Those anonymous virile attributes that send letters of protest to diocesan bishops, Holy See, Italian Episcopal Conference …
/in Briefs of the Fathers/by father arielThose anonymous virile attributes that send letters of protest to diocesan bishops, HOLY SEE, CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA …
L’anonimo autore di questo testo delirante firmato da una inesistente “Catholic feminist association” non ha neppure la più pallida idea di come le donne ragionino e agiscano, in particolare le militanti femministe. In quel testo non c’è spirito femminile ma tutta l’acidità del soggetto cattivo e vigliacco affetto da evidenti turbe sessuali che trae piacere dal recar male al prossimo, alle istituzioni, alla Chiesa stessa.
— Doverosa nota di chiarimento —

Author
Ariel S. Levi di Gualdo
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Da questa nostra rivista è stato preso un mio articolo dove parlo delle problematiche giovanili portando come esempio il caso dello stupro di una giovane di 17 year old, senza menzionare volutamente la data in cui il fatto si verificò, il luogo e soprattutto la persona.
Ciò che a me interessava era solo il fatto in sé da usare come paradigma. Da questo articolo che vi invito a leggere (see WHO), qualcuno ha tentato di tirare fuori con rara malafede ciò che mai ho scritto e affermato, per imbastire una polemica e inviando note di protesta — manco a dirsi, rigorosamente anonime! — alla Santa Sede, alla Conferenza Episcopale Italiana e al mio Vescovo. Mancano solo il Parlamento Europeo, la Società delle Nazioni Unite e il Pentagono.
Confezionata la bufala il sito sammarinese Giornalesm.com si è prestato a pubblicare un comunicato falso intitolato: «Come è possibile che un sacerdote cattolico appartenente alla diocesi di San Marino-Montefeltro possa diffondere pubblicamente un messaggio che minimizza la violenza di genere e umilia le vittime?». Il tutto firmato da una inesistente “Catholic feminist association” (Il testo può essere letto WHO).
Le persone stùpide hanno un grande limite che poi diviene quel loro problema che finisce con lo smascherarle: la sicurezza di essere intelligenti. Questa operazione segue lo stile di sempre col quale Marco Parrucchino da Montefeltro fece scrivere e firmare anni fa dal responsabile di un blog un articolo avvelenato e violento contro il Cardinale Beniamino Stella che meritoriamente lo sbatté fuori dalla Pontificia Accademia ecclesiastica dopo avere riconosciuto in lui un pericoloso manipolatore (see WHO). È l’identico stile col quale di recente, dopo una sequela di attacchi avvelenati diretti a S.E. Mons. Gianpiero Palmieri Vescovo di Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto da parte del blog I can not remain silent, un giornale locale pubblicò un articolo cui replicò prontamente la Curia Vescovile con un comunicato nel quale precisava:
«Fa infine sorridere la lode ad un blog di notizie nemmeno registrato come testata giornalistica che fa principalmente gossip, anche ecclesiastico, per alimentare la sua bolla di lettori. Ricordiamo che in questo blog molti articoli non riportano il nome di chi scrive i pezzi… e che quindi, objectively, non viene allo scoperto» (vedere testo del comunicato WHO).
For all answer, la megera di I can not remain silent (termine questo, «Request», usato spesso contro altri su quelle colonne), replicò aggredendo e insultando nuovamente il Vescovo Piceno e minacciando persino improbabili querele (see article WHO e tutti i precedenti WHO).
L’anonimo autore di questo testo delirante firmato da una inesistente “Catholic feminist association” non ha neppure la più pallida idea di come le donne ragionino e agiscano, in particolare le militanti femministe. In quel testo non c’è spirito femminile ma tutta l’acidità del soggetto cattivo e vigliacco affetto da evidenti turbe sessuali che trae piacere dal recar male al prossimo, alle istituzioni, alla Chiesa stessa.
Unsolicited advice: giacché Marco Parrucchino da Montefeltro e Samantha Silere sarebbero di per sé giuristi, andrebbe ricordato loro che esiste il processo indiziario e che più soggetti, grazie agli indizi che hanno finito col formare la prova, sono finiti condannati all’ergastolo, senza che fosse stato necessario trovarli col coltello sanguinante in mano e il cadavere del morto ammazzato steso a terra. Ma l’uno e l’altro sono a tal punto limitati da pensare di cavarsela bordando coltellate anonime alle spalle senza che nessuno li scopra mai, senza che nessuno metta assieme tutti i ricchi indizi che seminano in giro. E dire che sono pure dei giuristi titolati che si dilettano a mettere in discussione chi le competenze giuridiche e teologiche ce l’ha sul serio, non certo per solo titolo!
Nota per il sito sammarinese che ha pubblicato e che si è lavato le mani scrivendo alla Ponzio Pilato «Riceviamo e pubblichiamo»: hanno verificato l’esistenza della fantomatica “Catholic feminist association”? But this, as known, è il livello delle persone che giocano a mettere in dubbio la serietà degli altri, a partire da quella del sottoscritto che l’attività pubblicistica la esercita anzitutto ai sensi di legge e soprattutto con indubbia professionalità.
From the island of Patmos, 19 August 2025
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The Fathers of the Island of Patmos
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Rediscover the philosophy of care: from the accumulation to the person to taking care of the possibilities
/in Actuality/by Father IvanoSeventeen years, drunk and drugged, raped at four in the morning. All the fault of the patriarchate
/in Briefs of the Fathers/by father arielSeventeen, Drunk and drugged, Raped at four in the morning. TUTTA COLPA DEL PATRIARCATO
Se una ragazza di 17 anni esce drogata e ubriaca dalla discoteca alle quattro della notte chiedendo a due pusher tunisini di essere accompagnata a casa perché non si regge in piedi, alle spalle ha due disgraziati che hanno miserabilmente fallito come genitori ed educatori. Però bisogna dare la colpa al patriarcato, al maschilismo, to society, volendo persino agli alieni e ai rettiliani, è più semplice e comodo, pur di non assumersi la responsabilità dei nostri disastrosi fallimenti familiari e sociali.
— The Briefs of the Fathers of The Island of Patmos —

Author
Ariel S. Levi di Gualdo
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In un angolo d’Italia una ragazza di 17 anni è uscita dalla discoteca alle quattro di notte senza essere in grado di mettersi alla guida della sua microcar con la quale era giunta attorno alle 22, tanto era ubriaca e fatta di cocaina.
Decide di lasciare la sua minivettura nel parcheggio della discoteca e chiedere un passaggio a due ragazzi sconosciuti, dei ventenni tunisini con vari precedenti penali per questioni legate allo spaccio di droga. Mentre erano per strada i due si fermano e, visto che c’erano, decidono di stuprarla.
Dinanzi a questo fatto vanno subito chiarite alcune cose: se una ragazza di 17 anni drogata e ubriaca chiede di essere accompagnata a casa da due sconosciuti alla quattro della notte perché non si regge in piedi, nessuno ha il diritto di stuprarla. Detto questo la devastante correttezza politica imperante non consente però di affermare che per inverso, se una ragazza di 17 anni non vuole correre seri rischi eviterà di uscire ubriaca e drogata dalla discoteca alle quattro della notte chiedendo un passaggio a due sconosciuti. Questa seconda affermazione non è lecita da farsi, perché non è letta come un invito alla prudenza ma come tentativo di limitare la libertà di certi giovani ai quali deve essere concesso tutto, nel bene e soprattutto nel male. Se poi accade qualcosa, a quel punto si vanno a ricercare le colpe negli altri.
Gravissimo errore indicare i due violentatori come tunisini, è puro razzismo. Bisogna nascondere la loro nazionalità per evitare discriminazioni e se dovesse venire fuori affrettarci a precisare che potevano essere anche due stupratori italiani, perché col surreale “potevano essere”, la vittima sarà sicuramente molto meno traumatizzata per lo stupro subìto. Ma soprattutto va chiarito che lo stupro consumato è colpa del patriarcato. Per saperne di più, o per montare tutte le proteste ideologiche e mediatiche del caso, basterà chiamare Elena, sorella della povera Giulia Cecchettin e suo padre Gino, ormai specializzati a invocare di tutto e di più, dal patriarcato al maschilismo, pur di non ammettere che se una ragazza di 17 anni esce drogata e ubriaca dalla discoteca alle quattro della notte chiedendo a due pusher tunisini di essere accompagnata a casa perché non si regge in piedi, alle spalle ha due disgraziati che hanno miserabilmente fallito come genitori ed educatori. Però bisogna dare la colpa al patriarcato, al maschilismo, to society, volendo persino agli alieni e ai rettiliani, è più semplice e comodo, pur di non assumersi la responsabilità dei nostri disastrosi fallimenti familiari e sociali.
From the island of Patmos, 17 August 2025
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For over half a century it has been trying to justify the whatever with the theory of the pontiffs deceived, not informed, put before the facts accomplished …
/in Briefs of the Fathers/by hermit monkFor over half a century it has been trying to justify the whatever with the theory of the pontiffs deceived, Not informed, MESSI DINANZI A FATTI COMPIUTI …
Ci sono momenti in cui piacerebbe che le cose stessero in altro modo e che la colpa fosse degli altri. Diamo quindi pure la colpa al cardinale maltese Mario Grech, senza però dimenticare che il Sommo Pontefice dà l’assenso.
— The Briefs of the Fathers of The Island of Patmos —

Author
Hermit Monk
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Ho provato sincera tenerezza nel leggere sul portale Informazionecattolica.it un articolo breve ma incisivo, scritto e argomentato bene, nel quale si spiega che il discusso Giubileo LGBT sarebbe il classico colpo basso a totale insaputa del Santo Padre Leone XIV. Writes the Author:
«C’è un’arte tutta curiale che consiste nel far dire al Papa ciò che il Papa non ha mai detto. Non si tratta di falsificare parole, ma di costruire scenografie. Inviti strategici, incontri fotografati, sorrisi immortalati, And that's it: il giorno dopo i titoli saranno pronti, e il messaggio sarà lanciato – anche se il Pontefice non ha cambiato una virgola della dottrina» (cf.. item WHO).
ci sono momenti in cui piacerebbe che le cose stessero in altro modo e che la colpa fosse degli altri. Diamo quindi pure la colpa al cardinale maltese Mario Grech, senza però dimenticare che il Sommo Pontefice dà l’assenso. E Leone XIV non è Francesco, parla e legge inglese, a seguire spagnolo e italiano quasi come madrelingua. Presumo sappia che certi gesti hanno grande risonanza, se però non lo sa, o se non arriva a capirlo, in tal caso sarebbe un ingenuo. Then, fosse anche trascinato dentro a certi giochi avrebbe comunque modo di correggerli o redarguire chi ce l’ha tirato dentro a sua insaputa, è già accaduto in passato con diversi suoi predecessori.
Ormai io sono “old”, questo modo di fare, da una parte e dall’altra non mi appartiene più, per questo decisi a suo tempo di salvare la mia fede e la mia vocazione ritirandomi a vita eremitica.
Ancóra una volta pare che il nostro Padre Ariel abbia fatto centro, quando pochi giorni dopo l’elezione del Pontefice regnante concluse così un articolo che invito a rileggere oggi con gli occhi del presente:
«Dio benedica il Romano Pontefice, Since in this condition of disaster it could do little or nothing. But, before a desperate situation like ours, having tried even without succeeding, will already constitute merit of grace and salvation, attraverso la gloria del cristologico fallimento» (cf.. item WHO).
From the Hermitage, 17 August 2025
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Sant'Angelo Cave in Ripe (Civitella del Tronto)
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“I can not remain silent” and that word taboo that he just can't pronounce: “homosexuality”
/in Briefs of the Fathers/by father arielI CAN'T BE SILENT And that word taboo that he just can't pronounce: "HOMOSEXUALITY"
Non ce la fa proprio, The man of truth, to pronounce this word taboo: “homosexuality”, Not even as it is such a trivial and painful story of clerical homosexuality and Marchette.
– The briefs of the Fathers of the Isle of Patmos –

Author
Editors of The Island of Patmos
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Il Capo della Banda della Sileriana che dedica 18 minuti di video al caso di un giovane a suo dire problematico, equivale al bue che dà del cornuto all’asino.
History: un canonico della Papale Basilica di Santa Maria Maggiore si invaghisce di un giovane efebico che decide di mantenere. Lo ha fatto per filantropia o male intesa carità cristiana? It is not known, But one thing is certain: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Giulio Andreotti usando questa frase presa in prestito dal Cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani (cf.. WHO).
L’uomo della verità e delle prove inconfutabili torna così a prestare la propria faccia — sempre più tondeggiante, dalla quale è ormai sfiorita l’aria d’adolescente efebico allo scocco dei trent’anni — per sferrare come suo stile un attacco al cianuro, nel corso del quale non è stato capace neppure a sospirare le due parole sulle quali nasce e si regge tutta storia: un ecclesiastico omosessuale da una parte e un giovane mantenuto dall’altra.
Non ce la fa proprio, l’uomo della verità e delle prove inconfutabili, to pronounce this word taboo: “homosexuality”, neppure quando si tratta di una storia così banale e penosa di omosessualità clericale e marchette.
From the island of Patmos, 16 August 2025
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Our previous articles on the Band of the Silerian:
– 16 August 2025 — I CAN'T BE SILENT And that word taboo that he just can't pronounce: "HOMOSEXUALITY" (To open the article click WHO)
– 14 August 2025 — There is a homosexual? AT THAT TIME I CAN'T BE SILENT Also defends the indefensible (To open the article click WHO)
– 29 March 2025 — Always about I CAN'T BE SILENT: DAL “Vertical man"A" Fireculo "and" quadhow "of Leonardo Sciascia (To open the article click WHO)
– 21 March 2025 — I CAN'T BE SILENT And the story of that convinced seamstress that he can give Giorgio Armani high fashion lessons (To open the article click WHO)
– 12 February 2025 — The Opossum is to the knowledge of the Vatican as Henger is in chastity and like his deceased husband Riccardo Schicchi is at work Confessions OF SAINT AUGUSTINE (To open the article click WHO)
– 15 January 2025 — AT THE CLERICAL BORDERS WITH REALITY: THE WOMAN SUFFERS FROM FREUDIAN PENIS ENVY, The Opossum of the envy by Matteo Bruni Director of the Press Room of the Holy See (To open the article click WHO)
– 20 January 2025 — THE OPOSSUM IGNORE THAT A NUN CAN QUIETLY BECOME GOVERNOR OF THE VATICAN CITY STATE, As already was Giulio Sacchetti (To open the article click WHO)
– 22 November 2024 — THE EPISCOPAL APPOINTMENT OF RENATO TARANTELLI BACCARI. WHEN YOU ARE AFFECTED BY LIVER CANCER, THEY CHARGE ON THE ATTACK THOSE WHO CANNOT BE SILENT (To open the article click WHO)
– 31 May 2024 — A NOTE FROM FATHER ARIEL ON THE SITE I CAN'T BE SILENT: «AS ANNOYING AS A SEA URCHIN INSIDE YOUR UNDERPANTS» (To open the article click WHO)
– 8 December 2023 — WHO IS MARCO FELIPE PERFETTI REFERRING TO STATING FROM THE SITE I CAN'T BE SILENT «HERE IN THE VATICAN… WE IN THE VATICAN…», IF YOU CANNOT EVEN SET FOOT IN THE VATICAN? (To open the article click WHO)
– 14 October 2023 — THE ARCHABOT EMERITUS OF MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI HAS DEAD: CHRISTIAN PIETY CAN ERASE THE SAD TRUTH? (To open the article click WHO)
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«Magnificat», the great “hard rock” of the Blessed Virgin Mary in the solemnity of the Assumption
/in Homiletics/by father ariel
Homiletics of the Fathers of The Island of Patmos
«MAGNIFICAT», THE GREAT HARD ROCK DELLA BEATA VERGINE MARIA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNTA
Persino l’eresiarca Martin Lutero, that the Blessed Virgin was always very devoted - which most of the Catholic faithful, But also many scholars ignore -, In the 1521 compose un intenso libretto intitolato Il Magnificat tradotto in tedesco e commentato.

Author
Ariel S. Levi di Gualdo
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Nel giorno di Natale del 1886 il giovane scrittore e poeta, all’epoca agnostico, Paul Claudel, attraversa il portale di Notre Dame de Paris e gli arriva all’orecchio il canto del Magnificat, testo evangelico della liturgia dei Vespri.
A seguire confesserà di essere uscito da quell’esperienza trasformato, destinato a diventare ormai il cantore della fede cristiana a tutti noto; molti conoscono il suo dramma: Annonce fait à Marie. Years after, In the 1913, narrerà:
«In quel giorno credetti con una tale forza di adesione, con una tale elevazione di tutto il mio essere, con una convinzione così forte, con una tale certezza, con una tale assenza di dubbi che in seguito né i libri, né i ragionamenti, né le sorti di una vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede».
The 15 agosto di ogni anno, il calendario ricorda la solennità dell’assunzione al cielo della Beata Vergina Maria, la madre del Signore, nonostante la diffusa denominazione secolarizzata di «Ferragosto». Well, che si acceda in una cattedrale solenne come Notre Dame o in una piccola cappella sperduta fra i monti, ognuno, in questo giorno, sentirà proclamare quel canto del Magnificat che contraddistingue la Santa Messa di questa Solennità. Ecco il brano riportato dall’evangelista Luca.
«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in a city of Judah. Entry into the house of Zaccarìa, greeted Elizabeth. As soon as Elizabeth heard Mary's greeting, the baby leapt in her womb. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! To what do I owe the mother of my Lord to come to me? there, as soon as your greeting reached my ears, the baby leapt for joy in my womb. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Mary said: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, forever”. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua» (LC 1,39-56).
Maria, incinta di Gesù, mentre è in visita alla parente Elisabetta, incinta a sua volta di Giovanni Battista, intona questo inno straordinariamente lungo che Luca riferisce. È l’unica volta che le parole della Madre di Cristo si dilatano fino a comprendere ben 102 parole nel greco, compresi articoli, pronomi e particelle. Le altre volte, in tutto solo cinque, le frasi di Maria che i Vangeli riportano sono brevi e quasi stentate, come a Cana durante le nozze a cui partecipa anche suo Figlio: «Non hanno più vino» e «Qualsiasi cosa vi dica, do it" (GV 2, 3.5). Seguiamo, At that time, il flusso poetico di questa salmodia mariana intessuta su un palinsesto di allusioni bibliche.
Idealmente il canto è per solista e coro. Il primo movimento è intonato dall’«io» di Maria: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (LC 1,46-49). Si chiede Origene (III° sec.):
«Che cosa aveva, la madre del Signore, di umile e di basso, ella che portava nel seno il Figlio di Dio? Saying: “Ha guardato l’umiltà della sua ancella”, è come se dicesse: ha guardato la giustizia della sua ancella, ha guardato la sua temperanza, ha guardato la sua fortezza e la sua sapienza» (Origene, Omelie su Luca).
Nel secondo movimento dell’inno entra la voce di un coro nella quale si innesta quella di Maria, proprio come una soprano che fa emergere il suo canto. È il coro dei cristiani, eredi di quei «poveri» dell’Antico Testamento, the ענבים (‘anawîm), coloro che sono curvi, non solo sotto l’oppressione del potente, ma anche nell’umiltà dell’adorazione nei confronti di Dio, vincendo così la superbia dell’orgoglioso. These, poveri socialmente, ma soprattutto fedeli e giusti, celebrano, unendosi idealmente alla voce di Maria, le particolari scelte divine che si differenziano dalle logiche mondane, privilegiando non il forte o il potente, ma l’ultimo e l’emarginato; ribaltando cosi le gerarchie storiche. The Evangelista Luca, utilizzando il tempo greco aoristo chiamato «gnomico», perché fa riferimento a esperienze acquisite al di là del loro carattere temporale, descrive attraverso dei verbi in numero di sette, un numero che sta ad indicare la pienezza, le singolari scelte divine:
«Ha spiegato la potenza del suo braccio, / ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, / ha rovesciato i potenti dai troni, / ha innalzato gli umili, / ha ricolmato di beni gli affamati, / ha rimandato i ricchi a mani vuote, / ha soccorso Israele suo servo» (LC 1,51-54).
È una logica costante di Dio che ritroviamo anche sulle labbra di Gesù: «Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi» (Mt 20,16) e «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (LC 14, 11).
Il fascino delle parole di Maria, In the Magnificat, si è impresso da allora nella spiritualità cristiana, informando la vita di molti santi e ha fatto scaturire una miriade di commenti di ogni genere e tantissime opere d’arte sia pittorica, che musicale. Persino l’eresiarca Martin Lutero, that the Blessed Virgin was always very devoted - which most of the Catholic faithful, But also many scholars ignore -, In the 1521 compose un intenso libretto intitolato Il Magnificat tradotto in tedesco e commentato.
Questo bellissimo canto del Magnificat è dalla Liturgia collocato come castone della Solennità della Assunzione di Maria che ovunque si celebra, in Oriente, come nell’Occidente cristiano. Poiché la Dormizione-Assunzione di Maria è un segno delle realtà ultime, di ciò che deve accadere in un futuro non tanto cronologico quanto di senso, un segno della pienezza cui i nostri limiti anelano: in lei intuiamo la glorificazione che attende il cosmo intero alla fine dei tempi, quando «Dio sarà tutto in tutti» (1Color 15,28) e in tutto. She, the Vergine Maria, è la porzione di umanità già redenta, figura di quella terra promessa cui siamo chiamati, lembo di terra trapiantato in cielo. Un inno della Chiesa ortodossa serba canta Maria come «terra del cielo», terra ormai in Dio per sempre, anticipazione del nostro comune destino.
Vorrei concludere con le parole di una famosa preghiera con le quali San Francesco saluta Maria oggi ricordata Assunta in cielo:
«Ave Signora, santa regina, santa genitrice di Dio, Maria, che sei vergine fatta Chiesa / ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme con il santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; / tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. / Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. / Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave, sua Madre. / E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli / fedeli a Dio li rendiate» (FF 259-260).
From the island of Patmos, 15 August 2025
Solennità dell’Assunta
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There is a homosexual? Then “I can not remain silent” also defends the indefensible
/in Briefs of the Fathers/by hermit monkThere is a homosexual? AT THAT TIME I CAN'T BE SILENT Also defends the indefensible
Il capo sileriano e i suoi anonimi scrittori non perdono occasione per tacciare chi pone l’accento sull’oggettivo pericolo del cancro della lobby gay all’interno della Chiesa di essere «ossessionati dagli omosessuali», di essere «degli omosessuali irrisolti», con tanto di frasi roboanti a effetto tipo «proiezione, obsession, omofobia interiorizzata», espressioni senza senso che come tali ricordano la mitica «supercazzola» di My friends, assurta ormai a neologismo nel vocabolario della lingua italiana.
— The Briefs of the Fathers of The Island of Patmos —

Author
Hermit Monk
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Alcuni reati o delitti colpiscono l’immaginario collettivo e sono maggiormente riprovati. It is the case, for instance, degli abusi sui minori da parte di alcuni rappresentanti del clero.
Da quando l’informazione si è appropriata di questi fatti, ormai l’opinione pubblica reagisce d’istinto fino a collocare qualsiasi rappresentante del mondo ecclesiastico fra i possibili esecutori di tali aberranti crimini. Basta avere dimestichezza del mondo social per averne un riscontro.
Quando si trovano fra le mani uno di questi casi scottanti, è comprensibile che i Pastori della Chiesa agiscano con la massima prudenza e trasparenza, cercando di limitare lo scandalo all’interno della compagine ecclesiale oltre che la riprovazione della società civile. E, first of all, cercano di salvaguardare le vittime degli abusi, anche se su questo aspetto il cammino è ancora agli inizi. Se fate un giro sui siti internet di ogni diocesi italiana troverete il link che rimanda all’ufficio predisposto alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili, con il relativo centro di ascolto, secondo quanto fu predisposto dal Motu Proprio of Pope Francis: Vos estis lux mundi the 2019.
In questi giorni la Conferenza episcopale francese ha consigliato (WHO) il Vescovo di Toulouse di riconsiderare «la decisione presa in merito alla nomina del cancelliere della sua diocesi», perché era stato scelto per questo incarico un prete condannato dalla giustizia civile per abusi sui minori. Le reazioni dall’interno della Chiesa francese, dalla opinione pubblica e dalla stampa non si erano fatte attendere, specie dopo che alcuni vescovi si erano sentiti di non poter tacere oltre su questa vicenda. We remember, The Other Brother, che quel tipo di ruolo di cancelliere prevede una responsabilità sugli archivi diocesani ed è da sottolineare che il Codice di diritto canonico richiede una reputazione intatta per certi incarichi, il che rendeva problematica la nomina di quel soggetto.
Per cui suscita curiosità ― sebbene ormai da quelle parti non ci si meraviglia più di niente ―, che un blog (WHO) attivo nel nostro paese, abbia ancora una volta sentito quell’irresistibile prurito a non tacere e si sia lanciato in un attacco smodato contro tutta la Conferenza episcopale francese, rea di aver dato quel consiglio al Vescovo di Toulouse, sino ad arrivare a dire:
«Questo atteggiamento da parte dei vescovi francesi è scandaloso e grida vendetta al cospetto di Dio. Gesù Cristo fu trattato allo stesso modo con cui ora i vescovi francesi trattano Mons. Guy de Kerimel» (Il vescovo di Tolosa, n.d.r.).
Really!
Proprio non ce la fanno! Anche di fronte a un caso così orribile e sanzionato dalla giustizia come quello di un prete che aggredisce sessualmente un minore, devono trovare attenuanti, lanciare velate accuse ma soprattutto spostare il discorso altrove, pur di far prevalere la tesi che, se uno ha scontato la sua pena, può tornare a fare quello che faceva ed essere persino promosso. Senza tener conto della delicatezza della vicenda, dell’opinione pubblica ed ecclesiale, di vescovi che esercitano il loro diritto di consigliarsi e, sometimes, criticarsi a vicenda. No, per certe categorie di persone ― guarda caso sempre quelle ― sono gli altri a sbagliare, a formare male seminaristi e presbiteri, ad esercitare il proprio compito in modo errato. But there's more, sempre per rimanere nel triste àmbito del tragicomico: il capo sileriano e i suoi anonimi scrittori non perdono occasione per tacciare chi pone l’accento sull’oggettivo pericolo del cancro della lobby gay all’interno della Chiesa di essere «ossessionati dagli omosessuali», di essere «degli omosessuali irrisolti» (!?), con tanto di frasi roboanti a effetto tipo «proiezione, obsession, omofobia interiorizzata» (cf.. WHO), espressioni senza senso che come tali ricordano la mitica «supercazzola» di My friends, assurta ormai a neologismo nel vocabolario della lingua italiana Treccani.
Tra gli articolisti anonimi di quel blog-avvelenato deve esserci un disturbo borderline latente, che ogni tanto viene fuori. Come quando, sempre recentemente, he blog I can not remain silent è partito lancia in resta contro il Vescovo di Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, S. AND. Mons. Gianpiero Palmieri. Col solito metodo del buttare lì voci e accuse di corridoio, smodate affermazioni usate come squittii fastidiosi, per arrivare all’accusa vera e propria. Il Vescovo avrebbe accolto nella sua Diocesi un religioso molto vicino a Marko Rupnik, sul cui capo pesano molte accuse di abuso di ogni genere. Yup, però su quel religioso accolto, per quanto vicino al suddetto ex gesuita mosaicista, non pesa proprio alcuna accusa. Il Vescovo è stato imprudente? Perhaps. Ma da qui a tacciarlo addirittura di essere il diavolo (sic!) affermando perfino di abusare della coscienza dei suoi preti mettendoli a tacere, ce ne corre (cf.. WHO, WHO, WHO). Forse che un abuso di coscienza e sessuale perpetuato da un presbitero eterosessuale adulto verso delle donne maggiorenni è più grave di quello inflitto da un prete omosessuale a un minore maschio? A questo punto vien quasi voglia di pensare che per i Sileriani sia un sì, or better to say: quando in gioco ci sono le gesta di un omosessuale praticante e impenitente, tutto si giustifica, come nel caso eclatante del defunto Abate di Montecassino, le gesta del quale avrebbero fatto impallidire il Marchese de Sade e Guillaume Apollinaire (cf.. WHO).
A questo si può arrivare se toccati nelle proprie convinzioni o nei propri desideri che la Chiesa debba essere in un certo modo e che deve accogliere persone nei seminari o case di formazione con tendenze, chiamiamole così … eccentriche. In caso contrario ci si agita, parte la reprimenda, si perde il lume di ragione oltre che della penna e si scrive di tutto e di più contro altri, persino contro vescovi ai quali si dovrebbe filiale rispetto e devota obbedienza per il ruolo che svolgono. E non basta, perfino contro intere Conferenze episcopali colpevoli di aver chiesto a un confratello prudenza, evitando di dare un incarico così in evidenza e delicato a chi pervertendo la sua vocazione oltre che la propria inclinazione omosessuale, ha abusato di un minore.
La risposta è comunque semplice e breve: quanti per libera scelta vivono nel disordine sessuale sentendosi gratificati dal loro stesso disordine, pretendono di sdoganare all’interno della Chiesa e del suo clero tutti quei vizi del mondo che per la morale cattolica sono e rimangono situazioni di grave deviazione dal sentire e dal vivere cristiano. E chi a tutto questo osa opporsi, viene tacciato di essere un «ossessionato dagli omosessuali», un «omosessuale irrisolto», un affetto da «proiezione, obsession, omofobia interiorizzata». If there was no cry, ci sarebbe veramente da ridere.
From the Hermitage, 14 August 2025
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Our previous articles on the Band of the Silerian:
– 16 August 2025 — I CAN'T BE SILENT And that word taboo that he just can't pronounce: "HOMOSEXUALITY" (To open the article click WHO)
– 16 August 2025 — I CAN'T BE SILENT And that word taboo that he just can't pronounce: "HOMOSEXUALITY" (To open the article click WHO)
– 14 August 2025 — There is a homosexual? AT THAT TIME I CAN'T BE SILENT Also defends the indefensible (To open the article click WHO)
– 29 March 2025 — Always about I CAN'T BE SILENT: DAL “Vertical man"A" Fireculo "and" quadhow "of Leonardo Sciascia (To open the article click WHO)
– 21 March 2025 — I CAN'T BE SILENT And the story of that convinced seamstress that he can give Giorgio Armani high fashion lessons (To open the article click WHO)
– 12 February 2025 — The Opossum is to the knowledge of the Vatican as Henger is in chastity and like his deceased husband Riccardo Schicchi is at work Confessions OF SAINT AUGUSTINE (To open the article click WHO)
– 15 January 2025 — AT THE CLERICAL BORDERS WITH REALITY: THE WOMAN SUFFERS FROM FREUDIAN PENIS ENVY, The Opossum of the envy by Matteo Bruni Director of the Press Room of the Holy See (To open the article click WHO)
– 20 January 2025 — THE OPOSSUM IGNORE THAT A NUN CAN QUIETLY BECOME GOVERNOR OF THE VATICAN CITY STATE, As already was Giulio Sacchetti (To open the article click WHO)
– 22 November 2024 — THE EPISCOPAL APPOINTMENT OF RENATO TARANTELLI BACCARI. WHEN YOU ARE AFFECTED BY LIVER CANCER, THEY CHARGE ON THE ATTACK THOSE WHO CANNOT BE SILENT (To open the article click WHO)
– 31 May 2024 — A NOTE FROM FATHER ARIEL ON THE SITE I CAN'T BE SILENT: «AS ANNOYING AS A SEA URCHIN INSIDE YOUR UNDERPANTS» (To open the article click WHO)
– 8 December 2023 — WHO IS MARCO FELIPE PERFETTI REFERRING TO STATING FROM THE SITE I CAN'T BE SILENT «HERE IN THE VATICAN… WE IN THE VATICAN…», IF YOU CANNOT EVEN SET FOOT IN THE VATICAN? (To open the article click WHO)
– 14 October 2023 — THE ARCHABOT EMERITUS OF MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI HAS DEAD: CHRISTIAN PIETY CAN ERASE THE SAD TRUTH? (To open the article click WHO)
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Be similar to those waiting for their master when he returns from the wedding
/in Homiletics/by hermit monk
Homiletics of the Fathers of The Island of Patmos
ESSERE SIMILI A QUELLI CHE ASPETTANO IL LORO PADRONE QUANDO TORNA DALLE NOZZE
I discepoli di Gesù vivono sulla terra, But like pilgrims, while their residence is in the skies. We are, therefore, called to an wait that many times exceeds us.

Author
Hermit Monk
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«La notte [della liberazione] fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio».
Sono le parole iniziali della prima lettura di questa Domenica, tratte dal Libro della Sapienza, e ben preparano l’ascolto del brano evangelico qui sotto riportato:
"During that time, Jesus told his disciples: "Do not fear, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Because, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, so that, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; verily I tell you, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. What if, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, lucky them! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. Allora Pietro disse: "Man, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”. Il Signore rispose: “Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. To anyone who was given a lot, much will be asked for; to whom men have committed much, sarà richiesto molto di più”» (LC 12,32-48).
I primi tre versetti dell’odierno Vangelo (12,32-34) fanno testo a sé, perché chiudono un’intera pericope consacrata all’insegnamento di Gesù sul possesso dei beni materiali. Essi sono il Suo invito finale, che si può cogliere solo se si ha in mente quanto è stato scritto appena prima nel Vangelo, ma non riportato nell’odierna liturgia, ovvero i versetti from the 22 al 31 of the chapter 12 di Luca. Quelli che invece seguono, facenti parte del brano odierno (vv. 35-48), sono da considerarsi come un’esortazione alla vigilanza. Sono un insieme di sentenze, di immagini e piccole parabole — l’esegeta Maggioni le chiama: «parabole accennate» — che hanno un comune denominatore: il ritorno del «Figlio dell’uomo», that, as was said, richiede vigilante attesa.
Per specificare questa attesa Gesù si paragona di volta in volta ad un Signore (ὁ κύριος, v. 36.37.43) che torna da un banchetto, arriva alla porta e bussa, quindi premia i servi rimasti svegli servendoli a tavola. Oppure a un ladro (ὁ κλέπτης, v. 39) che arriva ad un’ora che il padrone di casa (ὁ οἰκοδεσπότης) disconosce. O ancora a quel Signore che promuove di responsabilità un amministratore degno di fiducia e prudente (ὁ πιστὸς οἰκονόμος, ὁ φρόνιμος, v. 42). Tutte queste immagini infine, ci rivela Gesù, calzano alla figura di quel «Figlio dell’uomo [that] verrà nell’ora che non pensate» (v. 40).
Essere attenti e vigilanti a costo di perdere il sonno è decisivo, ma chi sono coloro che attendono? Nel brano Gesù parla di servi ed amministratori, ma ovunque nel testo le persone chiamate a vigilare sono indicate con la seconda persona plurale, come ad includere sia i discepoli che udirono allora il Signore, sia gli ascoltatori o lettori contemporanei del Vangelo, quindi anche noi: «voi siate pronti» (v. 35); «voi dovete essere simili a…» (v. 36); «voi tenetevi pronti» (v. 40). Infine emerge la risposta data a Pietro che aveva chiesto: «Questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». The Lord, rivelando una graduatoria di responsabilità nell’attesa, says to him: "To whom much is given, much will be asked for; to whom men have committed much, It will ask the more ". In questo modo si precisa che se i destinatari dell’insegnamento, all in all, sono tutti i credenti, risalta tuttavia la responsabilità dei capi della comunità cristiana a cui Gesù dedica una specifica parabola.
Che il discorso sia rivolto alla Chiesa ed ai suoi responsabili risulta chiaro dai termini usati, i quali fanno riferimento a un contesto spazio temporale preciso, si tratti esso della casa, della notte o del tempo dilatato dell’attesa. Gesù parla di «fianchi cinti» (v.34), mentre la parola «casa» è citata esplicitamente e poi c’è la notte per via delle «lucerne accese» (v.35) e della «seconda e terza veglia» (v.38 in Greek). Abbiamo qui un rimando al tema dell’Esodo — i «lombi cinti» sono un’esplicita citazione di Is 12,11 — dove la celebrazione pasquale avvenne di sera, in casa e in famiglia (Is 12,3). Viene evocata la frettolosa partenza dall’Egitto dei figli di Israele avvenuta di notte e sollevare i lembi del lungo abito orientale e legarlo ai fianchi con una cintura rendeva più agevole il cammino. Sembra che Gesù voglia esortare la Chiesa a mettersi in cammino, a fare un esodo, ma in realtà si tratta di un procedere in profondità più che in estensione, un viaggio che rende pronti a ricevere Colui che sta per giungere: il vero cammino lo fa il Signore che viene! Il centro dell’annuncio delle tre parabole è dunque la venuta del Signore e il nome del cammino a cui sono chiamati i discepoli è vigilanza. Infatti Gesù ha già dato indicazioni affinché essa non sia ostacolata da inutili ingombri quali la cupidigia (LC 12,15), le preoccupazioni (LC 12,22.26) e le paure (LC 12,32) che occupano il cuore e tolgono libertà.
La parabola dei servi vigilanti (vv. 36-38) sembra essere la versione narrativa di una beatitudine ― «beati quei servi» (v. 37); «beati loro» (v.38) ― che potrebbe suonare così: «beati i servi vigilanti, perché il Signore stesso si farà loro servo». Il capovolgimento di valori presente nelle beatitudini è qui espresso nella paradossale figura del padrone che rientra a casa, anche a notte fonda, e, trovando svegli i suoi servi per aprirgli la porta e accoglierlo per salutarlo, lui stesso si mette a servirli. Ma questa è la logica di Gesù che capovolge le logiche mondane e che dovrebbe vigere nella comunità cristiana: «Chi è più grande? Chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve» (LC 22,27).
Domina su tutta la narrazione un senso di imminenza per qualcosa che deve ancora accadere eppure implica tutt’altro che la staticità o lo stare fermi. Da tutto quanto abbiamo visto sopra sembra emergere una indeterminatezza, che però rende bene il senso dell’esperienza cristiana. I discepoli di Gesù vivono sulla terra, But like pilgrims, while their residence is in the skies (Letter to Diognetus). We are, therefore, chiamati ad un’attesa che tante volte ci supera. Il problema della vigilanza in queste brevi parabole, detto in altro modo, è quello del tempo, soprattutto del tempo quotidiano, feriale. Ogni giorno, qualsiasi giorno feriale, se colmo di attesa, è «giorno del Signore». Come nella parabola di Luca ogni giorno è buono per rimanere svegli, tenere le lampade accese e accogliere il Figlio dell’uomo che tornerà. Così ci invitava ad attendere la preghiera di Colletta di questa Domenica: «Non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nell’attesa della tua ora siamo introdotti da te nella patria eterna».
From the Hermitage, 10 August 2025
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The inevitable crying by prefiche of LGBT activists ready to transform an ideological clash into a funeral in polemical clash
/in Briefs of the Fathers/by father arielThe inevitable crying by prefiche of LGBT activists ready to transform an ideological clash into a funeral in polemical clash
And that God has today's pity of their souls and tomorrow of ours, perhaps much more sins, because it may be that these two deceased, Like the publicists and prostitutes in which Christ warns us, They pass forward in the kingdom of heaven. Nobody knows the judgment of God, But we know from the words of the Holy Gospel what it is well and what is bad, What is virtue and what is sin.
— The Briefs of the Fathers of The Island of Patmos —

Author
Ariel S. Levi di Gualdo
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What the parish priest should have done who celebrated the funeral of the two famous gays who died in a terrible road accident, Maybe magnificent their splendid “marriage”?
This is the sin that LGBT activists accuse the priest, almost as he had pronounced an unforgivable blasphemy against the Holy Spirit (cf.. Mt 12, 31-32), that is, having talked about "friendship" instead of "love", ignoring in a malicious and inhuman way that the two were "married" and not "friends" (!?). These are the disputes moved by the inevitable activists, Obviously made - superfluous to say but I say it the same - with crying with professional premies (see WHO).
Personally I would have agreed to celebrate the funeral only in private form, behind closed doors, For a precise reason: Because from now consolidated pastoral experience we know that these occasions change in LGBT theater to advertise unacceptable things directly within churches as they are contrary to Catholic doctrine and morality, as well as whining in ideological sauce by politicized lobbyists at maximum power ready to criticize the doctrine and the magisterium of the Church that anyone - of course - has the right to reject, However, not to bend to one's whims, This nobody can ask for it or demand it, If you really want to be consistent. Or that maybe, we priests and theologians, Let's go to Mario Mieli Circle of homosexual culture to pretend that they teach the wonders of heterosexual virtues? None of us would pass through the mind to demand or worse make such an absurdity.
And now forward with the comments of the Cath-Arcobalenati: “But if there is amore … What matters is the amateur … Jesus preached the administration …”. Yup, preached love intended as Grace (charis) Greek word with multiple meanings: grazia, beauty, kindness … Jesus preached this kind of love-charis inviting to pass through the narrow door (cf.. LC 13, 22-24); preached love-charis inviting to deny ourselves - i.e. sin - and to take their own cross each (cf.. MC 8,34), certainly not to take it in the ass.
And here the CATTO-CARABALNATI will scream “to the vulgar priest”, Perhaps the usual indignant letters to the ecclesiastical authority written without even having washed their hands at the end of their playful practices, in order not to admit that vulgarity is not made up of my word “ass” expressed incidentally through an evident Pauline hyperbole; vulgarity is made up of two men who play husband and wife. Vulgar, but as well as vulgar also without a sense of human measurement, They are those who would like to force the Church to approve certain disorders, that anyone who remains free to practice, as I remain free to consider them such, without preventing anyone from living the sexuality that best wants, without giving moral judgments to anyone, if not expressly requested by the person concerned in private. And even when requested in private I have always expressed them with extreme delicacy in relations with the individual person, always keeping in mind that it is my Christological mandate to fight sin but always welcome the sinner, while no one can ask me to bless the sin instead, to affirm that evil is good and that good is bad, nor am I willing to take seriously, but if necessary only around a few poor gay sfranto who would like to relegate, complete with absurd references to doctrine and canonical law, Certain moral disorders in the strictly private sphere of people.
And that God has today's pity of their souls Tomorrow of our perhaps more sins, because these two deceased, as Christ warns, they could also go on like publicists and prostitutes in the kingdom of heaven (cf.. Mt 21, 28-32). Nobody knows the judgment of God, But from the words of the Holy Gospel we know what it is well and what it is bad, What is virtue and what is sin. It should not be forgotten that in his preaching the divine master makes a call to hell and damn for dozens of times.
The emotional replica of the Cath-Arcobalenato is taken for granted: "Yup, But there are worst things ", "Yup, But many others make worse …». Maybe these people don't even need to confess, not only because the priest - starting from the writer - is more sinful than them, But because the others would always and in any case commit worst sins. Never tell him that theirs is not a Catholic thought but an extravagant Catholicism to the how-mi-pare, Because at that point the protest letter for our bishops will already be ready and …
in front of the domineering lay, as long as he is pleased
albeit imbued in rotten wrong in doctrine and moral,
Li Boni 'Piscopi d’Ultima and penultimate generation
I do not hesitate to make their priests horrid slaughter meat
(Bishop discraziati, Unpublished by Dante recently found).
Despite the times of episcopal lean cows I was blessed: My bishop is not a macilent cow's cow but a vitellone of pure Lucanian breed and with him certain subjects, indistinctly hetero from homo, they would go to knock on empty, because he is intelligent and jealous of his priests. For this it is good not to lose time, Because it would end up realizing that talking to him badly unnecessarily of his priests is just waste, But who wants to lose it, that you also accommodate.
From the island of Patmos, 4 August 2025
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The website of this magazine and the editions take name from the Aegean island in which the Blessed Apostle John wrote the Book of the Apocalypse, isola also known as «the place of the last revelation»
«God revealed the secrets of others ALTIUS»
(in higher than the others, John has left the Church, the arcane mysteries of God)
The bezel used as the cover of our home page is a 16th century fresco by Correggio. preserved in the Church of San Giovanni Evangelista in Parma
Creator and editor of this magazine website:
MANUELA LUZZARDI