di questa Domenica costituiscono una vera e propria sintesi della teologia giovannea. Quel che colpisce è che questa teologia non è esposta solo in un discorso astratto o teoretico, ma prende avvio da una situazione storica e concreta della vita di Gesù. La situazione storica è quella della rivelazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme durante la celebrazione di una festa solenne che si conclude con la guarigione del cieco nato che porterà ad una discriminazione degli uomini di fronte a Gesù. Da una parte i credenti, rappresentati dal cieco, guarito da Gesù; dall’altra i giudei che hanno respinto la luce del mondo. Il discorso sul Buon Pastore è un parlare simbolico attraverso il quale Gesù lascia intendere che sta conducendo fuori dal recinto del giudaismo le sue pecore, alcune appartenenti a quell’ovile ed altre verranno in seguito, i cosiddetti gentili, al fine di costituire un nuovo gregge, la comunità messianica.

Seu, Jesus, sarà la porta delle pecore, quella che da accesso alla salvezza e sarà il Buon Pastore che comunica la vita in abbondanza. La docilità delle pecore nei confronti del Pastore è espressa dalle parole «ascoltano la mia voce». Questa formula riceve qui un senso più profondo rispetto a quello di una semplice attenzione come poteva essere al v. 3 dell’inizio, poiché esprime la futura docilità delle pecore, ormai uscite dal recinto, verso il pastore Gesù che le condurrà. Nel corso della Passione Gesù dirà che per ascoltare la voce si deve «essere dalla verità» (GV 18,37) e la ragione di ciò è ovvia: la docilità delle pecore verso il Pastore è infatti un frutto della fede, è essenzialmente ormai una realtà della Chiesa dei tempi messianici.

Queste pecore sono «sue», hanno dunque una relazione speciale con Lui, intessuta di libertà, ed Egli le conosce e questa reciproca conoscenza è a immagine di quella esistente fra Gesù ed il Padre (vv.14-15). Non si tratta di una conoscenza in senso greco, ti tipo intellettuale, ma biblico, ovvero relazionale ed esistenziale. Conoscere nella Bibbia vuol dire avere dell’oggetto un’esperienza concreta e conoscere qualcuno significa entrare il rapporti personali con lui. Qui si parla della relazione e dell’intimo possesso di Gesù delle sue pecore: «Il Signore conosce i suoi» (2Tim 2,19). Solo qui, per due volte nel capitolo 10 St John, si dice che Gesù conosce i suoi per significare che questa particolare «intelligenza» è una conoscenza di amore in virtù della quale Gesù invita i suoi a seguirlo ed essa si esprime nel dono della vita eterna, che non inizierà dopo la morte, ma già da ora. I discepoli conoscono Gesù e la loro conoscenza scaturisce dalla loro fede in Lui (cf.. GV 14,7.9). Poiché essa implica la comunione con Cristo e, grazie a Lui, con il Padre, costituisce l’essenza stessa della «vita eterna», della partecipazione alla vita stessa di Dio (GV 17,3). Già all’inizio del Vangelo Giovanni Battista aveva detto di Gesù: «Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa» (GV 3,35); ora qui è Gesù stesso che afferma delle pecore sue: «nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Così la nuova comunità non è più un recinto del tipo di quello che le pecore hanno abbandonato, ormai è una comunione, consiste nella conoscenza reciproca tra le pecore ed il Pastore, nei loro rapporti personali con Lui, e, tramite Lui, con il Padre. E poiché l’opera compiuta dal Figlio non è che l’esecuzione della volontà del Padre, dobbiamo affermare che il Padre stesso è contemporaneamente origine e termine di tutta l’opera della salvezza.

Siccome ho parlato, a proposito di questo capitolo di San Giovanni, di sintesi teologica, possiamo affermare senza dubbio che la figura del Buon Pastore riunisce qui nel Vangelo temi di cristologia, ecclesiologia e soteriologia che si richiamano a vicenda, ma tuttavia è la cristologia a operare l’unità di tutto l’insieme. Si vede ancora una volta come l’insieme del quarto Vangelo ha come fondamentale centro di interesse la persona del Cristo.

Do Eremitério, 11 Posso 2025

.

.

Caverna de Sant'Angelo em Maduro (Civitella del Tronto)

 

.

Visite as páginas de nossa loja livro WHO e apoie nossas edições comprando e distribuindo nossos livros.

.

______________________

Queridos leitores,
esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso
conta bancária em nome do:
Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Para transferências bancárias internacionais:
Código SWIFT:
BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação, o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento:
isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

«Nós no Vaticano, Aqui no Vaticano…». Os burros silerianos na cadeira e as fissuras anal

«Nós no Vaticano, Aqui no Vaticano ... ". Os burros silerianos na cadeira e as fissuras anal

senhor Eu não posso ficar em silêncio É como um professor com a varinha nas mãos da caça pelo menor erro dos outros, quem está sentado no vaso e, Embora sentado, Está errado e faz isso, Exceto para dar ignorante e incompetente a outros […]

- Realidade -

.

 

Mais assédio das lacerações à mucosa anal causada pelas fissuras, senhor Eu não posso ficar em silêncio e seu anônimo blogghettari, Alias ​​«nós no Vaticano, Aqui no Vaticano ... ", Nas últimas semanas, eles deram o melhor de si mesmos na distribuição de licenças de «incompetente, ignorante, analfabeto, ladrões de salário ... »e assim por diante [cf.. WHO].

Alvos privilegiados de seus ataques incessantes Eu estou Paolo Ruffini, Prefeito do dicastery para comunicações, Andrea Tornielli, Diretor da mídia do Vaticano, Matteo Bruni, Diretor da sala de imprensa da Santa Sé.

Não é a primeira vez que o dispensador do professor de insultos Ele então se senta no banheiro, Estou errado, objetivo e faz tudo de fora, como neste caso:

«Robert Francis Prevost, Agora Papa Leoa XIV, Ele fez um gesto que expressa seu devoção Para o santo bispo da hipóna, Augustine, Fundador da Ordem ai que se consagrara " [cf.. WHO].

Santo Agostinho, No século Aurelio di Tagaste, viveu entre 354 e a 430, Como o bispo favoreceu a fraternidade e as formas de vida comum entre os membros do clero como servos de Deus, Mas ele nunca fundou nenhuma ordem religiosa. No início do ano, mil circulavam há algum tempo, três regras atribuídas a Sant'agostino: a Regula o consensor, a Regula Antes de todos meus queridos irmãos, a Adesos de propaganda acordos, nenhum dos quais foi reconhecido como autêntico, bastante obtido de vários escritos e sermões hipponados. Esses “regras antigas” Eles são, portanto, autênticos quanto as obras do Pseudo-dionigi areopagita olá Doação constantiniana. Os agostinianos, nomeado como inspirado pela espiritualidade e teologia agostinianos e certamente não porque Sant'Agostino fundou um pedido, Eles nascem canonicamente em 1244, Oito séculos após a morte do santo bispo e doutor da igreja, Seguindo a união em um único Fraternitas de eremitas espalhados por Tuscia; União promovida pelo cardeal Riccardo Annibaldi della Molara, Com a aprovação do supremo pontífice Innocenzo IV sancionado com a bolha Isso afunda a 16 dezembro 1243. Só então começaremos a falar sobre a ordem agostiniana, No 1244.

A lenda da PIA - mas é precisamente o lendário - que traça as origens da ordem em Sant'Agostino, Portanto, é tão confiável quanto a tese peregrina dos proponentes dos neocolásticos decadentes que justificarem a filosofia de Aristóteles colocada por St. Thomas Aquinas na base especulativa de seu pensamento, Eles vieram inventar que o filósofo das estações não estava pagando como se pensava, Porque ele havia percebido e intuído a Cristo quatro séculos antes da encarnação da Palavra de Deus (!?).

Para a velha amiga Andrea Tornielli, Paolo Ruffini e Matteo Bruni, Eu fiz uma pergunta muito pessoal: Como orto? Eles responderam para fazê -lo em pé na frente do banheiro. Nesta posição, pode ser isso, Apesar da melhor atenção, Algumas pequenas gotas saem sem querer, Quando você gerencia uma máquina de mídia internacional complexa que com o Frenetic Times publica em dezenas de idiomas notícias que se seguem rapidamente, Às vezes, tornando o erro humano inevitável, fiscalização, ou a própria notícia que, uma vez dado, pode exigir ser integrado ou correto. Em vez, um professor com uma varinha nas mãos do menor erro dos outros, quem está sentado no banheiro e, Embora sentado, Está errado e faz isso, exceto para dar aos outros do ignorante, Incompetentes e até assuntos que abusam do título de teólogos sem dizer, É dificilmente justificável; Ela não é ela e eles não são os envenenados que insultaram em seu blog sem colocar seu rosto e nome lá, escondido, Como todos os covardes, por trás do anonimato.

Da ilha de Patmos, 10 Posso 2025

.

Nossos artigos anteriores:

– 31 Março 2025 — L'ast Perla di Silent eu não posso: "A responsabilidade do comum sobre os padres encarnados"? Então deixe o dinheiro caçar em cardeais e bispos: Por Angelo Scola a seguir ... (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 29 Março 2025 — Semperidade do proposto di silencioso eu posso: DAL “HOMBRE VERTICAL” AI “PIGLIANCULO” E “QUAQUARAQUÀ” DI LEONARDO SCIASCIA (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 21 Março 2025 — SILERE NON POSSUM E LA STORIA DI QUELLA SARTINA CONVINTA DI POTER DARE LEZIONI DI ALTA MODA A GIORGIO ARMANI (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 12 fevereiro 2025 — O gambá é o conhecimento do Vaticano, pois Henger está em castidade e, como seu falecido marido Riccardo Schicchi está trabalhando Confissões De Santo Agostinho (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 15 Janeiro 2025 — NAS FRONTEIRAS CLERICAIS COM A REALIDADE: A MULHER SOFRE DE INVEJA FREUDIANA DO PÊNIS, O gambá da inveja de MATTEO BRUNI DIRETOR DA SALA DE IMPRENSA DA SANTA SÉ (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 20 Janeiro 2025 — O gambá ignora que uma freira pode facilmente se tornar governador do estado da cidade do Vaticano, Como já era Giulio Sacchetti (Para abrir o artigo Clique QUeu)

– 22 novembro 2024 — A NOMEAÇÃO EPISCOPAL DE RENATO TARANTELLI BACCARI. QUANDO VOCÊ É AFETADO PELO CÂNCER DE FÍGADO, COBRAM NO ATAQUE AQUELES QUE NÃO PODEM FICAR EM SILÊNCIO (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 31 Posso 2024 — NOTA DO PADRE ARIEL NO SITE NÃO POSSO FICAR EM SILÊNCIO: «TÃO irritante quanto um ouriço-do-mar dentro da sua cueca» (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 8 dezembro 2023 — QUEM É MARCO FELIPE PERFETTI REFERENDO-SE À DECLARAÇÃO DO SITE NÃO POSSO FICAR EM SILÊNCIO «AQUI NO VATICANO… NÓS NO VATICANO…», SE VOCÊ NÃO PODE NEM PÔR OS PÉS NO VATICANO? (Para abrir o artigo Clique WHO)

– 14 Outubro 2023 — O ARCABOT EMÉRITO DE MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI MORRE: A PIEDADE CRISTÃ PODE APAGAR A TRISTE VERDADE? (Para abrir o artigo Clique WHO)

 

______________________

Queridos leitores, esta revista exige custos de gestão que sempre enfrentamos apenas com suas ofertas gratuitas. Aqueles que desejam apoiar nosso trabalho apostólico podem nos enviar sua contribuição pela maneira conveniente e segura PayPal clicando abaixo:

Ou se preferir, você pode usar o nosso conta bancária em nome do:

Edições A ilha de Patmos

Agência n. 59 De Roma – Vaticano

IBAN: IT74R0503403259000000301118

Para transferências bancárias internacionais:

Código SWIFT: BAPPIT21D21

Se você fizer uma transferência bancária, envie um e-mail para a redação,

o banco não fornece seu e-mail e não poderemos enviar uma mensagem de agradecimento: isoladipatmos@gmail.com

Agradecemos o apoio que deseja oferecer ao nosso serviço apostólico.

Os Padres da Ilha de Patmos

.

.

.

.

.

.

.

.

.