È vero che quando si nasce leoni non si può diventare antilopi, ma dinanzi alla tragedia dell’impotenza e della inutilità, bisogna riflettere che c’è un tempo … c’è un tempo … c’è un tempo …
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Contrariamente ad altri commenti, la ringrazio invece vivamente per quel suo commento su Vigano’. Secondo me le sue ultime accuse sono state completamente inopportune, e il silenzio attorno ad esse (a parte l’approvazione in alcuni siti come lei ha sottolineato) mi avevano dato una brutta sensazione. Conoscendo il suo pensiero, Padre Ariel, ero molto propenso a credere che avrebbe preso le distanze, come finalmente ha fatto, secondo me piu’ che giustamente. Affermazioni di Vigano’ tra l’altro che ultimamente non erano nemmeno ristrette al mondo teologico/ecclesiastico, ma che sforavano ampiamente in quello scientifico, dove non si e’ capito in base a quali sue competenze possa esprimersi a riguardo, e promuovere la paranoia (anche su questo per alcuni aspetti mi ha ricordato il suo articolo in cui citava il siparietto tra Burioni e Cattelan). Se ci si arrabbia quando esponenti della scienza in modo facilone si esprimono in termini teologici, non si puo’ poi fare l’opposto. Grazie Padre Ariel!
@Giuseppe: quando si oppone al vaccino anticovid, mons. Viganò si dimostra non solo incompetente in medicina, ma anche non dico incompetente, ma certo un pochino carente nel campo della morale cattolica, mi riferisco alla sua frase secondo cui il vaccino, prodotto in alcuni casi a partire da cellule fetali abortive, é assolutamente inconciliabile con la morale cattolica. https://www.ilfriuliveneziagiulia.it/mons-carlo-maria-vigano-sui-vaccini-e-la-santa-sede/
Ma scusi don,
Ma….i commenti ai suoi video mi rimandano qui.
Volevo commentare le locuzioni di Minutella e il vario circo grottesco antibergogliano.
https://www.articolo21.org/2019/11/caso-orlandi-in-vaticano-non-giunse-nessuna-telefonata-la-sera-della-scomparsa-ecco-perche-il-racconto-di-monsignor-vigano-non-e-credibile/
Caro padre Ariel, condivido il suo pensiero. In questo momento storico la tentazione di molti cristiani (e mi ci metto anch’io) è quella di trasformarsi in mastini infuriati verso questa “gerarchia” allo sbando. Ma, a parte il fatto che cosi si perde la serenità spirituale, si rischia di fare in ultima analisi il gioco del Nemico..
In concreto però il suo consiglio, in particolare per le famiglie con la responsabilità di trasmettere la Fede ai figli, è una sorta di “Opzione Benedetto”? Cercare santi sacerdoti o luoghi di sana vita cristiana (monasteri o conventi esemplari) come riferimento di vita spirituale?
Caro Luigi,
quella che lei chiama “opzione Benedetto”, più che un’opzione, credo che sia l’unico sistema di sopravvivenza, anzitutto per la fede e per quel che resta dei nostri fedeli.
Le faccio un esempio concreto: oggi finalmente mi sono confessato, cosa che non avevo potuto fare prima di Pasqua, per i motivi a tutti noti, poi successivamente, perché ero distante dai due confessori ai quali di solito mi rivolgo. Infatti avevo bisogno di un confessore, cosa sempre più rara oggi a trovarsi, giacché corre un grandissima differenza, non solo formale ma proprio sostanziale, tra un annoiato “assolvitore di peccati” e un vero confessore.
E un sacerdote, in modo del tutto particolare, ha bisogno di un bravo confessore. Tutti, ne hanno bisogno, ma noi sacerdoti più di tutti, posto che su di noi grava poi la cura e l’assistenza delle anime.
Credo di averle a mio modo illustrata quella che lei giustamente chiama “opzione Benedetto”.
Reverendo padre Ariel, vorrei chiederle due cose:
1) Qual è stato l’evento che l’ha aiutata a capire che abbiamo superato la soglia di non ritorno?
2) Dato il libero arbitrio dell’uomo, che Dio rispetta, non ha senso pregare una decina del rosario al giorno (come faccio) per la conversione dei peccatori? Purtroppo constato una diffusa indifferenza (quando non odio vero e proprio) nei confronti di Dio tra parenti, conoscenti e alunni (una cosa che mi fa particolare ribrezzo è sentire bestemmiare perfino delle ragazze di 15 anni). Una volta, in classe, per aver rimproverato un alunno che aveva bestemmiato, sono stato guardato con aria sbalordita da tutta la classe e mi hanno chiesto: “Prof, ma lei è cristiano?”.
La ringrazio per l’attenzione e la ricordo nella preghiera.
Caro Filelleno,
più che un evento in particolare è stato un insieme di situazioni, di trasformazioni sociali che hanno preso avvio sul finire degli anni Sessanta, in quel Sessantotto che Mario Capanna definiva in un suo libro “Formidabili quegli anni”; situazioni che tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta sono giunte a un livello di totale degenerazione.
Se il ragazzo da lei citato, anziché bestemmiare avesse tirato una invettiva contro gay e lesbiche, tutta la classe si sarebbe sollevata contro di lui con moto di grandissima indignazione, perché ormai, questi autentici mostri, sono stati cresciuti tra il principio di inversione – il bene che diventa male e il male che diventa bene – e un nauseabondo politicamente corretto.
Quindi possono tranquillamente insultare una ottantenne su un pullman di linea nell’indifferenza generale, come la signora che costretta in piedi su un pullman carico di studenti, per avere richiamato un giovane che occupava il proprio posto e con i piedi quello di fronte, si sentì rispondere “non rompermi i coglioni vecchia di merda”. Però, quello stesso giovane, non avrebbe mai osato dire, per esempio a un africano, “non rompermi i coglioni negro di merda”, primo, perché è politicamente scorretto e tutti sarebbero insorti all’istante, secondo perché, l’africano, lo avrebbe tonificato a suon di sberle, ed avrebbe fatto benissimo a farlo.
Questa, è la soglia del non ritorno.
Caro Padre Ariel,
credo che mons. Viganò semplicemente sia uno che non si rassegna all’idea che la Chiesa si sia già buttata dall’aereo senza paracadute, se si esprime così duramente è perché, secondo lui, il salto fatale può essere ancora fermato. Avrà ragione? Non lo so, io sono pessimista, a meno di eventi in questo momento imprevedibili, la china attualmente imboccata sarà percorsa fino in fondo. Personalmente mi sento di appartenere alla Chiesa perché battezzato ma mi vergogno di questa chiesa. Se il Battesimo fosse equiparabile a una tessera di appartenenza la avrei già restituita ancora 6 anni fa quando mi sono reso conto che tipo è il segretario del partito. Mi creda, padre Ariel, è un dramma per un fedele non avere fiducia nel papa e provare fastidio ogni volta che farfuglia qualcosa. La cosa di cui non mi so rassegnare è la vicenda della Pachamama con quei “religiosi cattolici” prostrati nei giardini Vaticani e la successiva processione in S. Pietro. Ma questa gente ha ancora un briciolo di fede in Gesù Cristo? Sono anni ormai che non sovvenziono più finanziariamente questa chiesa allo sbando, mi sentirei complice del suo mal operare. Mi dispiace per molti bravi sacerdoti che ancora esistono ma un semplice fedele un segnale lo deve pur mandare, o no? Un’ultima osservazione: si cerca di evitare uno scisma formale, ma di fatto c’è già, almeno così mi pare.
Stimato Padre Ariel,
La questione è : l’arcivescovo Viganò ha detto la verità, si o no? E se ha detto la verità, perché il Papa, vicario in terra della Verità stessa, dovrebbe temerla? Perché dopo 2 anni nei quali ogni dubbio su certe accuse avrebbe potuto essere annientato seppellendo l’ex nunzio sotto quintali si prove, non è successo nulla?
Non siamo tutti esaltati gospari, siamo (anche) fedeli sbandati, che cercano parole di Verità e di Vita Eterna, lì dove pensano di trovarle.
Ossia presso uomini di Chiesa che, come Lei, “se proprio devo(no) correre il rischio di sbagliare preferiscono farlo per oppormi a ciò che è oggettivamente male, non certo omettendo di decidere e di prendere posizioni per il proprio sereno e quieto vivere.”
Padre Ariel,
Per una volta non sono d’accordo con lei. I fedeli più avvertiti hanno capito da tempo che l’odierno pontificato è un danno per la Chiesa. Propalando un falso concetto di misericordia, il Santo Padre provoca, sia in coloro che hanno fede che in coloro che la fede non l’hanno, la convinzione di essere giustificati a prescindere dagli atti che compiono. Sta dilangando una convinzione velenifera fuori e dentro la Chisa che ha già assunto la forma di pretesa: Dio deve salvarmi così come sono. I tanti appelli e moniti di Gesù alla conversione sono lettera morta nell’attuale pontificato. Anzi, peggio: le uniche conversioni di cui si parla sono quella ecologica e quella del sentimento di accoglienza pro migranti. Ben lungi dall’essere un degno successore di Pietro, il Santo Padre favorisce la perdizione di milioni di fedeli.
Sappiamo con quanta ostinazione egli abbia ignorato ogni appello a lui rivolto da cardinali e teologi. Se ne è fatte beffe continuando nell’opera di demolizione della Chiesa che certamente qualcuno diverso da Dio gli ha ordinato.
Essendo questo il quadro, ritengo indispensabile l’emersione di una critica visibile. Servirebbero tanti Viganò, uno in ogni parrocchia. Ogni sacerdote secondo me dovrebbe pregare per la conversione del Santo Padre e al contempo apertamente ragguagliare i fedeli sugli errori diffusi dal Santo Padre. Non sarebbe un andare contro Pietro, ma un modo per contenerne i danni.
Credo che Dio ci abbia inflitto papa Francesco per farci comprendere l’orrore di un mondo senza di Lui. Castigo e monito ampiamente…
Buongiorno Padre Ariel, non posso che provare stima per chi, sacerdote o laico, riesce a rimanere saldo nella fede nonostante la tragicità della situazione attuale. Io ormai la fede l’ho persa. Sono diventato uno di quelli che il Sommo Pontefice ha ironicamente definito “praticanti non credenti”.
Non so che ne sarà di me ma so che non riesco più a credere né all’indefettibilità della Chiesa né che a Dio importi qualcosa del suo destino.
Caro Emanuele,
non avrei mai pensato di doverlo dire: io mi sento invece credente ma non praticante. Ma non come era tanti anni fa, quando molti dichiaravano di credere in Gesù Cristo, ma non nella Chiesa.
Ora questi seguaci di un Gesù molto umano e misericordioso affollano le parrocchie e le funzioni festive (o almeno lo facevano prima del covid) che io ho iniziato a disertare allorquando ebbi la netta sensazione di trovarmi, più che al cospetto di Dio Trinità, in una allegra scampagnata con finale merenda eucaristica. ….
Sento già padre Ariel tuonare alla mia ignoranza teologica e supponenza liturgica.
Ahimé.
Terminerò la mia esistenza terrena tra i seguaci di monsignor Lefebvre.
Non posso dimenticare le risposte del Catechismo di Pio X:
Chi è Dio? Dio è l’Essere Perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra.
Perché ci ha creati ? Dio ci ha creati per servirLo, pregarLo e adorarLo in questa vita , per poi essere chiamati a godere il Paradiso.
Forse non sono le parole esatte. Ma il concetto è rimasto, dopo che le studiai a memoria sessant’anni fa.
Cara Antonella,
le cose sono due: o lei mi sopravvaluta, o lei mi sottovaluta, infatti non ho da recriminarle nulla, tanto meno «ignoranza teologica e supponenza liturgica».
Lei ha illustrato, con sue parole chiare e precise, quelli che sono i nostri clamorosi fallimenti pastorali, ai quali se vuole aggiungo l’elemento peggiore: l’arroganza, o meglio la superbia clericale di chi, per durezza di cuore e soprattutto per ideologia, non ha l’umiltà, neppure dinanzi all’evidenza dei fatti, di domandarsi: “… non è che forse, in qualche cosa, o in più cose, abbiamo sbagliato?”.
Basti prendere tutti gli ultimi documenti della Conferenza Episcopale Italiana, per non parlare di quell’immondo giornalaccio a cui è ridotto L’Avvenire nella sua nuova veste di quinta colonna della Sinistra internazionale: poveri e migranti … migranti e poveri …
Io non sono diventato prete per fare l’assistente sociale e il socio-politologo ma per curare, insegnare, amministrare i Sacramenti di grazia e salvare le anime. Che sia l’anima di un povero migrante o l’anima di un povero italiano che viaggia con una Ferrari da mezzo milione di euro, non m’interessa, anche perché, della povertà, ho un concetto spirituale ed evangelico, non ideologico, non socio-marxista. E spesso, quello con la Ferrari da mezzo milione di euro, è più povero del migrante. Volendo con una differenza di non poco conto: quando il povero con la Ferrari da mezzo milione di euro si converte per davvero, è capace a donare milioni di euro per creare un istituto per l’assistenza di bambini disabili o anziani abbandonati, al contrario del povero migrante musulmano, che lamenta invece che il suono delle campane della vicina chiesa traumatizza sua moglie e spaventa i suoi bambini.
Lei ha quindi semplicemente manifestato ciò che pensano numerosi dei nostri fedeli che hanno svuotate le chiese, nell’indifferenza – alla prova dei fatti – dei nostri vescovi che forse comprenderanno questo malumore dei cattolici solo il giorno in cui, gli stessi cattolici, cominceranno a lasciarli con le casse vuote e a far precipitare la Chiesa italiana in una grave crisi economica.
Esistono sempre santi vescovi e santi sacerdoti, sempre di meno, ma esistono e come spesso ripeto sempre esisteranno. Cercate quelli e mettetevi sotto la loro guida, su tutto il resto stendete un velo pietoso. Noi non possiamo al momento fare niente contro questo sistema totalmente degenerato e sprofondato in una crisi e decadenza irreversibile, a maggior ragione, al momento opportuno, il giudizio di Dio su queste persone sarà terribile.
Dal Libro del Profeta Geremia: 23, 1-4
«”Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo”, dice l’Eterno.
Perciò cosí dice l’Eterno, il Dio d’Israele, contro i pastori che pascolano il mio popolo: “Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ne avete avuto cura; ecco, io vi punirò per la malvagità delle vostre azioni”, dice l’Eterno.
“Ma radunerò il resto delle mie pecore da tutti i paesi dove le ho disperse e le ricondurrò ai loro pascoli, e saranno feconde e si moltiplicheranno.Costituirò su di esse pastori che le pascoleranno, e non avranno piú paura né spavento; non ne mancherà neppure una”, dice l’Eterno».
E con questo penso sia detto tutto.
Caro padre Ariel,
La ringrazio della sua risposta. Anche noi pecorelle disperse desideriamo pastori che parlino di Dio e amministrino Sacramenti. Per fortuna ne abbiamo conosciuti in passato, e continueremo a cercarli.
Con simpatia mi permetto di dirle che mi chiamo Ornella. Ma lei non è il primo a operare questa fusione tra il mio cognome e nome. Praticamente tutte le colleghe mi chiamavano Antonella….. ????
Buona serata a tutti voi.
Il tacere del Signore non era omertà. E la tiepidezza (o la mediocrità) non è una virtù cristiana. Tanto meno lo è il dare cattivo esempio credendosi autorizzati dal ruolo che si ricopre.
Beh, a preannunciare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria fu Maria stessa a Fatima.
Quindi direi di cambiare argomento. Anni fa conobbi alcuni preti salesiani: uno aveva fondato un movimento laicale, l’altro, giovane, succedutogli nella cattedra universitaria, sparlava di me e mi prendeva in giro alle spalle perché gli ero antipatico in quanto più serio e più colto di lui (non sapeva il greco né l’anno di canonizzazione di don Bosco, p. es.). Quando, dopo molte tristi peripezie, protestai col primo, facendogli notare come lui, oltre a promuovere questo tipo di preti mediocri, frequentasse preti spretati come un certo Girardi estremista di sinistra, la risposta stizzita fu: “E a te che te ne importa?”. Quindi, preti come costoro si sentono in diritto di sentenziare sulle vite altrui ma non tollerano che qualcuno sentenzi sulla loro.
C’è poi un tale monsignore romano, uso a parlare male di tutti quelli che conosce, soprattutto se non di sinistra o modernisti, in modo palesemente compulsivo e nevrotico, mentre parlava bene degl’immigrati che, se ammazzano qualcuno, lo fanno secondo lui per fame. Feci notare la contraddizione e s’imbufalì. Però a costui il titolo di monsignore l’hanno dato, come gli diedero una cattedra universitaria alla Gregoriana e un posto in Vaticano.
Conclusioni: 1. i sacerdoti genuini soffrono come soffrono i laici seri; 2. se si deve parlare con schiettezza, lo si deve fare sempre. Viganò ha notato alcune grosse contraddizioni: le si spieghi, anziché prendersela con lui come personaggio (argomento fantoccio). Il tacere del Signore non…
«Beh, a preannunciare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria fu Maria stessa a Fatima.»
Lei non ha letto quel che ho scritto e se lo ha letto ha deciso di capire male quel che ho espresso con chiarezza, quindi mi ripeto:
il “mistero” del “trionfo decisivo del cuore immacolato di Maria”, è un dogma della fede? E’ un elemento inserito nel deposito della fede cattolica? I credenti, devono prestare a ciò adesione di fede? Nel Credo, professiamo forse di credere nel “trionfo del cuore immacolato di Maria” oppure nel trionfo del Cristo glorioso che tornerà nella gloria … ?
Mi duole che lei non abbia compreso, o voluto comprendere, questi elementi così elementari.