Des béatitudes dans les montagnes à aimer pour les ennemis dans les plaines

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

DALLE BEATITUDINI IN MONTAGNA ALL’AMORE PER I NEMICI IN PIANURA

«Chi usa la Parola di Gesù diversamente che agendo, Donne mal à Jésus, nie le sermon sur la montagne, n'implémente pas sa parole. Dal punto di vista umano ci sono infinite possibilità di intendere e di interpretare il sermone sulla montagna. Gesù conosce una sola possibilità: andare e obbedire»

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo le beatitudini proclamate nel Vangelo di domenica scorsa, prosegue la lettura del sermone in pianura di Gesù redatto da Luca, nella parte in cui si accede al cuore del Suo discorso dove predomina l’etica dell’amore rivolto ai nemici, espresso nel donare gratuitamente, esente dal giudicare, propositivo quando invita a porgere un’altra guancia. Nel testo, Al v. 31, è conservata la famosa «regola d’oro»: «Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro».

L’intero discorso di Gesù, coi suoi comandi, si regge sul verbo agapao, amare. E i detti sono espressi secondo uno stile sapienziale con verbi soprattutto all’imperativo. Quello che alla fine emerge è il desiderio di Gesù di scardinare la logica della reciprocità. Leggiamo la pericope evangelica.

« À ce moment-là, Jésus dit à ses disciples: “A voi che ascoltate, je dis: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; ne condamne pas et tu ne seras pas condamné; pardonne et tu seras pardonné. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”» (Lc 6,27-38).

Dopo il «guai» (Lc 6, 26), speculare dell’ultima beatitudine, le parole di Gesù proseguono con una potente avversativa, «Ma a voi che ascoltate io dico» (v. 27), che apre la porta alla comprensione della sostanziale differenza della vocazione cristiana nel mondo. Al cuore di essa vi è l’amore per il nemico che forma l’inclusione dell’intero passo di Lucas 6, 27-35: «Amate i vostri nemici». Chi è il nemico nelle parole di Gesù? È colui che odia, maledice, maltratta ed esprime la sua inimicizia con la violenza fisica, con il furto, con la richiesta e la pretesa. Qualunque sia il modo di esprimersi dell’inimicizia la straordinaria proposta di Gesù che definisce la precipua differenza cristiana riposa nella risposta non violenta. Non una qualsiasi non violenza, ma una propositiva ed attiva, poiché essa, sottraendosi alla specularità, pone in essere un’azione positiva di segno opposto. Non ripetendo il gesto violento subìto il discepolo di Gesù esce dal mimetismo e dalla passività. Si tratta di fare qualcosa attivamente dopo un tempo nel quale si è subita passivamente la violenza; non ponendosi, Mais, di fronte all’altro come si fa in una lite o in un incontro di boxe. Non faccio quel che fa il violento, non lo tocco dove egli mi tocca e non gli permetto di toccarmi nello stesso posto. Eppure agisco a partire dal suo primo atto, vengo sul suo terreno e lì gli presento l’alterità. Questo testo ci sta dicendo cosa fare se l’obiettivo è quello di rendere possibile una relazione di alterità con qualcuno che soffre e che fa soffrire. Ciò è rappresentato emblematicamente dalle parole di Gesù sullo schiaffo che è forse il passaggio del brano più noto ed iconico: «A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra». Nel testo evangelico greco la parola usata per dire «altra guancia» non è quella che ci aspetteremmo, se ci trovassimo di fronte alla semplice simmetria: vengo colpito su una parte del volto, ti presento anche l’altra. Non è usato qui il vocabolo greco «éteros» usato nell’accezione di «ora l’uno ora l’altro». Qui il Vangelo adopera il termine «allos» che significa: une autre, différent. Ce n'est pas, alors, la seconda guancia, è una guancia altra. Non c’è una somma, prima la destra e poi la sinistra, ma occorre presentare una guancia differente. La grande novità di queste parole di Gesù rivelano che, se da un lato in una forma avversativa nello stesso tempo mite e potente, contrastano il sentire e il modo di agire mondano, dall’altro dicono che è possibile fare il bene del nemico, facendolo sentire una persona migliore, offrendogli la possibilità di emendarsi dalla violenza. Gli dico che può amarsi, perché in fondo sia l’offensore che l’offeso sono destinatari di un amore di cui non sospettavano la grandezza.

E qui ci soccorre la teologia cristiana sull’amore che ci aiuta a capire perché esso possa essere addirittura comandato, come nelle parole di Gesù. Perché il comando esprime anche una insospettata possibilità che Cristo per primo ha vissuto, non nella sola forma di provare un sentimento, ma nella concretezza delle azioni, mostrando di amare chi amabile non è, come i suoi nemici, rivelando così la fonte unica di quell’amore fino all’impossibile che è Dio Padre: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito… Gesù, sachant que son temps était venu de passer de ce monde au Père, ayant aimé les siens qui étaient dans le monde, li amò fino alla fine» (Gv 3, 16; 13, 1). Così si esprimono anche diversi primi autori cristiani. Dio ha mostrato il suo amore per noi perché, mentre noi eravamo nemici e peccatori, Cristo è morto per noi (cfr Rm 5,6-11). Cristo sulla croce ha abbattuto la logica dell’inimicizia (cf.. Ef 2,14), Egli ha risposto agli oltraggi e alle violenze invocando il perdono sui suoi aguzzini (1Pt 2,23; Lc 23,34). In questo senso l’amore può essere comandato, perché va inteso nella sua altezza e profondità: "Soyez miséricordieux, come il Padre vostro è misericordioso» (v. 36); ancor prima che nella sua estensione, anche se scopriamo che in questa rientriamo tutti, noi come il prossimo e addirittura il nemico: "Tu aimeras ton prochain comme toi-même" (Mc 12,31). È anche significativo ed innovativo che Gesù abbia rielaborato, secondo Luca, la regola d’oro in forma positiva e non negativa come si trova invece in altri testi ed autori antichi: «Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro».

Luca per definire la forza o capacità che permette di andare oltre la misura umana della reciprocità usa il termine «χάρις», charis (cf.. Lc 6,32.33.34; la Bibbia CEI traduce: «quale gratitudine vi è dovuta?»). Davvero l’amore che il cristiano riesce ad avere perfino verso il suo nemico è una grazia, è cioè un dono che viene da Dio.

Per concludere bisogna accennare a come le parole di Gesù, così esigenti, siano state variamente interpretate. Restringiamo il campo a due punti di vista. La posizione cattolica che opta per le due vie, quella della maggioranza che è invitata a seguire i precetti di Gesù e l’altra, più radicale ed esigente, per quei pochi che insieme ai precetti perseguono anche i consigli che sono lasciati alla libera opzione e richiedono uno stato di perfezione. Vi è poi la posizione dell’ortodossia luterana che ritiene «inattuale» il discorso della montagna o della pianura, poiché difficile da mettere in pratica fedelmente. Allo stesso modo della impraticabilità della legge mosaica esso mette in risalto la condizione peccatrice e dunque la necessaria apertura della fede alla grazia che salva. Giustamente a questa posizione, ma a questo punto direi anche alla cattolica, reagisce Dietrich Bonheffer nel suo libro teologico più famoso:

«Chi usa la Parola di Gesù diversamente che agendo, Donne mal à Jésus, nie le sermon sur la montagne, n'implémente pas sa parole. Dal punto di vista umano ci sono infinite possibilità di intendere e di interpretare il sermone sulla montagna. Gesù conosce una sola possibilità: andare e obbedire» (Sequela).

Le parole del teologo protestante interrogano ancora oggi la nostra coerenza e ci sfidano. Il discorso della pianura di Luca si può mettere in pratica, non grazie alle nostre capacità, ma con l’aiuto di Dio. L’etica cristiana è praticabile, purché tenga al centro la grazia che viene da Dio.

Dall’eremo, 23 février 2025

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Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

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Les Pères Patmos Island

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Redécouvrir la beauté de la vie de la grâce à travers l'œuvre de bénis Angelico

RISCOPRIRE LA BELLEZZA DELLA VITA DI GRAZIA ATTRAVERSO L’OPERA DEL BEATO ANGELICO

La festa del Beato Angelico ricorda che ogni uomo, illuminé par la grâce, Bien que appelé à marcher sur des chemins raides, Redécouvrir continuellement sa nature en tant que chef-d'œuvre divin. Création, sebbene deturpata dal peccato e dalle difficoltà della vita, è sempre il luogo dove il chiaroscuro dell’esistenza umana si intreccia con l’amore vero e profondo.

 

Auteur:
Gabriele Giordano M. Scardocci, o.p.

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Il Beato Angelico, al secolo Giovanni da Fiesole, fu un frate domenicano che visse la sua vita religiosa fra il tormento e l’estasi. Attraverso questo scritto vorrei condividere qualche pensiero su questo confratello domenicano famoso in tutto il mondo per la sua arte e la sua fede.

Per illustrare la vita, le opere e lo stile pittorico dell’Angelico mi sono avvalso dei preziosi consigli dei confratelli domenicani Suor Paola Gobbo e fra Manuel Russo. Partiamo dunque dalla vita: Giovanni da Fiesole nacque negli ultimi anni del XIV secolo, compris entre 1395 e l’inizio del 1400, a Vicchio, un paese del Mugello, oggi in provincia di Firenze. Fin da giovane, uno dei suoi doni più evidenti fu la pittura. Per seguire questo talento, decise di lasciare la sua casa. Si sa con certezza che si trasferì a Firenze per il suo apprendistato. Gli esperti sostengono che il suo maestro fu Lorenzo Monaco, un camaldolese dell’abbazia fiorentina di Santa Maria degli Angeli. La sua permanenza presso il Monaco durò fino al 1417. Com’era tipico delle botteghe dell’epoca, nei primi anni Giovanni imparò l’arte della miniatura, della tavola e dell’affresco, a seconda delle commissioni del maestro. Il maestro si occupava delle parti più importanti delle opere, lasciando quelle secondarie ai suoi garzoni, che avevano anche il compito di preparare i materiali e macinare i pigmenti. De cette façon, i discepoli imparavano il mestiere osservando e praticando.

Durante il periodo di apprendistato, la composizione delle opere seguiva norme rigorose stabilite dalla tradizione iconografica di origine bizantina. La gerarchia stabiliva la dimensione dei personaggi in proporzione alla loro dignità, con il posto centrale riservato a Cristo. Anche l’ambiente scenico, il numero e il ruolo dei personaggi, i loro atteggiamenti erano tutti fissati. Gli artisti utilizzavano schemi tradizionali, come se avessero un manuale pronto all’uso che indicava le modalità e i soggetti da dipingere. Anche il colore, fondamentale per il suo valore espressivo e iconografico, era soggetto a notevoli limitazioni. Par exemple, il fondo oro delle tavole impediva un’ambientazione naturalistica e i colori delle vesti erano fissati: il giallo indicava Pietro, il rosso e il blu indicavano Maria, il blu e il rosso indicavano Cristo.

Dans ce contexte,, il genio artistico si esprimeva attraverso una rigida normativa, ma con piena libertà creativa. Il rischio era alto, poiché le opere potevano essere rifiutate dai committenti non pronti a tali innovazioni, oppure potevano procurare fama, proprio perché la novità attraeva e affascinava. Questa fu la lezione più importante che Giovanni imparò nella bottega del Monaco. Quest’ultimo aveva attinto dai maestri del passato, come Duccio da Buoninsegna, Simone Martini, i fratelli Lorenzetti, Cimabue e Giotto. L’arte di Giovanni Monaco si collocava nel passaggio tra il Gotico e l’Umanesimo rinascimentale, imparando dai grandi del passato ad «andare oltre» la tradizione e studiando le innovazioni del suo tempo.

Il primo documento riguardante il Beato Angelico è datato 1417 e riguarda la sua iscrizione alla Compagnia di San Nicolò, presso la chiesa del Carmine a Firenze, segno di un cammino spirituale intrapreso. In questo documento è riconosciuto come «dipintore”. A quella data, grazie a una glossa postuma che riporta la dicitura: «feciesi frate di santo Domenicho», sappiamo che era ancora laico. Entrò nel convento domenicano riformato di Fiesole tra il 1420 et le 1422, aderendo all’Ordine dei Predicatori. Vi ritroveremo, qualche anno dopo, anche il fratello Benedetto, miniaturista.

Due erano i conventi domenicani a Firenze: Santa Maria Novella e San Domenico a Fiesole. Del primo si trova scritto che non veniva concesso il sacerdozio agli artisti perché considerati lavoratori servili. Beato Angelico entrò invece a pieno titolo nel convento fiesolano. La formazione religiosa ebbe un peso determinante nella vita e nell’arte di fra Giovanni. Alla professione religiosa, egli si trovò davanti a un bivio: diventare frate converso, diremmo oggi un fratello laico, la qual cosa gli avrebbe assicurato maggiore libertà nel lavoro, oppure frate chierico. Scelse, con i suoi superiori, la seconda strada, probabilmente perché lo giudicarono in grado di essere autentico frate, sacerdote e predicatore attraverso l’arte. Di questo dobbiamo ringraziare sant’Antonino da Firenze, che intravide il genio dell’Angelico e permise che si sviluppasse e portasse frutto.

Nelle sue opere troviamo predominanti questi temi: la centralità di Cristo, la conoscenza della Sacra Scrittura, il magistero della Chiesa, l’adesione alla teologia tomista, l’esemplarità dei santi e l’attenzione alle richieste e attese del popolo, e infine la semplicità delle sue creazioni. Tra le numerose commissioni che Angelico ricevette, vi fu quella del suo priore Sant’Antonino, che volle realizzare nel convento degli osservanti di San Marco una serie di pitture murali. I lavori cominciarono nel 1437 e, compris entre 1439 et le 1445, Beato Angelico dipinse ad affresco 54 composizioni con oltre 320 figure umane.

All’interno di un convento erano lecite, anzi richieste, le immagini sacre a corredo delle sale comuni, del dormitorio e delle celle. Erano proibite le immagini non sacre ed esclusi i materiali preziosi. Per questo fra Giovanni scelse la tecnica dell’affresco, i cui materiali compositivi sono semplici, humble, Naturel: calce, sabbia, terre. La bellezza di queste pitture murali è che si trovano nei luoghi pensati dall’artista. Questo è un vantaggio per noi perché possiamo cogliere il pensiero dell’Angelico, che li ha realizzati in quei precisi luoghi secondo un progetto e un messaggio ben chiaro nella sua mente. Par exemple, fuori dall’ingresso della foresteria del convento dipinse Cristo pellegrino accolto da due frati. Nel noviziato primeggiano le figure di Cristo crocifisso, sostegno di chi entrava nella vita religiosa e invito a riconoscere e unirsi all’amore. Tutto era pensato per richiamare la mente dei frati al divino, il divino che abita l’umano. Era una sorta di aiuto per mantenere quel clima contemplativo e di profondo ascolto che abitava le case domenicane.

Vediamo brevemente l’opera pittorica dell’Angelico. Ci viene trasmesso dal Vasari che egli:

«Non avrebbe mai messo mano ai pennelli senza prima aver fatto orazione. Non fece mai crocifisso che non si bagnasse le gote di lacrime».

Questo ci dice quanto fosse mistica l’anima del Beato Angelico e quanto la sua arte scaturisse da una profonda contemplazione, da un’esperienza che diventa messaggio. Alcuni autori ci riferiscono che dipingesse in stato di estasi. Non è ovviamente l’estasi che pensiamo noi, ma qualcosa di simile ad un «rapimento»; l’essere cioè totalmente immersi, in ciò che si sta facendo e pensando, con somma dedizione, ponendo tutte le nostre facoltà a quel servizio. L’Angelico era immerso nel Mistero che intendeva celebrare con la sua arte lì dove trovava quel centro vitale dove Dio abita e parla al cuore.

Scrive Paola Mancinelli: «La creazione artistica è sempre evento di verità e di gratuità nonché possibilità di dare forma umilmente al mistero dell’essere dopo averne ricevuta la chiamata come sete di bellezza» (cf.. Lo stupore del bello, Oristampa, Florence, 2008). È un attendere, concepire e partorire un’intuizione, un’immagine che quasi all’improvviso si genera nella nostra mente, davanti ai nostri occhi. Certi che ciò che produrremo sarà solo un riflesso di quella Bellezza che è balenata nel nostro spirito.

Quanto all’altro aspetto delle lacrime che ci indica ricordava il Vasari, esse sono espressione di amore, de la douleur, di coinvolgimento per cui l’Angelico ne era mosso fin nelle fibre più profonde della sua anima. Se è vero che «la lingua parla dell’abbondanza del cuore», ciò vale anche per l’espressione artistica, per mezzo della quale fra Giovanni mostrava tutto il suo mondo interiore. Non possiamo scindere l’uomo dall’artista, l’uomo dal consacrato, questa unità che non è separabile.

Il Beato Angelico seppe attingere dalla «gratia gratum facens» (la grazia che ci rende graditi), un dono che illumina il cammino dell’umanità, guidandola ci attraverso le sfide e le oscurità della vita. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica:

«La nostra giustificazione viene dalla grazia di Dio. La grazia è il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà perché rispondiamo al suo invito: diventare figli di Dio, figli adottivi, partecipi della natura divina, de la vie éternelle. La grazia è una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce nell’intimità della vita trinitaria. Mediante il Battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo, Capo del suo corpo. Come “figlio adottivo”, egli può ora chiamare Dio “Padre”, in unione con il Figlio unigenito. Riceve la vita dello Spirito che infonde in lui la carità e forma la Chiesa. Questa vocazione alla vita eterna è soprannaturale. Dipende interamente dall’iniziativa gratuita di Dio, poiché egli solo può rivelarsi e donare se stesso. Supera le capacità dell’intelligenza e le forze della volontà dell’uomo, come di ogni creatura» (cf.. CCC 1996, 1997, 1998).

Jésus Christ, con il suo sacrificio, ci ha donato «grazia su grazia» (Gv 1,16), un flusso continuo di amore e redenzione che manifesta la gloria divina. Ecco perché il Beato Angelico, con la sua arte, continua a parlare ai nostri cuori, offrendo un cammino di bellezza e luce che risplende nei momenti più bui. La sua festa, aujourd'hui, assume un significato ancora più profondo, specialmente in un’epoca segnata dalla guerra, la divisione e l’isolamento prodotto perfino dai social, quando invece la rinascita spirituale e la bellezza, compresa quella artistica, sono essenziali per l’intera umanità.

La grazia di Dio è concetto e insieme realtà che esprime e rappresenta realmente l’amore incondizionato e il favore divino che ci viene offerto senza merito. Questa grazia rende presente la gloria di Dio, visibile attraverso le opere di Cristo e dei suoi seguaci.

Il Beato Angelico, con la sua arte, ha saputo catturare questa gloria, trasferendo nelle sue opere la grazia divina con rappresentazioni che parlano direttamente all’anima. Le sue opere, come «L’Annunciazione» e «Il Giudizio Universale», sono testimonianze visive di quella grazia, e ci chiamano invitandoci a riflettere sulla nostra relazione con il divino.

In tempi di crisi come i nostri la bellezza assume un ruolo fondamentale per la nostra rinascita spirituale e morale, quella della riscoperta del Bene del Bello. Scriveva Hans Urs Von Balthasar:

«In un mondo senza bellezza, in un mondo che non ne è forse privo, ma che non è più in grado di vederla, di fare i conti con essa, anche il bene ha perduto la sua forza di attrazione, l’evidenza del suo dover-essere-adempiuto; e l’uomo resta perplesso di fronte ad esso e si chiede perché non deve piuttosto preferire il male» (cf.. Gloria 1 – Percezione della Forma, Livre Jaca, Milan, 2012, 18).

Il Beato Angelico, col suo essere artista, ha mostrato come la bellezza possa essere un veicolo di grazia e redenzione. Perfino la luce che illumina i suoi dipinti è simbolo della luce divina che guida i nostri passi, anche nei momenti più oscuri.

La festa del Beato Angelico ricorda che ogni uomo, illuminé par la grâce, Bien que appelé à marcher sur des chemins raides, Redécouvrir continuellement sa nature en tant que chef-d'œuvre divin. Création, sebbene deturpata dal peccato e dalle difficoltà della vita, è sempre il luogo dove il chiaroscuro dell’esistenza umana si intreccia con l’amore vero e profondo. Il Beato Angelico, con la sua arte, ci invita a vedere oltre le apparenze, a scoprire la bellezza nascosta in ogni angolo della nostra vita.

Gli artisti, come il Beato Angelico, hanno il dono di trascinarci oltre l’immanenza, oltre i cammini della razionalità pura e della teoresi. La loro arte ci porta fra il tormento e l’estasi, facendoci vivere esperienze che vanno al di là del semplice vedere. La bellezza, dans ce sens, diventa una via di conoscenza e di esperienza del divino. È un cammino che ci invita a lasciarci trasformare dalla grazia, a vedere il mondo con occhi nuovi, illuminati dalla luce della fede.

en conclusion, il percorso di luce tramite la grazia è un viaggio che tutti siamo chiamati a fare. Il Beato Angelico, ci offre una guida preziosa in questo cammino, mostrandoci come la bellezza e la luce possano illuminare i nostri sentieri più oscuri. La sua festa, aujourd'hui, ci invita a riscoprire la nostra natura di capolavori divini, a lasciarci trasformare dalla grazia e a camminare con fiducia verso la gloria. Questa celebrazione può essere un momento di rinascita per tutti noi, specialmente per gli artisti che, con la loro opera, continuano a portare luce e speranza nel mondo.

L'espoir, che è anche il tema guida del presente giubileo, come ci ricorda la e la Sacra Scrittura, quando viene da Dio è sempre fondata e non confonde. La Speranza come l’arte e il bello che ne è il necessario corollario è armonica, integrale e proporzionata. Affinché tutti diventiamo belli e speranzosi, riscopriamo l’arte del Beato Angelico che ci raffigurò la bellezza e l’unicità di Cristo.

 

Santa Maria Novella à Florence, 18 février 2025

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Jésus met en évidence la foi en proposant des ennuis et des béatitudes

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

GESÙ METTE IN RISALTO LA FEDE PROPONENDO GUAI E BEATITUDINI

«Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. Vraiment je te dis: De nombreux prophètes et beaucoup de justes ont voulu voir ce que vous regardez, Mais ils ne l'ont pas vu, Et écoutez ce que vous écoutez, ma non lo ascoltarono

 

 

 

 

 

 

 

 

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In questa domenica si legge il testo delle beatitudini secondo la versione di Luca. Un brano che si differenzia da quello più noto, presente nel primo Vangelo, per il numero di beatitudini: quattro contro le otto di Matteo; e per la presenza di altrettanti «guai» che formano una precisa contrapposizione con le stesse.

Fra Angelico, Les Béatitudes

Se a essere dichiarati «beati» sono i poveri, gli affamati, i piangenti e perseguitati, i guai si indirizzano ai ricchi, ai sazi, i ridenti e a coloro che sono lodati. Aussi, se le beatitudini di Matteo sono inserite nel cosiddetto Discorso della montagna (cf.. Mont 5,1), quelle di Luca sono pronunciate in un luogo pianeggiante (cf.. Lc 6,17). Leggiamo il testo.

« À ce moment-là, Jésus, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, il a dit: “Beati voi, pauvre, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, Voici, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, riche, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Malheur à vous, che ora siete sazi, perché avrete fame. Malheur à vous, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”» (Lc 6,17.20-26).

Poiché non esiste altra pagina evangelica che abbia tanto interessato il pensiero e la cultura e sia stata oggetto di svariate interpretazioni, cercherò di mettere in evidenza il punto di vista dal quale Luca intende presentare le beatitudini di Gesù, ma anche i guai che ne seguono. Ils, en fait, sono necessari per spiegare le prime, le presuppongono e ne sono la loro controparte, cosicché le beatitudini, poste su questo sfondo negativo, risaltano meglio.

Subito dopo aver costituito i Dodici (Lc 6,12-16) Gesù pronuncia le beatitudini, che dunque assumono un valore particolarmente significativo per quel gruppo «ai quali diede il nome di apostoli» (Lc 6,13). Ils, uniti a quelli che per primi seguirono Gesù, sono i destinatari immediati di queste parole: «Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva» (Lc 6,20). Però vi è anche una folla numerosa che stavolta ascolta il discorso, formata da ebrei e persone provenienti da zone non ebraiche, come le città fenicie di Tiro e di Sidone. Con questa annotazione l’evangelista non intende solo mostrare che la fama di Gesù si è estesa al di fuori dei confini di Israele, ma desidera prefigurare l’estensione post-pasquale, anche ai cosiddetti gentili, del messaggio di salvezza di Gesù. Aussi, poste immediatamente dopo l’annotazione che la folla «cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti» (Lc 6,19), le parole di Gesù che propongono beatitudini e guai intendono far risaltare la fede in chi lo segue e lo sta cercando, invece che la dimensione magica o interessata. Riportano le persone sulla terra e dunque sul piano delle scelte e delle responsabilità. Per questo il modo di parlare in pubblico di Gesù, come già in occasione dell’omelia nella sinagoga di Nazareth, ha un tono «kerygmatico» e pedagogico; invogliano a prendere posizione e predispongono anche a un’inevitabile divisione, poiché le parole di Gesù svelano i pensieri di molti cuori (cf.. Lc 2,34-35). Possiamo dire che la pagina evangelica che mette a diretto confronto, in un brutale vis-à-vis, poveri e ricchi, affamati e sazi, afflitti e gaudenti, perseguitati e gente ammirata, implica una necessaria scelta di campo, un’opzione che in definitiva è tra l’autosufficienza e la fiducia nel Signore, ovvero tra l’idolatria e la fede.

Di norma si pensa sia Matteo l’evangelista delle beatitudini, invece Luca nel suo scritto ne presenta ben quindici, due in più del suo collega e, Entre autres, è anche il solo che ci trasmette la beatitudine degli ascoltatori della Parola: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono» (Lc 11,28). Questa è infatti la chiave per scorgere la beatitudine nelle varie situazioni vitali: ascoltare e custodire la parola e i segni di Dio, come la Vergine Maria per prima ha fatto.

Nell’Antico Testamento, in particolare nei Salmi e nella letteratura sapienziale, le beatitudini costituiscono quelle indicazioni date affinché l’uomo raggiunga il traguardo della felicità: «Beato l’uomo che non cammina in compagnia dei malvagi e nella strada dei peccatori» (Doit 1,1). Se si seguono si vivrà felici, ma se si preferisce un’altra strada iniziano i guai, che sono necessarie messe in guardia: non maledizioni, ma avvisi, come quelli che davano gli antichi profeti (Est 1,4; 5,8-24; 30,1; 33,1). Rispetto all’Antico Testamento, il Nuovo presenta a questo proposito alcune sostanziali differenze. Per Gesù non esistono particolari condizioni previe alle beatitudini, perché Egli dichiara già felici coloro che sono in una determinata situazione e non dice ad esempio: «siate poveri!». Si rivolge, chiamandolo beato, a chi povero lo è già. La beatitudine, o «macarismo» come viene definita in senso tecnico in modo da richiamare l’espressione greca, non stabilisce alcun comportamento previo perché è l’annuncio di una novità che viene da Dio e per questo difficile da cogliere a prima vista, é paradossale, non mondana e richiede la fede. In ciò risiede l’originalità e la differenza di senso che il Nuovo Testamento apporta. Les Béatitudes, c'est-à-dire, più che un’etica da mettere in pratica sono l’annuncio di una novità, un modo nuovo di vivere la vita e di pensarla, perché tutto è visto in rapporto a Dio, ovvero al suo Regno. Dépenser, pour la note, potrebbe riscontrare beatitudine nei poveri, negli indigenti, nei sofferenti, nei perseguitati? O meglio ancora: come possiamo anche noi, nelle nostre personali povertà, nelle nostre sofferenze o dentro qualsiasi altra situazione faticosa, riconoscerci beati? Cosa permette di leggere una situazione e di giudicarla come benedetta e non invece una maledizione o una disgrazia? La beatitudine funziona solo per chi ha fede. Per usare un’immagine molto importante per la teologia della rivelazione, potremmo dire che servono gli occhi della fede (P. Rousselot, Les yeux de la foi, 1910; simp. ce. Gli occhi della fede, Milan 1974).

Nella fede c’è la possibilità di vedere in un modo diverso, poiché essa rende capaci gli occhi di cogliere ciò che altrimenti rimane sotto la superficie. In forza della grazia il credente riconosce quei segni che Dio pone nella sua vita, Par ailleurs, senza la grazia, vede solo il fallimento, la morte, faim, le désespoir. Con la fede in essi scorge, nonostante tutto, la présence de Dieu. È allora chiaro perché Gesù non pone condizioni all’essere beati. Solo una è la condizione previa: credere alla sua Parola.

Le parole di Gesù sono comprensibili alla luce del fatto che in Lui si manifesta davvero l’avvento del Regno di Dio. Beatitudini e guai sono lo sguardo di Dio su situazioni umane contraddittorie e ciò appare paradossale, poiché Egli vede ciò che l’uomo non scorge, sconvolgendo i parametri umani di valutazione. In fondo ciò che le beatitudini mettono in questione è il rapporto col presente che per alcuni si mostra pieno, soddisfacente e saturo (cf.. la Vulgata che traduce il «sazi» di Lc 6,25 avec: «qui saturati estis») e per altri è desiderio ed attesa di un cambiamento. Questi sono i poveri che per la loro situazione di mancanza ed indigenza diventano i primi destinatari del Regno. La vera povertà non è l’indigenza o la miseria in sé, ma lo stato di chi, come gli עֲנָוִים (anawim i poveri e gli umili in ebraico) de l'Ancien Testament, sono capaci di accogliere Dio perché sanno di non avere nulla e di attendersi tutto da lui. Guai ai ricchi, dit Jésus, quando sono schiavi delle ricchezze, perché ripongono in esse la sicurezza della vita e ritengono che il loro essere dipenda dall’avere (cf.. Lc 12,15: "Soyez prudent et restez à l'écart de toute cupidité car, même si on est en abondance, sa vie ne dépend pas de ce qu'il possède"). Non a caso l’azione divina celebrata nel magnificat canta il Dio che «ha saziato (riempito) di beni gli affamati», mentre «ha rimandato vuoti i ricchi» (Lc 1,53). O come nel racconto metaforico di Lc 16,19-31 dove il ricco, sazio e gaudente, si contrappone a Lazzaro, pauvre, affamato, nudo, senza casa, pendant, nella prospettiva escatologica della parabola, i destini dei due sono completamente ribaltati. Quella parabola è un bel commento narrativo al discorso di Gesù che alterna beatitudini e guai.

Pour terminer, la beatitudine nella povertà e nella fame non ci lascia comunque tranquilli o senza dolore per le situazioni che si rincorrono nel mondo e per la sorte di tanti, soprattutto quando a soffrire sono inermi e bambini. La fede e la fiducia in Dio, come scrive il Manzoni, non basta a tenere lontani i problemi, piuttosto «li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore». Una conclusione «trovata da povera gente», commenta lo scrittore (Les Fiancés, casquette. XXXVIII). Ma la parola beati, che noi leggiamo in greco, poiché il vangelo ci è stato trasmesso in quella lingua, Gesù l’ha pronunciata in aramaico e nella sua lingua non vuol dire solo felici, ma significa anche «dirigere, orientare, incamminarsi» e dove se non nel mondo? Non possiamo fuggire da questo mondo, bisogna starci e imparare a vedere cose che la maggior parte non vede, non tanto perché manca di un principio di fede, ma perché travolta dalla vita non ha più tempo di pensare.

C’è una particolare beatitudine ricordata da Matteo. Sono parole straordinariamente dense pronunciate da Gesù riferendosi alla capacità che abbiamo non tanto di separarci materialmente dalle cose, dal lavoro quotidiano, dalla famiglia, ma di saper vedere nel nostro ambiente, nella vita quotidiana, quello che superficialmente non si vede, quello che trascende la nostra visione immediata:

«Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. Vraiment je te dis: De nombreux prophètes et beaucoup de justes ont voulu voir ce que vous regardez, Mais ils ne l'ont pas vu, Et écoutez ce que vous écoutez, ma non lo ascoltarono!» (Mont 13, 16-17).

Dall’eremo, 16 février 2025

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Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

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L'ancien animal intelligent et la nouvelle intelligence artificielle

L'ancien animal intelligent et la nouvelle intelligence artificielle

Ce sont les occasions où l'homme a montré son intelligence, Certainement ne pas s'imposant comme l'animal le plus fort, ou rapide, ou qualifié, Mais se montrer capable de gérer un outil plus élevé avec son intelligence adaptable, exercer cette capacité avec laquelle il a toujours été en mesure de s'adapter à ces nombreux changements historiques qui sont appelés changements technologiques aujourd'hui.

- Actualité -

Auteur:
Jorge Facio Lynx
Président des Editions L'île de Patmos

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Article au format PDF imprimable

 

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En ces jours l'un des problèmes les plus présents dans les nouvelles et dans réseaux sociaux Il frappe l'IAS (Intelligence artificielle) Et ses implications positives, Mais surtout négatif, Surtout avec le sommet qui est célébré à Paris: Sommet d'action AI.

Il est conseillé de partir de deux locaux importants: Chacun de ces systèmes est finalement un outil entre les mains de l'homme et pour cette raison, il se reflète avec une amélioration qui peut être inimaginable de nos jours la même recherche et forme de pensée et d'action de l'homme. C'est donc l'homme lui-même qui peut diriger l'outil pour aider et améliorer les progrès, Science et vie humaine elle-même, Comment l'utilisation de cet outil pour les pires cauchemars n'a jamais vécu dans l'histoire.

Le concept même de l'intelligence doit être clarifié: Les systèmes de puissance et de vitesse peuvent atteindre les calculs et les opérations que l'être humain individuellement ou en groupe ne serait pas en mesure d'atteindre facilement, Mais ce sont des opérations si fermes et spécifiques jusqu'à présent; tandis que la singularité de l'intelligence humaine se caractérise par la créativité et la simultanéité dans l'exploitation de plusieurs fonctions et problèmes. La peur n'est pas tant sur l'endroit où les systèmes d'intelligence artificielle peuvent arriver comme des outils, Mais où la paresse arrive, Malavoglie, L'ignorance et l'inactivité à laquelle les gens viennent dans le journal, favoriser le divertissement dans un monde de plus en plus vain et superficiel, au lieu d'essayer de mieux développer leurs qualités, Cadeaux et capacités.

Aujourd'hui, la vie elle-même est structurée pour être vécue sous forme passive, en mode zombi ou "amebe", Malgré avoir accès à des informations illimitées et avec une telle gamme d'outils techniques et de technologues avec lesquels les merveilles pourraient être opérées..

L'intelligence artificielle transforme rapidement la société Et le monde du travail, à tel point que son développement et sa diffusion soulèvent des problèmes éthiques importants, Social et économique. Tandis que l'Europe réalise un cadre théorique de l'approche réglementaire en tant que stratégie et axée sur les humains, en particulier à la protection des droits fondamentaux, Les États-Unis et l'Asie, En particulier la Chine, Au lieu de cela, ils ont choisi une approche pragmatique et économique où ils ont quitté le livre blanc pour l'innovation et la concurrence. Il y a eu un investissement massif dans la recherche et le développement de l'IA par les gouvernements avec le seul objectif de la réalisation du direction Monde dans le secteur.

L'une des principales préoccupations concernant l'IAS C'est son impact potentiel dans le monde du travail: L'automatisation des processus de production entraînerait une augmentation du chômage et des inégalités sociales, Surtout dans les secteurs de la fabrication, agricole, du commerce et des services.

L'autre question importante est l'impact écologique, Les modèles IA sont complexes et nécessitent d'énormes quantités d'énergie, avec un impact significatif conséquente sur l'environnement. L'utilisation généralisée d'appareils intelligents et la production de grandes quantités de données suscitent également des préoccupations concernant la consommation de ressources naturelles et la gestion des déchets électroniques. Existe, avec les deux préoccupations juste indiquées, Aussi le danger de perte de contrôle sur les IAS et la peur conséquente du développement de la capacité qui peut surmonter le contrôle humain et générer des conséquences imprévisibles pour la société. La crainte également génère le danger de l'utilisation inappropriée de l'IAS à des fins nocives, comme la création d'armes autonomes ou la manipulation de l'opinion publique.

Les IAS ont un impact immédiat et dévastateur Dans les différentes générations de l'entreprise, surtout le plus ancien, qui sont beaucoup plus vulnérables, ainsi que sans défense et souvent incapable de saisir le danger lorsqu'ils se retrouvent impliqués dans des escroqueries , Vols et tromperies auxquelles ils ne sont pas préparés, N'ayant reçu des informations adéquates de quiconque, Aujourd'hui plus que jamais urgente, sur les dangers qui peuvent être exécutés.

Si l'IA comme une technologie puissante offre de grandes opportunités, En même temps, cela implique également de grandes questions. D'une part, un dialogue ouvert semble indispensable qui prend en compte les avantages potentiels comme risques pour les travailleurs et l'environnement, de sorte que son développement et son utilisation sont éthiques et durables et visant le bien de l'humanité. Mais, comme vous le savez, Lorsqu'il y a de l'argent au milieu, il est difficile d'avoir une solide garantie sur le fonctionnement du projet, Et tout pourrait rester dans le domaine idéal des beaux mots.

Le niveau de travail ne conduira pas à l'abolition du travail humain Si vous acceptez la transformation profonde du marché du travail qui est déjà en cours, Il est donc essentiel d'investir dans l'éducation et la formation pour préparer les travailleurs à coexister avec l'IAS comme par le passé, l'homme l'a fait avec l'arrivée de la machine à vapeur ou de la voiture; Parce que ce sont les occasions où l'homme a montré son intelligence, Certainement ne pas s'imposant comme l'animal le plus fort, ou rapide, ou qualifié, Mais se montrer capable de gérer un outil plus élevé avec son intelligence adaptable, exercer cette capacité avec laquelle il a toujours été en mesure de s'adapter à ces nombreux changements historiques qui sont appelés changements technologiques aujourd'hui, Réinventer de nouvelles activités et développer de nouvelles compétences.

 

de l'île de Patmos, 15 février 2025

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L'opossum est à la connaissance du Vatican comme Henger est en chasteté et comme son mari décédé Riccardo Schicchi est à l'œuvre “Confessions” de Sant'Agostino

L'opossum est à la connaissance du Vatican comme Henger est en chasteté et comme son mari décédé Riccardo Schicchi est à l'œuvre Confessions DI SANT'AGOSTINO

Pendant que ce film de tarot a été diffusé, Monsieur Noi-vatican, Qua-en-vatican, Il a perdu le tarot comme une truite en courbe

- le court des pères de l'île de Patmos -

Auteur
Rédacteurs en chef de l'île de Patmos

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L'acide comme un juste milieu entre une vierge vestale et un bisbétique indomptable, l 'Opossum Il a lancé le tonnerre et la foudre sur la "participation" du Saint-Père Francesco au Sanremo Festival.

Cette énième coup est la preuve qu'il est à la hauteur des tâches internes du Vatican car il est Henger est en chasteté et comme son mari décédé Riccardo Schicchi est au travail Confessions de Sant'Agostino. Déjà, Parce que pendant que ce film ciblé a été diffusé, Monsieur Noi-vatican, Qua-en-vatican, Il a perdu le tarot comme une truite en courbe.

La vidéo diffusée hier sur l'écran Maxi du théâtre Ariston Il n'a rien à voir avec l'événement de chant parce qu'il a tiré en mai 2024 En tant que remerciement du Pontife suprême aux artistes participant à la Journée mondiale des enfants au stade olympique à Rome.

C'est la fiabilité de Mister Noi-vatican, Qua-en-vatican que dans son blog de potins&Poisons assure:

«Dans un moment historique où le journalisme est un passe-temps pour les personnes âgées, Je ne peux pas rester silencieux investit dans des jeunes compétents qui ont sérieusement épousé une mission: Changez la communication sur l'Église catholique et Vatican " (cf.. QUI)

La totalité affirmé sans punition humaine de ridicule, pouquoi je ne peux pas me taire c'est fiable comme je Obligation de tango Argentini de 2001.

Velletri de Rome, 12 février 2025

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Quand le diable met sa queue, entre les exorcismes et les narcissismes … – Quand le diable nous met sa queue, Entre les exorcismes et les narcisses…

(Texte anglais après l'italien)

 

Quand le diable met sa queue, TRA ESORCISMI E NARCISISMI…

L’esorcismo maggiore è la terapia di elezione per combattere il Maligno? C'est toujours: l’azione del Maligno è sempre e solo quella straordinaria o non è molto più subdola e insidiosa l’azione ordinaria? Per rispondere a queste domande facciamo alcune ulteriori precisazioni

— Actualité pastorale —

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Article au format PDF imprimable

Format d'impression de l'article PDF

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Forse un chiarimento è dovuto, perché come era prevedibile, il mio articolo del 7 en février dernier (voir QUI) ha suscitato in alcuni lettori “storture di naso”, tanto da arrivare a interpretare il mio scritto come un attacco (personnel?) a tutte quelle anime belle che quotidianamente combattono contro il Demonio.

En bref, ci mancava solo il frate cappuccino guastafeste a ostacolare l’esercito di quei guerrieri della luce che con Capitan Gesù – che non stà lassù ma stà quaggiù con la bandiera in mano – colgono i diavoli in flagrante come cantava il buon Angelo Branduardi (vous voyez QUI).

Reputo il mio scritto estremamente chiaro tanto da far da corollario alla bellissima nota dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti (vous voyez QUI) a cui non si può certamente addossare la colpa di essere un gruppo di faziosi e di facinorosi esaltati. E di demonologia e relativo sacramentale dell’esorcismo, due Padri di questa nostra Isola di Patmos qualche cosa forse ne sanno. Sia io che Padre Ariel S. Levi di Gualdo facemmo entrambi la formazione per l’istruzione a questo delicato ministero, nel solito anno 2009 e presso la stessa istituzione accademico-ecclesiastica. Determinati allarmi bisogna pure darli, bisogna mettere in guardia i fedeli cristiani da certe derive così come erano soliti fare i profeti nell’antico Israele con il popolo dalla dura cervice: «Ascoltino o non ascoltino – perché sono una genìa di ribelli – sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro» (cf. Ce 2,2-5). Certe cose bisogna dirle e basta.

Reputo che il sacerdote oggi debba riscoprire il suo ruolo di profeta, di colui che parla a nome di Dio, cosa sempre più rara in una comunità ecclesiale dove il personalismo clerical-religioso è diventato ipertrofico. Fare il profeta comporta delle immancabili fatiche, delle incomprensioni, una scomodità difficile da accettare ma necessaria, fino a proclamare – fin dall’alto dei tetti (cf. Lc 12,3) – anche quello che i più non vorrebbero sentirsi dire. E tutto questo senza velature di giudizi temerari ma con quella parresia profetica che troviamo tra le pieghe della responsabilità pastorale che dobbiamo al popolo di Dio a noi affidato con la sacra ordinazione.

Detto questo desidero tornare ulteriormente su alcune questioni note, talmente note, che sono puntualmente ignorate, disattese e a buon bisogno furbescamente manipolate.

1. Che cosa è un esorcismo?

È l’invocazione del nome di Dio fatta al fine di allontanare il demonio da una persona, da un animale, da un luogo o da una cosa. Quando si fa in nome della Chiesa, da parte di un ministro legittimamente incaricato e secondo i riti previsti nei libri liturgici approvati, l’esorcismo si chiama pubblico ed ha il valore proprio dei sacramentali. Sinon, si tratta di una pratica privata. Gli esorcismi pubblici si dividono in semplici e solenni o maggiori. In questo articolo non mi soffermerò ad analizzare gli esorcismi semplici che hanno fatto parte di alcuni riti di benedizione compresi nel capitolo IX del vecchio Rituale Romanum o quelli inerenti a precisi percorsi e tappe del cammino di catecumenato e del battesimo dei bambini e soprattutto degli adulti.

Clarifié cela, sono detti solenni o maggiori gli esorcismi pubblici previsti per i casi di ossessione o di possessione diabolica, ovvero nei casi in cui il demonio, operando dall’esterno, impedisce in modo permanente le azioni dell’individuo o nei casi in cui Satana opera attraverso l’organismo dell’individuo agendo dall’interno del corpo della persona posseduta, esercitando un dominio più o meno pieno.

La preghiera di esorcismo più cercata da certuni fedeli demonopatici è, manco a dirlo, l’esorcismo solenne. Il bisogno è talmente forte che anche alcune presunte preghiere di liberazione hanno la struttura di veri e propri esorcismi solenni, con tanto di formula invocativa e imperativa. Come ho più volte avuto modo di dire, si ricerca l’esorcista più forzuto o il carismatico più talentuoso che possieda la formula di comando più efficace contro il demonio per risolvere in maniera definitiva tutti i problemi. C’è da sorridere amaramente perché nel gergo quotidiano spesso sentiamo parlare di bravura o meno di un esorcista o di un carismatico. Tale distinzione lessicale non ha alcuna ragion d’essere da un punto di vista teologico–spirituale, non si tratta di usare le skill proprie di un chierico fantaisie di D&D ma tutto parte dall’autorità di Cristo che agisce nella persona dell’esorcista e che Dio Padre accoglie ed esaudisce in vista del bene ultimo dell’anima.

A questo punto del discorso è di rigore un interrogativo: l’esorcismo maggiore è la terapia di elezione per combattere il Maligno? C'est toujours: l’azione del Maligno è sempre e solo quella straordinaria o non è molto più subdola e insidiosa l’azione ordinaria? Per rispondere a queste domande facciamo alcune ulteriori precisazioni, già menzionate nel mio precedente articolo del 7 février.

2. Battesimo e Confessione per combattere il Demonio

Bisognerebbe anzitutto ricordare che la prima forma di lotta al Demonio è la vita battesimale, quella vita nuova nello Spirito che si nutre di un cambiamento radicale di mentalità ovvero la métanoïa (dal greco μετανοεῖνmetanoein), da cui deriva il termine italiano di conversione. La métanoïa sancisce un passaggio dalla mentalità soggetta al peccato e alla concupiscenza – di cui Satana è principe e artefice; origine e causa (cf. Gv 12,31; Ef 2,2; 2Cor 4,4; 1Gv 5,19) – a quella dello Spirito Santo in cui regna il Signore risorto (cf. Col 1,13; Rm 6,14; 8,2). Questo cambiamento di registro – di mente e di cuore – è già di per sé un cammino di liberazione potente in quanto Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi (cf. Fille 5,1). Nel percorso di catecumenato tale libertà gioiosa che Cristo ha guadagnato per noi è contrapposta alla schiavitù del peccato che il demonio non smette mai di suscitare nell’uomo con le sue trame in dispregio a Dio (cf. Rito per l’Iniziazione Cristiana degli Adulti nn. 78; 113; 156; 164; 171; 178; 255; 339; 372; 377; 379; 381 si tratta delle diverse orazioni che definiamo come esorcismi semplici. Sarebbe utile la loro analisi da un punto di vista sia liturgico che sacramentale per evidenziare la tensione alla metànoia e alla vita nuova che il catecumeno ottiene con l’immersione nella Pasqua di Cristo).

Sempre restando in tema battesimale, come non annoverare la preghiera del Padre Nostro che ci è stata consegnata solennemente nel battesimo e che domanda a Dio la liberazione dal maligno. Il Padre Nostro è la preghiera dei figli ma costituisce anche la prima formula invocativa semplice di liberazione dal potere del maligno. La preghiera del Padre Nostro è liturgicamente posta a coronamento conclusivo del rito del Battesimo (cf. Rito del Battesimo dei bambini n. 76 e Rito per l’Iniziazione Cristiana degli Adulti nn. 188-189), e questo per esprimere la tensione verso una conversione quotidiana in cui tutti i giorni il fedele battezzato chiede a Dio di essere liberato dal maligno per poter partecipare il più degnamente possibile di quella figliolanza di figlio nel Figlio.

Altra doverosa puntualizzazione. La lotta al Demonio si concretizza con una buona pratica sacramentale in cui la confessione costituisce l’arma di elezione più efficace ed eloquente di qualunque altra preghiera di esorcismo. Riconoscere e rinunciare alle opere del demonio nella mia vita personale diventa fondamentale per allontanare Satana. Se riesco a fare questo, riconosco l’azione vitale dello Spirito Santo che agisce e che mi convince quanto al peccato, la justice et le jugement (cf. Gv 16,8-9). Nella maggioranza dei casi basta un bravo sacerdote confessore per risolvere quello che per trascuratezza potrebbe richiedere poi molto più tempo, con il rischio non remoto di aprire la porta all’azione straordinaria del demonio, secondo quello che già l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica prevede: «il peccato trascina al peccato; con la ripetizione dei medesimi atti genera il vizio. Ne derivano inclinazioni perverse che ottenebrano la coscienza e alterano la concreta valutazione del bene e del male» (cf. n. 1865 e sulla realtà del peccato cf. i nn. 1846-1876).

Ribadire frequentemente questo insegnamento della Chiesa non significa assolutamente buttare via il bambino con l’acqua sporca, demonizzando l’esorcismo. Au contraire, così facendo si intende dare una giusta collocazione a un sacramentale, contestualizzandolo dentro un cammino di fede matura e realista che tutti siamo chiamati a compiere, anche con fatica. Rinunciare a Satana non è mai stato un compito facile ed immediato.

3. L’esorcista non è una Guest star

Altra puntualizzazione sull’esorcismo maggiore riguarda colui che ne è il ministro per eccellenza. les frais 1172 del Codice di Diritto Canonico dichiara che nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi se non ha ottenuto dall’Ordinario del luogo una speciale ed espressa licenza (§ 1). Tale licenza deve essere concessa dall’Ordinario del luogo solo al sacerdote distinto per pietà, la science, prudenza e integrità di vita (§ 2). Le stesse cose sono ribadite dalla “Lettera agli Ordinari riguardante le norme sugli esorcismi” della Congregazione per la Dottrina della Fede del 29 septembre 1985 (vous voyez QUI) e dal rituale del “Rito degli Esorcismi e Preghiere per circostanza particolari”, in vigore dal 31 mars 2002.

Quindi in base a quanto stabilito della Chiesa perché un soggetto possa proferire esorcismi solenni in modo legittimo è necessario:

une) che si tratti solo e soltanto di un presbitero.

b) che tale presbitero designato abbia la licenza, conferita in modo personale e diretta ed espressa da parte dell’Ordinario del luogo. Il conferimento di tale facoltà deve quindi apparire chiaramente dal decreto vescovile. La licenza non può essere considerata tacita o presunta. Può essere implicita solo se connessa all’ufficio di esorcista.

c) in casi particolari per l’esercizio del ministero dell’esorcismo al di fuori dalla propria diocesi è necessaria la decisione e il giudizio dell’Ordinario del luogo che ne deve essere prontamente informato compiendo un debito discernimento.

L’azione ministeriale del sacerdote esorcista è mite ed umile, egli è il minus-ter è il più piccolo rispetto a Colui che è Signore e Salvatore. Nessun sacerdote può intraprendere il combattimento contro lo spirito demoniaco da solo, nessun laico o presunto carismatico o sensitivo può avere una propria autorità sui demoni. Tale autorità è stata conferita da Cristo agli apostoli (cf. Lc 9,1) e ai discepoli che credono in lui (cf. Mc 16,17; Lc 10,19) e che dalla Chiesa sono stati costituiti e mandati come ministri di liberazione e di consolazione.

4. Incontri e weekend di liberazione e di guarigione, basta un po’ di trasparenza

Ho già spiegato nel mio precedente articolo del pericolo costituito da questi raduni paralleli nella vita della Chiesa, che assomigliano tanto a delle adunate sediziose. Raduni gestiti da laici senza alcuna autorizzazione e competenza che costituiscono un disordine per il cammino di fede dei fedeli. Quello che forse ancora molti non sanno è che in diverse diocesi d’Italia sono state emanate norme stringenti riguardo a questo tipo di manifestazioni et similia. Ne è un esempio la Conferenza Episcopale Siciliana (vous voyez QUI), la Conferenza Episcopale Piemontese (vous voyez QUI); una nota in tal senso del vescovo di Trieste: «Vedevo Satana cadere dal cielo…» (vous voyez QUI); e l’ottimo vademecum della diocesi di Brescia che comprende anche diverse norme inerenti al ministero dell’esorcistato (vous voyez QUI).

Ribadisco che le riunioni di preghiera e di formazione cristiana devono essere svolte in ambienti ecclesiali, fatto salvo per quelle convocazioni nazionali che muovono migliaia di persone e che devono garantire ben precisi criteri di sicurezza e di gestibilità che non è sempre possibile avere nei contesti ecclesiali ufficiali. Sarebbe buona norma, non di galateo ma di obbedienza alla Chiesa, mettere il vescovo diocesano al corrente di questi incontri. Informare per tempo l’Ordinario del luogo con lettera ufficiale sulla tipologia di incontro, sul tema trattato, sui relatori che vi interverranno e sulle attività contestualmente svolte. E solo quando si è ricevuto da lui il placet, insieme alla sua paterna benedizione si può procedere. Mettere i vescovi davanti al fatto compiuto, ricorda tanto il modus operandi della fuitina degli anni passati con cui si costringevano i genitori riottosi ad accondiscendere al matrimonio dei propri figli. Personalmente ritengo che tutto debba essere documentato per risultare trasparente in vista del bene che si vuole arrecare alle anime, sapendo che il diavolo tende a nascondere e a nascondersi il più possibile. Sarebbe opportuno leggere in queste assemblee la lettera di approvazione del vescovo per partecipare più pienamente di quella comunione ecclesiale che ha nel vescovo diocesano il suo centro. Malheureusement, la realtà dei fatti è di ben altro genere e i vescovi si trovano a mettere in guardia da questi incontri il clero e il popolo di Dio riscuotendo il medesimo successo delle grida contro i bravi di manzoniana memoria. Ma c’è di più se il soggetto organizzatore di tali incontri è di un’altra diocesi, basta indagare un po’ per scoprire che tali personaggi – sia chierici che laici – sono considerati ingestibili da tempo immemore e difficilmente recuperabili se non con sanzioni canoniche e il ricorso ai dicasteri competenti.

5. Editoria sul diavolo: esiste ancora l’approvazione ecclesiastica?

Se giriamo tra le più comuni librerie cattoliche, spesso ci dobbiamo rassegnare a non trovare il requisito della cattolicità, alcune volte neanche quello della cristianità. Ma questo aprirebbe un capitolo che è meglio chiudere subito. Trattando del diavolo e degli esorcismi è ormai assodato che questo argomento nell’editoria ha saputo trovare una sua perpetua giovinezza, in altri termini diciamo che c’è un buon mercato. Pur congratulandoci con coloro che riescono a vivere con queste pubblicazioni – bisogna pur mangiare – non posso non muovere una critica costruttiva. Trattando tematiche specificatamente teologiche, gli autori di queste opere di demonologia, di pastorale degli esorcismi o di preghiere di liberazione, dovrebbero munirsi di un nulla osta dalla competente autorità ecclesiastica. Questo cosa significa? Non è certamente del permesso di pubblicare o meno un libro quello di cui stiamo parlando ma della garanzia che quello che si pubblica non entri in contrasto con la fede, le moral, il magistero e la disciplina della Chiesa. Significa avere la tranquillità d’animo di operare in continuità di intenti con quanto la Chiesa crede e vive riguardo al suo insegnamento. Anche in quest’ambito risultano molto rari i lavori editoriali in tema demonologico approvati dalla competente autorità ecclesiastica, anzi spesso basta considerare la sola casa editrice con cui si pubblicano certi volumi per avere già una panoramica più che soddisfacente sulla distanza da qualunque forma di cattolicità e di cristianità quanto invece a una certa assonanza all’esoterismo cristianizzato.

Concludendo mi auguro che questo mio ulteriore articolo sia considerato per quello che realmente è, una riflessione accorata su un fenomeno molto complesso e delicato come la pratica esorcistica e la demonologia. Tanto ancora ci sarebbe da dire e non è escluso che possa tornare sull’argomento. Per il momento nessuno si senta attaccato o compromesso nel suo lavoro ma anzi incoraggiato a vivere sempre di più nella luce della verità che tutto rende nitido, in attesa di quel trionfo definitivo di Cristo sul demonio alla fine dei tempi.

Sanluri, 11 février 2025

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WHEN THE DEVIL PUTS HIS TAIL ON US, BETWEEN EXORCISMS AND NARCISSISMS

Is major exorcism the therapy of choice to fight the Evil One? Is the action of the Evil One always and only the extraordinary one or isn’t the ordinary action much more subtle and insidious? To answer these questions let’s make some further clarifications

- réalité pastorale -

 

Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Perhaps a clarification is due, because as expected, my article of February 7th (voir ICI) has raised doubts in some readers, so much so that they have come to interpret my writing as an attack on those beautiful souls who fight against the Devil on a daily basis.

All we needed was the Capuchin friar to hinder the army of those warriors of light who with Captain Jesus – who is not up there but down here with the flag in his hand – catch the devils red-handed as the Italian sing Angelo Branduardi sang (voir ICI).

My writing extremely clear, and conform y to the optimal note from the International Association of Exorcists (voir ICI) which certainly cannot be blamed for being a group of exalted partisans. Two Fathers of this island of Patmos know something about demonology and the related sacramental of exorcism. Father Ariel S. Levi of Gualdo and I both underwent training for this delicate ministry in the year 2009 at the same academic-ecclesiastical institution. Certain alarms must also be given, the Christian faithful must be warned against certain deviations as the prophets in ancient Israel: “Whether they listen or not – because they are a rebellious race – they will at least know that a prophet is among them” (cf. Ezekiel 2,2-5). Some things just have to be said.

I believe that the priest today must rediscover his role as a prophet who speaks in the name of God, which is increasingly rare in an ecclesial community where clerical-religious personalism has become hypertrophic. The prophetic mission involves inevitable hardships, misunderstandings, an inconvenience that is difficult to accept but necessary, to the point of proclaiming from the rooftops (cf. Luc 12, 3) even what most people would not like to hear. And all this without veils of rash judgments but with that prophetic parrhesia contained in the pastoral responsibilities that we must exercise towards the people that God has entrusted to us through sacred priestly ordination.

Ayant dit cela, I would like to return further to some issues that are so well known that they are regularly ignored or cunningly manipulated.

1. What is an exorcism?

It is the invocation of the name of God made to ward off the Devil from a person, an animal, a place or a thing. When it is carried out in the name of the Church, by an authorized minister according to the rites provided for in the approved liturgical books, the exorcism is called public and has the value of sacramentals. Otherwise is a private practice. Public exorcisms are divided into simple and solemn or major. I will not stop to analyze the simple exorcisms that were part of some blessing rites contained in chapter IX of the old Rituale Romanum or those inherent to specific paths and stages of the catechumenate journey and the baptism of children and especially of adults.

The public exorcisms foreseen for cases of obsession or diabolical possession are called solemn or major, or in cases in which the Devil, operating from the outside, permanently prevents the individual’s actions or in cases in which Satan operates through the individual’s organism, acting from within the body of the possessed person, exercising more or less full dominion.

The exorcism prayer most sought after by demonopathic issolemn exorcism. The need is so strong that even some alleged prayers of liberation have the structure of solemn exorcisms with an invocativ and imperative formula. Thas I have often had the opportunity to say, we are looking for thestrongestexorcist or the charismatic person who possesses the most effective command formula against the Devil to definitively resolve all problems. We have to smile bitterly because in everyday jargon we often hear people talk about the skill or otherwise of an exorcist or a charismatic person. This distinction has no reason to exist from a theological-spiritual point of view, it is not a question of using the skills of a D&D fantasy cleric but everything starts from the authority of Christ who acts in the person of the exorcist and who God the Father welcomes and grants in view of the ultimate good of the soul.

At this point a question is necessary: is major exorcism the therapy of choice to fight the Evil One? Is the action of the Evil One always and only the extraordinary one or isn’t the ordinary action much more subtle and insidious? To answer these questions we make some further clarifications, already mentioned in my previous article of February 7th.

2. Baptism and Confession to fight the Devil

It should be remembered that the first form of fight against the Devil is baptismal life, that new life in the Spirit which is nourished by a radical change of mentality or metanoia (from the Greek μετανοεῖνmetanoein), from which the termconversionderives. The Metanoia marks a transition from a mentality subject to sin and concupiscenceof which Satan is the prince and creator; origin and cause (cf. Jn 12.31; Eph 2.2; 2Cor 4.4; 1Jn 5.19) – to that of the Holy Spirit in whom the risen Lord reigns (cf. Col 1.13; Rm 6.14; 8.2). This change of register – of mind and heart – is already in itself a powerful path of liberation as Christ has freed us so that we remain free (cf. Fille 5.1). In the catechumenate path, this joyful freedom in Christ contrast with the slavery of sin that the Devil never ceases to arouse in man with his plots in contempt of God (cf. Rite for the Christian Initiation of Adults nos. 78; 113; 156; 164; 171; 178; 255; 339; 372; 377; 379; 381 these are the different prayers that we define as simple exorcisms. Their analysis from both a liturgical and sacramental point of view would be useful to highlight the tension towards boredom and new life that the catechumen obtains with immersion in Christ’s Easter).

Still remaining on the baptismal theme, how can we not include the prayer of theOur Fatherwhich was solemnly given to us in baptism and which asks God for liberation from the Evil one. It is the prayer of the sons which also constitutes the first simple dedicatory formula for liberation from the power of theEvil one. The prayer of the Our Father is liturgically placed as the final culmination of the rite of Baptism (cf. Rite of the Baptism of children n. 76 et Rite for the Christian Initiation of Adults n. 188-189), and this to express the tension towards a daily conversion in which every day the baptized believer asks God to be freed from the Evil One in order to be able to participate as worthily as possible in that sonship in the Divin Son.

Another necessary clarification. The fight against the Devil takes place with good sacramental practice in which confession constitutes the most effective and eloquent weapon of choice than any other exorcism prayer. Recognizing and renouncing the works of the Devil in my personal life becomes fundamental to ward off Satan. If I manage to do this, I recognize the vital action of the Holy Spirit who acts and convinces me regarding sin, justice and judgment (cf. Jh 16.8-9). In the majority of cases, a good priest confessor is enough to resolve what could take much longer due to negligence, with the not remote risk of opening the door to the extraordinary action of the Devil, according to what the teaching of the Catechism of the Catholic Church already foresees: «sin leads to sin; with the repetition of the same acts it generates vice. The result is perverse inclinations that darken the conscience and alter the concrete evaluation of good and evil” (cf. n. 1865 and on the reality of sin cf. n. 1846-1876).

Frequently reiterating this teaching of the Church absolutely does not mean debasing exorcism. On the contrary, we intend to give a right place to a sacramental, contextualising it within a journey of mature and realistic faith that we are all called to undertake, even with difficulty. Giving up Satan has never been an easy and immediate task.

3. The Exorcist is not a Guest Star

Another major clarification on exorcism concerns the one who is its minister par excellence. Canon 1172 of the Code of Canon Law declares that no one can legitimately perform exorcisms on the possessed if he has not obtained a special and express license from the local Ordinary (§ 1). This license must be granted by the local Ordinary only to a priest distinguished for piety, knowledge, prudence and integrity of life (§ 2). The same things are reiterated by theLetter to the Ordinaries regarding the rules on exorcismsof the Congregation for the Doctrine of the Faith of 29 septembre 1985 (voir ICI) and by the ritual of the Rite of Exorcisms and Prayers for particular circumstances, in force since 31 mars 2002.

Donc, according to what has been established by the Church, for a person to be able to perform solemn exorcisms in a legitimate way it is necessary:

une) only and exclusively a presbyter.

b) that this designated presbyter has the license conferred by the local Ordinary. The conferral of this faculty must therefore appear clearly from the bishop’s decree. The license cannot be considered tacit or presumed. It can only be implied if connected to the office of exorcist.

c) in particular cases, for the exercise of the ministry of exorcism outside one’s own diocese, the decision and judgment of the local Ordinary is necessary, who must be promptly informed by carrying out due discernment.

The ministerial action of the exorcist priest is meek and humble, he is the smallest compared to He who is Lord and Savior. No priest can undertake the fight against the demonic spirit alone, no layman or supposedly charismatic or sensitive person can have his own authority over demons. This authority was conferred by Christ on the Apostles (cf. Luc 9.1) and on the disciples who believe in him (cf. Mk 16.17; lk 10.19) and who were established and sent by the Church as ministers of liberation and consolation.

4. Meetings and weekends of liberation and healing, all it takes is a little transparency

I have already explained in my previous article the danger posed by these parallel gatherings in the life of the Church, which look so much like seditious gatherings. Gatherings managed by lay people without any authorization and competence which constitute a disorder for the faith journey of the faithful. What perhaps many still don’t know is that stringent regulations regarding this type of demonstration have been issued in various dioceses of our nation. An example of this is the Sicilian Episcopal Conference (voir ICI), the Piedmont Episcopal Conference (voir ICI); a note to this effect from the bishop of Trieste: «I saw Satan fall from heaven…» (voir ICI); and the excellent handbook of the diocese of Brescia which also includes various regulations on the ministry of the exorcist (voir ICI).

5. Publishing about the devil: does ecclesiastical approval still exist?

In Catholic bookstores we often no longer the Catholicity, sometimes not even Christianity. But this would open a chapter that is better closed immediately. When dealing with the Devil and exorcisms this topic in publishing has been able to find its perpetual youth, in other words let’s say that there is a good market. While we congratulate those who manage to survivewith these publications – you have to eat – I cannot help but offer constructive criticism. Dealing with specifically theological themes, the authors of these works of demonology, pastoral care of exorcisms or liberation prayers should obtain authorization from the competent ecclesiastical authority. What does this mean? What we are talking about is certainly not the permission to publish or not a book but the guarantee that what is published does not conflict with the faith, morality, magisterium and discipline of the Church. It means having the tranquility of mind to operate in continuity of intent with what the Church believes and lives regarding its teaching. Even in this area, editorial works on a demonological theme approved by the competent ecclesiastical authority are very rare; En effet, it is often enough to consider the single publishing house with which certain volumes are published to already have a more than satisfactory overview of the distance from any form of Catholicity and Christianity, but rather a certain assonance with Christianized esotericism.

En conclusion, I hope that this second article of mine is considered for what it really is: a serious reflection on a complex and delicate phenomenon such as exorcism and demonology. There is much more to say and it is not excluded that he could return to the topic. For the moment, no one should feel attacked in their work but encouraged to live more and more in the light of the truth that makes everything clear, awaiting that definitive triumph of Christ over the Devil at the end of time.

Sanluri, 11 février 2025

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Les Pères Patmos Island

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Pierre, Pêcheur expert Fils de pêcheurs, jette les filets sur la parole du fils d'un menuisier

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

PIETRO, Pêcheur expert Fils de pêcheurs, GETTA LE RETI SULLA PAROLA DEL FIGLIO DI UN FALEGNAME

Jésus, qui était charpentier, Il n'était pas un expert de la pêche, Pourtant, simone le pêcheur fait confiance à ce rabbin, Cela ne lui donne pas de réponses mais l'appelle à compter. La sua reazione davanti alla pesca miracolosa è quella dello stupore e della trepidazione: "Monsieur, allontanati da me che sono un peccatore»

 

 

 

 

 

 

 

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Pietro era un ebreo credente e osservante, fiducioso nella presenza operante di Dio nella storia del suo popolo, e addolorato per non vederne l’azione potente nelle vicende di cui egli era, al presente, témoin. In tale frangente avviene il suo primo incontro con Gesù.

I Vangeli sinottici ci informano che Pietro è tra i primi quattro discepoli del Nazareno (Lc 5,1-11), ai quali se ne aggiunge un quinto, secondo il costume di ogni Rabbi di avere cinque discepoli (Lc 5,27: chiamata di Levi). Quando Gesù passerà da cinque a dodici discepoli (Lc 9,1-6), sarà infine chiara la novità della sua missione. Egli non è uno dei tanti rabbini, ma è venuto a radunare l’Israele escatologico, simboleggiato dal numero dodici, quante erano le tribù d’Israele. I Vangeli consentono di seguire passo dopo passo l’itinerario spirituale di Pietro. Il punto di partenza è la chiamata da parte di Gesù. Avviene in un giorno qualsiasi, mentre Pietro è impegnato nel suo lavoro di pescatore. Gesù si trova presso il lago di Genesaret e la folla gli fa ressa intorno per ascoltarlo. Il numero degli ascoltatori crea un certo disagio. Il Maestro vede due barche ormeggiate alla sponda; i pescatori sono scesi e lavano le reti. Egli chiede allora di salire sulla barca, quella di Simone, e lo prega di scostarsi da terra. Sedutosi su quella cattedra improvvisata, si mette ad ammaestrare le folle dalla barca. E così la barca di Pietro diventa la cattedra di Gesù. Quando ha finito di parlare, dice a Simone:

«”Prendi il largo e calate le reti per la pesca! Simone risponde: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”».

Jésus, qui était charpentier, Il n'était pas un expert de la pêche, Pourtant, simone le pêcheur fait confiance à ce rabbin, Cela ne lui donne pas de réponses mais l'appelle à compter. La sua reazione davanti alla pesca miracolosa è quella dello stupore e della trepidazione: "Monsieur, allontanati da me che sono un peccatore» (Lc 5,8). Gesù risponde invitandolo alla fiducia e ad aprirsi ad un progetto che oltrepassa ogni sua prospettiva: "N'ai pas peur; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Rileggiamo questo emozionante racconto:

« À ce moment-là, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Jésus, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; mais sur ta parole je jetterai les filets". Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, disant: "Monsieur, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "N'ai pas peur; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono» (Lc 5,1-11).

Il racconto di Luca segue il canovaccio di Mc 1,16-20 a cui si rifà, ma con inserzioni proprie e l’aggiunta di una scena che ricorda molto da vicino quella di Gv 21, dove lì è un Gesù ormai risorto a dialogare con Pietro per una definitiva chiamata a seguirlo. Mentre due domeniche fa abbiamo lasciato Gesù a Nazareth non compreso e addirittura rifiutato; qui invece le persone Lo cercano e Pietro, en particulier, lascia tutto per seguire il Maestro. Fin da questo iniziale momento cogliamo la particolare attenzione e stima che l’evangelista Luca rivolge a questo discepolo; qualcosa che evidentemente aveva appreso ed ereditato dalla comunità primitiva. Notiamo infatti che, mentre in Matteo e Marco la formula di vocazione è al plurale, «Venite dietro a me, Je vous ferai pêcheurs d'hommes " (Mc 1, 17; Mont 4,19), nel racconto lucano è alla seconda persona, celle de Pierre. E sullo sfondo, nella pesca infruttuosa, già si intravedono metaforicamente le fatiche apostoliche delle prime comunità cristiane.

La narrazione della pesca miracolosa, en fait, presenta i tratti di una catechesi sulla fede per mezzo della quale il Signore ribalta le situazioni umane chiuse e senza speranza. Pietro ne diventa il paradigma. Nelle sue parole, «abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla», non vi è solo amarezza e delusione per l’inane pesca, ma traluce anche un significato più forte che designa la spossatezza e la stanchezza fisica (cf.. le verbe κοπιάω (kopiao). Un’esperienza che troviamo di frequente nella Bibbia, soprattutto nei Salmi: «Sono stremato dai miei lamenti» (Doit 6, 7; cf.. aussi Doit 69, 4; Doit 127, 1); e che l’antico Israele più volte aveva sperimentato nel corso delle sue vicende. Vi è dunque uno spazio di delusione e di limite nel quale Dio agisce. Per quella parentela fra il presente testo e il capitolo 21 de l'Évangile de Jean, più sopra ricordata, comprendiamo che senza la presenza del Signore i discepoli si affaticano inutilmente fino alla spossatezza. Ma Lui presente, che invita a gettare le reti nuovamente, tutto cambia. La prima trasformazione avviene nella fiducia del discepolo e qui è Pietro ad esplicitarla: «sulla tua parola calerò le reti» (Lc 5,4).

Ma di fronte alla pesca miracolosa sembra non basti lo stupore registrato (v. 9) da Luca, poiché Pietro sente di dover dire: «allontanati da me, perché sono un peccatore». Per alcuni ancora una volta dovrebbe soccorrerci il brano parallelo di Giovanni dove il dialogo fra il Risorto e Pietro, incentrato sull’amore, serve all’apostolo per guarire la ferita del rinnegamento nella notte della passione. Mais peut-être, simplement, visto che qui l’Apostolo compare protagonista per la prima volta nel Vangelo, la richiesta di perdono è da intendersi come il riconoscimento della propria fragilità di fronte al manifestarsi della grandezza di Dio e al compimento della «sua parola». Ma ciò che ancor più colpisce è l’atteggiamento di Gesù verso il discepolo dal quale ha udito la confessione di colpevolezza. Non la sottolinea, non vi insiste, poiché essa non dice tutto della vita di Pietro, il quale dovrà passare attraverso molteplici confessioni. Jésus, più che sottolineare la peccaminosità del futuro apostolo, preferisce invitarlo alla fiducia ed alla sequela: "N'ai pas peur; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Qui conviene sottolineare il verbo usato da Luca per designare questa pesca di uomini e non di pesci, poiché in greco «zogreo» contiene in sé sia il vocabolo ζῷον (zoos vivo) che il verbo ἀγορεύω (agreuo, prendere a caccia o a pesca). Si tratta perciò di un prendere vivo, di un catturare lasciando vivi (cf.. vocabolario Rocci). In questo modo l’opera pastorale di Pietro e dei suoi soci (v.10), metaforicamente espressa tramite la pesca che era il loro mestiere originario – e qui torna alla mente l’abbondante pesca di Gv 21, 11: 153 grossi pesci tirati in barca, senza che la rete si divida – sarà un servizio alla vita. Ceux qui, attraverso il loro ministero, verranno raggiunti dal Vangelo, saranno attirati al Cristo, il vivente apportatore di vita: «io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10).

 

De l'Ermitage, 8 février 2025

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Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

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Les Pères Patmos Island

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Le diable serait les pots mais pas les couvercles: Pour certains, c'est sans aucun doute une garantie de gain et de visibilité narcissique – On dit que le diable fait les casseroles mais pas les couvercles: Pour certains, c'est certainement une garantie de revenus et de visibilité narcissique – On dit que le diable fait le pot mais pas le couvercle: Pour certains, c'est une garantie économique et une visibilité narcissique

(Texte anglais après l'italien / Texte espagnol après l'anglais)

 

Le diable serait les pots mais pas les couvercles: Pour certains, c'est sans aucun doute une garantie de gain et de visibilité narcissique

Sur le diable, c'est mieux et prudent d'en parler peu et avec des références précises à la Parole de Dieu, à la révélation et au magistère. Et tu sais pourquoi? Parce que notre foi n'a jamais été fondée - et elle ne sera jamais - sur le diable mais sur Christ et sur sa résurrection qui remporte les œuvres du diable: péché et mort. Si vous comprenez au moins ce ne serait plus l'angoisse de la démonopathie avec le sentiment d'être saisi par le diable.

— Actualité pastorale —

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Cap.

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le 6 Janvier de l'année vient de commencer, Dans la solennité de l'épiphanie du Seigneur, L'Association internationale des exorcistes (A.I.E.) Il a publié une note que j'invite tous nos lecteurs à lire attentivement (QUI), dont le titre est assez clair: "Remarque sur certains aspects du ministère des exorcismes".

La note n'a pas l'intention de réitérer l'évidence sur les exorcismes et discipline ecclésiale dans ce sens, Mais ses objectifs sont les autres et ne concernent que quelques aspects particuliers. Nous disons ajouter:

"Avec cette note, nous avons l'intention d'offrir les clarifications nécessaires afin de bien fonctionner dans l'erart de la miséricorde divine par le ministère de l'Exarcisme. Les critères pour établir les conditions de mise en œuvre du plus grand exorcisme ni les directives de ce délicat ne seront pas représentés ici [6], Mais ils offriront simplement des observations sur certaines pratiques pastorales qui, Au lieu de rendre un service au corps planté du Christ, augmenter leur souffrance et provoquer une désorientation, observations que les fidèles (clercs, consacré et laïque) Il est souhaitable qu'ils puissent le savoir afin d'éviter les attitudes et les méthodes ne répondant pas à l'opération authentique du Christ le Seigneur, Modèle pour quiconque exerce le ministère de la Libération de l'action extraordinaire du mal [7]».

L'exorcisme est un ministère pastoral de la miséricorde et de la consolation, C'est la référence de base pour pouvoir le comprendre. Bien que ce soit un sacramentel et non d'un sacrement - étant donné le sujet personnel particulier face -, il ne doit pas être considéré à la légère mais aussi avec une grande gravité, Conscience et maturité humaines et chrétiennes, à la fois par les bergers et des fidèles laïcs.

J'ai parlé de sérieux, de conscience et de maturité Pour souligner cela avec le diable, vous ne jouez pas et ne plaisantez pas, mais vous pouvez même l'exploiter pour vos fins: Par exemple, encourager les performances économiques ou obtenir un certain gain et une certaine visibilité au niveau social et ecclésial. A dit ceci, Je me concentre uniquement sur certains points que je veux réitérer et que la note de l'A.I.E. clarifie et exprime d'une manière très ponctuelle de ce que je pourrai faire dans ces lignes.

1. Obéissance à l'Église et à l'ordinaire diocésain

La croyance d'être proie du diable pousse souvent les gens à se rendre à la recherche spasmodique de ceux qui sont en fait des exorcistes ou de ceux qui ont autonomisé tel sur le terrain. Dans sa sagesse, l'église demande d'abord un discernement sérieux et cela passe normalement par son curé, son confesseur ou un prêtre de référence à laquelle il appartient à faire un premier diagnostic, puis à recueillir tous les éléments utiles pour pouvoir, au cas où, Envoyer à l'exorciste désigné ou suggérer un chemin de conversion sérieux à la personne, combiné avec une pratique sacramentelle sérieuse avec des œuvres de charité concrètes et efficaces.

J'ai le droit de comparaison de la santé, C'est comme quand le médecin généraliste envoie son client par le spécialiste pour les idées ultérieures. Ce n'est que lorsqu'il y a la suspicion fondée d'une pathologie qui doit être confrontée différemment par un collègue qui se spécialise dans cette affaire, La visite spécialisée est requise, Sinon, il est perdu du temps et les solutions doivent se concentrer sur d'autres analyses et champs. Si cela est vrai dans la pratique des soins physiques, Plus ce discours devient vrai dans les soins de l'âme et le chemin du baptême.

Dans ce cas Ce n'est que l'église qui nomme et discerne sur les prêtres adaptés à l'exploitation de ce grand ministère, ainsi que sur le cas spécifique de la personne qui demande une aide spirituelle dans ce sens. Vous n'improvisez jamais et ne proposez jamais d'exorcistes, Guérisseurs et libérateurs. Une autre chose fondamentale est qu'il n'y a pas de profanes (Même les diacres Transe et permanents ne peuvent pas) autorisé par l'Église à effectuer des exorcismes. Même les prières de libération ou de guérison SO. Sortir en dehors de ces critères signifie se mettre sur le terrain de désobéissance à l'église à laquelle le diable pousse toujours l'homme, Tout comme nos ancêtres ont poussé à la désobéissance vers Dieu (cf.. gn 3).

2. Superstition et réitération des formules

Souvent, le désir de chasser le diable vous fait tomber dans le péché de la superstition qui s'insinue également dans le monde catholique, à la fois sur le côté du peuple laïc et consacré. Par exemple, Vous vous mettez à la recherche de l'exorciste le plus "puissant" (même en dehors de son diocèse ou de sa région) Tout comme s'il s'agissait d'une vertu qui lui est propre et non de l'œuvre du Saint-Esprit qui agit au ministre ordonné au nom de l'Église. Ils collectent des sacramentaux compulsivement qui devraient éliminer plus efficacement les influences malignes en tant que crucifix, médailles, bougies, images ou sel, eau et huile.

Les prières de la libération se multiplient qui n'ont eu aucune approbation ecclésiastique et qui sont souvent empruntées à des environnements catholiques supplémentaires ou emballés pour le moment par le "psychique" ou par le présumé charismatique laïque en service. Ou compulsivement réitéré également les prières et les formules officielles approuvées dans l'espoir que les actes simples se sont poursuivis suffisamment au fil du temps pour faire fonctionner l'avantage. Et nous nous retrouvons souvent devant la tendance des indices de bourse en référence aux romans et le plaidoyer le plus approprié contre le diable: La madone qui fait fondre les nœuds est bien, San Pio da Pietrelcina est le plus fort, Santa Rita n'est pas mal, Sant’editito échoue parfois tandis que San Vicinio ne fonctionne que si vous êtes Emiliano ou Romagne. Même en s'approchant des masses saintes, il y a le risque de tomber dans la superstition avec une succession d'exploitation profanée pour demander la libération. On pense qu'il suffit de commander uniquement le prêtre pour officier une messe sans avoir besoin de participer à la première personne et nous sommes liés au nombre de célébrations commandées, Comme si la quantité était le critère pré-éminent pour la libération. Un mécanisme similaire, lié aux masses, Il se trouve dans certains livres de dévotion en référence aux âmes du purgatoire, Mais c'est une autre affaire.

3. "Réunion et consentement de libération" à l'hôtel

Pendant quelques années, l'utilisation des prétendus «sensoriels» et charismatiques laïques de l'organisation de réunions de prière dans des lieux laïques a été envahi, comme les hôtels Star (au moins 4 Travail). Cela devrait déjà faire le réservoir de nez beaucoup aux fidèles catholiques en bonne santé qui sont vus détourner des contextes ecclésiaux sans la moindre motivation. C'est une chose d'organiser un événement pour des millions et des millions de personnes, Tout comme cela se produit pour la jubilation et les événements nationaux, C'est une chose à organiser pour cinquante ou cent personnes. Au lieu des hôtels, vous ne pouviez pas opter pour une grande salle paroissiale ou une maison religieuse - qui sont aujourd'hui de plus en plus vides et désertes - afin de rester à l'intérieur de l'enceinte de la normalité ecclésiale? Mais le prétendu "sensoriel" et charismatique sait très bien que, ce faisant, il reste loin des yeux et des oreilles des bergers et peut dire et faire avec la liberté tout ce qu'il veut. Ce faisant, le package est annoncé tout compris qu'avec 80 O 100 EUR par jour, plus l'inscription au cours et passer, En combinant la pièce célibataire, La planche complète et la cuisine étoilée est une garantie d'être un peu libéré du mal et d'être purifié dans votre arbre généalogique. En bref, Avant d'aller au spa maintenant le fin de semaine exorciste.

4. Vente de livres et manuels d'orthodoxie douteuse

Aujourd'hui, le diable continue d'être un produit de commercialisation, de loin 1973 Quand le film est sorti, l'Exorcist de William Friedkin basé sur le roman du même nom de William Peter Blatty, Le diable n'a pas connu pratiquement des moments de crise. On peut dire qu'avec le diable, il vit ... et il vit aussi assez bien. Et si une fois le diable était une propriété privée de la franc-maçonnerie, des satanistes et des cercles occultes hermétiques, Depuis plus de trente ans, il est devenu un produit pop que je peux tous utiliser ou abuser en fonction du besoin. En effet, ce sont les profanes, Pas toujours chrétiens, Pour trouver dans le "produit du diable" une mine à partir de laquelle la renommée et l'affirmation tirent. La télévision a été la première à savoir faire sur le sujet: Pas seulement les films, Mais spécial, documentaires, Enquêtes qui traversent les nouvelles et avec la politique, Bref, le diable est comme du sel et du poivre dans une recette, Le "suffisamment" est suffisant pour rendre ce toucher plus agréable au plat pour susciter les compliments. Mais c'est peut-être dans l'édition que le thème du diable a pu trouver un jeune et perpétuel. La bibliographie à cet égard est très sans limites et parmi les auteurs, vous pouvez vraiment tout trouver. Il commence à la converti de Medjugorjana, à l'ancien adepte d'une secte, Pour ensuite, passer au prêtre Pratique qui sans jamais avoir été nommé Exorcist tient des conférences sur le diable, Enfin avec ce que la qualification du démonologue est attribuée sans avoir les compétences minimales académiques ou pratiques de la Pastorale de l'affaire. Ensuite, le persistant ne peut pas être manqué, Les prétendus sensoriels ou charismatiques qui remettent en question les recettes du diable et pack pour se libérer des influences du mal, De toute évidence, vous devez acheter leurs livres. Très dangereux sont ceux qui se sentent investis par l'héritage spirituel d'un exorciste bien connu maintenant décédé - je recommande qu'il soit décédé! - se vanter d'une série entière d'hérédité spirituelle et de transmigrations de carismi avec annexé le canon du Liberator parfait.

Quand j'étais enfant, Dans les années 1980, Du diable en Italie, il n'a entendu parler que du père Gabriele Amorth et des Mons. Corrado balducci, Ce dernier a dit démonologue mais qui dans sa vie n'a jamais vu un véritable exorcisme et que dans son livre, le diable. Mais au moins avec eux, nous avons eu à voir avec des prêtres honnêtes qui avaient bien à l'esprit leur rôle et obéissaient à l'église. Aujourd'hui, tout le monde est doué pour écrire sur le diable, surtout ceux qui devraient se passer.

En conclusion, Il est toujours vrai que sur le diable, il est meilleur et prudent de parler peu et avec des références précises à la parole de Dieu, à la révélation et au magistère. Et tu sais pourquoi? Parce que notre foi n'a jamais été fondée - et elle ne sera jamais - sur le diable mais sur Christ et sur sa résurrection qui remporte les œuvres du diable: péché et mort. Si vous comprenez au moins ce ne serait plus l'angoisse de la démonopathie avec le sentiment d'être saisi par le diable. Beaucoup plus important et fatigant est de créer une conscience profonde que vous voulez vivre constamment en présence du Christ et de son esprit. Mais c'est ce que nous dit déjà l'apôtre béni Giacomo dans sa lettre. Il nous demande d'être soumis à Dieu: C'est ce qui vous permet de résister au diable et d'échapper à ses œuvres et ses pièges. Il y a sûrement peu d'exorcistes dans l'église d'aujourd'hui, Certes, beaucoup de nos évêques ne sont souvent pas enclins à les nommer et préfèrent plutôt nommer des présidents de Caritas diocésains et utiliser des ressources pour les politiques sociales et sociales, Sauf que vous vous retrouvez à quelques kilomètres de votre Curia diocésaine le week-end exorciste à cent euros par jour de l'Exorciste présumé, cri charismatique ou sensible et ne pas soupirer au minimum. et oui, Parce que même dans le cas où l'évêque diocésain était également conscient de la chose qu'il ne lui donnerait pas le bon poids: l'œil ne voit pas, Le cœur pastoral ne fait pas de mal. Malheureusement, le diable certaines choses nous permettent aussi de faire et quand ils font tout ce qu'il se rapproche, Tout comme cela se produit pour certaines choses vieilles comme le monde qui sont faits, mais ils ne disent pas et comment il aimait chanter un quatuor musical italien bien connu

«C'est fait, Mais ce n'est pas dit, tu fais, Mais ce n'est pas dit et qui l'a fait silencieux, Il le nie et fait le Mendace et ne vous dit jamais la vérité ".

Sanluri, 07 février 2025

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On dit que le diable fait les casseroles mais pas les couvercles: Pour certains, c'est certainement une garantie de revenus et de visibilité narcissique

- réalité pastorale -

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Cap.

 

En janvier 6 de l'année qui vient de commencer, sur la solennité de l'épiphanie du Seigneur, l'Association internationale des exorcistes (A.I.E.) publié une note que j'invite tous nos lecteurs à lire attentivement (ICI), dont le titre est assez clair: «Remarque sur certains aspects du ministère des exorcismes».

La note n'a pas l'intention de réitérer l'évidence en ce qui concerne les exorcismes et discipline ecclésiale dans ce sens, Mais ses objectifs sont différents et ne concernent que certains aspects particuliers. Il lit:

«Avec cette note, nous avons l'intention d'offrir les clarifications nécessaires afin de bien fonctionner dans la fourniture de la miséricorde divine par le biais du ministère de l'Exorcisme. Les critères d'établissement des conditions de mise en œuvre du principal exorcisme ni des directives de ce délicat [6] ne sera plus présenté ici, Mais les observations seront simplement proposées sur certaines pratiques pastorales qui, au lieu de rendre un service au corps blessé du Christ, augmenter sa souffrance et provoquer une désorientation, observations que les fidèles (religieux, consacré et laïque) devrait être en mesure de savoir afin d'éviter les attitudes et les méthodes qui ne correspondent pas au fonctionnement authentique du Seigneur Christ, Modèle pour quiconque exerce le ministère de la Libération de l'action extraordinaire du mal [7]».

L'exorcisme est un ministère pastoral de la miséricorde et de la consolation, C'est la référence de base pour pouvoir le comprendre correctement. Bien que ce soit un sacramel et non un sacrement - étant donné le sujet personnel particulier abordé -, il ne doit pas être considéré à la légère mais aussi avec une grande gravité, Conscience et maturité humaine et chrétienne, à la fois par les pasteurs et les fidèles laïques.

J'ai parlé de sérieux, conscience et maturité pour souligner que l'on ne peut pas jouer ou plaisanter avec le diable, Mais on ne peut pas non plus l'exploiter pour ses propres fins: par exemple pour favoriser un retour économique ou obtenir un certain gain et une certaine visibilité au niveau social et ecclésial. Ayant dit cela, Je ne me concentrerai que sur certains points que je voudrais réitérer et que l'A.I.E. note. clarifie et exprime de manière très ponctuelle ce que je pourrai faire dans ces lignes.

1. Obéissance à l'Église et à l'ordinaire diocésain

La croyance d'être proyée au diable pousse souvent les gens à aller dans la recherche effrénée de ceux qui sont en fait des exorcistes ou de ceux qui se sont auto-appelés en tant que tels sur le terrain. L'Église dans sa sagesse demande d'abord un discernement grave et cela passe normalement par son curé, son confesseur ou un prêtre de référence qui est responsable de faire un diagnostic initial, puis de rassembler tous les éléments utiles pour pouvoir, si nécessaire, Envoyer à l'exorciste désigné ou suggérer à la personne un sérieux chemin de conversion, combiné avec une pratique sacramentelle sérieuse avec des œuvres de charité concrètes et efficaces.

Permettez-moi de faire une comparaison de soins de santé, C'est comme quand un médecin généraliste envoie son patient à un spécialiste pour une analyse approfondie approfondie. Ce n'est que lorsqu'il y a une suspicion bien fondée d'une pathologie qui doit être abordée différemment d'un collègue qui se spécialise dans ce sujet est une visite spécialisée requise, Sinon, c'est une perte de temps et les solutions doivent se concentrer sur d'autres analyses et champs. Si cela est vrai dans la pratique des soins physiques, À quel point ce discours est-il plus vrai dans les soins de l'âme et de la marche baptismale.

2. Superstition et réitération des formules

Souvent, le désir de bannir le diable conduit à tomber dans le péché de la superstition qui se glisse également dans le monde catholique, à la fois parmi les profanes et les personnes consacrées. Par exemple, Nous commençons à chercher le plus “puissant” exorciste (même en dehors de notre propre diocèse ou région) comme s'il s'agissait d'une vertu spécifique et non de l'œuvre du Saint-Esprit qui agit au ministre ordonné au nom de l'Église. Les sacramentaux sont collectés de manière compulsive, ce qui devrait repousser les influences perverses telles que les crucifix, médailles, bougies, images ou sel, l'eau et l'huile plus efficacement que les autres.

Prières pour la libération se multiplient qui n'ont eu aucune approbation ecclésiastique et qui sont souvent empruntées à des environnements non catholiques ou emballés sur place par le “sensible” ou la personne laïque charismatique présumée en service. Ou même les prières officielles et les formules approuvées sont réitérées de manière compulsive dans l'espoir que la simple récitation au fil du temps soit suffisante pour apporter l'avantage. Et nous nous retrouvons souvent confrontés à la tendance des indices boursiers en référence aux novens et supplications les plus appropriés contre le diable: La Madonna qui attise les nœuds est bon, San Pio da Pietrelcina est le plus fort, Santa Rita n'est pas mal, Sant’espedito échoue parfois tandis que San Vicinio ne fonctionne que si vous êtes de la région de la Romagne Emilia. Même lorsque vous approchez des masses saintes, il y a le risque de tomber dans la superstition avec une succession d'exploitations profanées pour demander la libération. On pense qu'il suffit de commander le prêtre seul à officier une messe sans avoir besoin de participer personnellement et il est lié au nombre de célébrations commandées, Comme si la quantité était le critère prééminent pour la libération. Un mécanisme similaire, lié aux masses, se trouve dans certains livres de dévotion en référence aux âmes du purgatoire, Mais c'est une autre affaire.

3. «Réunions de libération et conventions» à l'hôtel

Depuis quelques années maintenant, la pratique de soi-disant “sensible” et les profanes charismatiques pour organiser des réunions de prière dans des endroits laïques, comme les hôtels étoilés (au moins 4 étoiles) est devenu généralisé. Cela seul devrait faire en sorte que les fidèles catholiques sensés augmentent beaucoup leur nez alors qu'ils se voient détournés des contextes ecclésiaux sans la moindre motivation. C'est une chose d'organiser un événement pour des millions et des millions de personnes, comme cela se produit avec le jubilé et les événements nationaux, Mais c'est une autre chose de l'organiser pour cinquante ou cent personnes. Au lieu des hôtels, Ne pourrions-nous pas opter pour une grande salle paroissiale ou une maison religieuse - qui est de nos jours de plus en plus vide et déserte - afin de rester dans les limites de la normalité ecclésiale? Mais le soi-disant “sensible” Et la personne charismatique sait très bien qu'en faisant, il reste loin des yeux et des oreilles des bergers et peut dire librement et faire tout ce qu'il veut. Ce faisant, Le package tout compris est annoncé qui avec 80 ou 100 Euros par jour, plus l'inscription au cours et le pass, combinant la chambre simple, Board complet et cuisine étoilée, vous avez la garantie d'être quelque peu libéré du maléfique et d'être purifié dans votre arbre généalogique. En bref, Avant que les gens ne se rendent au spa, Les week-ends d'exorcisme sont maintenant à la mode.

4. Vente de livres et manuels d'orthodoxie douteuse

Aujourd'hui, le diable continue d'être un produit marketing, Depuis depuis que 1973 Quand le film “L'exorciste” par William Friedkin basé sur le roman du même nom de William Peter Blatty a été publié, Le diable n'a connu pratiquement aucun moments de crise. On peut dire que tu peux vivre avec le diable… Et tu peux même vivre raisonnablement bien. Et si une fois le diable était la propriété privée de la franc-maçonnerie, Satanistes et cercles occultistes hermétiques, Depuis plus de trente ans, c'est devenu un produit pop que tout le monde peut utiliser ou abuser au besoin. En effet, C'est précisément les profanes, Pas toujours chrétiens, Qui trouve dans le “produit diable” une mine à partir de laquelle tirer la notoriété et l'affirmation. La télévision a été la première à savoir comment gagner de l'argent sur le sujet: Non seulement les films, Mais spéciaux, documentaires, enquêtes qui se croisent avec les nouvelles et la politique du crime, en bref, Le diable est comme du sel et du poivre dans une recette, “juste assez” suffit pour donner cette touche supplémentaire d'agrément au plat pour obtenir des compliments. Mais c'est peut-être dans l'édition que le thème du diable a trouvé une jeune et perpétuelle. La bibliographie à cet égard est extrêmement sans limites et parmi les auteurs, vous pouvez vraiment tout trouver. Nous partons du converti Medjugorjan, à l'ancien adepte d'une secte, puis passez au prêtre qui sans jamais avoir été nommé exorciste tient des conférences sur le diable, Se terminer avec celui qui s'attribue la qualification du démonologue sans avoir les compétences minimales académiques ou pratiques de la Pastoral de l'affaire. Ensuite, il y a les conifères, les prétendus sensibilités ou charismatiques qui remettent en question le diable et préparent les recettes à se libérer des influences du mal, De toute évidence, vous devez acheter leurs livres. Très dangereux sont ceux qui se sentent investis par l'héritage spirituel d'un exorciste bien connu maintenant décédé! - Je recommande qu'il soit décédé! - pour se vanter alors toute une série d'héritage spirituel et de transmigrations de charismes avec le canon attaché du Liberator parfait.

Quand j'étais enfant, Dans les années 1980, En Italie, nous n'avons entendu parler du diable du père Gabriele Amorth et de Mgr Corrado Balducci, Ce dernier connu comme démonologue mais qui dans sa vie n'a jamais vu un véritable exorcisme et qui a également signalé des inexactitudes théologiques dans son livre “Le diable”. Mais au moins avec eux, nous avions affaire à des prêtres honnêtes qui étaient bien conscients de leur rôle et obéissaient à l'église. Aujourd'hui, tout le monde est doué pour écrire sur le diable, surtout ceux qui devraient se passer.

En conclusion, Le fait reste vrai qu'il est mieux et prudent de parler peu du diable et de références précises à la parole de Dieu, à la révélation et au magistère de l'église. Et savez-vous pourquoi? Parce que notre foi n'a jamais été fondée - et ne le sera jamais - sur le diable mais sur Christ et sa résurrection qui surmonte les œuvres du diable: péché et mort. Si nous le comprenons au moins, nous n'aurions plus l'angoisse de la démonopathie avec la sensation d'être saisi par le diable. Beaucoup plus important et fatigant crée une conscience profonde qui désire vivre constamment en présence du Christ et de son esprit. Mais c'est ce que l'apôtre béni, James, nous dit déjà dans sa lettre. Il nous demande d'être soumis à Dieu: C'est ce qui nous permet de résister au diable et de s'échapper de ses œuvres et de ses cris. Il y a sûrement peu d'exorcistes dans l'église aujourd'hui, Certes, beaucoup de nos évêques ne sont pas souvent enclins à en nommer et préfèrent plutôt nommer des présidents de Caritas diocésains et utiliser des ressources pour les politiques sociales et sociales, Seulement pour se retrouver à quelques kilomètres de leur curie diocésaine le week-end exorcisme à cent euros par jour de l'agrément exorciste présumé, charismatique ou célèbre sensible et ne pousse même pas un soupir. Et oui, Parce que même si l'évêque diocésain était au courant de la question, Il ne lui donnerait pas le bon poids: l'œil ne voit pas, Le cœur pastoral ne pleure pas.

Malheureusement, Le diable nous laisse même faire certaines choses et quand ils sont faits, tout sort en plein air, comme cela se produit avec certaines choses aussi anciennes que le monde qui sont faits mais pas dit et comme un quatuor musical italien bien connu aimait chanter:

«C'est fait, Mais ce n'est pas dit, C'est fait, Mais ce n'est pas dit et celui qui l'a fait reste silencieux, Le nie et est un menteur et ne vous dit jamais la vérité ».

Sanluri, 07 février 2025

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On dit que le diable fait le pot mais pas le couvercle: Pour certains, c'est une garantie économique et une visibilité narcissique

Il est toujours vrai qu'il est meilleur et prudent de parler peu du diable et avec des références précises à la parole de Dieu, à la révélation et à l'enseignement. Et tu sais pourquoi? Parce que notre foi n'a jamais été basée - ce ne sera jamais - dans le diable mais en Christ et sa résurrection qui expire les œuvres du diable: Péché et mort. Si au moins nous le comprenons, nous n'aurions plus l'angoisse de la démonopathie avec le sentiment d'être tourmenté par le diable.

- News pastoral -

Auteur
Ivano Liguori, ofm. Cap.

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Dans la solennité de l'épiphanie du Seigneur, L'Association internationale exorciste (A.I.E.) Il a publié une note que je vous invite à lire attentivement tous nos lecteurs (ici), Et dont le titre est assez clair: «Remarque sur certains aspects du ministère des exorcismes».

La note n'a pas l'intention de réitérer l'évidence sur les exorcismes et discipline ecclésiale, Ses objectifs sont différents et ne se réfèrent qu'à certains aspects particuliers. Lire:

«Avec cette note, nous avons l'intention d'offrir les clarifications nécessaires pour faire fonctionner le don de la miséricorde divine par le biais du ministère de l'exorcisme. Les critères pour établir les conditions nécessaires à la réalisation de l'exorcisme majeur ne seront plus présentées, Ni les directives pour ce ministère délicat[6]; Mais les observations seront simplement proposées sur certaines pratiques pastorales qui, Au lieu d'aider la peste du Christ, augmenter leur souffrance et provoquer une désorientation. Observations que les fidèles (clergé, consacré et laïcs) Ils doivent savoir pour éviter les attitudes et les méthodes qui ne correspondent pas à l'œuvre authentique du Christ Seigneur, Modèle pour quiconque exerce le ministère de la libération de l'action extraordinaire de la maligne [7]”.

L'exorcisme est un ministère pastoral de la miséricorde et de la consolation, C'est la référence basilaire pour pouvoir le comprendre correctement. Oui ok, C'est un sacramel et non un sacrement - étant donné le sujet personnel particulier qui est abordé -, Il ne doit pas être considéré à la légère mais sérieusement, Conscience et maturité humaines et chrétiennes, à la fois par les bergers et les fidèles laïcs.

J'ai parlé de sérieux, de conscience et de maturité pour souligner que le diable n'est pas joué ou rejoint, Il ne peut pas non plus être instrumentalisé pour leurs propres avantages: privilégier un avantage économique ou pour obtenir un certain gain et une certaine visibilité au niveau social et ecclésial. Ceci étant dit, Je ne me concentrerai que sur certains points que je veux réitérer et que la note A.I.E. Clarifier et exprimer plus ponctuellement qu'il ne pourrait le faire dans ces lignes.

1. Obéissance à l'Église et au diocésain ordinaire

La condamnation d'être présidé par le démon, Cela pousse souvent les gens à rechercher frénétiquement qui sont par rendez-vous exorcistes ou ceux qui se sont proclamés comme tels. L'église dans sa sagesse demande d'abord, Un discernement grave qui passe normalement par le pasteur lui-même, du confesseur ou un prêtre de référence, qui est soucieux de se faire un diagnostic initial et de rassembler tous les éléments utiles pour pouvoir, Si c'est le cas, Reportez-vous à l'Exorciste désigné ou suggérez une manière sérieuse de conversion attachée à la pratique sacramentelle des œuvres de charité concrets et efficaces.

Je suis autorisé à faire une comparaison avec le système de santé: Il est équivalent à quand un médecin généraliste envoie le patient à un spécialiste pour effectuer des analyses plus spécifiques. Ce n'est que lorsqu'il y a un soupçon d'une pathologie doit être confronté différemment par un collègue spécialisé, Sinon, c'est une perte de temps et les solutions doivent se concentrer sur d'autres analyses et champs. Si cela est vrai en ce qui concerne les soins de santé physique, Combien plus le discours sur les soins de l'âme et le chemin du baptême devraient être.

Dans ce cas, Ce n'est que l'église qui nomme et discerne les prêtres appropriés pour effectuer ce grand ministère, ainsi que sur le cas spécifique de la personne qui demande une aide spirituelle à cet égard. Il n'est jamais improvisé ou proposé comme des exorcistes, Guérisseurs et libérateurs. Une autre chose fondamentale est qu'il n'y a pas de laïcs (Pas même des diacres temporaires ou permanents) Autorisé par l'Église à effectuer des exorcismes. Même les phrases de libération ou de guérison ainsi, Ils doivent être faits avec sagesse et opportunités sous l'accompagnement d'un prêtre formé et suivre les normes que l'Église a déjà établies. Laisser ces critères signifie être dans le domaine de la désobéissance à l'église, auquel le démon pousse toujours l'homme comme par le passé poussa nos parents à la désobéissance à Dieu (Voir Genesis 3).

2. Réitération de la superstition et de la formule

Souvent, le désir d'effrayer le démon conduit à tomber dans le péché de la superstition et insinue également dans le monde catholique, Entre les laïcs tels que consacrés. Par exemple: La recherche plus exorciste commence “puissant” (même en dehors du diocèse ou de la région) Comme s'il s'agissait d'une vertu personnelle et non de l'œuvre du Saint-Esprit qui agit chez le ministre ordonné au nom de l'Église. Ils sont compulsivement sacramentels qui devraient évoluer plus efficacement les mauvaises influences, comme crucifix, médaillases, bougie, images, salaire, Eau et huile.

Les phrases de libération se multiplient qu'ils n'ont obtenu aucune approbation ecclésiastique et que souvent, des mutades d'environnements non catholiques viennent; ou sont fabriqués pendant la fonction par le “sensible” ou pour le profane charismatique présumé en service. Ou même, Les condamnations officielles et les formules approuvées sont réitérées avec compulsion de l'espoir que la simple récitation au fil du temps sera suffisante pour obtenir un avantage. Et ils sont fréquemment choisis comme s'ils étaient des tendances des indices de stock les neuvaines et les plaidoiries les plus appropriés contre le démon: La vierge qui déchaîne les nœuds est bon, San Pio da Pietrelcina est le plus fort, Santa Rita n'est pas mal, San Esperito échoue parfois tandis que San Vicinio ne fonctionne que si vous êtes de la région d'Emilia-Romaña. Même, En ce qui concerne les masses saintes, il existe un risque de tomber dans la superstition en raison d'une instrumentalisation continue de profanation dans la demande de libération. On pense qu'il suffit d'envoyer le prêtre pour officier la messe sans avoir besoin de participer personnellement, On pense que c'est le nombre de célébrations en charge, Comme si le montant était le critère prééminent pour la libération. Un mécanisme similaire sur la quantité de masses se trouve dans certains livres de dévotion dans l'arbitre aux âmes dele purgatoire, Mais c'est un autre problème.

3. "Convention de rencontre et de libération" dans les hôtels

Depuis quelques années, il a été généralisé que les hypothèses “sensible” et les laïcs charismatiques organisent des rencontres de prière dans des lieux laïques tels que des hôtels avec des étoiles (au moins 4). Cela devrait générer une désapprobation dans les fidèles catholiques d'un jugement sain qui sont déviés des contextes ecclésiaux sans aucune motivation. C'est une chose d'organiser un événement pour des millions et des millions de personnes comme dans les jubilés et les événements nationaux, Une autre chose est d'organiser pour cinquante ou cent personnes. Au lieu des hôtels, Ne pourriez-vous pas opter pour une salle paroissiale spacieuse ou une maison religieuse - que chaque jour est plus vide et désert - restant ainsi dans les limites de la normalité ecclésiale? Mais le présumé “sensible” ou le charismatique savait très bien que ce faisant, ils restent loin des yeux et des oreilles des bergers et peuvent dire librement ce qu'il veut. De cette façon, Le package tout compris est annoncé avec 80 O 100 Euros par jour: Inscription au cours, fonction de fonction, Chambre individuelle, nourriture incluse avec Michelin Kitchen, Et vous avez la garantie d'être un peu libéré du mal et d'être purifié dans l'arbre généalogique. Finalement, avant que les gens ne se rendent au spa, Maintenant pour les week-ends avec l'exorcisme qui sont à la mode.

4. Vente de livres et de manuels d'orthodoxie douteuse

Encore aujourd'hui, Le diable est toujours un produit marketing depuis 1973 Le film a été publié par Exorcist de William Friedkin basé sur le roman homonyme de William Peter Blatty; Le diable n'a pratiquement pas connu de moments de crise. On peut dire que tu peux gagner en utilisant le diable… Et tu peux même gagner raisonnablement bien.

Et si le diable était jamais une propriété privée de la franc-maçonnerie, des satanistes et des cercles occultes; Depuis plus de trente ans, c'est devenu un produit pop que tout le monde peut utiliser ou abuser en fonction du besoin lui-même. En effet, Ils sont précisément les laïcs, Pas toujours chrétiens, pour trouver dans le “produit diable” une mine à partir de laquelle obtenir la notoriété et l'affirmation. La télévision a été la première à savoir comment profiter du sujet: Non seulement avec les films, mais aussi avec des spéciaux, Documentaires, Enquêtes qui franchissent les nouvelles du crime et des politiques; En bref, Le diable est comme du sel et du poivre dans une recette, "Juste assez" pour donner cette touche supplémentaire à l'assiette et faire des éloges. C'est peut-être dans l'éditorial où le thème du diable a trouvé un jeune et perpétuel. La bibliographie à cet égard est extrêmement illimitée et parmi les auteurs, vous pouvez vraiment tout trouver: Il commence par le converti de Medjugorje, à l'ancien adepte d'une secte, Parcourir le prêtre qui, sans avoir été nommé Exorcista, célèbre les conférences sur le démon, se terminant avec lequel le titre de démonologue est attribué sans avoir les compétences minimales académiques ou pratiques de la Pastorale de l'affaire. Vous ne pouvez pas manquer les hypothèses psychiques ou charismatiques qui traitent du diable et préparent des recettes pour libérer les influences du mal, De toute évidence, il est nécessaire d'acheter vos livres. Très dangereux sont ceux qui se sentent investis par l'héritage spirituel d'un célèbre exorciste défectueux - il est recommandé qu'il soit mort dans "l'odeur" de la sainteté! - puis présumer les héritages spirituels et les transmigrations caricales attachées au titre de Liberator parfait.

Quand j'étais enfant dans les années 1980, En Italie, nous n'avons entendu parler du diable par Boca del Père Gabriele Amorth et Mgr Corrado Balducci, Ce dernier connu comme le démoniste mais qui dans sa vie n'a jamais vu un véritable exorcisme et qui a lié certaines inexactitudes théologiques dans son livre Il Diavolo. Au moins, ils étaient des prêtres honnêtes, conscient de son rôle et de son obéissant à l'église. Aujourd'hui, tout le monde sait écrire sur le diable, surtout ceux qui ne devraient rien écrire.

En conclusion, Il est toujours vrai qu'il est meilleur et prudent de parler peu du diable et avec des références précises à la parole de Dieu, à la révélation et à l'enseignement. Et tu sais pourquoi? Parce que notre foi n'a jamais été basée - ce ne sera jamais - Dans le diable mais en Christ et sa résurrection qui expire les œuvres du diable: Péché et mort. Si au moins nous le comprenons, nous n'aurions plus l'angoisse de la démonopathie avec le sentiment d'être tourmenté par le diable. Beaucoup plus important et épuisant est de créer une conscience profonde que vous voulez vivre constamment avant la présence de Christ et de son esprit. C'est ce que nous dit l'apôtre béni Santiago dans sa lettre. Nous demande d'être soumis à Dieu: C'est ce qui nous permet de résister au diable et d'échapper à ses œuvres et aux pièges. Il y a sûrement peu d'exorcistes dans l'église aujourd'hui, Beaucoup de nos évêques ne sont sûrement pas disposés à les nommer et préfèrent nommer les présidents des Caritas diocésains, Utilisez des ressources pour les politiques sociales et bien-être, Mais vous pouvez ensuite trouver quelques kilomètres de la curie diocésaine avec le week-end exorciste cent euros par jour de l'agrément exorciste présumé, charismatique ou voyant célèbre sans même libérer un soupir. Et bien que l'évêque diocésain soit au courant de l'événement, Je ne lui donnerais pas le bon poids: Œil qui ne voit pas, Cœur pastoral qui ne ressent pas. Malheureusement le diable certaines choses les laissent faire, Et quand il le fait jamais, Tout apparaît, Comme pour certaines choses aussi anciennes que le monde qui sont faits, mais ils ne disent pas et comment ils aimaient les chanter dans un quatuor musical italien bien connu:

«C'est fait, Mais ce n'est pas dit, C'est fait, Mais ce n'est pas dit et qui l'a rendu silencieux, Il le nie et est un menteur et ne vous dit jamais la vérité ».

Sanluri, 07 Février 2025

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Les Pères Patmos Island

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Saleté dans les lieux publics entre le sexe et la théologie des sous-vêtements – Dirty dans les lieux publics entre le sexe et la théologie du sous-trait – Suciedad en lugares públicos entre sexo y la teología del calzóncillo

(Texte anglais après l'italien / Texte espagnol après l'anglais)

SPORCIZIA NEI LOCALI PUBBLICI TRA SESSO E TEOLOGIA DELLA MUTANDA

Noi preti dobbiamo essere di necessità tutti puttane che cercano di darsi a tutti, Gratuit et Amor Dei, sans même demander la Marchetta. Per questo sono solito dire, in modo serio e per nulla scherzoso, anzi con coerente spirito teologico, ce, si je n'avais pas été prêtre, sicuramente avrei fatto la puttana. Ho scelto però di fare l’uno e l’altro: il prete e la puttana, pour l'amour de Dieu.

- Nouvelles de l'Église -

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La Polizia di Stato preposta al controllo dei laboratori dei locali pubblici in cui si confezionano alimenti, un paio di settimane fa ha posto i sigilli a una nota pasticceria nel cuore del centro storico di Catania.

Il video che documenta lo stato dei locali è solo un archetipo necessario per parlare della disastrosa psicologia dei giustificatori a tutti i costi e costi quel che costi, pronti per questo ad affermare:

» ... il est vrai, questo video è stato girato dalla Polizia di Stato nel pieno centro di Catania, nel salotto buono della città, ma una cosa del genere poteva accadere anche al Nord!».

Apro parentesi con un inciso: la teoria del “poteva essere” mi ricorda certi militanti della Sinistra chic radical italiana che vivono all’insegna del politiquement correct più onirico. Celles, être compris, con i superattici ai Parioli e le ville a Capalbio, che dinanzi a una ragazza stuprata da una banda di immigrati clandestini nordafricani si affrettano a spiegare, in giro per i vari émission de télévision téléviseurs, che avrebbe potuto essere stuprata anche da un gruppo di italiani. Sûrement, alla vittima dello stupro destinato quasi sempre a lasciare segni traumatici indelebili con tutte le implicazioni reattive più complesse a livello psicologico e comportamentale, l’idea che i suoi stupratori avrebbero potuto essere anche italiani, le sarà di grande conforto, ma più che altro di preziosa utilità per superare un evento traumatico difficile da superare. Chiudo l’inciso e torno al tema in questione.

Che questo video ritragga il laboratorio di uno storico bar del centro di Catania e non del centro di Bolzano o Belluno, dove le norme igienico-sanitarie sono ben superiori e molto più rispettate che in certe zone della Sicilia, è un dato incontrovertibile, a prescindere della teoria giustificativasarebbe potuto succedere altrove”.

Passiamo dalla questione igienico-sanitaria a quella dottrinale-morale, perché siamo stati proprio noi preti che per generazioni abbiamo ossessionato gli adolescenti, come se tutto il mistero del male andasse rigorosamente e unicamente dalla vita in giù. Chi si è mai premurato di insegnare che un laboratorio come quello qui rappresentato è un’esaltazione del peccato mortale molto più della masturbazione di un adolescente in preda a tempeste ormonali? E non insorgano, certi bigotti laici, come già più volte accaduto, per insegnare al sottoscritto sacerdote che sono due cose diverse, dimostrando così di non sapere quanto possano essere gravi quei peccati contro la carità, che secondo loro sarebbero però altra cosa, rispetto al peccato mortalissimo di autoerotismo adolescenziale e cadute varie nel sesto comandamento, che ricordiamo è preceduto da altri cinque e poi seguito da altri quattro, sebbene non interessino a queste persone che si palesano rigorose solamente per tutto ciò che riguarda la sfera della sessualità.

Che sulla sessualità umana abbiamo esagerato oltre misura, lo scrivevo già quindici anni fa (voir QUI), imperante la rigorosa morale di Giovanni Paolo II, quando il Santo Padre Francesco era ancora lontano da venire. Aujourd'hui, le cose che affermavo quasi vent’anni fa, le dice il Santo Padre, spesso persino in toni ironici, mentre a me, à l'époque, vigendo la grande moralofobia giovanpaolista, fu cantato a chiare note: «Vacci piano con questi discorsi, o rischi di non diventare prete». J'ai répondu: "Bien sûr, perché avanti a tutto e sopra a tutto va sempre la teologia della mutanda, vero?».

A cinque chilometri di distanza dal Palazzo Apostolico, il Santo Padre “santo subito!”, aveva l’immane disastro umano e morale del laboratorio di pasticceria dei Legionari di Cristo, presentati bene all’esterno come le vetrine di questa pasticceria del centro storico di Catania, salvo nascondere all’interno tutte le peggiori schifezze di Marcial Maciel Degollado e dei suoi fedelissimi complici. Essendo però, il Santo Padre e i suoi, troppo impegnati con la teologia della mutanda, certi laboratori non erano ispezionati, anche se tutti ne conoscevano esistenza e sporcizia interna.

Quando in tempi record, con un’imprudenza che pagheremo a breve dinanzi alla storia a prezzo sicuramente molto elevato, Giovanni Paolo II fu beatificato e poi canonizzato, proprio mentre tra beatificazione e canonizzazione era scoperto il laboratorio di pasticceria della Legione di Cristo e del suo fondatore, coloro che avevano deciso di avere a tutti i costi il santo subito dichiararono: «Il Santo Padre non era stato informato, anzi è stato ingannato». A prescindere dal fatto che informato lo fu più volte e pure nei dettagli più pericolosi e scabrosi, come documento in un mio libro (voir QUI), pur ammesso non fosse stato informato e anzi ingannato, a maggior ragione resta da chiarire: chi non lo ha informato, ma soprattutto chi lo avrebbe ingannato? Perché l’inganno ― fatti salvi i casi di auto-inganno ―, comporta di necessità la sussistenza di un ingannatore. Dunque chi, ingannò Giovanni Paolo II? Domanda questa alla quale nessuno intende però rispondere.

Questi sono i nostri laboratori di pasticceria ecclesiali ed ecclesiastici, pendant, senza pudore e ritegno non avevamo di meglio da fare che dissertare sulla teologia della mutanda, inizio e centro dell’interno mistero del male. Et aujourd'hui, in giro per i réseaux sociaux, dobbiamo leggere le assurdità di un esercito di laici cattolici, bigotti oltre ogni limite dell’umana decenza, che affermano senza pena di ridicolo che la Vergine Maria, un Fatima, alla piccola Giacinta Marto, rivelò che molte anime erano dannate per i peccati di lussuria, facendole vedere le anime dannate dei lussuriosi nell’inferno.

Dio ci liberi dai bigotti cattolici impegnati e militanti, perché solo la loro perversione e le loro ossessioni sessuali possono giungere a credere e poi diffondere come verità e dato certo la assurda diceria che la Vergine Maria, madre per antonomasia, grande pedagoga e sede dell’umana delicatezza, si sia messa a parlare di lussuria e lussuriosi a una bambina analfabeta di nove anni nata e cresciuta in una delle province più isolate, povere e retrograde del Portogallo d’inizi Novecento.

La teologia della mutanda non è mai piaciuta ai preti vissuti da sempre a contatto col materiale umano, consapevoli di essere peccatori che per ineffabile mistero di grazia hanno ricevuto mandato da Cristo Dio di assolvere dai peccati i peccatori secondo il ministero della Chiesa:

«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, ils ne seront pas remis" (Gv 20, 22-23)

La teologia della mutanda piace terribilmente a certi laici cattolici da réseaux sociaux, dietro ai quali si celano spesso madri e padri frustrati e falliti che hanno figli e figlie pluri-divorziati e conviventi, o delle nipoti adolescenti che viaggiano con il materasso legato fisso sulla schiena per essere già pronte all’uso. Ma d’altronde è una storia vecchia quanto nota e risaputa: tutte quante puttane, ma solo e di rigore le figlie degli altri, non certo le proprie.

Certe cose le vedo e le vivo in modo diverso: noi preti dobbiamo essere di necessità tutti puttane che cercano di darsi a tutti, gratis et amor Deje, sans même demander la Marchetta. Per questo sono solito dire, in modo serio e per nulla scherzoso, anzi con coerente spirito teologico, ce, si je n'avais pas été prêtre, sicuramente avrei fatto la puttana. Ho scelto però di fare l’uno e l’altro: il prete e la puttana.

De Isola Patmos, 4 février 2025

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DIRTY IN PUBLIC PLACES BETWEEN SEX AND THEOLOGY OF THE UNDERPANT

We priests must necessarily all be whores who try to give ourselves to everyone, freely and for the love of God, without even asking for compensation for the service offered. This is why I said, seriously and not at all jokingly, but rather with a coherent theological spirit, that if I hadn’t become a priest, I would have become a whore. But I chose to do both: the priest and the whore, for love of God.

- Nouvelles de l'Église -

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The Italian State Police in charge of controlling the laboratories of public places where food is packaged, a couple of weeks ago sealed a well-known pastry shop in the heart of Catania’s historic center.

The video documenting the state of the premises is just a necessary archetype to talk about the disastrous psychology of justifiers at all costs, ready to justifier:

«… it’s true, this video was shot by the State Police in the very center of Catania, in the city’s good living room of this sicylian city, but such a thing could have happened also in North Italy

I open with a digression: la “it could have beentheory reminds me of certain militants of the Italian radical chic left who live in the name of the most dreamlike political correctness. Those, to be precise, with super-apartments in the rich residential neighborhoods of Rome and villas in the most exclusive areas of Tuscany, OMS, faced with a girl raped by a gang of illegal North African immigrants, are quick to explain in various television talk shows that the girl could have ended up raped even by a group of Italians. Surely, for the victim of a rape always destined to leave indelible traumatic marks with complex psychological and behavioral implications, the idea that her rapists could also have been Italians will be of great comfort, but more than anything else of precious usefulness to overcome a traumatic event that is difficult to overcome. I’ll close this parentheses and get back to the topic at hand.

That this video portrays the laboratory of a historic bar in the center of Catania and not in the center of Bolzano or Belluno, where hygiene and health standards are far superior and much more respected than in certain areas of Sicily, is an incontrovertible fact, regardless of the justifying theoryit could have happened elsewhere”.

Let’s move from the hygienic-health issue to the doctrinal-moral one, because it was we priests who for generations have obsessed adolescents, as if the whole mystery of evil went strictly and exclusively from the waist down. Who has ever bothered to teach that a workshop like the one represented in this video is a much more glorification of mortal sin than the masturbation of a teenager in the throes of hormonal storms? And let not these secular bigots rise up, as has already happened several times, to teach the undersigned priest that they are two different things, thus demonstrating that they do not know how serious those sins against charity can be, which to them however would be something different, compared to the the very mortal sin of adolescent autoeroticism and various falls in the sixth commandment, which we remember is preceded by five others and then followed by four others, although they are not of interest to these people rigorous only in everyhing that concerns the sexuality sphere.

That we have exaggerated beyond measure on human sexuality, I already wrote fifteen years ago (voir ICI), when John Paul II’s strict morality prevailed, when the Holy Father Francis very far from reaching Rome. Aujourd'hui, the things I was saying almost twenty years ago are said by the Holy Father, often even in ironic tones, while I, à l'époque, with the great moralphobia in force under the pontificate of John Paul II, was told in clear terms: «Go easy with these speeches, or you risk not becoming a priest». I replied: «Sure, because before everything and above everything goes the theology of the underpant».

À Rome, five kilometers away from the Apostolic Palace, the Holy Fathersaint immediately!”, had the immense human and moral disaster of the Legionaries of Christ’spastry”, which looked as good on the outside as the shop windows of this pastry in the old city centre of Catania, except that it hid inside all the worst rubbish of Marcial Maciel Degollado and his faithful accomplices. Being us, toutefois, too busy with the theology of the underpant, certain workshops were not inspected, even though everyone knew of their existence and their dirty interior.

When in record time, with an imprudence that we will soon pay dearly before history, John Paul II was beatified and then canonized, between his beatification and his canonization the confectionery laboratory of the Legion of Christ and its founder was discovered. Those who had decided to have John Paul II declared a saint at all costs, immediately justified this fact by saying: «The Holy Father had not been informed, is was deceived». In reality, the Holy Father was informed several times and even in the most dangerous and scandalous details, as documented in one of my books (voir ICI). toutefois, if he really had not been informed and had been deceived, this would be one more reason to clarify: who did not inform him, but above all who deceived him? Because deception – except in cases of self-deception – necessarily implies the existence of a deceiver. So who deceived John Paul II? This is a question that no one intends to answer.

These are our laboratories of ecclesial and ecclesiastical pastry, while, without shame or restraint, we had nothing better to do than discuss the underpant theology, the principle and center of the entire mystery of evil. And today, in the sea of social media, we must read the absurdities of an army of lay Catholics, bigots beyond all limits of human decency, who affirm without penalty of ridicule that the Virgin Mary, in Fatima, to little Jacinta Marto, baby of only nine-year-old, said that many souls were damned for the sins of lust, making her see damned souls of the lustful in hell.

God deliver us from committed and militant Catholic bigots! Only people obsessed with human sexuality can believe and spread the absurd rumor according to which the Virgin Mary, mother par excellence, great pedagogue and seat of human delicacy, talking about lust and lustfuls to a little girl born and raised in one of the most isolated, poor and retrograde of Portugal by beginning of the 20th century.

The underpant theology has never pleased priests who have always lived in contact with human matter, aware of being sinners who by an ineffable mystery of grace have received from Christ God the mandate to absolve sinners from their sins according to the ministry of Church:

«When He had said this, He breathed on them and said, “Receive the Holy Spirit. If you forgive anyone his sins, they are forgiven; if you withhold forgiveness from anyone, it is withheld”» (Jhon 20, 22-23)

The underpant theology is terribly widespreadwith some lay Catholics on social media, behind which often hide frustrated and failed mothers and fathers who have multi-divorced and cohabiting sons and daughters, or teenage grandchildren who travel with the mattress tied firmly to their backs to be ready for use. But then again it’s an old and well-known story: all whores, but only other people’s daughters, not their own.

I see and experience certain things differently: we priests must necessarily all be whores who try to give ourselves to everyone, freely and for the love of God, without even asking for compensation for the service offered. This is why I said, seriously and not at all jokingly, but rather with a coherent theological spirit, that if I hadn’t become a priest, I would have become a whore. But I chose to do both: the priest and the whore, for love of God.

From the Island of Patmos, 4 février 2025

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SUCIEDAD EN LUGARES PÚBLICOS ENTRE SEXO Y LA TEOLOGÍA DE LOS CALZÓNCILLOS

Los sacerdotes debemos necesariamente ser todos putas que tratamos de darnos a todos gratuitamente y por amor de Dios, sin ni siquiera pedir una compensación por el servicio. Por eso suelo decir de manera seria y nada de broma, incluso con un espíritu teológico coherente, que si no hubiera sido sacerdote, hubiera sido una puta. Cependant, elegí ser ambas cosas: el sacerdote y la puta, por amor de Dios.

- Nouvelles de l'Église -

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La Policía Estatal italiana, encargada de controlar los talleres y las cocinas de los lugares públicos donde se envasan alimentos, cerró hace un par de semanas una reconocida pastelería en pleno centro histórico de la ciudad siciliana de Catania.

El vídeo que documenta el estado del local es sólo un arquetipo necesario para hablar de la desastrosa psicología de los justificadores de a toda costa, a cualquier precio, y dispuestos a decir:

«…si es cierto que este vídeo fue registrado por la Policía Estatal en el centro de Catania, ¡pero algo así también se podría encontrar al Norte de Italia

Abro una paréntesis para hacer una digresión: la teoría delpodría haber sidome recuerda a ciertos militantes de la izquierda radical-chic italiana que viven en nombre de la corrección política más onírica. Aquellos que obviamente son de los penthouse en los barrios residenciales de Roma y de las villas en las zonas más exclusivas de la región Toscana. Y quienes ante una chica violada por una banda de norteafricanos se apresuran a explicar en distintos programas televisivos: que la muchacha también podía haber sido violada por una banda de italianos. Sin duda alguna, la víctima de una violación casi siempre está destinada a conservar marcas traumáticas imborrables con implicaciones reactivas muy complejas a nivel psicológico y conductual. La idea de que sus violadores también podían haber sido italianos sería de gran consuelo para ella, sobre todo de preciosa utilidad para superar el acontecimiento traumático y difícil de superar. Cierro esta paréntesis y vuelvo al tema en cuestión.

Que el vídeo muestre el laboratorio de un bar histórico en el centro de la ciudad de Catania, y no en el centro de ciudades como Bolzano o Belluno donde las normas de higiene y salud son mucho más estrictas y mucho más respetadas que en ciertas zonas de Sicilia, es un hecho incontrovertible, al margen de la teoría justificadora de: “también podría suceder en otros lugares”.

Del tema higiénico-sanitario pasemos al doctrinal-moral, porque nosotros mismos los sacerdotes, quienes por generaciones hemos obsesionado a los adolescentes en sus movimientos íntimos con las manos; como si todo el misterio del mal fuese de rigor y unicamente de la cintura para abajo. ¿Quién se ha prodigado en enseñar que un laboratorio como el registrado por el vídeo, es una exaltación del pecado mortal más que la misma masturbación de un adolescente en medio de sus tormentas hormonales? Y los fanáticos laicos que no se alcen y repliquen como ya ocurrió en pasado, enseñando al sacerdote que escribe, que son dos cosas totalmente distintas; demostrando con esto, de no saber cuán graves pueden llegar a ser los pecados contra la caridad. Según ellos, serían otra cosa comparado con el super pecado mortal del autoerotismo adolescente y de las caídas en el sexto mandamiento, que recordemos es precedido por otros cinco y seguido por otros cuatro mandamientos; aunque esto no interese a estas personas que sólo son rigurosas en todo lo que concierne a la esfera de la sexualidad.

Que sobre la sexualidad hemos exagerado más allá de todo límite, lo escribí hace quince años (voir ICI), cuando prevalecía la moral rigurosa de Juan Pablo II y el Santo Padre Francisco aún estaba lejos por venir. Hoy las cosas que afirmé hace casi veinte años, las dice el Santo Padre y a menudo en tono irónico. Mientras que a mí en ese entonces con la gran moralofobia de Juan Pablo II me dijeron en tonos claros: «Deja de hablar así, o corres el riesgo de no ser ordenado sacerdote». Repliqué entonces diciendo: «Es cierto, porque por encima de todo y ante todo está la teología de los calzoncillos».

A cinco kilómetros del Palacio Apostólico, el Santo Padre¡santo inmediatamente!”, tuvo el enorme desastre humano y moral dellaboratorio de pastelería” de los Legionarios de Cristo, presentados excelentemente en el exterior como los escaparates de la pastelería del centro histórico de Catania, salvo esconder por dentro todas las peores basuras de Marcial Maciel Degollado y de sus leales cómplices. Pero el Santo Padre y sus colaboradores estuvieron demasiados ocupados con la teología de los calzoncillos, mientras que ciertos laboratorios no eran inspeccionados aunque todos conocían su existencia y su suciedad interna.

Cuando en tiempo récord y con una imprudencia que dentro de poco pagaremos ante la historia con un precio muy alto, Juan Pablo II fue beatificado y luego canonizado. Y eso que durante su beatificación y canonización se descubrió el laboratorio de la Legión de Cristo y de su fundador; por ello, los que habían decidido obtener inmediatamente el santo a toda costa declararon: «El Santo Padre no había sido informado, al contrario había sido engañado». Independientemente del hecho de que informado fue en varias ocasiones e incluso con detalles peligrosos y escabrosos como lo he documentado en uno de mis libros (voir ICI) incluso, suponiendo que no hubiera sido informado sino por el contrario engañado, con mayor razón se debe aclarar: ¿quién no lo habría informado pero sobre todo, quién lo habría engañado? Porque el engaño – salvo en los casos de autoengaño – implica necesariamente la existencia de un engañador. Donc, ¿quién engañó a Juan Pablo II? Ésta es una pregunta a la que nadie pretende responder.

Estos son nuestros talleres de pastelería ecclesial y eclesiástica, mientras que sin pudor ni freno no teníamos nada mejor que hacer que discutir sobre la teología de los calzoncillos, principio y centro de todo el mistero del mal. Y hoy en las redes sociales, tenemos que leer los absurdos de un ejército de católicos laicos, fánaticos más allá de todos los límites de una humana decencia, quienes afirman sin pena de ridículo: que la Virgen María en Fátima reveló a la pequeña partorcita Giacinta Marto que muchas almas fueron condenadas por los pecados de la lujuria, haciéndo ver las almas condenadas de los lujuriosos en el infierno.

Dios nos libre de los fanáticos católicos comprometidos y militantes, porque sólo sus perversiones y obsesiones sexuales pueden llegar a creer y difundir el absurdo rumor de que la Virgen María, madre por excelencia, gran pedagoga y sede de la delicadeza umana, habló de lujuria y de gente lujuriosa a una niña analfabeta de nueve años nacida y criada en una de las provincias más aisladas, pobres y retrógradas del Portugal de principios del siglo XX.

La teología de los calzoncillos nunca ha agradado a los sacerdotes que desde siempre han vivido a estrecho contacto con la materia humana, conscientes de ser pecadores y que por un inefable misterio de gracia, han recibido el mandato de Cristo Dios de absolver a los pecadores de sus pecados según el ministerio de la Iglesia:

Reciban el Espíritu Santo. A quienes ustedes perdonen los pecados, les quedarán perdonados; y a quienes no se los perdonen, les quedarán sin perdonar. (Jn, 20,22-23)

La teología de los calzoncillos gusta terriblemente a ciertos laicos católicos en las redes sociales, detrás de las cuales se esconden a menudo, madres y padres frustrados y fracasados que tienen hijos e hijas multidivorciados y convivientes, o sobrinas adolescentes que viajan con el colchón firmemente atado a la espalda, listo para su uso. Pero por otro lado, es una historia vieja y conocida: todas putas, pero sólo las hijas de los otros y ciertamente no las propias.

Yo veo y experimento algunas cosas de manera diferente: los sacerdotes debemos necesariamente ser todos putas que tratamos de darnos a todos, gratuitamente y por amor de Dios, sin ni siquiera pedir una compensación por el servicio. Por eso suelo decir, de manera seria y nada broma, incluso con un espíritu teológico coherente, que si no hubiera sido sacerdote, hubiera sido una puta. Cependant, elegí ser ambas cosas: el sacerdote y la puta, por amor de Dios.

Desde La Isla de Patmos, 4 Février 2025

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Chers lecteurs, ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre Compte bancaire au nom de: Éditions L'île de Patmos

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