Dell'Ordine dei Frati Predicatori
Presbitero e Teologo
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- Le tifoserie di Maria co-redentrice, una grossolana contraddizione in termini teologici - 6 Febbraio 2024
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La cristologia della luce eucaristica ed il buio dei totalitarismi politici e religiosi
/21 Commenti/in Theologica/da Padre ArielTheologica —
LA CRISTOLOGIA DELLA LUCE EUCARISTICA
ED IL BUIO DEI TOTALITARISMI POLITICI E RELIGIOSI
… può accadere che la cecità del marxismo e la cecità di certe espressioni di vita religiosa si incontrino, pur combattendosi duramente, accomunate da materialismo omocentrico ed eresia pelagiana
[…] talune correnti teologiche e religiose hanno modulato i propri movimenti di fede e di pensiero attingendo inconsapevolmente proprio dal nemico che si prefiggevano di combattere: quel Marxismo applicato nei regimi comunisti dove l’individuo era svuotato e mutato in un ingranaggio di quella personalità di massa chiamata Stato, una sorta di entità perfetta o per così dire pseudo-divina che assieme ai suoi leaders carismatici non poteva essere posta in discussione. Non bisogna infatti trascurare che il Marxismo è una “religione” atea e che il suo impianto strutturale “dogmatico” è costruito sugli schemi propri degli assolutismi religiosi.
Sul piano filosofico prima che teologico, essere ingranaggi spersonalizzati di un sistema marxista è cosa antitetica all’essere membra del Corpo Mistico. Così come l’essere ingranaggi spersonalizzati di correnti di pensiero teologico o di sistemi religiosi modulati non sull’assoluto teologico ma sull’assolutismo ideologico rappresenta un’antitesi all’essere membra del Corpo Mistico della Chiesa che è Cristo, anzi peggio, perché mentre il Marxismo attaccava la Chiesa da fuori queste correnti l’hanno colpita da dentro con l’aridità dei propri pensieri de-strutturanti e confondenti. E il caposcuola del Novecento di questa de-strutturazione confondente è Karl Rahner.
Sul piano strutturale le correnti religiose filo marxiste totalitarie fiorite in parallelo nella storia della Chiesa del Novecento che ritenevano giusto indirizzare e controllare la ragione dell’uomo al “cristiano” fine che questi non cadesse ragionando in peccati d’orgoglio, che limitavano la sua libertà di figlio di Dio per evitargli il potenziale rischio di cadere dalla libertà al libertinaggio, che giudicavano il senso critico una sorta di attentato di lesa maestà divina da curare prontamente con la panacea dell’obbedienza cieca … ebbene, questi totalitarismi religiosi d’impianto pseudo neoscolastico fondati sulla scolastica decadente del tardo Settecento anziché sul gran patrimonio scolastico il cui recupero fu auspicato dell’Enciclica Aeterni Patris, hanno mostrato la loro storica chiusura spirituale e teologica alla grazia, il loro modo di ristagnare non-pensando, di agire in spazi delimitati e circoscritti per impedire ogni autonomo agire al fine di evitare chissà quali insidie, la volontà di chiudere ogni quesito al dubbio perché per tutto avevano una risposta metafisica pronta. E tutto questo ha segnato varie esplosioni di pelagianesimo religioso moderno, semmai proprio mentre i propagatori di questi pensieri erano impegnati a insegnare il De Natura et Gratia di Sant’Agostino nel più profondo ossequio agli schemi formali della migliore ortodossia cattolica.
La loro impostazione di pensiero di prassi rigida, a tratti spietata nel suo formalismo concettuale esasperato ed esasperante ricalcava spesso ― inconsapevolmente ― la psicologia di Pelagio: la convinzione di poter giungere alla perfezione attraverso il rigore, l’auto-disciplina, la mancanza di qualunque cedimento a qualsiasi perplessità o dubbio; che espresso in termini più moderni equivale al Superuomo e alla Volontà di Potenza di Frederic Nietzsche modulate in versione religiosa. Alcune di queste correnti di pensiero del tardo Ottocento e del Novecento hanno inaugurato la stagione di quell’ateismo religioso tipico di chi chiude il cuore alla Grazia di Dio nella certezza di poter giungere alla santità col rigore della disciplina interiore ed esteriore, che troviamo appunto raffigurata negli schemi nietzschiani de La Volontà di Potenza.
Oggi noi parliamo teologicamente con gran disinvoltura del tema Fides et Ratio; argomento non certo nuovo nella storia e nell’economia della salvezza se consideriamo che fu dibattuto dai grandi Padri della Chiesa: lo fu dai Padri Cappadoci, da Anselmo d’Aosta, da Tommaso d’Aquino, sino a giungere al Pontefice Pio IX che fece scrivere al Concilio Vaticano I queste parole:
[…] anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione. Lo stesso Dio, infatti, che rivela i misteri e infonde la fede, ha deposto anche il lume della ragione nell’animo umano […] non solo la fede e la ragione non possono mai essere in contrasto fra loro ma possono darsi un aiuto scambievole. La retta ragione, infatti, dimostra i fondamenti della fede, illuminata dalla sua luce può coltivare la scienza delle cose divine; la fede libera protegge la ragione dagli errori e l’arricchisce di molteplici cognizioni. Per ciò, la Chiesa, è ben lontana dall’opporsi allo studio delle arti e delle discipline umane, tutt’altro le favorisce e le promuove in ogni maniera.
[..] quale è il rapporto tra fede, ragione e libertà all’interno degli ordini religiosi e di certe nuove congregazioni religiose che nella stagione del Concilio Vaticano II riscriveranno tutte quante le loro costituzioni per uniformarle al pensiero teologico e pastorale conciliare, ad esempio cancellando ogni riferimento anche vago a vetuste forme di obbedienza cieca che non ammettevano umana ragione, anteriori per impostazione e tradizione allo stesso Concilio di Trento, oltre che in netta contraddizione col pensiero teologico dei più grandi Padri della Chiesa?
Questi quesiti, se li sono mai posti certi “tradizionalisti” ideologici solerti cacciatori di eresie — incluse presunte eresie papali — prima di partire all’attacco con patos liberal democratico e spirito referendario, quindi con tanto di “raccolta firme”, dopo che la legittima Autorità della Chiesa aveva deciso di intervenire su una giovane Congregazione in seno alla quale stavano emergendo anche problemi di teologia ecclesiale, di corretta disciplina e di adeguata formazione? E sotto vari aspetti l’Autorità ecclesiastica ha fatto bene, perché non è sano e nemmeno cattolico riportare indietro le lancette dell’orologio ed instaurare di nuovo criteri di formazione religiosa su modelli di fine Ottocento inizi Novecento. Ma siccome questa famiglia religiosa celebrava col vetus ordo Missae, dinanzi al latinorum ridotto da certi “tradizionalisti” ad un feticcio pelagiano, ecco che si sono subito mostrati talmente preoccupati della pagliuzza da non vedere la trave, vale a dire che proclamare “di fatto” il dogma di Maria Corredentrice e stabilirne relativa teologia e culto al proprio interno e massiccia campagna di diffusione esterna, è molto peggio della de-costruzione del dogma messa in atto dalle peggiori derive della Nouvelle Théologie; perché “proclamare” o “dare per esistente” un dogma mariano che sino ad oggi la Chiesa non ha mai inteso proclamare — cosa di cui personalmente sono felice — è molto peggio del de-costruire e distruggere i dogmi di fede proclamati dalla Chiesa. Il tutto per cantarla in modo onesto e veritiero a certi ideologi della “tradizione” ai quali per mesi ho inutilmente ripetuto nel corso di numerosi colloqui privati che il problema non era il Messale di San Pio V, che dunque la smettessero di usare quei poveri frati per ideologizzare un messale e per legittimare se stessi. A quante di queste persone ho spiegato in tono rasente la supplica che io stesso avevo cessato di fare riferimenti nei miei articoli alle vicende di questa Congregazione, dopo avere avuto prove e controprove che i problemi erano altri e non la Messa secondo il vecchio rito? Sui risultati ottenuti — o meglio: sui non risultati — sorvolo con amarezza, ritengo però che qualcuno dovrebbe interrogarsi seriamente per il modo strumentale in cui questi frati sono stati danneggiati dai “tradizionalisti” d’assalto, capaci a ricondurre tutto, persino l’arte pasticcera napolenata, ad una questione di vetus ordo missae … incapaci di capire, sebbene fosse stato a loro spiegato, che non sempre «Parigi val bene una Messa», com’ebbe a dire quel cinico ugonotto di Enrico IV di Borbone. E detto questo evito di entrare nel merito tutto quanto teologico della ostinata chiusura alla grazia di Dio tipica di coloro che sono certi di possedere la Verità ed esserne unici e fedeli propagatori, persino contro l’Autorità della Chiesa …
Giudico da sempre perniciosa la teologia di Karl Rahner, ma l’onesta intellettuale e la mia fede cattolica mi impongono di affermare che criticare giustamente e legittimamente questo teologo tedesco, per giungere attraverso di esso ad intaccare, se non peggio ad invalidare l’autorità del Concilio Vaticano II, è molto peggio del dare vita alla confusa, equivoca e ambigua teoria dei “cristiani anonimi”. Cosa questa che un nostro venerabile e saggio confratello della caratura di Brunero Gherardini dovrebbe insegnare a tutti quanti noi, anziché prestarsi nella vecchiaia a certi equivoci che ruotano attorno alla teoria di quel Concilio “solo pastorale” che da anni manda in sollucchero il meglio del peggio di un certo “tradizionalismo”, che sul concetto di “concilio pastorale”, ergo non dogmatico, ha finito col sentenziare: … “vale a dire che non conta niente”; abusando e spendendo a sostegno di siffatte tesi aberranti il nome di questo teologo illustre che mai sosterrebbe cose simili, semplicemente perché non le ha mai pensate, essendo un uomo di Dio devoto all’Autorità della Chiesa ed un autentico maestro di teologia.
Sorvolo sulla totale mancanza di coerenza da parte di questi ideologi della “tradizione” che da anni hanno preso a tirare Brunero Gherardini per i bordi della veste. Soggetti che da una parte sono capaci — e lo hanno fatto, scritto e più volte pubblicato — ad esaltare la enciclica Mirari Vos di Gregorio XVI, nella quale vengono espresse nel lontano 1832, ovvero in tutt’altro mondo, società e contesti politici, anche parole di dura condanna verso la libertà di pensiero e di stampa, o verso il concetto di separazione tra Stato e Chiesa … e chiedendo infine di essa l’applicazione salutifera nella Chiesa d’oggi. Fatto questo, esaltano e mettono però in pratica forme di liberal democrazia referendaria contro l’Autorità ecclesiastica all’interno della Chiesa (!?). Mi domando: mi sono perduto qualche cosa, sono io ad essere incoerente, o forse sono questi ideologi della “tradizione” ad avere problemi seri nei loro insani rapporti con la presunta traditio catholica, la ecclesiologia e soprattutto la legittima Autorità della Chiesa?
A questa Congregazione alla quale un esercito di praeficae “tradizionaliste” digiune di teologia e di ecclesiologia hanno finito purtroppo col peggiorare la situazione usandola per i propri scopi ideologici, forse dedicherò un apposito scritto, se avrò tempo; non è detto però che di tempo ne abbia e che lo faccia, desiderando occuparmi di cose più interessanti nel corso dei decenni di vita che mi separano dalla mia morte, fissata all’incirca attorno ai 120 anni d’età, avendomi affidato la Persona Santissima dello Spirito Santo l’apostolica missione di far rodere diversi fegati.
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LA CRISTOLOGIA DELLA LUCE EUCARISTICA ED IL BUIO DEI TOTALITARISMI POLITICI E RELIGIOSI
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– Theologica – Lamento per la verginità perduta
/2 Commenti/in Theologica/da Padre Ariel— Theologica —
LAMENTO PER LA VERGINITÀ PERDUTA
[…] se infatti siamo arrivati — e per di più nei paesi latini del Mediterraneo — a pubblicizzare sulle diverse reti televisive il rassicurante messaggio rivolti agli uomini, ed in specie in fascia d’età giovane: «… se hai problemi di erezione non temere, parlane col tuo medico di fiducia, perché oggi la cura esiste» … evidentemente qualche cosa non ha funzionato e non sta funzionando, dopo la stagione della gloriosa liberazione sessuale degli anni Settanta, che a quanto pare, da una parte ci ha liberati dai tabù, dall’altra pare averci donato quei problemi di disfunzioni erettili e di eiaculazione precoce di cui da anni parlano con un certo allarme urologi e andrologi nei loro convegni internazionali. Problema questo che non avevano gli uomini e le donne del Medioevo, n’è prova il fatto che nell’intero arco di circa mille anni ricoperto dai diversi medioevi si è assistito alla nascita e allo sviluppo di tanti studiosi, filosofi e pensatori, ma neppure l’ombra di un Sigmund Freud è venuta alla luce, perché l’uomo del Medioevo non ne aveva bisogno, pur conoscendo da secoli sia Edipo sia Elettra, mutati in articolati “complessi” tra la fine dell’ Ottocento ed i primi tre decenni del Novecento, ad uso di una società sessualmente ormai malata che aveva bisogno di loro sia come pretesto sia come chiave di lettura psicoanalitica.
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– Theologica – Creazione ed evoluzione: il metodo della scienza e della metafisica
/1 Commento/in Theologica, Tutte/da Padre Giovanni— Theologica —
CREAZIONE ED EVOLUZIONE:
IL METODO DELLA SCIENZA E DELLA METAFISICA
La teoria evoluzionistica potrebbe sostituire quella creazionistica solo nel caso che si immaginasse che l’uomo tragga origine, come appunto sostiene l’evoluzionismo materialista, da una forma animale simile ed inferiore, senza soluzione di continuità fra la natura animale e la natura o specie umana, così da negare la creazione immediata dell’anima umana da parte di Dio […] L’evoluzione quindi può concordare con la dottrina della creazione, se, come avvertì a suo tempo Pio XII nell’enciclica Humani Generis del 1950, si ammette appunto che Dio crea immediatamente l’anima umana, anche ammesso o ipotizzato che essa venga infusa in un vivente infraumano precedente: «ex iam exsistente ac vivente materia» …
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Theologica – Rivelazione e storia
/in Theologica/da Padre Antonio– Theologica –
RIVELAZIONE E STORIA
le due categorie essenziali della vera teologia, irrimediabilmente perdute nella falsa teologia di matrice idealistica
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Antonio Livi – Sulla Rivelazione
Presbitero e Teologo
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Theologica – Umanità e divinità di Cristo in San Massimo il Confessore
/in Theologica, Tutte/da Padre Ariel– Theologica –
MODELLI DI FEDE
UMANITÀ E DIVINITÀ DI CRISTO IN
SAN MASSIMO IL CONFESSORE
In quei secoli così lontani dal mondo della notizia in tempo reale, le varie eresie che prendevano vita in Oriente e nel Nord dell’Africa si sviluppavano e si diffondevano con estrema rapidità nel mondo cristiano ed in modo molto veloce raggiungevano tutti gli estremi poli della orbe cristiana.
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Ariel S. Levi di Gualdo – Massimo il confessore
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Theologica – LA MONADE E LA TRIADE
/1 Commento/in Theologica, Tutte/da Padre GiovanniTheologica –
LA MONADE E LA TRIADE
[…] al riguardo si può spendere una parola a proposito del dialogo interreligioso tra cristiani, ebrei e mussulmani. Alcuni cattolici si rifiutano di parlare di “tre religioni monoteistiche”, asserendo che il Dio trinitario dei cristiani è “diverso” da quello degli altri. Ora qui c’è un equivoco. Si confonde Dio in se stesso con la conoscenza di Dio […]
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Giovanni Cavalcoli OP – La Monade e la Triade
IL SITO DI QUESTA RIVISTA E LE EDIZIONI PRENDONO NOME DALL’ISOLA DELL’EGEO NELLA QUALE IL BEATO APOSTOLO GIOVANNI SCRISSE IL LIBRO DELL’APOCALISSE, ISOLA ANCHE NOTA COME
« IL LUOGO DELL’ULTIMA RIVELAZIONE »
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI