All’irrazionalismo intollerante degli islamici l’Occidente oppone soltanto l’irrazionalismo tollerante degli atei

Padre Antonio

ALL’IRRAZIONALISMO INTOLLERANTE DEGLI ISLAMICI L’OCCIDENTE OPPONE SOLTANTO L’IRRAZIONALISMO TOLLERANTE DEGLI ATEI

 

 [ RIPRODOTTO IN VERSIONE FRANCESE DALLA RIVISTA TELEMATICA BENOIT ET MOI ]

QUI

 

Così l’Occidente non può opporre all’irrazionalismo di una morale ricavata dal Corano senza alcuna mediazione teologica e tanto meno filosofica — quindi ignorando il diritto naturale — un altro tipo di irrazionalismo, quello di una legislazione “laica” senza Dio e senza il diritto naturale, che è appunto la lex Dei aeterna.

 

Autore Antonio Livi

Autore
Antonio Livi

 

Intervengo anch’io sui tristi eventi del gennaio 2015 a Parigi (la violenza assassina dei fanatici islamici e la grande manifestazione di solidarietà ai redattori di Charlie Hebdo per esprimere un’opinione diversa da quella degli altri redattori de L’Isola di Patmos. I lettori di questa rivista telematica non si sorprenderanno e tanto meno si scandalizzeranno di questa differenza di opinioni, perché noi abbiamo sempre detto che volevamo riportare ogni problema di attualità teologica ai principi della vera dottrina della Chiesa, ossia al dogma, illustrandolo però con commenti e applicazioni che per loro natura appartengono al campo dell’opinabile, lì dove nessuna opinione richiede necessariamente l’unanimità dei consensi. Ho ricordato in qualche occasione il vecchio motto patristico: “In necessariis, unitas; in dubiis, libertas; in omnibus, caritas”.

Dunque, senza voler mancare alla carità, esprimo con tutta libertà la mia opinione. Per essere il più possibile chiaro e preciso, enuncerò in tre punti:

1) Innanzitutto, io considero “tristi eventi” tanto la violenza assassina da parte dei fanatici islamici quanto la grande manifestazione di solidarietà ai redattori di Charlie Hebdo da parte dei capi politici francesi e di molti altri Paesi dell’area occidentale. Ambedue questi fatti — quello militare e quello ideologico — li giudico di enorme gravità morale, ma non tanto quanto lo è un terzo fatto, quello che ha dato origine agli altri due, ossia la pertinace pubblicazione la divulgazione di vignette oscene e pesantemente irriverenti contro l’Islam (con la caricatura del profeta Maometto) e contro il cristianesimo (con la rappresentazione blasfema della Santissima Trinità, di nostro Signore Gesù Cristo e della sua Madre Immacolata).

2) La reazione a queste vignette è stata, da parte degli islamisti, di furiosa indignazione, soprattutto per le caricature del profeta Maometto, che essi ritengono non debba essere rappresentato mai da alcuno; i più aggressivi hanno fatto ricorso al terrorismo in Francia e a nuove ondate di persecuzione violenta dei cristiani (considerati tutti indistintamente complici del “grande Satana”, cioè l’Occidente) in Medio Oriente e in Africa, e sempre più esplicita è la minaccia di estendere la “guerra santa” a tutto l’Occidente, minacciando anche Roma, centro della cristianità.

3) La reazione all’aggressività degli islamisti, da parte degli occidentali, è stata l’esaltazione indiscriminata della pretesa libertà di satira antireligiosa, fino al punto che le vignette irriverenti sono state diffuse in tutti i Paesi, non solo con le edizioni straordinarie di Charlie Hebdo (recentemente in sette milioni di copie, distribuite anche fuori della Francia, in Italia con Il Fatto quotidiano) ma anche con l’incauta riproduzione da parte di organi informativi cattolici, i quali oltre tutto hanno preferito selezionare le vignette contro il cristianesimo piuttosto che quelle contro l’Islam che avevano provocato la strage di Parigi. La rivista politico-culturale Etudes, diretta da religiosi gesuiti, le ha offerte ai suo lettori con l’assurdo pretesto di voler dimostrare come i cattolici non siano “integralisti” e sappiano anche loro rispettare la “libertà di satira”, ridendo volentieri anche delle proprie istituzioni e dei loro rappresentanti. Persino L’Isola di Patmos, senza che io fossi consultato al riguardo, ha pensato di dover riprodurre tali orrende vignette anticristiane a corredo di un ottimo articolo sull’argomento firmato da Padre Giovanni Cavalcoli. Io considero questa scelta giornalistica – malgrado le ottime intenzioni, tra le quali quella di documentare la gravità dei fatti dei quali si parla – una scelta sbagliata, perché materialmente costituisce una “cooperatio ad malum”, un’involontaria complicità con il peccato altrui, che in questo caso — l’offesa al Nome di Dio — è addirittura il peccato più grave.

libertà di parolaFar osservare che il problema di come conciliare la libertà di opinione con il rispetto delle istituzioni religiose e dei loro simboli è una questione del tutto secondaria rispetto all’enormità della bestemmia come atto intrinsecamente immorale, come offesa di Dio. Di fronte ai fatti dei quali stiamo parlando, una persona di retto criterio, e ancor più un teologo, non dovrebbe accumulare tante considerazioni socio-culturali ma rilevare ciò che è incommensurabilmente più grave di tutto il resto: che quelle famigerate vignette di Charlie Hebdo contengono, tra tante sconcezze e offese dissacranti — tutte cose deprecabili — anche bestemmie in senso proprio, ossia profanazione del santo Nome di Dio, e questo costituisce di per sé e direttamente la “materia” di quel gravissimo peccato dal quale Dio stesso mette in guardia tutti gli uomini con il secondo comandamento del Decalogo.

Per spiegarmi meglio, devo ricordare che “blasfemia”, etimologicamente, vuol dire genericamente “ingiuria”. Ora, quando la vittima dell’ingiuria è solo un essere umano, si va contro il quarto e il quinto comandamento, e la colpa più o meno grave, a seconda della dignità della persona offesa; invece, quando l’ingiuria è rivolta direttamente a Dio è bestemmia in senso proprio.

Gli islamici parlano di “blasfemia” anche solo quando si rappresenta Maometto, che nemmeno loro considerano Dio ma solo il suo Profeta. E così non è propriamente blasfemia, quanto al cristianesimo, l’irrisione dei rappresentanti della gerarchia ecclesiastica, Papa compreso. Non che siano atti tollerabili: sono azioni dissacratorie contro istituzioni e persone che rappresentano la vera religione, istituita da Cristo stesso. Ma – ripeto ancora – la gravità di questi peccati non è assolutamente comparabile con la gravità del peccato di blasfemia, che è la colpa di chi offende il Padre, il figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo (e ricordo che, in virtù dell’unione ipostatica, anche l’offesa alla Santissima Vergine Maria, Madre Dio, costituisce una vera e propria bestemmia).

Io, fin da bambino, ho tanto sofferto per le bestemmie che sentivo in giro — e siccome sono toscano ne sentivo parecchie —, e qualche volta reagivo redarguendo con una certa animosità i bestemmiatori. Poi, da sacerdote, ho dovuto assumere un contengo più pacato, imitando la mansuetudine di Gesù. Ma l’offesa a Dio fatta in pubblico profanando il suo Nome e quello della sua Madre santissima mi ha sempre recato un dolore profondo e dalla Chiesa ho imparato a fare personalmente tanti atti di riparazione, oltre alle preghiere in riparazione delle bestemmie che si recitano durante l’esposizione eucaristica. La reazione nei confronti dei bestemmiatori è passata ben presto in secondo piano, anzi poi nemmeno c’è più stata. Anche loro sono oggetto della preghiera, chiedendo a Dio stesso di non tener conto del loro peccato, “perché non sanno quello che fanno”. Insomma, di fronte alla bestemmia, una persona di retta coscienza soffre per la bestemmia perché sa bene che Dio merita non solo rispetto ma anche atti costanti di adorazione e di ringraziamento da parte di tutti gli uomini. Poco importa, a un cristiano che sia dotato di buon senso prima ancora che di fede, il fatto che la bestemmia ferisca il suo amor proprio e che egli si senta personalmente offeso nella sua appartenenza a una religione. Quello che veramente conta, quando si tratta della bestemmia, non è l’aspetto soggettivo e sentimentale ma quello oggettivo e morale. Perché la bestemmia è innanzitutto un peccato, uno dei più gravi, perché va direttamente contro il secondo comandamento del Decalogo, così banalizzato da Roberto Benigni, che è pratese come me e fa quello che può, poverino, ma gli danno troppo ascolto e troppi soldi anche quando vuol far ridere con argomenti presi dalla teologia.

Questo non è un discorso astratto e ozioso: serve a far capire che quasi tutti i commentatori cattolici hanno reagito in modo inadeguato ai fatti incresciosi legati alle “vignette blasfeme”, perché hanno parlato sempre e soltanto del rispetto per le religioni, per i loro adepti e per i loro simboli. Ad esempio, il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, in un articolo pubblicato sul settimanale diocesano, Verona fedele, intitolato “Come si concilia la blasfemia con la laicità democratica?”, depreca semplicemente «il clima culturale» che ha reso possibile la pubblicazione delle “vignette blasfeme”: un clima, specifica il presule, che è «quello della barbarie, nella quale non c’è diritto di cittadinanza per il rispetto delle persone e della loro sensibilità umana e religiosa» [vedere qui]. Un altro vescovo, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, parlando agli ebrei ha detto: «Ci sono temi che non possono essere trattati con generi letterari come l’ironia, soprattutto quando questa è feroce: quando la responsabilità è pubblica, le nostre parole sono più pesanti delle pietre» [vedere qui]. Troppo poco, dico io. Più grave dei qualsiasi mancanza di «rispetto delle persone e della loro sensibilità umana e religiosa», e più grave anche delle offese ai ministri di Dio, è l’offesa a Dio stesso, a Dio come realtà persona e non come idea di qualcuno o simbolo di qualcos’altro.

Nemmeno Padre Giovanni Cavalcoli, nel commento ai fatti di Charlie Hebdo, sembra prendere nella dovuta considerazione il tremendo fatto della blasfemia ripetuta dappertutto in milioni di copie, ma preferisce raccomandare un maggior dialogo tra il cristianesimo e l’Islam, partendo dalla comune fede nel Dio di Abramo e praticando il reciproco rispetto. Perfino il Santo Padre, nell’intervenire sull’argomento, ha parlato dell’inevitabile reazione — che egli definisce ingiusta ma umanamente comprensibile — che ci si può aspettare quando si arreca offesa a una persona, per esempio parlando male di sua madre [vedere qui]. Ma, ripeto, qui non sono in gioco i rapporti “orizzontali” tra gli uomini nella società umana, ma il rapporto “verticale” degli uomini con Dio. Se si rimane nella linea “orizzontali” e ci si preoccupa solo di stabilire il modo e la maniera di tutelare l’onore e i diritti di qualche soggetto sociale, ci si uniforma, anche in Occidente, alla mentalità tipica dell’Islam, dove tutto è politica, e non c’è il diritto naturale ma solo il diritto positivo stabilito arbitrariamente dagli Stati.

Così l’Occidente non può opporre all’irrazionalismo di una morale ricavata dal Corano senza alcuna mediazione teologica e tanto meno filosofica — quindi ignorando il diritto naturale — un altro tipo di irrazionalismo, quello di una legislazione “laica” senza Dio e senza il diritto naturale, che è appunto la lex Dei aeterna. In Occidente, dopo tutta la retorica indifesa della libertà di opinione e anche di satira, si è voluto reagire alla violenza militare degli islamisti giustificando la violenza ideologica del giornale satirico — tutti hanno detto: “Je suis Charlie” —. Poi, dal fatto contingente si è passati a teorizzare il “diritto” a ingiuriare ogni religione — ma soprattutto il cristianesimo, oltre naturalmente all’Islam —, proclamando il “diritto alla bestemmia” o «diritto di blasfemia», che il presidente francese Holland ha incluso tra i diritti civili e le conquiste di libertà che l’Occidente ha ereditato dalla Rivoluzione Francese. Certo, da un punto di vista meramente storico-culturale, Holland ha ragione: il guaio è cominciato proprio con l’Illuminismo anticattolico, i cui rappresentanti però non erano propriamente atei (non lo era nemmeno Voltaire). Quello che fece l’Illuminismo massonico — preponderante rispetto all’Illuminismo cattolico, che ebbe tra i suoi rappresentanti due intellettuali napoletani, Giambattista Vico e sant’Alfonso Maria de’ Liguori — fu di sostituire il culto di Dio con il culto del Potere politico. Così, in Francia i giacobini idearono la solenne intronizzazione di un’immagine della Dea Ragione nella basilica di Notre Dame a Parigi, non più casa di Dio ma esaltazione del pensiero rivoluzionario. Così, negli Stati Uniti, i Padri pellegrini fecero di Dio la bandiera delle aspirazioni all’indipendenza dalla Chiesa anglicana, governata dal re d’Inghilterra, e nella banconota da un dollaro scrissero “In God we trust”. Due secoli dopo, i nazisti combattevano la loro battaglia neopagana mantenendo il motto degli imperatori tedeschi: “Gott mit uns!”… Insomma, la storia ci mostra la rapida evoluzione di un’operazione ideologica di secolarizzazione, al culmine della quale non solo Dio non è più riconosciuto come il fondamento della legge naturale e il logico detentore del diritto all’adorazione da parte di tutti gli uomini, ma è addirittura negato nella sua stessa realtà. Per operare questa sostituzione, siccome l’evidenza di un Assoluto è insita nella ragione umana, l’Illuminismo moderno e contemporaneo ha operato una grottesca regressione culturale, tornando all’idolatria, alla divinizzazione degli «elementi di questo mondo» come li chiama san Paolo.

Prima che si istituisse la societas christiana la storia registra società che praticavano il culto degli idoli della nazione (antico Oriente) oppure il culto del capo militare (il divus Caesar dell’Impero Romano, al quale i cristiani si rifiutavano di offrire sacrifici). Modernamente, l’ideologia laicista ha voluto di nuovo divinizzare il Potere politico (lo “Stato”, la “Nazione” o il “Popolo”). Per imporre questa divinizzazione il laicismo mutua dal cristianesimo il linguaggio del sacro, che di per sé ha senso solo se riferito a Dio: ecco la «religione civile» teorizzata da Jean-Jacques Rousseau; ecco l’altare della Patria voluto dai Savoia dopo la presa di Roma; ecco «i sacri confini» della Patria; ecco il culto della memoria dei martiri (nel Ventennio si parlò dei «martiri fascisti», subito dopo dei «martiri della Resistenza»); ecco «l’apostolo della libertà» (Giuseppe Mazzini); ecco i «pellegrinaggi» al mausoleo di Lenin eccetera. Il senso del sacro è passato tutto nella retorica politica: il Sacro autentico, il Sacro per antonomasia, cioè Dio, non ha più alcun riconoscimento pubblico come realtà in sé. Se vien evocato, è solo per descrivere «il sentimento religioso» di qualche gruppo di cittadini, ai quali lo Stato può benignamente concedere una qualche libertà di culto.

Stando così le cose, è troppo poco, dicevo, limitarsi a perorare, contro la satira blasfema dei giornali occidentali, il rispetto dei diritti soggettivi delle persone che credono in Dio, e ciò al solo scopo di garantire la pace sociale. Ad esempio, sulla Bussola Quotidiana del 18 gennaio ho letto un articolo di Ettore Malnati intitolato “L’offesa al sentimento religioso non aiuta la convivenza” [vedere qui]. Ripeto ancora: troppo poco! Qui si tratta del rispetto dovuto a Dio, che indubbiamente esiste anche se lo Stato laicista dice che non è vero, che “non gli risulta”. Per lo Stato laicista la satira antireligiosa, compresa la blasfemia, è solo una maniera lecita di esprimere la critica razionale di un sentimento soggettivo irrazionale. E invece la verità è che la bestemmia costituisce un’ingiustizia, un disordine morale (cioè un peccato) di gravità assoluta, perché ciò che viene violato, innanzitutto, è il diritto primario che ha Dio al rispetto, all’onore e all’adorazione. Proporre, come è stato fatto, che lo Stato sancisca l’esistenza di un «diritto di blasfemia” equivale a formalizzare l’implicita premessa ateistica dello Stato laicista, la sua “Costituzione materiale”: si pretende che lo Stato affermi esplicitamente – senza averne alcuna autorità, né logica né morale – che Dio non esiste, che ciò che alcuni chiamano “Dio” è solo un’idea soggettiva tollerabile nel privato ma non meritevole di tutela pubblica. Mentre lo sono altre idee, ad esempio l’idea di essere degni di rispetto e di stima in quanto gay. Per questo motivo non si possono assolutamente offendere e nemmeno criticare i gay (è il reato di “omofobia”) ma si può offendere Dio, perché Dio non esiste. Invece, offendere un capo di Stato è reato di vilipendio, perché il capo di Stato esiste, e ovviamente lo Stato lo sa. Questa è la logica del discorso, se di logica si tratta. In realtà non si tratta di logica ma di mera prepotenza da parte di chi, per mantenere il potere, deve continuare a imporre la sua egemonia culturale e ideologica. Lo Stato si è costituito arbitrariamente di un’autorità assoluta, tanto da considerarsi esplicitamente fonte di ogni verità metafisica e morale, e quindi giuridica (chi esiste e ha diritto al rispetto e chi no).

La legge positiva ha legittimità solo se presuppone e rispetta la legge morale naturale, che parte dalla certezza che c’è Dio come prima Causa e ultimo Fine di tutto, e pertanto come Legislatore universale. Prima, a proposito dell’offesa al santo nome di Dio, parlavo del primo e del secondo Comandamento. Questo e tutti gli altri costituiscono il Decalogo, che altro non è se non la codificazione veterotestamentaria della legge morale naturale. Essa contiene in modo pienamente intellegibile le norme morali fondamentali che ogni uomo spontaneamente conosce ed è obbligato a osservare fedelmente, come insegna la grande tradizione filosofica e anche la Sacra Scrittura. Non c’è bisogno di conoscere la Legge di Mosè, dice san Paolo nella Lettera ai Romani, per onorare e amare Dio come creatore e legislatore. Così, oggi, dobbiamo dire che non c’è bisogno di una legge positiva della società civile per non bestemmiare. Certo, uno Stato moderno occidentale, che si vanta di essere “laico”, non solo non manterrà le leggi contro la blasfemia che prima erano state in vario modo formulate, ma addirittura imporrà una legge a favore del “diritto di blasfemia”.

Bisogna reagire all’ideologia statalistica, che è uno dei frutti più amari dell’idealismo e ricordare che è piuttosto lo Stato che non esiste: esistono invece uomini e donne che formano la società civile, uomini e donne che in quanto cittadini di una nazione si sono dati o hanno ricevuto una determinata forma giuridica per le istituzioni pubbliche (governo, giustizia, difesa, fisco eccetera), e ci sono tra questi cittadini alcuni che esercitano funzioni pubbliche. Gli uni e gli altri (privati cittadini e funzionari pubblici) hanno un intelletto e una coscienza, e sanno bene qual è la realtà evidente per tutti, e a partire da questa conoscenza di base (che in filosofia si chiama il “senso comune”) si formano le loro opinioni, in libertà, sulle questioni contingenti. Dal consenso di tutti sulle evidenze del senso comune si viene formando in tanti diversi modi il diritto positivo, valido se in sintonia con la volontà popolare ma soprattutto e innanzitutto con la legge morale naturale.

Chi ha ancora la facoltà di pensare con la propria testa sa che la verità metafisica e morale è una conquista che la ragione umana ottiene quando si basa sull’esperienza immediata e universale e poi anche sulla riflessione critica (la filosofia), che sono le premesse razionali di un eventuale accoglimento della rivelazione divina. Di fronte all’indottrinamento dello Stato ateistico bisogna tornare all’evidenza che Dio esiste, anche se chi governa lo Stato non vuole riconoscerlo. Lo riconosce il senso comune e la filosofia: nessun vero filosofo ha professato l’ateismo (lo ha dimostrato Etienne Gilson con il suo libro L’ateismo difficile), e nessuno scienziato ha mai potuto dimostrare con i suoi strumenti di indagine che Dio non c’è. Un autorevole filosofo italiano, in un’opera degli anni Sessanta del secolo scorso, ha scritto:

«L’itinerario dell’uomo a Dio si presenta come il più arduo e il più pressante. Senza il riferimento all’Assoluto infatti tutti i valori restano sospesi e l’uomo è esposto al continuo rischio di essere travolto dalla temporalità e di smarrirsi nei trabocchetti della contingenza. I vari tentativi di evadere il problema di Dio dell’ateismo nelle sue forme poliedriche fino alle contemporanee forme della cosiddetta “teologia della morte di Dio”, mostrano la dialettica mai risolta del dramma sconcertante dell’uomo che quaggiù non può attingere e possedere Dio, mentre avverte sempre in qualche modo di non poter stare senza Dio» (Cornelio Fabro, L’uomo e il rischio di Dio).

L’ateismo di Stato, come quello che si è imposto in Occidente, è concepibile solo in un orizzonte meramente politico: ma non di politica come esercizio del potere regolato da criteri di giustizia per in vista del bene comune, bensì di politica come conflitto di interessi per la conquista o il mantenimento del potere da parte di una forza ideologica, economica e militare. Una politica del genere cerca il consenso popolare con discorsi demagogici, rivolti al sentimento e non alla coscienza dei cittadini; e, quando raggiunge i suoi fini, ecco che l’ordine sociale è radicalmente compromesso a causa di leggi prive di qualsiasi connessione con il diritto naturale. Ma le leggi contrarie al diritto naturale non sono vere leggi, non hanno valore morale, ma si riducono a prepotenza, a tirannide, a dispotismo. Poco importa, da questo punto di vista, che la forma di governo sia totalitaria o democratica: in entrambi i casi si deve riconoscere che una gestione del potere (magistratura, governo, parlamenti) che ignori il diritto naturale fa sì che la classe politica si riduca a un’associazione per delinquere (magnum latrocinium), come diceva sant’Agostino già ai tempi della transizione tra l’Impero romano e i regni barbarici.

Ora, la coscienza di un uomo dotato, appunto, di coscienza, lo indurrà a comportarsi bene con Dio, sia nella vita privata che in pubblico, senza bisogno di costrizioni legali in un senso o nell’altro. Dal punto di vista della coscienza personale non c’è alcun problema. Il problema sorge quando la coscienza personale spinge a interessarsi della cosa pubblica e a prendere posizione di fronte alle leggi ingiuste. Tanti sono infatti i modi di prendere posizione: con il proprio attivo intervenento nella formazione dell’opinione pubblica, con diversità di forma e di critica sociale (l’insegnamento, l’uso dei mass media), con l’esempio personale che è giusto o no osservare e, esercitando il diritto di voto quando le circostanze lo consentono, contribuire a far sì che non sia approvate o se già approvate possano essere abolite. Tanti lo hanno fatto e lo stanno facendo, ad esempio per quanto riguarda l’aborto, (questione de iure condito) o il riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali (questione de iure condendo).
Ma gli aspetti paradossali di questa opposizione dello “Stato laico” è che l’Assoluto, cioè Dio, non è considerato reale, mentre lo Stato, che è relativo a un’idea della società, è considerato reale. Il relativismo, nega ogni assoluto – il che è impossibile per le leggi fondamentali della logica – e finisce così per rinchiudersi nel solipsismo irrazionalistico. Tipico dell’irrazionalismo è fare discorsi che cadono continuamente nella contraddizione (il self-denying discourse), e pertanto più che sbagliati sono propriamente insensati, sono autentici nonsenses. Lo “Stato laico” professa l’irrazionalismo tanto quanto lo “Stato islamico”, ossia l’ideologia politico-religiosa dell’Islam denunciata da Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona.

54 commenti
  1. maura dice:

    Gent.mo Padre Livi , anche io sono nata nel famoso ” triangolo rosso “( nel mio caso Terni e provincia ) dove purtroppo la bestemmia fa parte dell’intercalare locale . Al pari di lei ne ho molto sofferto . Maggiore sofferenza la pativo in casa perche’ purtroppo mio padre , povero , ignorante , si portava dietro questo esempio .
    Salvo poi riempirsi gli occhi di lacrime quando ,mostrando la immagine della Madonna del Ponte , che conservava nel taschino interno della giacca , affermava con assoluta certezza che solo grazie a Lei era tornato in Patria dopo i tre anni di internamento nello Stammlager XIII D . Leggendo il suo articolo mi sono ricordata di essere stata attirata da un link che pubblicava le vignette in questione ed io , stupida , sono andata a vederle ! Come avvinta da questo male guardavo una vignetta dietro l’altra senza avere la forza di interrompermi . Mi sono fermata quando mi sono resa conto che, immagine dopo immagine , i miei occhi bestemmiavano e perpetuavano l’orrore provato ! Le migliaia di pubblicazioni hanno il chiaro intento di bestemmiare Dio e la Sua Madre SS. L’ispiratore e’ il solito orgoglioso . Padre , una Ave Maria per il mio genitore.

  2. Orion dice:

    se i tradizionalisti sono quelli che danno del “modernista” a don Ariel, adesso capisco perché i modernisti (quelli veri) hanno stravinto, e continuano a stravincere.

    continuate pure ad azzannarvi e sbranarvi come cani, continuate pure a seminare discordie e divisioni (questo fa Satana), e vedrete che oltre le cappelline fsspx non arriverete mai più lontano.

  3. Padre Ariel
    Francesca Garofalo dice:

    Monsignor Livi, i fondamentalisti “cattolici” dell’Isis, come giustamente li chiama vincenzodatorino, stanno postando commenti infami su un suo fratello sacerdote, e tutto questo prendendo a pretesto i commenti a un suo articolo, e a fronte di questo ancora non ho letto un suo commento di risposta.
    Se qualcuno avesse gettato su mia sorella minore simili cose, io avrei risposto, e anche con un certo tono.

    • gianlub1 dice:

      Per Garofalo: Guardi che Mons Livi è critico nei confronti di Don Ariel per l’articolo che quest’ultimo ha scritto insultando Cristina Siccardi ed altri. Inoltre Mons Livi è un’amico del prof Roberto De Mattei.

      • Padre Ariel
        Francesca Garofalo dice:

        Che il rev. mons. Livi sia critico, questo lo afferma lei, perché il diretto interessato da lei più volte citato da ciò che io ho letto non ha mai esternato rimostranze o dissociazioni, pertanto, lei insiste ad affermare cose non suffragate da alcuna prova oggettiva. Come professionista che esercita l’avvocatura da 25 anni posso invece dirle che il rev. padre Levi di Gualdo di cui io ho letto i libri e di cui leggo da alcuni anni gli articoli, nei suoi scritti non ha mai insultato nessuno e l’unico che in questo speficifico frangente è stato aggredito con insulti violenti e gravi configurati come tali dalla fattispecie del reato di diffamazione per mezzo di strumenti telematici di pubblica diffusione e dominio, questi è lui. E’ un fatto provato dai post pubblicati in questa pagina.

        • Gianluigi Bazzorini dice:

          Per Garofalo: Se vuole le mando l’email di risposta che mi ha mandato Mons Livi a me, in cui conferma le critiche all’articolo di don Ariel.

          • Padre Ariel
            Redazione dell'Isola di Patmos dice:

            Nota della Redazione

            Gentile gianlub1.
            Le saremo molto grati se volesse postare direttamente qui questa email alla quale lei fa riferimento e che sarà nostra premura pubblicarle, a prova che lei afferma il vero, altrimenti abbia per cortesia la bontà di tacere e di evitare di spargere “verità” affermate e di rigore mai provate.

  4. vincenzodatorino dice:

    A leggere certi commenti ho l’impressione che i fanatici non siano solo quelli dell’Isis. Pensare di far ragionare costoro e cercare un dialogo credo serva a poco. Semplicemente credono di essere assistiti direttamente dallo Spirito Santo e di avere la Verità in tasca. Grazie Don Ariel per il suo impegno.

  5. Giuseppe Fallica dice:

    Cari padri dell’Isola, ma non sarebbe meglio per tutti abolire la possibilita’ di commentare i vostri articoli? Perche’ dare spazio ai seminatori di zizzania, i quali turbano i lettori per bene?

  6. minstrel dice:

    Un breve commento per assicurare nella nostra preghiera Don Ariel per l’arlecchinesca campagna denigratoria che sta avendo luogo in questo periodo su questa splendida rivista telematica.

    A tale proposito abbiamo voluto anche noi dire qualcosa a riguardo sul blog cui mi diletto scrivere.
    Naturalmente Don Ariel sa difendersi da solo, e alla grande, per quanto ovviamente ci si possa difendere da una ignoranza cieca e sorda ma non muta. Non posso infatti che ringraziarlo per i sorrisi sardonici che ci ha donato durante gli alterchi presenti nei vecchi commenti.

    Pertanto non potevamo pensare di “difenderlo” da quelle che non sono nemmeno accuse nel nostro articolo, quanto puntare a sensibilizzare i nostri lettori nei confronti di quel che qui sta accadendo, perfetto emblema di tutte le ragioni di Don Ariel, e soprattutto spronarli a fare una offerta verso di voi!

    Che dal male inutile nasca un bene utile insomma.
    http://pellegrininellaverita.com/2015/01/29/solidarieta-con-lisola-di-patmos/

    Buon lavoro a tutti: ai 3 sacerdoti in prima linea naturalmente, a colui che oggi è sotto il fuoco di paglia incrociato soprattutto.

    • Padre Ariel
      Redazione dell'Isola di Patmos dice:

      RINGRAZIAMO gli amici Pellegrini della Verità
      che dal blog CROCE-VIA hanno voluto donare un
      messaggio di soliderità all’Isola di Patmos

      Vedere link

      http://pellegrininellaverita.com/2015/01/29/solidarieta-con-lisola-di-patmos/

      ____________________________________________________


      Con l’occasione inseriamo una nota

      Cari Lettori,

      abbiamo scelto di non pubblicare risposte a questi post e ci siamo limitati a pubblicare anche messaggi gravemente insultanti per lanciare i quali è stato preso a pretesto un articolo magistrale di uno dei padri dell’Isola di Patmos, il filosofo e teologo Antonio Livi che offre una lettura molto pertinente e profonda dei fatti ai quali l’articolo è riferito e nel quale è distillata la sua scienza filosofica e teologica assieme al suo sentimento pastorale e sacerdotale.
      Gli autori di diversi di questi post hanno tentato di “esaltare” Antonio Livi usandolo come “clava” contro gli altri due padri, i quali sanno da sempre tutti e tre che il Demonio cerca anzitutto di seminare discordie e divisioni.
      I padri dell’Isola sono persone di età diversa, di sensibilità diversa e di carattere diverso ma tutti e tre sono uniti tra di loro dall’amore verso Cristo e la sua Santa Chiesa, dall’ossequio alla Verità e dalla devota obbedienza alla legittima Autorità Apostolica.
      Tentativo dunque maldestro, quello di seminare discordia fra tre uomini uniti anche da stima e da profondo affetto reciproco.
      Parlandosi tra di loro i padri sono stati concordi – come peraltro quasi sempre sono, pur nella diversità di alcune vedute formali e non certo sostanziali – circa la necessità di raccomandare certe persone alla misericordia e alla grazia di Dio, perché dinanzi a personaggi che con sentimenti di cieco fondamentalismo esaltano l’ingiuria al Sommo Pontefice, lo sprezzo della dottrina della Chiesa ed un intero Concilio Ecumenico; che si arrogano il diritto di lanciare accuse di eresia e di apostasia a Pontefici, Vescovi e Sacerdoti in nome di una loro non meglio precisata “Veritas” e “Traditio” … dinanzi a tutto questo i padri non possono far altro che assicurare le loro sincere preghiere a beneficio di queste anime, affinché possano convertirsi e credere al Vangelo , perché in caso contrario, domani, il giudizio di Dio – “lento all’ira e grande nell’amore” – potrebbe essere anche severo.

      • gianlub1 dice:

        Padre Cavalcoli dice che il CVII è infallibile; Mons Livi nega che sia infallibile;
        Mons Livi stima le persone che Don Ariel attacca indecentemente insultandole (Roberto De Mattei, Cristina Siccardi, Mons Gherardini ecc). Mons Livi riconosce che la S Messa Vetus Ordo ha origine Apostoliche mentre Don Ariel insulta questa S Messa dicendo che non proviene da nessuna Tradizione Apostoclica. Queste sono differenze sostanziali di conoscenza della Dottrina Cattolica.

        • Padre Ariel
          Redazione dell'Isola di Patmos dice:

          Gentile gianlub1.

          La redazione ha ricevuto precisa disposizione dal Padre Ariel di “pubblicare qualsiasi commento che lo riguardi con qualsiasi genere di eventuale insulto in esso contenuto senza replicare in alcun modo“; ed a nessuno è stato infatti replicato.
          Ora, non che lei meriti la replica non data a molti altri, ma se “passi l’insulto“, è però difficile far passare la deliberata e gratuita menzogna infamante.

          Pertanto:

          1. Riguardo i padri professori Livi e Cavalcoli che lei vorrebbe malignamente porre in lizza tra loro, la risposta è semplice: San Tommaso d’Aquino e San Bonaventura di Bagnoregio avevano opinioni teologiche talvolta discordanti in ambiti strettamente dogmatici e sono tutti e due santi e dottori della Chiesa.

          2. Il Padre Ariel non ha “insultato indecentemente” le persone che lei cita, se qualcuno è stato insultato – da voi – questi è stato il Padre Ariel al quale è stato chiesto su quale marciapiede lavorasse sua madre, al quale è stato dato del donnaiolo e del lascivo, del massone, dell’eretico modernista, ecc.. al quale sono stati imputati tutti e sette i peccati capitali, sino a giungere all’accusa che la sua ordinazione sacerdotale sarebbe avvenuta per simonia. Alle persone da lei citate e da esso mai insultate, egli ha posto solo delle domande alle quali nessuno di loro ha dato risposte, pur avendo tutti i mezzi per farlo.

          3. Lei non può e non deve infamare un degno sacerdote che celebra ogni giorno il Sacrificio Eucaristico affermando che egli “insulta” quella Messa che il Padre celebra devotamente sia con il novus che con il vetus ordo missae; né può affermare il falso accusandolo di avere dichiarato che il Messale di San Pio V “non proviene da nessuna Tradizione Apostolica“, perchè il Padre, per conoscenza e per cultura liturgica, non direbbe mai una simile assurdità.

          Detto questo, Egregio Signor Gianluca Bazzorini (detto gianlub1), lei è per adesso ammonito e formalmente diffidato dal seguitare a spargere in giro per la rete deliberate infamie sul Reverendo Sacerdote Ariel Stefano Levi di Gualdo; infamie già riprese da altri siti e blog cosiddetti “tradizionalisti” ed a loro volta diffuse per la rete telematica.

          Possa Dio avere pietà di lei.

          Il Segretario di Redazione

          • Padre Ariel
            Roxy.90 dice:

            Solidarietà a Gianlub1 e a tutti gli altri. Il falso “prete” levidigualdo è un apostata in quanto eretico e modernista. forse non è iscritto alla massoneria ma celebra con il messale protestantico di Paolo VI, l’apostata beato, e lo esalta, accusando la Tradizione e i difensori della Tradizione, quindi il “prete” vaticansecondista-bergogliano levidigualdo è di fatto e peggio degli altri preti conciliari scomunicato, perchè gli altri stanno almeno szitti lui invece esalta la aapostasia. la nota della redazione è patetica, i veri difensori della fede, non hanno risposto, perche il prete-giudeo-infiltrato non merita risposta perchè loro sono in cielo e lui già a riscaldarsi all’inferno, se non si pente delle sue eresie. Così è se vi pare …

    • Padre Ariel
      Leonardo G. dice:

      Grazie caro Minstrel , aggiungo anche questo mio commento.

      Questi insigni “studiosi” (!?!) o presunti tali devono aver confuso la curva sud della Roma o la curva Fiesole di Firenze con una rivista giovane e di breve corso ma già di attuale e di profonda dignità teologica, al punto da essere divenuta subito un grande punto di riferimento per molti. Io invito pertanto questi signori a trovare altri luoghi più consoni alla loro natura triviale, offensiva e soprattutto lesiva alla dignità di tre ottimi sacerdoti che stanno facendo ciò che Cristo gli chiede di fare: “Chi mi testimonia dinanzi agli uomini io lo testimonierò dinanzi a Dio”. Tuttavia ciò che mi addolora non è la gazzarra che hanno suscitato questi anonimi maleducati (attaccando il Padre Ariel nel personale in modo volgare), ma lo spaventoso e rumoroso silenzio di coloro che stanno alle loro spalle e che li caricano con i loro libri, le loro conferenze, i loro articoli e le loro “pie” fondazioni divenute per questa gente un vero e proprio ricettacolo di raccolta e di reclutamento per questa fattispecie di fondamentalisti in pietosa versione “cattolica”, posto che il loro agire e interagire è la negazione di tutte le … Radici Cristiane.

      • Padre Ariel
        Luca Rosselli dice:

        … ma veda di curarsi delle radici sue radicate negli errori della “chiesa” apostatica dove si rende culto al demonio col messale satanico-massonico di Bugnini. Di certo,lei, è in buonafede, e non dice certe cose per colpa sua, ma perché così vi hanno cresciuti nella “chiesa” del conciliabolo, dove durante gli incontri ekumenici ad assisi (cioè lucifereschi), sugli altari di alcune chiese hanno messo le statue di budda, e in un altra hanno sgozzato un paio di polli. Per carità, mica dico che la sede sia vacante, dico che i papi da GXXIII fino al VdR, che oggi è Pampero I (Bergoglio), non sono validi, perché con il CV2 la chiesa è diventata apostatica.Non sono validi i vescovi conciliaristi perchè ordinati in apostasia, non lo sono i preti ordinati da vescovi di una “chiesa” apostatica, perche tutta è una catena. Tutto questo può, però, essere sanato se la chiesa nega l’apostazia, ciò nega il CV2, e se il VdR si fa ordinare vescovo valido dai vescovi della FSSPX, poi lui riordina i vescovi conciliaristi (che intanto hanno abiurato le eresie del CV2), e tutto torna nella tradizione della vera CHIESA.
        Se vuole scoprire le radici cristiane vere, primo, scopra chi ha salvato un piccolo gregge dall’apostasia, quello che la dr.ssa CRISTINA SICCARDI paragona, giustamente, ai grandi Santi Padri della Chiesa. S.E. il Santo Vescovo Lefebvre.
        http://www.gloria.tv/?media=119233
        poi si colleghi a questo sito
        http://www.sanpiox.it/public/
        e veda, nelle sue vicinanze, dove trovare una cappella della FSSPX, e avvicini uno dei loro sacerdoti, validi e cattolici, e si salverà l’anima.

        • Padre Ariel
          Leonardo G. dice:

          Esimio Signore.

          Mi dispiace non comprendere questo suo sermone ricco di ammonimenti e lectio riguardo alla validità di ordinazioni episcopali e sacerdotali. Su questi suoi insegnamenti che paiono usciti da un film di Stephen King, voglio volutamente sorvolare; tuttavia le rispondo riguardo al cercare delle cappelle con dei sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X: ebbene, ho conosciuto molte persone che provengono da certe realtà, anche vicine alla mia persona, e in verità le dico che ne sono uscite turbate, nella migliore delle ipotesi in una profonda crisi di fede per colpa di personaggi che come asserisce sacrosantamente il Padre Ariel nei suoi articoli, manderebbero all’ergastolo un giovane e una giovane che si danno un bacio ma non riescono a scorgere il pilone di cemento che hanno nell’occhio.
          Queste povere persone uscite da certi ambienti hanno poi ritrovato un po’ di ristoro e di fede proprio nella Chiesa che lei ereticamente definisce apostatica, grazie a sacerdoti come il Padre Ariel, al quale sono stati sferrati degli attacchi indecenti, tutti mirati sul personale e profondamente ingiuriosi.
          Ad majora!

          P.S.
          E si ricordi che in quel … “conciliabolo” c’era anche Lefebvre che ha firmato le due costituzioni dogmatiche.

        • Orion dice:

          ma lei lo sa o no che ai tempi di san Pio X alla Siccardi non sarebbe stato concesso di aprir bocca neppure per cantare nel coro parrocchiale, figurarsi di aprir bocca per pontificare su questioni ecclesiastiche?

          Volete fare davvero i tradizionalisti duri e puri? Benissimo, allora cominciate a dire alla Siccardi di smetterla di occuparsi di cose di Chiesa, dacché come dice l’Apostolo “mulier taceat in Ecclesia“.

  7. andrea buonconsiglio dice:

    Scusi Alessandro mi può spiegare perché io sono a suo giudizio un eretico pentecostale?
    Lei pensa con il suo cervello o come un buon pappagallo ripete quello che hanno scritto gli altri riguardo a Papa Francesco? e come mai il suo interesse oserei dire morboso verso una realtà che lei stesso non considera cattolica? se lei è così convinto che il piccolo gruppo della sua setta è l’unico centro della verità (dico setta perché la parola chiesa e una cosa seria per ridurla al vostro circo) perché perde tempo tra noi poveri “eretici” a dibattere con chi crede a papi che in realtà sono antipapi, che ascoltano preti che non sono preti validi, che seguono un magistero (quello conciliare) che è una colossale apostasia?

  8. Padre Ariel
    don Gino dice:

    Metto anche qui la risposta che ho dato sull’articolo di P. Giovanni Cavalcoli (lo leggo da tanti anni, da quando scriveva su Divinitas) e mando un saluto tanto caro a don Antonio Livi (lo vidi tanti anni fa a Prato con suo fratello, di nascita sono pratese anch’io ma sono sacerdote dell’arcidiocesi di Firenze).

    Se la cosa può essere di qualche utilità: io sono uno di quei sacerdoti che ha discusso (anzi quasi litigato) con padre Ariel. Infatti, lui, mi parlava della portata blasfema e sacrilega di queste vignette, io cercavo di placarlo dicendogli, da toscano a toscano, che noi per primi siamo (purtroppo) abituati a bestemmie e irriverenze, anche se poi la nostra gente ha sentimenti, da sempre, tutt’altro che anticristiani e anticattolici. E gli ho detto che “è dalla fine dell’ottocento che fanno vignette contro la chiesa, i santi e i preti”. QUindi ho cercato di mitigare. Quando però ho visto le immagini, le didascalie … oh, Signore Iddio! Mi sono detto: ma questi sono dei demoni!!
    Secondo me, Ariel, ha fatto bene a pubblicare quelle immagini, perché, chi come me e molti altri, non le aveva viste, non poteva rendersi conto, anzi, ripeto: non che giustificassi, ma propendevo a dire “non ti curar di lor ma guarda e passa”, mentre invece, su certe cose, non si deve proprio passar sopra.
    Un saluto a tutti da Firenze.

  9. Antonella dice:

    Carissimi dovete bannare questi troll che infangano questa bellissima rivista. Io sono riconoscente verso tutti voi per il sapere che mettete a disposizione e sento di averne tanto bisogno.
    E’ bello confrontarsi con carità ed eventualmente correggerci ma l’insulto gratuito e la maldicenza non devono trovare posto qui.

    • Padre Ariel
      Alessandro Gazzaneo dice:

      Gentilissima Antonella, mi perdoni ma debbo dirle che il troll di questa rivista è il giudeo levita uscito dal conciliabolo vaticansecondista che 1. presenta l’antipapa bergoglio come dogma di fede cieca 2. bestemmia la Madonna pubblicando le vignette di quelli che adesso bruciano all’inferno 3. insulta il mondo della vera Tradizione che si oppone all’apostasia con la immutabile Messa di Sempre in opposizione al messale luterano di Paolo VI (per gli amici Wanda), scritto dal massone bugnini ….

      • Padre Ariel
        Andrea Buonconsiglio dice:

        Alessandro Gazzaneo, lei come reagirebbe, e come reagirebbe il mondo della “vera tradizione che si oppone alla apostasia” se in nome della “vera fede” qualcuno paragonasse papa Pio XII a una velina di striscia la notizia come lei ha paragonano il beato Paolo VI a una certa Wanda? Per quanto riguarda i vignettisti di Charlie io mi sento di dire che hanno fatto male, che hanno commesso più peccati mortali, che hanno bestemmiato Dio la Madonna e soprattutto oltraggiato il Padre il Figlio e lo Spirito Santo, ma non affermerei mai che sono all’inferno, perchè se lo facessi pronuncerei una bestemmia peggiore delle bestemmie dei vignettisti di Charlie: mi sostituirei all’autorità e al giudizio di Dio, e questa è una bestemmia peggiore.

        • Padre Ariel
          Alessandro Gazzaneo dice:

          … bèh, posso reagire dicendo che lei è un eretico petecostale al seguito dell’antipapa bergoglio infiltrato in quella che non è più la chiesa cattolica (la vera sopravvive solo nella FSSPX) … come reagirebbero gli altri non lo so … deve chiederlo a loro …

      • Orion dice:

        il “massone Bugnini” è la stessa persona che fece la riforma della Settimana Santa, con l’approvazione di Pio XII.

        Allora, vogliamo dare dell’antipapa-eretico-apostata-modernista pure a Pio XII?

  10. Umberto dice:

    Carissimi padri Ariel , Giovanni Cavalcoli e Antonio Livi che bello leggere i vostri scritti
    Ho scoperto da poco questa “Isola” e ne sono felice.
    Da voi imparo molte cose che confusamente sentivo ma non trovavo parole per esprimerle .
    Grazie spero che nonostante gli insulti che ricevete da quattro fanatici voi continuiate questa santa missione.

  11. Andrea Buonconsiglio dice:

    Tutta la mia stima a mons. Livi e la mia stima al Padre Levi di Gualdo che si è preso questi insulti e ha risposto solo per spiegare di avere tolto insulti diretti al Padre Cavalcoli dicendo: “a me potete insultarmi, e i vostri insulti a me saranno pubblicati, ma a questo sacerdote e teologo anziano no”. Qualcuno dovrà rispondere con pratico, umano e terreno “senso comune”, se vuole.
    Questi soggetti con i loro commenti hanno dichiarato antipapa Francesco, hanno dichiarato validi solo i sacerdoti lefebviani e quelli della FSSPX, si sono staccati da Roma, da Pietro e dal Concilio Vaticano II; e tutto questo perché l’unica cosa necessaria è difendere la “tradizione” liturgica e linguistica (cioè gli accidenti) e buttare via il primato il Pietro, la sacralità dei sacerdoti, ecc (cioè la sostanza); per me questo non è LA VERA UNICA CHIESA VOLUTA DA CRISTO MA è una SETTA CHE DICE DI ESSERE CATTOLICA.
    Si deve riconoscere che mons. Livi è un ottimo professore perché (usando la sua espressione “cooperatio ad malum”) il suo articolo è stato causa, ragione e scusa non solo per insultare e rifiutare il ministero di altri due sacerdoti, ma pure del Papa.
    A questo punto mi chiedo cosa ci fa mons. Livi in questa rivista e cosa vuole difendere se il suo scritto genera o permette questi commenti?
    Mons. Livi scrive contro l’illuminismo anticattolico sorto dalla Rivoluzione Francese, ma gli è mancato di fare altrettanto contro il clericalismo ateo dei tradizionalisti che hanno sostituito la fede nella Chiesa per un volontarismo e un pietismo irrazionale e clericalista basato e finalizzato solo alla … “tradizione” (la loro).
    La cosa che mi stupisce da parte della redazione e di molti lettori è un fatto che a molti sembra passato inosservato: gli autori di questi commenti e di quelli fatti sui blogs tradizionalisti hanno attaccato il Padre Levi di Gualdo per le origini ebree del suo nome, non conosco bene la vicenda del Padre Ariel , però ieri abbiamo commemorato il giorno della memoria, e allora mi chiedo cosa è cambiato? la destra più di sessanta anni fa mandava ai forni milioni di persone per una “razza” e oggi dai loro scritti appare che sono rimasti della stessa intenzione e convinzione, come ha ben espresso poco sopra Gianlub1 in un post.
    Adesso pubblicamente domando a Mons. Livi: lei è dalla parte di queste persone che di fatto sono una setta all’interno della Chiesa? Domanda questa da fare anche a Siccardi, Guarini, De Mattei&Company: questa gente costituisce il pubblico dei vostri seguaci?
    E’ consapevole mons. Livi che la sua firma e il suo nome sono su questa rivista sulla quale scrive il Padre Ariel definito da questa gente come una “quinta colonna di Satana”, quindi per implicita deduzione logica anche lei rischia di essere una “quinta colonna di Satana” se non prende le distanze?

  12. GiovanniS. dice:

    Grazie alla redazione di pubblicare tutti gli insulti. Mi fanno capire come certi ‘cattolici’ impugnano il magnifico rito antico e la grandiosa tradizione della Chiesa per fini ideologici. Come sarebbe che i la Santa Chiesa Cattolica é eretica, o che questa coincida con la sola fsspx?! Cosa sono questi insulti satanici contro dei sacerdoti e contro i papi?! Sembra di sentire degli scismatici ortodossi! Mi auguro che siate una minoranza fra la fsspx, altrimenti la vedo dura con la ‘piena comunione’ di cui ho sempre sperato. Ve lo chiedo in ginocchio: smettete di peccare con insulti e iniziate a pregare che il Signore vi illumini sulla Verità e vi doni umiltà.

    • Padre Ariel
      kattolico dice:

      sig. Giovanni, conosco preti della diocesi del “prete” Levi e non volevano che fosse ordinato e so che viene da una famiglia con soldi e … con i soldi si fa tutto. E’ una ordinazione comprata ergo resa invalida dalla simonia. Così è, ci sono le prove.

      • Padre Ariel
        don Paolo Menichetti dice:

        Ho avvicinato tre anni fa S.E. Luigi Negri a un meeting di Rimini e gli dissi di aver letto un libro di don Ariel. Rispose: “è un ottimo prete di retta vita, sana e profonda dottrina”. E aggiunse che con quel libro (E satana si fece trino) aveva ” reso un gran servizio alla Chiesa”. Dubito che parlasse in quel modo a … “pagamento” (!?).

        P.S. in una rettoria a me affidata ho cessato di celebrare con il vetus ordo missae quando mi trovai con un’assemblea formata in gran parte da gente come “kattolico” e “Gianlub1″. Certi tipi purtroppo non sono affatto personaggi “isolati”, capisco molto bene quello che scrive don Ariel in certi suoi articoli e lo approvo in tutto e per tutto.

        • Padre Ariel
          Ireneo dice:

          forse il reverendo ha cessato di celebrare la vera Messa di Sempre con l’immutabile Messale di San Pio V perché rende meglio celebrare per i neocatecumenali che pagano la decima.
          Anche Giuda aveva ricevuto il sacerdozio e anche lui tradì Gesù … e lo tradì con un bacio!

        • Padre Ariel
          Alessandra P. dice:

          Caro don Paolo, frequento normalmente la Messa n.o., ma quando ne ho l’occasione vado volentieri a quella in rito Tridentino. So bene che vi si trova di tutto: persone intelligenti e persone sciocche, quelli in buona fede e quelli in malafede, quelli che sono aiutati da quel rito e quelli “pizzi e merletti”, quelli pieni di carità e quelli che si fermano davvero alla forma: quelli che frequentavano la sua Messa non avranno fatto eccezione. Ora si fermi un attimo a considerare quale profondo dispiacere può aver causato alle buone pecorelle l’essere private di questo grande aiuto. Riprenda a celebrare, la prego: lo faccia per amore delle buone pecorelle e non faccia caso agli sciocchi. Semmai abbia pietà di loro, e con tanta carità e pazienza e con l’aiuto di Dio li educhi, sono quelli che hanno più bisogno. Non sono anche loro una “periferia esistenziale”? Non fugga dall’ingrato compito: la carità darà i suoi frutti, sia fiducioso. Anzi inviterei tutti i sacerdoti a celebrare almeno una volta a settimana in v.o. e ad invitarvi anche i fedeli che normalmente frequentano la messa nuova. Superare le barriere è anche questo.

      • Padre Ariel
        GiovanniS dice:

        Sig. Kattolico: non ho capito se l’ordinazione di don Levi sia invalida per simonia o per essere stata conferita dopo il CVII…. Se per lei é così e tutti i preti sono invalidi non é comunque un buon motivo per diffonderne maldicenze dietro l’anonimato del web. Io credo nella Santa e Unica Chiesa Cattolica Apostolica guidata dal Papa Vicario di Cristo e successore di San Pietro, e da tutti i vescovi e sacerdoti in comunione con lui. Se ora il Papa é imprudente e sbaglia, ciò non cambia le cose. Se un concilio contiene frasi ambigue, ciò non cambia le cose. Con umiltà abbiamo il dovere di obbedire e alzare critiche con carità per amore della Verità senza peccare o peggio cadere nella scomunica. Se lei crede in un’altra religione (falsa) kattolica- lefebriana sedevacantista mi dispiace, spero e prego nella sua conversione.

  13. Padre Ariel
    Christus Rex dice:

    Segnalo che il Levi è incardinato nella diocesi di San Marino-Montefeltro. Sul suo profilo facebook, che non poteva mancare, dice di sé di lavorare presso Bonanno editore, a Roma, oltre che in ambito ecclesiale.

    Ora, premesso che nell’annuario del vicariato dell’Urbe non compare il suo nome, nemmeno nel clero foresto che sta a Roma, pregasi di dare un’occhiata qui sotto:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Bonanno_Editore (Bonanno, di ascendenze laiciste e risorgimentaliste, è ora editore specializzato in esoterismo: che ci fa un prete qui? o è una copertura?)

    A causa di don Gallo e delle critiche portate a Bagnasco, allorché comunicò il transex Luxuria, il Levi ha subito una ramanzina dal suo “vescovo” conciliare Negri, per motivi che fanno onore al primo e ben poco al Negri, è da credere:

    http://www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it/pennabilli-28-maggio-2013-circa-lintervento-di-don-ariel-levi-di-gualdo/

    Per questo risulta tanto più inaspettato, oltre che intinto nel fango e intriso di passioni sregolate e di volgarità gratuite, il suo attacco ai tradizionalisti. Purtroppo la crisi nella Chiesa è la crisi dei preti, ed è crisi di Fede. Ma per entrare nella Gerusalemme celeste serve la stessa fede dei nostri Padri e della Chiesa. Il passaporto falso di quella conciliare, oscena caricatura della prima, non basta, non vale.

    Colpendo modernisti e tradizionalisti, Levi e soci terzaforzisti avrebbero potuto difendere il perenne Magistero, la Tradizione e la Chiesa dai tanti nemici che l’insidiano, a cominciare da Jorge Mario e dalla nidiata dei suoi predecessori conciliari, tutti “santi” ovviamente, ratione conciliaboli. Invece hanno miseramente finito per adeguarsi e riversarsi nel nuovo corso vaticanosecondista, del quale non sono divenuti che un insignificante torrentello, finendo così per disgustare tutti: a Dio spiacenti e a’ nimici sui … (Inferno, canto III, 63).

    I conti si fanno alla fine, con la Chiesa e con Dio: quando la restaurazione ci restituirà la Santa Chiesa non più sfigurata dai traditori, vi sarà bene da ridere (per alcuni) e da tremare (per altri).

    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=13981

  14. Padre Ariel
    Michelarcangelo dice:

    Eccellente articolo ecellente sberla. Di certo lei ha letto l’articolo odioso del prete modernista mascherato da conservatore (Ariel) che nella fulminosa fede bergogliana ha scoperto come fare carriera, a quando vescovo? mi domando in nome di quale carità cristiana o santa pena accetta il florilegio di questo oscuro personaggio che ha attaccato uomini e donne di Dio come De Mattei che è un baluardo, Gnocchi che è un alfiero della verità, la Sicardi e la Guarini che sono teologhe straordinarie, il Manetti che ha reso pubblica la verità sulla persecuzione dei francescani dell’immacola portata avanti dall’usurpatore del seggio di pietro assieme ai suoi sicari. Può un teologo internazionale come lei confondersi con certa gente? Glelo chiedo molto umilmente.

    • Padre Ariel
      Alex90 dice:

      … diventerà vescovo dagli anglicani concelebrerà “messe” sacrileghe con le sacerdotesse allegre e preparerà i sermoni prendendo spunti dagli articoli di playboy. Questi preti vaticansecondisti sono tutti della stessa pasta, prima ti illudono facendo i finti tradizionalisti e poi ti affondano il coltello nella schiena. La verità è che hanno taroccato il vero secreto di fatima perchè lì si parlava della apostasia della chiesa per colpa del CV2 ee i papi ereticali successivi che la chiesa del conciliabolo ha fatto tutti santi e beati, bella roba !!

      • andrea buonconsiglio dice:

        Alex90 vorrei chiederle come è riuscito a conoscere l’arcano mistero del segreto di Fatima? io veramente non conosco la sua fonte e penso che essa possa essere trovata solo in qualche blog apocalittico o millenarista…
        Una cosa è chiara: per lei la figura sacerdotale non ha niente di sacro o di fede e non va oltre l’immagine di attore di teatro classico, cioè qualcuno che riporta al fascino del passato. Ma il teatro è una finzione…

  15. LidiaB dice:

    Perché mai, Claudia? Sono proprio un esempio lampante e istruttivo dell’irrazionalità ideologica di cui parla Don Livi nel suo eccellente articolo; commentano parlando di tutt’altro (fissati sul dito) e tralasciando l’essenziale, cioè che DIO ESISTE E VA ONORATO LODATO E ADORATO, QUINDI LA BESTEMMIA E’ IL PECCATO PIU’ GRAVE. Penso che la redazione abbia intenti didattici pubblicandoli, un monito ad usare in modo appropriato la ragione che Dio ci ha dato. 😉

    • Padre Ariel
      Christian Rosy dice:

      mons. livi è rimasto imbarazzato perché un prete cialtronesco che si presenta con una rassicurante talare per fregare certi tradzionalisti ingenui che ci cascano ha dimostrato di essere un satanasso che fingendosi scandalizato mette sotto gli occhi una bestemmia alla vergine santissima immacolata. ma siccome livi è un uomo di carità ha versato una lacrima di dolore invece di far piangere il prete-rabbino. insomma un signore (livi) e lo zotico (levi). dubito che monsignore rimanga su questa isola che non è di patmos ma di pantegane.

  16. Padre Ariel
    Claudia Genovese dice:

    Spero che la redazione cessi di pubblicare questi insulti e semmai li cancelli perché non credo giusto che i padri Ariel e Giovanni Cavalcoli debbano pagare questo prezzo salato per consentire a certi soggetti “diritto” di libera espressione, ammesso sia libera espressione.

  17. Padre Ariel
    kattolico dice:

    faccio copia-incolla di un post spassoso che ho trovato qua http://www.riscossacristiana.it/bestiario-rubrica-cura-dellavvocato-julo-alberto-junior-scopetani/#wp-comments

    Bruno scrive: 27 gennaio 2015 alle 11:26

    Chi paga il prezzo più alto è la cara isola di Patmos, un vero paradiso, abitato un tempo dall’Aquila Giovanni Evangelista.
    La grotta dell’Apocalisse è un luogo pregno di presenza divina, lo si può paragonare a Fatima o a Monte Sant’Angelo.
    D. Ariel e le sue conigliette traslocassero altrove……Magari a Las Vegas.

    Raffaele scrive: 27 gennaio 2015 alle 18:08

    Probabilmente, caro Bruno, QUESTA “Patmos” cibernetica coincide con la splendida Fontanellato (Parma), ove padre G.Cavalcoli si trova relegato dai Superiori.
    C’è un meraviglioso Santuario della Madonna con convento domenicano, ma il luogo è irraggiungibile senza un’auto.
    Dopo averlo “avvertito” più volte che stava esagerando nella sua militanza solitaria e nella sua denuncia dei gravi sbandamenti della Gerarchia (lo scrisse lui su questo sito), i Superiori lo trasferirono lì dal convento fondamentale di Bologna (nell’adiacente Basilica riposa il corpo di San Domenico)

  18. gianlub1 dice:

    Oggi è il “giorno della memoria”; ………. e pensare che se non ci fossero stati Ariel Levi in mezzo ai piedi a fare gli infiltrati potevano essere anche di più

  19. Padre Ariel
    vivamaria dice:

    Articolo stupendo … solo un piccolo “rimprovero” a monsignor Livi per essere stato troppo tenero a commentare le vignette sacrileghe inserite da un “prete” che nei fatti è un rabbino infiltrato, Sua Ecc. Lefevre (leggasi Sant’Atanasio) non lo avrebbe fatto avvicinare nemmeno al sagrato della chiesa mentre la chiesa del postconcilio li fa preti, se sono preti …

    • Padre Ariel
      kattolico dice:

      ti sbagli. Tutti quelli ordinati dopo il CV2 non sono veri preti validi ma potrebbero esserlo se si fanno riordinare da vescovi validi della FSSPX dopo avere rinnegato tutte le eresie del conciliabolo, gli incontri di assisi, i baci al corano giovampaolisti, i “chi sono io per giudicare” bergogliani ecc..

  20. Padre Ariel
    Giangio dice:

    è stata aperta una petizione per il trasferimento forzato di Levi e Cavalcoli dall’Isola di Patmos all’isola di Montecristo assieme ai loro amici modernisti, assistiti dal coro angelico dei defunti redattori di Charlie Hebdo.
    Un caloroso grazie a mons. Livi.

  21. Padre Ariel
    Francesco Ghirelli dice:

    Grande mons. Livi !! e chi deve capire (don Ariel) capisca, però non è detto che capisca perché per capire occorre l’intelletto che lui non ha per capire il necessario capibile …
    Ad maiora!

  22. Padre Ariel
    Mario Maffei dice:

    Monsignore lei non si è limitato a dir quel che pensa ma ci ha spiegato che gli altri due (Cavalcoli & Levi Gualdo) pensano proprio male. Lo abbiamo capito da tempo ma ci fa immenso piacere che a dirlo sia lei, complimenti e grazie.

  23. Padre Ariel
    Jester dice:

    padre Cavalcoli ha taciuto e si è sciroppato tutte le vignette del “levita sacrilego” che gioca al giovanneo sull’Isola di Patmos ma che è una quinta colonna di Satana, mentre il grande Livi ha risposto con una splendida messa cantata.
    Bravo monsignore!

  24. Padre Ariel
    Andrea Troiani dice:

    Dio la benedica per la presa di distanza da quello pseudo prete del levi di gualdo teologo-modernista-giudeo-massone-donnaiolo-infiltrato nella chiesa per distruggere la sua Santa Tradizione e che come lei giustamente scrive è specializzato a cooperare con il male (“cooperatio ad malum”), come ha di recente mostrato con un suo articolo di delirio dove piglia le difese dell’antipapa Bergoglio verso il quale pretende addirittura un atto di “fede cieca” e attacca indecentemente i tradizionalisti. Ributtante anche il padre Cavalcoli [CENSURATO]. Siete rimasti in pochi a difendere la Morale e la Tradizione, solo lei e Monsignor Gherardini, e naturalmente i santi preti e i santi vescovi della FSSPX.
    Viva Gesù Viva Maria!

    ___________________________________________

    Gentile Lettore.

    Io rispetto la libertà di opinione anche quando è insultante nei miei riguardi, non posso però pubblicare gli insulti da lei rivolti al teologo domenicano Giovanni Cavalcoli, perché non sono disposto ad approvare commenti nei quali si manca di rispetto ad un mio confratello anziano che io venero per saggezza e anzianità di ministero sacerdotale come da sempre venero e rispetto tutti i membri anziani del clero secolare e regolare. Su di me si senta invece libero di scrivere quello che vuole.

    Ariel S. Levi di Gualdo

  25. ap dice:

    caro Padre, sono commossa per il suo scritto. Grazie, grazie, grazie. Lei ha tanti argomenti, e li sa esporre così bene.

I commenti sono chiusi.