Gabriele Giordano M. Scardocci
Da Ordem dos Pregadores
Presbítero e Teólogo

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Padre Gabriel

Aborto, o novo dogma do nosso tempo com o grito de liberdade, Igualitário, fraternidade …

L’ABORTO, IL NUOVO DOGMA DEL NOSTRO TEMPO AL GRIDO DI LIBERTÈ, EGALITÈ, FRATERNITÈ …

Per la morale cattolica che discende dal Vangelo e dalla viva tradizione della Chiesa, nonché dalla riflessione razionale, l’aborto è un male e un peccato, un grave delitto contro la vita peggiore dell’assassinio di un uomo o di un femminicidio. Un uomo o una donna alle cui vite si attenta, in qualche modo potrebbero anche difendersi e sottrarsi alla morte, o fuggire all’aggressione dell’assassino, ma un bambino nel ventre della madre no, non può difendersi in alcun modo né fuggire.

 

Autor:
Gabriele Giordano M. Scardocci, o.p.

 

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Il premio Nobel Madre Teresa di Calcutta ripeteva una frase: «Il più grande distruttore di pace è l’aborto». La lapidaria espressione racchiude una contestazione di quelle derive del pensiero moderno che spesso scelgono logiche di morte anziché di vita. Fra queste una certa cultura delle libertà che ha imposto la possibilità di scegliere l’aborto, fino a farlo diventare un «dogma» contemporaneo, radicato nelle convinzioni più profonde delle persone e naturalmente dei politici che nei parlamenti votano ed emanano leggi che favoriscono l’interruzione volontaria della gravidanza. Nell’ultima campagna elettorale italiana perfino alcuni politici di ispirazione cattolica rassicuravano i loro elettori nei programa de entrevista televisivi affermando: «l’aborto rimane un diritto intangibile» (!?).

 

Sobre isso vorrei far riferimento a eventi politici accaduti in due democrazie mature, quali sono l’americana e quella francese, nei quali possiamo ravvisare la debolezza di una cultura della libertà di una parte che reca discapito a un’altra più debole, non avente quasi diritti: quella del nascituro che aspira ad una propria esistenza.

Em novembro 2022 nello Stato del Montana (EUA) si svolse una consultazione referendaria nella quale fu proposto agli elettori il seguente quesito:

«Devono essere prestate cure mediche a bambini che lo necessitano, se sono sopravvissuti a un tentato aborto?».

Vinse il «no», con una percentuale pari al 52% dei votanti. Secondo l’opinione di 231.345 elettori di quello Stato americano a un bambino che sta morendo perché il primo tentativo di sopprimere la sua vita è andato a male non vanno prestate cure: la «libertà» della donna viene prima del suo diritto a vivere. Secondo i fautori del «no» il personale sanitario ha tutto il diritto di far morire un bambino, purché la donna veda «rispettata» la sua scelta e il suo corpo. Sono aberrazioni che sfuggono a una coscienza morale; è infatti molto difficile comprendere in che modo l’evento, poniamo caso, di una bimba sopravvissuta a un tentato aborto andato male, possa definirsi violenza contro il corpo di quella donna che non l’ha voluta e dunque vada lasciata morire, impedendo che le vengano prestate cure salvavita.

Logo disse: proprio oggi che la cosiddetta buona società si strugge per i casi di femminicidio, al tempo stesso dobbiamo prendere atto che non è considerato invece femminicidio se una bambina nata viva per un aborto andato a male, viene lasciata morire. Si tratta infatti di femminicidio solo se un uomo uccide una donna in preda a un impeto criminale, non però se un ginecologo uccide una bambina, perché in questo secondo caso siamo dinanzi all’esercizio di un diritto legalmente tutelato, esercitato dalla madre alla quale si riconosce potere di vita e di morte e realizzato dal ginecologo che usa l’arte medica per aiutare la donna a beneficiare di questo suo diritto indiscutibile. Pelo contrário, più che indiscutibile, dogmático!

Molto più significativa del referendum nel Montana è stata la recente definitiva approvazione della modifica alla Costituzione da parte del Parlamento francese, le Congrès du Parlement, che a camere riunite, Segunda-feira 4 marzo del presente anno, ha voluto inserire il “diritto” all’aborto nella Carta Costituzionale. La Francia è ora il primo paese non solo in Europa, ma anche nel mondo, a includere il diritto di abortire nella sua Carta fondamentale. Tale diritto in Francia era disciplinato dalla Legge Simone Veil del 1975. Il voto del Parlamento francese e i toni trionfalistici dei commenti che lo hanno esaltato, in Francia come sulla stampa internazionale, sembrano trasformare una tragedia per cui indignarsi e contro cui lottare, in una suprema affermazione della dignità e della libertà delle donne. L’aborto diventa simbolo di emancipazione, profezia di un nuovo modo di intendere la femminilità. Mettendo ancora una volta in secondo piano l’urgenza di investire maggiori risorse per dare alle donne, piuttosto che la licenza di eliminare i propri figli, la possibilità di non farlo. La modifica ormai approvata della Costituzione, fortemente voluta dal Presidente Emmanuel Macron per marcare una differenza di impostazione nei riguardi di una precedente sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti (veja WHO), pone diversi problemi per esempio a quei francesi che, seguendo una confessione religiosa che ripudia l’aborto, se lo ritrovano adesso come un diritto sancito dalla costituzione. Nessun americano, nel caso previsto dalla Sentenza di cui sopra che rimandava la decisione circa l’aborto agli Stati federali, era messo in condizione di scegliere tra il suo essere cittadino e la sua coscienza. Nel caso francese invece sì.

L’aborto da sempre è stato per molte donne una dolorosa necessità, di cui sono state loro stesse le prime vittime. Uccidere il bambino che si porta nel seno è sempre stato ed è, per una madre normale, un dramma, reso più tremendo dal fatto che una società maschilista, ainda, non fa il possibile per evitarlo, lasciandola spesso sola a vivere sulla propria pelle i tanti problemi che rendono problematica la maternità. Per questo appoggiarsi al logico riconoscimento della libertà della donna per motivare una tale presa di posizione politica pone diversi problemi dal punto di vista filosofico, morale e biologico. Per la biologia, por exemplo, non ci sono «salti» tra la vita pre-natale e quella successiva al parto e una cesura tra l’una e l’altra sarebbe arbitraria: i non nati sono individui biologicamente umani, come i nati. Tutto allora dipende dalle giustificazioni filosofiche ed etiche che si riescono a dare per giustificare l’aborto e molti studiosi, anche non religiosi, hanno messo in evidenza che l’etica cristiana ha posto almeno un argine a quelle che potrebbero essere le derive di simili diritti sanciti costituzionalmente e fatti discendere dalle libertà personali. In questo modo chi potrà in futuro decidere chi è soggetto auto-cosciente e chi no fra un feto, un infante, un malato mentale o in coma, un affetto da totale demenza incapace di intendere e volere?

I due casi politici sopra riportati fanno ripensare a quella tradizione spartana legata al Monte Taigeto. Su quel monte i bambini indesiderati perché non abili alla vita militare o «difettosi» venivano da lì scagliati e fatti morire. «La cultura dello scarto», come ebbe a chiamarla il Santo Padre Francesco ancora nel 2023. Porque, como sabemos, per la morale cattolica che discende dal Vangelo e dalla viva tradizione della Chiesa, nonché dalla riflessione razionale, l’aborto è un male e un peccato, un grave delitto contro la vita peggiore dell’assassinio di un uomo o di un femminicidio. Un uomo o una donna alle cui vite si attenta, in qualche modo potrebbero anche difendersi e sottrarsi alla morte, o fuggire all’aggressione dell’assassino, ma un bambino nel ventre della madre no, non può difendersi in alcun modo né fuggire.

O Catecismo da Igreja Católica ricorda ai credenti: «La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: ninguém, em qualquer circunstância, pode reivindicar o direito de destruir diretamente um ser humano inocente " (Nr 2258). E al numero 2302 rammenta ― eco delle parole di Madre Teresa riportate all’inizio ― che fra i nemici della pace troviamo innanzitutto l’omicidio.

I Pontefici interessati da questa problematica dell’aborto hanno tutti preso una posizione chiara e contraria. O Santo Padre Francisco, con il fare colorito che spesso lo contraddistingue, ha più volte affermato che questa spirale di odio è chiara nell’aborto perché quando si abortisce è come pagare un sicario per effettuare un omicidio (cf.. WHO). Il Santo Padre Benedetto XVI qualche anno fa ha ricordato la terribile ferita aperta dalle leggi abortiste, declarando: «Hanno creato una mentalità di progressivo svilimento del valore della vita» (cf.. WHO). Il Magistero di San Giovanni Paolo II è stato chiarissimo a riguardo: «Tutto sembra avvenire nel più saldo rispetto della legalità, almeno quando le leggi che permettono l’aborto o l’eutanasia vengono votate secondo le cosiddette regole democratiche. Em verdade, siamo di fronte solo a una tragica parvenza di legalità e l’ideale democratico, che è davvero tale quando riconosce e tutela la dignità di ogni persona umana, è tradito nelle sue stesse basi: «Come è possibile parlare ancora di dignità di ogni persona umana, quando si permette che si uccida la più debole e la più innocente? In nome di quale giustizia si opera fra le persone la più ingiusta delle discriminazioni, dichiarandone alcune degne di essere difese, mentre ad altre questa dignità è negata?». Quando si verificano queste condizioni si sono già innescati quei dinamismi che portano alla dissoluzione di un’autentica convivenza umana e alla disgregazione della stessa realtà statuale. Rivendicare il diritto all’aborto, all’infanticidio, all’eutanasia e riconoscerlo legalmente, equivale ad attribuire alla libertà umana un significato perverso e iniquo: quello di un potere assoluto sugli altri e contro gli altri. Ma questa è la morte della vera libertà: "Verdadeiramente, na verdade eu te digo: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato (GV 8, 34)» (cf.. Evangelho da vida, n. 20).

Il dramma dell’aborto, perché tale rimane, non sembra dunque propriamente liberale, poiché togliendo la vita a qualcuno, si diceva all’inizio, la pace subisce un ferida; e viene meno anche quella pace interiore, dell’animo, in chi compie un gesto tanto violento. Eventualmente, com isso, oltre la libertà e la pace, muore anche la speranza. Anzitutto quella del feto, perché gli è precluso l’avvenire, la sua storia umana fra i suoi simili. Ma anche quella della donna che, nonostante tutti gli aiuti sanitari e psicologici, si troverà sola nel compiere quel passo tremendo. Potrà consolarla in quel momento sapere che l’aborto sia stato inserito fra i diritti costituzionali? Oppure ripenserà a tutto l’aiuto di cui avrebbe avuto bisogno ― non solo morale e spirituale, ma anche economico, sociale e politico ― affinché non si trovasse a compiere una simile scelta, lei e tutte le donne del mondo che hanno tolto la vita ai propri figli?

santa maria novela em Florença, 16 Março 2024

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Padre Gabriel, Roma, Piazza della Repubblica (anteriormente Piazza Exedra) Marcia per la vita

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Os Padres da Ilha de Patmos

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Um bom sacerdote é tal se espera o fim do seu mandato para louvar o seu Bispo: Andrea Turazzi, a partir de hoje Bispo emérito da Diocese de San Marino-Montefeltro

UM BOM PADRE É TAL QUE PARA ELOGIAR O SEU BISPO ESPERA O FIM DO SEU MANDATO EPISCOPAL: ANDREA TURAZZI, A PARTIR DE HOJE BISPO EMÉRITO DA DIOCESE DE SÃO MARINO-MONTEFELTRO

«Venerável Bispo, Quero que saiba que durante o seu episcopado você me deu os dez melhores anos do meu sacerdócio, isso é algo pelo qual sempre serei profundamente grato a você"

- Notícias da Igreja -

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A partir de hoje H.E.. Mons. Andrea Turazzi ele é bispo emérito de San Marino-Montefeltro, minha Diocese de pertencimento.

Meu bispo por um ano, depois de me conhecer, ele me contou naquele distante maio 2015: «Você nasceu para ser caçador e eu nasci para ser veterinário». Ele sorriu para mim com carinho e continuou: «Tanto caçadores como veterinários são necessários na Igreja, só por favor não atire com chumbo pesado, se alguma coisa, use pellets menores".

Para um padre, não amar um Bispo que se apresenta desta forma é impossível. E eu amei meu bispo, mesmo que eu nunca tenha dito isso publicamente, porque não teria sido apropriado e prudente.

Ano passado, enquanto crescia uma polêmica na qual eu havia mergulhado diretamente de batina, sem sequer me despir e vestir o maiô, ele me disse: «Eu não questiono suas razões, impecável em nível doutrinário e teológico, Só peço que você tente ser um pouco mais moderado.". Depois de me estender este convite, ele acrescentou: "Claro, ninguém pode dizer que te falta coragem, talvez você até tenha muito disso. Por isso não tenho vontade de me dirigir a você de forma alguma, pois esta é a sua natureza e o caráter que Deus lhe deu, ninguém pode pedir que você seja diferente do que você é, Só peço um pouco de moderação na polêmica legítima, nada mais".

Como sempre eu o escutei. E poucos dias depois enviei-lhe uma mensagem privada na qual lhe agradeci nestes termos: «Venerável Bispo, Quero que saiba que durante o seu episcopado você me deu os dez melhores anos do meu sacerdócio, isso é algo pelo qual sempre serei profundamente grato a você".

Se usar essas palavras de carinho ele é alguém como eu, que não hesitei em chamar publicamente de criminoso um poderoso cardeal, afirmando que teria preferido lidar com os da Banda della Magliana em vez de com ele e os seus capangas (cf.. WHO), isto significa que tive a graça de ter como Bispo um autêntico homem de Deus e um verdadeiro modelo de Pastor no cuidado das almas, algo que é cada vez mais raro nestes tempos tristes que a Igreja universal vive. Na sua vida e no seu governo episcopal, o meu Bispo foi um alto modelo e uma viva realização do ensinamento dos Padres da Igreja que exortam:

«Todos os sacerdotes, em união com os bispos, eles participam do mesmo e único sacerdócio e ministério de Cristo, de tal forma que a mesma unidade de consagração e missão exige a comunhão hierárquica dos presbíteros com a ordem dos bispos […] Os bispos, portanto,, graças ao dom do Espírito Santo que é concedido aos sacerdotes na sagrada ordenação, têm em si os colaboradores e assessores necessários no ministério e na função de instruir, santificar e governar o povo de Deus […] Por esta participação comum no mesmo sacerdócio e ministério, os bispos devem, portanto, considerar os sacerdotes como irmãos e amigos, e cuide deles, em tudo que podem, seu bem-estar material e sobretudo espiritual" (Ver. Por decreto dos Presbíteros da Ordem, n. 7).

Somente agora que já não tem o poder de governo pastoral sobre a Diocese e sobre mim, Posso dizer publicamente o quanto o reverenciei, apreciei e amei meu bispo. E como não foi difícil para mim, com um Bispo assim, pôr em prática esta exortação dos Padres da Igreja:

«Eu presbiteri, Por seu lado, tendo presente a plenitude do sacramento da ordem de que gozam os bispos, venerem neles a autoridade de Cristo, pastor supremo. Unam-se, portanto, ao seu bispo com sincera caridade e obediência. Esta obediência sacerdotal, permeado pelo espírito de colaboração, baseia-se na mesma participação do ministério episcopal, conferido aos sacerdotes através do sacramento da ordem e da missão canônica”. (Ver. Por decreto dos Presbíteros da Ordem, n. 7).

Para o bispo É filial respeito devido e obediência devota pelo presbítero, Prometemos isto solenemente no dia em que recebemos a consagração sacerdotal. E eu respeitei e obedeci ao meu bispo, porque foi devido a ele. Então eu também o respeitei e amei, mas não porque era devido a ele, porque nem estima nem amor são devidos a qualquer Bispo como tal; se eu os derramasse sobre ele, é porque ele os merecia profundamente.

Desculpe pelos irmãos sacerdotes e isso machuca Fideles Christi desta Diocese de Feretra que o mandato do Bispo não foi prorrogado. Quase se gritaria “desperdício”.!”na frente de um homem de 75 anos em perfeita saúde física, equipado com todas as forças humanas e espirituais necessárias, de conhecimento e sabedoria. Mas por outro lado, a Roma da “Igreja hospital de campanha” e dos “subúrbios existenciais” parece habituada a isso, hoje ainda mais que ontem, decidir sobre as cartas secas, especialmente quando se trata dos tão alardeados "subúrbios".

Não tenho ideia de quem é seu sucessor porque eu não o conheço, Só sei que o nome dele é Domenico Beneventi, 49 anos, sacerdote da Diocese de Acerenza, uma Diocese particularmente querida ao Cardeal Crescenzio Sepe, muito ativo e diligente nos últimos tempos na apresentação de novos candidatos adequados para o episcopado. De agora em diante desejo que o novo Bispo eleito não seja apenas respeitado e obedecido, como devido a ele por vínculo sacramental; Desejo também que ele seja amado e estimado como o foi o seu antecessor.. Mas o amor e a estima do clero e dos fiéis devem ser conquistados a um preço elevado, muitas vezes mesmo ao custo de lágrimas e sangue, precisamente porque não são coisas necessárias. Este é o trabalho mais difícil para qualquer bispo, que sempre se traduz em sucesso apenas em homens autênticos de Deus, prontos a conformar-se com o mistério da Cruz de Cristo Senhor.

 

a Ilha de Patmos, 3 fevereiro 2024

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A caridade lava e limpa até o dinheiro sujo, Os grandes Santos da Caridade nos ensinam isso na história da Igreja

A CARIDADE LAVA E FAZ LIMPAR ATÉ O DINHEIRO SUJO, OS GRANDES SANTOS DA CARIDADE NOS ENSINAM NA HISTÓRIA DA IGREJA

Certos bispos de Migrantopoli e Pauperopoli parecem querer apresentar-se hoje mais puros e imaculados que a Bem-Aventurada Virgem Maria, apenas para agradar o mundo e agradá-lo. Até entendermos que a caridade “tudo cobre” e “tudo transforma”, que, no entanto, eles não conseguem captar e compreender, se encontrarem uma pessoa que se afirme como seu presidente: “o Evangelho não é uma destilação da verdade”.

- Notícias da Igreja -

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Quando o Beato Apóstolo Paulo ele compôs o louvor da caridade e também falou hoje. Esta é a característica da Palavra de Deus: uma linguagem eterna que se comunica com os homens de todos os tempos e que ao longo dos séculos revela novas mensagens contidas nessas mesmas palavras.

As Sagradas Escrituras eles têm um estilo e linguagem apocalípticos no sentido etimológico do termo. Embora o termo apocalipse seja comumente falado, o grego revelação, é erroneamente usado para indicar um evento catastrófico ou o fim do mundo, seu verdadeiro significado é “revelar”, “remova o véu que cobre”, então descubra. Entre o termo apocalipse e o termo epifania, derivado do grego superfície, que significa “eu me manifesto”, há uma ligação estreita. A epifania entendida como manifestação da divindade é um “desvelamento” contínuo dos conteúdos contidos nas falas, dentro das linhas e além das linhas das Sagradas Escrituras que contêm a Palavra de Deus.

Na música em questão, também conhecido como Hino à Caridade, o Beato Apóstolo Paulo expressa:

«A caridade é paciente, caridade é gentil; caridade não é invejosa, não se vangloria, não incha, não falta respeito, não busca o interesse dele, ele não está bravo, não leva em consideração o mal recebido, não gosta de injustiça, mas tem prazer na verdade. Tudo cobre, todo mundo acredita, espero tudo, aguenta tudo. Caridade nunca vai acabar. […] Estas são as três coisas que permanecem: fé, esperança e caridade; mas de tudo o maior é a caridade!» (I Coríntios 1, 1-13)

Vamos comparar esta passagem paulina, fácil e compreensível apenas na aparência, com um recente evento de notícias eclesiais:

«"O hospital pediátrico Bambino Gesù de Roma teve razão em recusar a rica doação da empresa Leonardo" porque "é dinheiro sujo, sujo com armas, manchado de sangue, sujeira de guerra". Mons. Giovanni Ricchiuti presidente nacional da Pax Christi e bispo de Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, assume uma posição mais que clara depois disso A República ele escreveu que um milhão e meio de euros teria sido rejeitado. “Finalmente”, diz ele, “estamos alinhados com uma Igreja que realmente se liberta dessas restrições, dessas doações que chegam, como no caso, de uma indústria que produz armas. O Vaticano estava certo em recusar esta oferta. Digo isso como bispo: é uma Igreja que ama a verdade"" (cf.. WHO e WHO).

Primeiro uma pergunta. Depois do presidente do Paz de cristo anunciou que a nossa corrente “é uma Igreja que ama a verdade”, seria necessário esclarecer duas coisas fundamentais. O primeiro: anteriormente, a Igreja, por dois mil anos que verdade ele amou, presumindo que ele a amava? A segunda: o que é a verdade?

Recentemente, o Presidente dos Bispos da Itália, no silêncio total do nosso episcopado nacional afirmou que “o Evangelho não é uma destilação da verdade” (cf.. WHO). Pelo menos, Pôncio Pilatos, na época ele não fez uma declaração como a do Presidente dos Bispos da Itália, de uma forma muito mais elegante ele fez uma pergunta a Cristo: «O que é verdade?», O que é verdade (cf.. GV 18,38).

Não é fácil falar sobre a verdade na hoje emocionante Igreja de Migrantopoli e Pauperopoli. Então, tentemos voltar àquele São Tomás de Aquino que nas salas de estar dos clérigos cada vez mais ignorantes chique radical é referido como "antigo" e "desatualizado". Para o Doutor Angélico o Doutor Comum A verdade é o próprio Deus a mais alta e primeira verdade em si (Summa, eu q. 16 uma. 5 c). A verdade nunca se revela totalmente, por esta razão «a verdade e a opinião errada, verdade e mentiras no mundo estão continuamente misturadas de uma forma quase inextricável [...] torna-se reconhecível, se Deus se tornar reconhecível. Ele se torna reconhecível em Jesus Cristo. Nele Deus entrou no mundo, e elevou o critério da verdade no meio da história" (Joseph Ratzinger, dentro Jesus de Nazaré, A pergunta de Pilatos, pp. 216-218).

Por vontade do seu divino fundador a Igreja de Cristo não nasceu para agradar o mundo e agradá-lo, mas para lutar contra isso:

"Se o mundo vos odeia, sei que ele odiava-me antes. Se você fosse do mundo, o mundo amaria o que era seu; porque não sois do mundo, mas eu vos escolhi a vós do mundo, é por isso que o mundo te odeia" (GV 15, 18-19).

Se opiniões errôneas se sobrepõem à verdade que ganham vida a partir de elementos emocionais subjetivos ou coletivos, permanece completamente escondido na comovente Igreja de Migrantopoli e Pauperopoli, onde não há hesitação em afirmar que “o Evangelho não é uma destilação da verdade”, tudo no silêncio de todo o episcopado italiano.

Ao recusar essa doação mais uma vez tentamos agradar o mundo, em particular aquela formada por pessoas que longe de irem à Santa Missa na Páscoa e no Natal, eles nem sabem fazer o sinal da cruz. Este é o mundo que esta nossa Igreja visível e de sabor cada vez mais exótico quer agradar a todo custo, esquecendo sua própria história, a partir daquele dos grandes santos da caridade.

Vamos começar com os Jesuítas, a quem no presente momento histórico é justo dar um merecido direito de prioridade: os institutos faraônicos construídos ao redor do mundo, muitas vezes beirando a megalomania, juntamente com as igrejas adjacentes, suas faculdades, que em muitas ocasiões irritaram muito os bispos diocesanos, porque eles foram deliberadamente construídos maiores, rico e solene de suas igrejas catedrais, com o dinheiro e contribuições de quem os construiu? Porque os espanhóis e portugueses que lhes ofereceram amplo financiamento eram os mesmos que administravam o mercado de escravos ou que, quando necessário, administravam a justiça de forma casual, ou seja,: primeiro eles cortaram sua cabeça ou te enforcaram, então eles finalmente avaliaram se você realmente fez algo errado. Os jesuítas de hoje, que são o motor ideológico de Migrantopoli e Pauperopoli, Eles realmente não têm nenhuma memória da história?

Aos grandes Santos da Caridade e aos grandes pedagogos a quem devemos a fundação de preciosas instituições de bem-estar para órfãos, idosos abandonados, para a educação das crianças pobres e para o acolhimento e cuidado das pessoas com deficiência, da San Filippo Neri mas para Santo João Bosco, passando por São Vincenzo de 'Paoli e chegando aos mais recentes São José Benedito Cottolengo, São Giovanni Calábria e São Luís Orione, que forneceram os recursos financeiros necessários para a realização de suas obras? quando em 1980 Luís Orione foi beatificado, pouco depois surgiram vários protestos de círculos de pessoas que nem sequer conheciam as primeiras seis palavras do Nosso pai, incluindo o patético protesto da ANPI (Associação Nacional de Partidários Italianos) que o acusou de ter sido um apoiante do regime fascista graças ao qual recebeu fundos para a criação das suas obras; protesto que se repetiu em 2004, quando o beato Luís Orione foi canonizado.

As grandes obras destes Santos da caridade eles ainda estão ativos hoje, alguns dos quais constituem centros clínicos e assistenciais considerados de verdadeira excelência a nível europeu: a obra de Turim de San Giovanni Benedetto Cottolengo, as enormes obras assistenciais de São Luigi Orione em Gênova, o Hospital do Sagrado Coração de Verona em San Giovanni Calabria... alguém, você já se perguntou de onde e de quem veio o dinheiro? Mais do que tudo, alguém se pergunta se hoje, especialmente diante de certos protestos absurdos, a Igreja visível teria tido a coragem de beatificá-los e canonizá-los, ou se, em vez disso, ele teria cedido a grupos de pessoas que nem sequer conhecem as primeiras seis palavras do Nosso pai mas que, no entanto, afirmam ditar a lei para nós, com as nossas Autoridades Eclesiásticas que inclinam a cabeça e cedem aos caprichos políticos e ideológicos de ambientes não católicos e não cristãos. A este respeito, refiro-me aos meus trabalhos Ervas Amare e Pio XII e a Shoah no qual explico as influências externas exercidas por certos grupos agressivos que tentaram por todos os meios injustos, ao ponto de recorrer à fabricação de falsificações históricas, bloquear a causa de beatificação de Pio XII e a cerimônia de beatificação do Padre Leão Dehon para o qual a data já havia sido marcada 24 abril 2005 na Praça de São Pedro, mas que foi cancelado devido a improváveis ​​acusações de anti-semitismo levantadas contra ele por alguns círculos judaicos. Dado que nunca e sob nenhuma circunstância a Igreja pode receber ordens do moderno Grande Sinédrio e aceitar os seus protestos, a pergunta a fazer era a seguinte: assumindo que o Padre Leon Dehon escreveu algumas frases críticas sobre os empresários judeus - que precisavam de ser lidas e contextualizadas historicamente no contexto da Revolução Industrial -, dado que o seu processo de beatificação durou quase meio século, porque certos círculos judaicos esperaram pacientemente até que a cerimônia de beatificação fosse marcada para dar origem àquela polêmica pública na imprensa mundial? Simples: mesmo que eles sempre tivessem conhecido esses escritos, eles tiveram que provar, com um verdadeiro teste de força, que puderam dar ordens à Igreja e induzi-la a recuar não só numa decisão tomada, mas mesmo de uma cerimónia de beatificação já formalizada e agendada. Este era o verdadeiro propósito, o que foi em grande parte conseguido através da sua arrogância e da nossa fraqueza. O problema não foi a beatificação em si do Padre Leon Dehon, a Igreja pode beatificar quem quiser e nunca deve aceitar protestos nesse sentido, já que os judeus não têm nenhum tipo de obrigação de venerar nossos Beatos e Santos em suas sinagogas, assim como certas franjas do sionismo político, nasceu e se desenvolveu a partir do coração do Judaísmo, eles não aceitam críticas dirigidas ao Exército Israelita quando este arrasa centros populacionais inteiros na Faixa de Gaza, exceto gritar como um anti-semita para qualquer um que ouse discordar de ações que não constituem legítima defesa, mas verdadeiros crimes contra humanidade.

Estes grandes santos da caridade não hesitaram em aceitar dinheiro do património de indivíduos conhecidos e conhecidos pela sua imoralidade e pela forma bastante casual como conduziam os seus negócios sem muitos escrúpulos. Os bons jesuítas quais eles eram, cuja moral rígida era bem conhecida e que durante muito tempo tentou transformar adolescentes em meio a crises hormonais num casto exército de São Luís Gonzaga, eles nunca tiveram nenhum escrúpulo particular em aceitar grandes doações dos maiores prostitutos e trapaceiros dos tribunais espanhóis. Apenas os adolescentes deveriam ser puros e castos, a quem ele se impôs em suas faculdades, até longe dos tempos remotos, dormir com as mãos fora dos lençóis para evitar o risco de cometer “abomináveis ​​atos impuros”, enquanto ao mesmo tempo, sob os lençóis daqueles a quem deviam grandes doações em dinheiro para a construção de suas estruturas faraônicas, em vez disso, tudo e muito mais poderia ter sido feito, em atos impuros verdadeiramente abomináveis.

O grande problema - dado que “o Evangelho não é uma destilação da verdade” - é dada pela incapacidade de ler as palavras do Beato Apóstolo Paulo sobre a caridade, por exemplo, a afirmação de que "cobre tudo". Se suas palavras fossem lidas e compreendidas em profundidade, entenderíamos que para a realização de obras de caridade deveríamos aceitar não apenas o dinheiro das empresas que fabricam armas, mas até o dinheiro doado pelos narcotraficantes mexicanos. Porque se esse dinheiro sujo for inteiramente usado em obras de caridade para os pobres, fraco, oprimido, deficiente e doente, eles ainda ficarão limpos, porque a caridade “cobre tudo”, ou se preferirmos: «tudo se transforma», porque só a caridade divina, que é Cristo, pode transformar o mal em bem, então dinheiro sujo em dinheiro limpo. Caso contrário, poderia surgir um problema teológico de não pouca importância.: negar que a graça de Deus pode transformar o mal em bem. Como é bem conhecido, no entanto,, uma das coisas que está menos na moda hoje em dia na Igreja do emocional e do politicamente correto é justamente a teologia.

Certos bispos de Migrantopoli e Pauperopoli parece que querem apresentar-se hoje mais puros e imaculados que a Bem-Aventurada Virgem Maria, apenas para agradar o mundo e agradá-lo. Até entendermos que a caridade “tudo cobre” e “tudo transforma”, que, no entanto, eles não conseguem captar e compreender, se encontrarem uma pessoa que se afirme como seu presidente: “o Evangelho não é uma destilação da verdade”.

a Ilha de Patmos, 23 Janeiro 2024

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Os Padres da Ilha de Patmos

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Giuseppe Betori, um homem de cultura e um bispo que conseguiu a difícil tarefa de se tornar querido pelo presbitério florentino

GIUSEPPE BETORI, UM HOMEM DE CULTURA E UM BISPO QUE TEM SUCESSO NA DIFÍCIL TAREFA DE TORNAR O PRESBITERIO DE FLORENÇA COMO ELE

Enquanto um miserável traficante de veneno afirma: «Sem esquecer que o clero de Florença está farto de Betori que causou mais danos do que qualquer outra coisa», Em vez disso, ressoa em todos nós uma pergunta que, se desejada, desperta ansiedade em nossas almas: e depois?

- Notícias da Igreja -

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Autor
Simone Pifizzi

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artigo em formato de impressão PDF

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A partir da última semana do Advento e seguidas pelas solenidades do Santo Natal, os Padres da Ilha de Patmos - que antes de serem estudiosos e publicitários são antes de tudo sacerdotes - estavam empenhados em atividades pastorais. Certas solenidades, em particular Santo Natal e Santa Páscoa, eles são sempre precedidos por sermões, confissões e orientações espirituais, hoje mais do que nunca tudo menos fácil, considerando os tempos de confusão que os fiéis católicos vivem, por um lado, nós sacerdotes, por outro lado. Retomamos assim a nossa actividade publicitária nesta nossa revista com a apresentação de um vídeo muito interessante que recomendamos que vejam..

No final do próximo mês de fevereiro Cardeal Giuseppe Betori, Arcebispo Metropolitano de Florença, celebrará seu 77º aniversário. Ele passou muitos desses anos de sua vida 16 à frente da Igreja Florentina, que está chegando em breve’ deixar nas mãos de seu sucessor.

Apesar dos julgamentos maliciosos recentemente difundido por algum personagem obscuro e doloroso que se estabeleceu como juiz intransigente de toda a hierarquia eclesiástica (cf.. WHO) e que costuma afirmar «nós no Vaticano… aqui no Vaticano…», exceto não poder sequer chegar perto dos portões de entrada daquele pequeno Estado Soberano, entre a maioria do clero florentino há a consciência de que este bispo da Úmbria - apesar das limitações de cada ser humano - deu verdadeiramente uma grande contribuição à sua Igreja particular e a toda a Igreja italiana. Por esta razão, será sem dúvida lamentável o equilíbrio, a clareza e profundidade teológica e cultural que demonstrou no seu serviço apostólico.

Fazendo uma análise realista dos últimos vinte anos, verificar-se-á que tivemos a oportunidade de experimentar dois tipos completamente diferentes de bispos. antigamente, entre o final do pontificado do Santo Pontífice João Paulo II e o pontificado do Venerável Bento XVI tivemos a temporada dos “professores bispos”. Compreensível, a crise da doutrina gerou situações que ele ilustrou bem 14 anos atrás nosso Padre Ariel S. Levi di Gualdo em um de seus livros sobre a análise da Igreja:

«A crise da doutrina gerou uma profunda crise de fé que por sua vez deu origem a uma crise moral dentro do nosso clero» (cf.. E Satanás se tornou trino, Edições A ilha de Patmos, 2010).

Nesse assunto Nosso Padre Ivano Liguori também retornou recentemente com um artigo preciso e dramático de sua autoria:

«Da desorientação doutrinária da Igreja ao pecado dos sacerdotes e à reciclagem dos leigos. Perspectiva de uma cultura intransigente que ao condenar santifica e condena santificando" (cf.. WHO).

Os chamados “professores bispos”, à luz dessas questões, por si só, eles não eram uma má ideia, mas os resultados nem sempre são felizes, quando começamos a ter pessoas catapultadas de uma cátedra universitária para uma cátedra episcopal à frente das dioceses, porque são duas cátedras substancialmente diferentes. Bispos muitas vezes sem experiência pastoral que tendiam a relacionar-se com os seus sacerdotes como professores com estudantes ou que transformavam assembleias e reuniões do clero em aulas académicas, ignorando, muitas vezes não entendendo nada, os problemas que seus sacerdotes vivenciaram e tiveram que enfrentar todos os dias.

Na próxima mudança de vento a necessidade de “pastores com cheiro de ovelha” começou a ser invocada, o que por si só não seria uma má ideia, assim como a dos “professores bispos” não foi. Infelizmente, quando a ideologia mina por trás das aparentes boas intenções, ou se queremos uma verdadeira prevenção em relação aos "principescos" (!?) episcopado italiano, os resultados só podem ser infelizes. E hoje nos encontramos com um número substancial de bispos retirados dos centros da Caritas ou de “periferias” não especificadas, só é capaz de falar dos pobres, migrantes e a “Igreja em movimento”.

Em vez de seguir em frente fomos catapultados para trás, no início dos anos setenta, quando os sessenta e oito falaram de “proibido proibir” e de “imaginação no poder”. Sobre a preparação doutrinal e teológica destes bispos, todos projectados num sistema social que já vimos fracassar abundantemente nos vários campos sociais e políticos, vamos tirar um véu compassivo da caridade cristã. De fato, quando o Presidente dos Bispos da Itália responde afirmando que “o Evangelho não é uma destilação da verdade” (cf.. WHO), não há muito mais a acrescentar, tanto em relação aos padres de “fronteira” ou de “rua”, tanto em relação à "Igreja em saída" que nos aparece, mais do que "extrovertido", à beira da falência, prova disso é o facto de há alguns anos que tentamos resolver os problemas colocando sob comissário todos os comissários possíveis e imagináveis, com uma exceção: a Companhia de Jesus.

Cardeal Giuseppe Betori, talvez um dos últimos de uma geração agora em extinção, soube colocar a sua ciência e a sua cultura ao serviço integral da pastoral. Personagem na primeira abordagem introvertido e tímido, nas relações com o clero demonstrou grande capacidade de escuta e acolhimento, ele era um professor e um guardião da fé, não é um professor na cadeira. Amou a sua Igreja e soube fazer-se amar, mesmo por aqueles que o acolheram à sua chegada com aquele ar de condescendência, suspeita e desconfiança típicas de nós, florentinos, que somos historicamente sujeitos que não são exatamente fáceis de lidar, tratar e governar. Suas homilias, sempre profundo, mas ao mesmo tempo claro e compreensível, despertaram estima e respeito por parte dos fiéis católicos.

E enquanto um miserável traficante de veneno afirma: «Sem esquecer que o clero de Florença está farto de Betori que causou mais danos do que qualquer outra coisa» (cf.. WHO), Em vez disso, ressoa em todos nós uma pergunta que, se desejada, desperta ansiedade em nossas almas: e depois?

Florença, 12 Janeiro 2024

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A quem Marco Felipe Perfetti se refere quando afirma no site Silere Non Possum «aqui no Vaticano … nós no Vaticano", se ele não consegue nem pôr os pés no Vaticano?

QUEM É MARCO FELIPE PERFETTI REFERENDO-SE À DECLARAÇÃO DO SITE NÃO POSSO FICAR EM SILÊNCIO «AQUI NO VATICANO… NÓS NO VATICANO…», SE VOCÊ NÃO PODE NEM PÔR OS PÉS NO VATICANO?

Por que se preocupar com essa pessoa que não desperta em nós nenhum encanto e interesse, mas apenas a compaixão cristã e sacerdotal? Porque tem acontecido com muita frequência que múltiplas pessoas da Itália e do exterior nos pediram informações sobre este “grande conhecedor” e “frequente” da Santa Sé e do Vaticano.

- Notícias da Igreja -

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Autor
Editores da ilha de Patmos

 

 

 

 

 

 

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Os Padres da Ilha de Patmos eles têm muitos temas interessantes para tratar no contexto da doutrina da fé e falar sobre certos personagens não está em suas aspirações. No entanto, temos deveres que não podemos evitar. O gerente do site Eu não posso ficar em silêncio continua a apresentar-se como um excelente especialista na Cúria Romana, da Santa Sé e do Estado da Cidade do Vaticano. E isso realmente cria vários problemas.

Recentemente, quando tentou beatificar o infeliz Arquiabade de Montecassino, falecido há algumas semanas, aludindo em suas diversas postagens que a Igreja deveria pedir desculpas a este “inocente” (!?), ignorando completamente o fato de que seus atos foram e permanecem indescritíveis, por essas colunas ele foi sensacionalmente negado pelos deuses dubia ao qual ele obviamente nunca respondeu (ver artigo WHO).

Ele sempre atirava em rajadas sobre pessoas e instituições da Santa Sé, indo contra a vontade de todos, do Sumo Pontífice aos soldados da Gendarmaria do Vaticano. Durante meses, ele zombou e insultou incansavelmente Paolo Ruffini, Prefeito do Dicastério para as Comunicações da Santa Sé, e Andrea Tornielli, Diretor de Comunicação Social da Santa Sé, indicando-os como «incapazes, incompetente, ignorante…», a ponto de acusá-los de serem "analfabetos". Quer Andrea Tornielli – goste ou não – é um profissional de renome internacional na área do jornalismo e, após mais de trinta anos de profissão, um dos especialistas do Vaticano mais conhecidos no mundo, Não é algo que pareça interessar ao Sr. Marco Felipe Perfetti, a quem seria inútil lembrar que o diretor da Comunicação Social do Vaticano, repetidamente acusado de "analfabetismo", ele certamente não publicou por conta própria, como ele fez, um livreto às suas próprias custas, porque ele é autor de dezenas de livros traduzidos em vários idiomas, incluindo biografias substanciais sobre os Sumos Pontífices do século XX que, a nível documental, permanecem obras de elevado interesse histórico.

No entanto, se "dubia" calmas forem dirigidas a ele que é insolente e zomba de tudo e de todos, pelo Sumo Pontífice para seguir (veja coleção de vídeos WHO), neste caso ele não hesitaria em enviar algum padre alegre para reclamar ao Bispo de um de nós. Já, porque há algum tempo o Sr. Perfetti queria liberar o cavalo de Tróia gay para dentro da Igreja, afirmando em seus escritos e vídeos que os clérigos dedicados à prática da homossexualidade são apenas pessoas que têm o direito de viver sua sexualidade como bem entenderem em suas vidas privadas. Desta forma, porém, demonstra que desconhece – apesar de se apresentar como especialista em Direito Canónico – que para um sacerdote o conceito de “vida privada” é muito diferente da forma como o entende., tanto no nível da moral católica quanto no do direito. O exercício da sexualidade não natural - porque a homossexualidade continua a ser antinatural segundo a doutrina católica - se praticado por um clérigo cai de facto e de direito no gravíssimo crime de sacrilégio carnal, certamente não no exercício das liberdades ligadas à vida privada dos clérigos.

Por que se preocupar com essa pessoa que não nos desperta qualquer fascínio ou interesse, mas apenas a compaixão cristã e sacerdotal? Porque acontecia com muita frequência que mais pessoas, da Itália e do exterior, pediram-nos informações sobre este “grande conhecedor” e “frequente” da Santa Sé e do Vaticano.

Como já foi dito e explicado anteriormente (ver artigo WHO), Este personagem não pode pisar no Vaticano, tanto pelo que escreve como pelas explosões de insolência que pronuncia. E se ele chegasse perto de uma das portas de acesso ao território deste estado, nem sequer permitiriam que ele entrasse.

Quando ele usa expressões como essa em seus vídeos «aqui no Vaticano… nós no Vaticano…», ele se orgulha de conhecimentos e conexões que ele absolutamente não possui. As únicas pessoas que ele conhece são alguns minutantes anônimos de baixo escalão que permaneceram vinculados ao cargo e que expressam através dele suas frustrações decorrentes de sua carreira eclesiástica fracassada., fornecendo-lhe doses de veneno para espalhar pelo mídia social. Se não, para as muitas pessoas ingênuas que seguem seu site e consideram verdadeiro o que ele diz e escreve, ele deveria provar suas conexões gravando um de seus vídeos de dentro da Cidade do Vaticano. Se ele não puder fazer isso no Pátio San Damaso, ou enquanto caminha sob os afrescos da Terceira Loggia da Secretaria de Estado, poderia atirar em um dos Jardins do Vaticano, ou na esquina do Palácio do Governador sob a estátua de San Michele Arcangelo, ou em frente à bela Fontana del Veliero. Em vez disso, ele continua a se apresentar como um grande especialista em assuntos do Vaticano, ao mesmo tempo que continua a filmar e distribuir vídeos enquanto está perto da Via della Conciliazione., ou fora da Colunata de Bernini, ou principalmente de outros locais externos ou internos, todos rigorosamente localizados no território da República Italiana, exceto para dizer "aqui no Vaticano... nós no Vaticano...".

Se crescer envolve esforço que alguns não suportam isso é problema deles, desde que não façam as pessoas acreditarem que são o que não são, ou entrar onde ele não tem permissão para pisar, forçando outros a responder que este grande frequentador e conhecedor da Santa Sé que começa dizendo "aqui no Vaticano... nós no Vaticano...", a ponto de datar seus vídeos com as palavras "Cidade do Vaticano", ele é simplesmente alguém que não consegue nem chegar perto dos portões de acesso ao Estado da Cidade do Vaticano. E se a pessoa em causa pudesse demonstrar o contrário, isso prova isso, responder rigorosamente ao mérito do que lhe foi impugnado à luz da verdade dos factos.

a Ilha de Patmos, 8 dezembro 2023

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O caso do bispo de Tyler e do cardeal Raymond Leo Burke, o saudável relativismo sobre a figura do Sumo Pontífice e a sábia lição do Cardeal Carlo Caffarra

O CASO DO BISPO DE TYLER E DO CARDEAL RAYMOND LEO BURKE, O RELATIVISMO SAUDÁVEL SOBRE A FIGURA DO SUPREMO PONTÍFIDE E A SÁBIA LIÇÃO DO CARDEAL CARLO CAFFARRA

Melhor ter um Sumo Pontífice que governe mal a Igreja, no entanto, cumprindo o poder apostólico das chaves conferidas por Cristo Deus a Pedro e seus sucessores, em vez de um pontífice piedoso que tem as chaves consignadas por Cristo Deus a Pedro tiradas dele, deixando outros abrirem e fecharem, amarrar e desamarrar.

- Notícias da Igreja -

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Alguns argumentam que Francisco não é um bom Sumo Pontífice. Se é ou não é totalmente relativo, porque Francisco é o legítimo sucessor do Beato Apóstolo Pedro. Se ele cumpriu bem o seu alto cargo, receberá de Deus a merecida recompensa, se ele teve um mau desempenho, terá que tremer diante da advertência do Santo Evangelho:

"A quem muito é dado, muito será pedido; para quem os homens cometeram muito mais, Ele vai pedir mais " (LC 12, 48).

Alguns argumentam «Eu não gosto de Francesco». Simpatia é inteiramente relativa, um Sumo Pontífice não deve despertar simpatia emocional, mas respeito católico e devoto, porque é devido a ele, portanto, deve ser seguido e obedecido, se ele é legal ou não.

Alguns argumentam que Francisco governa mal a Igreja. Se você governa bem ou mal, é inteiramente relativo, melhor um Sumo Pontífice que governe ainda mal a Igreja, causará danos muito menos graves do que alguém que se deixa governar por grupos de poder ferozes ou que se deixa governar, porque o dano causado por este último será muito maior do que o causado por um mau governo. Portanto, é melhor ter um Sumo Pontífice que governe mal a Igreja, porém, cumprindo o poder apostólico das chaves conferidas por Cristo Deus a Pedro e aos seus Sucessores (cf.. MT 16, 19), em vez de um pontífice piedoso que tem as chaves entregues por Cristo Deus a Pedro tiradas dele, deixando outros abrirem e fecharem, amarrar e desamarrar.

Alguns argumentam «Francisco se expressa de forma ambígua, espalhando confusão em matéria de doutrina e fé e por isso deve ser corrigida". Esta afirmação marca a transição do relativo para o absurdo: o Sumo Pontífice é o guardião supremo do depósito da fé, por mais paradoxal que possa parecer, pode ser legitimamente criticado com o devido respeito, no entanto, não pode estar correto. A correção, mesmo o fraterno (cf.. MT 18, 15-17) implica que seja exercido por uma única pessoa, ou um colégio inteiro de pessoas dotadas de autoridade doutrinária e moral superior. Nem mesmo um concílio ecumênico, órgão máximo expressivo da Igreja, poderia definir qualquer coisa, sem a aprovação do Chefe Supremo da Igreja. Criticando o Sumo Pontífice, nas esferas onde a crítica é legítima e possível, implica o exercício da liberdade dos filhos de Deus, enquanto corrigi-lo implicaria o exercício de uma autoridade superior à sua, do qual ninguém neste mundo é o guardião.

Certos publicitários e comentaristas eles estão rasgando suas roupas chorando sobre perseguição pela remoção de S.E.. Mons. Joseph Edward Strickland, presidente da Diocese de Tyler, no Texas. Alguns dias mais tarde, o rasgo de roupas continuou com o cardeal Raymond Leo Burke, a quem o Sumo Pontífice decidiu revogar o benefício do alojamento gratuito propriedade da APSA (Administração do Patrimônio da Sé Apostólica) ele nasceu em prato cardinal, hoje conhecido como subsídio cardinalício. Também neste caso é necessário entender com um exemplo: se eu disser que convidar uma figura questionável e problemática como Luca Casarini para o Sínodo dos Bispos foi imprudente, neste caso, expresso uma opinião crítica completamente legítima, igualmente legitimamente eu poderia pedir ao Santo Padre que talvez fosse apropriado pedir um relato e uma razão àquelas pessoas de confiança que o apresentaram a ele, sem explicar a ele de maneira prudente, preciso e detalhado que este personagem é um ideólogo que, tanto no debate como na esfera política, sempre criou grandes divisões e fortes contrastes. É uma coisa completamente diferente se, como fez o Bispo de Tyler antes do Sínodo e depois durante o atual Sínodo, Eu havia declarado que aquela assembléia de discussão era gravemente prejudicial à doutrina da fé, para a Igreja e o Povo de Deus, porque esta não teria sido uma opinião crítica completamente legítima, mas um julgamento de peso inaceitável, também porque contém uma acusação implícita: o Sumo Pontífice não é capaz de supervisionar a doutrina da fé e, portanto, salvaguardá-la.

Cardeal Raymond Leo Burke ele vem realizando reuniões e conferências em todo o mundo há anos, minando efetivamente, embora de uma forma pomposa, o magistério do Sumo Pontífice, convidando a uma «resistência» nebulosa e não especificada, sem explicar quem deve ser resistido, mas deixando claro para quem. Mesmo neste caso estamos muito além do direito legítimo de crítica.

Aliás, gostaria de mencionar do que em 2020 Publiquei um livro provocativamente intitulado A tristeza de amor, dedicado à memória do Cardeal Carlo Caffarra, de quem fui discípulo, muitas vezes alinhado com ele, outras vezes, respeitosamente crítico de algumas de suas posições sobre questões morais. E ele, que era um grande homem e acima de tudo um homem de Deus, gostava de discutir comigo precisamente sobre aqueles pontos em que eu talvez não concordasse., porque esta é uma especulação teológica baseada em debate de acordo com os estilos e tradição da escolástica clássica. Infelizmente, alguns bispos e padres apenas leram o título provocativo desse livro, sem nunca ter lido nem duas páginas, acusaram-me de ter escrito uma obra de não ficção contra esta exortação apostólica pós-sinodal. O que é falso e extremamente mesquinho comigo, porque naquele livro foram feitas críticas ao estilo de linguagem, aos numerosos e na minha opinião inúteis sociologismos, em várias passagens ambíguas, pouco claro e sujeito a diferentes interpretações. Estamos na esfera do exercício legítimo do pensamento crítico, o que deixaria de sê-lo se eu tivesse feito críticas, mesmo que indiretamente ou subliminarmente, àquele Sínodo e à exortação final publicada pelo Sumo Pontífice sob o título de alegria do amor. Uma exortação que deixa hipóteses em aberto para discussão sobre temas ainda não definidos, sem a disciplina prévia estabelecida pelo Santo Pontífice João Paulo II na sua exortação apostólica pós-sinodal Consórcio Familiar foi modificado, por exemplo, no que diz respeito à admissão aos Sacramentos de pessoas divorciadas e recasadas que vivem em estado de irregularidade. Portanto, bispos e sacerdotes que afirmam a legalidade desta admissão, porque dizem contido e dado em alegria do amor, eles afirmam falsamente, eles estão em grave erro e enganam os fiéis. Dentro alegria do amor na verdade, nenhuma permissão neste sentido é sancionada.

Cardeal Carlo Caffarra deu uma lição solene em 2017 a alguns dos nossos hoje que vagam de conferência em conferência clamando por "resistência". Ele transmitiu esta lição solene com uma de suas declarações memoráveis, feito depois que alguns tentaram apresentá-lo como um antagonista do Sumo Pontífice Francisco:

«Desculpe a piada: Teria ficado mais satisfeito se se dissesse que o Arcebispo de Bolonha tem uma amante, em vez de se dissesse que ele tem uma mente contrária à do Papa.. Porque se um bispo tem um pensamento contrário ao do Papa, ele deve ir, mas ele realmente tem que deixar a diocese. Porque levaria os fiéis por um caminho que não é mais o de Jesus Cristo. Ele, portanto, perder-se-ia eternamente e arriscaria a perda eterna dos fiéis. Ser considerado contra o Papa é algo que me entristeceu profundamente, porque é calunioso. Porque não só o Papa nunca falou sobre isto, mas quando ele falou ele pediu um debate. E o debate é verdadeiro se todas as vozes puderem falar. Eu nasci papista, Eu vivi como papista e quero morrer como papista!».

Eu acredito que o Santo Padre, na atual conjuntura, apesar de tudo, também foi bom demais, com o Bispo de Tyler e o Cardeal Raymond Leo Burke. Pessoalmente eu não estaria, porque para o tipo que sou, a um Bispo ou Cardeal que repetidamente questionou a proteção da doutrina da fé pelo Sumo Pontífice, talvez eu os tivesse levado a dizer que Inocêncio III, Bonifácio VIII e Alexandre VI, todos os três juntos, eram muito mais ternos e menos severos do que eu..

a Ilha de Patmos, 6 dezembro 2023

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Os Padres da Ilha de Patmos

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Por que nós, Padres da revista A Ilha de Patmos, não falamos do Sínodo?? Porque somos sacerdotes e teólogos, não fofocas que excitam o humor irracional da população

POR QUE NÓS PAIS DA REVISTA A ILHA DE PATMOS NÃO FALAMOS SOBRE O SÍNODO? PORQUE SOMOS SACERDOTES E TEÓLOGOS, NÃO GOSSIPÁRIOS QUE EMOCIONAM O HUMOR IRRACIONAL DAS PESSOAS

Mesmo antes de começar, este último Sínodo foi precedido por proclamações de especialistas não especificados da Internet que semearam o terror não muito diferente do dos terroristas do Hamas., para dar um exemplo hiperbólico completamente absurdo-paradoxal. Se de facto os terroristas do Hamas matam civis inocentes, este outro tipo de terrorista mata, nos fiéis cada vez mais perdidos, o pouco que resta neles de fé e sentimento eclesial, de sermos membros do corpo vivo que é a Igreja.

- Novidades em breve -

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Em um dos meus últimos artigos a que te indico (veja WHO) Falei sobre o declínio do princípio da autoridade em relação ao mídia social, onde até o menos imbecil pode começar a lidar de forma grotesca e surreal com temas que são objeto de complexos debates históricos a nível científico, histórico, social, político, teológico…

Nós, os Padres desta revista convencemo-nos de que diante de certas desolações é válido o antigo ditado de Publius Terentius Afro (190-159 a.C), universalmente conhecido como Terêncio: «Eles estão em silêncio, elogie-os o suficiente» (Eles ficam em silêncio e ao fazê-lo elogiam). Com esta máxima, o famoso dramaturgo romano de provável origem berbere quis dizer que às vezes o silêncio impede a expressão das palavras, também claramente, acabam sendo distorcidos ou mesmo deliberadamente mal compreendidos por aqueles que tendem a entender mal ou a procurar qualquer desculpa para uma disputa. Dessa máxima de Terenzi nasceu o famoso ditado popular “nunca se escreveu um belo silêncio”.

Uma nota pessoal: por razões que não precisam ser explicadas, durante este último Sínodo tive a oportunidade de ir e vir de Martha Casa Sancthae mais vezes, encontrar e falar com vários bispos de diversas partes do mundo, esclarecendo o óbvio que certamente não preciso esclarecer, porque a coisa toda, para mim como para muitos outros estudiosos e teólogos, cai no âmbito de coisas óbvias sobre as quais não haveria absolutamente nada para discutir. Mas, como escrevi no meu artigo anterior (veja WHO) às vezes é necessário explicar principalmente as coisas que nos parecem óbvias, neste mundo louco e decadente em que um exército ilimitado de pessoas pensa em dar sentenças máximas e inapeláveis ​​com um Tweet o uma postagem su o Facebook, depois de se alimentarem de blogs de pessoas que falam e discutem assuntos complexos que realmente desconhecem sobre prática e rigor.

Mesmo antes de começar este último Sínodo foi precedido por proclamações de especialistas não especificados da Internet que semearam o terror não muito diferente do dos terroristas do Hamas, para dar um exemplo hiperbólico completamente absurdo-paradoxal. Se de facto os terroristas do Hamas matam civis inocentes, este outro tipo de terrorista mata, nos fiéis cada vez mais perdidos, o pouco que resta neles de fé e sentimento eclesial, de sermos membros do corpo vivo que é a Igreja (cf.. Com o 1, 18).

Durante semanas lemos e ouvimos proclamações em que certos terroristas da web deram o melhor de si para desorientar católicos simples e cada vez mais perdidos ao preverem o iminente desembaraço aduaneiro do celibato sacerdotal e dos padres casados, mulheres sacerdotes, ou pelo menos mulheres diáconas, a bênção no altar dos casais homossexuais e assim por diante. E todos esses elementos que definir como fantásticos é apenas um eufemismo, eles foram anunciados como certos, na verdade apresentado como dado como certo.

No final do Sínodo o Sumo Pontífice Francisco falou publicamente, esclarecendo que o celibato sacerdotal não seria afetado de forma alguma, reiterando o que sabemos há séculos: celibato sacerdotal, que tem raízes desde a primeira era apostólica e que tem grande valor a nível espiritual, eclesial e pastoral, não é um dogma de fé, mas uma disciplina eclesiástica. Há provas de que mesmo na Igreja Católica sempre houve padres de rito oriental casados ​​e com família. Dito isto, o Santo Padre reiterou que não pretende de forma alguma modificar a disciplina eclesiástica sobre o celibato dos sacerdotes pertencentes à comunidade de rito latino., especificando que nada semelhante "acontecerá sob o meu pontificado".

Sobre a questão das mulheres sacerdotes, o Sumo Pontífice Francisco já havia se expressado diversas vezes no passado, portanto, nada mais fez do que reiterar o pronunciamento dado de forma definitiva pelo seu Santo Predecessor João Paulo II, que esclareceu para o presente e o futuro futuro: «A Igreja não tem o poder de conceder a sagrada ordenação sacerdotal às mulheres» (cf.. WHO).

Se nas fases preparatórias do Sínodo falava-se do mundo LGBT, da minuta do documento final esta sigla desapareceu completamente, para certo desagrado daquele personagem alegre que o padre James Martin apoiou há pouco tempo com um artigo no conhecido semanário pseudo-católico slush Christian, originalmente nascido como família cristã, que ele anunciou: «O Papa Francisco restaurou a dignidade das pessoas LGBTQ e isto é uma bênção para todos» (cf.. QUeu). Portanto, nenhuma bênção para os felizes casais arco-íris sob os degraus dos altares, pela razão óbvia de que a Igreja, com a desculpa de abençoar as pessoas que sempre precisam ser abençoadas, não é tão ingênuo e despreparado para acabar abençoando o que para a doutrina e a moral católica continua sendo o pecado contra a natureza (Catecismo, n. 2357), que como tal não pode ser abençoado, nem com a desculpa de só abençoar as pessoas. Este é um tema sobre o qual o Dicastério para a Doutrina da Fé já se manifestou (cf.. WHO). Várias vezes ao longo dos últimos anos escrevi e expliquei que a Igreja tem o dever de acolher o pecador, especialmente os piores pecadores, porque se não o fizesse trairia a missão que Cristo Deus lhe confiou (cf.. MT 9,13), sempre tomando cuidado, porém, para nunca acolher o pecado, que não pode ser bem-vinda, muito menos abençoada.

É por isso que permanecemos em silêncio, porque somos sacerdotes, teólogos e sobretudo homens de fé conscientes de que ainda hoje a Igreja vive momentos muito delicados, ou se quisermos ainda confusos e tristes, Em qualquer caso, ela nunca poderá trair a missão que Cristo Deus lhe confiou de atender aos caprichos do mundo, porque Deus nos escolheu do mundo mas nós não somos do mundo (cf.. GV 15, 18-19).

Vamos prosseguir e concluir com dois elementos. O primeiro: a essência dos concílios ecumênicos e sínodos da Igreja; O segundo: a atitude incomum, talvez até questionável e ambíguo do Sumo Pontífice Francisco.

Os terroristas católicos do Hamas que realizaram campanhas durante meses e semanas destinadas a excitar as pessoas, agora a aterrorizá-las, eles demonstraram antes de tudo que não têm ideia do que são concílios e sínodos nos dois mil anos de história da Igreja. Primeiro vamos ver a diferença entre os dois: por concílio ecumênico queremos dizer, como a própria palavra diz, um evento extraordinário que envolve todos os bispos da Igreja universal. O termo “ecumênico” na verdade, deriva do grego mundo (oikoumene) e significa universal. Caso contrário, em vez, o Sínodo, que pode ser local ou mesmo global, envolve uma fatia do episcopado, ou participantes convidados e selecionados, que também pode representar a universalidade católica, mas que não constituem um concílio ecumênico, isto é, aquele ato mais importante e solene da Igreja que requer e implica a participação de todo o episcopado católico.

E em qualquer dos casos, se é um concílio ecumênico ou um sínodo, os participantes simplesmente não têm direito, mas precisamente o dever de discutir tudo e o seu exato oposto. Nas discussões eles podem, na verdade, mesmo as hipóteses mais improváveis ​​ou mesmo absurdas devem ser levantadas. Talvez os grandes Padres e Mestres da escolástica clássica não tenham feito isso, muitas vezes partindo de suas disputas até mesmo a partir de elementos surreais e paradoxais, para estimular o sentido especulativo e chegar a julgamentos sábios? O que isso leva para deixar claro para o blogueiro agressivo ou para aqueles que têm uma sentença sobre Twitter eles resolveram problemas que ainda não tinham uma resposta definitiva há séculos. Portanto, do que certas franjas do episcopado, isto é, os inevitáveis ​​alemães e europeus do norte, levantaram certas questões, Não deveria ter surpreendido ninguém, incluindo blogueiros e tweeters hardcore, se eles conhecessem os rudimentos da história da Igreja.

O Santo Padre Francis por sua vez permanece um enigma, como defini em um antigo artigo meu de 2013 comentando sobre seus primeiros 100 dias de pontificado (veja WHO) onde eu o comparei ao Flautista de Amelin, que merece enorme crédito: tendo feito todos os ratos revelarem o que realmente são, depois de terem se escondido na mais falsa e calculada condescendência durante trinta anos sob os pontificados de João Paulo II e Bento XVI. Pelo menos hoje, graças a esse Augusto Pifferaio, conhecemos os ratos um por um, o que eles são e o que realmente pensam. Isto tornará especialmente difícil para eles, ou melhor, realmente impossível poder reciclá-lo na próxima troca de timoneiro do barco de Pedro, dado que um 87 anos e com problemas de saúde de grande importância, o Sumo Pontífice Francisco certamente não durará para sempre. Se sim, amanhã, como se nada tivesse acontecido, um cardeal brincalhão chegou ao ponto de se abaixar em um bueiro para reconectar a eletricidade aos habitantes de um prédio ocupado ilegalmente (veja WHO), se ele aparecesse com três metros de cappa magna e um galero na cabeça - algo que certos camaleões seriam capazes de fazer porque por natureza lhes falta o próprio sentido de modéstia - todos lhe perguntaríamos: "Mas você, Não foi você quem, sob o pontificado de Francisco, saiu de calças e arregaçou as mangas da camisa para levar café à noite aos vagabundos que transformaram a colunata de Bernini num mictório público?, depois de exibir abotoaduras de ouro e mantos roxos artisticamente pregueados sob os pontificados de João Paulo II e Bento XVI?”.

Pela enésima vez o Sumo Pontífice Francisco os uniu, falar e desabafar em um Sínodo, fazendo com que todos saiam ao ar livre novamente. Assim que as discussões terminaram, ele anunciou "então veremos", concluindo com um "até o próximo ano", assumindo, é claro, que a Santidade de Nosso Senhor está sempre viva.

Dos dois um: ou estamos diante de um homem que é o único mais louco e mais perturbado do que Joana de Castela, Henrique IV e Ludwig II da Baviera, todos os três combinados, ou estamos diante de um homem que num momento histórico muito difícil e complexo fez o que era melhor e mais adequado ter sido feito, usando sua graça estatal com sabedoria e prudência, embora no momento suas ações não possam ser compreendidas. Na verdade não podemos afirmar nem uma coisa nem outra, porque nos faltam os elementos para poder fazer isso. Talvez demore muitos anos, mas um dia a história nos esclarecerá o grande “enigma” Francis, como eu defini isso em 2013 depois dos primeiros 100 dias do seu pontificado, revelando-o como o homem certo que superou uma temporada extraordinariamente delicada da melhor maneira.

a Ilha de Patmos, 29 Outubro 2023

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O novo livro do Padre Ariel foi lançado e está sendo distribuído, você pode comprá-lo clicando diretamente na imagem da capa ou entrando em nossa livraria WHO

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«Estaremos entre aqueles que viram e acreditaram». Aquele conceito singular de “escândalo” do Sumo Pontífice …

«ESTAREMOS ENTRE OS QUE VIRAM E ACREDITARAM». ESSE CONCEITO SINGULAR DE «ESCÂNDALO» DO SUPREMO PONTÍFICE …

De São Paulo VI a Bento XVI, durante sessenta anos tivemos Sumos Pontífices que com exortações e documentos recomendaram repetidamente o uso da batina ao clero secular, hoje temos um Sumo Pontífice que zomba da batina junto com os padres que a usam.

- Novidades em breve -

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Agora vamos ver quem não escandaliza o Santo Padre

 

o presbítero Marco Pozza, entrevista oficial com o Sumo Pontífice.

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O presbítero Marco Pozza, entrevista oficial com o Sumo Pontífice

 

O presbítero Marco Pozza, entrevista oficial com o Sumo Pontífice

 

Aqui está a imagem grotesca de uma Igreja totalmente dessacralizada por aqueles padres que elogiam uma não especificada “Igreja aberta a todos” …

 

E pensar que vários morreram, para não tirar a batina …

 

O jovem Rolando Rivi morreu mártir ao recusar-se a tirar a batina, hoje teria sido um “rígido” destinado a causar um “escândalo”

 

"A grande marcha de destruição intelectual continuam. Tudo será negado. Tudo vai se tornar um credo. É uma posição razoável para negar as pedras da rua; vai se tornar um dogma religioso para reafirmar. É um argumento racional que leva todos imersos em um sonho; será uma forma sensata de misticismo dizer que estamos todos acordados. Incêndios será feliz por testemunhar que dois mais dois é igual a quatro. Swords será desembainhada para mostrar que as folhas são verdes no verão. Encontramo-nos defender não só as virtudes incríveis e o incrível significado da vida humana, mas algo ainda mais incrível, este imenso, universo impossível olhando para nós na cara. Vamos lutar para maravilhas visíveis como se fossem invisíveis. Vamos olhar para a grama e os céus impossíveis com uma estranha coragem. Estaremos entre aqueles que viram e creram " (Gilbert Keith Chesterton, Hereges, 1905)

a Ilha de Patmos, 25 Outubro 2023

 

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Morreu o Arquiabade emérito de Montecassino Pietro Vittorelli: pena pode apagar a triste verdade?

O ARCABOT EMÉRITO DE MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI MORRE: A PIEDADE CRISTÃ PODE APAGAR A TRISTE VERDADE?

A piedade cristã não pode omitir a verdade. Portanto, o gerente do local Eu não posso ficar em silêncio o que está confirmado: um que «Ele falou mal de todos, exceto Cristo, pedindo desculpas ao diretor: “Eu não o conheço”!» (Epígrafe de Paolo Giovio sobre Pietro l'Aretino).

- Novidades em breve -

Autor
Editores da ilha de Patmos

 

 

 

 

 

 

 

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Entre os vários sites que se dizem “católicos” existe um chamado Eu não posso ficar em silêncio. É responsável por isto um jovem, que entendemos ter sido gentilmente acompanhado no passado às portas de saída de seminários e instituições religiosas. Talvez seja por esta razão que se sente legitimado a escrever pérolas de sabedoria sobre os problemas da Igreja Católica., mas sobretudo na formação dos sacerdotes - que é a coisa mais complexa e delicada que pode existir -, apresentando-se como um especialista nesse assunto?

Seus artigos são numerosos em que ataca repetidamente pessoas e instituições eclesiásticas com um estilo ácido. Ninguém foi salvo de suas facadas: pelo Sumo Pontífice - que pode ser respeitosamente criticado, não, no entanto, contestado e ridicularizado -, acompanhar os altos prelados da Cúria Romana e os prefeitos dos vários dicastérios da Santa Sé, que também pode ser criticado, mas eu não ri de forma zombeteira e arrogante. Mostrou verdadeira ferocidade para com o diretor da Comunicação Social do Vaticano e o chefe da Sala de Imprensa da Santa Sé, a ponto de acusá-los – na melhor das hipóteses – de “incompetência” e “analfabetismo”.. Ele até descontou na Gendarmaria do Vaticano, composto por elementos selecionados por excelência indubitável, bem como dotados de rara educação e cortesia, ao qual dedicou, apesar de, comentários irônicos sobre seu profissionalismo.

Ele gosta de se apresentar como um especialista “Coisas do Vaticano”, como se ele estivesse indo e vindo dos palácios sagrados, deixando de dizer que não possui passar transitar pelo território do Estado da Cidade do Vaticano, onde não sabemos que ele é um convidado bem-vindo.

isso não nos preocupa de forma alguma como é que este indivíduo - que aparentemente não beneficia do apoio de uma família rica nem do rendimento de um trabalho profissional - pode acampar em Roma, onde o custo de vida sempre foi elevado, hoje mais do que nunca para as estrelas, porque o assunto da pergunta é completamente diferente.

No artigo de hoje (cf.. WHO) este excelente especialista da Cúria Romana publica um comentário sobre a morte do Arquiabade emérito de Montecassino, Dom Pietro Vittorelli, já apresentado no passado como vítima inocente absolvida da acusação de ter roubado dinheiro dos fundos da abadia:

«Conclui, hoje, uma longa e injusta via crucis judicial que começou em 2017" (cf.. WHO).

Considerando que eles estão na moda eu dubia, pretendemos submeter algumas delas ao responsável deste Site com o convite expresso para responder estritamente sobre o mérito das sete questões que se seguem:

 

  1. É verdade que Pietro Vittorelli não usava apenas, mas sim abusava de drogas pesadas e que era um viciado em cocaína tão viciado que acabou internado numa discreta clínica suíça para ser desintoxicado, onde o custo de três meses de tratamento ascendeu a aproximadamente 160.000 Euro?

 

  1. É verdade que os graves problemas neurocardiológicos que debilitaram gravemente Pietro Vittorelli foram consequência do abuso de uma substância entorpecente conhecida como rachadura, o que finalmente lhe causou uma forte trombose?

 

  1. É verdade que quando foi internado de urgência, os especialistas que o atenderam ficaram constrangidos ao saber pelas análises clínicas que Pietro Vittorelli parecia fazer uso habitual massivo de cocaína e rachadura e que esta foi precisamente a causa do grave ataque que o atingiu e debilitou gravemente?

 

  1. É verdade que Pietro Vittorelli foi um homossexual praticante irreprimível que levou uma vida em total contraste com a moral católica, os princípios do sacerdócio e da vida monástica e que costumava recorrer aos serviços remunerados dos jovens escolta homossexuais em toda a Europa, deixando vestígios disso em seu bater papo privado, posteriormente adquirido pelos investigadores como prova documental, em que ele se expressou com um estilo e linguagem de imoralidade indescritível?

 

  1. É verdade que Pietro Vittorelli viajou pela Europa sofrendo de Compra compulsiva chegando ao ponto de gastar até aproximadamente 50.000 euro em um único mês, com transações documentadas pelos registros de seu cartão de crédito, pagar hotel para 5 estrelas da categoria de luxo, restaurantes gourmet, boutiques de alta moda e perfumarias?

 

  1. É verdade que o que está contido nos pontos 1-5 são todos elementos meticulosamente documentados em documentos investigativos e depois repassados ​​pelos investigadores à Santa Sé para informação, tendo em conta o fato de Pietro Vittorelli ser Ordinário diocesano?

 

  1. O diretor do site Eu não posso ficar em silêncio, conhecido punidor da Cúria Romana, dos prelados da Santa Sé, da mídia do Vaticano, da Sala de Imprensa do Vaticano, da Gendarmaria Pontifícia e assim por diante (veja arquivo de seus artigos) talvez acredite que quando estão envolvidas as façanhas sérias e imorais de um homossexual praticante e impenitente, tudo deveria ser relegado às esferas de sua vida privada, sem que isso tenha qualquer impacto no nível eclesial e canônico-jurídico?

 

o teor das trocas que Pietro Vittorelli mantinha com escolta gay a pagamento: «Vou procurar galos»

 

A piedade cristã não pode omitir a verdade. Portanto, a pessoa responsável por este Site, confirma-se pelo que é: alguem que "Ele falou mal de todos, exceto Cristo, pedindo desculpas ao diretor: “Eu não o conheço!» (Epígrafe de Paolo Giovio sobre Pietro l'Aretino).

O grande especialista em assuntos da Igreja responda essas dubia, mas estritamente no mérito, ou cale a boca, encomendando conosco a alma deste infeliz falecido à infinita misericórdia de Deus.

 

a Ilha de Patmos 14 Outubro 2023

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.HTTPS://www.youtube.com/watch?v=ltEAQNopUYM&t=2s

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Guerra dos terroristas do Hamas contra Israel: «As declarações do Embaixador de Israel junto à Santa Sé são falsas e difamatórias»

GUERRA DOS TERRORISTAS DO HAMAS CONTRA ISRAEL: «AS DECLARAÇÕES DO EMBAIXADOR ISRAELITA JUNTO À SANTA SÉ SÃO HISTÓRICAMENTE FALSAS E DIFAMATÓRIAS»

Para certos sionistas políticos que pouco ou nada têm a ver com o mundo judaico e com o judaísmo, não há pior humilhação do que ser grato a quem lhe fez bem e salvou sua vida.

— Política e assuntos atuais —

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Sob certas circunstâncias palavras devem ser medidas e limitadas, especialmente com os expoentes de um país jovem em que é difícil, um rude ex-colono de algum kibutz pode ser inserido no corpo diplomático e enviado ao redor do mundo sem o nível e a classe exigidos pelo cargo que lhe foi confiado, mas acima de tudo de prudência e conhecimento.

Fui aluno do Padre Peter Gumpel que junto com o Padre Paolo Molinari dirigiu a Postulação Geral da Companhia de Jesus durante meio século (cf.. Frederico Lombardi S.J.. WHO), eles mesmos me iniciaram e treinaram nas causas dos Santos. A eles foi confiado o processo da causa de beatificação do Sumo Pontífice Pio XII, periodicamente atacado por círculos que nada têm a ver com o mundo judaico, porque todos estão ligados às margens do sionismo político radical, que é completamente diferente do Judaísmo. Tudo com todo o respeito àqueles que gostariam de rotular qualquer pessoa que deseje professar ou ser anti-sionista como anti-semita. Seja contra qualquer ideologia nacionalista, tal é o sionismo político, é legal, desde que desagrade, nunca conduz a formas de violência ou a danos à dignidade de outrem.

Nos países democráticos você é livre para ser anticomunista, antifascistas, anticlerical... são todos liberdade de pensamento e expressão protegida pela própria lei. No entanto, parece que não é assim que funciona naquela que alguns continuam a chamar de “a única democracia no Médio Oriente”..

No meu livro Ervas Amare – O século do sionismo publicado há muito tempo 2006 Eu também desmantelo essa lenda sobre a “única democracia” pedaço por pedaço, explicar e documentar que certas forças políticas destinadas a equiparar o anti-sionismo ao anti-semitismo são em si aberrantes. Bastaria lembrar que os anti-sionistas mais severos sempre foram os judeus mais famosos do mundo por terem sido os principais expoentes da ciência, da cultura e das artes. Mencionarei apenas um entre muitos: Sigmund Freud, que sempre demonstrou forte oposição à criação do Estado de Israel. E quando o Movimento Sionista pediu a sua assinatura, recebeu uma recusa firme, por ele como por várias outras personalidades judaicas.

Sionismo Político nasceu de personagens cheios de marxismo e inspirados no socialismo real, do qual Pio XII era oponente, assim como seus outros predecessores e sucessores. A partir do final da década de 1950, lendas negras ganharam vida nos meios sionistas sobre a figura deste Sumo Pontífice ativo e trabalhador pela salvação dos judeus perseguidos e procurados pelos nazistas, mas a quem certos ideólogos decidiram servir uma terrível vingança fria no período pós-guerra.

Os sionistas políticos finalmente alcançaram o grotesco: os netos e bisnetos dos protagonistas diretos que foram salvos pela intervenção massiva da Igreja Católica - tanto que depois da Segunda Guerra Mundial quiseram colocar placas nos conventos, mosteiros e institutos religiosos onde as suas vidas foram salvas - começaram a negar aos seus avós e bisavós declarações "históricas" que, se não fossem trágicas, beirariam o cômico: «No imediato pós-guerra, os nossos avós e bisavós ainda não tinham clareza sobre o que realmente tinha acontecido». Que significa: aproximadamente seis milhões de judeus exterminados em toda a Europa, mas a extensão de uma enorme tragédia, única à sua maneira na história da humanidade, ainda não estava clara para os protagonistas diretos que salvaram as suas vidas.?

Nestes meus livros, Recomendo que você leia qual, Eu defino tudo com essa piada:

"Não não, porque você acredita no que viu e vivenciou como protagonista, em vez de acreditar no que seu neto sionista nascido no início dos anos 1970 lhe diz?».

Um desses netos ele é o Embaixador do Estado de Israel junto à Santa Sé, que, irritado com os apelos à paz dos Bispos de Jerusalém, voltou a evocar o Sumo Pontífice Pio XII:

«Não é fora de contexto lembrar que hoje terá início uma conferência na Universidade Gregoriana 3 dias sobre os documentos do pontificado do Papa Pio XII e seu significado para as relações judaico-cristãs. Aparentemente – conclui a nota – algumas décadas depois, há aqueles que ainda não aprenderam as lições do recente passado sombrio" (veja WHO).

Tudo isso confirma que para certos personagens “ser grato a quem salvou sua vida é uma humilhação que alguns não suportam”.

o livro Ervas Amare - O século do sionismo ele perguntou-me 5 anos de intenso trabalho e pesquisa histórica. Mais tarde, do seu corpo central, Eu fiz outro livro independente intitulado Pio XII e a Shoah.

Não consigo cobrir tópicos em um artigo curto que exigiu anos de estudo e pesquisa, mas quem está interessado em história, não às lendas de certos sionistas políticos, ele pode lê-los e verificar quão diferente é a realidade da maldade construída em torno da mesa com rara maldade política pelos partidários de um movimento nacionalista nascido de uma heresia do mais degenerado marxismo. Este movimento chama-se Sionismo Político e qualquer pessoa pode reivindicar o direito de ser anti-sionista sem que ninguém possa acusá-lo de ser um perigoso anti-semita., especialmente aqueles netos e bisnetos que, sem o sentido básico de decência, afirmam negar aos seus avós e bisavós que prestaram devota gratidão a Pio XII, através de cujo trabalho cerca de um milhão de judeus foram salvos em estruturas religiosas por toda a Europa, incluindo o Estado da Cidade do Vaticano e todos os edifícios da Santa Sé que em Roma gozam do regime de extraterritorialidade de acordo com as leis e tratados do direito internacional.

a Ilha de Patmos, 10 Outubro 2023

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