La pornocrazia clericale e le ordinazioni dei preti omosessuali, che da tempo hanno fatto un golpe all’interno della Chiesa, generando una decadenza irreversibile

— I video delle lectiones magistrales —

LA PORNOCRAZIA CLERICALE E LE ORDINAZIONI DEI PRETI OMOSESSUALI, CHE DA TEMPO HANNO FATTO UN GOLPE ALL’INTERNO DELLA CHIESA, GENERANDO UNA DECADENZA IRREVERSIBILE 

.

Oggi il governo della Chiesa è in mano a ecclesiastici omosessuali: «Non è una mia esagerazione, bensì solo puro realismo, affermare che la Chiesa è una struttura ormai omosessualizzata e che oggi, il primo tra gli Stati del mondo con la percentuale in assoluto più alta di omosessuali, è lo Stato della Città del Vaticano».

.

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

.

.

per andare al negozio cliccare sopra l’immagine

In questa video-lezione torno a documentare che non esiste al mondo aggregazione nella quale, come nella  Chiesa Cattolica, la presenza di omosessuali è così alta; né esiste aggregazione dove, come nella Chiesa Cattolica, gli omosessuali hanno fatto un vero e proprio “golpe”, inserendosi in tutte le “stanze di comando”.

.

Oggi il governo della Chiesa è in mano a queste persone: «Non è una mia esagerazione, bensì solo puro realismo, affermare che la Chiesa è una struttura ormai omosessualizzata e che oggi, il primo tra gli Stati del mondo con la percentuale in assoluto più alta di omosessuali, è lo Stato della Città del Vaticano».

.

Questo problema, che per la Chiesa è decisamente devastante, cominciai a studiarlo nel 2008 e, agli inizi del 2011, detti alle stampe il mio libro «E Satana si fece trino» [Edizioni L’Isola di Patmos, II ed. 2019], nel quale scrissi e spiegai con dieci anni di anticipo la situazione attuale. Vi suggerisco di leggerlo, perché molti troveranno risposta ai tanti quesiti che si pongono.

.

.

INDICE TEMATICO DI QUESTA VIDEO-LEZIONE

I – LA LEZIONE DI ORIGENE. LA VIRILITÀ DEL VIR PROBATO È ELEMENTO IMPRESCINDIBILE PER IL SACERDOZIO CATTOLICO  minuto 04:30

II – NON C’È DIFFERENZA TRA LE ORDINAZIONI SIMONIACHE E QUELLE AVVENUTE PER SCAMBI DI FAVORI SESSUALI PERVERSI E PER CONSEGUENTI RICATTI  minuto 17:30

 III – IL DRAMMA DEL PECCATO DI ACCIDIA E OMISSIONE, IN UNA CHIESA DOVE TUTTI ASPIRANO A DIVENTARE CARDINALI, MA DOVE NESSUNO È DISPOSTO AD ASSUMERSI UNA RESPONSABILITÀ ANCHE MINIMA  minuto 26:58

IV – MOLTI OMOSESSUALI MANCANO DEI REQUISITI MINIMI RICHIESTI PER LA VALIDITÀ DEL SACRAMENTO DELL’ORDINE  minuto 31:52

V – LA “BANDA DELLA MAGLIANA” CLERICAL GAY  COLPISCE ALLA CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI  minuto 37:30

VI – IL MISTERO DELLA GRAZIA DI DIO, IL SUPPLET GRATIA ED IL SUPPLET ECCLESIA, NON SONO NÉ UNA SCAPPATOIA NÉ UNA PANACEA  minuto 52:08

VII – APPELLO AI LAICI: NON SIATE VIGLIACCHI COME CERTI VESCOVI E PRETI  minuto 01:00:25

.

CORREZIONE E PRECISAZIONE: al minuto 21:30 Padre Ariel cita S.E. Mons. Mauro Parmeggiani come Vescovo di Albano Laziale. Si tratta di un lapsus calami, questo prelato è infatti Vescovo della Diocesi di Tivoli.

 

.

Dall’Isola di Patmos, 18 maggio 2020

.

.

.

CANALE YOUTUBE DE L’ISOLA DI PATMOS

.

CANALE DE L’ISOLA DI PATMOS SU

.

MP3  SOLO AUDIO SENZA VIDEO

.

CARI LETTORI, 

NON DIMENTICATE DI SOSTENERE LA NOSTRA OPERA

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:



oppure potete usare il conto corrente bancario:
.1

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]

.

.

.

.

54 commenti
  1. Massimo Nanni
    Massimo Nanni dice:

    Buongiorno.
    Grazie per questa conversazione molto interessante e molto ricca di spunti di riflessione.
    Una domanda. Come è possibile che un Vescovo scientemente ignori una norma del diritto canonico e ordini dei sacerdoti sapendo che la nomina potrebbe essere invalida?
    Capisco che giudicare un fatto del genere stando comodamente in poltrona davanti al computer è molto comodo. Ma un giorno questo Prelato dovrà rendere conto al Padre Eterno delle sue scelte.
    Chi ha ricevuto un mandato così importante riceverà anche le grazie necessarie per sopportare i disagi e le persecuzioni connesse a tale mandato. I Vescovi ed i Presbiteri della Chiesa del Silenzio non si sono forse affidati al Signore ed alla Nostra Madre per portare a termine il loro mandato con la massima coerenza?
    Grazie ancora e buon lavoro.
    Massimo

  2. Andrea
    Andrea dice:

    La mia esperienza in un seminario di una abbastanza nota congregazione religiosa è stata analoga. Io, purtroppo, sapevo quale fosse oggi la situazione dei seminari da lei descritta, per tal ragione, nonostante ci fossero dei segni di una possibile vocazione, mi sono sempre tenuto alla larga da tali strutture di peccato. Poi invece, conosciuta tale congregazione, mi era parso che il suddetto problema non ci fosse fra loro, con tanto di rassicurazioni da parte di coloro che mi hanno “seguito”, della serie “noi siamo puri e perfetti, non preoccuparti”. Mai scelta fu più scellerata. Ho rischiato di diventare ateo e anticlericale. Se conosce il film “il Marchese del Grillo”, ecco, ha presente la scena dei castrati a teatro? Questo è stato ciò che ho vissuto. Una chiesa omosessualizzata è una chiesa INFECONDA.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Marchese Onofrio del Grillo:
      « … Guarda a quei castrati, come jie gireno le palle»

  3. Art
    Art dice:

    Salve. Io sono molto attivo nella vita parrocchiale. Dirigo la corale del mio paese e sono molto stimato e apprezzato per il mio servizio. Vorrei sapere da lei, padre Ares, se io, omosessuale credente e praticante, cosi come il mio compagno, con una vita serena intrisa di onesta quotidianità e priva di mondanità, rispettando tutti ed evitando di essere di cattivo esempio, dovrei lasciare il mio ruolo oppure se posso continuare ad animare la liturgia al servizio della Chiesa di Dio e della comunità? Io che ho sempre creduto a un Chiesa che accoglie che non discrimina, in un Dio che abbraccia tutti, che ama tutti, non posso pensare di essere considerato abominio e indegno. In tal caso, lascerei subito la chiesa e il mio ruolo. La mia omosessualità è pulita, onesta, leale e fatta di grande amore verso il mio compagno con cui convivo da 25 anni. una cosa è certa. non penserei mai di entrare in seminario sapendo di essere omosessuale, non perché ritengo quest’ultima una malattia o un peccato o un disordine psichico o una pratica immorale, ma perché un sacerdote deve essere puro casto immacolato come nostro Signore e mai riuscirei a vivere una doppia personalità per interessi personali. Sono un uomo di fede e credo in Gesù Cristo, ma sono omosessuale. Sono condannato all’emarginazione dalla Chiesa, O, come succede nel mondo laico, sentirmi figlio accolto e amato ?con stima Art

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      «La mia omosessualità è pulita, onesta, leale e fatta di grande amore verso il mio compagno con cui convivo da 25 anni»

      … io ho invece due compagne ucraine: Svetlana ha 22 anni e Irina ne ha 25.
      La mia vita sacerdotale è però pulita, onesta leale e fatta di grande amore verso le mie due amanti con le quali vado a letto da diversi anni.

      Possa Dio liberarla da quella grande insidia del Demonio che porta a chiamare il male bene e il bene male.
      La benedico di cuore.

  4. F.Sct.
    F.Sct. dice:

    Grazie per il suo impegno per la serietà di tutti. È importante; la Chiesa non può fare a meno della serietà o sarà tutto perduto. Ma Cristo ci aiuti.

  5. ClaudiusIII
    ClaudiusIII dice:

    Alcune domande: ci sono preti omosessuali casti ? Posso chiederle qual è, a suo parere, la percentuale di sodomiti nel clero diocesano italiano? E quella dei vescovi ? Ed infine, come sono messe le “diocesi della lombardia sudorientale” ?

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Lettore,

      in questo mio video spiego più volte che la teoria «…prendiamoli e facciamoli preti pure se hanno evidenti tendenze omosessuali, l’importante è che non pratichino l’omosessualità» è stata una idea e una linea che si è rivelata pericolosamente suicida.

      Le diocesi, da questo punto di vista, con alti e bassi, talune con punte molto alte, altre con punte minori, stanno vivendo tutte, ma proprio tutte, questo problema. Infatti, il processo di “inquinamento” è partito da fine anni Settanta inizi anni Ottanta, con risultati che, in alcune diocesi, sono risultati veramente devastanti.

  6. Dario
    Dario dice:

    Guardando il video mi sono posto una semplice domanda, perché? Perché un omosessuale nel 2020 dovrebbe trovare nella chiesa l’unica via per l’autoaffermazione sociale? Cosa c’è nella chiesa che altro non c’è che la rende ancora un luogo così “appetibile”?

    La cosa che mi ha lasciato promesso è la storia dei ricatti, ricattare un vescovo di indicibili scandali (cosa può scandalizzarci ancora avendo visto e sentito ormai di tutto?) per ottenere l’ordinazione, perché?

    Mai come ora nella società civile gli omosessuali sono considerati, per usare una figura teorica, dei panda da tutelare e accudire in modo imbarazzante. Manca solo lo scudo penale e fiscale per chi si dichiara gay. Perché allora andare a cercare proprio nella chiesa la propria collocazione per condurre in sostanza uno stile di vita libero e disinibito che fuori dalla chiesa sarebbe innalzato al livello di modello di vita?

    Posso capire la situazione di chi nel passato trovava nella chiesa un ambiente più confortevole visto il pregiudizio sociale e i rischi cui si andava incontro dichiarando la propria omosessualità, ma oggi che senso ha tutto questo?

    Forse andando a cercare la ragione che rende la chiesa ancora oggi un campo di conquista per gli omosessuali si potrebbe eliminare l’origine di questo “tumore” interno alla chiesa che sta provocando tanti danni a tutti i fedeli.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Dario,

      le do una risposta a questo quesito già data nel mio libro E Satana si fece trino.
      Lei ha ragione a domandarsi: «perché, la Chiesa come rifugio?».

      La risposta da me data e qui a lei ripetuta, è davvero impietosa, ma impietosamente reale, ossia questa: se un giovane ragazzo gay di un paese di provincia, appena ventenne, ha bella presenza fisica, o meglio ancora, se è proprio un bel figliolo nel fiore della giovinezza, basta faccia un biglietto di sola andata per Roma, Bologna, Milano … perché un gay cinquantenne professionista di successo o comunque variamente pieno di soldi, che se lo prende e che lo mantiene o lo sistema, lo trova immediatamente. Se però, come ripeto, è un gran bel figliolo con qualità estetiche di vario genere, sia visibili sia nascoste.

      Invece, un analogo giovane di un paese di provincia, non baciato dalla natura, semmai piccolo di statura, paffutello, con un viso a palla inespressivo, può accadere con una certe frequenza che finisca a bussare alla porta del seminario. E siccome molti nostri vescovi hanno ormai i seminari vuoti e una fame spaventosa di preti, purtroppo, non pochi, lo prenderanno. E a quel punto ci ritroveremo – se costui giungerà al sacerdozio – con un omosessuale cattivo e incattivito.

      Cose di questo genere, più volte le ho sbattute sulla faccia dei vescovi, per esempio dicendo loro: «Ma non si è reso conto che il suo seminario pare una bottega degli orrori? Tutti i suoi seminaristi sono esteticamente sgradevoli, brutti, grassi, oppure mingherlini mal cresciuti. Si è domandato il perchè?».

      Devo dire che questi miei discorsi li hanno sempre presi male. Quando un vescovo mi rispose che «non sono previsti esami estetici di prestanza fisica per essere ammessi in un seminario», a quel punto rincarai la dose e risposi dicendogli: «Prima alle scuole medie, poi al liceo, poi all’università, ho avuto dinanzi agli occhi un vasto campionario di ragazzi. C’era quello veramente bello, quello carino, quello che non era bello ma che aveva una tale simpatia e un fascino così prorompente da avere successo con le ragazze molto più di quelli belli, c’era quello bruttino e c’era quello proprio brutto. Insomma: c’era di tutto. Perché invece nel suo seminario ci sono solo brutti, ma brutti a tal punto che il suo seminario pare una raccolta di caricature? E perché, tra i suoi seminaristi, non c’è il figlio di un solo libero professionista, o di un imprenditore, o di un ricco commerciante, ma tutti quanti solo e di rigore sono figli di famiglie di operai e di contadini? Possibile che Dio non chiami al sacerdozio anche il figlio di un imprenditore, di un avvocato di successo, di un ricco commerciante?».

      Come ho scritto, spiegato e ribadito, la cosa che mi dispiace – per loro, non per me – è il fatto che diversi di questi vescovi, con una arroganza e una superbia tutta quanta episcopal alto-prelatizia, quando poi, seppure avvisati, anni dopo si sono ritrovati nei guai molto seri con diversi di questi soggetti divenuti preti, nessuno, ma proprio nessuno di loro mi ha mai detto: “Beh, devo ammettere che avevi ragione e che mi avevi avvisato per tempo”.

      O detta malamente: i gay belli e simpatici li possiamo trovare con fisici statuari a fare i cubisti nelle discoteche, pagati fior di soldi, mentre invece – sempre detta malamente – i “cessi” ce li ritroviamo nel clero e, ribadisco, non sono simpatici né brillanti, né fondamentalmente buoni come molti dei gay che ballano sui cubi delle discoteche, tutt’altro, i nostri gay clericali sono quasi di prassi cattivi, incattiviti e pericolosi, per quanto sono brutti fuori e brutti dentro.

      Ma nessuno mi ha mai ascoltato, anche se, alla prova dei fatti, non ci ho visto giusto una volta, ma dieci volte.

      • Kerigma
        Kerigma dice:

        Egregio padre Ariel,
        Dopo il suo video, io e mia moglie siamo preoccupati perché abbiamo
        due figli preadolescenti che quest’anno (per loro scelta)
        frequenteranno il seminario di una diocesi veneta.
        Che ci consiglia di fare?
        Grazie per la sua attenzione.
        Sia lodato Gesù Cristo

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          … sempre sia lodato!

          Parlate con uno o più sacerdoti di vostra fiducia che conoscono la diocesi e il seminario e domandate precise garanzie.

          Un sincero augurio di ogni bene.

          P.S.

          Mi scuso per il ritardo della risposta, ma il sistema aveva messo erroneamente il vostro messaggio nell’antispam. Ogni tanto capita che legga alcuni indirizzi di posta elettronica come pubblicità.

  7. Maria
    Maria dice:

    Vedevo un giovane sacerdote alla tivù e si chiamava Tommaso. Il cognome, causa vecchiaia, me lo sono scordato. Mi pare che fosse altoatesino. Mi ricordo ancora qualche sua omelia.
    Questo bravo giovane andò a infilarsi in una trasmissione con Ilaria D’Amico che gli promise l’anonimato mentre poi lo rese riconoscibile.
    Dal Vaticano un pandemonio di rivolta. Tutti contro questo povero ragazzo che si era permesso di infangare la santità dei luoghi santi..
    Per farla breve è scomparso da quella tivù cattolica. Ho pure chiesto e hanno finto di non capire.
    Qualche volta durante il rosario mi sono ricordata e ho recitato qualche Avemaria per quel bravo ragazzo. Personaggi di una certa importanza che cadono nell’ipocrisia dell’apparire e sembrano non avere
    letto mai il Vangelo dove sta scritto che – questione di tempo – non ci saranno segreti per nessuno.
    Il veritiero e l’umile avranno la loro vittoria dopo le inevitabili amarezze di questa terra.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Grazie!
      Pregherò Dio che la possa colmare di “profonde e inevitabili amarezze” affinché lei possa avere la sua vittoria.

      • Maria
        Maria dice:

        Preghi, tanto Dio non è scemo da accontentarla.
        Prego pure io e non mi lascio fregare.

        Ma cosa ha capito del mio racconto per offendersi e replicarmi così?
        Io credo davvero che il bene vincerà sul male e la verità sulla menzogna.

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Mia cara, non è che lei si sia spiegata particolarmente bene, o forse sono io a non capire. Una cosa è certa: se ci si esprime in modo vago e non chiaro, quindi si mette in condizione l’interlocutore di interpretare, può accadere che uno intenda male.
          Non ho problemi a scusarmi per avere inteso male, ma lei deve riconoscere di non essersi spiegata in modo chiaro.
          Con un sincero augurio di ogni bene e grazia dal Signore.

  8. orenzo
    orenzo dice:

    Sa che cosa mi dispiace di questo suo video padre Ariel?
    Che dopo una premessa che da come l’impressione lei abbia sposato la dottrina del “Dio ti ha creato così”
    a discapito di quella del “peccato contro natura…”.
    si affanni tanto a voler disquisire dogmaticamente dell’illiceità ed invalidità del sacramento dell’ordine somministrato ad uomini con cromosomi XY ma “creati così” da Dio.
    Ben conscio del come lei ritenga questi miei interventi dettati dal risentimento, la ricordo nelle mie preghiere.

  9. Stilum
    Stilum dice:

    Io spesso l’ho criticata, soprattutto per l’allineamento alla politica del Santo Padre, ma da questa vicenda sono impressionato.
    Però non capisco. Perché Becciu avrebbe dovuto eseguire un ordine della lobby gay? Non mi sembra direttamente legato al circolo più evidente dei gay. Fermo restando che presso la Santa Sede tutti sono legati con tutti e che non c’è una lobby gay, ma che la maggior parte sono gay. Semmai ci dovrebbe essere una sparuta lobby etero.

  10. orenzo
    orenzo dice:

    Ma come è bravo quel medico che a chi ha la gamba in cancrena prescrive gli antidolorifici ed a chi critica il suo metodo di cura ricorda il laureato in medicina è lui!!!

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      … nessuno le impedisce di andare a farsi praticare un intervento chirurgico dal macellaio.

  11. orenzo
    orenzo dice:

    Carissima redazione, premesso che, come scrive “Lettera Firmata” il 19 Maggio 2020 alle 13:16, ” “si deve condannare il peccato” dall’altro lato si deve sempre accogliere il peccatore con tutte le sue complessità umane.”, tuttavia accogliere chi ha problemi esistenziali senza aiutarlo a risolverli è come accoglie chi a problemi economici senza però aiutarlo a trovare una via d’uscita.
    Ma padre Ariel però sostiene che:
    – «la situazione è purtroppo irreversibile» avendo «superata la soglia del non ritorno».”,
    – “la sessualità fisica (è) la conseguenza del sesso mentale”,
    – l’omosessualità è stata “… giustamente derubricata dall’elenco delle malattie…”,
    – agli “omosessuali che non accettano le pulsioni della propria libido… un’offerta di cura spirituale”.
    Io invece sostengo che:
    – la situazione non è irreversibile,
    – se il sesso mentale non è allineato con quello fisico, la persona ha inevitabilmente problemi,
    – anche se i problemi di chi non ha la sessualità mentale allineata a quella fisica non possono più essere definiti, per votazione democratica, malattia, sempre problemi rimangono,
    – l’omosessuale, che oggi si definisce tale per natura, può tornare ad essere eterosessuale una volta che, dopo che uno psichiatra riesce ad individuare la causa del “cortocircuito tra fisico e mente, accetta di rimuoverlo: se l’omosessuale è invece tale per vizio, come tutti i vizi può essere vinto anche con la sola forza di volontà.
    Essendo purtroppo però oggi la Chiesa quella descritta da padre Ariel, la Chiesa è il primo sponsor dell’omosessualità.

  12. Michele
    Michele dice:

    Padre Ariel,

    ma questi chierici che ricattano per farsi ordinare,una volta sacerdoti i sacramenti che amministrano sono validi ?
    So bene che i sacramenti agiscono indipendentemente dallo stato di grazia del ministro, ma ho il dubbio se in questo caso (ricatto) la consacrazione sacerdotale avvenga.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Michele,

      come avrà capito dal tono usato nelle parti dove espongo le varie argomentazioni teologiche: il problema è molto serio e molto grave, per questo non si dovrebbe mai “giocare” sulla sostanza dei Sacramenti.

      Il problema va però diviso in due diverse parti:

      a) è indubitabile – a meno che qualcuno, ma sino a oggi non è mai accaduto, non riformi l’intera dogmatica sacramentaria – che in assenza dei requisiti minimi richiesti, il Sacramento dell’Ordine Sacro è nullo, come per altri versi può essere nullo ad esempio quello del matrimonio, sempre in assenza dei requisiti minimi richiesti.

      b) altro e delicato discorso è invece il fatto che un fedele in buonafede, attraverso un falso ministro, posso ricevere ugualmente la grazia di Dio.

      Riguardo questo secondo punto, in dogmatica sacramentaria sono portati diversi cosiddetti casi di scuola, per esempio il seguente: cosa accade se un fedele cattolico si confessa con un falso sacerdote, ossia con un soggetto che finge di essere tale e che quindi commette un grave delitto simulando un Sacramento, convinto che costui sia un autentico sacerdote?
      Accade che il falso sacerdote che simula un Sacramento, commette appunto un grave delitto, che rientra peraltro nella fattispecie dei delictis gravioribus, mentre il penitente, realmente e profondamente pentito ma soprattutto convinto di confessarsi con un autentico sacerdote, pur ricevendo una assoluzione invalida, ottiene comunque per mistero di grazia soprannaturale la misericordia e il perdono di Dio.

      Insomma: il penitente va in Paradiso, il falso prete che l’ha assolto rischia seriamente di finire all’inferno.

      Per questo dico che non bisognerebbe “giocare” troppo sul supplet gratia e sul supplet Ecclesia.

  13. orenzo
    orenzo dice:

    Carissimo padre Ariel, a mio parere, e ben conscio che del mio parere a lei non importa nulla, le sue affermazioni sull’omosessualità sono di natura ideologica ed in contrastano con la realtà.

    Lei infatti afferma che “… la sessualità fisica è una conseguenza tutta mentale dalla quale la sessualità e il sesso fisico non può prescindere, essendo la sessualità fisica la conseguenza del sesso mentale…”: nulla di più falso.
    Pur essendo infatti vero che talune (e ribadisco talune) tecniche di castrazione chimica agiscono sul cervello inibendo il rilascio degli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone, è pur sempre la fisicità di ogni individuo che stimola le sue pulsioni sessuali: può forse un individuo desiderare di copulare in continuazione o le sue voglie finiscono quando non ha più “cartucce da sparare”?

    Lei afferma che l’omosessualità è stata “… giustamente derubricata dall’elenco delle malattie…” e se per lei “giustamente” significa con votazione democratica basata sull’ideologia e non sulle evidenze scientifiche, de gustibus…

    Se per lei, a coloro che che definiscono la propria libido un disturbo, offre una cura spirituale invece che una cura psichiatrica, de gustibus…

    Se lei non capisce che se la natura ha previsto che l’individuo consumi tante energie per produrre spermatozoi ed ovuli senza aver poi correttamente previsto che la mente sia indirizzata ad usarli come stabilito, de gustibus…

    Visto che i caratteri disponibili stanno finendo, mi fermo qui.

    • Padre Ariel
      Redazione de L'Isola di Patmos dice:

      Adesso che come suo solito ha polemizzato e dopo che noi, come nostro solito, le abbiamo dato spazio perché la censura non è certo un nostro sport praticato, sia così gentile da fornire, per tutti i punti da lei indicati, delle precise soluzioni.
      La critica fine a se stessa non serve a niente, da sempre.
      Assieme alla critica offra le soluzioni: a fronte del gravissimo problema che Padre Ariel ha sollevato, quali sono le soluzioni?
      Padre Ariel, che questo problema lo studia da oltre 10 anni, ma che stando a ciò che lei scrive non ci avrebbe proprio capito niente, ha spiegato, per esempio, che «la situazione è purtroppo irreversibile» avendo «superata la soglia del non ritorno».
      Sicuramente lei ha delle soluzioni. Bene: le esponga.

      • orenzo
        orenzo dice:

        C’è una cosa ben peggiore della censura nella quale traspare la vostra maestria: la selezione delle risposte.

  14. Andrea
    Andrea dice:

    Ammirevole il suo coraggio padre e ancor di più il profondo amore per la Chiesa che anima la sua denuncia drammatica. Voglio solo sperare che il degrado della Chiesa non sia irreversibile. Spesso nella storia essa è parsa colle spalle al muro. Chi avrebbe scommesso sulla Chiesa immorale sotto il giogo di Marozia? O sulla Chiesa che vide Gregorio VII morire esule apparentemente sconfitto? Per non parlare della tragica immoralità di larga parte dell’episcopato nel XV / XVI sec. o della chiesa rammollita e impotente della fine del settecento. Eppure…. Speriamo che anche questa volta lo Spirito trovi figli docili e coraggiosi, per quanto pochi e a viste umane marginali.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Andrea,

      quanto lei spera lo speriamo tutti.
      Ripensando alle epoche storiche da lei citate, in tutte si è giunti: prima a una situazione di collasso, poi si è avuto l’inizio di una ripresa.
      Ciò che però oggi preoccupata è il fatto che la crisi e la decadenza che stiamo vivendo non ha precedenti storici, perché mentre nelle varie altre situazioni, comprese quelle da lei citate, la Chiesa è stata colpita da fuori, da forze esterne; mentre in certe epoche dei singoli e numerosi ecclesiastici conducevano vite immorali, oggi, la singolarità, sta nel fatto che la Chiesa, il male, non lo riceve da fuori, né lo assimila attraverso varie singole e numerose figure di ecclesiastici, ma lo produce proprio al suo interno. In questo consiste la singolarità senza precedenti storici: la Chiesa visibile trasformata in struttura di peccato che produce il male al proprio interno.
      Che dopo questo collasso ci sarà una lenta e dolorosa ripresa, è indubbio, perché, in caso contrario, giungerebbe allora la parusia.

  15. chicca
    chicca dice:

    Il signor Mario Voltaggio forse si riferiva al fatto che la vita terrena in generale (soprattutto nell’ambito lavorativo) è per tutti ingiusta e che tutti subiamo cattiverie e proviamo profondi dispiaceri. Spesso queste ingiustizie determinano la vita che trascorriamo sulla terra. Non credo sia insensibile al suo dolore, Padre Ariel. La frase di Cristo non era forse la più adatta, ma credo che l’idea dello scrivente sia che bisogna sopportare con mansuetudine. Cosa che il mio carattere non comprende quasi per niente, ma è un mio difetto.
    Questi maltrattamenti comunque sono compensati dalla corale approvazione che Lei, Padre Ariel, sembra godere in ambito televisivo.
    Devo aggiungere che commenti tipo: lei non capisce niente, se le chiese fossero piene di persone come lei sarebbe una disgrazia, meglio vuote, mi turbano alquanto, scritti da sacerdoti. Sono molto brutti. A meno che non conosciate realmente queste persone e che siano delle autentiche carogne.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Cara Chicca,

      il Libro dell’Ecclesiaste, o Qoelet, ci insegna: “c’è un tempo per … c’è un tempo per … c’è un tempo per …”
      Vedere qui: http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Ecclesiaste3,1-15&formato_rif=vp

      Lei parla per esempio di mansuetudine, gran bella virtù, se però esercitata al momento opportuno. Infatti, se nel 1571 fossimo stati mansueti, anziché armarci e partire per una guerra difensiva, a Lepanto i maomettani avrebbero vinto e con due salti sarebbero giunti a Roma, dove oggi, San Pietro, analogamente a Santa Sofia a Istambul, sarebbe non una nostra arcibasilica cristiana, ma una moschea.

      Per quanto riguarda i preti, ed in particolare i parroci che io capisco, essendo di molti di essi confessore o direttore spirituale, posso assicurarle che pressoché tutti, dinanzi a certe rampogne amabili in apparenza, reagiscono in modo risentito, perchè in linea di massima, i nostri laici, hanno queste virtù:

      1. hanno sempre la parola pronta per indicare come le cose devo essere dette e fatte, salvo però attendere che le facciano gli altri, a partire soprattutto dall’esercizio degli atti di virtù;
      2. hanno sempre la parola pronta per indicare i difetti dei preti, ma divengono a volte delle belve se qualcuno gli indica i gravi difetti propri;
      3. si presentano la domenica e nello spazio di un paio d’ore sarebbero capaci a rifare nuova la Chiesa Cattolica, a partire dalla pastorale, dopodiché loro se ne tornano a casa fino alla domenica successiva, mentre il parroco deve affrontare giorno dietro giorno i problemi della parrocchia, che quasi sempre e di rigore deve cercare di risolvere da solo;
      4. il parroco è quasi sempre e di prassi soggetto a critiche, se però mettesse in atto ciò che certi fedeli propongono, manderebbe la parrocchia a scatafascio;
      5. oggi certi fedeli, seguendo certe mode, parlano di chiesa povera e di poveri, i cattolici cosiddetti di sinistra sono a favore dell’accoglienza dei migranti, quelli di centro-destra chiedono controllo e prudenza, dopodiché il parroco deve andare però in banca a chiedere un prestito perché non ha i soldi per pagare il riscaldamento, dato che spesso, certi fedeli, non cacciano fuori un soldo per contribuire alle spese della parrocchia e semmai, se qualcuno gli ricorda di contribuire, rispondono “… ah, ma voi avete milioni e milioni dell’Otto per Mille!”.

      E quando un prete, o come nel caso specifico uno che fa il parroco da quarant’anni, si sente bacchettato in un certo modo, può anche rispondere con la battuta: “Meglio le chiese vuote che le chiese piene di certa gente”.
      Battute del tutto comprensibili, esattamente come io stesso, più volte, ho detto – e lo ribadisco – : “Meglio i seminari vuoti che certi giovani al suo interno. Molto meglio infatti chiudere le parrocchie per mancanza di preti, anziché avere certi preti”.

  16. Padre Ariel
    Don Francesco Messina dice:

    Molti sono i passaggi importanti, ne prendo uno che mi ha toccato personalmente, quando tu spieghi la vergognosa ingiustizia a cui ti hanno sottoposto alle Cause dei santi, dicendo: “non intendo affatto togliermi sassolini dalla scarpa” … poi spieghi “quella lettera (da loro inviata senza che contenga motivazioni del provvedimento) è protocollata nel mio fascicolo”, e seguiti a spiegare che oggi sei in vita, domani potresti non esserlo, e per ciò ritieni tuo dovere e diritto tutelare la tua buona fama oggi, e la tua memoria domani, affinché nessuno, che non conosca i fatti, leggendo quella lettera, possa catalogarti come uno dei tanti preti problematici.
    Hai fatto benissimo!
    Sono toccato da queste parole perché anni fa mi accadde che, l’allora vicario generale della mia diocesi, che verso di me non aveva particolare simpatia, prese una lettera anonima e la inserì nel mio fascicolo. In quella lettera mi si dipingeva come un mostro, con notizie gravissime e gravemente false.
    Tu mi insegni che, le lettere anonime, non possono essere prese in alcuna considerazione e, meno ancora, protocollate in un fascicolo.
    Passarono anni, fino a che, giunto il nuovo vescovo, alcuni mesi dopo, quando ebbi con lui un colloquio privato, si premurò di esibirmi quella lettera dicendo … “come può finire un materiale simile nel fascicolo di un parroco con 30 anni di grato servizio?”. Me la dette, dicendomi … “vuoi provvedere tu, a distruggerla?”.
    Per questo dico che padre Ariel ha fatto benissimo, chiamando gli artefici per nome (infischiandosene che siano dei potenti), a chiarire ciò che ha chiarito, nel modo in cui lo ha chiarito, perché, se dinanzi a certe cose non ci difendiamo, saremo bastonati da vivi, poi, vilipesi da morti.
    Nel tuo video non c’è contenuto che io non approvi, e ti ringrazio anche per il servizio che hai fatto a tutti i buoni sacerdoti, che per certe situazioni, soffrono terribilmente.

    • Mario Voltaggio
      Mario Voltaggio dice:

      Il paragone tra la materia dell Eucarestia e quella del sacramento dell’ ordine sacro non mi sembra chiaro. Pane che sia pane e vino che sia vino sono la materia dell’Eucarestia ma nel sacramento dell’ordine la materia non e’ la persona che riceve l’ordinazione ma l’imposizione delle mani. Per il resto mi dispiace per la sua sofferenza ma nel mondo i soprusi che noi laici subiamo non sono diversi dai suoi e la unica via di uscita sono le parole di Cristo : non condannate e non sarete condannati.

      • Padre Ariel
        Don Francesco Messina dice:

        Da anni vescovi e preti si interrogano sul fatto che, le nostre chiese, sono sempre più vuote.
        E’ un problema, sicuramente, anche grave, certamente.
        Lei però ci offre sollievo a tutti quanti, perché se le chiese dovessero essere piene di gente come lei, tutti noi le preferiremmo assolutamente vuote.
        Ciò che lei scrive non merita veramente commento, inclusa la frase evangelica usata come una clava per bastonare le persone doloranti.
        Lei non ha capito niente, non vuole capire niente, e nessuno, riuscirebbe, temo, a farle capire qualche cosa.

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Il paragone tra materia dell’Eucaristia e quella del Sacramento dell’ordine è chiarissima, se lei non la comprende, è un problema suo.
        Per quanto riguarda il suo piagnisteo sul laicato, mi dica: lei per caso scherza? La sua intende essere una battuta, vero?
        Se però non scherza e invece per disgrazia dice sul serio, allora le devo dire in modo chiaro e chirurgico che il suo paragone è assurdo e privo di criterio logico, per un semplice e ovvio motivo: lei vuol forse paragonare il rapporto di un laico, con quello che invece è il rapporto di totale sudditanza e dipendenza di un sacerdote con l’Autorità Ecclesiastica? Perché la nostra è una dipendenza totale che investe tutte, ma proprio tutte le sfere del nostro vivere ed esistere.
        Lei invece, quando ha voltato le spalle e chiusa la porta di casa sua, l’Autorità Ecclesiastica, può andare anche a farsi benedire.
        Non scherziamo, per favore: siamo seri … non scherziamo!

        Per quanto riguarda la materia del Sacramento dell’Ordine, lei dimentica forse un passaggio fondamentale: la materia riguarda l’uomo, consacrato sacerdote, che diviene, come ho spiegato, oggetto e soggetto eucaristico. O non le risulta forse che durante quel sacro rito riceviamo il calice e la patena con la frase di rito del vescovo che dice: «Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conferma la tua vita al mistero della croce di Cristo» ?

        Ecco: il mio discorso è interamente strutturato su questo principio, ne è una prova inconfutabile ciò che è racchiuso in questo mio video.

  17. Padre Ariel
    Lettera Firmata dice:

    Vorrei offrire la mia testimonianza.
    Sono omosessuale e non so se sono un credente, o a cosa eventualmente credo. Lavoro nelle reti televisive e il mio rapporto con la chiesa cattolica si concluse a Milano a nove anni quando feci la prima comunione, non sono stato nemmeno cresimato.
    Ho conosciuto padre Ariel negli studi Mediaset di Cologno Monzese nel mese di gennaio rimanendo colpito per la sua umanità, la sua accoglienza e la sua grandissima apertura mentale.
    Abbiamo stabilito un rapporto di amicizia e di frequente ci sentiamo.
    Padre Ariel non ha mai dato giudizi morali sui laici che vivono e praticano l’omosessualità, con i quali (e io ne sono testimone) è accogliente e molto amabile. A me, e a un altro omosessuale, parlando in privato disse: “io non do giudizi morali gratuiti se non mi vengono richiesti. Se voi mi chiedete se è bene vivere una certa sessualità, vi rispondo dicendovi no, e spiegandovi anche perchè, no. Ma se non sono interrogato, non mi permetterei mai di entrare nella vita più intima delle persone, giudicandola. E anche dopo avervi risposto che ciò è sbagliato, perchè interrogato sullo specifico discorso, chiarirei che non posso conoscere il giudizio di Dio”. Poi ci portò, in modo simpatico, l’esempio del buon ladrone in croce accanto a Cristo che “fottè a tutti il paradiso negli ultimi due minuti di vita”. Poi un altro esempio, sempre su Cristo che rimproverava certi moralisti di quei tempi dicendogli “attenti perché prostitute e ladri vi precederanno nel regno dei cieli”. Spiegò poi a noi che in queste due, erano racchiuse tante altre categorie, inclusi gli omosessuali.
    Non disse che l’omosessualità era bella e era bene, ma precisò che se da un lato “si deve condannare il peccato” dall’altro lato si deve sempre accogliere il peccatore con tutte le sue complessità umane.
    Tra me e me dissi: questo prete, lo voglio avere come amico.
    Questo è quanto, questo è padre Ariel, e sono contento di averlo conosciuto.

  18. Davide
    Davide dice:

    Padre Ariel,

    ho visto il video che avete caricato su youtube e devo dire che sto seguendo questa rubrica da quando l’ho vista nel programma di Rete 4 (Dritto e Rovescio). Volevo farle i complimenti per il lavoro svolto e per la qualità dei contenuti penso sia l’unico che affronta tematiche particolari e ben sviluppate. Riguardo alla domanda che ha rivolto a noi Laici, devo dire che personalmente parlando non mi è mai capitato di trovarmi in situazioni analoghe del video, però anche se fosse a chi mai potrei rivolgermi se mi trovassi all’interno in situazioni del genere?? per noi Laici sarebbe anche la rovina totale, rischieremo di essere allontanati o addirittura scomunicati, avrebbe senso? è vero che come dice lei girasi dall’altra parte è peggio però non è facile.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Davide,

      in situazioni ad alto rischio come quelle che ho illustrato, bisogna sempre rivolgersi al vescovo della diocesi, perché è lui che deve esercitare il controllo, la potestà e la disciplina.
      Qualora in vescovo non agisse e fosse reticente a farlo, in quel caso è bene rivolgersi alla Santa Sede, segnalando che il vescovo, seppure informato, non ha agito.
      Se la Santa Sede non dovesse rispondere e prendere provvedimenti, a quel punto bisogna rendere il tutto pubblico, o cercare persone in grado di farlo, per esempio dei bravi giornalisti.

  19. stefano
    stefano dice:

    P. Ariel,

    perché anche lei ripete il luogo comune che l’omosessualità non è una malattia? Se non fosse una malattia, perché sarebbe contronatura? Se non fosse una malattia, perché, e in che modo, gli omosessuali andrebbero aiutati, non curati, come lei dice?
    Se non è una malattia, ha ragione chi afferma che l’omosessualità è una normale variante della sessualità umana. Ma se è così, perché gli omosessuali sono vittime di una coazione a ripetere gli atti contronatura (come affermava anche il suo amico Paolo Poli), coazione che invece non esiste nei peccati non contronatura? E se una coazione a ripetere il male (contro sé stessi) non è una malattia, che cosa è, una forma di possessione diabolica?

    Infine una domanda di teologia morale: se la coazione a compiere atti contronatura è più forte della volontà di resistervi, qual è la responsabilità oggettiva di chi compie tali atti? E come può una così diminuita responsabilità oggettiva far gridare vendetta al cospetto di Dio? C’è qualcosa che non torna.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Il grande maestro di morale, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, inorridirebbe dinanzi a questa sua pseudo logica argomentativa.

      Comunque, sa che cosa mi stupisce di lei, premesso che non è la prima volta che accade? Anzitutto l’indifferenza per tutto ciò che riguarda la sofferenza e il dolore umano prodotto dalla grave ingiustizia. Proprio così, perché vede, in questo video, tra le varie cose, io ho riportata la testimonianza mia, vissuta e pagata sulla mia pelle, spiegando a che cosa sono andato incontro, in attacchi e ritorsioni, per avere fatto il mio dovere di uomo e di sacerdote, documentando che fare questo genere di dovere, comporta grossi rischi e che a coloro che osano, il tutto viene fatto pagare per tutta la vita.
      Ecco, se mentre mi “rovinavo la vita” per reclamare verità e giustizia, avessi avuto dinanzi persone che ragionano come lei, le garantisco che non avrei corso certi rischi in modo del tutto inutile.

      Su tutto questo lei soprassiede come nulla fosse, perché ciò che a lei interessa è cercare la “parolina” sulla quale fare le pulci, ossia fare polemica.

      E la parolina l’ha trovata, però, ancora una volta, fraintendendo e stravolgendo ciò che io ho detto, perché nel passo che lei cita è chiaro a tutti, ma proprio a tutti, persino a nonna Pina che fa le tagliatelle, che io parlo di due cose totalmente diverse:

      1. la concezione dell’omosessualità secondo le odierne scienze psichiatriche, che giustamente non la considerano una malattia, perché tale non può essere considerata ;
      2. la concezione dell’omosessualità secondo la morale cattolica e nello specifico nel delicato rapporto legato all’ammissione dei candidati agli ordini sacri ;
      3. i termini praeter naturam e contra naturam, sono usati nello stretto ambito della morale cattolica, come ha ben inteso anche nonna Pina.

      Se lei conoscesse la dottrina e la morale della Chiesa, dovrebbe sapere che la morale cattolica definisce l’omosessualità “disordine morale”, non certo malattia, al limite si può usare, come ho fatto io, il termine di “disturbo della personalità” strettamente legato alla sfera spirituale per indicare un disturbo spirituale (morale) dell’anima.

      Ripeto: nonna Pina, che mentre faceva le tagliatelle ha ascoltato il mio video, ha capito perfettamente ciò che ho espresso, lei invece no, perché deve cercare la “parolina” sulla quale costruire ciò che l’autore non ha né detto né espresso.

      Mi dispiace per lei, anche perché le ho già risposto in tal senso più volte, ma a quanto pare non è servito a niente.

      • stefano
        stefano dice:

        Ora mi è chiaro che lei ha una prevenzione nei miei riguardi. Forse è colpa mia, ma di certo lei è costantemente prevenuto rispetto a qualunque cosa io dica.
        Io non ho nessuna intenzione di fare polemiche sterili con lei, né di prenderla in castagna su qualcosa che lei scrive o dice. Io ho solo posto una domanda: perché un disturbo psico-affettivo non deve essere considerato una malattia? E’ una domanda a cui non ho trovato risposta. Cosa c’entra l’indifferenza per il dolore umano? Darmi gratuitamente del cinico e dell’indifferente non le fa onore e non risponde alla domanda.

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          … ma io le ho risposto. E ancora una volta, lei, ha evaso totalmente la risposta dettagliata che le ho dato, per concentrarsi su altre cose, accusandomi persino di non avere risposto alla sua domanda. Non solo le ho risposto: prima, le ho spiegato che lei ha frainteso ciò che io ho detto, sebbene espresso in modo comprensibile, poi mi dice che «non le fa onore e non risponde alla domanda»

          • Padre Ariel
            don Angelo Rossit dice:

            Caro confratello,

            scusa se mi permetto, sai quanto ti stimo e quanto apprezzo anche la tua pazienza: lascia perdere questo e altri soggetti similari, perché tanto non ne tirerai mai fuori niente. Puoi spiegagli le cose nel migliore dei modi, ma tanto non capiscono, perché non vogliono capire, e replicheranno sempre attaccandosi a una parola, per stravolgere tutto il discorso, e per polemizzare.
            Credi se ti dico che è tempo perso, almeno, io, li ho mollati da tempo.

            Parlando di cose serie: questa tua videolezione è un atto profondo d’amore verso la Chiesa e una prova di alto onore sacerdotale, alla quale in molti, sicuramente, ci sentiamo accomunati, come sacerdoti.
            Non oseranno farti niente, perché sono delle gazzelle di fronte al leone.

          • stefano
            stefano dice:

            Va bene, facciamo finta per un istante che io sia un altro Stefano che ha letto la sua risposta al sig Stefano più sopra.
            Lei dice che l’omosessualità non è una malattia, ma un disordine morale, come insegna il Catechismo. Ma il Catechismo, mi corregga se mi inganno, si riferisce alla pratica della sessualità contro natura, non alla tendenza omosessuale come disturbo psichico. A me è parso che il sig Stefano più sopra si riferisse invece al disturbo psichico, magari si è espresso male.

        • Unamicodidonariel
          Unamicodidonariel dice:

          Perché lei … non ha capito il cuore del video.
          Il problema non è l’omosessualità, ma l’uso distorto e criminale che se ne fa nella Chiesa dove i quadri dirigenti sono solo maschili e il ricatto e all’ordine del giorno.

          • stefano
            stefano dice:

            Ma sì che ho capito, e ho capito che la mia domanda era marginale al tema trattato, e questo è stato interpretato come una provocazione. Solo che io sul resto sono d’accordo e non ho altre domande da fare.
            L’unica cosa che non so spiegarmi è come faccia p.Ariel a dire che la sindrome omosessuale non sia una malattia, anche perché a me pare che questo contraddica la sua posizione circa la possibilità di ordinare chi ne è affetto. Allora, se non è una malattia, cos’è che impedisce di ordinare un omosessuale? Lo chiedo solo per fare chiarezza, e prego di credere che non sono trascinato da sentimenti ostili verso nessuno.

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Lei si ostina a discutere su ciò che non ha capito o che non vuole capire: ho spiegato in lungo e in largo che se manca l’uomo e il credente non è possibile dare vita a un prete.
            Sinceramente non so cos’altro, in modo chiaro, dovrei spiegare.

  20. Alessia
    Alessia dice:

    Carissimo padre Ariel. Innanzitutto, complimenti per il coraggio di dire esattamente come stanno le cose. Mi dispiace veramente tanto di sentire che proprio lei sia stato fatto oggetto di tali ingiustizie, o peggio, ingiuste meschinità. Per fortuna lei è una persona molto conosciuta, e ciò le offre il vantaggio di potersi difendere davanti ad un vasto pubblico.
    Sono convinta che Dio veda e provveda. Ci si augura solo che faccia in fretta, perché di questo mondo impazzito non se ne può più!!!
    Un caro filiale abbraccio
    Alessia

    • Padre Ariel
      Lettera Firmata dice:

      Carissimo e molto reverendo padre Ariel.

      Avevo già letto anni fa “E Satana si fece trino”, ma la sua video lezione ha rigirato il dito nella piaga.

      Sappia che ho vissuto sulla mia pelle esattamente le dinamiche che lei descrive e, se lei è stato confinato a due anni di Sante Messe nelle catacombe, io sono stato dimesso dal seminario adducendo come motivazione “soffre di emicrania e si stanca facilmente”. La stessa Commissio ad Ordines ha fatto ordinare l’anno prima uno che dopo meno di un anno di Messa si è dato all’alcolismo e ora vive con il fidanzato.

      Il problema è che non sono andato a genio ai “potenti” dalle cui labbra mons. Vescovo pende. Ed ecco le dinamiche…

      Scusi lo sfogo. Mi ricordi nella preghiera.
      Sia lodato Gesù Cristo.

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Carissimo,

        la tua è solo una delle numerose lettere di questo tenore che ricevo periodicamente, ma la cosa più tragica è che testimonianze di questo genere sono state inviate ripetutamente, con tutti i dettagli del caso, alla Congregazione per il clero, che è competente per i seminari.
        Cosa hanno fatto?
        Meglio lasciar perdere e soprassedere.

        Più volte alcuni vescovi italiani hanno “osato” persino rimproverarmi perché ho esortato loro seminaristi sani a uscire da seminari infetti, mentre ho accoratamente invitato altri a non entrare proprio al loro interno, anzitutto perché non era garantita una corretta e reale formazione al sacerdozio cattolico.

        Partiamo infatti dalla formazione: non si possono formare dei futuri preti sulla base di sociologismi emotivi e soggettivi, in una idea del tutto stravolta di Chiesa e di sacerdozio.

        Alle porte della sacra ordinazione, un seminarista mi disse:«io ho scelto di diventare prete per realizzare il mio diritto alla felicità». Replicai domandando se nessuno gli avesse spiegato che quando il sacerdote va all’altare per la celebrazione del Sacrificio Eucaristico, sale sul Monte Calvario e che nel rito della sacra ordinazione, al neo consacrato sacerdote non gli si rivolge l’invito al «diritto alla felicità», che riguarda la Costituzione liberale degli Stati Uniti d’America, ma lo si invita a «uniformarsi alla croce di Cristo». Mi guardò come si guarda un extraterrestre e rispose: «… ma la Messa è un incontro della gioia, una festa tra fratelli!»

        Sorvolo su che cosa combinò appena due anni dopo essere divenuto prete, tanta era la emotiva e femminea gioia con la quale si era “formato”.

        La cosa che ritengo in assoluto più grave è che più e più volte, a diversi vescovi, ho rivolta accorata supplica di dimettere certi soggetti dai seminari e di non ordinare taluni giunti alle soglie del sacro ordine. Devo dire che in linea di massima l’hanno sempre presa male, inclusi i rettori di diversi seminari, uno dei quali arrivò a battere i piedi dal vescovo perché voleva che egli mi togliesse la facoltà di poter celebrare la Santa Messa, amministrare confessioni e predicare nel territorio della sua diocesi, motivo? Semplice: perché avevo chiesto al vescovo se non si fosse mai accorto che nel suo seminario, i seminaristi, complice il rettore che sapeva ma fingeva di non sapere, avevano costituito vere e proprie coppiette di fidanzati.
        E il vescovo non fece niente né mai prese provvedimento alcuno.

        In questo, come in altri casi, quando pochi anni dopo certi bubboni uscirono allo scoperto, dopo che i soggetti in questione erano diventati preti, mai una sola volta è accaduto che nessuno vescovo e nessuno rettore di seminario mi abbia cercato per scusarsi e per dirmi: “Purtroppo avevi ragione e noi non ti abbiamo prestato ascolto”.

        Il rettore che portò avanti certi soggetti e che pretendeva che il suo vescovo mi togliesse facoltà di poter celebrare la Santa Messa nel territorio della loro diocesi – cosa che ovviamente il vescovo non fece – si ritrovò persino con il caso di un prete palesemente gay per il quale, pochi anni dopo, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti decretò la nullità della sacra ordinazione.

        Questo ex rettore di seminario, al momento, in quella diocesi, è ricoperto di tutti i più delicati incarichi.

        Il 24 maggio 2018, parlando all’assemblea plenaria dei Vescovi d’Italia, il Sommo Pontefice lamentò che c’erano troppi omosessuali nei seminari e che non dovevano essere ordinati sacerdoti: «Abbiamo affrontato la pedofilia e presto dovremo confrontarci anche con quest’ altro problema».

        Il problema però, come ho spiegato nel 2011 nel mio libro E Satana si fece trino e come sono tornato a spiegare in questo video, è che alcuni dei peggiori elementi che tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta capeggiavano all’interno dei seminari la “pia confraternita gay”, oggi sono vescovi.
        Sono loro, che vanno tolti di mezzo e deposti per evitare che seguitino a diffondere metastasi. Ma il potere che costoro hanno acquisito e il meccanismo di ricatto che esercitano è talmente complesso e potente, che nulla si riesce purtroppo a fare.

I commenti sono chiusi.