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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
In Germania penso che la situazione non stia migliorando. Insistono sull’intercomunione, sulla libertà di coscienza, sulla disciplina canonica che non si adegua ai tempi (il ruolo dei laici nei posti chiave per l’amministrazione delle diocesi, il celibato, le donne per l’ordine…).
In un articolo di questi giorni, si arriva a cadere forse involontariamente in una gara tra lo Spirito Santo e l’Eucarestia: i protestanti possono partecipare ad una messa ecumenica con lo Spirito, i cattolici con l’Eucarestia, dove é la differenza, parrebbe che dicano, bisogna cominciare a riavvicinarsi gradualmente almeno. (Alles oder nichts? di Christoph Böttigheimer, professore di teologia fondamentale all’Università cattolica di Eichstätt-Ingolstadt, su herder.de)
Le elezioni americane sono invece un esempio di come dovrebbe comportarsi la Chiesa: democraticamente.Servirebbe un voto democratico dove vince la maggioranza per decidere su punti scottanti e visioni nuove, basta con le declamazioni ufficiali (di Roma). Come si é visto che i cittadini americani sono persone con diritto di voto e non followers – di twitter – così dovrebbero fare i membri della Chiesa nel suo interno (Was die Kirche von der US-Wahl lernen kann, di Hans-Joachim Sander, professore di teologia dogmatica all’Università di Salzburg, katholisch.de).
parole sante quelle dell’articolo!
sono rimasto basito dal racconto della sua esperienza ‘tedesca’ ma un applauso per il suo alzarsi ed andare via davanti allo scempio!
grazie…e mi raccomando: non abbandoni mai la talare! E’ una veste così elegante e, direi, maestosa.
Se ne vedono così poche ormai. Ma forse perchè non ci sono più persone che se la meritano…non so, sembra che sia una scelta del prete, di non indossarla, ma a volte ho l’ìimpressione che non sia una scelta loro ma del fatto, appunto, che non la meritino.
Caro don Ariel, l’abuso nella Comunione data separatamente sotto le due specie da due persone diverse lo vidi fare nella Cattedrale cattolica di Ginevra, in Svizzera quindi, nel 2007. Il far prendere il Santissimo nel tabernacolo da donne (“ministre straordinarie”, immagino) lo fanno sovente nella mia parrocchia a Roma. Come vede, purtroppo il caos è dappertutto, e sempre in nome dell'”avviciniamoci alla gente”, immagino. Sull’arroganza tedesca, le basti sapere che esistono monsignori italiani della curia vaticana i quali prendono in giro Brandmueller perché avrebbe fatto carriera a Roma in quanto mandato via dalla Germania perché filoromano. In altre parole, persino in Vaticano tra i prelati italiani c’è chi è fissato con “quanto sono belle le Chiese locali”, “facciamo scegliere i vescovi alle Chiese locali ovvero al popolo di Dio” eccetera.
Ritengo che il nostro Santo Padre dimostri, ancora una volta, di essere coerente con la sua linea pastorale che definirei perlomeno contradditoria…
Ricordo infatti che il 15 novembre 2015, nella sua visita agli evangelici romani, dopo un sviolinata di sudditanza “a un teologo come il cardinale Kasper!”, nel rispondere ad una domanda sull’intercomunione afferma:
– la Cena del Signore è condivisione,
– abbiamo un solo Battesimo,
– anche gli evangelici chiedono al Signore, in cuor loro, il perdono di peccati,
– riguardo alla presenza di Gesù nell’Eucarestia “Noi crediamo che il Signore è presente lì. E’ presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza?”,
– ed anche se “Io non oserò mai dare permesso di fare questo perché non è mia competenza”,
– pututtavia “Parlate col Signore e andate avanti”,
– e conclude con un sibillino “Non oso dire di più”!?!?!?
Se il capo pastore, lascia passare l’idea che le pecore seguano un po’ il loro istinto e ciò che detta loro il cuore, perché le pecore dovrebbero poi seguire le indicazioni dei pastori cui sono direttamente affidate e non disperdersi per monti e vallate?
E comunque il signor Rehinard Marx dovrebbe spiegarci perché vuole “dare la Comunione” a cani e porci (letteralmente, la metafora è assolutamente reale), a cani e porci sì, ma NON a cattolici che si rifiutano di pagargli l’esosa Tassa Ecclesiastica, riscossa per suo conto da quello Stato tanto aborrito che non deve nemmeno permettersi di esporre il Crocifisso negli uffici pubblici.
Bravo, Padre Ariel!… Quanto sono sempre belle, le parole di chiarezza, di fede e di ragione… rassicurano, e rasserenano…
In questo periodo storico noi laici siamo, in certo modo, privilegiati, perché, in generale, possiamo parlare più liberamente di voi chierici. Si capisce, stando attenti a non dire sfondoni, come fanno il card. Marx e i suoi accoliti.
D’altronde, mi pare che anche noi, vista la situazione, siamo chiamati a non tacere. E’ su questa base che, in riferimento alle guide cieche che accompagnano “misericordiosamente” il gregge verso il burrone, non si possa dire altro che… “Anathema sit”.
Nella mia gioventù Sessantottina, partecipai più volte a Sante Messe celebrate da uno o due preti cattolici, senza alcuna autorizzazione quanto al luogo, nella sede poverissima di un’associazione pacifista, in cui la segretaria, di confessione valdese, ci teneva molto che si celebrasse la Messa, e riceveva sempre devotamente la Comunione. Io spero fortemente che quella segretaria sia in paradiso, perché a mie viste umane senza dubbio lo ha meritato molto più di certi vescovi e cardinali. Ma era una persona davvero eccezionale, e non può assolutamente essere presa a paradigma degli odierni cattolici medi e “evangelici” medi. E in conclusione, nonostante la mia singola e ormai lontana esperienza, concordo in tutto con il padre Ariel.