La teologia e il diritto canonico della libera carta igienica: i tacchini e le clamorose idiozie sulla invalidità della rinuncia del Sommo Pontefice Benedetto XVI
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Bellissimo articolo, stupenda confutazione di una colossale sciocchezza che circola ormai anche fuori dal Web e, parlando fuori dai denti, mi fa inc….re di brutto perché manca totalmente di rispetto nei confronti di un grande uomo come Joseph Ratzinger – Benedetto XVI.
Ma se dovessimo fare l’elenco delle stupidaggini che circolano mietendo vittime fra le persone più ingenue all’interno del Popolo di Dio, non ne usciremmo più vivi.
Io stesso ho litigato su FB con una tipa che passa il suo tempo a perorare la causa della separazione fra uomini e donne nelle liturgie, con la riesumazione dell’uso del velo per le donne, arrivando al punto di inscenare vere e proprie battaglie di principio per imporlo. O altri esaltati che sostengono che le messe Novus Ordo, udite udite, non sono valide perché il diavolo è attratto dall’uso dell’italiano, mentre la preghiera eucaristica in latino lo fa scappare (sic!). Badate bene che non sto affatto esagerando, mi consta in prima persona.
Tornando ad argomenti più seri, mi permetto di invitare alla lettura di questo articolo con un illuminante commento di Mons. Giuseppe Sciacca, segretario della Segnatura apostolica e uditore generale della Camera Apostolica. Le sue conclusioni sono argomentate a partire dal diritto canonico, come è normale che sia considerando l’ufficio che ricopre, ma in ogni caso l’articolo di padre Ariel ho provveduto a stamparlo e metterlo da parte per approfondirlo, merita di essere meditato per bene!
https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2016/08/16/news/sciacca-non-puo-esistere-un-papato-condiviso-1…
Caro Salvatore,
ha fatto bene a postare l’articolo di S.E. Mons. Giuseppe Sciacca, che conosco bene, ma che purtroppo mi ero dimenticato, pur avendolo letto con molto interesse a suo tempo, di segnalare ai nostri Lettori.
A mio parere del tutto personale, ma ritengo fondato, dopo il Cardinale Mario Francesco Pompedda (1929-2006) credo che sia uno tra i migliori canonisti che abbiamo oggi a livello mondiale.
Condivido appieno le tue “arrabbiature”, proprio perché tratti di situazione che vivo anch’io nei confronti di un familiare irrecuperabile.
Anni addietro ero affascinata dalla sua religiosità, dal suo fervore nel pregare, dalla sua umiltà. Ma ecco che nel periodo del lookdown si aprono impensabili scenari, “divoratori” di virtù, che mi hanno fatto percepito la chiara sensazione che un “secondo terribile virus” si stesse accanendo contro gli uomini. Serpeggia da allora la convinzione che il vaccino è opera del maligno e modifichi il nostro DNA, che la Messa sia valida solo se in latino, che la Comunione debba essere accettata solo attraverso la bocca, che il nostro amato papa Francesco debba essere dileggiato e temuto in quanto antiCristo, come tutti noi suoi seguaci discepoli di un eretico.
Lascio immaginare gli sterili tentativi di convincimento ed i dissapori nel contesto familiare. Provvidenzialmente trovo in questa sede, nella frase del Vangelo di Matteo ripropostoci da padre Ariel la più adeguata soluzione:
“«In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, ………”
Grazie per il commento segnalato di Mons. Sciacca
Reverendo Padre, Le chiedo la gentilezza, di aprire anche un Canale Telegram dove io sono molto seguita per l’opera di evangelizzazione con le mie pubblicazioni e di valutare seriamente le grandi opportunità che offre questa Applicazione. Può anche interagire con noi. Il Canale può essere privato e vi ha accesso solo chi ha un numero di telefono che sia ben visibile. Mi piace tanto quanto scrive e sa essere veramente esplicativo nei video che pubblica, anche se non in elenco, su Youtube. Potrebbe anche qui aiutare tante anime confuse che stanno abbandonando Facebook e altre piattaforme Social. Prego affinchè il Signore La illumini in tal senso.
Che il Signore La benedica grandemente per questo articolo scritto da Lei e che, se non tutti, almeno qualcuno sta cominciando a ragionare!
Cara Simona,
le assicuro che parlerò con gli altri Padri e i collaboratori de L’Isola di Patmos per prendere molto seriamente quanto di opportuno lei ci suggerisce.
Cercheremo di fare in modo e maniera di entrare sul canale Telegram.
Con sincera gratitudine
Padre, un invito saggio quello di Simona, che ha posto bene in luce come attraverso le Sue parole, lo stile virtuoso delle Sue esposizioni, l’attualità dei temi ed ancor più la dialettica (di cui, confesso, vorrei possedere poche briciole), ci vengono trasferite conoscenza e tanta Verità. Io personalmente ero paurosamente a digiuno del significato di specifici termini, della loro origine e/o modificazione nel corso della storia della Chiesa. Quindi mi ripeto spesso se non sia un vero peccato che tanta generosa ricchezza e formazione rimangano “racchiuse ” nell’ambito della rivista, per pochi eletti, e non si tentino invece più ampi e portentosi canali di comunicazione e scambiabilita’. Sì, c’è lo spazio televisivo, ma molto raro e limitativo. Questo Suo ultimo articolo, ad esempio, di una tale capacità di analisi, che si è contrapposta egregiamente alla ” vaghezza” di contenuto di quello “liberamente” giornalistico in questione, nel quale per caso mi ero imbattuta appena pubblicato, ebbene, il Suo ultimo articolo ho ritenuto condividerlo immediatamente con diversi amici che ancora non La conoscono e nulla sanno opporre alle sapienti frottole che circolano.
Vi assicuro che a inizio anno ci organizzeremo in tal senso.
Intanto vi ringrazio per gli opportuni e preziosi consigli che non cadranno assolutamente nel vuoto.
Carissimo e Preclaro Padre,
purtroppo ieri ho avuto una conferma delle sue parole. Una “fidata” e “provata” amica, che non sentivo da tempo e che sapevo non essersi vaccinata per le solite ragioni, al mio invito cuore in mano a provvedere, al mio intento di accompagnarla di persona al centro vaccinale nonché alla mia profferta di aiuto in caso di reazioni avverse dopo la solita tirata sul Grande Reset, sui poteri occulti e sui giornali comprati dal ministro Speranza (???), ecco tirere fuori che il nostro Santo Padre felicemente regnante è un demonio, che il vero papa è Benedetto XVI e che Radio Maria è la verità.
Non le dico il dolore, l’angoscia e l’incazzatura che tali bestemmie mi hanno apportato. Sono rimasto basito e muto. È (era?) una cara persona, un po’ materiale e individualista, ma credente e, a suo modo, ligia ai precetti di Santa Madre Chiesa. Troppo incline ai miracolismi e al culto mariano più introverso, quello sì.
Io, in coscienza, non mi sento di lasciarla così, ma non so proprio per che verso prenderla.
Buona serata e grazie per le conferme che mi da, e sempre attinenti ai dubbi più impellenti.
Caro Gianni,
quando certe persone si chiudono alla ragione, rigettano la realtà e si rifiutano di fare ragionamenti logici basati sul comune buon senso, aiutarli è sempre molto difficile, a volte appare quasi impossibile.
Se bonariamente si cerca di farli ragionare, si sentono sfidati o peggio aggrediti, per non dire come reagiscono se uno cerca di dimostrargli che sono in errore, peggio che mai.
In queste situazioni ci possiamo solo limitare ad ascoltare la persona, evitare di contraddirla, ed attendere con sapiente pazienza che apra anche un minuscolo spiraglio.
Se la persona rimane ostinata, la massima evangelica ci dice con chiarezza che cosa fare:
«In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi» (Mt 10, 11-14).
La ringrazio di vero cuore per i suoi preziosi insegnamenti. La seguo sempre con vivo interesse e la prego di continuare a “tuonare” come è solito fare.
A presto e che la Madonna ci accompagni.
Come pecorella smarrita non posso che darle ragione. Questioni teologiche così importanti dovrebbero essere trattate in ambienti ad alto livello, da studiosi competenti e da teologi illuminati da una fede ardente.
Purtroppo l’attuale Chiesa Cattolica è lacerata da derive di ogni genere come i vescovi tedeschi inclini alle derive protestanti, che si dibattono tra preti sposati e “donne prete”, non parliamo poi dell’omosessualità dilagante nelle fila dei consacrati, idoli in Vaticano, comunione ai risposati, amuchina al posto dell’acqua santa, Eucarestia in mano, abolizione di fatto della messa vetus ordo, ecc.ecc.
Per ultimo il video in cui Bergoglio confessava di non sapere il perché Gesù ha dovuto subire il martirio della Croce.
Noi pecorelle siamo sempre più smarrite e attendiamo ancora una risposta ai “dubia” dei 4 alti prelati ormai dimenticati.
Come mai il vescovo Viganò non viene scomunicato mentre i preti subiscono la sanzione per meno di un decimo delle sue affermazioni?
Prego il Padreterno che mandi al più presto l’Apocalisse, così smetteremo di litigare e la verità trionferà.
Sia lodato Gesù Cristo. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Caro Gian,
per quanto la cosa sia “emotivamente” comprensibile, a volte taluni tendono ad affrontare certi problemi, indubbiamente molto gravi, come se la Chiesa Cattolica avesse solo un presente, anziché 2000 anni di storia alle spalle e destinata, secondo la promessa di Gesù Cristo, a sopravvivere fino alla fine dei tempi. Come sopravvivrà non sappiamo, ma sappiamo che sopravvivrà perché lo ha detto Cristo Dio.
Nel XV secolo i vescovi della attuale Germania facevano cose molto peggiori dei dibattiti tra “preti sposati” e “donne prete” e diversi di loro non erano pastori in cura d’anime ma dei potenti feudatari.
Magari, il problema dell’omosessualità fosse una novità che segna il declino e la decadenza che la Chiesa sta vivendo oggi. Perché anche questa è storia vecchia, lo dimostra il Liber Gomorrhianus del Cardinale Pier Damiani, in seguito Santo e Dottore della Chiesa, che lanciò tuoni e fulmini contro la sodomia diffusa nel clero già nel lontano XI secolo.
Come presbitero e teologo ho il dovere di informarla che la Chiesa non ha mai concesso la Santa Comunione ai divorziati risposati e chi attribuisce questa “concessa facoltà” o questo “sovvertimento della dottrina” alla esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, evidentemente non ha letto quel documento, nel quale non è assolutamente stabilita alcuna norma in tal senso. Per quanto riguarda i divorziati risposati resta in vigore la disciplina racchiusa al n. 78 della Familiaris Consortio del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, che nessuno sino a oggi ha abrogato.
In Amoris Laetitia si raccomanda la cura pastorale delle persone divorziate risposate e si invitano i pastori a valutare caso per caso le diverse situazioni. Cosa peraltro che la Chiesa fa da sempre e non certo da otto anni a queste parte. E questo glielo dico come confessore, per esempio: i gravissimi peccati contro la vita, tale è per esempio l’aborto, non sono affatto tutti uguali gli uni agli altri, perché diverse sono le situazioni e diverse le condizioni e i fatti che possono avere spinta una donna ad abortire, rendendo così questo peccato, in sé gravissimo, diverso in gravità da persona a persona. Possono esistere persino casi eccezionali nei quali, un simile e gravissimo peccato mortale, in una particolare e specifica situazione può persino ridursi a peccato veniale, per esempio nel caso di una donna costretta con la coercizione o di una donna priva della reale consapevolezza di ciò che veramente faceva. O alla base del peccato non c’è forse la libertà, la consapevolezza e il deliberato consenso?
Tutte queste sono forse invenzioni della “Chiesa misericordista del nuovo corso”? No, è l’insegnamento di uno tra i più grandi dottori della morale cattolica, anch’esso proclamato Santo e Dottore della Chiesa, Alfonso Maria de’ Liguori.
Idoli in Vaticano? A me, che pure gli spazi del Vaticano li conosco e li frequento a volte anche con una certa assiduità, accedendo anche a quegli spazi non consentiti ai visitatori, non risulta che nella cappella del Santissimo Sacramento della Papale Arcibasilica di San Pietro abbiano tolto la riserva eucaristica e l’abbiano sostituita con qualche idolo, né mi risulta che abbiano sfrattato le reliquie del Beato Apostolo Pietro da sotto l’altare della confessione per sostituirle con un idolo pagano.
Se l’Autorità Ecclesiastica stabilisce che si prenda con riverente devozione l’Eucaristia in mano, perché porgendola alla bocca, in tempo di pandemia da Covid-19, si può rischiare di trasmettere infezione da un fedele all’altro, ci si attiene a quello che la Chiesa ha disposto, senza gridare al sacrilegio, laddove sacrilegio non c’è. Questo detto da un prete che la Comunione in mano ha sempre evitato di darla, ma che si attiene con scrupolo a quanto i vescovi hanno stabilito, perché i maestri e i custodi apostolici della fede sono loro. Questo senza che certi fedeli che ritengono di saperla più lunga dei Successori degli Apostoli si stracciano le vesti per ogni nonnulla e che, credendo di rispettare meglio di altri il Santissimo Sacramento, non trovano di meglio da fare che contestare i vescovi.
Sono molto felice che siano state poste delle restrizioni alla celebrazione della Santa Messa con il vetus ordo, perché è il caso di dire: chi è vittima del suo male pianga se stesso. È infatti cosa appurata e documentata che una frangia esaltata di fedeli tutt’altro che minoritaria, per anni ha usato quel venerabile rito contro un intero concilio della Chiesa e contro la riforma liturgica del Santo Pontefice Paolo VI. Ciò che mi dispiace è che non siano giunti a questa decisione molti anni prima, evitando tanti problemi ai vescovi e a noi sacerdoti da parte di quei non pochi fedeli che avevano istituito il cosiddetto Partito della Vera Tradizione e che usavano la sacra liturgia per muovere gravi e pesanti contestazioni alla Chiesa, al concilio e alla riforma liturgica.
I Cardinali “dei dubia” li ho conosciuti, uno in modo particolare, il Cardinale Carlo Caffarra. E proprio questo Cardinale le avrebbe risposto spiegandole che il Sommo Pontefice non è tenuto a rispondere alle suppliche a lui rivolte, per esempio in forma di dubia. Se poi non risponde, non può essere per questo nemmeno giudicato, perché il Romano Pontefice non è soggetto al giudizio di alcuna autorità umana. Ma badi bene, non da otto anni a questa parte, ma da sempre.
Le spiego subito perché il confuso e confondente Arcivescovo Carlo Maria Viganò non viene scomunicato. Per questo semplice motivo:
1. Non ha mai detto che questa è una Chiesa falsa e satanica, una multinazionale della menzogna governata dall’Anticristo;
2. Non ha mai dichiarato che il Pontefice regnante è un antipapa eletto in modo illecito e invalido;
3. Non ha mai dichiarato che tutti noi che celebriamo i sacri misteri in comunione con lui celebriamo Messe invalide e amministriamo Sacramenti invalidi e anziché nutrire i fedeli con il Corpo di Cristo li nutriamo con il corpo dell’Anticristo e che le nostre celebrazioni sono messe sataniche;
4. Perché non ha mai detto che alla morte del Pontefice regnante sarà eletto un altro antipapa in quanto i cardinali non possono eleggere un legittimo pontefice suo successore;
5. Ecc… ecc …
Ecco perché questo Arcivescovo non è mai incorso in scomunica.
Io non invocherei, baldanzosamente come fa lei, l’imminente giudizio universale, perché penso che forse il primo a essere giudicato potrei essere proprio io. Perché vede, di solito, il giudizio universale, lo invocano sempre e di prassi quelli convinti che Dio giudichi sempre e solo gli altri, mai loro, ma soprattutto che li giudichi come loro ritengono che li debba giudicare e che debbano essere giudicati.
La benedico e le auguro ogni bene e grazia dal Signore e, soprattutto … avanti con Maria!
Adesso so finalmente cosa rispondere a tanti cattoconfusi, grazie di tutto Reverendo Padre, che il Signore la benedica grandemente!
Cara Simona,
assieme ai miei confratelli Ivano Liguori e Gabriele Giordano M. Scardocci, cerchiamo di fare quanto più e quanto meglio possibile informazione cattolica, in modo del tutto particolare quando certi pericolosi arruffapopoli confondono le pecore del gregge che Cristo Dio ha affidato a noi pastori.
Questo è lo scopo della nostra missione sacerdotale, questa la finalità de L’Isola di Patmos.
La benedico di cuore
Certo son tempi duri per alcuni buoni pastori, ma sono altrettanto duri per le pecorelle che vagano smarrite …. a tal punto confuse e disorientate dai tanti falsi richiami.
Pecorelle belanti che non sanno più riconoscere la voce rassicurante che le riconduce in salvo all’ovile ….
Il grande divisore (dal greco diabolos) è sempre all’opera nel seminare zizzania e confondere le menti e le anime, dentro e fuori dalla Chiesa.