Ces prêtres ratés d'une Église en désarroi que certains aiment tant “racaille catholique” dont on se passerait volontiers

QUEI PRETI FALLIMENTARI DI UNA CHIESA ALLO SBANDO CHE TANTO PIACCIONO A CERTA “GENTAGLIA CATTOLICA” DI CUI FAREMMO TANTO VOLENTIERI A MENO

Sono lieto di avere dato della vergogna di prete a un confratello che si è manifestato tale, au-delà de toutes ses activités sociales et caritatives, potrebbe servigli a riflettere sul fatto che i pubblicani e i pagani compiono opere di bene e opere sociali persino più grandi delle sue. Con buona pace dei suoi Ventilateurs, rivelatisi perlopiù “gentaglia cattolica” violenta e insultante nei commenti, che vorrebbero trasformare la Chiesa di Cristo in un circo equestre, come se già non lo fosse abbastanza.

- nouvelles ecclésiales -

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Benedico Dio per i sessant’anni che ho compiuto il 19 agosto e vi confido una delle battute più ricorrenti rivolte a miei confratelli ottantenni durante i colloqui di direzione spirituale:

«Potessi fare a cambio ti darei i miei anni e mi prenderei gli anni tuoi che ti stai avviando alla fine della tua vita. Perché non oso neppure pensare che cosa dovrò vedere e soffrire come prete vivendo altri 25 O 30 anni in questa situazione di decadenza ecclesiale ed ecclesiastica ormai irreversibile, a ben considerare che da tempo abbiamo superato la soglia del non-ritorno».

Que l'Église survivra è una divina promessa di Gesù Cristo, che però ci ammonisce:

« Mais le Fils de l'homme, quand il viendra, trouver la foi sur la terre?» (Lc 18,8).

La Chiesa la troverà, ma la domanda è di rigore: quale Chiesa? Sono ormai 15 anni che in miei libri e articoli avanzo un’ipotesi che non si basa sul “mistico illuminato” che non sono, ma sulle sacre scritture: e se al suo ritorno trovasse una Chiesa mondanizzata svuotata completamente dell’essenza di Cristo e riempita di altro? Il Catechismo della Chiesa Cattolica ― questo grande sconosciuto ai “cattolici” da social al seguito di certi Pretini mode ― con chiarezza inequivocabile insegna:

« Avant la venue du Christ, l'Église doit passer par un dernier procès qui ébranlera la foi de nombreux croyants (Voir. Lc 18,1-8; Mont 24,12). La persécution qui accompagne son pèlerinage sur la terre (Voir. Lc 21,12; Gv 15,19-20) révélera le "mystère de l'iniquité" sous la forme d'une imposture religieuse qui offre aux hommes une apparente solution à leurs problèmes, au prix de l'apostasie de la vérité. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne» (Voir. voir QUI).

Durante uno dei nostri ultimi colloqui il Cardinale Carlo Caffarra di benedetta memoria mi disse:

«Nessuno di noi conosce il giorno e l’ora (S.d.A. Mont 24,36), quindi non possiamo fare neppure vaghe ipotesi. Mais une chose est certaine: leggendo le Sacre Scritture sembrerebbe che oggi gli elementi ricorrano quasi tutti» (S.d.A. II Ts 2, 3-12).

Per trattare questo tema molto delicato prendo come esempio le buffonate di un confratello, uno tra i tanti privi di qualsiasi malizia, anzi convinti in buona fede di fare del bene, ignaro che dinanzi a Dio noi sacerdoti di Cristo non siamo però giustificati da una certa buona fede, che alla pari delle buone intenzioni può portare persino all’Inferno nei casi più gravi, perché a noi non sarà riconosciuto né il beneficio dell’ignoranza né tanto meno quello dell’ignoranza inevitabile o invincibile. Il est écrit:

"Pour ceux qui ont beaucoup donné, beaucoup sera demandé; à qui les hommes ont commis beaucoup, Il demandera plus " (Lc 12,48).

Nulla di personale verso questo presbitero genovese prontamente difeso sui réseaux sociaux da un esercito di Ventilateurs che mi hanno subissato di messaggi e commenti insultanti. Intendo usarlo solo come paradigma per raffigurare la decadenza e la sciatteria del nostro povero clero.

Ecco il fatto documentato: ce prêtre tiktokeur è avvezzo da tempo a mettere in rete sue gag convinto a questo modo di attirare i c'ciovani. In uno di questi pubblici video ha superato tutti i limiti della sacerdotale e teologica decenza, pour que, essendo anch’io un cosiddetto personaggio pubblico un po’ conosciuto, altrettanto pubblicamente ho reagito, senza venire meno ai criteri evangelici della correzione fraterna (cf.. Mont 18, 15-18), perché se infatti tu decidi di fare pubblicamente lo scemo mettendo in scena uno esquisser sul mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio, ho il dovere di dirti pubblicamente che sei uno scemo, per essere buoni. Agendo così tu disonori la nostra dignità sacerdotale, che non è tua e non puoi disporne come vuoi, perché è nostra, a noi data in comodato d’uso e della quale dovremmo seriamente e gravemente rispondere a Dio.

Le immagini e le frasi parlano da sole, perché lo scemo non trova di meglio da fare che inserire questa didascalia nel suo video:

«San Giuseppe quando l’Angelo Gabriele gli annuncia che sua moglie Maria è incinta per opera dello Spirito Santo».

Sotto questa didascalia, rivestito dei paramenti sacri liturgici e con alle spalle il tabernacolo contenente il Santissimo Sacramento, le prêtre tiktokeur si mette a mimare l’attore comico Carlo Verdone per rappresentare il Beato Patriarca Giuseppe che prima si gratta pensieroso la testa e poi dice «In che senso?» (Film de chanson Très bien, voir QUI).

Sulla mia pagina social ho contestato questo atteggiamento lesivo della dignità sacerdotale e il modo blasfemo in cui questo scemo ha rappresentato il mistero cardine della salvezza: l’incarnazione del Verbo di Dio fatto uomo. Bien sûr: se già più volte ho usato il termine “scemo” è per dare a questo improvvido prete tiktokeur tutte le più caritatevoli attenuanti, perché tutti noi saremo pronti a giustificare e poi perdonare le stupidaggini dello scemo del villaggio, appunto perché scemo. Donc, dargli dello scemo in questo preciso contesto, è un atto di autentica carità e misericordia.

Ce sont les résultats: chiamati a raccolta i propri Ventilateurs le prêtre tiktokeur li ha istigati con un suo post a smentire e quindi replicare. Quello che in linguaggio social il s'appelle Shit storm, alla lettera tempesta di merda. Et ainsi, je Ventilateurs del prete tiktokeur mi hanno subissato di messaggi in cui mi si accusa di essere ― nell’ipotesi migliore e più delicata ― una vergogna di prete, un disumano, un rigido, un invidioso. Un esercito di persone ha scritto che questo prete attira tanti c'ciovani, parce que je c'ciovani con lui non si annoiano ma si divertono. Altri hanno scritto che i rigidi come me hanno le chiese vuote, altri hanno messo in dubbio che fossi persino un prete. Poteva poi mancare l’esercito delle immancabili donne pasionarie, da sempre le più violente in assoluto, salvo poi piangere e strepitare “maschilista!” se qualcuno ribatte loro? In massa si sono rivolte a me in toni con i quali non sarebbe lecito rivolgersi neppure a un ergastolano pluri-omicida, magnificando le straordinarie opere sociali e assistenziali del loro beniamino a favore dei bambini malati oncologici del Gaslini di Genova.

Non potevo rispondere a centinaia di commenti perlopiù insultanti, ho risposto solo a qualcuno, consapevole che la pletora di non-cattolici al seguito di questo prete manifestava di commento in commento sentimenti e stili che sono l’antitesi di quello che è il sentimento cattolico. Sarebbe stato davvero tempo perso mettersi a spiegar loro che fare il bene non comporta essere né bravi preti né bravi cattolici:

«Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mont 5, 46-48).

Che cosa significa questa frase? Qualcosa di tanto solenne quanto terribile: il bene, cristianamente inteso, non può essere disgiunto dalla fede, dalla speranza e dalla carità (Je Cor 13, 1-13). E la fede e la carità non nascono dall’allegria e dal divertimento concesso ai c'ciovani da certi preti all’interno di chiese ridotte a circo, nascono dal mistero della croce di Cristo che sconfigge la morte e che ci rende tutti partecipi alla sua risurrezione. Questo è il cuore della nostra gioia cristiana: et resurrexit tertia die, et ascendit in coelum.

Tempo fa rifiutai il saluto a un ginecologo abortista ― ma come risaputo sono un rigido senza carità e misericordia ―, rifiutandomi di sedere a tavola con lui a una cena organizzata da vari amici clinici ai quali dissi: «Io non mi siedo al tavolo con Erode che compie ogni giorno la strage degli innocenti». Salutai e me ne andai. Atteggiamenti, questi miei, frutto sicuramente di rigidità e mancanza di misericordia verso un uomo considerato da tutti straordinario. Dovete infatti sapere che questo novello Erode faceva volontariato a favore delle donne maltrattate e nel corso dell’anno andava a prestare servizio nei paesi poveri africani, lasciandovi persino sue donazioni personali. En bref, un uomo di carità, un uomo di Dio secondo certa “gentaglia cattolica” incapace a comprendere che cosa voglia dire: «Non fanno lo stesso anche i pubblicani e i pagani?».

Come risaputo sono direttore spirituale o confessore di molti sacerdoti. Nel corso dell’ultimo anno ne ho dolorosamente e amorevolmente accompagnati due fuori dal sacerdozio, invitandoli a chiedere la dispensa dal sacro ministero e dagli obblighi del celibato. Motivo? Entrambi avevano perduto completamente la fede. À ce moment-là, in scienza e coscienza ho detto loro: «Rimanere nel sacerdozio sarebbe il sistema più sbagliato per tentare di recuperare in qualche modo un barlume di fede». J'ai eu tort, sono stato forse un rigido? Combien de temps s'arrêter à, perché poco più di un anno dopo, i dicasteri della Santa Sede preposti a trattare certi problemi riconobbero la nullità dell’ordinazione sacerdotale di uno dei due, ammettendo di fatto che non andava proprio consacrato sacerdote.

Vous connaissez, o laici “cattolici” emozional-internetici, da cosa spesso ho riconosciuto la pessima formazione al sacerdozio di certi preti, le gravi carenze di fede o le loro gravi crisi spirituali? Dal loro iper-attivismo nel sociale, dal loro essere tutti proiettati verso i c'ciovani e verso le opere sociali e caritative, pur di dare un senso alla loro carente fede o per rifuggire e non affrontare le loro gravi crisi spirituali generate a monte da una pessima o persino disastrosa formazione al sacerdozio. et parfois,, con soggetti di questo genere, ho dovuto lavorare anni, non sempre con buoni risultati, perché se il prete non lo formi prima, formarlo dopo è quasi impossibile.

Ho incominciato questo articolo dicendo la mia età, l’ho fatto per un preciso motivo che adesso vi chiarirò: leggendo i commenti rigorosamente insultanti di certi Ventilateurs del prete tiktokeur, sono piombato indietro alla mia adolescenza, prendendo atto con tristezza e rammarico che certa “gentaglia cattolica” non è ancora uscita dagli infausti e nefasti anni Settanta del Novecento. In quegli anni ero adolescente ma forse già propenso ― chissà! ― a essere rigido. Pertanto ricordo bene certi c'ciovani che parlavano di Che Guevara e di Gesù Cristo confondendo l’uno con l’altro, che alle Sante Messe schitarravano e cantavano Dieu est mort Francesco Guccini, inneggiando a Friedrich Nietzsche, mentre i poveri fedeli andavano in fila a ricevere il Corpo di Cristo. Poi la sera andavano alle riunioni nella sede di Lotta Continua o di Democrazia Proletaria, tirando di tanto in tanto qualche sasso alla Polizia di Stato durante le manifestazioni. E quando tornavano all’oratorio parrocchiale parlavano di rivoluzione e dicevano che andava rivoluzionata la Chiesa, dentro la quale ― udite, écouter! ― bisognava essere allegri, perché il Cristianesimo è gioia e amore. Dans ces années, analoghi preti scemi, cercavano di attirare i c'ciovani dicendo che Cristo era un grande rivoluzionario e che la Chiesa doveva mettere al centro i c'ciovani. Gli stessi identici discorsi della gran parte dei Ventilateurs del prete tiktokeur che attira i c’iovani e che fa tanto apostolato sociale, persino con i bambini malati di cancro, insomma un santo modello di sacerdotali virtù dinanzi al quale San Giovanni Maria Vianney è ben poca cosa! Quelle tristesse, quarant’anni passati invano senza che certa gente abbia capito niente, ostinata, all’occorrenza anche in modo violento, nel non voler capire che la Chiesa di Cristo è altra cosa e che ai c’iovani bisogna presentare un progetto tutt’altro che facile da realizzare nella vita:

« Entrez par la porte étroite, Car large est la porte, spacieux le chemin qui conduit à la destruction, et beaucoup être là qui entrent par:; combien étroite est la porte et combien étroit est le chemin qui mène à la vie, et peu ceux qui la trouvent!» (Mont 7, 13-14).

Tra una sua preziosa attività social-caritativa e l’altra, inclusi bimbi malati di cancro nel reparto di oncologia del Gaslini di Genova, il prete che fa gli esquisser dovrebbe ricordare che quando il vescovo lo consacrò sacerdote, ses, come a tutti noi, il a dit:

« Comprenez ce que vous faites, imitez ce que vous célébrez, conformer votre vie au mystère de la croix du Christ, le Seigneur " (Voir. Rito della Sacra Ordinazione dei Presbiteri).

Tutto questo lo scemo prete tiktokeur lo ha capito così bene al punto da ironizzare sull’incarnazione del Verbo di Dio davanti al tabernacolo. Tanto per ribadire che dargli dello scemo a fronte di tutto questo è un vero atto di carità e misericordia. O per caso qualche vescovo gli ha detto di conformarsi a Carlo Verdone per attirare i c'ciovani? Pronta la replica dei Ventilateurs: «Lui riempie le chiese!». Oui, ma di che cosa le riempie? Peut-être de c'ciovani che vedono il prete simpatico anziché vedere il mistero di Cristo Dio? Con chi le riempie, forse con ex sessantottini che tutt’oggi pensano di poter riscrivere la fede e la Chiesa a loro proprio piacimento, felici oltre modo se trovano un prete di grande carità e di grande apostolato che de-sacralizza i misteri della fede?

Sono lieto di avere dato della vergogna di prete a un confratello che si è manifestato tale, au-delà de toutes ses activités sociales et caritatives, ciò potrebbe servigli a riflettere sul fatto che i pubblicani e i pagani compiono opere di bene e opere sociali persino più grandi delle sue. Con buona pace dei suoi Ventilateurs rivelatisi perlopiù “gentaglia cattolica” violenta e insultante che vorrebbero trasformare la Chiesa di Cristo in un circo equestre, come se già non lo fosse abbastanza.

La nostra missione di sacerdoti non è quella di piacere al mondo ma di combatterlo e di dire di no alle sue perversioni anti-cristiane. Lo so benissimo che sarebbe molto più comodo dire: "Oui, il est vrai, sono due uomini, mais qu'est-ce que cela signifie, basta che si amino, perché Dio è amore e misericordia, non proibizione, non giudizio, meno che mai castigo. Dieu ne punit personne, questo lo credono e lo dicono i rigidi. Dieu est amour, ama e perdona tutti». Qualcuno aggiunge anche: «Certe coppie di “uomini sposati” sono tanto sensibili e se gli diamo anche un bimbo in adozione sono più bravi e teneri di tante coppie eterosessuali». E via dicendo a seguire chi vuole intendere intenda, perché questa è la realtà del prete piacione: basta dire che il male è bene e che il bene è male e il mondo ti amerà e ti porrà sopra un piedistallo. O qualcuno pensa che alla tenera età di sessant’anni e con anni di sacerdozio alle spalle, non abbia capito cosa il mondo vuole sentirsi dire, per farsi piacere un prete e trasformarlo nel proprio idolo?

La nostra missione non è fare i jocks Regardez c'ciovani, ma di dir loro le cose che non vogliono sentirsi dire, avec tact et délicatesse, consapevoli di andare incontro al totale rifiuto della gran parte di loro e alle critiche e agli attacchi più feroci di coloro che li circondano. A partire dai loro disastrosi genitori, pronti a battere i piedi e a pretendere di avere ragione se dicono che è cosa buona e giusta che la loro figlia appena ventenne sia andata a convivere con il fidanzato, «perché oggi non è più come una volta, le cose sono cambiate e bisogna essere elastici e comprensivi», aggiungendo poi quella larvata minaccia che al vero pastore in cura di anime non dovrebbe interessare proprio niente: «Altrimenti, con il vostro modo di pensare, allontanate i c'ciovani de l'église!».

A coloro che dicono di essere cattolici è doveroso dire con chiarezza ciò che è bene e ciò che è male, per la loro vita e la salute delle loro anime, in questa nostra società al disastro soprattutto giovanile. La nostra missione è quella di impedire che in nome di un non meglio precisato “amour” le peggiori perversioni del mondo siano introdotte come un cavallo di Troia dentro la Casa di Dio dai preti social-scemi, sino a fare i buffoni davanti al tabernacolo del Santissimo Sacramento con i paramenti indosso, ironizzando sul mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio, mentre le nonne ex sessantottine — quelle che da giovani corsero in massa a votare per il référendum a favore dell’aborto e a seguire a firmare a favore dell’eutanasia ai banchetti di Marco Cappato — tra una botta di artrite reumatoide e un prolasso all’utero si compiacciono per i c'ciovani che in chiesa si divertono col prete figo, perché con lui tutto è gioia, oltre a quella strana idea di “amour” che tutto giustifica, a partire dai peccati peggiori, inclusi quelli che gridano al cielo.

Bien sûr, gioia e allegria. Ne è prova, a suo modo emblema, la Bienheureuse Vierge Marie, che sotto la croce era tutta un tripudio di allegrezza, mentre il Beato Apostolo Giovanni, per rallegrarla di più ancóra mentre il Cristo agonizzava, le recitava i versi dei satiri romani antenati di Carlo Verdone. Poi ci sono i rigidi che invece cantano «Mère se tenait à côté des pleurs croix, Alors que son fils», incapaci di comprendere quanto sia invece importante cantare: « Libérez la joie, Aujourd'hui, la fête est, dai, chanter avec nous, la partie ici, nous sommes ", perché «il Cristianesimo è la religione della gioia, dell’amore e della vita». Oui, ma c’è solo unpiccoloqui pro quo: alla gioia si giunge attraverso la passione d’amore della croce e alla vita, quella della beatitudine eterna — che è un premio e non un diritto dovuto — si giunge attraverso la morte, non di rado preceduta spesso anche da malattia e sofferenza. Il est écrit:

«Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, va perdre; ma chi perderà la propria vita per causa mia, Vous trouverez”» (Mont 16.24-25).

Altro che scatenate la gioia, la festa siamo noi.Gentaglia cattolica” … "Via, loin de moi, maudit, le feu éternel, préparé pour le diable et ses anges " (Mont 25,41).

 

De Isola Patmos, 13 septembre 2023

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Mariage religieux annulé ou invalide? La réforme du processus matrimonial canonique

MARIAGE RELIGIEUX ANNULÉ OU NUL? LA RIFORMA DEL PROCESSO MATRIMONIALE CANONICO

Siamo proprio sicuri che «solo i ricchi possono permettersi di rivolgersi a Roma presso il Tribunale della Sacra Rota per farsi annuler i matrimoni e sposarsi nuovamente in chiesa»?

– Teologia e diritto canonico –

AutoreTeodoro Beccia

Auteur
Théodoro Beccia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chi si dedica alla cura delle anime, spesso è costretto a leggere sui vari blog dei sapienti tuttologi, oppure a udire direttamente dalla viva voce di certi fedeli ingenui o male informati affermazioni di questo genere: «Solo i ricchi possono permettersi di rivolgersi a Roma presso il Tribunale della Sacra Rota per farsi annuler i matrimoni e sposarsi nuovamente in chiesa».

Un matrimonio, sia quello contratto tra due ricchi sia quello contratto tra due poveri, nessuno ha il potere di annullarlo, perché i Sacramenti non sono beni disponibili e meno che mai annullabili. Se i soldi fossero bastati per annullare il matrimonio di un ricco, la Chiesa si sarebbe risparmiata lo scisma inglese del 1533, originato da Enrico VIII che lasciò la consorte Caterina per unirsi in matrimonio ad Anna Bolena. In tal caso non avremo avuto nemmeno un celebre Santo martire, Thomas Plus, condannato a morte per avere dichiarato illecito l’atto di supremazia esercitato dal sovrano sulla Chiesa Cattolica d’Inghilterra, che produsse appunto uno scisma, proprio perché nessuno aveva la potestà per poter annullare un Sacramento.

Un matrimonio può essere dichiarato nullo, non annullato, dichiarare infatti la nullità è cosa totalmente diversa da annuler. A verificare se sussistono gli elementi di nullità matrimoniale non è la “costosa” Sacra Rota Romana indicata come “tribunale per i ricchi”, ma i tribunali ecclesiastici diocesani. Il Tribunale della Sacra Rota è uno dei tre organismi giudiziari della Santa Sede e ha sede presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che nel sistema giuridico ecclesiastico equivale alla Suprema Corte di Cassazione del nostro sistema giuridico italiano:

«La Segnatura Apostolica, quale Tribunale amministrativo per la Curia Romana, giudica i ricorsi contro atti amministrativi singolari, sia posti dai Dicasteri e dalla Segreteria di Stato che da essi approvati, tutte le volte che si discuta se l’atto impugnato abbia violato una qualche legge, nel deliberare o nel procedere» [voir QUI].

Affermare che «i matrimoni vengono sciolti dalla Rota» equivarrebbe a dire che una causa, anziché presso il tribunale ordinario (première année) o il tribunale di appello (deuxième degré) sia discussa direttamente presso la Suprema Corte di Cassazione (!?).

Molti fedeli cattolici uniti in sacro vincolo matrimoniale, vuoi per superficialità vuoi per ignoranza, non si sono mai premurati di rivolgersi ai parroci o direttamente ai vescovi per rappresentare le situazioni dei loro matrimoni falliti e chiedendo se vi fossero gli elementi necessari per poter intervenire con una sentenza di nullità, che compete al Tribunale Diocesano. La gran parte divorziano e si sposano in seconde nozze, poi semmai vanno in giro dicendo, alcuni persino piangendo, che «solo i ricchi possono permettersi di pagare per farsi annullare i matrimoni dalla Chiesa» (sic!).

Le spese per una causa di nullità matrimoniale sono veramente risibili, se confrontate con i costi e le parcelle degli avvocati civilisti italiani che trattano le cause di divorzio. Per evitare qualsiasi genere di abuso la Santa Sede ha fissato un preciso tariffario per le spese vive di queste cause che possono ammontare da un minimo di 1.600 a un massimo di 3.000 euro. Inoltre è previsto e concesso il gratuito patrocinio per le persone non abbienti. Le cause in appello dinnanzi alla Rota Romana, a seguito del Rescritto del Sommo Pontefice Francesco del 7 décembre 2015 sono gratuite:

«La Rota Romana giudichi le cause secondo la gratuità evangelica, cioè con patrocinio ex officio, salvo l’obbligo morale per i fedeli abbienti di versare un’oblazione di giustizia a favore delle cause dei poveri» [voir QUI].

Le Lettere apostoliche in forma di Motu Proprio: Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus (rispettivamente per le chiese di rito latino e per le chiese di rito orientale), promulgate da Sua Santità Francesco il 15 août 2015, sono intervenute a riformare la materia processuale matrimoniale in risposta principalmente al ritardo con cui solitamente veniva definito il giudizio, a scapito dei fedeli che si vedevano costretti a una lunga attesa per la definizione del proprio stato di vita, nonché per soddisfare la necessità, sollevata in ambito ecclesiastico, di rendere più accessibili e agili le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità.

A tal proposito occorre ribadire che il processo matrimoniale non “annulla” il matrimonio (come erroneamente spesso viene indicato) ma interviene per accertare la nullità di un matrimonio, seppur celebrato con le dovute forme esterne. In tale ottica, Papa Francesco ha voluto condividere coi Vescovi diocesani il compito di tutelare l’unità e la disciplina del matrimonio. Altresì la riforma, puntando ad una maggiore celerità dei procedimenti, può assicurare pienamente l’esigenza di ottenere una risposta in tempi ragionevoli alle istanze di giustizia.

Nella riforma possiamo evidenziare alcuni principi tesi a mettere al centro del procedimento la cura e l’accompagnamento pastorale dei fedeli che hanno vissuto il fallimento del loro matrimonio. Con il Motu Proprio il Papa prevede la centralità della figura del Vescovo quale “giudice naturale” e chiede che ogni Vescovo diocesano abbia personalmente un Tribunale collegiale, o un Giudice Unico, e che giudichi personalmente nel processo breviore. Donc: il Vescovo stesso è giudice e ciò emerge specialmente nel processo breve. Il processo giudiziale richiede, si possible, il giudice collegiale ma è potestà del Vescovo nominare un Giudice Unico.

L’esigenza di semplificare e snellire le procedure ha condotto a rivedere, quando ricorrono le circostanze stabilite dal documento pontificio, il processo ordinario. En ce sens, le innovazioni più significative sono state:

1) l’abolizione della doppia sentenza conforme obbligatoria: se non si propone appello nei tempi previsti, la prima sentenza, che dichiara la nullità del matrimonio, diventa esecutiva;

2) l’istituzione di un nuovo processo, breviore, che opera nei casi più manifesti di nullità, con l’intervento personale del Vescovo al momento della decisione. Quest’ultima forma di processo trova applicazione nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta dalla domanda congiunta dei coniugi e da argomenti evidenti, essendo le prove della nullità matrimoniale di rapida dimostrazione. La decisione finale, di dichiarazione della nullità o di rinvio della causa al processo ordinario, appartiene al Vescovo stesso. Sia il processo ordinario che quello breviore sono comunque processi di natura prettamente giudiziale, il che significa che la nullità del matrimonio potrà essere pronunciata solo qualora il giudice consegua la “certezza morale” sulla base degli atti e delle prove raccolte.

I documenti pontifici dell’agosto 2015 hanno quindi condotto a una semplificazione delle procedure per la eventuale dichiarazione di nullità matrimoniale. Il Santo Padre ha voluto che il Vescovo, nella cui chiesa particolare a lui affidata è pastore e capo, sia anche giudice tra i fedeli a lui affidati. Nell’ambito pastorale il Vescovo affiderà a persone idonee l’indagine pregiudiziale, che servirà a raccogliere gli elementi utili per l’introduzione del processo giudiziale, ordinario o breviore, sostenendo e aiutando i coniugi tramite soggetti giuridicamente preparati. L’indagine previa si concluderà con la stesura della domanda, o libello, da presentare al Vescovo o al tribunale competente. Normalmente sono i coniugi a impugnare il matrimonio, magari congiuntamente, ma può farlo anche il promotore di giustizia secondo il dettato del pouvez. 1674. Il giudice prima di accettare la causa dovrà avere certezza che il matrimonio sia irrimediabilmente fallito, in modo da risultare impossibile il ristabilimento della convivenza coniugale. Il tribunale competente sarà normalmente scelto secondo le previsioni del pouvez. 1672 (il tribunale del luogo in cui il matrimonio fu celebrato; il tribunale del luogo in cui una o entrambe le parti hanno il domicilio o il quasi-domicilio; il tribunale del luogo in cui di fatto si debba raccogliere la maggior parte delle prove).

Nel processo matrimoniale il Vicario giudiziale competente, una volta ricevuto il libello tramite decreto notificato alle parti e al difensore del vincolo, deve innanzitutto ammetterlo se vi ravvisa un qualche fondamento. ensuite, dovrà notificarlo al difensore del vincolo e alla parte che non ha firmato il libello, la quale ha un termine di quindici giorni per rispondere. Decorso tale termine, il Vicario giudiziale fissa la formula del dubbio, determinando il capo di nullità della causa; stabilisce se la causa si tratterà con rito ordinario o breviore; nel caso di processo ordinario, con lo stesso decreto costituisce il collegio dei giudici o, in mancanza, nomina il giudice unico.

In materia di valutazione delle prove, la Motu Proprio introduce alcune novità che di seguito si riportano. Innanzitutto si rafforza il principio del valore delle dichiarazioni delle parti, ce, se godono di testi di credibilità, considerati tutti gli indizi e gli argomenti che, in assenza di confutazione, possono assumere valore di prova piena. Anche la deposizione di un solo teste può fare piena fede. Nelle cause per impotenza o difetto del consenso par malattia mentale o anomalia psichica, si dovrà ricorrere all’opera di uno o più periti, salvo che dalle circostanze appaia inutile. Encore, se nell’istruttoria della causa sorge il dubbio sulla probabile non consumazione del matrimonio, sarà sufficiente sentire le parti per sospendere la causa di nullità, completare l’istruttoria in vista della dispensa super rato e trasmettere gli atti alla Sede Apostolica, unita alla domanda di dispensa di una o di entrambe le parti e completata dal voto del tribunale e del Vescovo. In riferimento al processo in forma breviore, occorre precisare, En résumé, che in presenza di situazioni di fatto indicative della nullità evidente del matrimonio, comprovate da testimoni o documenti, il Vescovo diocesano ha la competenza a giudicare la domanda.

Questo nuovo rito, autrement dit, permette al Vescovo diocesano di emettere una sentenza di nullità nelle cause in cui sussistono i seguenti presupposti:

une) la domanda è proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi col consenso dell’altro;

b) le circostanze di fatti e di persone rendono manifesta la nullità. Queste circostanze, normalmente riscontrate nell’indagine pregiudiziale o pastorale ed elencate in modo esemplificativo all’art. 14 delle Regole Procedurali, non sono nuovi capi di nullità. Ça parle de, simplement, di situazioni che la giurisprudenza ritiene elementi sintomatici di invalidità del consenso nuziale. Esse possono addirittura suggerire con evidenza la nullità del matrimonio. In particolare sono:

1) la mancanza di fede che genera la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà;

2) la brevità della convivenza coniugale;

3) l’aborto procurato per impedire la procreazione;

4) l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo;

5) l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione;

6) la causa del matrimonio estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna;

7) la violenza fisica inferta per estorcere il consenso;

8) la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici.

Saranno necessari per iniziare un processo breviore:

une) la domanda proposta da entrambi i coniugi o da uno di essi col consenso dell’altro, al Vescovo o al Vicario giudiziale;

b) il libello con i fatti su cui si fonda la domanda, le prove che possono essere raccolte dal giudice, i documenti allegati alla domanda. Stante la presenza evidente di situazioni di fatto indicative di una nullità del matrimonio, comprovate da testimonianze o documenti, la competenza a giudicare in forma breviore spetta al Vescovo diocesano, in seguito alla presentazione del libello, che dovrà esporre i fatti, indicare le prove ed esibire in allegato i documenti su cui si fonda la domanda e che va presentato al Vicario giudiziale diocesano.

Come ha sottolineato a suo tempo il Decano della Rota Romana, questa riforma del processo matrimoniale incide in termini sostanziali e interviene dopo trecento anni nei quali la materia era rimasta sostanzialmente immutata. A seguito della riforma del 2015 sia i Vescovo diocesani che i Metropoliti dovranno procedere all’istituzione del tribunale diocesano. Se già esiste un tribunale, ma che non ha competenza per la nullità matrimoniale, il Vescovo potrà emettere un decreto con il quale conferisce la competenza al proprio tribunale. Aussi, qualora fosse impossibile avere un collegio di tre giudici il Vescovo dovrà decidere di affidare le cause a un giudice unico, o decidere di aderire a un tribunale interdiocesano competente nella materia matrimoniale a norma del pouvez. 1673 § 2 CIC, pur ritenendo questa una norma residuale alla quale il vescovo deve ricorrere solo quando, causa della scarsità di personale adeguatamente formato, sia impossibile costituire un tribunale competente in materia matrimoniale. Ricordiamo che con l’entrata in vigore del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus a été, de facto, abrogato quanto disposto dal Motu Proprio Qua cura, promulgato a sua volta da Papa Pio XI l’8 dicembre 1938, che istituiva appunto i tribunali regionali con competenza in materia matrimoniale.

Se volete informazioni corrette e opportune, non andate su Internet a digitare su un motore di ricerca “annullamento del matrimonio religioso”, perché vi usciranno fuori pagine e pagine di commenti sbagliati e altrettanti sedicenti esperti che sui loro blog scrivono le cose a volte persino più insensate. Rivolgetevi ai vescovi e ai sacerdoti.

 

Velletri de Rome, 12 septembre 2023

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