Les Apôtres l’ont si bien compris qu’ils ont commencé à se disputer pour savoir qui était le plus grand d’entre eux.

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

GLI APOSTOLI COMPRESERO COSÌ BENE CHE SI MISERO A DISCUTERE SU CHI FOSSE TRA DI LORO IL PIÙ GRANDE

«E il Signore ebbe pietà di questa moltitudine… Prese una bambina, Thérèse, et il la plaça parmi les apôtres; et cette petite fille leur a révélé des vérités si simples, si attirant, che i dottori furono costretti a confessare la loro ignoranza, e si fecero discepoli della fanciulletta per insegnare al popolo la sua dottrina».

 

 

 

 

 

 

 

.

Article au format PDF imprimable

.

.

Il Vangelo di Marco riporta tre annunci della passione (Mc 8,31; 9,31; 10,33 e ssg.). Questo che si legge nel Vangelo della XXV Domenica del tempo ordinario è il secondo e tutti e tre costituiscono un filo redazionale attraverso il quale Marco ha tessuto il racconto che va dalla confessione di Pietro all’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Ecco il brano evangelico.

« À ce moment-là, Jésus et ses disciples ont traversé la Galilée, mais il voulait que personne ne le sache. En fait, il a enseigné à ses disciples et leur a dit: "Le Fils de l'homme est livré aux mains des hommes et ils le tueront; maman, une fois tué, au bout de trois jours, il s'élèvera à nouveau ". Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quand il était dans la maison, il leur a demandé: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Et ils se taisaient. Dans la rue, en effet, ils s'étaient disputés entre eux qui était le plus grand. S'asseoir, il appela les Douze et leur dit: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, eu un bébé, le plaça au milieu d'eux et, le serrer dans ses bras, il leur dit:: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, m'accueille; et qui m'accueille, ne m'accueille pas, ma colui che mi ha mandato» (Mc 9,30-37).

Jésus, traversando la sua terra di origine, la Galilea, non cerca stavolta il consesso della folla, ma richiedendo l’anonimato piuttosto dedica il suo insegnamento ai discepoli che lo accompagnavano più da presso. Egli cerca di spiegare loro cosa gli accadrà. Ma ogni volta che Gesù parla della propria morte, con uno schema che si ripete, interviene la reazione opposta dei discepoli. Prima Pietro (Mc 8,32-33) e poi tutti gli altri (Mc 9,32) rifiutano o non comprendono le parole del Maestro. Subito dopo gli ultimi due annunci gli apostoli addirittura rivendicano per loro primazia e privilegi (Mc 9,33-37; 35-40). Per questo motivo il brano evangelico di oggi costituisce una piccola unità, formata dalla profezia di Gesù circa il suo destino e poi dall’incomprensione dei discepoli. Quest’ultima è espressa nel nostro brano dal commento di Marco: «Essi però non comprendevano» del v. 32; ed è rafforzata infine con le parole fuori posto degli stessi discepoli, riportate dall’evangelista: «Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande», Al v. 34.

Gesù per annunciare la sua passione definisce se stesso come il «Figlio dell’uomo», un’espressione che ricorre tante volte nei Vangeli (ben 82, dont 14 in Marco) e viene adoperata da Gesù soprattutto per descriversi come protagonista o destinatario di una condizione umiliata e dolorosa, a cui seguirà la sua esaltazione o risurrezione. I discepoli che per un verso si fanno problema di tale destino, dall’altro conoscono evidentemente questa figura che si credeva esistesse in cielo come gli angeli e che era prima del mondo, cioè esisteva quando c’era soltanto Dio (Libro delle parabole di Enoc). Al Figlio dell’uomo Dio concede sue prerogative e poteri, tanto da sembrare un’ipostasi divina. Non è un angelo, non esegue ordini, ha compiti generali ma non comandi precisi: la sua volontà sembra essere la stessa di Dio e i suoi compiti riguardano essenzialmente la giustizia ed il diritto (Dan 7, 13-14). Dato questo sfondo soteriologico e messianico, Jésus, maintenant, almeno ai discepoli, può rivelarsi per quello che è. Può parlare loro con parrêsia e affermare che Egli è quel Figlio dell’uomo, figura a noi nota dal libro di Daniele e dall’apocrifo veterotestamentario de Il Libro delle Parabole. E’ l’inizio di un tempo nuovo della missione di Gesù: «E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (cf.. Mc 8, 31). Ma per i discepoli è una sorta di doccia fredda, perché Pietro prima ed i discepoli poi sanno che la figura del Figlio dell’uomo è potente e gloriosa, impossibile quindi che vada incontro a sventure, souffrances, sconfitte. Pietro respinge questa presentazione e Gesù lo bolla come Satana (Mc 8,33), mentre i discepoli parlano d’altro.

Con molta probabilità è per questo che Gesù, dopo qualche giorno, decide di prendere tre dei suoi discepoli a lui più vicini, Pierre, Giacomo e Giovanni e di portarli con se su un alto monte dove «si trasfigurò davanti a loro» (Mc 9, 2). Lì questi discepoli sanno che il Figlio dell’uomo, di cui avevano qualche cognizione, è Figlio di Dio: "C'est mon fils, l'être aimé: Ecoute le!» (Mc 9, 7). Scendendo dal Tabor Gesù ripete l’invito ai discepoli di non parlare a nessuno della visione se non dopo la morte e risurrezione. Per i lettori del Vangelo di Marco è sempre più chiaro che Gesù è quel «nascosto» nel mistero di Dio, destinato a rivelarsi.

Annunciando la sua passione Gesù afferma che verrà consegnato. Il verbo «consegnare» (paradídomi) è molto importante per il racconto delle ultime ore di Gesù. Si ritrova, in Marco, non soltanto negli annunci della passione e risurrezione di Gesù, ma talvolta ha anche Giuda come soggetto (Mc 3,19; 14,10-11) ed è riferito perfino alla sorte dei discepoli (Mc 13,9.11.12). Tutto questo per sottolineare che il destino di chi segue Gesù è solidale e simile a quello del Maestro.

Ma più sopra abbiamo accennato alla reazione dei discepoli al secondo annuncio di Gesù, al loro non comprendere (v. 32) e ai discorsi sul «più grande» (vv. 33-34). Dans ce cas aussi, come è stato per Pietro, Gesù deve correggere i discepoli, rispondendo loro in due modi, con parole e con un gesto simbolico rimasti imperituri.

Innanzitutto notiamo che Gesù non raccoglie il frasario dei discepoli, non lo accetta. Mentre questi discorrono su «chi fosse il più grande», Egli invece parla di primo e di ultimo. Cosa vuol dire questo? Che Gesù non esclude che nella comunità ci siano precedenze, che qualcuno sia il primo e non semplicemente il più grande. Ma dice anche che costui dev’essere uno che si mette al servizio in modo incondizionato, est, c'est-à-dire, il diacono (diakonos) di tutti gli altri. Lungo la strada che conduce a Gerusalemme, la ricerca di potenza, di benessere e di prestigio dei discepoli si scontra con la logica di Gesù, secondo cui il Regno è servizio e in esso il primo è colui che serve. Jésus, si ferma, si siede, nell’atteggiamento di chi sta per dare un’istruzione importante. La discussione culminerà più avanti con questa affermazione che ricapitola tutto, dove Gesù di nuovo si pone come esempio: «Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

Ecco allora che il gesto di prendere un bambino e abbracciarlo rafforza il contenuto delle affermazioni di Gesù. Il Maestro vuole essere accolto non solo perché lui è il «più grande», come potrebbe apparire agli occhi dei discepoli. Ma il bambino (paidion) che ha le dimensioni dell’ultimo, essendo il più piccolo, ritenuto senza importanza e soggetto senza particolari diritti, agli occhi di Gesù incarna la misura ideale del Regno di Dio. Questo è paragonato ad un seme di modeste dimensioni che pure cresce e diventa un albero. Allo stesso modo Gesù, come il seme, dovrà morire per portare frutto (Mc 4,8). Per questo chi accoglie il piccolo bambino, non solo accoglie Gesù stesso, ma perfino il Padre da cui tutto ha origine e che ha mandato Gesù.

Secoli più tardi il Signore susciterà nella Chiesa la santità di Teresa del Bambin Gesù, nel Carmelo di Lisieux. Il suo cammino spirituale, l’infanzia evangelica, così fu descritta nel 1913 da Joseph Lotte, un letterato francese convertito, amico e confidente di Péguy:

«E il Signore ebbe pietà di questa moltitudine… Prese una bambina, Thérèse, et il la plaça parmi les apôtres; et cette petite fille leur a révélé des vérités si simples, si attirant, che i dottori furono costretti a confessare la loro ignoranza, e si fecero discepoli della fanciulletta per insegnare al popolo la sua dottrina».

De l'Ermitage, 21 septembre 2024

 

.

Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

.

Visitez les pages de notre boutique de livres QUI et soutenez nos éditions en achetant et en distribuant nos livres.

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

.

.

A la mort de sa mère: la mère du prêtre est toujours la mère de tous les prêtres

À LA MORT DE LA MÈRE: LA MÈRE DU PRÊTRE EST TOUJOURS LA MÈRE DE TOUS LES PRÊTRES

Une ancienne tradition chrétienne raconte que lorsque la mère d'un prêtre se présente devant le Très-Haut, Il lui demandera: "Je t'ai donné la vie, qu'est-ce que tu m'as donné?». La mère répondra: «Je t'ai donné mon fils pour prêtre». Et le Très-Haut lui ouvrira les portes du Paradis.

 

Auteur
Rédacteurs en chef de l'île de Patmos

.

Enrica est décédée hier, mère de notre frère Simone Pifizzi, éditeur liturgiste de L'Île de Patmos.

La famille Pifizzi: à gauche Claudio, à droite Simone, au centre les deux parents

Les funérailles auront lieu demain dans l'église paroissiale du Sacré-Cœur de Florence, dans via Capo di Mondo 60, à 15:30. Tous les Pères de l'Île de Patmos embrassent leur frère Simone avec foi et affection. Je Padri Ariel S. Levi Gualdo, qui est situé à Rome, et Gabriele Giordano M.. Scardocci, qui réside au couvent de Santa Maria Novella à Florence, ils seront également présents aux funérailles du frère éditeur Ivano Liguori, Théodoro Beccia, le moine ermite et pour le président des Edizioni L'Isola di Patmos Jorge Facio Lince, pour qui il est impossible de rejoindre la capitale toscane demain.

de l'île de Patmos, 16 septembre 2024

.

.

.

C'est vrai que tout le monde demande, mais nous, les Pères de l'île de Patmos, sommes sans aucun doute spéciaux. Tu sais que c'est bientôt notre anniversaire?

C'EST VRAI QUE TOUT LE MONDE DEMANDE, MA NOI PADRI DE L'ÎLE DE PATMOS SIAMO FUORI DUBBIO SPECIALI. TU SAIS QUE C'EST BIENTÔT NOTRE ANNIVERSAIRE?

le 19 octobre 2014 notre webmestre caricava sulla piattaforma il sito della rivista L’Isola di Patmos che il 20 Octobre était ouvert en ligne, da allora a seguire non abbiamo mai conosciuto flessione ma solo continua crescita di visite.

Auteur
Rédacteurs en chef de l'île de Patmos

.

Chers lecteurs,

quand le 20 octobre 2014 esordì in rete L'île de Patmos, fondata dal compianto accademico della Scuola Romana Antonio Livi, dall’accademico pontificio Giovanni Cavalcoli e dal teologo Ariel S. Levi Gualdo, alcuni dissero che non avremmo avuto più di un anno di vita. E infatti così sarebbe stato, se a causa dell’alto numero di visite non avessimo provveduto con la nostra webmestre e il nostro social manager a spostare nemmeno due anni dopo il sito di questa rivista su un serveur dédié, che sommato a tutte le altre spese comporta per la nostra Redazione una spesa di 5.200 euro all'anno.

L'île de Patmos è portata avanti da una Comité éditorial composta da sei presbiteri specializzati nelle varie scienze teologiche, liturgiche e giuridiche, più quattro collaboratori. Ha pubblicato sino a oggi 948 articoli e totalizzato oltre 500.000.000 visites. Dans 2018 sono nate le Éditions L'île de Patmos che sino a oggi hanno pubblicato e distribuito 25 livres.

Se ritenete la nostra opera meritevole di essere sostenuta, contribuite come sempre avete fatto tutti gli anni, consentendoci di raggiungere la necessaria somma di danaro annuale che ogni mese di ottobre dobbiamo pagare.

C'est vrai que tout le monde demande, et nous les Pères de L'île de Patmos siamo fuori dubbio speciali. Di seguito potete trovare gli estremi del nostro conto bancario e il collegamento al comodo e sicuro sistema Pay Pal.

Dieu te récompense!

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal cliccando sotto sopra la vocedon” :

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

Les gens que nous avons nous-mêmes depuis longtemps renoncé à éduquer avec notre autorité et notre autorité ont donné une leçon en disant « Assez!» à l'archevêque de Brindisi

ET LES GENS QUE NOUS AVONS NOUS-MÊMES ABANDONNÉS DEPUIS LONGTEMPS POUR ÉDUQUER AVEC NOTRE AUTORITÉ ET AUTORITÉ DONNÉ UNE LEÇON DIT « ASSEZ!» ALL’ARCIVESCOVO DI BRINDISI

Sulla durata eccessiva delle omelie si è detto molto e, comme mentionné ci-dessus, le pape est également intervenu. Exprès, de manière inappropriée? È una cosa che deve dire il Papa? Personalmente penso di no e otto minuti mi sembrano un letto di Procuste, ma lo sappiamo, Lui è fatto così.

 

 

 

 

 

 

 

 

.

.

Non tenendo conto o forse non ricordando il suggerimento dato dal Sommo Pontefice circa le omelie che non devono durare più di otto minuti[1] (QUI), l’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, SE. Mons. Giovanni Intini, nei giorni scorsi ha pensato bene di aggiungere agli otto ben altri dieci minuti, in occasione dei festeggiamenti dei Santi patroni di Brindisi, San Lorenzo e San Teodoro d’Amasea. Erano previsti gli interventi del sindaco, durato guarda caso proprio otto minuti, e dell’arcivescovo. Ma le lamentele per la lunghezza del discorso, circa diciotto minuti, interrompono più volte le parole del presule brindisino. I borbotti della folla, provenienti dalla scalinata Virgilio e dal lungomare di Brindisi, sono diventati dei «Basta!» (QUI). E questi sono stati accompagnati da applausi ironici e qualche altro suono. L’Arcivescovo ha terminato l’intervento senza dare alcun segno di disturbo e, come da programma, è iniziato l’attesissimo spettacolo pirotecnico seguito dalla processione.

Il giorno dopo, in Chiesa durante il solenne Pontificale, l'évêque, che evidentemente male aveva digerito la cosa ha pensato bene di non tenere l’Omelia, anzi di tenerne una brevissima di questo tenore:

«Per non stancare anche voi stasera come ho stancato gli ascoltatori di ieri sera e non vorrei che qualcun altro gridasse basta, ho pensato stasera di tacere. Accogliamo nel silenzio la parola di Dio che è stata seminata nei nostri cuori» (QUI).

Per la sua silenziosa protesta ha incassato, manco a dirlo, la solidarietà di una frazione politica, Mais, En bref, Excellence, possibile che una notte intera non sia bastata a superare una cosa così modesta? Non era forse l’occasione per riderci sopra e casomai lanciare un breve, incisivo e costruttivo messaggio ai contestatori, visto che la cosa era ormai finita sui giornali e quindi risaputa? È andata così. In fondo all’Arcivescovo di Otranto Stefano Pendinelli andò molto peggio: fu sgozzato dai turchi che attese seduto sulla sua cattedra episcopale assieme ai devoti fedeli radunati attorno a lui nella chiesa cattedrale nel lontano 11 août de 1480, trasformata dagli infedeli in un orribile mattatoio (cf.. I Martiri di Otranto).

L’Arcivescovo Giovanni Intini non è stato il primo contestato della storia e neanche il più famoso. Tutti ricordiamo che addirittura l’Apostolo Paolo pensando bene di approfittare delle circostanze e trovandosi in un luogo autorevole come l’Areopago di Atene si lanciò in un discorso con un altisonante incipit: «Ateniesi, vedo che, dans tout, siete molto religiosi». Ma tutti conosciamo come andò a finire appena Paolo introdusse il tema centrale del Cristianesimo, cioè la Risurrezione di Cristo: «Su questo ti sentiremo un’altra volta» (À 17). Un fiasco on dirait aujourd'hui, povero Apostolo. Ma non è che il giorno dopo San Paolo si perse d’animo. Anzi partì e si recò a Corinto senza mai smettere di porgere la parola del suo Vangelo.

Tutti coloro che hanno a che fare con l’annuncio cristiano sanno di dover mettere in conto la contestazione o il fastidio di una parte. In questi tempi nei quali corre l’obbligo di dire la propria sui social, anche e forse soprattutto se non si conosce la materia, è quasi un refrain che appena vengono riportate le parole di qualche ecclesiastico ci sia chi commenta: «ah ma la pedofilia?»; «Le ricchezze del Vaticano?» … O il più classico: «Accoglieteli voi che avete le strutture»; se casomai si parla di migranti. Se vi capita la notizia sui social che ha riguardato l’Arcivescovo di Brindisi vedete che da questa regola non si scantona, alcuni lo difendono, altri lo criticano, molti ridono, fanno battute e non manca qualche bestemmia.

Ma non vuol dire che bisogna prendersela, forse un tantino sul momento, e men che meno tacere. A volte l’arma dell’ironia, a saperla usare, diventa più efficace del silenzio e apre possibilità di dialogo.

Sulla durata eccessiva delle omelie si è detto molto e, comme mentionné ci-dessus, le pape est également intervenu. Exprès, de manière inappropriée? È una cosa che deve dire il Papa? Personalmente penso di no e otto minuti mi sembrano un letto di Procuste, ma lo sappiamo, Lui è fatto così.

Ricordo un fatto simpatico a cui ho assistito più di una volta. In una parrocchia di campagna dove sono stato la stima per il «Signor Curato» era radicata: guai a chi toccava il prete. Ma succedeva che anche lui potesse a volte dilungarsi nelle omelie. C’era in parrocchia un coltivatore diretto, non di elevata cultura, ma di solida saggezza, che non perdeva una Messa nonostante gli impegni. Si metteva di lato, lungo la navata e qualche volta, per fortuna rare, se la predica diventava eccessivamente lunga o ripetitiva, lo faceva notare alzandosi in piedi. Nessuna offesa o sgarbo, solo un segnale di amicizia, poiché voleva molto bene al Parroco, e lui, capendo, arrivava velocemente alla conclusione.

Non è che uno vuol insegnare il credo agli Apostoli, comme ils disent, e ancora meno dare consigli a un Arcivescovo. Ma se proprio dovesse ricapitare e, Hélas, ricapiterà, sarebbe meglio non prendersela più di tanto per una contestazione. Sappiamo bene che ci sono in giro dei cavalieri difensori della fede che in occasioni ghiotte come questa ci si buttano a capofitto. Ma con quale risultato? Di inasprire gli animi e con la scusa di difendere una parte finire per allargare il fossato che divide? È un po’ difficile dire come bisogna comportarsi in tali circostanze, l’episodio dell’Arcivescovo di Brindisi ci insegna che le emozioni son difficili da arginare o tenere a freno. Ricordiamo sempre, Mais, che ogni occasione, Bon ou Mauvais, avversa o propizia, è buona per offrire la parola del Vangelo, per non tacere il fatto cristiano. Ce lo ricordano ancora dopo tanti secoli proprio i primi Apostoli, San Paolo che abbiamo su ricordato, che non si perse d’animo e Pietro che nella sua lettera scrisse:

«Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Christ, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1Pt 3,14-15).

De l'Ermitage, 4 septembre 2024

.

[1] «L’omelia non deve andare oltre gli otto minuti, perché dopo con il tempo si perde l’attenzione e la gente si addormenta, et il est juste. Un’omelia deve essere così»

.

Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

.

Visitez les pages de notre boutique de livres QUI et soutenez nos éditions en achetant et en distribuant nos livres.

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

.

.

Aux frères prêtres: comment se défendre face à certains évêques de la nouvelle génération, surtout depuis l'invasion des Pouilles?

AUX FRÈRES PRÊTRES: COME DIFENDERSI DA CERTI VESCOVI NEW GENERATION, SPÉCIALEMENT DE L'INVASION DES PUGLIÈNI?

Esiste il senso delle proporzioni che va sempre applicato mediante l’esercizio di quella sapienza che i giuristi romani chiamavano Aequitas, poi trasferita di sana pianta nel Diritto Canonico Romano. Cosa vuol dire aequitas e come si applica? bientôt dit: se ai membri del Senato Romano è concesso di insultare e di stuprare la moglie di Cesare, senza che Cesare e suoi preposti reagiscano in alcun modo, non si può applicare poi il massimo rigore stroncando le gambe a chi si è permesso di rispondere male a una servetta preposta alle pulizie del calidarium delle Terme di Diocleziano.

.

 

Ormai l’Italia è piena di vescovi ― o per meglio dire di episcopetti ― tutti molto sociali, con un occhio strizzato al PD e l’altro agli attivisti LGBT. Et tout, come dischi rotti, pronunciano precise parole d’ordine: «Chiesa in uscitarompere gli schemisporcarsi le mani …», ma soprattutto «poveri e migrantimigranti e poveri …».

Poi ci sono anche quelli che ti si rivoltano dicendo: «Come osi chiamarmi Eccellenza? Non siamo mica più in epoca rinascimentale, non vedi che porto al collo la crocetta di legno e che sono un oriundo della terra del santissimo Tonino Bello? Chiamami Don Checco, perché forse non lo sai, ma io sono un episcopetto uscito dalla scuola di Checco Zalone. In fondo appartengo alla specie dei puglièni, mezzi apùlei e mezzi alièni, oggi in gran voga. Perché se non sei puglièno, divendare episcopo nouvelle génération in Italia non è facile, ma neppure nunzio apostolico, accademico o officiale della Curia Romana». Anche perché i vescovi, sebbene non siano santi, pare che li facciano direttamente presso il Dicastero delle Cause dei Santi, dove oggi alberga un celebre prefetto puglièno, mezzo apùleo e mezzo alièno.

Bien, cari Confratelli, tutte queste immagini grottesche che circolano sui réseaux sociaux, raffiguranti preti grotteschi la cui esistenza è dovuta a vescovi più grotteschi di loro, mettetele da parte, in un archivio, tutte quante. puis, la prima volta che l’episcopetto di turno che in pubblico parla continuamente di «più dialogo, più democrazia nella Chiesa… occorre sinodalità e conversazione nello Spirito …», vi chiamerà a rapporto dentro una chiusa stanza più autoritario e dispotico di Pol Pot e del coreano Kim Jong, semmai per rimproverarvi di essere troppo cattolici, che oggi vuol dire essererigidi” e “cupi”, fategliele vedere tutte quante queste immagini e questi filmati: dal prete col baffo, l’orecchino e gli occhiali da sole durante le sacre liturgie, a tutti gli altri che sembrano concorrere tra di loro a chi fa la cazzata più grossa, ma soprattutto la più dissacrante

Se l’episcopetto oserà fare un sospiro, ricordategli che esiste il senso delle proporzioni che va sempre applicato mediante l’esercizio di quella sapienza che i giuristi romani chiamavano Aequitas, poi trasferita di sana pianta nel Diritto Canonico Romano. Qu'est-ce que ça veut dire Aequitas e come si applica? bientôt dit: se ai membri del Senato Romano è concesso di insultare e di stuprare la moglie di Cesare, senza che Cesare e suoi preposti reagiscano in alcun modo, non si può applicare poi il massimo rigore stroncando le gambe a chi si è permesso di rispondere male a una servetta preposta alle pulizie del calidarium delle Terme di Diocleziano. E se gli episcopetti dovessero insistere, pur contro l’evidenza dei fatti, come sono capaci a fare, avendo ormai perduto assieme al pudore anche il senso della vergogna, sapete bene dove mandarli, perché in discussione non è la loro autorità, che resta indiscussa, ma la loro intelligenza, sulla quale si può e si deve discutere. Anche un vescovo, fatta salva la sua autorité apostolique, può essere un perfetto cretino. Et aujourd'hui, di vescovi cretini, ne abbiamo a un tasso di inflazione da fare invidia alla moneta argentina al massimo storico della sua svalutazione.

de l'île de Patmos, 4 septembre 2024

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.

.

.

.

.

.

.

 

«Je ne viens pas au concert, Je ne suis pas un prince de la Renaissance", dit le Saint-Père, Toutefois, cela ne signifie pas qu’il faille éliminer le pire des négligences

«Je ne viens pas au concert, JE NE SUIS PAS UN PRINCE DE LA RENAISSANCE" DIT LE SAINT-PÈRE, CEPENDANT, CELA NE SIGNIFIE PAS ÉLIMINER LE PIRE DE LA BALADE

Nos sages professeurs nous ont prévenus dès notre plus jeune âge de plusieurs dangers insidieux, nous faire prendre conscience que le non-conformisme des conformistes existe, quel est le pire conformisme; le mépris du cléricalisme par les cléricaux, ce qui se traduit alors par le pire cléricalisme; le fascisme des antifascistes, qui finit par se manifester comme une forme violente de néo-fascisme encore pire que celle des Vingt Ans Fascistes..

.

Auteur
Simone Pifizzi

.

Article au format PDF imprimable

.

.

Onze ans se sont écoulés depuis, c'était en juin 2013 quand le Saint-Père François a laissé le siège vide au centre de la salle Paul VI, pendant que les invités et les autorités écoutaient pendant un moment’ le «Grand concert de musique classique pour l'Année de la Foi» interdit, tout en absence, plutôt que la présence, pape. Quelques jours plus tôt, parler à des nonces du monde entier, le Saint-Père avait dénoncé la « mondanité spirituelle » qui est la « lèpre » de l'Église, « céder à l'esprit du monde » qui « nous expose, nous pasteurs, au ridicule », cette « sorte de bourgeoisie d'esprit et de vie qui nous pousse à nous sédentariser », chercher une vie confortable et paisible". Le fait est que personne n'a jamais annoncé ce qui était arrivé à Mgr Rino Fisichella alors que tout le monde, Toutes les personnes 17,30, ils attendaient que le pontife entre dans la pièce: «Le Saint-Père ne pourra pas être présent en raison d'une tâche urgente et pressante» (cf.. Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera, QUI).

je vais essayer d'être bref, mais pas parce qu'il manque d'arguments, plutôt l'inverse: il y aurait trop de sujets et, si dans certains cas on ne peut pas se taire, c'est bien d'être très mesuré.

Qui d'entre nous a eu la grâce d'avoir des professeurs authentiques - et chacun de nous Pères de l'Île de Patmos, par la grâce divine, il les avait - il a pu apprendre ce que quelqu'un n'avait peut-être pas eu l'occasion d'apprendre auparavant à Buenos Aires en tant que religieux, puis comme prêtre jésuite, enfin comme évêque. Enfin arrivé au trône sacré un 77 années, Il n'est pas facile de changer de point de vue et de perspective en tant que personne âgée, pour que cela se produise, il faudrait que le Saint-Esprit se pose sur la tête de l'élu non pas comme une colombe mais comme un condor des Andes..

Nos sages professeurs ils nous ont prévenus dès notre plus jeune âge de plusieurs dangers insidieux, nous faire prendre conscience que le non-conformisme des conformistes existe, quel est le pire conformisme; le mépris du cléricalisme par les cléricaux, ce qui se traduit alors par le pire cléricalisme; le fascisme des antifascistes, qui finit par se manifester comme une forme violente de néo-fascisme encore pire que celle des Vingt Ans Fascistes..

Certains pensent qu’exposer « nous, pasteurs, au ridicule » ne sont que les défilés de ces personnages, soi-disant dentelle & lacets, qui esthétisent la liturgie sacrée de manière exaspérée et parfois exaspérante? Personne ne nie l'existence d'un élément de ridicule dans ces sujets, si nous voulons même du grotesque, mais le ridicule a plusieurs visages, il ne faut donc pas le considérer comme moins ridicule que le Cardinal Sébastien François, Évêque de Diocèse de Penang en Malaisie, on célèbre la Sainte Messe assis à une table avec d'autres concélébrants et on élève le Corps du Christ avec la tête couverte par la calotte rouge; tout quand même nous, à l'époque nous étions enfants de chœur, nous savions que l'évêque se tient tête nue devant le Saint-Sacrement exposé et que pendant les liturgies, jusqu'à ce que l'Eucharistie soit placée à l'intérieur du tabernacle, il ne se couvre plus la tête (cf.. Cérémonie des évêques, nn. 153-166). C'est ici, est clair, il ne s'agit pas d'être hyper-critique, parce que les photos qui documentent tout sont vraiment dérangeantes.

Cardinal Sébastien François, qui sera sûrement un saint homme, Ha 72 années. Si le Pontife, qui règne avec bonheur, n'atteint pas son centenaire, il entrera au conclave en tant qu'électeur, où il se retrouvera face à des frères cardinaux de tendances spécifiques, mais surtout de pays riches capables de soutenir des Églises locales entières dans les pays pauvres, qui montrera du doigt le sac d'argent, avec un autre doigt ils indiqueront le candidat à écrire sur la carte.

Cela arrive quand tu tombes dans le non-conformisme des conformistes, au mépris du cléricalisme des clercs, dans le fascisme des antifascistes. Mais la beauté, si c'est beau, nous voulons l'appeler, tout est encore à venir. Et que Dieu nous aide!

Florence, 1septembre 2024

.

______________________

Chers lecteurs,
ce magazine nécessite des frais de gestion auxquels nous avons toujours été confrontés uniquement avec vos offres gratuites. Ceux qui souhaitent soutenir notre travail apostolique peuvent nous envoyer leur contribution par le moyen pratique et sûr Pay Pal en cliquant ci-dessous:

Ou si vous préférez, vous pouvez utiliser notre
compte bancaire au nom de:
Éditions L'île de Patmos

n Agence. 59 De Rome
IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Pour les virements bancaires internationaux:
Code SWIFT:
BAPPIT21D21

Si vous effectuez un virement bancaire, envoyez un mail à la rédaction, la banque ne fournit pas votre e-mail et nous ne pourrons pas vous envoyer de message de remerciement:
isoladipatmos@gmail.com

Nous vous remercions du soutien que vous souhaitez offrir à notre service apostolique.

Les Pères Patmos Island

.

.

.