L’uccisione del nemico: riflessioni sulla pena di morte e questioni annesse
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Scrive papa Francesco, autocitandosi, che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona», ed ovviamente si riferisce “all’inviolabilità e dignità” del condannato.
E se la non applicazione della pena di morte attentasse “all’inviolabilità e dignità” della vittima e dei suoi familiari sarebbe sempre illecita?
Come potrebbe essere definito uno stato che anteponesse “l’inviolabilità e dignità” del colpevole a quella della vittima?
Cari padri,
comprendo che l’approccio alla questione è, in sintesi: la modifica del Papa è contingente, se cambiassero le condizioni l’articolo verrebbe di nuovo modificato. Io rimango molto più che perplesso sull’opportunità e la comprensibilità di questa modifica, perché è pieno di “novatores” che stanno già urlando ai quattro venti che la pena di morte ora e per sempre è un male implicito e la dottrina è cambiata, e qui si ritorna sul tormentone “se il Papa intende questo o quest’altro”, ma sorvoliamo su questo punto.
Un problema è che comunque anche nel 2018 un cattolico può trovarsi nella posizione di dover comminare la pena di morte: si pensi alle corti marziali nei teatri di guerra (Siria, tanto per fare un solo esempio) dove non è sempre possibile garantire che un grosso delinquente finisca in galera (non sto chiaramente parlando di uccisioni durante un combattimento). Non c’è menzione di questa situazione nel nuovo articolo: dunque un militare cattolico si troverà tra l’incudine ed il martello.
El Papa ha cancellato omnino la necessità dalla pena di morte. Roma locuta, causa finita ? Ma non era, El Papa gesuita, il gran campione del discernimento caso per caso ?
salve padre cavalcoli possiamo supporre che papa bergoglio abbia cambiato il catechismo per poi poterlo rimaneggiare come osserva aldo valli nel suo blog ?https://www.aldomariavalli.it/2018/08/04/il-catechismo-cambiato-e-la-mancanza-di-prudenza/