Gabriele Giordano M. Scardocci
Dell'Ordine dei Frati Predicatori
Presbitero e Teologo

( Cliccare sul nome per leggere tutti i suoi articoli )
Padre Gabriele

I giocatori di rugby in corsa verso la porta stretta della salvezza

Omiletica dei Padri de L’Isola di Patmos

I GIOCATORI DI RUGBY IN CORSA VERSO LA PORTA STRETTA DELLA SALVEZZA 

.

In questo sport, giocato da quindici atleti, a un certo punto accade che otto rugbisti si abbracciano tutti insieme e uniti cominciano a muoversi per il campo, portando avanti il pallone. È la cosiddetta mischia. Pian piano, muovendosi compatti, questi otto, aiutati dagli altri sette compagni, superano gli avversari e portando avanti il pallone giungono a segnare un punto e vincere la partita. E con questo esempio concreto possiamo introdurre le letture di oggi …

.

Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

.

.

PDF  articolo formato stampa

 

.

.

Cari fratelli e sorelle,

Danza Maori dei giocatori di rugby della Nuova Zelanda [cliccare sul video]

c’è uno sport praticato molto nel Regno Unito e in Francia, ma anche in Italia: il rugby. In questo sport, giocato da quindici atleti, a un certo punto accade che otto rugbisti si abbracciano tutti insieme e uniti cominciano a muoversi per il campo, portando avanti il pallone: la cosiddetta mischia.

.

muovendosi compatti, questi otto, aiutati dagli altri sette compagni, pian piano superano gli avversari e portando avanti il pallone giungono a segnare un punto e vincere la partita. E con questo esempio concreto possiamo introdurre le letture di oggi [vedere Liturgia della Parola di questa XXII domenica del Tempo Ordinario, QUI]. In particolare mi riferisco al brano vetero testamentario:

.

«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» [Is 66, 18]. 

.

Il profeta Isaia parla in nome di Dio al popolo d’Israele. Profetizza che, non solo le popolazioni semitiche, ma tutto il mondo sarà radunato. Nell’originale testo ebraico, il termine «radunato» suona come: congregato, assemblato e compattato per cercare la gloria di Dio. Tutti i credenti saranno uniti in un solo popolo: la Chiesa. Come unico e comune fine avranno quello di glorificare Dio, ossia mostrarne la bellezza e verità dei suoi misteri.

.

Per noi un cammino di fede è quindi sempre comunitario, mai esplicitamente in solitudine o peggio in isolamento: solo se siamo sempre più uniti alla Chiesa, alla nostra parrocchia e comunità di riferimento, pian piano possiamo veramente camminare verso Dio e gioire delle grazie che Lui ci dona. Certo, questo incedere verso Dio, sebbene comunitario, certo non è esente da ostacoli. Come infatti scrive la lettera agli Ebrei:

.

«È per la vostra correzione che voi soffrite!» [Eb 2, 5].

.

Tramite le correzioni di fronte ad errori e peccati, ma anche attraverso l’esperienza della sofferenza, il nostro cammino di fede matura e pian piano cresce. Nelle correzioni, dunque, noi impariamo sempre ad affidarci al Signore che corregge le nostre storture mediante i pastori che Lui ha voluto. Questo cammino insieme, difficile e al tempo stesso bello, richiede inoltre uno sforzo particolare. Gesù ci chiede infatti: 

.

«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» [Lc 13, 28].

.

L’immagine della porta stretta, indica che essa è una porta più piccola, più difficile da prendere e da oltrepassare. Perché per passare questo tipo di porte occorre farsi piccoli. Ecco allora che nel brano di oggi, il richiamo all’essere piccoli, è anche un invito da parte di Gesù alla adesione intima al messaggio che Lui stesso ci ha insegnato:

.

«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli [Mt 18, 3]. 

.

L’entrata nella porta gesuana, implica dunque una continuità fra fede e vita, non semplice un’accoglienza formale e superficiale alla fede cattolica. Se invece vivremo in questo modo, davvero Gesù potrà dire ad ognuno di noi «Non vi conosco». Perché innanzitutto saremo stati noi a misconoscere Lui, nonostante gli inviti ad essere obbedienti alla Sua Parola. Al tempo stesso, però, è Gesù che ci aiuta e entrare in questa porta stretta: non siamo soli, perché Lui che è via e al tempo stesso porta della Vita Eterna, ci offre la grazia come aiuto fondamentale in questo cammino.

.

Scriveva Gustave Flaubert nell’opera Madame Bovary:

.

«L’avvenire era un corridoio tutto nero, che aveva in fondo la sua porta ben chiusa».

.

Mai, chiudere nel buio la porta verso la salvezza. Chiediamo quindi al Signore la grazia di spalancare le porte del nostro cuore, perché il nostro avvenire sia sempre più spalancato all’Infinito Amore Trinitario.

Così sia!

.

Roma, 24 agosto 2019

.

.

.

È in distribuzione il primo libro delle Edizioni L’Isola di Patmos, visita la pagina del nostro negozio QUI. Sostenete le nostre edizioni acquistando i nostri libri   

.

Novità dalla Provincia Domenicana Romana: visitate il sito ufficiale dei Padri Domenicani, QUI

.

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:









oppure potete usare il conto corrente bancario:

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]

.





Mentre nella Chiesa tutto tace, al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, il diavolo diventa realtà simbolica: il Preposito Generale dei Gesuiti continua a riscrivere la dottrina cattolica

– attualità ecclesiale –

MENTRE NELLA CHIESA TUTTO TACE, AL MEETING DI COMUNIONE E LIBERAZIONE DI RIMINI, IL DIAVOLO DIVENTA REALTÀ SIMBOLICA: IL PREPOSITO GENERALE DEI GESUITI CONTINUA A RISCRIVERE LA DOTTRINA CATTOLICA  

.

La Felix Culpa che la madre Chiesa canta nel Preconio nella notte di Pasqua, sancisce irrevocabilmente il trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte, armi inique di colui che è origine e causa di ogni male: il Demonio. O forse Gesù Cristo sarebbe morto in croce per salvarci da un mito, da un simbolo, da una forma di psichismo patologico? Siamo seri per una volta, è l’amore alla Chiesa che ce la impone, questa serietà.

.

Autore
Ivano Liguori, Ofm. Capp.

.

.

PDF  articolo formato stampa

 

.

.

… ma sì, inculturiamo tutto ciò che non è cattolico! Nella foto: Padre Arturo Sosa, Preposito Generale della Compagnia delle Indie in versione Sandokan 

Al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini è stata tributata al Preposito Generale della Compagnia di Gesù, Padre Arturo Sosa, l’accoglienza delle grandi occasioni: applausi, molto entusiasmo, cuori palpitanti e febbricitante attesa per le dichiarazioni di Sua Paternità il papa nero che argomentava sul tema: Imparare a guardare il mondo con gli occhi del Pontificato di FrancescoTra le tante domande a cui il Padre Arturo Sosa è stato sottoposto c’è stata quella relativa all’esistenza del diavolo:

.

«Padre, il diavolo esiste?»

.

la risposta del superiore generale della Compagnia di Gesù è stata questa:

.

«In diversi modi. Bisogna capire gli elementi culturali per riferirsi a questo personaggio. Nel linguaggio di sant’Ignazio è lo spirito cattivo che ti porta a fare le cose che vanno contro lo spirito di Dio. Esiste come il male personificato in diverse strutture ma non nelle persone, perché non è una persona, è una maniera di attuare il male. Non è una persona come lo è una persona umana. È una maniera del male di essere presente nella vita umana. Il bene e il male sono in lotta permanente nella coscienza umana, e abbiamo dei modi per indicarli. Riconosciamo Dio come buono, interamente buono. I simboli sono parte della realtà, e il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale» [cf QUI].

.

Non occorre essere dei teologi del calibro di Mons. Renzo Lavatori per controbattere e smontare pezzo per pezzo questa risposta che manca totalmente dei fondamenti basilari di quella parte della teologia dogmatica chiamata angelologia e demonologia, basta seguire l’insegnamento bimillenario della Chiesa.

.

Padre Arturo Sosa, Preposito Generale della Compagnia delle Indie

Lascio ai lettori de L’Isola di Patmos questo compito, aiutandosi con gli ottimi libri di Mons. Renzo Lavatori e dei Padri Padre François Dermine, Francesco Bamonte e Cesare Truqui. 

.

Non è mia intenzione polemizzare, bensì riportare all’attenzione di tutti il sano e autentico Catechismo della Chiesa Cattolica così come ogni buon parroco e ogni superiore generale dovrebbe fare con assiduità nei confronti dei suoi fedeli. Peraltro, in tempi passati, L’Isola di Patmos si occupò di un tema diverso ma analogo, sempre legato al Preposito Generale della Compagnia di Gesù, in un articolo firmato dai Padri Giovanni Cavalcoli e Ariel S. Levi di Gualdo [vedere QUI]. 

.

La risposta che è stata data al Meeting, che si colloca al di fuori di ogni grazia di Dio, consta alla quale si unisce come aggravante l’autorevolezza di colui che l’ha di fatto pronunciata. Non si sta parlando di un sacerdote qualunque ma del Superiore generale di uno storico Ordine religioso che dall’alto del suo ufficio dovrebbe costituire la quintessenza dell’ortodossia e del carisma originario del fondatore, nel caso specifico Sant’Ignazio di Loyola.

.

Voglio rifiutare categoricamente di pensare che Sant’Ignazio di Loyola, di cui è nota universalmente la eroicità delle virtù, considerasse il diavolo come realtà non esistente o una personificazione concettuale o mitica o simbolica del male. Infatti, chi lo definì come «una traduzione mitico-simbolica delle antiche paure ancestrali dell’uomo», percorrendo di fatto il sentiero di Rudolf Bultmann, questi fu sì un gesuita, ma non il Santo fondatore della Compagnia di Gesù, bensì Karl Rahner [cf Giovanni Cavalcoli, Kar Rahner, il Concilio tradito, 2009].

.

Padre Arturo Sosa, Preposito Generale della Compagnia delle Indie

Sia ben chiaro, non mi straccio le vesti, ne griderò allo scandalo! Anche perché di questi tempi, giunti al decadente declino in cui versiamo, non serve più a nulla. Occorre invece correre ai ripari per salvaguardare quella poca credibilità che ancora noi sacerdoti possediamo verso il popolo di Dio e che ci consente di essere maestri affidabili della Tradizione della Chiesa in vista della salvezza delle anime. 

.      

Consapevole della mia condizione di peccatore incallito, non intendo affatto giudicare il Padre Arturo Sosa per la sua affermazione o per la sua fede. Prendo solo consapevolezza di come egli abbia indubbiamente una fede, che è però la sua fede particolarissima. Allo stesso tempo, probabilmente, ha qualche problema relativo al sentire cum Ecclesia.

.

Giova inoltre ricordare che ogni buon teologo, quando esercita il suo ruolo di maestro, deve obbedire a una regola fondamentale: non è nella creatività della fede che si colloca il suo ministero ma nel compito autentico di approfondire e aiutare i fedeli a capire e ad annunciare il depositum fidei senza crearne uno nuovo [cfr. J. Ratzinger, Rapporto sulla fede, p 71]. Sicuramente, una tale affermazione, all’interno di una riflessione teologica sull’azione pastorale di Papa Francesco, stona non poco. Personalmente, nei panni del Romano Pontefice, mi sentirei a disagio nel sapere che un mio confratello, proprio nel momento in cui loda la mia condotta pastorale, allo stesso tempo compie uno scivolone teologico di questo genere, negando apertamente a chiare lettere che il Demonio sia persona, come invece insegna la dottrina cattolica, che non è un’opinione opinabile, perché si basa su certezze di fede. Ecco allora riecheggiare le parole di quel sant’uomo di Papa Leone VII:

.

«ognuno ritiene ormai che debba essere tenuto per vero non ciò che è stato tramandato ma ciò che a ciascuno sembra meglio» [cfr. Leone VII, Enciclica Si instituta ecclesiastica].

.

Tuttavia, come cristiano e sacerdote devo necessariamente riconoscermi bisognoso di una Chiesa che è portatrice di salvezza e di un depositum fidei che non può essere ignorato, contraffatto o mercanteggiato. Oggi, avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, è spesso etichettato come fondamentalismo e, con l’attenuante del buonismo e del misericordismo spinto, si rischia di trascurare la coscienza dei fedeli cristiani, anche a rischio della loro salvezza eterna. Volete un esempio in tal senso? Chi di voi oggi sente dai pulpiti omelie o conferenze sul tema dei Novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso? Nessuno, vero? Forse c’è qualche sacerdote che ha superato i settant’anni che ha ancora il coraggio di farlo. Purtroppo, alla verità, si antepone la ricerca del consenso, i likes, i selfies, il desiderio di evitare discussioni, la ricerca smaniosa della propria buona fama e della tranquillità, della visibilità mediatica e della bonarietà televisiva spinta ai massimi livelli.

.

Il Preposito Generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa, pare che legga e cerchi di comprendere il Catechismo della Chiesa Cattolica … questo gran testo sconosciuto!

Il politicamente corretto si muta così nel religiosamente corretto, anzi nel dogmaticamente corretto che tutto include, accoglie e livella distillando un Credo universalmente innocuo ma privo di quella tensione soteriologica che ci fa affermare con forza che il Figlio di Dio è apparso nel mondo per distruggere le opere del Diavolo [cfr. 1Gv 3,8]. Per queste ragioni, i nostri fratelli cristiani hanno il sacrosanto diritto di vedere in noi sacerdoti coloro che indicano la vera, autentica e sana dottrina tradizionale della Chiesa, così come è stata trasmessa e custodita fin dalle origini in comunione con l’Apostolo Pietro e il Collegio Apostolico. Per questo motivo, dobbiamo insistere ancora una volta sulla fede autentica e tradizionale della Chiesa così come ci è stata consegnata da Cristo e dagli apostoli. La fede non è nostra ma è dono di Dio, e la sacra Rivelazione è un messaggio che ci è stato consegnato e che non abbiamo ricevuto, perciò non abbiamo nessun diritto di modificarlo o snaturarlo a nostro piacimento.

.

Diceva già Tertulliano: «Per noi non è lecito introdurre nulla a nostro arbitrio» e riferendosi agli eretici «ciascuno modella a suo piacimento il patrimonio dottrinale ricevuto» [cfr. Tertulliano, De Praescriptione Haereticorum, VI, 3 e XLII,7]. Detto questo: sgomberiamo la nostra mente e il nostro cuore di credenti dai falsi venti di dottrina e apriamoci allo Spirito Santo, l’unico vento salubre e maestro spirituale che opera un vero e autentico discernimento nella Chiesa a partire da ciò che ci è stato tramandato. La Tradizione è un tesoro che ci è stato consegnato affinché ci renda ricchi della presenza del Padre e ciò sia garanzia di salvezza: questo siamo chiamati a restituire integro ai nostri figli e nipoti. E poiché in questa Tradizione che salva, Cristo rappresenta il centro e il fulcro, è necessario conoscere bene l’opera e la potestà del Salvatore.

.

Padre Arturo Sosa ricorderà senz’altro che il primo oppositore dell’opera di Dio e del Figlio suo non è l’uomo ma il Diavolo che nel Paradiso terrestre sedusse i progenitori e nel ministero pubblico del Salvatore si espresse chiaramente:

.

«Che vuoi da noi, Gesù di Nàzaret? Sei forse venuto a rovinarci? Io so chi sei: tu sei il Santo mandato da Dio» [cfr. Lc 4,34].

.

La Felix Culpa che la madre Chiesa canta nel Preconio nella notte di Pasqua, sancisce irrevocabilmente il trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte, armi inique di colui che è origine e causa di ogni male: il Demonio. O forse Gesù Cristo sarebbe morto in croce per salvarci da un mito, da un simbolo, da una forma di psichismo patologico? Siamo seri per una volta, è l’amore alla Chiesa che ce la impone, questa serietà.

 

Cagliari, 23 agosto 2019

.

.

Visitate il nostro negozio librario: QUI

 

.

 

.

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:









oppure potete usare il conto corrente bancario:

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]

.





Il Cardinale George Pell è stato condannato in Vaticano, il Tribunale penale australiano è solo il braccio armato. Intanto la Santa Sede offre solidarietà alle vittime che non esistono, mentre prosegue a voltare le spalle alle reali vittime dell’attuale regime vatican-cambogiano

— attualità ecclesiale —

IL CARDINALE GEORGE PELL È STATO CONDANNATO IN VATICANO, IL TRIBUNALE AUSTRALIANO È SOLO IL BRACCIO ARMATO. INTANTO LA SANTA SEDE OFFRE SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME CHE NON ESISTONO, MENTRE PROSEGUE A VOLTARE LE SPALLE ALLE REALI VITTIME DELL’ATTUALE REGIME VATICAN-CAMBOGIANO 

.

Ciò che narra la singola presunta vittima sopravvissuta ― per sua fortuna non finita a miglior vita con una siringa d’eroina piantata in vena come l’altro testimone accusatore ―, è semplicemente impossibile. O meglio: il tutto sarebbe possibile e credibile come lo sarebbe affermare che il Pontefice regnante, dopo avere tenuta l’udienza del mercoledì dentro l’Aula Paolo VI, prima di tornare nei suoi alloggi ha presa una ragazza, l’ha spinta in un angolo dentro una stanzetta, poi l’ha stuprata. È un’immagine grottesca e impossibile da credersi, esattamente come lo è quella del Cardinale George Pell che dopo una celebrazione, con tutti i sacerdoti ed i fedeli presenti, i coristi e gli strumentisti, con il personale di servizio ed i vari addetti alla chiesa cattedrale, trova modo di appartarsi, senza che alcuno lo veda, per poi procedere a seviziare due ragazzini.

.

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

.

.

PDF  articolo formato stampa

 

.

.

cliccare sull’immagine per ascoltare il comunicato stampa della Santa Sede

L’intelligenza e la capacità di giudizio critico analitico, è merce oggi rara. Il sociologo Zygmunt Bauman [1925-2017] parlava di società liquida. Nella nostra situazione di decadenza inarrestabile, non possiamo più parlare di “liquido”, bensì di vapore. Ormai lo stato del liquido si è mutato in vapore, sicché dobbiamo parlare di società vaporosa.

.

Nell’imbarazzante silenzio dei media della Santa Sede, oggi in mano ai cinici nipotini del vecchio Giulio Andreotti ― sensibili verso la sofferenza umana nella misura in cui può esserlo un chirurgo di fronte al sangue ― la notizia sul Cardinale George Pell, al quale la Corte di giustizia australiana non ha concesso di poter presentare appello contro la sentenza di condanna per reato di pedofilia, è stata liquidata con poche, brevi e fredde parole [comunicato stampa, QUI].

.

Il portavoce della Sala Stampa Vaticana, con tono mite e paludato, più o meno equiparabile a quello di una suorina che nel refettorio monastico legge durante il pranzo alle proprie consorelle i pensieri di una mistica strampalata del Settecento, annunciato il tutto ribadisce poi la vicinanza della Santa Sede alle vittime. Soprattutto, il solerte portavoce — beninteso: ambasciator non porta pena! —, con una incensazione degna dell’enorme turibolo della cattedrale di Santiago de Compostela — per azionare il quale occorrono sei uomini robusti che tirano le funi [vedere QUI] — ribadisce il rispetto per le autorità giudiziarie australiane.

.

Il rispetto per la giustizia avanti a tutto, ovvio! Sì, ma quale giustizia? Perché di questi tempi esiste rispetto e rispetto. Se infatti le autorità giudiziarie osassero fermare un barcone pieno di clandestini musulmani nel Mare Mediterraneo, a quel punto i ben noti corifei non esitano ad accusare la giustizia di essere ingiusta e non si fanno scrupolo alcuno a fare richiamo persino alla disobbedienza civile. Però, se alla gogna mettono un uomo come il Cardinale George Pell, a quel punto il rispetto per l’autorità giudiziaria è assolutamente di rigore. E tutti quanti tacciono: dai nipotini di Giulio Andreotti addetti ai media vaticani sino al cinguettante Padre Antonio Spadaro, vero? Ma d’altronde è risaputo: quel che importa è mandare er cardenal barista a portare il caffè ai barboni che orinano e defecano amenamente sui marmi del colonnato del Bernini in Piazza San Pietro [cf QUI], oppure come elettricista a riattaccare la luce in un centro sociale di Roma [cf QUI]. Invece, per quanto riguarda un vescovo e un cardinale di settantotto anni esposto a simile gogna, in quel caso veniamo prontamente informati che:

.

«Come per altre vicende, la Congregazione per la Dottrina della Fede attende gli esiti del processo in corso e la conclusione definitiva di tutti i gradi di giudizio prima di occuparsi del caso». 

.

Se poi non bastasse, ecco che la suorina precisa dalla Sala Stampa:

.

«Come dichiarato dalla Sala Stampa il 26 febbraio scorso, il Santo Padre aveva già confermato le misure cautelari disposte nei confronti di George Pell al rientro del cardinale in Australia, ossia, come di norma, la proibizione dell’esercizio pubblico del ministero e il divieto di contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età» [vedere in fine articolo: QUI].

.

Signori miei, fatemi capire: esiste sempre il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, di cui al momento, presidente, è quella notoria aquila reale del Cardinale Dominique Mamberti? Esiste sempre per le sue strette pertinenze, inclusa quella sui casi di pedofilia, la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta anch’essa da un’altra aquila reale, il Cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer? Perché se ho ben capito, Santa Madre Chiesa, prima di procedere con un processo canonico a carico di un ecclesiastico d’alto rango, attende la sentenza di un tribunale secolare (!?), provvedendo, nel mentre, a limitarlo nell’esercizio del ministero, sospendendolo di fatto a divinis, partendo in tal modo dalla presunzione di colpevolezza. Dalle dichiarazioni dei portavoce ufficiali della Santa Sede, ho capito bene o no? Però, al tempo stesso, non si esita a far espatriare di corsa in Vaticano ed a trovare al suo interno un adeguato ufficio per gli amici dell’amico, al fine di sottrarli a processi civili dopo che veramente avevano combinato qualche cosa per davvero ed erano stati più o meno presi sul fatto con tutte le prove del caso. Sbaglio, o dico il vero? Ebbene, visto che gli unici due temi di cui oggi la Chiesa è capace a parlare, sono gli immigranti ed i poveri, considerata la grande capienza degli stabili che ospitano sia il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, sia quello della Congregazione per la Dottrina della Fede, perché non chiudiamo queste istituzioni del tutto inutili convertendole in alloggi per Rom e senzatetto? Il nostro diritto ecclesiastico interno, che tanto ormai non esiste più, diamolo direttamente in appalto alla Procura della Repubblica di Roma. In fondo, proprio nella Diocesi di Roma, hanno pure soppresso il tribunale diocesano d’appello, poiché retto da quell’uomo di Dio di Mons. Vittorio Gepponi, un autentico e competente giurista d’alto lignaggio, nonché “colpevole” di respingere le sentenze di nullità matrimoniale del tribunale di primo grado, che di fatto dava ormai per istituito il divorzio cattolico, scrivendo delle sentenze di due paginette scarse basate su tre righe della esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. Dov’è dunque il problema? Chiudiamo baracca e burattini, come suol dirsi.

.

Domanda: ma questi poveri e miseri giornalisti vaticanologi, che come tali si occupano di cosiddette faccende di Chiesa o di faccende vaticane, si rendono solo vagamente conto di quello che scrivono e degli spaventosi controsensi contenuti nelle loro parole? E … per la carità divina: non si giustifichino dicendo “ma noi riportiamo solo i fatti”! Perché la deontologia professionale, non consente di prestarsi a riportare fatti falsi o falsati, specie poi quanto si è consapevoli che sono appunto falsi e falsati, perché ciò ha un nome preciso, si chiama: manipolazione dell’opinione pubblica.

.

Facciamo allora un passo indietro: il Cardinale George Pell fu nominato nel 2014 prefetto agli affari economici della Santa Sede, una carica che equivale alla equipollente figura di un ministro dell’economia. A quanto ci è dato sapere, svolse anche un ottimo lavoro, cercando di ripulire e soprattutto di neutralizzare un esercito di oscuri personaggi, tutti e di rigore amici degli amici, che da lunghi anni ritenevano di poter disporre sia delle finanze sia del patrimonio immobiliare come se il tutto fosse cosa loro. Nel mentre, il Cardinale, partecipando al primo e al secondo Sinodo sulla famiglia, prendendo atto del drammatico declino della dottrina e della fede all’interno della Chiesa e in ampie frange dell’episcopato e del clero, non mancò di mostrare tutta quanta la propria ortodossia.

.

Due sono le cose di cui il Cardinale George Pell è “colpevole”: avere cercato di mettere in ordine anzitutto le persone, per poter poi mettere davvero in ordine le finanze; essersi mostrato pienamente aderente al deposito della fede cattolica, alla corretta ortodossia e ortoprassi della dottrina cattolica.

.

La domanda che tutti dovrebbero porsi, ma che invece chi di dovere non si pone, è molto semplice: perché, coloro che si sono ritrovati ad avere a che fare con le finanze della Santa Sede, tutti e di rigore hanno fatta una brutta fine? Io non sono un economista, quindi non essendo tale e non essendo soprattutto un superficiale tuttologo, da sempre evito di entrare in campi che non sono i miei, perché in tal caso si unirebbe al danno pure il danno maggiore derivante dalla totale incompetenza di chi presume capire e sapere, sino a produrre come unico risultato finale delle notizie errate e quindi falsate. Una cosa però è certa, le competenze di cui sono privo, abbondano invece in altre persone, per esempio in Ettore Gotti Tedeschi, che è un economista e che è stato presidente dell’Istituto Opere di Religione dal 2009 al 2012. Forse lui avrebbe da dire qualche cosa, anzi: potrebbe persino spiegare come mai tutti, lui incluso, hanno finito per essere fulminati dai fili dell’alta tensione, mettendo mano su certe vicende economiche.

.

Detto questo, passo adesso a ciò che invece potrebbe competermi: nel 2014 il Cardinale George Pell fu convocato per la prima volta come testimone dalla Royal Australian Commission che investigava su reati legati agli abusi sessuali. L’accusa a suo carico, formulata tra il 2015 e il 2016, sarebbe stata di avere coperto sacerdoti che negli anni Settanta avevano abusato di minori. In un primo momento il Cardinale rispose da Roma, attraverso videoconferenza, negando alla Commissione australiana di essere a conoscenza di questi fatti accaduti nella diocesi di Ballarat. Nel mese di ottobre del 2016 fu interrogato a Roma da magistrati australiani, ma questa volta con tutt’altro genere di accusa: essersi egli stesso macchiato del crimine di pedofilia nella sua ex diocesi di Melbourne. Dopo questo interrogatorio svoltosi a Roma, nel giugno 2017 giunse la formale accusa di violenza sessuale su due minori, reato per il quale fu chiamato a comparire il 26 luglio davanti al competente tribunale penale australiano.

.

Il Cardinale, che rivestiva la carica di ministro dell’economia di uno Stato sovrano, non si avvalse di tutte le immunità concesse a lui, come a qualsiasi ministro del mondo, dal diritto internazionale, chiese invece alla Santa Sede di potersi recare in Australia per sottoporsi a processo e difendersi dalle false accuse a lui rivolte. E non solo si è dichiarato sempre innocente, ma decidendo in tal senso e rinunciando a qualsiasi genere di immunità prevista dal diritto internazionale per il suo ufficio, dette prova di essere animato da questa sicura convinzione: essendo le accuse facilmente dimostrabili false, risponderò alla giustizia, dando prova di sicurezza e innocenza e al tempo stesso di trasparenza. Da quel momento a seguire, dinanzi al mondo cattolico e alla Santa Sede silente, mentre i giornalisti cattolici nipotini nostrani di Giulio Andreotti erano affaccendati in tutt’altre faccende ― incluso il turpe peccato di idolatria o se preferiamo di papolatria ―, per il Cardinale George Pell si aprì una nuova riedizione dell’angoscioso e grottesco Processo di Franz Kafka.

.

Cerchiamo adesso di riassumere l’accusa dagli atti processuali, partendo da un elemento che farebbe inorridire persino un tribunale penale della Repubblica Popolare Cinese istituito all’epoca della Rivoluzione Culturale di Mao Tze Tung: il Cardinale è processato e poi condannato sulla testimonianza resa a porte chiuse da una sola delle due presunte vittime, perché l’altra è morta diversi anni fa, per overdose da eroina. La presunta vittima, sulla parola della quale il Cardinale è stato condannato e in seguito l’appello respinto in questi giorni, ha narrato che sul finire del mese di dicembre del 1996 aveva partecipato come corista alla Santa Messa della domenica, al termine della quale si era poi allontanato con un altro bambino membro anch’esso del coro. In modo non meglio precisato sono poi finiti nella sagrestia, ubicata sul retro della cattedrale. Poco dopo sarebbe apparso il Cardinale, che aveva appena terminata la celebrazione. Dopo averli amabilmente rimproverati per essersi introdotti nella sacrestia riservata all’arcivescovo, l’alto prelato avrebbe preso da parte uno dei ragazzi piegando e spingendo la sua testa fino al suo pene. Detto questo, prima di proseguire apro un inciso, perché è proprio difficile capire come gli esperti della polizia scientifica australiana facciano certe perizie: il Cardinale George Pell è alto due metri e tre centimetri. Stiamo inoltre parlando di anni nei quali il porporato era nel pieno della sua prestanza fisica, dotato di una stazza da fare invidia a molti giocatori di football. Quale era la statura e la corporatura dei ragazzini? Perché un uomo di tal stazza, se solo strattona leggermente un ragazzino, rischia per davvero di causargli un danno permanente. Prosegue il testimone narrando che dopo averlo obbligato a praticargli un coito orale, prese l’altro ragazzino, costringendo anch’esso alla pratica del sesso orale. A dire del singolo testimone, tutto questo sarebbe durato soltanto pochissimi minuti. Cosa dalla quale si può anche dedurre che l’allora energico, massiccio e giovanile Arcivescovo Metropolita di Melbourne, fosse affetto anche da eiaculazione precoce. Il tribunale australiano, ha per caso convocato degli urologi e degli andrologi come periti giudiziari?

.

Apriamo allora un inciso: l’apparato urogenitale di un violentatore, può dare ampia conferma o volendo totale smentita a ciò che la presunta vittima asserisce. Esempio: se una donna afferma di avere riportate gravi lesioni all’utero in seguito a un rapporto sessuale violento, la cosa non è però destinata a stare clinicamente e fisiologicamente in piedi se dagli accertamenti clinici emerge poi che il presunto violentatore è un uomo scarsamente dotato, o addirittura affetto dalla patologia del micropene congenito. Per recare gravi lesioni all’utero di una donna che non vuole un rapporto sessuale ma che però finisce violentata, non basta la potenza della violenza psicologica, occorre anche un membro virile che in stato di erezione, per lunghezza e soprattutto per circonferenza, possa recare un reale e grave danno a una donna che non è fisicamente predisposta a ricevere una penetrazione. O per caso risulta a qualche esperto che attraverso la penetrazione di un equivalente dito medio si possa devastare e danneggiare gravemente l’utero a una donna?

.

Chiuso anche questo inciso, la presunta vittima e unico testimone prosegue a narrare che trascorsi poi altri mesi, il corista fu abusato di nuovo, questa volta con modalità violente, perché da quanto egli narra fu spinto contro un muro del corridoio e fu toccato nelle parti intime: «C’è stato un momento nel quale ero immobilizzato, poi lui ha slacciato i suoi pantaloni e la cintura».

.

Se facciamo leggere gli atti di quel processo a una commissione composta da un collegio internazionale indipendente di avvocati penalisti, la risposta di tutti gli specialisti sarà una e una sola: … ma questo singolo testimone, non è stato forse sbattuto fuori dal tribunale e, vista la figura e la notorietà dell’accusato, pure con tante scuse ad esso rivolte da parte dei giudici per la falsa accusa a lui rivolta? Sì, perché chiunque legga quelle carte, avanti a tutti avvocati penalisti non cattolici, per seguire con altrettanti avvocati penalisti di radicato e provato spirito anticlericale, non potrebbero dare altro che una simile risposta. Sono conclusioni alle quali però non sembrano giungere le suorine timorose della Sala Stampa della Santa Sede, assieme al capo-cinico che si occupa dei media del Vaticano, insensibile al sangue umano come può esserlo un chirurgo dentro la sala operatoria. Ebbene diteci: si tratta di un remake de Il silenzio degli innocenti rappresentato nel famoso film, oppure del silenzio dei colpevoli complici di questa condanna scritta dentro le mura del Vaticano e poi eseguita dal braccio secolare del tribunale australiano?

.

I giudici australiani, sanno che cosa più o meno sia una celebrazione presieduta in una chiesa cattedrale dall’Arcivescovo Metropolita di Melbourne? Perché ciò che narra la singola presunta vittima sopravvissuta ― per sua fortuna non finita a miglior vita con una siringa d’eroina piantata in vena come l’altro testimone accusatore ―, è semplicemente impossibile. O meglio: il tutto sarebbe possibile e credibile come lo sarebbe affermare che il Pontefice regnante, dopo avere tenuta l’udienza del mercoledì dentro l’Aula Paolo VI, prima di tornare nei suoi alloggi ha presa una ragazza, l’ha spinta in un angolo dentro una stanzetta, poi l’ha stuprata. È un’immagine grottesca e impossibile da credersi, esattamente come lo è quella del Cardinale George Pell che dopo una celebrazione, con tutti i sacerdoti ed i fedeli presenti, i coristi e gli strumentisti, con il personale di servizio ed i vari addetti alla chiesa cattedrale, trova modo di appartarsi, senza che alcuno lo veda, per poi procedere a seviziare due ragazzini.

.

In questa nostra Chiesa invertita in tutti i sensi, credo di sapere piuttosto bene come funzioni il meccanismo diabolico attraverso il quale si proteggono i peggiori colpevoli e si castigano gli innocenti, semmai proprio per avere osato indicare alle Autorità Ecclesiastiche le peggiori gesta di questi colpevoli, sempre e di rigore protetti sino ai vertici dei più alti livelli ecclesiastici. Quindi si promuovono i ruffiani distruttori, o comunque felici partecipi al processo di deturpazione della Santa Sposa di Cristo, ed al tempo stesso si consegna il Cardinale George Pell a un braccio secolare che ha data esecuzione, forse senza neppure rendersene conto, a una sentenza scritta all’interno delle mura vaticane. Perché questa, è la storia del Cardinale George Pell, condannato a porte chiuse sulla parola di una presunta vittima, in tutto e per tutto credibile come lo sarebbe una donna che narrasse le modalità attraverso le quali, il Sommo Pontefice, al termine dell’udienza generale del mercoledì, l’ha stuprata dopo averla spinta in una stanza di servizio dell’Aula Paolo VI. Se questa seconda cosa farebbe ridere, o darebbe vita a giusta e comprensibile indignazione, resta però il fatto triste e drammatico che il singolo accusatore di questo Cardinale, è stato invece creduto, mentre l’esercito di tremolanti suorine dell’odierno regime vatican-cambogiano di Pol Pot, addette all’informazione della Santa Sede, tacciono. E tacciono perché, per quanto sciocche e vanesie nel loro incontenibile opportunismo, una cosa l’hanno però capita: se tocchi certi generi di poteri occulti, finisci fulminato sui fili dell’alta tensione; e se resti in vita, poi te la fanno pagare per tutta la tua esistenza terrena.

.

Indubbiamente sono un pessimo promoter, di più ancora un pessimo mercante. Eppure, al processo di totale inversione della Chiesa e alla sua decadenza morale, che poi è frutto di una profonda decadenza dottrinale, ho dedicato un libro che contiene non delle passioni emotive o delle mere opinioni, ma delle analisi rigorosamente scientifiche. Ciascuno è libero di saltare da un blog all’altro, più o meno scandalistico o sensazionalistico, a leggere perlopiù ciarpame scritto da gente che presume di poter parlare di Chiesa e dei problemi gravi e per certi versi irreversibili che la affliggono. Leggere le mie pagine, che sono scritte invece da un sacerdote e da un teologo che certe vicende le ha vissute e pagate in prima persona, a certi generi di superficiali lettori che si abbeverano alle scemenze gossippare di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, farebbero capire molto più e molto meglio. Questo è il vero servizio che rendono ai Christi fideles i Padri de L’Isola di Patmos, che per loro fede, coscienza, scienza e competenza, sono ben altra cosa rispetto all’anonimo ‘zi Peppino che con un nome di fantasia gestisce un blog nel quale si parla di faccende chiesastiche-ecclesiastiche, senza però ch’egli neppure sappia dove alberga l’alfabeto della storia della Chiesa, della dottrina cattolica e della ecclesiologia. Come però ripeto: sono un pessimo mercante, pur avendo sempre offerto a tutti, ed in modo rigorosamente gratuito, le migliori e più cattoliche indicazioni verso la redenzione e la salvezza eterna, ma soprattutto verso quella verità che ci renderà liberi [cf Gv 8, 32].

.

Credo che il Cardinale George Pell sia una vittima dei nostri tempi, un autentico agnello sacrificale. Lo dice e lo dimostra la più inconfutabile delle prove: il totale principio di assurdità nel quale si è mosso il processo ed è stata poi scritta una condanna che non sta in piedi. Però nessuno lo dice, a partire dalle suorine dei media della Santa Sede, convinte che questo momento magico, nel cerchio del quale loro sono entrati, non passerà mai, ma proprio mai. Quando poi passerà, allora sarà per loro pianto e stridore di denti [cf Mt 13, 42].

.

dall’Isola di Patmos, 21 agosto 2019

.

.

Come si è potuti giungere a un caso come quello del Cardinale George Pell? Lo trovate scritto e spiegato nel mio lavoro, costruito non attraverso chiacchiere, ma analisi pertinenti e soprattutto ampia documentazione e prove: vedere QUI 

.

.

.

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:









oppure potete usare il conto corrente bancario:

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]





Gabriele Giordano M. Scardocci
Dell'Ordine dei Frati Predicatori
Presbitero e Teologo

( Cliccare sul nome per leggere tutti i suoi articoli )
Padre Gabriele

il 15 agosto non si festeggia “San Ferragosto”, ma la solennità dell’assunzione al cielo di Maria Santissima in anima e corpo

Omiletica dei Padri de L’Isola di Patmos

IL 15 AGOSTO NON SI FESTEGGIA “SAN FERRAGOSTO”, MA LA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE AL CIELO DI MARIA SANTISSIMA IN ANIMA E CORPO 

.

Maria di Nazareth fu una donna con una vocazione speciale: essere madre di Dio. Al tempo stesso perciò ricevette due doni speciali: la perpetua verginità e l’essere immacolata, cioè esente dal peccato originale. Maria dunque ha una chiamata ad elevarsi presso Dio. Seppe cioè rispondere si al progetto del Signore di essere testimone fedele del suo messaggio.

.

Autore:
Gabriele Giordano M. Scardocci, O.P.

.

.

 

 

.

.

Salvador Dalì, Assunzione al cielo di Maria, 1956

Cari fratelli e sorelle,

la Santa Chiesa il 15 agosto non festeggia affatto un non meglio precisato “San Ferragosto“, ma l’Assunzione al cielo in anima e corpo della Beata Vergine Maria [cf Liturgia della Parola, QUI]. Per entrare in questo mistero, proviamo adesso a pensare a un grattacielo statunitense. Per esempio, la Freedom Tower di New York famosa per aver sostituito le Torri Gemelle dopo gli attentati del 2001. Come ogni struttura architettonica mastodontica, essa svetta verso il cielo. Al tempo stesso ha delle fondamenta solide e inamovibili che resistono a tutti gli urti portati dal vento, i fulmini e anche all’usura del tempo.

.

Ecco che questa struttura richiama degli elementi importanti: lo slancio verso il cielo e verso Dio e la solidità della propria chiamata alla vita eterna.

.

È in sintesi anche ciò che celebriamo oggi: la solennità dell’Assunzione di Maria. Questo è uno dei quattro dogmi che riguardano la persona di Maria Santissima: sappiamo per fede che lei è Madre di Dio, sempre Vergine, Immacolata Concezione e appunto, Assunta. Il dogma è una verità di fede proclamata dal Papa e dalla Chiesa intera che noi crediamo come vera, anche se non immediatamente evidente. Il dogma venne proclamato da Papa Pio XII, il 1 novembre 1950, con la bolla Munificentissimus Deus.

.

Cosa insegna questo dogma? Maria di Nazareth fu una donna con una vocazione speciale: essere madre di Dio. Al tempo stesso perciò ricevette due doni speciali: la perpetua verginità e l’essere immacolata, cioè esente dal peccato originale. Maria dunque ha una chiamata ad elevarsi presso Dio. Seppe cioè rispondere si al progetto del Signore di essere testimone fedele del suo messaggio. Lo fu innanzitutto perché essendo Madre Vergine Immacolata si fece Arca di Dio. Come leggiamo nella prima lettura:  [1 Cr 15:  «I figli dei leviti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle»]. In questo testo, si parla dell’Arca: cioè un luogo in cui gli ebrei potevano incontrare Dio per pregarlo, glorificarlo ed essere insieme a Lui. Anche Maria, accogliendo dentro di sé Gesù, si fece arca di Dio e permise a tutti gli uomini di poter incontrare Gesù più da vicino. Ancora oggi, quando noi diciamo il rosario, insieme alle Ave Maria ricordiamo i misteri di Cristo: di nuovo Maria si porge come luogo dove incontrare Dio.

.

Questo mistero riguarda non solo Maria ma anche noi: anche noi siamo chiamati ad elevarci, in un cammino di santità verso il Signore. Con la nostra testimonianza di fede, possiamo noi stessi essere arca e luogo di incontro con Dio. E la solidità di questa chiamata viene offerta in due momenti. Come scrive Luca: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano». Maria ascoltò assiduamente Dio in almeno tre momenti; all’annuncio dell’Angelo, alla crocifissione quando fu affidata a Giovanni, e al mandato di Gesù Risorto di annunciare la gioia grande della Pasqua. Ascoltò e mise in pratica: proprio per questo venne Assunta in cielo e in anima corpo. Cioè si addormentò e, immediatamente, fu inviata al cospetto dell’Eternità di Dio. Tuttora è nell’Eternità di Dio e prega per noi.

.

Questo deve essere per noi un invito all’ascolto e alla osservanza del messaggio di Gesù che prosegue nella Chiesa. Proprio questa fedeltà e obbedienza, come fu Maria fedele a Gesù, ci porterà ad essere anche noi nell’Eternità di Dio cioè in Paradiso. Scriveva Johan Wolfgang Goethe:

.

«La fedeltà è lo sforzo di un’anima nobile per eguagliarsi a un’altra anima più grande di lei». 

.

Il Signore ci doni il coraggio della perseveranza di Maria l’Assunta, e il suo amore materno sia anche segno di speranza di trovarci un giorno tutti insieme davanti a Dio.

Così sia.

.

Roma, 14 agosto 2019

Nella Vigilia della solennità dell’Assunta

.

.

.

È in distribuzione il primo libro delle Edizioni L’Isola di Patmos, visita la pagina del nostro negozio QUI. Sostenete le nostre edizioni acquistando i nostri libri   

.

Novità dalla Provincia Domenicana Romana: visitate il sito ufficiale dei Padri Domenicani, QUI

.

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:









oppure potete usare il conto corrente bancario:

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]

.





Prosegue la saga degli “utili idioti”. Nella Chiesa Sovietica è esplosa la centrale nucleare di Cernobyl, con una aggravante: a gestire la crisi ci hanno messo personaggi come Antonio Spadaro e Vincenzo Paglia

— attualità ecclesiale —

PROSEGUE LA SAGA DEGLI “UTILI IDIOTI”. NELLA CHIESA SOVIETICA È ESPLOSA LA CENTRALE NUCLEARE DI CERNOBYL, CON UNA AGGRAVANTE: A GESTIRE LA CRISI CI HANNO MESSO PERSONAGGI COME ANTONIO SPADARO E VINCENZO PAGLIA

.

Pensano forse, gli utili idioti agli ordini di Pol Pot, di risolvere il non lieve problema battezzando l’esercito di musulmani che sta dando l’assalto alla povera, vecchia e morente Europa? Che dire: auguri! Intanto però, a morire nella galleria sotto il nocciolo del reattore termo-nucleare di Cernobyl, ci siamo noi, a lode e gloria di Dio, allo scopo di salvare il tanto o il poco che è possibile salvare. Perché il Paradiso, ma anche un leggero Purgatorio, ha un prezzo da pagare, che merita assolutamente di essere pagato, perlomeno da parte nostra che siamo dei credenti, al contrario degli atei che sono invece convinti che questo momento di abominevole desolazione che sta deturpando la Chiesa di Cristo non passerà mai, che la vita è una sola e che non esistono giudizio di Dio e vita eterna. Per questo, cercano di arraffare tutto quello che possono arraffare: perché non credono al giudizio di Dio, non credono alla risurrezione dei morti e della vita del mondo che verrà.

.

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

.

.

PDF  articolo formato stampa
.

.

dalla pagina social di Antonio Spadaro, l’utile idiota della Compagnia delle Indie

In questa grave crisi ecclesiale chi ha paura fa bene a tacere, se ritiene di non poter reggere le conseguenze che può comportare il dire la verità. Da nessuna parte è infatti scritto né comandato l’obbligo di essere eroi, meno che mai martiri:

.

«Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto» [Rm 14, 1-3]. 

.

I pochi che da Dio hanno avuta la grazia della forza, assieme a essa la capacità di reggere alle conseguenze che comporta il parlare sotto il regime cambogiano di Pol Pot e dei suoi “utili idioti”, che parli, perché darà ristoro ai deboli e agli oppressi. Facendolo, sia però sempre animato da una consapevolezza: la forza e il coraggio, unite alla lucidità di analisi, non sono merito suo, ma doni di grazia. A maggior ragione deve comprendere i deboli ai quali siffatti doni, per mistero imperscrutabile, non sono stati invece elargiti dalla grazia di Dio.

.

La Chiesa visibile non è più neppure una barca alla deriva, è un rifiuto abbandonato nelle acque che durante il mare mosso sbatte sugli scogli, nell’attesa di essere poi respinto di nuovo al largo. E così seguiterà, fin quando il severo monito «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» [cf Mt 23, 41], per molti diverrà realtà quando, dopo la loro morte, dinanzi al giudizio immediato di Dio comprenderanno che «Egli castiga e usa misericordia» [Tb 13, 2]. Ma soprattutto, come spesso è stato ripetuto tra queste nostre righe, il giudizio di Dio sarà molto severo con noi pastori in cura d’anime, che tanto abbiamo avuto in doni di grazia attraverso il Sacramento dell’Ordine: «A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più» [Lc 12, 48].

.

Partiamo dal primo degli utili idioti: Padre Antonio Spadaro, membro di spicco della Compagnia delle Indie fondata nel XVI secolo da Sant’Ignazio di Loyola col nome di Compagnia di Gesù, salvo poi cadere secoli dopo in una assurda mutazione genetica. Questo prode indiano ha pubblicata di recente sul suo profilo social una Madonna presa dal giornale delle Dame della Carità dell’Opera San Vincenzo de’ Paoli, ossia il quotidiano comunista Il Manifesto. A parte questa Madonna sul gommone, il povero Antonio Spadaro ― se avesse memoria, ma soprattutto l’intelligenza che proprio non ha ―, dovrebbe ricordare quando Il Manifesto, negli anni Novanta, esordì con una vignetta giocata sull’ambiguo, perché riferita alla cantante Madonna, al secolo Barbara Eleonora Ciccone, sulla quale erano raffigurati due ecclesiastici che esordivano dicendo: «Madonna puttana!». E dovrebbe pure ricordare, il prode indiano Antonio Spadaro, che lo storico vignettista de Il Manifesto, nel dicembre del 1997 è condannato per vilipendio alla religione cattolica grazie a un irridente crocifisso che affermava: «I cattolici non si fanno le pippe!». Beninteso: nessuno è tenuto né obbligato a credere alla divinità di Cristo, alla sua risurrezione e ascensione al cielo. Però c’è una cosa di cui si è tenuti a tenere laicamente conto, com’ebbe ad affermare a suo tempo proprio un ateo comunista, il filosofo Massimo Cacciari: «Su di un uomo innocente affisso con quattro chiodi sopra un palo, condannato a una morte così umiliante e dolorosa, c’è poco da fare satira».

.

Basterebbe pensare a che cosa accadrebbe oggi — da qui ribadisco: l’intelligenza di cui è privo Antonio Spadaro —, se qualcuno facesse una satira sul corpo di un profugo morto annegato nel Mare Mediterraneo, o se qualcuno osasse fare una satira su Greta Thumberg. Perché su una satira sopra Santa Maria Goretti, presso la Domus Sacthae Marthae ci passerebbero tutti sopra, dal maggiordomo sino a Pol Pot, ma sulla scandinava dea Greta: giammai! Basti dire che all’interno del Vaticano, in nome della salute e dell’ecologia, è stata bandìta la vendita delle sigarette, salvo però trovare periodicamente prelati attaccati a qualche turgido sigaro cubano, ma quella è tutt’altra faccenda. Ormai abbiamo capito da tempo che le questioni morali del clero non turbano Pol Pot, per turbarlo e ottenere la sua dura condanna bisogna mollare ‘n carcio ar culo a uno zingaro molesto che te s’appiccica addosso come ‘na piattola e che osa strattonarti per la strada pur di costringerti a mollargli qualche soldo. Questi sì, che sono i peccati mortali della nuova Chiesa!

.

Nel corso degli anni Il Manifesto, oltre alle bestemmie velate dietro al nome di una cantate pop auto-nominatasi Madonna, si è accanito con vignette satiriche sui Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, molte delle quali di rara volgarità e cattiveria; mostrando ripetutamente mancanza di rispetto non tanto verso Giovanni Paolo II nella sua qualità di Romano Pontefice, ma verso un uomo anziano e sofferente per la malattia fisica. Chiunque può fare una agevole ricerca e reperire in internet queste raccolte di vignette oscene e blasfeme, a partire da quella su Benedetto XVI che con l’elmetto da soldato nazista in testa rincorre una procace fanciulla, dicendo di essere ormai stanco della continenza sessuale.  

.

La domanda è quindi di rigore: quell’utile idiota del direttore de La Civiltà Cattolica, non aveva di meglio, sul quale andare a pescare? Se infatti questo indiano avesse tratta un’immagine da un film porno di Ilona Staller o Pamela Anderson, sarebbe stata cosa meno grave, perché queste due Signore hanno trascorse le loro vite a girare film a luci rosse; non l’hanno trascorsa a irridere Cristo, la Vergine Maria, i Santi, i Sommi Pontefici e la Chiesa Cattolica intera esposta alla pubblica berlina di vignetta in vignetta, di articolo in articolo.

.

L’altra palma d’oro al merito dell’utile idiota può essere assegnata a S.E. Mons. Vincenzo Paglia, una autentica nullità teologica, ma anche un acclarato disastro pastorale, che di amabile ha solo un sorriso falso come uno zircone spacciato per diamante, dietro il quale cela rara cattiveria vendicativa, sperimentata da tutti coloro che in qualche modo hanno cercato di opporglisi, pagando in cambio l’elevato prezzo imposto di prassi da persone che sono al di sotto della umana mediocrità, sebbene finite in delicati ruoli di governo, o se preferiamo di potere.

.

L’utile idiota Vincenzo Paglia, chiamato a ricoprire un ruolo di delicato rilievo presso la Santa Sede dopo che aveva portata la piccola Diocesi di Narni Amelia sull’orlo della bancarotta, di recente toccò l’apice col suo intervento presso la sede del Partito Radicale, dove magnificò la «eredità spirituale di Marco Pannella», un autentico figlio di Lucifero assieme alla sua sodale Emma Bonino. Inutile ricordare che entrambi hanno portate avanti, per decenni, politiche e ideologie che costituiscono l’apice dello sprezzo per il diritto naturale ed i fondamenti basilari della cristianità: aborto, eutanasia, sperimentazioni genetiche da far impallidire lo stesso Josef Mengele, matrimonio tra coppie dello stesso sesso, adozione dei bambini alle coppie gay e via dicendo … fin quando non si trovò di meglio da fare che porre sulla bocca di Pol Pot una frase che celebrava la impenitente abortista Emma Bonino come «una grande italiana», frase che si dice sia stata ispirata al leader cambogiano proprio dall’utile idiota, nonché indiano, Antonio Spadaro. Infatti Pol Pot, venendo dall’altra parte del mondo, ossia dalla Cambogia, che cosa ne poteva sapere, di Emma Bonino? E quando mai l’aveva conosciuta? Da qui la splendida imbeccata degli utili idioti di corte.

.

Poteva forse, il Demonio, tramite i suoi accoliti, scegliere un soggetto migliore di Vincenzo Paglia, per distruggere il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II sulle scienze del matrimonio e della famiglia? Detto questo, senza cadere in quello che è il grave peccato dei giudizi temerari, ma basandosi solo sui moniti di Nostro Signore Gesù Cristo, circa il fatto che ogni albero si riconosce dai frutti che dà [cf Mt 7, 16-20; Lc 6, 43-45]; posto quindi che il principale dei frutti è la fede, che come tale può essere riconosciuta solo dalle opere [II Gc 1, 18], possiamo tristemente dedurne che sia l’indiano, sia quella autentica nullità pastorale e teologica di Vincenzo Paglia, sono due uomini senza fede. A dirlo non sono miei giudizi severi e temerari, bensì le loro opere, ed il tutto ― ripeto ― alla prova provata dei fatti. Poi, se frattanto sono stati cambiati i metri di giudizio indicati dal Santo Vangelo, che ciò venga chiarito quanto prima con un bel motu proprio emanato dalla Presidenza della Repubblica della Cambogia, se il Presidente non è troppo impegnato a infierire altri colpi alla Chiesa di Cristo con la preparazione del Sinodo Pantedesco fatto passare per Sinodo Panamazzonico [cf QUI].

.

Per la mancanza di fede e le relative opere prodotte dalla carenza di fede, grazie a gente di questo genere è esplosa nella Chiesa la centrale nucleare di Cernobyl. I motivi principali della esplosione, vanno anzitutto ricercati nella incompetenza di chi la gestiva. In breve ricordiamo che il personale posto a gestire questa centrale era composto perlopiù da tecnici non qualificati per quel genere di reattore. Il direttore della centrale era privo di esperienza su impianti nucleari, avendo lavorato in precedenza solo presso centrali a carbone. Anche il capo ingegnere, sino a prima, aveva lavorato presso impianti convenzionali. Il capo ingegnere dei reattori numero 3 e 4 aveva invece una scarsa esperienza con i reattori nucleari; e non parliamo di tutto il resto, dinanzi a un disastro causato anzitutto dalla incompetenza tecnica di quanti erano preposti alla sua gestione.

.

Dopo l’esplosione del reattore avvenuta la notte del 26 aprile 1986, nei tempi a seguire i danni furono enormi nell’intero corso degli anni Novanta, quando in Europa si registrò una vera e propria epidemia di tumori. Soltanto a distanza di anni, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, abbiamo saputo che i danni, già di per sé enormi, avrebbero potuto essere molto maggiori, se il regime sovietico dell’epoca non avesse sacrificate le vite di numerosi operai destinati ad una morte sicura, di cui erano consapevoli non solo coloro che li ingaggiarono, ma soprattutto coloro che accettarono. Da questo si può misurare, alla prova provata dei fatti, quella che è la fiera e storica grandezza del Popolo Russo: gli operai che accettarono di adempiere a quei lavori erano infatti tutti volontari, molti di loro giunti dalle province più sperdute dell’allora Unione Sovietica.

.

A Cernobyl il pericolo era costituito dal nocciolo ancora incandescente del reattore nucleare sempre in piena attività, che se fosse ulteriormente sprofondato nel sottosuolo sarebbe giunto a contatto con l’acqua, causando nuove esplosioni di vapore, ma soprattutto inquinando in modo irreversibile le falde acquifere per i secoli avvenire. Da ciò ne sarebbe conseguito che per una estensione di migliaia di chilometri non si avrebbero più avute acque potabili né acque per l’irrigazione agricola. Fu allora che vennero chiamati i minatori, per lavorare manualmente sotto il reattore dove scavarono un tunnel per inserire sistemi di raffreddamento nei livelli inferiori della centrale. Le mascherine protettive di cui erano dotati, oltre a essere inutili rendevano loro difficoltoso respirare, sicché finirono per lavorare nudi, respirando sostanze altamente radioattive. Tutti questi minatori morirono entro breve tempo, affetti da patologie tumorali talmente gravi e dolorose dinanzi alle quali la morfina pura somministrata come anti-dolorifico, più o meno equivaleva a una iniezione di acqua distillata.

.

È con questo presto detto: noi siamo i minatori mandati da Cristo a morire, consapevoli di morire per salvare quel salvabile che può essere salvato sacrificando vite umane innocenti. Nel mentre, gli Antonio Spadaro ed i Vincenzo Paglia, oltre a essere i diretti responsabili dell’esplosione della centrale nucleare a causa della loro incompetenza, si dilettano a smerciare vignette, oppure a magnificare l’eredità spirituale di Marco Pannella, dopo avere completamente distrutta l’opera e il magistero del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, mentre gli eroici minatori scavano un tunnel sotto il reattore nucleare, consapevoli che questo è l’unico sistema per evitare danni irreparabili a milioni e milioni di esseri umani, in favore dei quali qualcuno deve necessariamente pagare con la vita propria, esattamente come Cristo Signore pagò per l’umanità intera.

.

Può essere che noi minatori mandati e andati liberamente a morire per scavare il tunnel sotto il reattore nucleare, si finisca nel Paradiso, come può essere che Antonio Spadaro e Vincenzo Paglia finiscano nell’Inferno al divino grido: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno» [Mt 25, 41].

.

Chi, se non un utile e indomito idiota, mentre un reattore nucleare esploso semina veleni radioattivi in tutta Europa, può cimentarsi in vignette contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ottenendo come sicuro risultato di fargli avere alle prossime vicine elezioni tre milioni di voti in più? In tal senso, conoscete forse un ecclesiastico più improvvido e narciso di quanto nei concreti fatti mostra di esserlo l’utile idiota indiano Antonio Spadaro? Perché una cosa è certa ― e noi preti questa realtà ce l’abbiamo sotto gli occhi ―: mentre le piazze nelle quali parla questo “pericoloso populista” o come qual si voglia “fascista”, sono gremite, le Chiese sono sempre più vuote. E mentre adempiendo alle direttive emanate dalle psicosi nevrotico-ossessive di Pol Pot, L’Avvenire, L’Osservatore Romano, Famiglia Cristiana, la bassettiana Conferenza Episcopale Italiana e compagnia bella cantando, parlano solo di profughi e migranti, nella Diocesi del Romano Pontefice aumentano da cinque anni a questa parte i genitori che non fanno battezzare i figli, mentre quelli che prima del febbraio 2013 li avevano già battezzati, non li mandano al catechismo per ricevere la Prima Comunione e la Santa Cresima. 

.

Pensano forse, gli utili idioti agli ordini di Pol Pot, di risolvere il non lieve problema battezzando l’esercito di musulmani che sta dando l’assalto alla povera, vecchia e morente Europa? Che dire: auguri! Intanto però, a morire nella galleria sotto il nocciolo del reattore termo-nucleare di Cernobyl, ci siamo noi, a lode e gloria di Dio, allo scopo di salvare il tanto o poco che è possibile salvare. Perché il Paradiso, ma anche un leggero Purgatorio, ha un prezzo da pagare che merita di essere pagato, perlomeno da parte nostra che siamo dei credenti, al contrario degli atei che sono invece convinti che questo momento di abominio e desolazione che sta deturpando la Chiesa di Cristo non passerà mai, che la vita è una sola e che non esistono giudizio di Dio e vita eterna. Per questo, cercano di arraffare tutto quello che possono arraffare: perché non credono al giudizio di Dio, non credono alla risurrezione dei morti e nella vita del mondo che verrà.

Amen!

.

dall’Isola di Patmos, 11 agosto 2019

.

.

.

UN ANNUNCIO AI LETTORI: IMMINENTE PUBBLICAZIONE

Vi avvisiamo che immediatamente dopo il 15 agosto entrerà in distribuzione entro la fine del mese il libro di Ariel S. Levi di Gualdo sulla setta neocatecumenale. Si tratta di un testo interamente costruito su documenti inoppugnabili e su testimonianze autentiche altrettanto documentate. In circa 280 pagine di testo è fatta anzitutto una rigorosa analisi storica, teologica e giuridica di questo fenomeno che, sebbene intriso da sempre di gravi eresie, ha potuto proliferare  come una pericolosa setta intra-ecclesiale, contando purtroppo anche sulla debolezza degli ultimi pontefici, condizionati loro malgrado da una situazione ecclesiale ed ecclesiastica non facilmente gestibile, che versa oggi in stato di profonda e purtroppo irreversibile decadenza. L’opera di Ariel S. Levi di Gualdo è stata dedicata alla venerabile memoria di due presbìteri e teologi romani: il Servo di Dio Pier Carlo Landucci [1900-1986] e Padre Enrico Zoffoli C.P [1915-1996], che per primi denunciarono con profetica lungimiranza, sebbene inutilmente, le gravi e pericolose eresie del Cammino Neocatecumenale.

.

 

.

.

Visitate il nostro Negozio Librario e sostenete la nostra opera acquistando i nostri libri pubblicati: QUI

.

.

 

.

.

«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32],
ma portare, diffondere e difendere la verità non solo ha dei
rischi ma anche dei costi. Aiutateci sostenendo questa Isola
con le vostre offerte attraverso il sicuro sistema Paypal:









oppure potete usare il conto corrente bancario:

intestato a Edizioni L’Isola di Patmos

IBAN IT 74R0503403259000000301118
in questo caso, inviateci una email di avviso, perché la banca
non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un
ringraziamento [ isoladipatmos@gmail.com ]