„Ich komme nicht zum Konzert, Ich bin kein Renaissance-Prinz“, sagte der Heilige Vater, Allerdings bedeutet dies nicht, dass die schlimmsten Schlampereien beseitigt werden

„ICH KOMME NICHT ZUM KONZERT, „Ich bin kein Renaissanceprinz“, sagte der Heilige Vater, CIÒ NON VUOL DIRE PERÒ SDOGANARE IL PEGGIO DELLA SCIATTERIA

I nostri saggi maestri ci hanno messi in guardia sin da giovani su diversi insidiosi pericoli, uns bewusst machen, dass der Nonkonformismus der Konformisten existiert, che è il conformismo peggiore; lo sprezzo del clericalismo da parte dei clericali, che si traduce poi nel clericalismo peggiore; il fascismo degli antifascisti, che finisce col manifestarsi come una forma violenta di neofascismo persino peggiore di quello del Ventennio Fascista.

.

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

Da allora sono passati ormai undici anni, era il giugno del 2013 quando il Santo Padre Francesco lasciò vuota la poltrona al centro dell’aula Paolo VI, mentre invitati e autorità ascoltavano un pointerdetti il «Grande concerto di musica classica per l’Anno della Fede», il tutto all’assenza, anziché alla presenza, des Papstes. Pochi giorni prima, parlando ai nunzi di tutto il mondo, il Santo Padre aveva denunciato la «mondanità spirituale» che è la «lebbra» della Chiesa, il «cedere allo spirito del mondo» che «espone noi pastori al ridicolo», quella «sorta di borghesia dello spirito e della vita che spinge ad adagiarsi, a ricercare una vita comoda e tranquilla». Fatto sta che a nessuno era mai capitato di annunciare ciò che è toccato all’Arcivescovo Rino Fisichella quando tutti, alle 17,30, si attendevano l’ingresso in sala del pontefice: «Il Santo Padre non potrà essere presente per un’incombenza urgente e improrogabile» (vgl.. Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera, WHO).

Cercherò di essere breve, ma non perché mancano argomenti, ganz im Gegenteil: di argomenti ce ne sarebbero fin troppi e, se in alcuni casi proprio non si può tacere, è bene essere molto misurati.

Chi di noi ha avuto la grazia di avere degli autentici maestri ― e ciascuno di noi Padri de L’Isola di Patmos, per divina grazia, li ha avuti ― ha potuto imparare ciò che forse qualcuno non ha avuto modo di imparare a Buenos Aires prima come religioso, poi come presbitero gesuita, infine come vescovo. Giunto infine al sacro soglio a 77 Jahre, non è facile cambiare visuale e prospettiva da anziani, affinché ciò avvenga sarebbe necessario che lo Spirito Santo si posasse sul capo del prescelto non come una colomba ma come un condor delle Ande.

I nostri saggi maestri ci hanno messi in guardia sin da giovani su diversi insidiosi pericoli, uns bewusst machen, dass der Nonkonformismus der Konformisten existiert, che è il conformismo peggiore; lo sprezzo del clericalismo da parte dei clericali, che si traduce poi nel clericalismo peggiore; il fascismo degli antifascisti, che finisce col manifestarsi come una forma violenta di neofascismo persino peggiore di quello del Ventennio Fascista.

Qualcuno pensa che a esporre «noi pastori al ridicolo» siano soltanto le parate di quei personaggi, sogenannt Spitze & Spitze, che estetizzano la sacra liturgia in modo esasperato e talvolta esasperante? Nessuno nega la sussistenza dell’elemento del ridicolo in questi soggetti, se vogliamo pure del grottesco, ma il ridicolo ha però tante facce, quindi non dovrebbe essere considerato meno ridicolo che il Cardinale Sebastian Francis, Vescovo della Diocesi Penang in Malesia celebri la Santa Messa seduto a un tavolo con altri concelebranti e che elevi il Corpo di Cristo a capo coperto dallo zucchetto rosso; il tutto quando persino noi, all’epoca che facevamo i chierichetti, sapevamo che dinanzi al Santissimo Sacramento esposto il vescovo sta a capo scoperto e che durante le liturgie, finché l’Eucaristia non è stata riposta dentro il tabernacolo, non torna a coprirsi il capo (vgl.. Zeremonie der Bischöfe, NN. 153-166). Es ist hier, es ist klar, non si tratta di essere iper-critici, perché le foto che documentano il tutto sono veramente inquietanti.

Il Cardinale Sebastian Francis, che sarà sicuramente un sant’uomo, hat sich 72 Jahre. Se il Pontefice felicemente regnante non giungerà centenario, entrerà in conclave come elettore, dove si ritroverà di fronte a fratelli cardinali di precise tendenze, ma soprattutto di paesi ricchi in grado di sostenere intere Chiese locali dei paesi poveri, che con un dito gli indicheranno la sacca di soldi, con un altro dito gli indicheranno il candidato da scrivere sulla scheda.

Questo accade quando si cade nell’anticonformismo dei conformisti, nello sprezzo del clericalismo dei clericali, nel fascismo degli antifascisti. Ma il bello, se bello lo vogliamo chiamare, è ancora tutto da venire. E che Dio ci assista!

Florenz, 1September 2024

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

"Weiter gehen, So nah, dass du mich verärgerst …» Wenn ein Priester das Kruzifix aus der Mitte des Altars entfernt, sodass es den Altar nicht verdeckt “Zentralität” des Zelebranten-Protagonisten, es bedeutet, dass wir das Ende der Fahnenstange erreicht haben

"WEITER GEHEN, COSÌ VICINO MI FAI TURBAR» SE UN PRETE TOGLIE IL CROCIFISSO DAL CENTRO DELL’ALTARE AFFINCHÈ NON COPRA LA “CENTRALITÀ” DEL CELEBRANTE-PROTAGONISTA, VUOL DIRE CHE SIAMO GIUNTI AL CAPOLINEA

Che dire se circolano video nei quali si vedono sacerdoti e perfino vescovi salire all’altare e rimuovere il crocifisso da sopra lo stesso perché evidentemente toglie visibilità, occupa lo spazio che poco dopo si prenderà il celebrante, brandendo talvolta mostruosi microfoni che, quelli si, possono benissimo rimanere dove sono?

.

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

Ciò che è strano e bizzarro di solito fa breccia sui Sozial, perché aumenta a dismisura le visualizzazioni e attira i commenti della gente. Nessun ambito umano può ritenersi alieno da quest’ansia di ricerca del particolare, dal ridicolo fino al mostruoso, perfino quello religioso.

Alcuni eventi davvero strani avvenuti nelle chiese hanno trovato fortuna sulle diverse più famose e usate piattaforme. Dal prete che canta dall’altare una canzone in voga o ne fa lo sfondo per piccoli risibili video, agli abiti sconvolgenti di alcuni sposi, a certe eccessive benedizioni con l’acqua santa. Qualcuno usa i Sozial anche per stigmatizzare questi comportamenti che accadono nelle chiese o quei gesti che rasentano l’abuso sia del luogo, perché non consoni, che della liturgia usata a piacimento. Il mondo è diventato un gran palcoscenico e purtroppo anche i religiosi pensano che vi si possa salire sfruttando lo spazio dell’aula di una chiesa o di un presbiterio. È di pochi giorni fa la notizia di una stilista che ha disegnato un più che trasparente abito da sposa per un matrimonio in chiesa e non è mancato chi ha potuto commentare: «Una chiesa è solo un edificio, può indossare quello che vuole» (WHO).

Che dire però se circolano video nei quali si vedono sacerdoti e perfino vescovi salire all’altare e rimuovere il crocifisso da sopra lo stesso perché evidentemente toglie visibilità, occupa lo spazio che poco dopo si prenderà il celebrante, brandendo talvolta mostruosi microfoni che, quelli si, possono benissimo rimanere dove sono?

Der Bischof von Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Un presbitero dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno

Le bizzarrie del nostro tempo che intersecano anche il mondo religioso e come si vive e celebra la liturgia ci da il «La» per ricordare che i presbiteri non sono i padroni indiscussi delle celebrazioni e che in verità stanno agendo per un servizio che veicola un mistero più grande e profondo. A tal proposito mi vorrei soffermare proprio sull’altare perché alcune bizzarrie e storture sono avvenute lì, per mano di qualche celebrante o solerte “operatore pastorale”, per non parlare dei cosiddetti “animatori liturgici” che pensano di poter agire a loro piacimento o più probabilmente dimenticano che l’altare non è un arredo qualsiasi, un posto dove poggiare cose alla rinfusa.

Tanto per mettere subito le cose in chiaro, nel rito di dedicazione dell’altare si dice che:

«con l’unzione del Crisma [esso] diventa simbolo di Cristo, che fu detto Unto più degnamente di tutti; il Padre infatti lo unse con lo Spirito Santo e lo costituì Sommo Sacerdote, che offrisse il sacrificio della vita per la salvezza di tutti sull’altare del proprio corpo» (Ordo dedicationis Ecclesiae et Altaris, IV/22).

L’altare dunque è simbolo di Cristo e questa dottrina è tradizionale. Sant’Ambrogio l’ha ricordata più volte:

«Cos’è l’altare, se non il segno del corpo di Cristo?» (Quid est enim altare, nisi forma corporis Christi?), (Komm. in Cant. ich,6: PL 15,1855; De sacram., v, 2, 7; cfr IV, 2, 7: PL 16, 447. 437).

Le vicende storiche che riguardano la presenza degli altari nelle chiese sono antiche e complesse e naturalmente esulano da questo modesto contributo. Si potrebbe cominciare dall’altare fisso che inizia a comparire nelle basiliche del IV secolo, fino all’adozione dell’altare lapideo per il quale non fu estraneo il simbolo biblico di Cristo «pietra angolare dell’edificio spirituale» (vgl.. Soll 118, 22; MT 21, 42; Bei 4, 11; 1Kor 10, 4; 1Pkt 2, 4-8). Si potrebbe citare l’uso antico di celebrare l’Eucaristia sulle tombe dei martiri che trovò concreta traduzione nella costruzione di altari sopra i sepolcri degli stessi, come pure della traslazione delle loro reliquie sotto gli altari delle nuove basiliche. Al riguardo sempre sant’Ambrogio scrive: «Nel luogo in cui Cristo è vittima, vi siano anche le vittime trionfali. Sopra l’altare lui, che è morto per tutti; diese, redenti dalla sua passione, sotto l’altare» (Epistula 22, 13: pl 16, 1023).

Tra tutti i luoghi che sono presenti in una chiesa solo l’altare conosce un rito di dedicazione, a sottolinearne l’eccellenza:

«L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Santa Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia» (Institutio generalis Missalis Romanich, 296).

Anche il Sommo Pontefice lo ha ricordato: «Verso l’altare si orienta lo sguardo degli oranti, sacerdote e fedeli, convocati per la santa assemblea intorno ad esso» (Discorso del 24 August 2017).

L’importanza dell’altare è ricordata naturalmente anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

«L’altare, um die sich die Kirche zur Feier der Eucharistie versammelt, es repräsentiert die beiden Aspekte desselben Mysteriums: der Opferaltar und der Tisch des Herrn, e tanto più in quanto l’altare cristiano è il simbolo di Cristo stesso, presente sia come vittima offerta per la nostra riconciliazione, sia come alimento celeste che si dona a noi» (n. 1383).

Per tali motivi la riforma liturgica risalendo la tradizione cristiana antica ha voluto che nelle chiese si costruisse un solo altare, staccato dalla parete per potervi girare attorno e celebrare verso il popolo, collocato in modo da attirare l’attenzione. Che fosse normalmente fisso e dedicato, con la mensa di pietra, ma non è esclusa altra materia degna, solida e ben lavorata. E sotto l’altare si possono porre reliquie di santi; che fosse coperto da una tovaglia e sopra o accanto a esso vi siano una croce e i candelieri (Institutio generalis Missalis Romani, 298-308).

La venerazione per l’altare ― che infatti si bacia, si incensa e davanti a esso ci si inchina ― è motivata dal suo legame col sacrificio di Cristo, an wen, nel Sacramento, si associa il sacrificio della Chiesa orante. Su di esso viene deposta l’offerta spirituale dei fedeli, significata nel pane e nel vino, weil der Heilige Geist, per il ministero del sacerdote, li renda sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, così che quanti se ne nutrono diventino un solo corpo in Cristo, a lode di Dio Padre. Lo esprime bene la preghiera del prefazio nella messa di dedicazione: «Intorno a quest’altare ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio per formare la tua Chiesa una e santa».

Ed è proprio l’unicità del sacrificio redentore, sul Calvario e nell’Eucaristia, da parte di Cristo sacerdote e vittima, che ha portato la riforma liturgica conciliare a stabilire che in una stessa chiesa non si celebrino contemporaneamente più Messe e che nelle nuove chiese l’altare fisso sia uno solo. È chiara l’intenzione di educare il popolo cristiano con questa prassi e con questo segno, l’altare, il quale «rappresenta (significat) in modo evidente e permanente Cristo Gesù, Pietra viva, e rappresenta in mezzo all’assemblea dei fedeli l’unico Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa» (Institutio generalis Missalis Romani, NN. 298, 303).

Il Concilio Vaticano II si chiuse nel 1965, eppure su questo aspetto, come su altri del resto, la sensibilità di quei Padri che celebrarono l’importante assise e quella dei molti documenti che ne seguirono non sembra purtroppo acquisita o recuperata da tutti. Im 2002, zum Beispiel, der Heilige Durst, ovvero la Congregazione per il Culto Divino, è dovuta intervenire per dichiarare «illecito» celebrare la Messa di Prima Comunione su un altare provvisorio in mezzo alla chiesa con l’ingenua intenzione di «evocare l’Ultima Cena», poiché inutile doppione del «segno già presente»; gesto atto a confondere il popolo distraendolo dall’essenziale. Ma anche ai nostri giorni in alcune Parrocchie, talvolta davanti l’altare, qualcuno pone un tavolo con sopra i simboli della Pasqua ebraica, ingenerando così una totale confusione liturgica e teologica, anche se l’intento sarebbe invece il contrario. Non è inconsueto che l’altare diventi un supporto per cartelloni esplicativi, per esempio di un particolare tempo liturgico e al di sotto vi si ponga di tutto, dal Presepe in tempo di Natale alle varie offerte, talvolta curiose, in alcune celebrazioni. Una volta ho visto un povero agnellino costretto a stare tutto il tempo dentro una cesta sotto l’altare mentre probabilmente avrebbe preferito brucare in un prato. Ad un certo punto si mise a belare, creando ilarità nei presenti all’Eucarestia. E sopra vi si pone di tutto un po’ e forse proprio per questo, wie oben erwähnt, qualche celebrante non trova niente di meglio che levare la Croce, ritenendola probabilmente una ridondante suppellettile, mentre invece è prevista e lì collocata per ricordarci verso chi dobbiamo volgere lo sguardo.

Come rimediare a tutto ciò? Sicuramente attraverso la formazione continua di tutti. Dei presbiteri per primi che devono curare le celebrazioni e quindi essere esperti conoscitori della materia. In questo caso della peculiarità e della centralità del segno dell’altare che rimanda a quella di Cristo. Dovrebbero ricordare, zum Beispiel, che anche al di fuori dell’azione liturgica, l’altare è invocazione e attesa della presenza di Colui, Christus, che fa nuove tutte le cose (vgl.. Ap 21, 5).

Aus diesem Grund, attraverso le catechesi e i momenti educativi, devono aiutare i fedeli a formarsi spiritualmente e divenire consci che una liturgia ben celebrata con i suoi segni propri, trasparenti e più importanti, com’è appunto l’altare, è e deve essere per se stessa la prima scuola: «Das Gesetz des Gebets, Lex credendi».

Abbiamo iniziato ricordando gli orrori dass die Sozial sono pronti a riverberare finché non ne salta fuori uno nuovo ed eclatante. Fra questi alcuni hanno a che fare con quanto avviene in chiesa e nelle liturgie. Così è nato questo contributo che non ha lo scopo di far ridere o moltiplicare i commenti negativi, come avviene sul Web. Ma è solo un invito a cogliere, da questa circostanza, l’importanza e la bellezza dei contenuti della fede e come essi si esprimano nella liturgia. Se in questo ambito errori sono stati fatti e se ne faranno, vale sempre il principio: «Error corrigitur ubi deprehendituR»; che potremmo tradurre: gli errori si correggano appena ci si accorge di averli commessi.

Abschließend non possiamo omettere di ricordare a tutti quei cattolici ingenui, così preoccupati di scandalizzarsi e di gridare allo scandalo, non però altrettanto preoccupati di verificare con cura notizie e immagini, che molti video da loro postati sui Sozial non hanno niente a che fare con la Chiesa Cattolica e il nostro clero. In giro per il mondo esistono infatti pseudo chiese che nell’apparato esterno liturgico si ispirano alla Chiesa Cattolica. A tal proposito basterebbe ricordare che dopo il Concilio Vaticano I (aperto nel 1869, terminato nel 1870, ma formalmente chiuso solo nel 1960) vi fu uno scisma che dette vita alla cosiddetta “chiesa” vetero-cattolica. Solo da questa aggregazione sono nate e a seguire si sono moltiplicate decine di sedicenti “chiese” gestite da personaggi alquanto esotici. Visto e considerato che nel nostro clero cattolico di abusi liturgici ne avvengono a sufficienza; visto e considerato che a volte si ha quasi l’impressione che certi nostri preti gareggino tra di loro a chi compie la stravaganza più eccentrica, che perlomeno non ci vengano attribuite le sceneggiate altrui, perché le nostre ci bastano e avanzano, oltre a imbarazzare a sufficienza quanti di noi seguitano a essere cattolici.

 

Florenz, 20 Juli 2024

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Heiliger Donnerstag 2024. Eine Grußpredigt von Kardinal Giuseppe Betori

HEILIGER DONNERSTAG 2024. UNA OMELIA DI SALUTO DEL CARDINALE GIUSEPPE BETORI

Affermare che oggi, Von den Adlern und Falken, die wir waren, bis hin zu Hühnern oder, Eine gute Leistung, zu Truthähnen, Es ist keine unhöfliche und respektlose Aussage, sondern eine Tatsache: negli ultimi anni abbiamo assistito a nomine episcopali di soggetti imbarazzanti, ma quel che è peggio tutti uguali, o come suol dirsi fatti a stampo, clonati per emulazione. Il tutto alla faccia della pluralità delle voci all’interno della Chiesa!

.

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

A ispirarmi questo articolo ― che tale non è, perché si tratta di riportare il testo di una omelia pronunciata dal Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo Metropolita di Firenze ― è stato il Padre Ariel, che poche settimane fa ha dedicato su queste nostre colonne un omaggio al suo Vescovo, S. UND. Mons. Andrea Turazzi; omaggio fatto con un tocco di classe riassunto in questa frase:

«Un buon prete è tale se per lodare il proprio Vescovo attende la fine del suo mandato [...] Solamente adesso che non ha più potere di governo pastorale sulla Diocesi e su di me, Ich kann öffentlich sagen, wie sehr ich es verehrte, apprezzato e amato il mio Vescovo».

L’Arcivescovo di Firenze, pur avendo presentato al Sommo Pontefice la propria rinuncia al governo pastorale della nostra Diocesi non è ancora emerito, né è stato ancora ufficializzato il suo successore designato. La sua missione tra di noi, de facto, è da considerarsi però terminata. Per quanto riguarda il suo successore, è pressoché certo che sia stato già scelto e nominato, dobbiamo solo attendere l’annuncio ufficiale.

Con il Cardinale Giuseppe Betori — e ormai pochissimi altri divenuti vescovi cinquantenni sotto il pontificato del Santo Pontefice Giovanni Paolo II — si chiude definitivamente una stagione ecclesiale ed ecclesiastica che ebbe anch’essa le sue non poche problematicità, ma comunque popolata anche di personalità di alto livello pastorale e spessore culturale. Affermare che oggi, Von den Adlern und Falken, die wir waren, bis hin zu Hühnern oder, Eine gute Leistung, zu Truthähnen, Es ist keine unhöfliche und respektlose Aussage, sondern eine Tatsache: negli ultimi anni abbiamo assistito a nomine episcopali di soggetti imbarazzanti, ma quel che è peggio tutti uguali, o come suol dirsi fatti a stampo, clonati per emulazione. Il tutto alla faccia della pluralità delle voci all’interno della Chiesa!

Facendo mie le parole rivolte da un confratello al proprio Vescovo oggi posso dire anch’io:

«Un buon prete è tale se per lodare il proprio Vescovo attende la fine del suo mandato [...] Solamente adesso che non ha più potere di governo pastorale sulla Diocesi e su di me, Ich kann öffentlich sagen, wie sehr ich es verehrte, apprezzato e amato il mio Vescovo».

Kardinal Giuseppe Betori si è rivelato una perla ormai incastonata nel diadema della genealogia degli ultimi Vescovi donati a questa nostra Chiesa fiorentina dalla Roma che ormai fu, come dimostra l’omelia che segue …

Florenz, 28 Marsch 2024

 

Il Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo Metropolita di Firenze, Santa Messa del Crisma dell’anno 2024

La Messa crismale, che il Vescovo concelebra con i presbiteri delle diverse zone della diocesi e durante la quale benedice il santo crisma e gli altri oli, è considerata una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui». Sono queste le parole del Pontificale Romano nelle Premesse al rito della Benedizione degli Oli. Con queste parole quindici anni fa mi rivolsi a voi nella mia prima presidenza della celebrazione della Messa Crismale nella Chiesa fiorentina. Ad esse faccio riferimento anche oggi, in questa celebrazione che si può presumere sia l’ultima mia presidenza della Messa Crismale in questa cattedrale, per rivolgermi in particolar modo a voi preti fiorentini, con cui ho condiviso il governo pastorale del popolo di Dio che mi è stato affidato in questi anni.

Le mie vogliono essere parole di ringraziamento, di riflessione, di consegna per il futuro. Vorrei però evitare di scivolare sul piano dei sentimenti, pur importanti e non assenti nel mio cuore in questo momento, per ricondurre tutto alla luce della parola di Dio. Gratitudine, Bewusstsein, fiduciosa speranza vanno infatti misurate sulla fedeltà con cui siamo stati capaci di corrispondere al dono che Cristo ci ha fatto, di come ci sentiamo in dovere di approfondirne le forme in modo adeguato ai tempi, di come ci consegniamo ad esso nella certezza che la presenza del Signore e del suo Spirito tra noi, pur nelle incertezze del presente, non verrà mai meno.

In questo orizzonte accogliamo la rivelazione che oggi ci viene fatta dalla parola di Dio circa la missione di Cristo, delle dignità e responsabilità che sono consegnate ai suoi discepoli, del servizio della parola e della grazia che è affidato a noi suoi ministri a vantaggio di tutti. L’immagine che riassume questo mistero è quella dell’unzione, con cui il profeta esprime la consacrazione del Messia inviato a portare il lieto annunzio della salvezza, a porsi al servizio dei poveri e degli oppressi, a diffondere la consolazione della misericordia. Questa stessa unzione abbiamo udito Gesù proclamare come segno della missione per cui lo Spirito lo invia come liberatore dell’umanità da ogni sua fragilità per entrare nel tempo della grazia del Signore. Endlich, questa unzione, ora definita regale e sacerdotale, è il segno di un popolo redento che vive per la gloria del Padre.

Annuncio, sacerdozio e regalità dalla persona di Cristo passano a quella dei credenti in lui e al servizio di questo passaggio è posto il nostro ministero di preti. Grazie dunque per il vostro ministero a servizio della Parola; viva sempre in voi il desiderio di conoscerla sempre più profondamente e di saperla ridire con parole che siano in grado di incrociare le domande espresse e inespresse dell’umanità contemporanea, guardiamo con fiducia al futuro, certi che nella inesauribile ricchezza della parola di Dio c’è un sicuro orientamento per le nuove sfide che incombono sull’umanità nei giorni a venire. Grazie per il vostro ministero di pontefici tra l’umanità e il suo Creatore, di generosi trasmettitori della grazia che viene dall’alto e di voce dell’umanità e delle sue attese verso il Padre di tutti; in un mondo che si edifica seguendo il mito dell’autosufficienza, sentite come particolare vostro impegno quello di risvegliare nella vostra gente il bisogno dell’invocazione e l’umiltà dell’accoglienza del dono di vita nuova opera dei sacramenti; alimentate sempre in voi la speranza, perché nessun ostacolo vi getti nello sconforto o anche solo nell’inerzia, perché tanto nulla cambia, avendo in noi la certezza che il Risorto ha il potere di fare nuove tutte le cose. Grazie per come nel vostro ministero animate le vostre comunità, vi consacrate ad esse, vi fate carico dei problemi in particolare dei più poveri; Siamo sì ministri della Chiesa, ma il nostro servizio è sempre per la venuta del Regno di Dio tra noi, nei segni di bene che aiutiamo a far sbocciare e nel contributo che come comunità cristiane siamo in grado di offrire per l’affermarsi della giustizia, von Frieden, del rispetto della dignità di ogni uomo, des Gemeinwohls; è in rapido mutamento il posto della Chiesa nella società e di conseguenza quello del prete, per cui siamo sollecitati a lasciare ogni nostalgia di centralità ma anche a ribadire che nessuno e nessun mondo può restare estraneo al dono di noi stessi nel Signore.

Nell’omelia di quindici anni fa vi richiamavo a una comunione che non fosse una massificante uniformità, ma un intrecciarsi di relazioni nella diversità delle esperienze e nella modulazione dell’unica verità. Vi chiedevo di rifuggire dallo stanco ripetersi di una melodia monocorde per cercare un’armonia polifonica in cui ciascuna voce cerca la sintonia con le altre, per una comunicazione che esprima intelligenza della realtà e bellezza dell’esperienza. Non so quanto siamo riusciti a vivere così in questi anni e sto qui anche a chiedervi perdono per quanto non ho fatto o per quanto posso aver fatto in senso contrario.

L’altro richiamo di quindici anni fa era alla radice sacramentale del nostro ministero, per non lasciarci ridurre ad agenti sociali, pur apprezzati e benvoluti, e neppure a funzionari di un sacro a cui ricorrere come rifugio delle angosce umane. Sacramentalità significa che ciò che è decisivo in noi è il dono della grazia, di cui siamo stati e siamo destinatari e di cui abbiamo la responsabilità di essere trasmettitori. Vi ricordavo e vi ripeto perciò che servire la dimensione sacramentale della Chiesa significa anzitutto impegno a mostrare come nel regime sacramentale possiamo cogliere il primato di Dio nella storia e come esso si manifesti a noi ed entri in contatto con la nostra vita grazie alla mediazione di Cristo, che dei sacramenti è il fondamento e il fondatore.

E questo richiamo a Cristo mi fa ripetere anche oggi che la misura del nostro essere prete è strettamente dipendente dal nostro legame a lui. Solo restando uniti a lui sia la nostra identità che il nostro servizio nella Chiesa e nel mondo potranno trovare verità ed efficacia. Non manchi mai nella nostra vita quotidiana questo guardare a Cristo, dialogare con lui, lasciarci da lui guidare e sostenere.

Abbiamo camminato insieme in questi anni. È stato un grande dono per me essere il vostro vescovo e poter contare sul vostro sostegno. Non sappiamo quando, ma in futuro sarà un altro vescovo a guidarvi, a cui vi consegnerò ma a cui chiedo anche a voi di consegnarvi con fiducia. I vescovi passano, il Signore resta ed è lui l’unico vero nostro Pastore, di cui noi siamo solo segni, consapevoli, per quanto mi riguarda di debolezza e insufficienza. Al Signore chiedo misericordia e a voi umana comprensione. Mit Zuneigung.

 

Florenz, 28 Marsch 2024

Cattedrale Metropolitana di Santa Maria del Fiore

Santa Messa del Crisma

 

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Gesten und Worte, über die Liturgie. Lasst uns dafür einen Speer brechen “Küss mich, Tucho”, Auch sie haben die Redemptionis Sacramentum verehrt

GESTEN UND WORTE, ÜBER DIE LITURGIE. LASST UNS EINEN SPEER ZUGUNSTEN BRECHEN“Küss mich, Tucho”, AUCH WENN ER DAS VERGESSEN ZU HABEN SCHEINT Das Sakrament der Erlösung

Viele, um es gelinde auszudrücken, Sie rümpften die Nase, als der Papst den derzeitigen Präfekten wählte. An Kritik mangelte es nicht. Indem wir respektvoll reagierten und die ganze bisherige Diskussion mit einem Witz auflockerten, konnten wir uns an das Sprichwort erinnern: «Auch eine kaputte Uhr zeigt zweimal am Tag die richtige Zeit an»

.

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

Durch ein seltsames Gesetz der Vergeltung viele, die sich über die Veröffentlichung von gefreut hatten Ich bitte um Selbstvertrauen, verwirrende und mehrdeutige Stellungnahme des Dikasteriums für die Glaubenslehre, veröffentlicht am 18 Dezember letzten Jahres, vor dem sich ganze Episkopate erhoben, Sie wollten mit der jüngsten Note desselben Dikasteriums über die Gültigkeit der Sakramente von streiten 2 Februar dieses Jahres und berechtigt: Durch Gesten und Worte.

Die Frage stellt sich spontan: In dem 2004 Die Anweisung wurde veröffentlicht Sacramentum Das ist ein Meisterwerk der Sakramententheologie, der Sakramentendisziplin und der liturgischen Seelsorge. Bildung, die, entsprechend dem, was weiterhin in unseren Kirchen geschah, Es wurde von Armeen kreativer Priester und Laienbewegungen wunderbar ignoriert, die unerschrocken weiterhin ihre eigenen personalisierten Liturgien schufen, Neokatechumenalen im Kopf, alles in völliger Nachlässigkeit und mangelnder Wachsamkeit seitens der Bischöfe, obwohl das Dokument in seiner abschließenden Schlussfolgerung sehr deutlich spricht:

«Diese Anweisung, eingezogen, im Auftrag des Papstes Johannes Paul II, von der Kongregation für den Gottesdienst und der Sakramentendisziplin in Übereinstimmung mit der Kongregation für die Glaubenslehre, wurde vom Papst selbst am genehmigt 19 Marsch 2004, über die Feierlichkeit des heiligen Josef, der die Veröffentlichung und sofortige Einhaltung durch alle Verantwortlichen angeordnet hat ".

Fordern Sie doch die Einhaltung dieser Weisung ein, so gut gemacht und detailliert, wenn überhaupt, konkrete Sanktionen für jeden festlegen, der die gegebenen Bestimmungen missachtet? Denn dies ist das zugrunde liegende Problem, das die letzten fünfzig Lebensjahre einer Kirche geprägt hat, die Fragen stellt, ermahnt, belehrt und empfiehlt, aber es sieht immer noch gut aus, in diesen Dokumenten, genaue Sanktionen für Verstöße festzulegen. Nicht nur: in 64 Erinnerungsnotizen von Durch Gesten und Worte der Sacramentum Es wurde nie ein einziges Mal in Erinnerung gerufen und zitiert, etwas objektiv Ernstes.

Wie jetzt sogar die Steine ​​wissen die erstgenannte Erklärung, im breiteren Kontext der Bedeutung, die den Segnungen in der Kirche zukommt, Es eröffnete die Möglichkeit, Paare gleichen Geschlechts in unregelmäßigen Situationen spontan zu segnen. Etwas, das für viele Bischöfe und Priester der verschiedenen Regionen Nordeuropas nicht notwendig war, Sie machen es seit Jahren willkürlich. Diese umstrittene Erklärung sieht vor, dass Segnungen an Orten und auf eine Weise gespendet werden, die in keiner Weise denen ähneln, die gewöhnlichen Paaren gegeben werden, ma: „In anderen Zusammenhängen, wie zum Beispiel ein Besuch in einem Heiligtum, das Treffen mit einem Priester, das Gebet, das in einer Gruppe oder während einer Pilgerreise gesprochen wird. In der Tat, durch diese Segnungen, die nicht durch die rituellen Formen der Liturgie vermittelt werden, sondern vielmehr als Ausdruck des mütterlichen Herzens der Kirche, ähnlich denen, die aus den Tiefen der Volksfrömmigkeit entspringen, Es soll nichts legitimieren, sondern nur dazu dienen, das eigene Leben Gott zu öffnen, Bitten Sie ihn um Hilfe, um besser zu leben, und auch den Heiligen Geist anzurufen, damit die Werte des Evangeliums mit größerer Treue gelebt werden können.“ (Nein 40).

Bisher sind alle zufrieden, zumindest die Befürworter dieser Öffnung, als hätten wir den Einzelnen zuvor den Segen vorenthalten, insbesondere für diejenigen, die in unregelmäßigen Verhältnissen lebten, oder die sich der schwersten Sünden und Verbrechen schuldig gemacht haben.

Ironisch, genau diejenigen, die sich zuvor gefreut hatten Bitte um Vertrauen, Kurz darauf äußerten sie scharfe Kritik an der Note von 2 Februar, Gesten und Worte, weil es eine traditionelle Sprache verwendet, um zu definieren, was für die Gültigkeit eines Sakraments erforderlich ist, sowie rechtmäßig. Die Kritik, bestimmtes, weist auf die beharrliche Verwendung der in der Note verwendeten Begriffe „Form“ und „Materie“ als unersetzliche Bestandteile jeder Feier der Sakramente hin, zusammen mit der Absicht des Zelebranten. Kritik, die sich auf die Trennung dieser drei konstitutiven Elemente von der gesamten Feier des Sakraments bezieht, durch die Subjekte, die daran teilnehmen, und durch die verschiedenen Zeichen, die eingreifen, was sie sein sollten, durch ihre Verfassungsmäßigkeit, bedeutsam e, wie sagt man, Lautsprecher. Die wellenförmigen Noten, damit, beziehen sich auf die Art und Weise, in der die Note nicht die Gesamtheit des gefeierten Sakraments untersucht, als Rückwelle, sie gießen auch auf die Ich bitte um Selbstvertrauen, wie dort: „…Ein Segen ohne Form (ohne Platz, Zeit, Parole, alles) Das ist Unsinn." (vgl.. Sehen WHO).

Es liegt nicht an mir, mich zu verteidigen eines strategischen Dikasteriums wie dem für die Glaubenslehre. Aber, Wenn ich diese Notiz immer wieder lese, kommt mir „Ockhams Rasiermesser“ in den Sinn, das man mehr oder weniger so zusammenfassen könnte: "Alle Dinge sind gleich, die einfachste Erklärung ist diejenige, die man bevorzugen sollte“; oder sogar „Berücksichtigen Sie Pluralität nicht, wenn sie nicht notwendig ist.“.

Dieser Hinweis, und im Begleitschreiben des Präfekten, als in seinem Körper selbst, Denken Sie daran, dass sie von Kardinälen und Bischöfen entdeckt wurden, und bat daher um Klarstellungen, über die gravierenden Änderungen in der Materie und Form der Sakramente, wodurch sie effektiv für nichtig erklärt werden. Es würde ausreichen, die wenigen Hinweise und Beispiele zu lesen, manchmal skurril und neugierig, auf die sich der Präfekt bezieht, um den einfachen Zweck der Note selbst zu verstehen: rufe alle zur richtigen Feier der Sakramente auf, Gläubigen, kirchlich. Das, wenn sie gewährt werden, sofern die Bischofskonferenzen dies zulassen, Räume der Kreativität, diese werden vielmehr nicht zu einer Erfindung, die das gefeierte Sakrament tatsächlich willkürlich manipuliert.

Es hat diesen Hintergrund und das liegt im Anliegen der Hirten der Kirchen, dass die Notiz gelesen werden muss. Das fasst dann zusammen, was erforderlich ist, damit ein Sakrament gültig ist, Erinnerung an die traditionelle Lehre, was wahr ist, In seinen wesentlichen Merkmalen geht es auf das Konzil von Trient zurück, das das Zweite Vatikanische Konzil aufgriff und im Einklang mit allem, was die Kirche inzwischen geschaffen hatte, überarbeitete, in quell’assise, entdeckte wieder über sich selbst und wie sie sich der heutigen Welt präsentieren wollte.

Es ist kein Zufall, dass die Note von der Verfassung inspiriert ist Sacrosanctum Concilium daran zu erinnern, dass der Rat: „Es bezieht sich analog auf den Begriff des Sakraments auf die gesamte Kirche.“. Und von Das Licht was über die Kirche besagt, dass diese letztere ist: „In Christus als Sakrament, das heißt, ein Zeichen und Instrument der innigen Verbundenheit mit Gott und der Einheit der gesamten Menschheit.“. Und dies geschieht vor allem durch die Sakramente, in jedem von ihnen wird der sakramentale Charakter der Kirche auf seine eigene Weise verwirklicht, Leib Christi... Die Kirche ist sich dessen bewusst, seit seinen Ursprüngen, Er achtete besonders auf die Quellen, aus denen er den Lebensnerv seiner Existenz und seines Zeugnisses schöpft: Gottes Wort, bezeugt durch die Heilige Schrift und die Tradition, und die Sakramente, in der Liturgie gefeiert, wodurch es immer wieder auf das Geheimnis des Osterfestes Christi zurückgeführt wird. (vgl.. Nein. 6, 7 e 10).

Für die Größe des Ganzen die Kirche, wenn er sagt, empfängt die Sakramente, wer verwaltete, aber sie ist nicht die Besitzerin davon. Was stattdessen offenbar mit den kreativen Variationen verschiedener Geistlicher und verschiedener Laienbewegungen geschehen ist. Nur an dieser Stelle erinnert die Note kurz daran – es handelt sich nicht um eine Abhandlung über die Liturgie –, was die wesentlichen Elemente sind. Zunächst die „Form“ des Sakraments, die den begleitenden Worten entspricht, geht darüber hinaus, Vermittlung der christlichen Bedeutung, erlösend und kirchlich für das, was in der Feier vollbracht wird. Daher besteht die „Sache“ des Sakraments vielmehr im menschlichen Handeln, durch die Christus handelt. Manchmal steckt darin auch ein materielles Element (Wasser, Scheibe, Wein, Öl), manchmal eine besonders beredte Geste (Zeichen des Kreuzes, Handauflegen, Eintauchen, Infusion, Zustimmung, Salbung). Diese Körperlichkeit erscheint unverzichtbar, weil sie das Sakrament nicht nur in der Menschheitsgeschichte verwurzelt, aber auch, grundsätzlicher, in der symbolischen Ordnung der Schöpfung und führt sie zurück zum Geheimnis der Menschwerdung des Wortes und der von ihm vollzogenen Erlösung (vgl.. Nein 13).

Schließlich die „Intention“ derjenigen, die feiern, Das hat nichts mit seiner Moral und seinem Glauben zu tun, sondern mit der Überzeugung etwas zu erreichen: «Zumindest was die Kirche tut» (Konzil von Trient). Diese Bestimmung entzieht den Zelebranten dem Automatismus und der möglichen Willkür des Einzelnen, denn dieser überaus menschliche Akt ist auch kirchlicher Natur. Interner und subjektiver Akt ja, aber doch, manifestiert sich im Sakrament, es wird zur gesamten kirchlichen Gemeinschaft und: „Denn was die Kirche tut, ist nichts anderes als das, was Christus eingesetzt hat, auch die Absicht, zusammen mit Materie und Form, trägt dazu bei, dass die sakramentale Handlung zur Erweiterung des Heilswerks des Herrn wird.“ (vgl.. Nein 18).

In diesem Zusammenhang die Kirche Er hat die liturgischen Bücher vorbereitet, die nicht verändert oder beliebig verwendet werden dürfen, ziemlich genau in den Worten und sogar in den darin angedeuteten Gesten befolgt. Sie bieten Raum für Kreativität und die Bischofskonferenzen der verschiedenen Länder haben mögliche Anpassungen und Variationen vorbereitet, die der Sensibilität und Situation der Teilnehmer entsprechen. Denken Sie an Feiern mit Kindern, zum Beispiel, zu den verschiedenen Eucharistiekanons, die für sie vorbereitet und vom CEI genehmigt wurden.

Der Hinweis erinnert auch daran, und dies scheint auf die kritischen Anmerkungen zu reagieren, das: "Materie, Form und Absicht werden immer in den Kontext der liturgischen Feier eingefügt, was keine a darstellt dekoriert Zeremonie der Sakramente und nicht einmal eine didaktische Einführung in die Realität, die stattfindet, aber insgesamt ist es das Ereignis, in dem die persönliche und gemeinschaftliche Begegnung zwischen Gott und uns weiterhin stattfindet, in Christus und im Heiligen Geist, Treffen, bei dem, durch die Vermittlung sensibler Zeichen, „Gott wird vollkommene Ehre gegeben und die Menschen werden geheiligt“. Die notwendige Sorge um die wesentlichen Elemente der Sakramente, von denen ihre Gültigkeit abhängt, es muss daher der Sorgfalt und dem Respekt der gesamten Feier entsprechen, in dem die Bedeutung und Wirkung der Sakramente durch eine Vielzahl von Gesten und Worten vollständig verständlich gemacht werden, und begünstigt somit dieAktive Teilnahme der Gläubigen (vgl.. Nein 20).

In diesem Zusammenhang Die ganze Bedeutung des liturgischen Vorsitzes und der Kunst des Feierns ist enthalten. Diese erfordern die Kenntnis der dahinter stehenden theologischen Gründe, wie diejenigen, die handeln, wenn es gefeiert wird, In der Person Christi e Im Namen der Kirche. Sowie Kenntnisse über liturgische Bücher und deren Einführung in die oft übersprungen werden, weil sie langweilig sind. Aber was wäre, wenn wir einen Vergleich anstellen wollten?, was hoffentlich nicht fehl am Platz erscheint, zwischen Feiern und sportlicher Geste, Wir können sehen, wie effektiv Letzteres ist, wenn es durch gute Kenntnisse und die Umsetzung der sogenannten Grundlagen gestützt wird. Ein Champion, insbesondere jene Disziplinen, die wiederholte, identische und präzise Gesten erfordern, es vergeht viel Zeit, sogar Jahre, studieren, zu trainieren und sich dann mit einer Leichtigkeit auszudrücken, die verblüfft. Eine sehr schwierige sportliche Geste, die wir sehen, zum Beispiel während einer Olympiade, Es erforderte umfangreiche Vorbereitung, dennoch kommt es uns einfach und natürlich vor.

Schlussfolgern, Ich kenne viele, um es gelinde auszudrücken, Sie rümpften die Nase, als der Papst den derzeitigen Präfekten wählte. An Kritik mangelte es nicht. Indem wir respektvoll reagierten und die ganze bisherige Diskussion mit einem Witz auflockerten, konnten wir uns an das Sprichwort erinnern: «Auch eine kaputte Uhr zeigt zweimal am Tag die richtige Zeit an». Aber, ehrlich, Diese Note klingt dieses Mal gut. Daran ist nichts zu beanstanden, wenn die Absicht gerade darin besteht, uns einzuladen, ein solch kostbares Gut auf würdige und kirchliche Weise zu bewahren und zu präsentieren. Tatsächlich endet es so:

"Wir [...] wir haben diesen Schatz in irdenen Gefäßen, so dass es den Anschein hat, dass diese außergewöhnliche Macht Gott gehört, und es kommt nicht von uns“ (2Kor 4, 7). Die Antithese, die der Apostel verwendet, um zu unterstreichen, wie die Erhabenheit der Macht Gottes durch die Schwäche seines Amtes als Verkünder offenbar wird, beschreibt auch gut, was in den Sakramenten geschieht. Die ganze Kirche ist aufgerufen, den darin enthaltenen Reichtum zu bewahren, damit der Vorrang des Heilshandelns Gottes in der Geschichte niemals verdunkelt wird, trotz der fragilen Vermittlung menschlicher Zeichen und Gesten“ (Nein 28).

Florenz, 21 Februar 2024

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Die “Gelbes U-Boot” und Tragödie. Inwieweit sind Sie verpflichtet, in jeder Hinsicht Menschenleben zu retten??

DER YELLOW SUBMARINE E LA TRAGEDIA. In welchem ​​Umfang sind Sie verpflichtet, in jeder Hinsicht Menschenleben zu retten??

Es erfordert viel Gnade, Außer Frage, denn selbst hochnäsige Idioten verdienen auf jeden Fall christliche und menschliche Gnade, vielleicht sogar noch mehr als intelligente Menschen, weise und umsichtig.

- Aktualität -

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

L’uomo la vita la riceve in comodato d’uso, non ne è arbitrario padrone e non può disporne come reputa opportuno, né togliendo la vita, come nel caso dell’aborto, né togliendosi la vita, come nel caso dell’eutanasia, anche se oggi è difficile parlare del valore salvifico della sofferenza umana, tema al quale il Santo Pontefice Giovanni Paolo II dedicò una propria enciclica: Speichern Leidenschaft. La vita umana valica la stessa realtà soggettiva dell’uomo che non si dona la vita da sé stesso, ma che come dono la riceve. Quindi non può essere lui a decidere di auto-sopprimersi. È vero che la vita è nelle mani dell’uomo, ma al tempo stesso rimane un dono che va ben oltre le sue mani. Aus diesem Grund, quello della vita, è un dono sacro di cui si può disporre fino a un certo punto ed entro certi limiti.

Ecco un esempio accademico estremo e terribile che può rendere l’idea: un nutrito gruppo di S.S. sta per attraversare un ponte, valicato il quale farà una strage di civili in quel paese, proprio come avvenne a Sant’Anna di Stazzema. Sospettano infatti che in quel paese siano nascosti dei partigiani, di cui ignorano generalità e identità, per questo hanno deciso di risolvere il problema alla radice uccidendo tutti gli abitanti, senza risparmiare anziani, donne e bambini. L’unica via di accesso a quel paese è un viadotto alto decine di metri costruito tra la parete di un monte e quella dell’altro monte. I membri della resistenza lo hanno minato, pronti a farlo saltare in caso di necessità. Mentre i soldati delle S.S. lo stanno per oltrepassare una madre ignara del tutto lo sta attraversando con il suo bambino per mano. Anfrage: il ponte va fatto saltare oppure no?

Dire che le vite degli innocenti non possono essere sacrificate mai e in nessun caso, è una affermazione categorica basata su emotività illogiche e surreali, soprattutto quando il “no a tutti i costi al sacrificio degli esseri umani” viene scandito in nazioni nelle quali ogni giorno sono abortiti bambini, dopo avere deciso che in quel caso non si tratta però di vittime innocenti, perché l’aborto è un vero e proprio diritto, anzi di più: «Una grande conquista sociale».

Una trentina d’anni fa accadde nelle zone della mia Toscana che un giovane eccentrico con l’Hobby di conservare nella propria casa dei serpenti molto velenosi, pulendo una delle loro gabbie fu morso. In Italien, dove gli unici serpenti velenosi presenti sul nostro territorio sono le vipere, nessun centro farmaceutico disponeva di un antidoto, che poteva essere reperito solo in Svizzera presso una azienda farmaceutica specializzata a conservare farmaci molto rari. In ospedale riuscirono solo a rallentare l’effetto del veleno entrato in circolo. Nel mentre fu fatto partire dal centro dell’aeronautica Militare di Grosseto un aereo F104 che in una mezz’ora giunse in Svizzera dove un addetto dell’azienda consegnò al pilota l’antidoto senza che questi scendesse neppure dal potente velivolo, quindi tornando alla base, il tutto in poco più di un’ora. A questo caso seguì una polemica quando si seppe quanto costava mettere in moto un F104 e soprattutto che all’epoca, il costo di quell’antidoto, fu pari a 15 milioni delle vecchie Lire, pagati ovviamente dallo Stato, equivalenti a quello che oggi potrebbero essere in valore monetario attuale circa 25.000/30.000 Euro.

Alcuni cinici posero la domanda se era il caso di spendere tutti i soldi che furono spesi per salvare un soggetto che in violazione alle leggi che già all’epoca proibivano di acquistare, conservare e allevare certi rettili, si era andato a cercare un guaio del genere. Ma si trattava appunto di cinici, con l’aggravante della disumanità, perché la vita va salvata sempre e a tutti i costi, per esempio non facendo saltare un ponte a metà del quale si trova una madre con un bambino. Dann, le centinaia di persone che poco dopo saranno trucidate dalle S.S. appena passato quel valico, moriranno in ogni caso felici assieme ai loro bambini, per avere salvato due vite umane.

Da alcuni giorni le televisioni e la stampa internazionale parlano di un gruppo di tre multimilionari, più un quarto che è il figlio di uno di loro, che si sono voluti togliere lo sfizio di scendere alla profondità di 3.800 metri per raggiungere il piroscafo Titanic affondato a largo di Terranova nel 1912 dopo avere colpito un Eisberg di ghiaccio. Tragedia nella quale morirono 1.527 persone sui 2.232 Passagier, Solo 705 dei quali sopravvissero.

Si tratta dei capricci di ricconi? Nein, i veri ricchi, quelli che sono tali da generazioni, quelli che conoscono la delicatezza e la volatilità del danaro e quanto sia difficile conservarlo e incrementarlo; i veri ricchi che devono la loro ricchezza al proprio particolare genio imprenditoriale o finanziario, queste cose da spacconi non le fanno, sono gesta tipiche degli arricchiti. Perché solo degli arricchiti capricciosi, certi di potersi permettere qualsiasi cosa, potevano pagare ciascuno 250.000 US-. $ per scendere alla profondità di quasi 4 chilometri dove si trova il relitto del Titanic, che è un sacrario, un cimitero, che come tale andrebbe rispettato. Quei fondali non possono essere meta di bravate spinte all’estremo a bordo di un mini-sottomarino simile a una supposta subacquea nella quale gli avventori non potevano stare neppure in piedi, neppure inginocchiati, quindi senza potersi muovere, ma solo seduti nello spazio di 5 metri di lunghezza per 1.60 di altezza [vgl.. WHO]. Una morte terribile nelle più buie profondità marine, avvenuta per soffocamento all’interno di uno spazio angusto dove è bene non pensare neppure cosa possa essere accaduto nei momenti di panico che si sono manifestati all’interno di uno spazio claustrofobico mentre l’ossigeno mancava e i quattro multimilionari, con il pilota del mezzo, morivano per soffocamento. Lo dettaglia a Das Drucken Paolo Narcisi, specialista in rianimazione, non mancando di aggiungere:

«Questa tragedia, pur nel rispetto delle persone coinvolte, ha costretto una mobilitazione nei soccorsi che non c’è stata neppure per i 600 naufraghi di qualche giorno fa».

Come per il Tizio morso dal serpente domestico, anche in questo caso sono stati impiegati mezzi aerei e marittimi, strumenti tecnologici sofisticati, persönlich, specialisti e via dicendo. Fair Genug, per salvare la vita umana si deve tentare di tutto. Senza dimenticare però che i quattro, prima di imbarcarsi, dopo avere versato 250.000 $ a testa hanno firmato un contratto con una precisa liberatoria per la società che ha organizzato la loro eccentrica bravata, nella quale è specificato che l’impresa avrebbe potuto comportare anche la possibilità di morire, il tutto specificato per ben tre volte nel testo sottoscritto e firmato dai quattro ricconi.

Dire che sono andati a cercarsela, non è né mancanza di pietà né di rispetto nei confronti di questi morti in modo peraltro molto tragico. Si tratta di una realtà, non di mancanza di pietà: sono stati loro stessi a sottoscrivere e dichiarare di essere consapevoli che sarebbero potuti anche andare incontro alla morte, Was ist zu sagen, Schwarz auf Weiß, che se ciò fosse accaduto, era perché loro stessi se l’erano andata a cercare, dopo essere stati avvisati in tal senso e dopo averlo sottoscritto anche in un contratto.

Es erfordert viel Gnade, Außer Frage, denn selbst hochnäsige Idioten verdienen auf jeden Fall christliche und menschliche Gnade, vielleicht sogar noch mehr als intelligente Menschen, weise und umsichtig.

Florenz, 22 Juni 2023

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Große Predigt des Metropoliten von Mailand: „Wer war Silvio Berlusconi?? Ein Mann"

GROSSE PREDIGT DES METROPOLITISCHEN ERZBISCHOFS VON MAILAND: „WER WAR SILVIO BERLUSCONI?? EIN MANN"

„Silvio Berlusconi war sicherlich ein Politiker, er war sicherlich ein Geschäftsmann, Er war sicherlich eine Figur im Rampenlicht der Berühmtheit. Aber in diesem Moment des Abschieds und des Gebets, Was können wir über Silvio Berlusconi sagen?? Es war ein Mann: ein Wunsch nach Leben, ein Wunsch nach Liebe, ein Wunsch nach Freude. Und jetzt feiern wir das Geheimnis der Erfüllung. Das kann ich über Silvio Berlusconi sagen. Er ist ein Mann und jetzt trifft er Gott“.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

Wir Seelsorger in der Seelsorge Gewöhnen Sie sich daran, auf die Kanzel zu gehen und zu predigen, Wir wissen, dass es Momente und besondere Situationen gibt, in denen es nicht einfach ist, eine angemessene Predigt zu halten, wie im Fall der Beerdigung von Silvio Berlusconi, die heute im Mailänder Dom gefeiert wurde. Man könnte meinen, dass die Zartheit von der komplexen Persönlichkeit des Verstorbenen herrühren könnte, ein Mann, der mehrere Jahrzehnte lang die nationale und internationale politische Szene prägte. Im Beisein höchster staatlicher Behörden folgen, vom Präsidenten der Republik bis zum Premierminister. Situationen, in denen es nicht erlaubt ist, Ich sage kein Wort, aber nicht einmal ein falscher Seufzer. Dies ist jedoch nicht die Schwierigkeit, auch wenn unter mehr oder weniger ähnlichen Umständen mehrere Bischöfe und Priester das Problem dadurch gelöst haben, dass sie mehr oder weniger alles sagten, ohne etwas zu sagen, Dadurch werden mögliche Probleme vermieden.

HTTPS://www.YouTube.com/watch?v=P4JqPHsQ26U&t=2s

Der Erzbischof von Mailand, S. UND. Mons. Mario Delpini, Stattdessen konnte er in dieser Seligsprechungsarie des verstorbenen Ritters eine wirklich grandiose Predigt halten, die alle wieder auf den Boden der Tatsachen zurückholte, dessen Figur Teil der Geschichte Italiens ist und aus diesem Grund jahrzehntelang Gegenstand eingehender Studien von Historikern und geopolitischen Experten sein wird. Der ambrosianische Erzbischof konzentrierte sich auf etwas anderes: über den Mann Silvio Berlusconi, der zweifellos ein erfolgreicher Geschäftsmann war, ein Politiker, der vier Amtszeiten lang den Vorsitz im Ministerrat der Italienischen Republik innehatte, ein theatralischer Charakter, der mit einem seltenen und außergewöhnlichen Sinn für Selbstironie ausgestattet ist, so sehr, dass er es wiederholt erklärte: „Viele haben es satt, sich über mich lustig zu machen, Ich vergesse, dass ich mir etwas vormache und dass niemand es so gut kann wie ich..

Vor dieser komplexen und sogar umstrittenen Figur, Der ambrosianische Erzbischof versteckte sich nicht hinter dem “Sag nichts”, aber er sagte alles, indem er seine gesamte Rede auf dieser rhetorischen Frage aufbaute: „Was können wir über Silvio Berlusconi sagen??». Geben Sie sofort die Antwort: „Es war ein Mann“. Und der ambrosianische Erzbischof sprach von dem Mann mit einer christlichen Poetik, die sich sowohl auf eine Berühmtheit wie Silvio Berlusconi anwenden lässt, oder an den letzten alten Menschen, der vergessen in einer Geriatrie starb: ein Mann.

Florenz, 14 Juni 2023

_______________________________________________________________

Vollständiger Text der Predigt des Metropoliten von Mailand

Live

Live. Lebe und liebe das Leben. Lebe und wünsche dir ein erfülltes Leben. Zu leben und zu wünschen, dass das Leben gut wäre, schön für Sie selbst und für Ihre Lieben. Das Leben als Chance leben und begreifen, die empfangenen Talente sinnvoll einzusetzen. Die Herausforderungen des Lebens leben und annehmen. Schwierige Momente im Leben leben und durchstehen. Lebe und wehre dich und lass dich von Niederlagen nicht stürzen und glaube daran, dass es immer eine Hoffnung auf den Sieg gibt, von Lösegeld, des Lebens. Ein Leben zu leben und zu wünschen, das niemals endet, und Mut und Vertrauen zu haben und daran zu glauben, dass es auch aus dem dunkelsten Tal immer einen Ausweg gibt. Lebe und drücke dich den Herausforderungen nicht aus, zu Kontrasten, zu Beleidigungen, zur Kritik, und lächle weiter, herausfordern, entgegenwirken, über Beleidigungen lachen. Zu leben und zu spüren, wie die Kräfte ausgehen, Lebe und ertrage den Niedergang und lächle weiter, versuchen, um zu versuchen, wieder zu leben. Das kann man über einen Mann sagen: ein Wunsch nach Leben, das sein Gericht und seine Erfüllung in Gott findet.

Lieben und geliebt werden

Lieben und geliebt werden wollen. Lieben und nach Liebe suchen, wie ein Versprechen des Lebens, wie eine komplizierte Geschichte, wie eine kompromittierte Treue. Der Wunsch, geliebt zu werden, und die Angst, dass Liebe nur ein Zugeständnis sein kann, eine Herablassung, eine stürmische und prekäre Leidenschaft. Zu lieben und für immer geliebt werden zu wollen und die Enttäuschungen der Liebe zu erleben und zu hoffen, dass es vielleicht einen Weg zu einer höheren Liebe gibt, Schwerer, größer. Den Weg der Hingabe lieben und gehen. Zu lieben und zu hoffen. Liebevoll und vertrauensvoll. Liebe und Hingabe. Das ist es, was man vom Menschen sagen kann: ein Wunsch nach Liebe, das sein Gericht und seine Erfüllung in Gott findet.

Glücklich sein

Sei glücklich und liebe die Feiertage. Genießen Sie die Schönheit des Lebens. Glücklich sein, ohne zu viele Gedanken und ohne zu viele Ängste. Mit lebenslangen Freunden glücklich sein. Seien Sie glücklich mit Unternehmen, die Zufriedenheit bieten. Glücklich sein und wollen, dass auch andere glücklich sind. Mit sich selbst zufrieden sein und überrascht sein, dass andere nicht glücklich sind. Sei glücklich mit guten Dingen, einige schöne Momente, vom Applaus des Volkes, Lob von den Fans. Genießen Sie die Gesellschaft. Seien Sie glücklich mit den kleinsten Dingen, die Sie zum Lächeln bringen, der netten Geste, über das erfreuliche Ergebnis. Glücklich zu sein und diese Freude zu erleben, ist prekär. Glücklich sein und die Andeutung einer dunklen Bedrohung spüren, die die Dinge, die dich glücklich machen, mit Grau überdeckt. Glücklich sein und sich angesichts der unheilbaren Erschöpfung der Freude verloren fühlen. Das ist es, was man vom Menschen sagen kann: ein Wunsch nach Freude, das sein Gericht und seine Erfüllung in Gott findet

Ich suche den Mann

Wenn ein Mann ein Geschäftsmann ist, Dann versuchen Sie, Geschäfte zu machen. Es hat daher Kunden und Konkurrenten. Es gibt Momente des Erfolgs und Momente des Scheiterns. Er wagt sich an rücksichtslose Unternehmungen. Schauen Sie sich die Zahlen an, nicht die Kriterien. Er muss Geschäfte machen. Er kann anderen nicht zu sehr vertrauen und weiß, dass andere ihm nicht zu sehr vertrauen. Er ist Geschäftsmann und muss Geschäfte machen. Wenn ein Mann Politiker ist, Dann versuche zu gewinnen. Es hat Befürworter und Gegner. Es gibt diejenigen, die es verherrlichen, und diejenigen, die es nicht ertragen können. Ein Politiker ist immer ein Partisan. Wenn ein Mann ein Charakter ist, dann ist es immer auf der Bühne. Es hat Bewunderer und Kritiker. Es gibt diejenigen, die es begrüßen, und diejenigen, die es hassen. Silvio Berlusconi war sicherlich ein Politiker, er war sicherlich ein Geschäftsmann, Er war sicherlich eine Figur im Rampenlicht der Berühmtheit. Aber in diesem Moment des Abschieds und des Gebets, Was können wir über Silvio Berlusconi sagen?? Es war ein Mann: ein Wunsch nach Leben, ein Wunsch nach Liebe, ein Wunsch nach Freude. Und jetzt feiern wir das Geheimnis der Erfüllung. Das kann ich über Silvio Berlusconi sagen. Er ist ein Mann und jetzt begegnet er Gott.

Metropolitankathedrale von Mailand, 14 Juni 2023

.

_______BITTE LESEN SIE DIESEN ARTIKEL WHO ________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Der Fronleichnam. Ein Fest, das in einer Zeit wiederentdeckt werden muss, in der der Eucharistiekult auf dem Vormarsch ist “vergangene Mode” in den von Hirten verlassenen und besetzten Straßen “heilige Prozessionen” der “politisch korrekt”

DER DER KÖRPER DES HERRN. EIN FESTIVAL, DAS IN EINER ZEIT WIEDERENTDECKT WERDEN SOLL, IN DER DER EUCHARISTISCHE KULT IN DEN VON HIRTEN VERLASSENEN UND VON „HEILIGEN PROZESSIONEN“ DER „POLITISCH KORREKTEN“ BESETZTEN STRASSEN „AUS DER MODE“ SCHEINT

Mit Bedauern müssen wir feststellen – wie aus zahlreichen Botschaften von Priestern hervorgeht, die in den vergangenen Tagen auf unserer Insel Patmos angekommen sind –, dass in vielen unserer Städte inzwischen die Prozession von Der Leib des Herrn es ist zur Erinnerung geworden. Selbst die Diözese Rom hatte dieses Jahr keine Prozession: andererseits am Vorabend von Der Leib des Herrn Es wurde jedoch verwendet, um die durchzuführen Meeting Konferenz über menschliche Brüderlichkeit mit dem Titel Nicht alleine, Dazu gehörte auch die Anwesenheit des Heiligen Vaters, kam aufgrund der letzten Operation nicht zustande.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

In letzter Zeit Wir haben wirklich mehr oder weniger alles gesehen. Heilige Messen werden auf aufblasbaren Matratzen gefeiert [vgl.. WHO, WHO, WHO], auf Motorrädern oder allem anderen, was für Altäre verwendet wird; mit geistlichen Geistlichen in Badeanzügen oder mit Kleidung, die als ungeeignet für das heilige eucharistische Opfer zu gelten wäre eine reine Untertreibung. Gründonnerstag stellt die Altäre neu auf, von Orten, die Liebe und Gebet zum kostbarsten Schatz zum Ausdruck bringen sollten, den unser Herr Jesus Christus uns hinterlassen hat, die zu einem Auslaufsort für die extravagantesten Priesterpatenschaften geworden sind [vgl.. WHO].

Der Leib des Herrn Juni 2020, Eucharistischer Segen vom Domplatz durch Kardinal Giuseppe Betori, Metropolit Erzbischof von Florenz

Es kommt dann als Tau auf das Vlies in der Wüste das Fest des Leibes und Blutes Christi, allgemein gesagt Der Leib des Herrn, das die Kirche am ersten Donnerstag nach dem Fest der Allerheiligsten Dreifaltigkeit feiert, oder am darauffolgenden Sonntag. Wurde geschrieben:

„Wie die Allerheiligste Eucharistie das Zentrum und den Höhepunkt unseres gesamten Ordenslebens darstellt, sowie der Dreh- und Angelpunkt der Liturgie, der höchste Moment des christlichen Lebens und das heiligste aller Sakramente, also der Feiertag von Der Leib des Herrn, außer Ostern und Weihnachten, Es ist das strahlendste Jahr des liturgischen Jahres, weil es den Triumph des eucharistischen Königs markiert, und seine Einrichtung ist der beredteste Ausdruck des religiösen und kirchlichen Lebens des Mittelalters.“ (Bernhard Ridder, Lehrbuch zur Kirchengeschichte, Pauline, P. 368).

Der Ursprung dieses Feiertags es wird historisch im Jahr zurückverfolgt 1247 in der Diözese Lüttich, wo der Bischof diese Feier als Reaktion auf die Thesen von Berengar von Tours einführte (998-1088), wonach die Gegenwart Christi in der Eucharistie nicht real, sondern nur symbolisch sei. Der Bischof ließ sich von der Mystikerin St. Juliana von Cornillon inspirieren (1192-1258), Augustinerin des Klosters Mount Cornillon, der als junger Mann eine Vision von der Kirche hatte, erschien ihr unter dem Deckmantel eines Vollmondes, gekennzeichnet durch einen dunklen Fleck, um das Fehlen eines Feiertags anzuzeigen. Später hatte sie die Vision von Christus selbst, der ihr die Aufgabe anvertraute, für die Etablierung des Festes des Allerheiligsten Sakraments zu sorgen, den Glauben der Christen an die reale Präsenz in der Eucharistie wiederzubeleben und die gegen das eucharistische Sakrament begangenen Sünden zu sühnen. Werden Sie dabei 1222 Die Priorin ihres Klosters suchte Rat bei den führenden Theologen ihrer Zeit (tra cui Jacques Pantaleon, zukünftiger Papst Urban IV) die Gründung der Partei zu beantragen. Dies brachte der Bischof von Lüttich, Robert von Thourotte (+1246) anrufen 1246 eine Ortssynode – denn damals befassten sich die Synoden mit ernsten Dingen ... –, die festlegte, dass ab dem folgenden Jahr das Fest des Der Leib des Herrn in der Diözese Lüttich. Übrigens: Damals hatten die Bischöfe das Recht, innerhalb ihrer eigenen Diözese liturgische Feste einzurichten.

Im 1264 Papst Urban IV die bereits einen Beitrag geleistet und die Partei unterstützt hatten Der Leib des Herrn in Lüttich, auch nach der Anerkennung des eucharistischen Wunders von Orvieto-Bolsena del 1263, mit der Blase Verlasse diese Welt, legte die Feierlichkeit fest Der Leib des Herrn für die ganze Weltkirche, es zu einem Pflichtfest zu machen und seine Feier auf den Donnerstag nach der Pfingstoktave festzulegen. Zum eucharistischen Wunder von Bolsena-Orvieto überlassen wir das Wort jedoch unserem Mitbruder aus Orvieto Marco Nunzi, Wer ist ein erfahrener Kenner? [vgl.. WHO]. Es liegt mir am Herzen, einige liturgische Besonderheiten dieses Festes hervorzuheben:

Eucharistische Liturgie. Die Texte der Lesungen der drei Messen entsprechend den festlichen liturgischen Zyklen A, B e C, Zunächst stellen sie die symbolischen Figuren des Alten Testaments zur Eucharistie vor, wie z Manna als Nahrung für Israel in der Wüste gegeben, der Brandopfer e ich Opfer der Gemeinschaft mit dem Herrn, der Blut des Bundes, das Brot und der Wein, die Melchisedek Abraham opferte. In der zweiten Lesung derselben drei Messen, Der Apostel Paulus stellt fest, dass die Gemeinschaft mit dem Leib Christi ein beredtes Zeichen der Einheit ist, der innigen Freundschaft und der „Eingliederung“ in Christus, sowie Glaube und völlige Selbsthingabe an ihn. Der Text des Briefes an die Hebräer (B) stellt Jesus dar, der sich anbietet, unser Gewissen von den Werken des Todes zu reinigen, um dem lebendigen Gott zu dienen. In den Passagen des Evangeliums kommt es teilweise vor Diskurs über das Brot des Lebens von Jesus in Kapernaum gehalten (vgl.. GV 6), das letzte Abendmahl Jesu und die Einsetzung der Eucharistie (vgl.. MC 14, 12-6. 22-26) und die Brotvermehrung (vgl.. LC 9, 11-17). Besonders hervorzuheben ist die grandiose Abfolge Lauda Sion der von Christus singt, dem wahren Brot des Lebens, das „uns ernährt“., es verteidigt uns und führt uns zu ewigen Gütern im Land der Lebenden“.

Stundengebet. Jenseits der Hymnen von Setzen Sie Lingua, der Heilige Feste er wurde in geboren Das Wort kommt von oben, unübertroffen in Inhalt und musikalischer Melodie, die Psalmen des Lesebüros, Die Laudatio und die Vesper fassen alle Gefühle zusammen, die eine gläubige und liebende Seele dem Herrn gegenüber zum Ausdruck bringen kann, der uns in der Eucharistie das beredte Zeichen seiner unendlichen Liebe zu uns schenkt. Die beiden Lesungen stellen die Eucharistie als Mittelpunkt der gesamten Heilsgeschichte dar, dessen Vorbereitung im Alten Testament und seine vollständige Umsetzung im Neuen Testament erfolgt. San Tommaso Aquino, in der zweiten Lesung, Zögern Sie nicht, es zu sagen

„der einziggezeugte Sohn Gottes, Er wollte uns zu Teilhabern seiner Göttlichkeit machen […] Mensch geworden, um uns zu den Höhen Gottes zu erheben […] Tatsächlich hat er seinen Körper Gott dem Vater als Opfer auf dem Altar des Kreuzes für unsere Versöhnung dargebracht. Er vergoss sein Blut, sodass es als Preis und als Spülung galt, weil, aus der demütigenden Sklaverei erlöst, wir wurden von allen Sünden gereinigt. Weil, letzten Endes, bleibe in uns eine ständige Erinnerung an einen so großen Segen, Er hinterließ seinen Gläubigen seinen Leib als Speise und sein Blut als Trank, unter den Gestalten von Brot und Wein. Oh, wunderbares Bankett! Was kann wertvoller sein? Kein Sakrament ist gesünder als dieses. Die Eucharistie ist das Denkmal des Leidens Christi, es ist das größte aller Wunder, die er vollbracht hat, es ist das bewundernswerte Dokument seiner unermesslichen Liebe zu den Menschen» (Opusc. 57, am Fest des Leibes des Herrn, lect. 1-4).

Eucharistische Prozession. Wie wir bereits gesagt haben, Um die Hingabe an das Allerheiligste Sakrament zu fördern, Papst Urban IV. verlängerte das Fest Der Leib des Herrn an die ganze Kirche. Während in der Bulle keine Eucharistieprozession erwähnt wird, Er gewöhnte sich sofort an, den Gläubigen während einer feierlichen Prozession mit dem Allerheiligsten Sakrament die Eucharistiegestalten zu zeigen, die offenbar seit jeher durch ihre besondere Bedeutung und Bedeutung im pastoralen Leben christlicher Gemeinden hervorsticht. Daher stimmt es dem zu, wo die aktuellen Umstände es zulassen und wo die Prozession wirklich ein Zeichen des Glaubens und der Anbetung sein kann, es bleibt erhalten. In diesem Fall ist es gut, dass die Prozession mit dem Allerheiligsten Sakrament unmittelbar nach der Messe stattfindet, bei dem die Hostie geweiht und dann in einer Prozession getragen wird. Die Lieder und Gebete, die unterwegs gesprochen werden, jeden dazu bringen, seinen Glauben an Christus zu bekunden, ausschließlich auf das Licht des Herrn bedacht (vgl.. Ritus der Kommunion außerhalb der Messe und des eucharistischen Gottesdienstes, NN. 102 – 104).

Tut mir leid, das zu sehen - wie aus zahlreichen Botschaften von Priestern hervorgeht, die in den vergangenen Tagen auf unserer Insel Patmos angekommen sind -, dass in vielen unserer Städte inzwischen die Prozession von Der Leib des Herrn es ist zur Erinnerung geworden. Selbst die Diözese Rom hatte dieses Jahr keine Prozession: andererseits am Vorabend von Der Leib des Herrn Es wurde jedoch verwendet, um die durchzuführen Meeting Konferenz über menschliche Brüderlichkeit mit dem Titel Nicht alleine, Dazu gehörte auch die Anwesenheit des Heiligen Vaters, kam aufgrund der letzten Operation nicht zustande.

Die von Rom ist nur ein Beispiel für eine elegante bischöfliche „Entschuldigung“. – mit viel Schulterzucken für diejenigen, die stattdessen auf die Wichtigkeit einer solchen Geste hinweisen – unsere Straßen und Plätze anderen zu überlassen, Meistens wurden sie in große Open-Air-Trattorien umgewandelt, In diesem Sinne würde es ausreichen, einen Rundgang über die Piazza del Duomo in Florenz zu machen, um es zu realisieren …

Vielleicht liegt es an diesem Trend, alle unsere Traditionen wegzuwerfen Um „politisch korrekt“ zu sein, wäre es besser, eine ruhige, aber dringliche Überlegung anzustellen, auch wenn das Unbehagen und Leid, das die Priester und damit auch die Gläubigen erleben, in immer größerer Form zu spüren ist, es scheint wenig oder gar keine Rolle zu spielen.

Florenz, 11 Juni 2023

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Es gab nur einen professionellen italienischen Politiker, der auf Flohjagd war und über die Art und Weise, wie Wolodymyr Selenskyj gegen das Protokoll verstieß, seufzte

CI FOSSE STATO UN SOLO POLITICO ITALIANO CACCIATORE PROFESSIONISTA DI PULCI CHE HA FATTO UN SOSPIRO SUL MODO IN CUI VOLODYMYR ZELENSKYJ HA VIOLATO IL PROTOCOLLO

Non stiamo a parlare di formalità o di formalismi, sondern des institutionellen Protokolls, die nicht auf vergeblichen äußeren Formen beruht, ma si basa proprio sul rispetto dovuto a chi ti accoglie: sia il Paese, sia il suo Capo di Stato, sia il suo Primo Ministro.

- Kurznachrichten -

Autor
Redaktion der Insel Patmos

 

 

 

 

 

 

.

L’Autocrate dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj — perché tale è al pari del suo omologo russo Vladimir Putin: un autocrate — si è presentato in visita ufficiale di Stato in Italia con un abbigliamento non semplicemente indecoroso, ma proprio irrispettoso.

Non stiamo a parlare di formalità o di formalismi, sondern des institutionellen Protokolls, die nicht auf vergeblichen äußeren Formen beruht, ma si basa proprio sul rispetto dovuto a chi ti accoglie: sia il Paese, sia il suo Capo di Stato, sia il suo Primo Ministro. Deswegen, uno che si comporta a questo modo denota due cose:
.
1) io posso permettermi tutto;
2) io sono io e voi non siete uncome diceva il mitico Marchese del Grillo in un celebre film di Alberto Sordi entrato ormai nella storia.
.
In omaggio per questo abbigliamento caccia&pesca potevano anche regalargli una cannada pesca. Ce ne fosse stato uno solo, tra quei nostri numerosi politici cacciatori professionisti di pulci, che avesse fatto un sospiro, einziger.
.
Bisogna riconoscere che Vladimir Putin, quando manca di rispetto a persone e istituzioni lo fa perlomeno in modo più subdolo ed “elegant”, ad esempio presentandosi per due diverse volte in visita ufficiale dal Sommo Pontefice in ritardo: In dem 2013 mit 50 Minuten e poi a seguire In dem 2015 con un’ora e 10 Minuten der Verzögerung. Von der Serie: “Io sono lo zar della Grande Russia, posso permettermi questo e altro, ma volendo altro ancora”.
.
von der Insel Patmos 14 Dürfen 2023

.

.HTTPS://www.YouTube.com/watch?v=ltEAQNopUYM&t=2s

.

.

.

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

„Verbrechen und Strafen“. Die unvermeidlichen Extravaganzen einiger Priester im Lichte des Ostermysteriums

„VON VERBRECHEN UND STRAFEN“. LE IMMANCABILI STRAVAGANZE DI CERTI PRETI ALLA LUCE DEL MISTERO PASQUALE

Nella Istruzione Sacramentum, es steht vielleicht geschrieben, dass es sich um bestimmte liturgische Missbräuche handelt, einige davon sind echte „Verbrechen“, die Strafe ist vorgesehen, per esempio della sospensione lugen del sacerdote per un congruo periodo di tempo? Si prevede forse, per quelli più gravi, la rimozione dall’ufficio di parroco? Nein, perché forse questo modo di fare non sarebbe caritatevole e misericordioso, quindi il nostro legislatore esorta, istruisce e nei propri documenti si lamenta con cuore franto, mentre chi abusa seguita a farlo in totale mancanza di precise pene.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

.

Artikel im PDF-Druckformat

.

.

C’è una celebre opera di Cesare Beccaria geschrieben in 1764 che s’intitola Dei delitti e delle pene, dove si parla soprattutto della prontezza e della certezza della pena. Wie oft, in unserem Land, specie di fronte a situazioni di criminalità più o meno diffusa, abbiamo udito la frase e il lamento «manca la certezza della pena»? A dire il vero ciò che manca è l’applicazione della pena, perché in quanto a esistere, le pene ci sono e sono scritte e ben dettagliate. Invece noi, su questo problema Dei delitti e delle pene, non ci interroghiamo nemmeno, perché nei vari documenti e atti del Magistero della Chiesa degli ultimi decenni la parola “sanzione” o “pena” non esiste proprio, due sono infatti le cose essenziali che di prassi vengono fatte: si lamenta con cuore franto certe situazioni che proprio non vanno, poi si esorta con documenti che spesso si chiamano proprio per questo “esortazioni” o “istruzioni”, come per esempio la Istruzione Sacramentum, nella quale si istruisce con cuore trepidante e afflitto a non fare certe cose.

 

Sono andato a sfogliare il Codice di Diritto Penale e i testi di varie leggi prese a caso, ed ho scoperto, con mio grande stupore, che per ogni figura di reato è prevista una pena, che può essere una pena a un certo numero di anni di carcere, oppure una sanzione amministrativa per i reati meno gravi, attraverso l’obbligo al pagamento di una somma di danaro stabilita. Abituato come sono allo stile dei documenti nostri, mi sono chiesto perché, il legislatore, non si sia a limitato esortare e istruire che certi reati non si commettono, manifestando tutto il proprio “impotente” dolore per quelli che invece vengono commessi.

Nella Istruzione Sacramentum, es steht vielleicht geschrieben, dass es sich um bestimmte liturgische Missbräuche handelt, einige davon sind echte „Verbrechen“, die Strafe ist vorgesehen, per esempio della sospensione lugen del sacerdote per un congruo periodo di tempo? Si prevede forse, per quelli più gravi, la rimozione dall’ufficio di parroco? Nein, perché forse questo modo di fare non sarebbe caritatevole e misericordioso, quindi il nostro legislatore esorta, istruisce e nei propri documenti si lamenta con cuore sfranto, mentre chi abusa seguita a farlo in totale mancanza di precise pene.

Per parlare del tema degli abusi liturgici, alcuni dei quali ormai istituzionalizzati e divenuti quasi una norma in certe parrocchie o in certi gruppi laicali cattolici, prenderò quello che è il cuore della nostra liturgia: la Pasqua.

Durante il Triduo Pasquale di quest’anno 2023 i nostri Lettori ci hanno inviato tra la sera del Giovedì Santo e il Sabato mattina fotografie e filmati dinanzi ai quali noi Padri de Die Insel Patmos, che pure siamo navigati, oltre che consapevoli delle stravaganze di cui purtroppo sono capaci certi nostri confratelli, abbiamo stentato a credere, pur dinanzi a foto e documenti.

Vi offriamo solo una piccola rassegna di ciò che è pervenuto in redazione durante il Santo Triduo Pasquale, soprattutto riguardo la riposizione del Santissimo Sacramento all’interno dei Sepolcri presso gli altari della riposizione il Giovedì Santo e quanto accaduto a seguire il Venerdì Santo.

Heiliger Donnerstag. In una cappella della riposizione è stato allestito un tavolo da pranzo con le sedie, apparecchiato con tovaglia, piatti, posate e bicchieri, di lato il tabernacolo con il Santissimo Sacramento, probabilmente per indicare che Nostro Signore Gesù Cristo, anziché sulla croce, è morto al termine di un pranzo assalito da un repentino colpo apoplettico. In un’altra cappella della riposizione la pisside con il Santissimo Sacramento è stata messa sopra un tavolo con attorno una ciambella di salvataggio, al posto dei fiori sono stati disposti dei giubbotti di salvataggio appesi, come se Nostro Signore Gesù Cristo, anziché in croce, fosse morto annegato in mare mentre dalla Giudea tentava di sbarcare come clandestino sulle coste del Mediterraneo. E ancora a seguire: il Santissimo Sacramento riposto all’altare della riposizione dentro un fornetto a microonde, pare per simboleggiare in che modo il Signore riscaldi i cuori (!?).

Altare della reposizione forse ispirato al musical: «Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un pola seggiola stai comodo anche tu …» (Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, Rutigliano)

Guter Freitag. Le immagini e i filmati che ci sono pervenuti fanno sorgere in noi il serio quesito se certi preti abbiano mai letto l’Ordinamento Generale del Messale Romano e se durante la formazione prima e lo svolgimento del sacro ministero a seguire, abbiano realmente capito che cos’è il Triduo Pasquale, per esempio leggendo un’opera del Novecento scritta dal teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, in edizione italiana “La teologia dei tre giorni” (1969). Opera che offre una meditazione del mistero pasquale secondo la scansione dei tre giorni: il mistero del venerdì santo (la croce nella vita di Gesù, die Eucharistie, l’agonia), il mistero del sabato santo (in cui il Cristo fa l’esperienza della “seconda morte”), il mistero della Pasqua come teologia della risurrezione e della glorificazione del Figlio. Il Venerdì Santo, giorno in cui si commemora la passione di Cristo Signore, nel corso di una liturgia austera e silenziosa tutta incentrata sulla adorazione della croce, è mai pensabile che si possa cantare al suono di chitarre e tamburelli ritmati allegre canzoncine da campo-scuola, scandendo persino «alleluia, alleluia” in ritornelli di canti del tutto inappropriati e fuori luogo? Qualcuno ha forse dimenticato l’omissione dalla liturgia del Gloria e dell’Alleluia durante il periodo quaresimale, o le cosiddette “campane legate” il Giovedì Santo che torneranno a suonare solo nel giorno di Pasqua assieme al canto del Gloria e dell’Alleluia per rendere lode al Risorto dai morti?

Un altro autore che ci ha guidati nel mistero della teologia del Triduo Pasquale è stato il fiorentino Padre Divo Barsotti, che in una sua predicazione del 1987 spiegò il senso mistagogico della “discesa agli inferi” di Gesù Cristo, articolo di fede contenuto anche nel Credo Apostolico in cui recitiamo «[...] er litt unter Pontius Pilatus, wurde gekreuzigt, starb und wurde begraben; in die Hölle hinabgestiegen; il terzo giorno risuscitò da morte». Fragen wir uns: quanti sono oggi i fedeli cattolici che comprendono il senso della “discesa” in quegli inferi indicati nell’antica tradizione anche come Shéol o Αιδην, il “regno dei morti” dove Gesù Cristo morto discese con l’anima unita alla sua Persona divina, per aprire le porte del cielo ai giusti che l’avevano preceduto (vgl.. Katechismus der Katholischen Kirche NN. 631-635).

Altare della riposizione dentro il barchino con le reti, Chiesa del Buon Pastore di Diamante

Il Triduo Pasquale, nella sua simbologia, racchiude una grande e sapiente pedagogia, una somma catechesi per il Popolo dei credenti, che non può essere certo finire svilita da stravaganze inscenate quasi sempre all’insegna del politicamente corretto del momento.

Vediamo adesso cosa è liturgicamente quel triduo pasquale che conclude con quella che la Chiesa indica come la Madre di tutte le Veglie, nella speranza che possa servire di riflessione per la prossima Pasqua 2024. ichl Triduo Pasquale è la realtà della Pasqua del Signore, celebrata liturgicamente e sacramentalmente in tre giorni: il Venerdì Santo, che fa memoria viva della Passione e Morte del Signore; il Sabato Santo, in cui la Chiesa sosta al sepolcro del Signore; la Domenica di Pasqua che celebra la gloriosa Resurrezione di Cristo. Caratteristica delle celebrazioni del Triduo è che sono organizzate come un’unica liturgia, per questo motivo la Masse Abendmahl non termina con ite missa est (”la Messa è finita”), bensì in silenzio. L’azione liturgica del venerdì non comincia con l’usuale saluto e con il Segno della Croce e termina anch’essa senza saluto, schweigend. Infine la solenne veglia comincia in silenzio e termina con il saluto finale.

Il Triduo Pasquale costituisce un’unica solennità, la più importante di tutto l’Anno liturgico cattolico. Von dem Gloria della Messa del Giovedì a quello della Veglia le campane devono stare in liturgico silenzio. Anticamente anche gli strumenti musicali dovevano tacere il Venerdì e il Sabato Santo, fino alla Veglia Pasquale, per meglio esprimere il senso penitenziale di questi giorni. Per questo molte composizioni di autori antichi per il Venerdì Santo furono scritte per solo coro. Oggi tuttavia è permesso l’uso degli strumenti musicali durante le celebrazioni di queste giornate, anche se solo per sostenere il canto.

Vertice e centro gravitazionale dell’intero Triduo è la Solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa. Con la celebrazione della Masse Abendmahl, la sera del Giovedì Santo ha inizio il Triduo Pasquale della Passione, morte e Risurrezione di Cristo, culmine di tutto l’anno liturgico e cuore della fede e della preghiera della Chiesa (vgl.. SC 102). Il Giovedì Santo la Chiesa ricorda l’Ultima Cena di Gesù nella quale il Signore Gesù, la vigilia della Passione, spinse all’estremo il suo amore per i suoi che erano nel mondo, offrì al Padre il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino e, donandosi come nutrimento ai suoi apostoli, comandò loro di perpetuarne l’offerta in sua memoria, istituendo di fatto il sacerdozio della Nuova Alleanza. Obbediente al comando del Signore, la Chiesa celebra la Santa Cena, sentendosi impegnata a tradurre nella vita di ogni giorno lo stile di servizio e di amore fraterno (vgl.. il segno della lavanda dei piedi, proprio della liturgia del Giovedì Santo) che ha nel Sacrificio del Signore, sacralmente presente nell’Eucaristia, il suo senso e la sua fonte. I testi che vengono usati in questa celebrazione sottolineano l’aspetto sacrificale dell’Eucaristia e il suo carattere di memoriale del sacrificio del Signore (altro che “Cena Santa…”), annunziato e prefigurato dagli avvenimenti dell’Esodo di Israele dall’Egitto, col simbolo dell’agnello immolato e del passaggio dell’angelo del Signore per colpire i primogeniti di Egitto (I lettura); “memoriale” che il beato Apostolo Paolo descrive come rito celebrato da Gesù nella cena pasquale con i suoi apostoli, segno della nuova ed eterna Alleanza tra Dio e gli uomini, sigillata e ratificata col suo stesso sangue (II. Lesung). Infine – strettamente legato alle due letture – il brano evangelico di Giovanni ci mostra Gesù che pur essendo maestro e Signore, si fa servo, lavando i piedi ai suoi apostoli. Con questo gesto il Signore Gesù voleva manifestare che la sua missione era il più grande servizio che Dio rivolgeva agli uomini per salvarli: lavarli dai peccati e nutrirli con il suo Corpo e il suo Sangue.

Il Prefazio di questa Messa riassume l’ineffabile mistero dell’amore divino:

«Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di compiere l’offerta in sua memoria. Il suo Corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo Sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa».

Al termine della Masse Abendmahl des Gründonnerstags, l’Eucaristia viene riposta e custodita nell’altare della Reposizione, chiamato nel linguaggio popolare di alcune regioni del sud Italia sepolcro. Termine improprio in quanto non simboleggia la morte di Gesù ma è il luogo in cui adorare l’Eucaristia. Il termine giusto è altare Ö cappella della Reposizione. Parliamo dello spazio della chiesa allestito, al termine della Masse Abendmahl, per accogliere le specie eucaristiche consacrate, conservandole sino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale. Le Sacre Specie vengono così riposte per essere adorate durante la notte. È tradizione che gli altari della reposizione siano addobbati in modo solenne, con composizioni floreali o altri simboli: non devono essere il luogo della stravaganza o della forzatura di segni che nulla hanno a che fare con l’unico scopo di invitare i fedeli all’adorazione. La lettera circolare della Congregazione del Culto Divino del 16 Januar 1988 nach Titel Preparazione e celebrazione delle feste pasquali precisa a proposito dell’altare della reposizione quanto segue:

«Il Sacramento venga custodito in un tabernacolo chiuso. Non si può mai fare l’esposizione con l’ostensorio. Il tabernacolo o custodia non deve avere la forma di un sepolcro. Si eviti il termine stesso di “sepolcro”. Infatti la cappella della reposizione viene allestita non per rappresentare “la sepoltura del Signore”, ma per custodire il pane eucaristico per la comunione, che verrà distribuita il venerdì nella passione del Signore. Si invitino i fedeli a trattenersi in chiesa, dopo la messa nella cena del Signore, per un congruo spazio di tempo nella notte, per la dovuta adorazione al Santissimo Sacramento solennemente lì custodito in questo giorno. Durante l’adorazione eucaristica protratta può essere letta qualche parte del Vangelo secondo Giovanni. Dopo la mezzanotte si faccia l’adorazione senza solennità, dal momento che ha già avuto inizio il giorno della passione del Signore» (NN. 55-56).

La lettera circolare della Congregazione del Culto Divino del 16 Januar 1988 dal titolo Preparazione e celebrazione delle feste pasquali precisa a proposito dell’altare della reposizione quanto segue: «Il Sacramento venga custodito in un tabernacolo chiuso. Non si può mai fare l’esposizione con l’ostensorio»

Il Venerdì Santo la Chiesa celebra la Passione Morte del suo Signore e rimane in amorosa contemplazione e meditazione del suo sacrificio cruento, fonte della nostra salvezza. Per antichissima tradizione in questo giorno la Chiesa non celebra l’Eucaristia, ma solo una solenne Liturgia della Parola, seguita dall’adorazione della croce e dalla santa Comunione.

Davanti all’altare completamente spoglio, dopo la prostrazione del celebrante nel silenzio dell’assemblea e l’orazione introduttiva, vengono proclamate tre letture:

il quarto canto del Servo di IHWH (Ist 52, 13-15; 53, 1-12), dove nella figura del servo caricato dei nostri dolori, castigato, percosso e umiliato e che tuttavia giustificherà molti e dalle cui piaghe siamo stati guariti, non è difficile riconoscere la figura di Gesù, colui che si è fatto peccato, è divenuto il disgusto dei vicini e l’orrore di conoscenti (vgl.. Salmo responsoriale) e che è l’unica nostra via di salvezza.

La seconda lettura è tratta dalla lettera agli Ebrei (vgl.. 4, 14-16; 5, 7-9) e precisa che il Cristo servo sofferente di IHWH è il sommo sacerdote che è stato provato in ogni cosa e che diviene causa di salvezza eterna per coloro che gli obbediscono.

Il Vangelo riporta il racconto della Passione secondo Giovanni (vgl.. 18, 1 – 19,42). La morte di Gesù è la rivelazione suprema dell’amore di Dio che si prolunga sacramentalmente nei secoli nell’acqua (Taufe) e nel Sangue (Eucharistie) ed è intimamente legata al dono dello Spirito Santo e con la nascita della Chiesa, rappresentata dalla Santa Vergine Maria e dall’apostolo Giovanni. All’omelia segue poi una solenne Preghiera universale in cui si innalzano suppliche per la Chiesa, Vati, per tutti gli ordini sacri e i fedeli, per i catecumeni, per l’unità dei cristiani, per gli ebrei, per i non cristiani, per coloro che non credono in Dio, per i governanti e per i tribolati.

Come conseguenza della parola ascoltata ed accolta, segue poi la solenne Adorazione della Croce, gesto “scandaloso” e profetico perché venerata non più come semplice strumento di morte infame, ma come albero della vita, “talamo, trono ed altare al corpo di Cristo Signore”. Il sacerdote scopre la croce in tre volte, presentandola al popolo come trofeo di vittoria e dicendo: «Ecco il legno della croce, a cui fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo»; a questo invito l’assemblea risponde: "Komm schon, adoriamo!». L’assemblea compie poi il gesto dell’adorazione, ricordando che già in quel momento si compie la Pasqua, si realizza la nostra salvezza nel sangue dell’Agnello immolato: «Adoriamo la tua croce, Mann; lodiamo e glorifichiamo la tua santa Resurrezione. Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo». Al termine dell’adorazione, la croce viene posta vicino all’altare, segno anche esso del sacrificio di Cristo, offerto al Padre per la nostra salvezza.

All’adorazione della croce, segue la Comunione Eucaristica, con le sacre Specie consacrate il giorno precedente. La Commemorazione della Passione si conclude con una preghiera di benedizione sull’assemblea, che poi si scioglie in silenzio.

Karsamstag. Il Messale Romano ci presenta questo giorno con queste parole:

«Il Sabato Santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e la sua morte, nonché la discesa agli inferi, e aspettando la sua risurrezione, nella preghiera e nel digiuno. Spogliata la sacra mensa, la Chiesa si astiene dal sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione”. La Chiesa è chiamata a meditare prima di tutto il fatto che Gesù “morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture» (1 Kor 15, 3-4).

Contempla ciò che nel Credo professa affermando «discese agli inferi»: Gesù Cristo si fa solidale con l’uomo da salvare, affrontando la morte nella certezza che l’avrebbe vinta non soltanto per sé, ma per tutti. Von diesem Standpunkt aus, il Sabato Santo è un giorno di grande speranza! Il Sabato Santo il cristiano è chiamato ad imitare le pie donne che dopo la sepoltura di Gesù «erano lì davanti al sepolcro» (MT 27, 61). Non è cosa da poco fermarci anche noi, in clima di fede e di amore, per pregare, meditare e contemplare: può essere il giorno di deserto, di preghiera e di illuminata speranza in Dio che ha scelto non solo di morire per noi, ma di risorgere e di farci partecipi della sua vita di risorto.

La Veglia Pasquale nella Notte Santa è il vertice e il centro di tutto il Triduo Pasquale. Considerata la “madre di tutte le veglie”, in essa la Chiesa attende, vegliando, la risurrezione di Cristo e la celebra nei sacramenti (vgl. Norme per l’anno liturgico e il calendario, 21). Tutta la celebrazione di questa Veglia, deshalb, deve svolgersi di notte e terminare prima dell’alba della domenica. Questa è la notte per eccellenza, in cui si celebrano i grandi sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Taufe, Confermazione, Eucharistie), che comunicano ai fedeli la grazia salvifica del mistero pasquale di Cristo. La Veglia Pasquale è costituita da quattro parti:

  1. Liturgia della luce o lucernario. La Veglia si apre con la celebrazione di Cristo Risorto come luce del mondo. Il sacerdote benedice un fuoco divampante (generalmente preparato all’esterno della Chiesa) e prepara il cero pasquale, incidendo su di esso una croce, le lettere greche A e W e le cifre dell’anno corrente, seguendo questo schema:

Mentre compie questo gesto, acclama a Cristo Principio e Fine, Alfa e Omega, al quale appartiene il Tempo, i secoli, la gloria e il potere. Completata l’incisione, il celebrante può infiggere 5 grani di incenso in forma di croce e mentre compie questo gesto acclama alle piaghe sante, gloriose e salvifiche del Cristo. Il Cero viene acceso al fuoco nuovo e inizia una processione che si avvia verso il presbiterio; durante questa processione si acclama per tre volte “Lumen Christi!” e vengono accese le candele dei fedeli e le luci della Chiesa. Posizionato il cero nel suo candelabro, il diacono proclama il solenne Preconio Pasquale (detto “Exsultet”) un testo bellissimo che annuncia la gloria della resurrezione di Cristo, vertice di tutta la storia della salvezza, iniziata dopo il peccato di Adamo, figurata nell’agnello della pasqua ebraica, dall’esodo, dal passaggio del mar Rosso, dalla colonna di fuoco e realizzata in pienezza da Cristo morto e risorto. Die Präkonium è un cantico entusiasta che, ricapitolando tutti i grandi momenti della storia di Dio e dell’uomo, esprime l’esultanza del cielo e della terra, perché con la resurrezione di Cristo anche l’universo, abbruttito dal peccato, risorge e si rinnova. Un testo che andrebbe a lungo meditato e pregato anche personalmente.

Liturgie des Wortes. Terminato il lucernario, il celebrante invita all’ascolto della Parola per meditare «come nell’antica alleanza Dio salvò il suo popolo e nella pienezza dei tempi ha mandato a noi il suo Figlio come redentore». Vengono quindi proclamate nove letture (sette dell’Antico Testamento e due del Nuovo), con lo scopo di introdurre i fedeli nel significato e nell’importanza della Pasqua nella vita della Chiesa e di ogni cristiano, in relazione ai sacramenti pasquali (Taufe, Cresima ed Eucaristia) medianti i quali siamo morti e risorti con Cristo:

I lettura: Gen 1, 1 – 2, 2: die Schaffung

II. Lesung: Gen 22, 1-18: la prova di Abramo

III lettura: Ist 14, 15 – 15, 1: die Passage des Roten Meeres

IV lettura: Ist 54, 5-14: Tuo sposo è il Creatore

V lettura: Ist 55, 1-11: Voi tutti assetati venite all’acqua

VI lettura: Bar 3, 9-15. 32 – 4, 4: L’alleanza eterna

VII lettura: Dies 36, 16-17ein. 18-28: Vi aspergerò con acqua pura

Brief: RM 6, 3-11: Cristo risorto dai morti non muore più

Evangelium: Uno dei tre sinottici a seconda del ciclo liturgico

Tra la VII lettura e l’Epistola viene cantato solennemente il Gloria e al termine dell’Epistola – dopo il “digiuno” quaresimale – viene solennemente intonata l’Alleluja.

Liturgia Battesimale: Fino dall’antichità, la Chiesa ha collegato con la Veglia Pasquale l’amministrazione del Battesimo, immersione nella morte di Cristo e risurrezione con Lui alla vita nuova. Dopo il canto delle litanie dei santi, viene benedetta l’acqua battesimale — con il particolare gesto di immergervi per tre volte il cero pasquale — con cui si amministra il Battesimo e si asperge l’assemblea, dopo che questa ha rinnovato la professione di fede con le promesse battesimali.

La Veglia termina con la Liturgia Eucaristica, che diviene compimento di tutta la celebrazione e azione di grazie più alta e significativa rivolta al Padre per averci dato il suo Figlio morto e risorto per la nostra salvezza. Con la Pasqua infatti ha avuto inizio la vera Eucaristia, in welchem, fino alla consumazione dei secoli, la Chiesa acclamerà «Cristo vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo; Cristo che, morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio Pasquale I). Ed è così che inizia il “Giorno del Signore”, giorno di vita senza tramonto, in cui il dovere di ogni credente è quello di “cercare le cose di lassù” e di “nascondere la propria vita con Cristo risorto in Dio”.

A voi tutti lancio una domanda, ed assieme alla domanda lascio a tutti voi l’onere della risposta: il cuore centrale del mistero fondante della nostra fede, è la risurrezione del Cristo, dinanzi alla quale l’Apostolo Paolo afferma che se non fosse veramente risorto la nostra fede e la nostra speranza sarebbe del tutto vana (vgl.. Kor 15, 12-15) può essere forse motivo e occasione per lanciarsi in stravaganze che rischiano di trascendere non di rado tra la dissacrazione e il vero e proprio sacrilegio? Tutto è possibile, quando si esorta, si istruisce, ma non si puniscono i trasgressori, farlo sarebbe una mancanza di misericordia, un peccato questo sì, assolutamente intollerabile.

Florenz, 12 Dürfen 2023

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.

Ehrwürdige Bruderpriester, die Kirche erlebt eine beispiellose Krise, und wir erleben die schwierigsten Prüfungen: der große Test des Glaubens

- Theologisch – Meditation zum Gründonnerstag -

Ehrwürdige Bruderpriester, DIE GEMEINDE ERLEBT EINE BEISPIELLOSE KRISE UND WIR ERLEBEN DIE SCHWIERIGKEIT VON PRÜFUNGEN: DIE GROSSE GLAUBENSPRÜFUNG

Heute, wenn die Krankheit rechtzeitig erkannt wird, Viele Krebsarten können geheilt werden, sondern Klerikalismus, besonders die der Fälscher und schleimigen Heuchler, Es ist eine Krankheit, die Gefahr läuft, unheilbar zu sein, Außerdem sind sie immer die schlimmsten Metastasen, die sich im Leib der Kirche ausbreiten können, und gefährden jede Erforschung des Glaubenswegs von Priestern und Gläubigen.

 

 

Artikel im PDF-Druckformat

 

.

Die Schwere verwende ich oft, gepaart wo nötig mit einer ganz beiläufigen, aber bewussten und vor allem wissenschaftlichen Ironie, lässt mich spekulieren, dass wir vielleicht keine Zeit haben, über Priester nachzudenken. Voraussichtlich werden wir bald den Aushang «Saisonschlussverkauf» an den Türen unserer Kirchen anbringen können, oder "Konkursverkauf". In Nordeuropa passiert das schon seit einiger Zeit, wenn drin 2010 Ich ging zu vertiefenden Studien nach Deutschland und konnte Gebäude alter Kirchen sehen, bis einige Jahrzehnte früher Pfarrgemeinden, verkauft und in elegante Geschäfte umgewandelt, Restaurants, Friseursalons, manche sogar drin Nachtclub. In meinem Buch Und Satan kam triune am Ende veröffentlicht 2010 Ich schrieb: «[...] ein angeschwollener Fluss kommt aus Nordeuropa und wird bald auch uns überwältigen».

Salvador Dalí, Das letzte Abendmahl

Die Situation in vielen italienischen Diözesen ist dramatisch, der immer größer werdende Mangel an Geistlichen und das Durchschnittsalter bestimmter Presbyter hat in vielen i überschritten 70 Jahre. Die Statistiken der großen Diözesen scheinen Kriegsmeldungen, der Mittelwert ist jetzt gleich 10 verstorbene Presbyter gegenüber einem oder zwei neu ordinierten. In einigen Diözesen wurden seit Jahren keine Priester mehr geweiht, während mehrere im selben Jahr gestorben sind. Es ist unvermeidlich, dass innerhalb von zwanzig Jahren, aber auch davor, die aktuellen 225 italienischen Diözesen reduziert werden 70 Ö 80 und das in den Territorien jener Diözesen, die schließlich unterdrückt wurden, heute komponiert von 50 Ö 60 Presbyter im fortgeschrittenen Alter, Es wird nur drei oder vier Priester geben, die im ganzen Gebiet dienen.

Unter dem Pontifikat von Benedikt XVI, zwischen 2005 und das 2013 es gab eine leichte Erholung bei den Berufungen, unter der des Papstes Franziskus, zwischen 2014 und das 2022 Es gab einen dramatischen Rückgang der Zulassungen zu Seminaren und religiösen Noviziaten. Das Jahr 2022 hat sich angemeldet 1.045 verstorbene Presbyter des weltlichen und ordentlichen Klerus e 392 Neuweihen von Priestern des Welt- und ordentlichen Klerus. Verstorbene Presbyter überschreiten um 65% die der neu ordinierten.

In Rom selbst Viele kirchliche Gebäude verschiedener religiöser Orden und Gemeinden wurden verkauft und viele andere befinden sich in einem Zustand der Agonie. Pharaonische Gebäude, die jetzt von vier oder fünf älteren Ordensmännern und Ordensfrauen bewohnt werden, denen bald dasselbe Schicksal widerfahren wird. Und wenn das in Rom passiert, Ich lasse Sie sich vorstellen, was für ein großer Verkauf des kirchlichen Erbes derzeit in ganz Italien im Gange ist.

Angesichts dieses unaufhaltsamen und unumkehrbaren Niedergangs, vielleicht denken wir ernsthaft über eine angemessene Priesterausbildung nach, die heute unzulänglich und teilweise anachronistisch strukturierten Seminare zu überdenken, oder alles auf eine sorgfältige Berufungspastoral zu setzen, bei der es darum ginge, zuallererst wahre Priester Christi als Lebensmodelle vorzustellen, nicht säkularisierte Priester, ähnlich wie religiöse Fachleute oder Sozialarbeiter, oft auf zwanghafte Zelebranten der Heiligen Messe reduziert, die von einer Pfarrei zur anderen laufen, ohne dass sich ein Bischof wundert, wenn sie beten, wenn sie studieren, wenn sie sich um ihr priesterliches Leben kümmern? Wenn es keine Priester mehr gibt, um die Pfarreien im Bezirk zu decken, In diesem Fall sollte man mit der kanonischen Unterdrückung fortfahren und nur eine Pfarrei belassen und den Gläubigen klar sagen, dass sie aufhören müssen, die Kirche nebenan zu fordern, und vier oder fünf Kilometer reisen müssen, um zur Heiligen Messe zu gehen, genauso wie sie es tun 40 Ö 50, Senioren vor allem, wenn es darum geht, stattdessen in die großen Einkaufszentren zu gehen. Wenn die Familien, die die christliche Gemeinschaft bilden, nicht mehr in der Lage sind, Berufungen auszudrücken, es wird gut sein, dass ich Gläubige Christi auch sie nehmen ihre Verantwortung wahr, anstatt zu versuchen, die Priester zu quetschen, bis sie erschöpft sind. Doch wie wir wissen, leben wir in der Kirche von der fehlenden Verantwortungsübernahme, einerseits durch den Klerus, der Gläubigen, die andererseits oft egoistisch und faul sind.

Um diese jetzt irreversiblen Probleme zu lösen, anstatt auf diese leider notwendigen radikalen Entscheidungen zurückzugreifen, Stattdessen neigen wir dazu, die schlimmsten Auswege zu finden, um es zu vermeiden, uns mit unseren Fehlern auseinanderzusetzen, die oft zum Himmel schreien. Beispiele gäbe es viele, nehmen wir nur einen: mehrere Bischöfe, mit vielen feierlichen Zeremonien, haben dies bereits in ganz Italien getan Pfarrgemeinden anzuvertrauen für manchen "Akolyth" aufstellen, oder bestenfalls an ständige Diakone, durch die das alte Gesetz wiederbelebt wurde Trockenmasse[1], zwischen Spätmittelalter und Renaissance sehr beliebt, bis es nach der liturgischen Reform des Heiligen Papstes Pius V. verschwand[2]. Aber, wie es passiert, wenn Sie daran denken, große Schritte nach vorne zu machen, man tut nichts anderes, als zurückzugehen, um der vergangenen Geschichte eine tragische Wiederholung zu geben, vor allem zu den bankrottsten. Denn normalerweise wiederholt sich die Geschichte immer zweimal: zuerst als Tragödie und dann als groteske Farce[3].

DER PRIESTER IST ÜBERLEGEN ALS DIE ENGEL GOTTES, ABER BLEIBT EIN ZERBLICHER SÜNDER

Wenn das Wort Gottes gemacht der Mensch eine von Engelwesen gebildete Kirche gewollt hätte, hätte sie nicht auf Erden gegründet, sondern in jenem himmlischen Jerusalem, von dem der selige Apostel Johannes in Kapitel XXI der Apokalypse zu uns spricht. Stattdessen gründete er es auf der Erde, Menschen zu benutzen, die durch die Erbsünde verdorben sind (vgl.. GN 2,17) und der Verderbnis der Sünde ausgesetzt.

Während des letzten Abendmahls, indem er die Allerheiligste Eucharistie als lebendiges Geheimnis seiner Gegenwart einsetzt und die Apostel zu Priestern des Neuen Bundes weiht, machte sie zu Teilhabern am Priestertum Christi des Hohenpriesters (vgl.. EB 2,17; 4,14). Indem er sie zu Priestern weihte, erhob er sie in Würde über die Engel Gottes[4]. Diese Würde hindert den männlichen Priester nicht daran, in Sünde zu verfallen oder bei bestimmten Gelegenheiten ein echter Sündenverbreiter zu sein, in den schwersten und seltensten Fällen kann es sogar passieren, dass der Priester zu einem Verderber wird, der in der Lage ist, Strukturen der Sünde innerhalb der Kirche zu schaffen. Denken Sie nur, wozu Judas Iskariot fähig war, Auch er hatte, wie alle auserwählten Apostel, die erste Eucharistie und Priesterweihe empfangen.

Es gibt verschiedene Passagen des Heiligen Evangeliums die alle menschlichen Schwächen der Apostel hervorheben, beginnend mit Petrus, der von Christus zum Oberhaupt des Apostolischen Kollegiums gewählt wurde, das kurz nach Erhalt seiner Investitur (vgl.. MT 16, 30-20) Er floh zuerst angesichts der Gefahr, den Göttlichen Meister dreimal verleugnen, wie die Geschichten der drei synoptischen Evangelien und des Johannes-Evangeliums berichten. Im Bericht der Evangelisten Markus und Matthäus wird angegeben, dass Petrus, Als er zum dritten Mal gefragt wurde, ob er den Mann kenne, fing er an zu fluchen und zu fluchen: „Ich weiß nicht, den Mann!"». In der jüdischen Kultur der Zeit, falsch zu schwören oder den Namen Gottes mit einem Eid zu erwähnen, galt als sehr schweres Verbrechen, das sogar mit dem Tod bestraft werden konnte. Doch Petrus, das erste Haupt des Apostelkollegiums, er tat dies: er fluchte und schwor falsch, dass er den Christus nicht kenne.

In der Zeit nach der Auferstehung Christi und nach Empfang der Gnadengaben des Heiligen Geistes zu Pfingsten (vgl.. Bei 2, 1-41), Petrus wurde in Antiochia vom Apostel Paulus hart zurechtgewiesen, der ihn der Zweideutigkeit und Heuchelei beschuldigte (vgl.. Gal 2, 11-14). Übrigens: Mir ist nicht bekannt, dass jemals jemand dem seligen Apostel vorgeworfen hat, in seinen kritischen Äußerungen arrogant oder einfach unangemessen zu sein, im Gegenteil, ich verstehe, dass man ihm auch heute noch große Ehre machen muss, denn ob es die „Heuchelei“ und „Zweideutigkeit“ des Petrus gewesen wäre oder ein gewisser „Integralismus“ von Jakobus dem Älteren, heute wären wir nicht, was wir sind, sondern nur eine jüdisch-christliche Sekte. Als solche hätten wir nicht überlebt, wie das Judentum als Religion danach nicht überlebte 70 Gleichstrom. mit dem Fall des Tempels. In der Tat, das heutige Judentum, es ist nur eine Pantomime dessen, was die alte jüdische Religion war, es genügt zu sagen, dass die priesterlichen Kasten und Weiherituale, die alle eng mit dem Tempel verbunden waren, verschwunden sind. Diese Elemente, von denen ich in meinem umfangreichen Aufsatz geschrieben habe 2006: bittere Kräuter, Jahrhundert des Zionismus.

Es gibt eine dramatische Passage aus dem Evangelium der Passion Christi, wo die Gefangennahme des Herrn erzählt wird, vor wem diese Worte widerhallen: „Dann verließen ihn alle Jünger und flohen“ (MT 26, 56). Wenn wir darüber nachdenken, war dies das einzige Konzil der Kirche, bei dem alle Väter einstimmig entschieden. Um Ihre eigene Kirche zu bauen, sichtbares Bild des Leibes, dessen Haupt er ist und dessen Glieder wir sind, wie es der selige Apostel Paulus illustriert hat (vgl.. Kol 1, 18), Christus hat Männer erwählt, die mit all ihren Beschränkungen belastet sind, Schwächen und Unzulänglichkeiten, die vor der Verhaftung des Göttlichen Meisters geflohen sind.

Die katholischen Gläubigen, aber auch Kirchenferne oder gar Ungläubige, sie erwarten oft vom Priester jene Reinheit des Lebens, die sie nicht haben und die sie, wenn überhaupt, nicht einmal haben wollen. Manchmal neigen die katholischen Gläubigen dazu, eine surreale Vorstellung vom Priester zu haben, die völlig von der Realität des heiligen Dienstes getrennt ist, weigern zu verstehen, dass es heute viel schwieriger ist, es auszuüben als früher 100 vor jahren, sondern auch und nur 50 vor jahren.

Der Priester, für das Sakrament der Gnade, mit dem er gekennzeichnet wurde, und für den heiligen Dienst, zu dem er berufen ist, Er kann am Ende viel mehr als andere den Versuchungen des Teufels ausgesetzt sein, denn er ist der Spender der Gnade durch die heiligen Mysterien, Aus diesem Grund wird er auf die Geweihten in besonderer Weise wütend sein. Und das war eine der ersten Lektionen, die ich lernte, als ich die Schulungen für Exorzisten machte.

OHNE DIE VERWENDUNG DES HISTORISCHEN ELEMENTS IST ES NICHT MÖGLICH, THEOLOGIE ZU MACHEN, NOCH IST ES MÖGLICH, BESTIMMTE SITUATIONEN VOLLSTÄNDIG ZU VERSTEHEN, DIE IM KLERUS WURZELN, ABER WENN SIE ES BEACHTEN, BEREITET DIE ANTWORT DES GEISTLICHEN, DER DAS HEILIGE EVANGELIUM MANIPULIERT: "WER BIST DU UM ZU URTEILEN?»

Einer meiner Haupttrainer es war der Jesuit Peter Gumpel (1923-2022), bedeutender Dogmenhistoriker, die mir die grundlegende Bedeutung der Geschichte für das Studium der Dogmatik vermittelte, immer noch ein Thema meines Interesses und meiner Forschung. Ein dogmatischer Theologe, dem es an soliden Grundlagen durch angemessenes historisches Wissen mangelt, kann ernsthaft riskieren, keine wirkliche Wahrnehmung der Glaubensgrundlagen zu haben und sich im Hyperuran der Traummetaphysik zu verlieren. Hinter den großen dogmatischen Räten, beginnend mit dem ersten Nicäa, gefolgt vom ersten Konstantinopolitaner, der die grundlegenden Wahrheiten definiert und unsere ausarbeitet Symbol des Glaubens, Es gibt eine komplexe und artikulierte Geschichte, die mit artikulierten politischen Ereignissen und schwierigen Beziehungen verflochten ist, die bereits zu dieser Zeit zwischen der Kirche des Ostens und der des Westens bestanden.

Kleriker haben immer zyklische Momente des Niedergangs erlebt ernsthafte doktrinäre und moralische Probleme. Falls jemand die Geschichte nicht kennt, es nützt nichts, wenn Sie es an mir auslassen, dass ich in Schriften oder Beiträgen oft bestimmte aktuelle kirchliche und kirchliche Tendenzen hervorhebe. Ich kann nur über gewisse „feine Seelen“ schmunzeln, die meine Worte als eine Art Angriff auf geistlichen Verrat werten, da die Kirche der mystische Leib Christi ist (vgl.. Kol 1, 18), kein geschlossener Kreis, verwandelt in eine „Sündenstruktur“ voller „Schmutz“[5], in jeder Hinsicht mit destruktiven Einstellungen überdeckt und beschützt zu werden gegenüber jedem, der es wagt, das kostbare kritische Geschenk der Freiheit der Kinder Gottes auszuüben. Diejenigen, die mit klerikaler Verschwörungshaltung handeln, demonstrieren vor allem auf beunruhigende Weise, dass sie die Werke vieler Heiliger Väter und Kirchenlehrer nicht kennen, die Formen der Strenge und Härte der Sprache verwendeten, die meiner weit überlegen waren. Es kann jedoch sein, dass sie nie die Schriften gelesen haben, in denen San Pier Damiani mit feurigem Ton die unter Geistlichen weit verbreitete Praxis der Sodomie verurteilt[6], oder der Text, den der hl. Bernhard von Chiaravalle an Papst Eugen III[7], oder die heilige Katharina von Siena, die auf Einladung nach Avignon dem Papst antwortete, sie brauche ihren Hof nicht zu besuchen, weil der Gestank, den sie verströmte, direkt von ihrer Stadt zu spüren sei[8], bis hin zu den jüngsten Kritiken an der Mittelmäßigkeit und Unmoral des Episkopats und Klerus von Sant'Alfonso Maria de' Liguori[9] oder zu den kritischen Analysen des seligen Antonio Rosmini, der sich über die Ignoranz des Klerus beklagte[10]. Alles in allem beklage ich diejenigen, die sich an stilistische Formen klammern oder an das schicksalhafte «Wen sollt ihr richten?» - womit sie jeden kritischen Gedanken verschweigen möchten - zeigen sie, dass sie nicht wissen, was viel schlimmer ist und in viel strengerem Ton haben viele Heilige Väter und Kirchenlehrer gesagt und geschrieben. Dann würde es genügen, die Disziplinarregeln bestimmter Räte zu kennen, zum Beispiel die IV Lateranense del 1215, wo eine nach der anderen die schlechten Gewohnheiten des Klerus angezeigt werden und ihre Korrektur unter Zufluchtnahme zu strengen Strafen angeordnet wird. Und warum, das Konzil von Trient, über Geistliche, Bischöfe und Priester, bestimmte genaue und starre Regeln aufgestellt? Um es zu verstehen, würde es ausreichen zu wissen, was im Klerus während der Renaissance geschah, und die Antwort würde bald gegeben werden.. Dann, wenn wir den Zustand der Erniedrigung berühren wollen, in den unsere Geistlichkeit in den dreißiger Jahren des zwanzigsten Jahrhunderts geraten ist, dann würde es genügen, die Enzyklika zu lesen Zurück zum katholischen Priestertum geschrieben in 1935 von Papst Pius XI, durch deren Linien das Bild bald gemacht und geliefert wird. Anfrage: es sind nur diese Subjekte, die ihre Kleider zerreißen und mich beschuldigen, harsche und strenge Töne zu verwenden, oder an der Ausdrucksform festhalten, unfähig, die Substanz zu leugnen, Sie sind einfach und eindeutig ignorante Dummköpfe auf historischer und ekklesiologischer Ebene, die behaupten, die Kirche zu behandeln und zu verwalten, als wäre sie ein Mafia-Clan, der von Prinzipien des Schweigens regiert wird?

Auch in diesem Fall die Antwort des Geistlichen langweilig ist bald gegeben: «Vielleicht möchten Sie sich mit gewissen Heiligen Vätern und Kirchenlehrern vergleichen? Ah, welche Arroganz, welche Arroganz!». Dieser typische Vorwurf derjenigen, die darauf reagieren, indem sie sowohl die Realität als auch das, was Sie gesagt haben, verzerren und manipulieren, da ich mich nie mit gewissen Heiligen verglichen habe, Ich habe nur versucht, mir ein Beispiel an ihnen zu nehmen, weil auch ich wie alle Getauften zur Heiligkeit berufen bin, denn Heiligkeit ist keineswegs ein unerreichbares Ziel, sondern ein Ziel, das zu erreichen wir alle berufen sind. Sogar Jesus Christus wurde im Sanhedrin geohrfeigt und zurechtgewiesen: «Wie kannst du es wagen, dem Hohepriester so zu antworten?» (GV 18, 22). Offensichtlich hat der manipulative Kleriker die Antwort parat: „Vielleicht möchten Sie sich mit Jesus Christus vergleichen?». Natürlich nicht, aber sie sind in jeder Hinsicht eins Christus zu ändern und als solcher muss ich ihn nachahmen und mich ihm anpassen, das hat mir zumindest der Bischof gesagt, als er mich zum Priester geweiht hat. Dafür antworte ich als Jesus Christus: „Wenn ich sagte etwas falsch, weisen darauf hin; aber wenn ich habe gut gesprochen, warum hast du mich schlagen?» (GV 18, 23). Die Antwort des klerikalen Manipulators ist fertig: «Das Problem ist nicht die Substanz, sondern die Form, die Art, wie du Dinge sagst“. Das liegt daran, dass es für den stumpfsinnigen und manipulativen Geistlichen überhaupt nicht die Wahrheit ist, uns zu befreien (vgl.. GV 8,32), sondern die Form, in der die Wahrheit gesprochen wird, denn die Form ist der Substanz der Wahrheit immer und weit überlegen. Vielleicht war es nicht das, was der heilige Anselm von Aosta lehrte, St. Thomas von Aquin und die anderen Väter der klassischen Scholastik, das heißt, dass Unfälle Substanzen überlegen sind? Aber wie arrogant er war Tommaso da Kempis der das berühmte Werk geschrieben hat Nachahmung Christi. Wie können Sie glauben, so stolz zu sein, dass Sie annehmen, Sie könnten Christus nachahmen?? Deshalb bekräftige ich und werde nicht müde zu wiederholen, dass Klerikalismus schlimmer ist als Atheismus. Weil der Atheist Gott leugnet, der stumpfsinnige Kleriker manipuliert und verfälscht Gott und sein Wort, um sein eigenes schlimmstes menschliches Elend als oberstes Gesetz aufzuerlegen.

Das alles heißt das Geheimnis der Ungerechtigkeit, der selige Apostel Paulus spricht deutlich davon, indem er sagt, dass „das Geheimnis der Ungerechtigkeit bereits stattfindet“ (2 Ts 2, 1). Sehr präzises theologisches Element davor, das Schlimmste, was getan werden kann, es ist, sich vor denen zu ärgern, die sich diesem Geheimnis stellen, analysiert es und hebt es gegebenenfalls hervor, um sogar das zunehmend narkotisierte Gewissen einiger Geistlicher zu erschüttern, ärgert sich immer schnell, wenn jemand es wagt, das Böse als das zu bezeichnen, was es ist: männlich.

Vor zwanzig Jahren hat der Heilige Papst Johannes Paul II er löste noch einen weiteren Alarm aus, indem er von einem „schweigenden Abfall“ sprach und in diesem Zusammenhang schrieb, dass „die europäische Kultur den Eindruck eines „schweigenden Abfalls“ auf Seiten des übersättigten Menschen erweckt, der lebt, als ob es Gott nicht gäbe“.[11].

In dieser Dekadenz und in dieser Ablehnung des Heiligen und auch wir Priester sind in das Transzendente eingetaucht, wenn ich das heute sage, gibt es wenig auszusetzen an dem Skandal, Die schlimmste Form des Atheismus ist der klerikale Atheismus. Es genügt, nur zu beobachten, wie bestimmte Priester die Heilige Messe feiern, um sich dann zumindest vernünftig zu fragen, ob sie wirklich an das glauben, was sie tun, oder ob sie völlig vergessen haben, wann der Bischof es ihnen gesagt hat: „Verstehen Sie, was Sie tun, imitieren, was Sie feiern, entsprechen Ihr Leben dem Geheimnis des Kreuzes Christi, des Herrn "[12].

DER PRIESTER VON GESTERN WAR INNEN UND AUSSEN GESCHÜTZT, HEUTE IST ES FREI VON ÄUSSERLICHEM UND INNEREM SCHUTZ

Bis zu einem halben Jahrhundert Früher lebte der Priester in sozialen Kontexten, in denen er als Mensch und als heilige Figur von der Gesellschaft und ihren eigenen Strukturen geschützt wurde. Unwürdige Priester und Sünder, die die Regeln gebrochen haben, hat es immer gegeben, aber bis vor wenigen Jahrzehnten lebten sie in soziokulturellen Kontexten, in denen sie geschützt waren. Deswegen, der Priester, der Verhaltensweisen hatte, die seinem eigenen nicht angemessen waren Status Priester verstieß gegen die Regeln und beging seine Sünden in einem Klima der totalen Verschleierung, Vermeidung von öffentlichem Skandal, weil er sehr klar in sich hatte, was gut und was böse war. Denn selbst für den Glauben lauwarme Mitglieder der Gesellschaft oder sogar für die Ungläubigen selbst war klar, was gut und was böse ist. Also, wenn der Priester falsch lag, oder ob er Sünden begangen hat, Er war sich bewusst, Fehler zu machen und zu sündigen, und tat alles, um sicherzustellen, dass seine Sünde keinen öffentlichen Skandal hervorrief. Hinzu kommt das in vergangenen Epochen, auch die letzten, es gab nicht die Kommunikations- und Kontrollmittel, die es heute gibt, wo in der Ära der Sozial Wir alle leben prominent auf einem öffentlichen Platz, während Nachrichten in Sekundenschnelle von einem Teil der Welt zum anderen reisen. Heute lebt der Priester eingebettet in eine Gesellschaft, die ihn nicht nur nicht beschützt, sondern versucht, ihn davon zu überzeugen, dass das Böse gut und das Gute böse ist, die Schwachen dazu bringen, in die schlimmsten Laster und Perversionen zu verfallen.

Einst galt der Priester gesellschaftlich als moralische Autorität selbst von denen, die die katholische Lehre und Moral ablehnten, aber dass sie, obwohl sie dem Katholizismus feindlich gegenüberstanden, in dem Priester eine genaue Figur erkannten. Heute die katholische Kirche, der römische Papst, Bischöfe und Priester werden verwendet, um Nicht-Comic oder Satire zu machen, etwas, das seit den Zeiten der großen Giovanni Boccaccio und Pietro l'Aretino immer existiert hat. Mit der Entschuldigung von Komödie und Satire, die es in Wirklichkeit aber nicht sind, es wird versucht, der Kirche und ihrem Klerus jegliche Autorität zu entziehen, Autorität und geistige und übernatürliche Grundlage, oft auf subtile Weise, gewalttätig und destruktiv. Dazu kommen jene Priester, die die heiligen Mysterien erniedrigen, indem sie das eucharistische Opfer, das während der Feier der heiligen Messe erneuert wird, in ein heiliges Opfer verwandeln Show extravagant fast immer das Ergebnis des egozentrischen Narzissmus des Priesters und seines fast fehlenden Sinns für das Heilige.

Aus diesem und aus verschiedenen anderen Gründen sage ich oft zu den Mitbrüdern dessen Beichtvater und geistlicher Leiter ich bin, dass der Teufel ein Konzentrat reiner Intelligenz ist, der im Laufe der Jahrhunderte verstanden hat, dass Verfolgungen und das Blut der Märtyrer die Kirche immer gereinigt und gestärkt haben, ihm Kraft und Lebenselixier geben. Die neue Technik, die er heute anwendet, ist schrecklich: lass uns in Spott sterben. Und Priester können auch darauf vorbereitet werden, als Märtyrer für ihren Glauben zu sterben, wohl wissend, dass es eine durchaus mögliche Möglichkeit sein könnte, auf seine Weise in unserem unauslöschlichen und ewigen priesterlichen Charakter geschrieben. Während niemand bereit war, in Spott getaucht zu sterben. Leider ist dies der Tod, den man der Kirche und ihrem Klerus vorzubehalten versucht: das Lächerliche. Und angesichts gesellschaftlicher Ablehnung und völliger Gleichgültigkeit, die oft jeden Versuch einer pastoralen Tätigkeit vereiteln, nicht wenige sind die Priester, die am Ende in eine Krise geraten. Manche ernsthaft, besonders diejenigen mit dreißig oder vierzig Jahren heiligem Dienst, die sich am Ende oft fragen, was ihr Nutzen ist, ob sie für irgendetwas nützlich sind und was? Wer sich diese Fragen stellt, ist fast immer schmerzhaft und dramatisch, wie sehr sie auch in einer Krise leben, Sie sind gute Priester, die immer geglaubt haben und die an ihre Mission glauben. Dann sind da noch die anderen, die mit der Welt Hand in Hand gehen und die alles tun, um der Welt zu gefallen und ihr zu gefallen. Diese Sekundanten sind fast immer schlechte Priester, denen schwer zu helfen und zu genesen ist, auch weil sie sich total in die schlimmsten Formen der Säkularisierung zurückgezogen haben und wirklich nicht daran denken, dass ihnen geholfen oder genesen wird.

DIE KRISE DER GLAUBENS- UND MORALLEHRE, NEBEN DEM PROBLEM DER IGNORANZ MISSFORMIERTER UND DEFORMIERTER PRIESTER

In mehreren meiner Bücher und Artikel geschrieben in den letzten paar 15 Jahren habe ich erklärt - und ich glaube auch demonstriert - wie, von naiven guten Absichten beseelt, ab Mitte der 1960er Jahre versuchten wir, der Welt zu begegnen und der heutigen Gesellschaft um jeden Preis zu gefallen, die sich auf den Weg gemacht hatte zur Dekadenz menschlicher und moralischer Werte. Dabei haben wir vergessen, dass der Zweck der Kirche nicht darin besteht, der Welt zu gefallen, sondern ihre schweren Krankheiten zu bekämpfen. Und auch das wurde uns gesagt:

„Wenn die Welt euch hasst, wissen, dass es hasste mich vor. Wenn Sie von der Welt, die Welt würde Sie als seine eigene Liebe; da Sie sind nicht von der Welt, sondern ich habe euch von der Welt gewählt, Deshalb hasst dich die Welt " (GV 15, 18-19).

Ein missverstanden Geist des Konzils angefacht von denen, die die Dokumente des II. Vatikanischen Konzils nie gut oder gründlich studiert haben und dafür ein eigenes persönliches Konzil geschaffen haben, jemals von den Kirchenvätern geschrieben, führte schließlich zu einer Lehrkrise, die wiederum zu einer Glaubenskrise führte, die schließlich zu einer verheerenden moralischen Krise des Klerus führte, viel davon, besonders in bestimmten Ecken der Welt, sie lebt in Bedingungen der Säkularisierung, die längst alle Gefahrenstufen überschritten haben.

Der Heilige Papst Paul VI, das des Zweiten Vatikanischen Konzils, das Papst Johannes XXIII. einberufen hatte, war der Fährmann, außer dem, der sein Kreuz trug, vor den unbestreitbaren Beweisen gewisser doktrinärer und säkularer Abweichungen, sagte er:

«Man glaubte, dass nach dem Konzil ein sonniger Tag für die Kirchengeschichte kommen würde. Stattdessen kam ein bewölkter Tag, des Sturms, von dunkel, der Forschung, der Ungewissheit»[13].

In diesen Jahren, einer der Meister der römischen Schule, Antonio Piolanti, die auf dem Konzil starben, angesichts gewisser Extravaganzen, die sich in den frühen siebziger Jahren des zwanzigsten Jahrhunderts auszubreiten begannen, pflegte er von seinem Lehrstuhl am Lateran aus zu wiederholen:

«Das ist nicht der Rat, Nichts davon wurde vom Rat geschrieben, Dürfen! Dies ist nur der Pararat von exzentrischen Priestern und Theologen, die mit dem Zweiten Vatikanischen Konzil und seinen Dokumenten nichts gemein hat!»

Jeden Tag berühre ich Situationen von schwerer Unmoral aus erster Hand unter den Geistlichen verbreitet, aber in Wissenschaft und Gewissen kann ich sagen und ebenso leicht beweisen, dass es oft nicht an den Priestern liegt, sondern an der unzureichenden und oberflächlichen Art und Weise, wie sie ausgebildet und zum Priestertum gebracht wurden. Häufig, die Schuld, es gehört den Bischöfen, die sogar die etymologische Bedeutung des Wortes vergessen haben Bischof und dass sie es ernsthaft versäumt haben, auf ihren Klerus aufzupassen und sich um ihn zu kümmern, Vermeidung der Weihe von Priestern, die unreife Untertanen ohne menschliche Qualifikation sind, moralische und geistige.

An vielen kirchlichen Universitäten und theologische Institute lehren mehr Soziologie und Politikwissenschaft anstelle der Grundlagen solider Lehre und grundlegender katholischer Theologie, die die einzigen sind, die den Priestern eine Grundlage und vor allem starke pastorale Motivationen geben können, die nicht auf vergänglichen Emotionen beruhen, sondern auf Transzendenz. Da ist der Schaden schnell angerichtet: Viele Priester kennen heute nicht einmal mehr die Bedeutung bestimmter Wörter und missverstehen sie deshalb auf eine schwerwiegende Weise. Ich habe zum Beispiel oft Priester sagen hören, auch während der Predigten: "Genug mit diesen Absolutismen ... heute sind wir nicht mehr die Kirche des Absoluten, die glaubt, die einzige Wahrheit in der Tasche zu haben" (!?). Dies steht jedoch nicht im Dokument des Zweiten Vatikanischen Konzils Die Freude und der Hoffnung die sich mit der heiklen Frage der Beziehung zwischen der Kirche und der heutigen Welt befasst. Mit Priestern in Kontakt zu treten, die Begriffe wie „dogmatisch“ oder „tridentinisch“ in einem negativen oder sogar beleidigenden Sinne verwenden, und offenbart damit eine erschreckende Ignoranz, die, gepaart mit Arroganz, mit sich selbst zufrieden ist. Liebe Bischöfe, sondern zu diesen Untertanen, die sie ausbildeten, über alles: der sie zu Priestern gemacht hat? Und ich sage Unwissenheit, weil selbst der bescheidenste Priester erst nach einer einfachen, aber guten Grundausbildung ein solcher wird, wissen, dass die Kirche dank des Konzils von Trient vor allem von vielen Verderbnissen gereinigt wurde und vor allem die Türen für die große Evangelisierung geöffnet hat, in den folgenden aufhören 100 Jahren ein hauptsächlich europäisches Phänomen, das sich auf alle Kontinente der Welt ausbreitete. Das Konzil von Trient markierte auch eine glorreiche Zeit großer männlicher und weiblicher Heiliger der Nächstenliebe, der großen Pädagogen und Ärzte, die außergewöhnliche Institute und Ausbildungsstrukturen geschaffen haben, Hilfe, Erziehung armer Kinder und Evangelisierung. Dies war das Konzil von Trient, das heute von bestimmten unwissenden Menschen, die sich an ihrer eigenen Unwissenheit erfreuen, in einem negativen Sinne verwendet wird, indem sie regieren: "Ah, diese alten Dogmen, die nach Mottenkugeln stinken … Ah, Was für ein tridentinischer Geist!». Das Konzil von Trient war ein grandioses Konzil, das die Väter des künftigen II. Vatikanischen Konzils zu schätzen wussten und auf das sie sich in all ihren grundlegenden Dokumenten weise bezogen, beginnend mit den Verfassungen Das Licht e Gottesschwert.

Solche Aussagen sind völliger Unsinn, aber mal sehen, warum manche sie mit beiläufiger Überzeugung aussprechen. Erstens, weil sie den Begriff "absolut" verwechseln - was in allen jüdisch-christlichen Religionen der Fall ist, in der metaphysischen Philosophie, in der Dogmatik und Fundamentaltheologie hat es eine genaue Bedeutung, die mit der Absolutheit des geoffenbarten Glaubens verbunden ist[14] ― mit dem, was stattdessen "Absolutismus" politischer Natur ist. Das Heilige Evangelium ist voll von kategorischen und absoluten Ausdrücken, die von Jesus Christus geäußert wurden, zum Beispiel: "Ich bin der Weg, die Wahrheit und das Leben " (GV 14,6). Christus bietet keine anderen Optionen, aber es bietet nur eins und absolut, weil er, das fleischgewordene Wort Gottes ist das Absolute, das nicht vom Absoluten erschaffen wurde, ebenso wie der Heilige Geist das Absolute ist, das von Gott dem Vater und Gott dem Sohn ausgeht, ist wiederum Gott der Heilige Geist. Und wenn in der Symbol des Glaubens wir bekennen uns zum Glauben an die eine Kirche, Weihnachtsmann, Katholische und apostolische, wir geben ein absolutes an, wie in verschiedenen anderen Teilen der Ich glaube wir erwähnen andere, da Christus auf Erden nur eine Kirche gegründet hat, nicht eine Vielzahl von Kirchen.

Wenn die Ausbildung des Priesters es geschieht auf oberflächliche Weise, ohne mit sehr soliden Grundlagen versehen zu sein, sobald er sich als Priester in die Welt eingefügt findet, es läuft Gefahr, wie ein vom Wind zerbrochenes Rohr zu enden, wenn nicht schlimmer: ein echter Verderber des Volkes Gottes werden.

WER DIE EINSAMKEIT NICHT VERSTEHEN KANN, SOLLTE KEIN PRIESTER WERDEN

Einsamkeit ist dieser unwillkommene Begleiter die den Priester oft sein ganzes Leben lang begleitet, es sei denn, man wechselt in christologische Einsamkeit, Dafür werden Sie es nicht bereuen, es gewählt zu haben. Christus auch, in den tragischsten Stunden seines Lebens, blieb allein, verlassen von denselben Menschen, die er als Zeugen und Gefährten seiner Existenz erwählt und die er bis zum Ende geliebt hatte (vgl.. GV 13, 1), aber er erklärte: "Ich bin nicht alleine, denn der Vater ist mit mir“ (GV 16, 32). Wenn einige Priester, anstatt ein egozentrisches Konzil zu erfinden, das von den Kirchenvätern nie gefeiert wurde, studierte wirklich die Dokumente des Zweiten Vatikanischen Konzils und bestimmte Dokumente des späteren Lehramtes des Heiligen Papstes Paul VI, Viele unserer dramatischen Probleme würden allein durch das Lesen der Enzyklika gelöst Priesterliches Zölibat veröffentlicht 24 Juni 1967.

Daher die Momente der Einsamkeit sie sind immer kostbare Lebensräume, dass es tatsächlich besser ist, zu schnitzen und zu leben, weil sie das tiefe Gebet bevorzugen, Reflexion und spirituelle Meditation über das Mysterium von Leben und Tod. Häufig, während spiritueller Führungen, Ich frage zufällig die Priester: ... Du, Du meditierst nie über den Tod? Antwortet der Pfarrer auf diese Frage scherzhaft mit «Ah, aber um an den Tod zu denken, ist Zeit!», oder schlimmer noch: «Ich bin so mit so vielen Dingen beschäftigt, dass ich wirklich nicht an den Tod denke» … das war's, In diesem Fall verstehe ich sofort, dass es viel zu tun gibt an der Spiritualität des Priesters, oder vielleicht auf seiner schwachen oder manchmal sogar fehlenden Spiritualität. Es gibt zu viele Priester, die sich leider überhaupt nicht von denen unterscheiden, die möglicherweise freie Freiwillige von Nichtregierungsorganisationen sind, zu viele und immer mehr. Mit einigen ist es möglich zu arbeiten, auch gute Ergebnisse erzielen, bei anderen leider nicht, weil die Grundausbildung des Priesters fehlte.

Aber es gibt auch eine andere Art von Einsamkeit, das, was aus Formen des Verlassenwerdens oder der Isolation entsteht. Nicht wenige Priester werden von ihren Bischöfen sich selbst überlassen und beschäftigen sich mit ganz anderen Angelegenheiten, von denen sie immer sagen, sie seien wichtiger, sich um ihre eigenen Priester kümmern zu können. An diesem Punkt entsteht zunächst die Unzufriedenheit zwischen dem Priester und seinem eigenen Bischof. Ernste und gefährliche Sache, denn das Priestertum des Priesters ist eng und untrennbar mit der Fülle des apostolischen Priestertums des Bischofs verbunden[15]. Sobald sich der Priester vom Bischof und seinen Brüdern im Stich gelassen fühlt, auch sie beschäftigen sich mit vielen Dingen, die immer und streng wichtiger sind als die Priesterbruderschaft, nach und nach beginnt er sich zu isolieren. Und aus diesen beiden gefährlichen Elementen „Isolation“ und „Einsamkeit“ kann wirklich alles und mehr entstehen.

Ich möchte vermeiden, auf bestimmte Details einzugehen, Deshalb werde ich versuchen, zumindest eine Vorstellung von meinem Dienst mit Priestern zu geben, erklären, wozu diese Einsamkeit führen kann, die zu Verlassenheit und daraus resultierendem Gefühl der Isolation führt. Hier sind also Fälle von Priestern, die in mehr oder weniger schwere Depressionen verfallen, die in den Alkoholismus verfallen, einige im Drogenkonsum, andere in der sehr schädlichen Sucht nach dem Internet mit allem, was dieses Tool mit sich bringen und bieten kann, oder im Bekanntenkreis mit Menschen und Umgebungen sozusagen ... sehr anrüchig. Priester, die sich nutzlos fühlen, weil sie gerne geben würden, aber glauben, dass sie bezahlen oder in die Bedingung und Unmöglichkeit versetzt wurden, geben zu können …

PRIESTER SIND DAS HEILIGSTE, MIT DEM EIN PRIESTER UMGEHEN KANN

Ich habe aufgehört, mit bestimmten Bischöfen zu diskutieren Seitdem ich das verstanden habe, wenn Sie das Geschenk der Vaterschaft nicht erhalten haben, oder einfacher gesagt, Sie haben es nie wesentlich erworben und entwickelt, es wird Ihnen sicherlich nicht in dem Moment infundiert, in dem sie einen Ring an Ihre Hand stecken, eine Mitra auf dem Kopf und sie fangen an, Sie "Ehrwürdige Exzellenz" zu nennen.

Wie sie bestimmte Probleme gelöst haben einige sehr weitsichtige Bischöfe? Bald sagte: indem den Priestern Psychologen zur Verfügung gestellt werden, vorzugsweise Frauen, einige davon stammen sogar aus der Freudschen und Lacanschen Schule. Warum dann nicht direkt den Lehrstuhl für philosophische Kurse in den theologischen Studien vergeben, wo unsere zukünftigen Priester zu marxistischen Ideologen ausgebildet werden?? Lassen Sie uns klären: dass ein Priester einen guten Facharzt für Psychiatrie braucht, ist durchaus möglich. Ich selbst stehe in engem Kontakt mit zwei guten und erfahrenen katholischen Psychiatern, an die ich mehrfach meine Mitbrüder verwiesen habe, die eindeutig klinisch-psychiatrische Unterstützung benötigten, oder weil sie in depressiven Zuständen waren, oder weil sie an Zwangsneurosen leiden, oder weil Sie an verschiedenen anderen Beschwerden leiden. Aber ein geistlicher Leiter kann das nicht, auch kann es niemals durch einen "Diözesanpsychologen" ersetzt werden, denn um einem Priester zu helfen und die Wunden seiner Seele zu heilen, braucht es immer einen anderen Priester, niemand sonst kann. Und auf diesen gesamtdeutschen modernen Wahn, "Frauenquoten" innerhalb der Kirche rein politisch-ideologisch zu verteilen, Ich halte mich wirklich lieber zurück, Ich bin so genervt von gewissen aufdringlichen, engagierten und militanten Katholiken, die uns, wenn sie könnten, hinauswerfen würden, um an unserer Stelle die Heilige Messe zu feiern..

Für Priester, einen guten Beichtvater finden Es wird schwieriger, auch weil die Priesterbeichte eine sehr heikle Sache ist. Einen guten Seelsorger zu finden ist schwieriger als einen guten Beichtvater. Wenn tatsächlich der Beichtvater derjenige ist, der dich von deinen Sünden freispricht, Der geistliche Leiter ist derjenige, der Ihre Schritte auf dem Weg des Glaubens und des priesterlichen Lebens lenkt, die dir bei deiner ständigen Ausbildung zum Priestertum hilft und die Gabe, die in dir steckt, neu entfachen[16]. Derjenige, der ggf, mit dieser Klugheit und Voraussicht Frucht der Gnadengaben des Heiligen Geistes, sagt dir was zu tun ist bzw, im notfall, es diktiert Ihnen genau, was zu tun oder zu unterlassen ist.

Zwischen einer Soziologie und einer anderen Wir haben uns einen neuen Begriff ausgedacht, den einige ansprechender fanden als „spirituelle Richtung“., das der … „spirituellen Begleitung“ (!?). Auch hier gilt es zu klären: Direkte e begleiten das sind zwei völlig verschiedene Dinge. Leider haben einige Geistliche nichts aus den lautstarken sozialen und erzieherischen Misserfolgen vor einigen Jahrzehnten gelernt, als in den unrühmlichen 1970er Jahren die wilde Psychologie die Modeerscheinung der "Elternfreunde" auslöste, in einem Gedeihen kleiner Gedanken und Schulfächer, in denen die Kinder erklärten: „… mein Vater ist mein bester Freund“, während die Mädchen schrieben, dass "meine Mutter meine beste Freundin ist". Und als sie Teenager wurden, fanden sie sich mit ungebildeten Müttern wieder, die behaupteten, das zu tun Teenager mit den Töchtern tanzen gehen, wenn nicht noch schlimmer, indem man den Töchtern die Freunde stiehlt.

Das Elternteil, Vater und Mutter, sie sind etwas ganz anderes. Sie sind keine Busenfreunde, die begleiten, es sind die Erzieher, die die Kinder anleiten, der feste und grundlegende Punkt ihres Wachstums, diejenigen, die notfalls ihre Stimme erheben und nein sagen, oder dass sie notfalls verbieten, etwas Falsches und Schädliches zu tun.

Heilung der Seele eines Priesters Es ist so schwierig wie es für einen Arzt ist, einen anderen Arzt zu behandeln, oder wie für einen Chirurgen, einen anderen Chirurgen in den Operationssaal zu bringen.

AUCH ICH VERURTEILE EUCH. UND JETZT GEHT UND SÜNDE NICHT MEHR!

Als endlich viele Priester Mut fassten und verschüttete die Bohnen und erzählte mir die schlimmsten Dinge und ihre schlimmsten Taten, Manchmal reicht ein Kopf, oft weinen, Sie haben mich gefragt: "Aber du, empfinde keinen Ekel vor mir?». Mit großer Zuneigung erinnerte ich sie an den Abschnitt aus dem Heiligen Evangelium des seligen Johannes des Evangelisten, der von der Prostituierten erzählt, die kurz vor der Steinigung stand. Aber zuerst, Ich Farisei, Sie stellten Jesus eine provokative Frage: «Meister, diese Frau wurde beim Ehebruch ertappt. jetzt Moses, im Gesetz, Er hat uns geboten, solche Frauen zu steinigen. Was denken Sie?». Er antwortete ihnen:: „Wer von euch ohne Sünde ist, sei der Erste, der den Stein nach ihr wirft ". Dann sagte er zu der Frau: "Weder ich Sie verurteile; VA’ und von nun an sündige nicht mehr " (GV 7, 53-8,11).

Dieser öffentliche Sünder ist eine echte Person, aber gleichzeitig ein Paradigma, weil wir alle Prostituierte sind und keiner von uns den ersten Stein werfen und sich rühmen könnte, nicht gesündigt zu haben. Deshalb habe ich die Frage gewisser Leidender immer damit beantwortet, dass ich keinen Ekel, sondern ein Gefühl liebevoller Güte für den reuigen Sünder empfand, dem ich nur in priesterlichem Gewissen sagen konnte ... Ich verurteile Sie auch nicht, Nun geh in Frieden mit Gott und sündige von nun an nicht mehr.

Dass ein Sünder einen anderen Sünder von der Sünde freisprechen kann, oder dass ein Sünder einen anderen Sünder auf den richtigen Weg führen kann, es ist nicht unlogisch, aber es war immer eines der wichtigsten Verhältnis des großen Geheimnisses des Glaubens. Der selige Apostel Paulus schreibt: „Wo die Sünde groß war, wimmelte Gnade » (RM 5, 20) und am Osterabend, beim Segnen der Kerze Symbol des Lichtes des auferstandenen Christus, auf die Worte von Aquin wird in der gesungen Präkonium: „O glückliche Schuld, die gewonnen für uns so großen Erlöser!»[17].

Das Schlimmste, was man einem Betroffenen antun kann, gedemütigt und bereut seine Sünde, ist, es mit Vorwürfen und moralischen Urteilen zu überhäufen. In der Praxis wie der Arzt einer Notaufnahme, anstatt eine offene blutende Wunde zu schließen, salz drauf geben.

UM EIN GElehrter zu sein, ist es nicht notwendig, Priester zu werden

Theologie kann nicht bloße Spekulation sein intellektueller Selbstzweck, sondern eine betende und unaufhörliche Suche nach der Wahrheit, diese Sache, die nur durch Beten und Studieren erreicht wird, vor allem aber immer die Warnung am Horizont festhalten: "Ihr werdet die Wahrheit erkennen, und die Wahrheit wird euch frei machen" (GV 8, 31), das heißt jene Wahrheit, deren Diener wir sind und sicherlich nicht Meister. Oder wie der heilige Thomas von Aquin sagte: «Nicht du besitzt die Wahrheit, aber die Wahrheit, die dich besitzt". Ich halte es für inakzeptabel, in der Tat abwegig, dass Priester-Theologen, die keine konkrete Beziehung zum wirklichen pastoralen Leben haben, heute noch toleriert werden, die seit Jahren nicht mehr in den Beichtstuhl gegangen sind, die akademische Vorlesungen halten, aber nicht in Kirchen predigen oder die nicht einmal wissen, wo sie mit der Spendung der Krankensalbung anfangen sollen. Es ist nicht hinnehmbar, dass sich die Tätigkeit dieser Subjekte auf die morgendliche Feier der heiligen Messe in einer Kapelle betagter Nonnen beschränkt und sich dann ganz anderen Dingen widmet. Diese Art von Priestern sind keine Theologen, sondern echte Monster. Mir persönlich ist es nie gelungen, Theologie losgelöst vom konkreten kirchlichen Leben zu denken, pastoral und sakramental. Der Priester, derjenige, der das Amt des Pfarrers in besonderer Weise ausübt, hat genaue Verantwortlichkeiten gegenüber dem Volk Gottes, nach dem Prioritätsprinzip. Beispiel: fromme Frauen werden nicht gesandt, um den Kranken die heilige Kommunion zu bringen, weil sie ihrer Meinung nach mit zwingenden … pastoralen Aktivitäten beschäftigt sind (!?) Wenn ich der Bischof bestimmter Priester wäre, würde ich nicht zögern, sie streng zurückzurufen und darauf hinzuweisen, dass zum einen der Gemeinderat oder ein Abend mit Jugendlichen und zum anderen ein Krankenbesuch ansteht, Der Priester verlässt den Rat und die jungen Leute und geht zu den Kranken, anstatt die fromme Frau dorthin zu schicken. Übergehen wir also jene Pfarrer, die jedem den Schlüssel zum Tabernakel geben, aber niemals jemandem den Schlüssel zu der Kasse, in der sie ihr Geld aufbewahren, oder zu ihrem persönlichen Auto geben würden. Wir fliegen vorbei, da wir die Hüter der Allerheiligsten Eucharistie sind und schon gar nicht des Geldes, dazu kommt, dass wenn die Bischöfe die Priester abberufen müssen, oft tun sie es für so lächerliche und lächerliche Dinge, dass sie an die gefilterte Mücke und das verschluckte Kamel denken (vgl.. MT 23, 24).

SIE SIND IHRE ARBEITEN NICHT INTERESSANT, ZÄHLEN SIE DIE FORM. JES VULGÄRES UND UNABHÄNGIGES SUBJEKT VON JESUS ​​CHRISTUS, DER ERNSTHAFT IN DER FORM VERFÄLLT

Es ist notwendig, auf ein persönliches Beispiel zurückzugreifen die ich vermeiden würde, wenn ich könnte, aber leider ist es nützlich, die Idee klar zu machen. Einer der verschiedenen Priester, denen ich geholfen habe, kam nach einigen Jahren aus einer schlimmen Depression heraus, zu verschiedenen seiner Vertrauten und Mitbrüder sagte er: „Wenn an diesem Abend, nach einem langen Telefonat, Ariel war noch nicht abgereist 17 des Nachmittags von wo er war, machen 500 Kilometer und erreiche mich kurz vor Mitternacht, vielleicht, am Morgen, Sie hätten mich mit einem Seil am Hals baumelnd gefunden.. Auch trotz, angesichts meiner pastoralen Arbeit, es kam vor, dass mehrfach Briefe an mich adressiert wurden, nur um Vorwürfe zu erheben, „… sie sagten mir, dass … sich einige über einige Ihrer Schriften beschwert haben … über die von Ihnen verwendeten Töne …“. Meine Schriften enthalten vielleicht Elemente oder Ausdrücke, die der Glaubenslehre und der katholischen Moral widersprechen? Offensichtlich nicht, Ich verteidige und verbreite die Glaubenslehre und die katholische Moral. Damit? Bald sagte: die Form. Offenbar, der sich an die Form hält, Er las nie die Beschimpfungen Jesu Christi gegen die Schriftgelehrten und Pharisäer, du wartest schon, vielleicht hat er sowohl die Form als auch den Inhalt nicht ganz erfasst (vgl.. MT 23, 1-39). Um die Tragweite und den offensiven Ernst zu verstehen, würde es genügen, das surreale Evangelium aus Tänzen im Rhythmus der Bongos gewisser Neokatechumenalen beiseite zu lassen, oder die der kleinen Sterne und der schlagenden Herzen und der emotionalen Ohnmacht bestimmter Charismatiker und Fokolarinen, um ein bisschen neutestamentliche Exegese zu lernen. Zum Beispiel, Lassen Sie uns sehen, was es bedeutete, hohe Persönlichkeiten und Mitglieder der Priesterkaste in diesen Tönen anzusprechen:

„Whited Grabmäler: außen sind sie schön aussehen, inwendig aber sind voll von Totengebein und alle Unreinheit ".

Lassen Sie uns klären: das Gesetz, nämlich die weg und das Tlmod sie betrachteten die Leiche als die Quintessenz der Unreinheit. Ai Priester insbesondere den Angehörigen der Priesterkaste war nicht nur der Kontakt mit Leichen verboten, aber sie konnten nicht einmal in die Nähe der Grabstätten kommen, weil sie in einen Zustand der Unreinheit fallen würden (Verunreinigung). Rein zurückkommen (Reinheit) Sie hätten sich für die Dauer von langen und sorgfältigen Reinigungsritualen unterziehen müssen 30 Tage. Bald sagte: wenn Jesus Christus sie angesprochen hätte Und es ist totaler Scheiß (ihr seid scheisse), für die jüdische Kultur der Zeit und vor dem Gesetz wäre es viel weniger anstößig gewesen. Ganz zu schweigen von dem Beinamen «Otternrasse», ein Vergehen von beispielloser Schwere, nicht nur, weil die Schlange das unreinste Tier war (Verunreinigung), sondern weil es das grundlegende biblische Symbol des Bösen war. Jesus Christus vergleicht diese „Geistlichen“ nicht nur mit Schlangen, weil es viel schlimmer geht: nennt sie "Rasse". Furchtbare Sache, denn es beleidigt sie nicht nur, sondern sogar die gesamte Abstammung ihrer Vorfahren. Bald sagte: der bekannte römische Ausdruck «sie Ihre mortacci» Im Vergleich ist es wirklich nichts. dort, Ich hätte diejenigen gemocht, die nur eine Sie schickten mir den üblichen Brief, um mich zu informieren, "sie sagten mir, dass ... sie protestierten, weil ...", hatte einige empfängliche Geistliche eingeladen, die wahre Bedeutung bestimmter neutestamentlicher Ausdrücke zu studieren, wegen der beiden Dinge schließt das eine das andere aus: oder sind sie unwissend, oder wir lesen und predigen nur zwei verschiedene Evangelien. Das Evangelium, das mir zuerst in die Hand gegeben und überliefert wurde, als ich zum Diakon ordiniert wurde und dann, als ich zum Priester geweiht wurde, ist das Evangelium von Jesus Christus, nicht die von der Perugina-Industrie, die Papiere mit zarten, ergreifenden Gedanken in ihre Schokoladenküsse steckt. Der Bischof sagte zu mir: „Gleicht euch dem Kreuz Christi an“, in Übereinstimmung mit dem Befehl des Göttlichen Meisters, der uns einlädt, unser Kreuz auf uns zu nehmen und ihm zu folgen (LC 9, 23). Niemand hat mir jemals gesagt, ich solle mich an Perugina anpassen und eine Handvoll Schokoladenküsse auf die werfen Gläubige Christi, oder um ein Evangelium zu verkünden, das gerade so verwässert ist, dass es kein emotionales kleines Herz irritiert und beleidigt. Und das Kreuz ist sowohl in der Form als auch in der Substanz sehr "hässlich"., es ist ein so berüchtigtes Folterinstrument, dass römische Bürger nicht dazu verurteilt werden könnten Ausführung in der Weise der Vorfahren, nicht einmal die schlimmsten Verbrecher[18]. Dafür Peter, Jude, wurde zur Kreuzigung verurteilt, Paolo, ein römischer Bürger, stattdessen wurde er enthauptet, denn als römischer Bürger konnte er nicht gekreuzigt werden.

Natürlich lache ich über gewisse Proteste, denn ich glaube nicht, dass sie Tränen verdienen, wenn man wirklich leiden muss, es ist gut, es für ernste Dinge zu tun, nicht für Götter Schreibwaren die diejenigen demütigen, die sie äußern, und schon gar nicht diejenigen, die ihnen unterworfen sind, immer nach dem Prinzip, dass manche teils gut und teils irrational sind, wenn sie sich entscheiden, der Mücke auszuweichen und dann ein ganzes Kamel zu schlucken (vgl.. MT 23, 24).

«DU HAST DEN HÖCHSTEN PÄPST KRITISIERT»

Ich möchte diese falsche Anschuldigung aufklären die mehrfach an mich gerichtet wurde: der einen Satz aus meinen Schriften oder Büchern extrapoliert, er manipuliert sie und beschuldigt mich dann, den Papst kritisiert zu haben, lügen und lügen. In meinem priesterlichen Leben habe ich immer das Prinzip des Heiligen Vaters und Kirchenlehrers Ambrogio, Bischof von Mailand, angewandt, der gesagt hat:

„Sagen Sie dem Papst, dass nach Jesus Christus nur er für uns kommt und dass wir ihn lieben und verehren, aber sagen Sie ihm auch, dass wir den Kopf, den Gott uns gegeben hat, nicht nur zum Aufsetzen eines Hutes verwenden wollen».

Es ist wahr, dass ich im Laufe der Jahre bestimmte Reden und pastorale Entscheidungen des Papstes Franziskus kritisiert habe; Es ist wahr, dass ich tief verletzt war, als ich sah, wie der Papst mir die Füße wusch Masse Abendmahl Gefangenen und Prostituierten an dem Tag, an dem die Einsetzung der Allerheiligsten Eucharistie und des Priestertums gefeiert wird; es war wahr, dass es mir peinlich war, ihn in Lund neben einem offen lesbischen „Erzbischof“ zu sehen, der mit seiner in bischöflichen Insignien gekleideten Partnerin zusammenlebte; es stimmt, dass Ich habe ein Buch veröffentlicht in dem ich meine Verwirrung über den soziologischen Ausdrucksstil und die Unklarheiten ausdrücke, die sich durch einige Seiten schlängeln liebe, Freude,, aber ich habe nie ihren lehramtlichen Inhalt kritisiert. Es gibt Dutzende meiner Artikel, die mit welcher Treue bezeugen, wenn nötig, mit welcher Härte habe ich gewisse Priester und Gläubige zu dem Gehorsam aufgerufen, den wir dem römischen Papst zu erweisen haben, was kritikwürdig sein könnte, in der Tat muss es sein, zu seinem eigenen Wohl und für seinen petrinischen Dienst. Immer klarstellend, dass es eine Sache ist, spontane Gespräche zu kritisieren, oder während der Studienphasen bei bestimmten Problemen, wenn alles bestritten werden kann und muss, Aber, wenn der Papst einen Lehrakt veröffentlicht oder eine Verfügung in Form von erlässt motu proprio, in diesem Fall wird es befolgt, es wird durchgeführt und bestimmte Gläubige werden daran erinnert, dass sie fähig sind, sich als Richter über den Stuhl des Petrus zu stellen, dass, wenn der Nachfolger des seligen Apostels Petrus errichtet und verfügt, jedes Gespräch ist geschlossen, man muss ihm nur im Glaubensgehorsam huldigen.

Vielleicht will jemand widersprechen dass ich im Laufe der Jahre Fragen aufgeworfen und Lösungen vorgeschlagen habe, die später zu Akten des Lehramts wurden, die in Form von gegeben wurden motu proprio? Ich erwähne einen von vielen: Bewahrer der Tradition. Zwei Jahre vor der Veröffentlichung dieses Dokuments veröffentlichte ich einen kritischen Artikel, in dem ich erklärte, dass es angebracht gewesen wäre, es zu widerrufen, oder zumindest korrigieren motu proprio des Papstes Benedikt XVI, dadurch gekennzeichnet, dass 2007 gewährte die Verwendung des Missale des Heiligen Pius V, bald in einen Vorwand vieler sogenannter „Traditionalisten“ verwandelt, die es als Streitkolben gegen das Zweite Vatikanische Konzil und die liturgische Reform des Heiligen Papstes Paul VI. In der Kirche können unterschiedliche Meinungen existieren und koexistieren, die immer ein wichtiger und wertvoller Ansporn sind, jedoch nicht zwei Parteien, die sich um eine heikle Angelegenheit wie die heilige Liturgie streiten, weil die Eucharistie das Herz der Einheit der Kirche ist und niemand sie benutzen kann, um ideologische Spaltungen zu schaffen.

Ich habe immer gesagt und bekräftigt, dass der Papst Franziskus er ist ein Mann, der wie wir alle durch seine eigenen Beschränkungen und Mängel belastet ist, aber ich fügte immer hinzu und wiederholte: der gesegnete Apostel Petrus verleugnete den göttlichen Meister dreimal, Verwünschungen, falsch fluchen und fliehen. Der von einem Konklave der Kardinäle gewählte Heilige Vater Franziskus hat so etwas noch nie getan, im Gegensatz zu Petrus, der stattdessen von Christus selbst auserwählt wurde, wer weiß, vielleicht gerade deshalb, weil er all unsere menschlichen Schwächen verkörperte?

Lass mich trotzdem lächeln zu der Vorstellung, dass diese Kritik von gewissen giftigen Geistlichen an mich gerichtet wird, diejenigen, die nicht zögern, die neue Version abzulehnen, um nur einen zu nennen Unser Vater. Diejenigen, die mich gefragt haben, ob mir die neue Version gefallen hat, habe ich nicht gezögert, nein zu sagen, aber ich schnell geklärt: ob es mir gefällt oder nicht ist egal, weil die Kirche mir sagt, wie ich beten soll, und das Volk Gottes beten lehrt, meine Verpflichtung und Pflicht ist es, den Lehren der Kirche zu folgen Mater et Magistra. Und wie oft, bei Gesprächen und geistlichen Anweisungen wiederholte ich es vielen Priestern: „Es ist besser, im Gehorsam gegenüber dem Papst und seinem Bischof das Falsche zu tun, anstatt das Richtige zu tun im Ungehorsam gegenüber dem, was der Papst oder der Bischof festgelegt und gefordert hat..

Nachdem ich das gesagt habe, wiederhole ich es: heute, wenn die Krankheit rechtzeitig erkannt wird, Viele Krebsarten können geheilt werden, sondern Klerikalismus, besonders die der Fälscher und schleimigen Heuchler, Es ist eine Krankheit, die Gefahr läuft, unheilbar zu sein, außerdem sind sie immer die schlimmsten Metastasen, die sich im Leib der Kirche ausbreiten können.

JENE BISCHÖFE, DIE NICHT ZÖGERN, IHRE EIGENEN PRIESTER ZU OPFERN, UM UM UM ALLEN KOSTEN EINE ARMEE VON UNSOLCHEN UND ARROGANTEN LAIEN ZU FRIEDEN

Jene Bischöfe, die still für sie leben Sie würden nicht zögern, ihre Priester zu opfern, sie sind unwürdige und gefährliche Pastoren. Priester müssen das Hauptinteresse des Bischofs sein, denn ihnen ist es zu verdanken, dass er die Fülle seines apostolischen Priestertums ausüben kann, in gleicher Weise, wie Priester ihr Priestertum kraft des apostolischen Priestertums des Bischofs ausüben. Der gute Bischof ist nicht derjenige, der einen bekümmerten und verwirrten Priester sofort mit den Worten „Ich will keine Probleme!», aber derjenige, der ihn begrüßt, sagt ihm genau das Gegenteil: «Meine primäre Aufgabe als Vater und Seelsorger ist es, Ihnen bei der Lösung Ihrer Probleme zu helfen und Ihre Gelassenheit wiederherzustellen». Der gute Bischof ist nicht derjenige, der alles übersieht, ausgehend von den schlimmsten Launen der Gläubigen, in dem Versuch, allen zu gefallen und niemandem zu missfallen, aber derjenige, der bei Bedarf versucht, wirklich nicht zu mögen, denn wer allen gefällt, läuft Gefahr, am Ende Gott nicht zu gefallen.

Zwei Apostelfiguren, die ich besonders verehre, die mich inspirieren und mit denen ich mich in gewisser Weise charakterlich identifiziere: Johannes und Paul. Ich frage mich oft: bei denen, die den seligen Apostel Paulus wirklich kennen? Wenn wir die Apostolischen Briefe und die Apostelgeschichte eingehend analysieren, taucht kein einfacher Charakter auf, aber ein Thema, das einen nicht passieren ließ. Seine Meinungsverschiedenheiten mit dem seligen Evangelisten Markus beweisen dies (vgl.. Bei 13,13; Bei 15,37-38), worauf er sich später beruhigt (vgl.. Kol 4,10). Er hatte hitzige Meinungsverschiedenheiten mit seinem Schüler Barnabas (Bei 15,39-40; Gal 2,13). Ganz zu schweigen von dem hitzigen Streit mit dem seligen Apostel Petrus (Gal 2,11-16), mit dem seligen Apostel Jakobus, der die jüdisch-christliche Strömung anführte (vgl.. Bei 15; Gal 2). Wenn gesagt wird, dass bei der Abreise des Paulus „die Kirche in ganz Judäa in Frieden war, in Galiläa und in Samaria“ (vgl.. Bei 9,30-31) Ich fürchte, dass viele nicht verstehen, wie ironisch dieser Satz klingt, denn anders übersetzt heißt es … «Gott sei Dank ist er aus dem Weg gegangen!». Aber wie oben schon erwähnt, diese Nuancen entgehen den Schöpfern und Verbreitern des surrealen und sentimentalen Evangeliums der kleinen Gedanken, die auf den Papieren von Baci Perugina eingeprägt sind.

Der gesegnete Apostel Paulus schreibt an seinen Schüler Timotheus: „Wenn ein Mann wünschen, den Episkopat, Er wünscht sich eine edle Aufgabe " (Ich Tm 3,1). Ich habe nie das Bischofsamt angestrebt und habe auch nicht die Absicht, es anzustreben, aber paulinisch und in einem analogen historischen Kontext würde auch ich danach streben. Aber lassen Sie uns sehen, was der selige Apostel mit diesem Satz meint, der in einer Zeit geschrieben wurde, in der Bischöfe und Priester ernsthaft ihr Leben riskierten, denn während der ersten großen Verfolgungen galten sie als die Hauptstörer einer Gruppe von Gesetzlosen, die als Christen oder als Anhänger des Nazareners bekannt waren. Nicht zufällig die Apostel, ersten von Christus dem Herrn geschaffenen Bischöfe, sie endeten so: Jakobus wurde im Auftrag von Herodes Agrippa in Judäa durch das Schwert getötet. Peter gekreuzigt in Rom während der Verfolgungen von Nero. Matteo mit einer Axt getötet. Bartholomäus, bekannt als Nathanael, wurde in Armenien mit der Peitsche getötet. Andreas wurde in Griechenland an einem „X“-förmigen Kreuz gekreuzigt. Matthias, der Judas im Apostolischen Kollegium ersetzte, er soll als Märtyrer gestorben sein. Thomas im heutigen Kerala von Pfeilen getötet. Lukas wurde von griechischen Priestern an einem Baum aufgehängt. Judas Thaddeus in Odessa getötet. Simon der Zelot in Britannien gekreuzigt. Jakobus der Jüngere in Judäa gesteinigt. Philip starb in Phrygien an einen Baum genagelt. Johann, starb der Überlieferung nach fast hundertjährig, er war der einzige der Apostel, der nicht gemartert wurde. Das war es, was das Episkopat damals als ein würdiges Streben des Apostels Paulus bezeichnete, auch an der Acque Salvie in Rom gemartert. Der Tag, an dem wir zu einer anderen Situation zurückkehren werden, aber trotzdem ähnlich, Sie werden sehen, mit welcher Eile wir uns sofort von der Geißel der Karrieristen befreien werden!

Das heilige Evangelium, das immer eine unauslöschliche Spur hinterlassen hat in der Geschichte ist es nicht so sehr das, was ausgesagt wird, aber der praktizierte, wie wahr es auch ist, dass wir dazu berufen sind, lebendige Zeugen des menschgewordenen Christus, des Wortes Gottes, zu sein, ist gestorben, auferstanden und in den Himmel aufgefahren (vgl.. LC 24,48). Wie es tatsächlich geschrieben steht: „Zeig mir deinen Glauben ohne Werke, und mit meinen Werken werde ich dir meinen Glauben zeigen " (GC 2, 18). Und heute, unser Glaube, das von uns Priestern allen voraus, wird ernsthaft getestet, weil wir nicht mehr von der Gesellschaft nach außen geschützt und geschützt sind, sondern vor allem innerhalb der Kirche, heute auf ein im fortgeschrittenen Verfall zerfallendes Gebilde reduziert. Wir müssen nur versuchen, durch die schmale Tür zu gehen, Warum, wie es geschrieben steht: «[...] viele, Ich sage es dir, Sie werden versuchen, es zu betreten, aber es wird ihnen nicht gelingen " (LC 13, 24). Und erfolgreich zu sein ist heute weniger einfach als gestern. dort, unsere große Prüfung, die es zu meistern gilt: die Glaubensprobe.

 

von der Insel Patmos, 7 April 2023

Heiliger Donnerstag – Gründung der SS. Eucharistie und Amtspriestertum

 

HINWEIS

[1] Sehen. Guillaume Durand, Begründung, IV, ich, 23.

Datums-CD. Trockenmasse es wurde normalerweise am Nachmittag gefeiert, bei Beerdigungen oder Hochzeiten, nachdem der Priester bereits am Vormittag gefeiert hatte und nach Stunden keine anderen Heiligen Messen mehr feiern konnte 12. Es bestand aus der Feier einer Heiligen Messe, bei der die Darbringungsriten weggelassen wurden, das eucharistische Hochgebet (Weihe der heiligen Gattung) und Heilige Kommunion.

[2] Sehen. Johannes Bona, Von liturgischen Angelegenheiten, Buch. Duo, ich, xv.

[3] Sehen. Karl Marx in der Oper Die 18 brumaio von Louis Bonaparte, veröffentlicht in 1869. Der ganze Satz ist: „Hegel weist darauf hin, dass alle großen Charaktere und großen Tatsachen der Geschichte dazu neigen, sich zweimal zu wiederholen. Er hat nur vergessen anzugeben: das erste Mal als Tragödie das zweite als Farce».

[4] Sehen. Sant’Ambrogio, Von der Würde des Priesters; St. Augustin, in ps. 37; St. Bernhard von Clairvaux, Sprich mit dem Hirten. In Syn; Der heilige Gregor Nazanzieno, Das Wort ist 26 von St. Petr.; San Girolamo, Diskurs über den Leib Christi; San Pier Damiani, Das Wort ist 28; SB. Innozenz III, Einige Neuigkeiten über Poen. Rem.; San Bernardino von Siena, um. ich, Das Wort ist 20, Kunst. 2, c.7; San Bernardino von Siena, Tom.I, Das Wort ist 20, Kunst. 2, C. 7.

[5] Sehen. Josef Ratzinger, Meditation an der Station IX der Kreuzweg von Karfreitag 2005: «Wie oft feiern wir nur uns selbst, ohne ihn überhaupt zu bemerken! Wie oft wird sein Wort verzerrt und missbraucht! Wie wenig Vertrauen gibt es in so viele Theorien, wie viele leere worte! Wie viel Schmutz gibt es in der Kirche, und gerade auch unter denen, die, im Priestertum, sie sollen ganz ihm gehören! Wie viel Stolz, wie viel Selbstständigkeit! Wie wenig respektieren wir das Sakrament der Versöhnung, in der er uns erwartet, uns von unseren Stürzen abzuholen! All dies ist in seiner Leidenschaft präsent. Der Verrat der Jünger, Der unwürdige Empfang seines Leibes und Blutes ist sicherlich der größte Schmerz des Erlösers, was sein Herz durchbohrt“.

[6] Sehen. San Pier Damiani, Kostenlose Gomorrhianus.

[7] Sehen. Bernhard von Clairvaux, Vertrag gut für jeden Papst, angepasst an Eugen III, Jahr 1145.

[8] Sehen. Caterina Benincasa, Brief an Papst Urban VI. in Avignon (1378-1389).

[9] Sehen. Alfonso Maria de Liguori, Apostolischer Mann, Jahr 1759.

[10] Sehen. Antonio Rosmini, Über die fünf Wunden der Kirche, dem katholischen Klerus gewidmete Abhandlung, Jahr 1848.

[11] SB. Johannes Paul II, Die Kirche in Europa, 2003.

[12] Sehen. Römisches Messbuch, Heiliger Ritus der Priesterweihe.

[13] Sehen. SB. Paul VI, Predigt gehalten 29 Juni 1972 zum Fest der Heiligen Peter und Paul.

[14] Erklärung Herr Jesus, über die Einzigartigkeit und heilbringende Universalität Jesu Christi und der Kirche, 6 August 2000.

[15] SB. Paul VI, Dekret über den Dienst und das Leben der Priester Priestertum, 7 Dezember 1965.

[16] SB. Johannes Paul II, Nachsynodales Apostolisches Schreiben Ich werde dir Hirten geben, über die Priesterausbildung unter den aktuellen Umständen, 25 Marsch 1992.

[17] San Tommaso Aquino, FRAGE, III, Q. 1, ein. 3, Anzeige 3.

[18] Königliche Gesetze, die größte Strafe, in Par Eine Hinrichtung nach Art der Vorfahren: Kruzifix.

.

.

______________________

Sehr geehrte Leserinnen und Leser,
Dieses Magazin erfordert Verwaltungskosten, die wir immer nur mit Ihren kostenlosen Angeboten hatten. Wer unsere apostolische Arbeit unterstützen möchte, kann uns seinen Beitrag bequem und sicher zukommen lassen PayPal indem Sie unten klicken:

Oder wenn Sie bevorzugen, können Sie unsere verwenden
Bankkonto im Namen:
Editions Die Insel Patmos

n Agentur. 59 Aus Rom
IBAN:
IT74R05034032590000000301118
Für internationale Banküberweisungen:
Kodex SWIFT:
BAPPIT21D21

Bei Banküberweisung senden Sie bitte eine E-Mail an die Redaktion, Die Bank gibt Ihre E-Mail-Adresse nicht an und wir können Ihnen keine Dankesnachricht senden:
isoladipatmos@gmail.com

Wir danken Ihnen für die Unterstützung, die Sie unserem apostolischen Dienst anbieten möchten.

Die Väter der Insel Patmos

.

.

.