Du professeur Alessandro Barbero à Saint François "sous la croûte". quand la sainteté se conjugue avec l'histoire

DAL PROFESSOR ALESSANDRO BARBERO UN SAN FRANCESCO “SOTTO LA CROSTA”. QUANDO LA SANTITÀ SI CONIUGA CON LA STORIA

Lo storico Alessandro Barbero non è un cattolico, è un laico, ma su San Francesco racconta più verità di quante se ne siano sentite dai devoti cattolici sulla vita del Poverello. Ciò allo stesso modo in cui, nella cinematografia, il Francesco più aderente al reale lo rappresentò la regista Liliana Cavani, atea e comunista, attraverso un giovane e virile Mickey Rourke. Con buona pace per il talento e la memoria del regista Franco Zeffirelli, che invece rappresentò un San Francesco sdolcinato e completamente de-virilizzato.

- nouvelles ecclésiales -

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Da qualche giorno ho iniziato la lettura del nuovo libro su San Francesco d’Assisi del professor Alessandro Barbero, volto ormai noto e apprezzato non solo nell’ambito accademico.

Mickey Rourke interpreta Francesco d’Assisi nel film della regista Liliana Cavani (Italie, 1989)

Come storico ha intrapreso con successo una buona attività di divulgazione di quella materia ― la storia ― che è sempre stata oggetto di noia per molti ai tempi della scuola, forse più per la metodologia con cui veniva spiegata e posta agli studenti che per l’oggetto stesso del suo studio.

Il merito di questo divulgatore è senza dubbio di aver avvicinato un vasto pubblico alla storia e ad argomenti di carattere storico, così come il giornalista Indro Montanelli fece con i suoi libri e interviste sulla Storia d’Italia che potremmo definire una storia d’inchiesta, come solo un provetto ed esperto giornalista sa fare.

La storia è magistra vitae e conoscere la storia, quella senza coloriture ideologiche, che ha tante contraddizioni e buchi neri, quella non scritta dai soli vincitori, quella dei fatti e delle fonti è estremamente utile per conoscerci e per sapere come orientare il futuro e forse anche per evitare di commettere errori madornali. Ma non sempre è così purtroppo.

Fino a quando questo discorso lo si applica alle guerre mondiali, ai fatti della storia recente e dell’antichità siamo forse tutti d’accordo, ma quando la storia tocca argomenti e tematiche più particolari come l’agiografia o la teologia che cosa succede? bien, bisogna saper mantenere un giusto equilibrio tra le parti e le discipline ma personalmente credo che saper fare una buona storia, e partire da una buona base storica riguardo ai temi trattati dalla agiografia e dalla teologia, sia estremamente importante per comprendere come Dio è capace di operare nella vita degli uomini, proprio in quella maniera umana non priva di contraddizioni, di lentezze, di sorprese che apparentemente contraddicono una certa idea devota di azione divina e di santità.

Per quanto riguarda la vita di San Francesco, questa realtà è stata evidente da subito dopo la sua morte e in vista della sua rapida canonizzazione. Nous, suoi frati e prosecutori dei suoi ideali, abbiamo avuto forse troppo una preoccupazione conservativa che ci ha portato a vedere (e a far vedere) frate Francesco come un modello inarrivabile, fino a considerarlo ― come poi l’iconografia avrà modo di esplicitare meglio ― un nuovo Cristo in terra e questo non solo a motivo del dono delle sacre stimmate che furono l’ultimo sigillo che il Verbo di Dio gli conferì (cf. Dante Alighieri, Paradiso, XI canto) ma anche grazie ad alcune colorazioni biografiche che le versioni ufficiali hanno presentato.

Rappelez-vous, da moderni non vogliamo fare nessun processo alla Legenda maior di San Bonaventura che contribuì a fissare nella memoria collettiva l’immagine di San Francesco essenzialmente mistico e protagonista solo di eventi favolosi e che ribadivano la sua somiglianza con Cristo. In quel momento storico in senso più ampio possibile ― per la società medievale, per la Chiesa Cattolica, per la stessa sopravvivenza dell’Ordine dei Minori ― un procedimento agiografico più che biografico come quello operato da San Bonaventura era quasi obbligato.

Si cercavano sicurezze e stabilità e lui con la sua astuzia e intelligenza è riuscito nel compito. Si cercava soprattutto un modello e spesso questo desiderio portava a descrivere con perfezione le gesta di un “uomo santo”, omettendo quelle parti di normale fragilità e umanità che invece sono le prime a testimoniare la santità di una persona se teniamo in buon conto l’insegnamento di San Gregorio Magno: «miracula que sanctitatem non faciunt sed ostendum» (i miracoli non creano la santità, ne sono però manifestazione o dimostrazione)

Tracciare una figura di San Francesco così aulica e inarrivabile ha forse costituito per tanti un traguardo irraggiungibile, più una legenda che una vera e propria vita; una storia che doveva essere letta per scaldare il cuore con buone e sante ispirazioni e insegnamenti morali e religiosi non sempre però realmente percorribili, distanti da quella ferialità dei suoi frati e dei suoi devoti.

Credo che questo abbia anche contribuito al proliferare nei secoli successivi, di quelle visioni di vita di San Francesco, più accomodanti e percorribili che sono diventate tanto care a una modernità ideologica e schierata come la nostra: il Francesco pacifista, écologiste, activiste des droits des animaux, vegano, precursore del dialogo interreligioso accomodante, pauperista, comunista avant la lettre. Visioni più percorribili forse nell’oggi ma totalmente false e distanti dalle reali intenzioni del Poverello di Assisi.

Com’ebbi già modo di sottolineare in un altro mio articolo (vous voyez QUI) San Francesco è una persona, prima che un santo, estremamente complicata, dentro un periodo storico ed ecclesiale altrettanto complicato, per cui solo una ricerca storica oggettiva e sana può ricostituirlo all’interno di un discorso che tenda il più possibile al vero, a quel Francesco di Pietro di Bernardone zero, quello che si intravede sotto la crosta di tante amenità a cui ha dovuto, obtorto cou, seraficamente sottostare e forse anche sopportare.

Il merito dello storico Barbero ― come di altri che si sono interessati di San Francesco, penso a Franco Cardini e a Chiara Frugoni ― è descriverlo come un uomo dentro una storia ben precisa, un uomo tormentato, dur, capace di gesti dolcissimi e di asprezze inaspettate, un uomo aperto alla trascendenza e alle contraddizioni del suo tempo.

La lettura storica di San Francesco ci permette di crescere anche nella conoscenza di una Chiesa medievale che per il Poverello non costituisce un motivo di scandalo a differenza dei tanti movimenti a lui contemporanei caduti nell’eresia e nella violenza scismatica. Tirare per la giacchetta San Francesco come un fustigatore dei costumi della Chiesa ― e della Chiesa come corpo istituzionale ― è quanto mai improprio. Questo lo fecero altri e se mai anche con ragione ma San Francesco non lo fece, né lo desiderò, per lui la Chiesa era quella, la migliore possibile esistente perché così voluta da Cristo, non dunque una rifondazione utopica dalle basi ma un rinnovamento Dans l'homme intérieur che poi sarà il cuore dalla sua forme de vie che si esplicita con tutta la passione nell’estensione della Regola non bollata.

San Francesco ama la Chiesa Cattolica, le sien, quella che dal 1182 in poi lo accompagnerà dal battesimo fino alla sepoltura nella chiesetta di San Giorgio, non un’altra Chiesa ideale. Egli ama e rispetta la gerarchia della Chiesa, dai sacerdoti più poveri e moralmente fragili al suo vescovo di Assisi (Guido) che sarà testimone della sua spogliazione, per arrivare al vescovo di Roma (Innocenzo III e Onorio III) che lo confermeranno nel proposito di vivere aucun commentaire il Santo Vangelo del Signore Nostro Gesù Cristo approvando la forme de vie. Francesco non è cieco davanti ai fatti ma ha capito che il rinnovamento più efficace è personale, inizia dal di dentro ed è per questo che non giudica ma lascia che lui e i suoi frati siano e diventino quel segno di cambiamento reale – quel lievito buono del Vangelo – che è capace di migliorare tutta quanta la Chiesa Cattolica. Una metodologia di rinnovamento ecclesiale come quella di San Francesco è ancora oggi difficile da trovare nei piani e nei programmi pastorali.

San Francesco è amante e cultore della vita avventurosa del Medioevo, sogna di essere un cavaliere e vede i suoi frati come cavalieri di Cristo senza macchia e puri di cuore. Conosce le mirabolanti avventure fascinose delle Chanson de Geste ed è al contempo testimone delle vicende politico-ecclesiali che hanno condotto alle crociate. Notiamo come Francesco non è critico verso la Chiesa neanche per l’indizione delle crociate. Rimane comunque un uomo del Medioevo e sa che seppur nella loro tragicità anche le crociate hanno un senso e un merito. Furono diversi i santi che si susseguirono dopo di lui che le crociate e le loro ragioni ritenute legittime, le predicarono, tra di essi un altro celebre francescano, Bernardino degli Albizzeschi di Massa Marittima, noto come San Bernardino da Siena. Avendo però conosciuto personalmente le crudeltà della guerra, della battaglia, della prigionia, delle ferite e delle mutilazioni dei suoi compagni, San Francesco sceglie di andare dal Sultano optando una scelta diversa, non quella delle armi ma della Parola.

In Egitto davanti ad Al-Malik al-Kāmil annuncia Cristo e il Vangelo, un’arma ben diversa e più potente della spada, un dialogo che non scade nel politicamente corretto ma in un invito deciso alla conversione del Sultano d’Egitto e Siria a far regnare quel Dio portatore di pace e che dona il pacificatore per eccellenza. Non è sorprendente che il Sultano non si senta offeso dalle parole di San Francesco, ricordiamo che in Egitto erano già presenti i cristiani copti e il Sultano e la sua corte erano abituati a vedere cristiani e ministri ordinati in terra d’Egitto e a disputare con loro. L’atto di San Francesco non è becera propaganda politica alla Chiesa Cattolica ma reale invito di conversione e di salvezza come diversi membri dell’Ordine dei Minori fecero in Marocco e in altri territori di fede islamica trovando molto spesso il martirio nei secoli successivi.

Il libro del Professor Barbero tratta di questi e di altri temi, portando alla luce una immagine di San Francesco che supera l’ideologia e il maquillage da immaginetta agiografica. Il merito è senza dubbio quello di poter conoscere un San Francesco scomodo che non può essere categorizzato dentro una singola visione, la sua storia dentro la storia ci permette di apprezzarlo ancora di più e di restituirne una immagine concreta e vivida.

De conclure, la stessa tematica della povertà che San Francesco sogna, sposa e raccomanda è quella che anzitutto si è realizzata con una kénose di sé stesso come uomo che scopre il suo limite e conosce il suo cuore traballante. La povertà materiale non è il fine ma la conseguenza maturata negli anni di una povertà più vera e più profonda. In questo sì che possiamo assimilare San Francesco a Cristo nella umiliazione-spogliazione di una vita che apparentemente sembra un fallimento agli occhi del mondo. Dopo la morte di San Francesco è proprio sul tema della povertà spirituale che i suoi figli discutono e iniziano con le prime controversie che scaturiranno nelle successive riforme.

La povertà di San Francesco si va costituendo dentro diversi fatti reali della sua storia: nel suo esaurimento fisico e mentale dopo la prigionia della battaglia di Collestrada nel 1202 che lo ridimensiona nei suoi ideali di cavalierato. Nell’incontro con il lebbroso che è l’esempio concreto della spogliazione che ogni malattia impone all’infermo ma è anche il segno evidente che la conversione necessita di determinazione e violenza per essere attuata (cf. Mont 11,12). Fino ad essere rifiutato e non più riconosciuto come capo del suo Ordine che estendendosi in prestigio in buona parte dell’Europa di allora può fare a meno di lui. All’uomo moderno che apprezza in San Francesco la santa povertà si dovrebbe ricordare che questa si conquista facendo diversi passi indietro, nullificandosi, guardando i propri limiti e accettandoli con la perfetta letizia di chi ha saputo mettere tutto nelle mani di Dio.

Lo storico Alessandro Barbero non è un cattolico, è un laico, ma su San Francesco racconta più verità di quante se ne siano sentite dai devoti cattolici sulla vita del Poverello. Ciò allo stesso modo in cui, nella cinematografia, il Francesco più aderente al reale lo rappresentò la regista Liliana Cavani, atea e comunista, attraverso un giovane e virile Mickey Rourke. Con buona pace per il talento e la memoria del regista Franco Zeffirelli, che invece rappresentò un San Francesco sdolcinato e completamente de-virilizzato.

Auguriamo ad Alessandro Barbero, laico e non cattolico, nella saggezza dell’età che passa, complice anche San Francesco, si possa avvicinare a Dio e trovare in lui, fonte di ogni sapienza, Tout bon.

Sanluri, 9 octobre 2025

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Funérailles funéraires du nonce apostolique Adriano Bernardini. Homélie prononcée par le père Ariel S. Levi di Gualdo - Messe funéraire pour le nonce apostolique Adriano Bernardini. Homélie livrée par le père Ariel S. Levi Gualdo -

italien, Anglais, espagnol

 

Funérailles funéraires du nonce apostolique Adriano Bernardini. Homélie prononcée par le père Ariel S. LEVI GUALDO

Diocèse de Saint-Marin-Montefeltro, Église du monastère du piandimeto, 15 septembre 2025 minerai 15:00. Exequine de s.e. Mons. Adrien Bernardini, Archevêque le propriétaire de Faleri et de non-non-non-non.

- Nouvelles de l'Église -

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† De l'Évangile selon Jean (14, 1-6)

À ce moment, Jésus dit à ses disciples: «Votre cœur n'est pas troublé. Avoir foi en Dieu et avoir confiance en moi aussi. Dans la maison de mon père, il y a beaucoup d'endroits. Sinon, Je t'aurais dit. Je vais préparer un endroit; Quand je serai parti et que je t'aurai préparé une place, Je reviendrai et te emmènerai avec moi, Pourquoi être toi où je suis. Et l'endroit où je vais, Tu sais le chemin ". Tommaso lui a dit: "Monsieur, nous ne savons pas où vous allez et comment pouvons-nous savoir le chemin?». Jésus lui a dit: "Je suis le chemin, vérité et vie. Personne ne vient au Père que par moi. Votre cœur n'est pas troublé. Avoir foi en Dieu et avoir confiance en moi aussi. Dans la maison de mon père, il y a beaucoup de maisons. Sinon, Je t'aurais jamais dit: Je vais préparer un endroit? Quand je serai parti et que je t'aurai préparé une place, Je reviendrai et t'amènerai avec moi, Parce que où je suis aussi. Et l'endroit où je vais, Tu sais le chemin ". Tommaso lui a dit: “seigneur, Nous ne savons pas où tu vas; Comment pouvons-nous savoir le chemin?». Jésus lui a dit: “Je suis le chemin, vérité et vie. Personne ne vient au Père que par moi”».

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Estimés évêques Dominique, Shepherd de ce nôtre Église particulière e Andréa, émérite, Confrèrent des amis et vous tous chers présents ici: «Grâce à toi et à la paix de Dieu, notre père, Et par le Seigneur Jésus-Christ ".

Recevoir le 30 Août l'onction sacrée des malades Adrien Bernardini Archevêque le propriétaire de Manquer et nonce apostolique, Les paroles de l'Évangile de John m'ont chuchoté: "Père, Le moment est venu " (Gv 17, 1-2). C'est pourquoi j'ai choisi de le saluer avec une homélie tirée de ce quatrième évangile, Où l'apôtre Pierre demande à Jésus: "Monsieur, où allez-vous?». Jésus répond à Pietro qui n'était pas encore prêt: "Où je vais, Tu ne peux pas me suivre pour le moment; Tu me suivras plus tard ". La même chose avait dit juste avant tous les disciples: «Où je vais, Tu ne peux pas venir " (Gv 13, 33-34).

Sur la photo: S.E.R. Mons. Adrien Bernardini (13.08.1942 – † 11.09.2025) Et le père Ariel S. Levi Gualdo, Son secrétaire privé (2017-2025)

Ce sont des fragments qui révèlent l'émotion pour le détachement imminent du Divin Maître. C'est peut-être pourquoi les paroles de l'Évangile nouvellement proclamé s'ouvrent avec une invitation de Jésus qui devient, En plus d'être promis aussi Balsamo: «Votre cœur n'est pas troublé. Avoir foi en Dieu et avoir confiance en moi aussi. Dans la maison de mon père, il y a beaucoup de maisons ".

Avec ses mots Jésus fait son départ et son vide qui laisse une opportunité de renaissance pour ses disciples. Demander la foi, Il les pousse à transformer la peur du nouveau et la terreur de l'abandon dans le courage de se donner, s'appuyant sur le Seigneur qui promet d'aller pour préparer une place pour eux. Il vit son départ par rapport à ceux qui restent et montrent qu'il ne les abandonne pas, Mais une phase de relation différente avec eux inaugure. Le détachement est en vue d'une nouvelle réception basée sur une promesse précise: "Je vais vous emmener avec moi" (Gv 14,2-3).

Dans une circonstance difficile comme celle-ci C'est agréable de retourner au début, quand les disciples, L'avenir de l'apôtre, Ils ont eu le premier contact avec Jésus et lui ont demandé: « Rabbi, Maestro, où vous vivez?». Il leur a dit: "Viens voir".

"Rester" ou "habitation", "Venir" et "voir" Ce sont les verbes qui, en particulier dans l'Évangile de Jean, décrivent le chemin de la foi, L'arrivée du disciple et la réponse à la question de Pietro: "Où vas-tu, où nous pouvons vous rencontrer et vous retrouver?». Jésus dira un jour: «Reste dans mon amour, Comment la branche reste dans la vigne, Parce que j'ai observé les commandements de mon père et que je reste dans son amour. C'est l'endroit où je vis, Je reste et je vis " (Gv 15,9-10).

Voici le but du disciple pour lequel il ne sera pas nécessaire d'attendre le transit de la mort, Parce que c'est ici, maintenant, Disponible pour tout le monde, Parce que Jésus s'est enfui. Ce n'est pas une réalité future qui s'avérera au-delà de cette vie à travers la mort, Passe difficile pour ceux qui doivent aller au-delà et un héritage douloureux pour ceux qui doivent vivre avec mémoire, Mais c'est un cadeau présent pour ceux qui "croient en lui" (Gv 14,12).

Il n'est donc même pas troublé notre cœur face au détachement, Préparez-nous plutôt à reconnaître l'endroit où chacun de nous est responsable de la maison éternelle qui nous attend. Similaire à la place du disciple bien-aimé qui a fait reculer sa tête sur la poitrine de Jésus lors du dernier dîner. Il a été placé dans le sein de Jésus (Gv 13,25), OMS, Comme le dit le prologue Giovanneo "Il est retourné au sein de son père et a ouvert la voie" (Gv 1,18), Maintenant "il est venu son heure pour aller de ce monde à son père (Gv 13,1) Il nous dit: "Personne ne vient au Père sauf au moyen de moi".

Pour essayer de proposer les raisons pas faciles, Mais poursuivi et réalisable du Saint Évangile, l'Église a toujours utilisé de nombreux moyens, y compris la diplomatie. C'est le nonce apostolique: Un porteur et annonceur du Saint-Évangile a appelé à créer le Paix du Christ dans le monde. Mais essayons de tout représenter avec un exemple concret: en octobre 1962 Le monde a touché la troisième guerre mondiale avec la "crise de Cuba". À présent, les deux interlocuteurs, Nikita Kruscev et John Fitzgerald Kennedy ne pouvaient plus parler ni traiter, Parce que ni l'un ni l'autre n'était disposé à prendre du recul. C'est à ce moment tragique que le Saint-Pape Jean XXIII est intervenu, bon à retenir, Ce n'était pas correctement ce simple agriculteur qui est affecté dans certaines iconographies populaires, Il est venu du monde de la diplomatie et avait été un diplomate également raffiné, Surtout dans son mandat en tant que nonce apostolique en France. Les deux interlocuteurs ont accepté l'appel à la fois simultanément et les têtes de missile au cours de Cuba sont revenus. Quelques mois après, en avril 1963, Le Saint Pontife a publié son encyclique Paix sur la terre. Le message de paix de l'Évangile a prévalu grâce à la diplomatie pontificale. Aujourd'hui, Les livres de l'histoire contemporaine, Ils racontent que cette intervention diplomatique a sauvé l'humanité du risque d'une troisième guerre mondiale.

Au lieu de réciter les litanies de ses vertus Je mentionnerai l'un de ses défauts, Pour démontrer comment un serviteur de l'Église et de la papauté peut changer un défaut par les trois vertus de la foi, espoir et charité (cf.. Je Cor 13, 1-13), qui ne se tiennent pas sur les émotions, Pire sur les idéologies viscérales, Mais sur la raison. Foi en quête de compréhension et par revers comprendre rechercher la foi, ou: la foi exige la raison et par revers la raison exige la foi, Alors que le père de l’école classique Sant'anselmo d’Aosta énoncé, à son tour rénové à la pensée du Saint-Père et du docteur de l’évêque de l’Église d'Agostino d'Hippona: Je crois que pour comprendre et par revers Je comprends que vous pouvez faire confiance, ou, je crois comprendre, Je comprends de croire. À atteindre le Saint Pontife Jean-Paul II qui a résumé cette relation entre la raison et la foi dans l'encyclique Foi et Raison, foi et raison.

Résolu par le tempérament, Il était capable de devenir inaccessible. Au cours des derniers mois de la vie, il a été affaibli par la maladie, Mais garder son caractère particulier. Un jour, Lors de sa dernière hospitalisation au foyer de soins infirmiers romain Villa del Rosario - où il était d'ailleurs qu'il a été soigné avec précision par les médecins, des ambulanciers paramédicaux et des religieuses -, Il a commencé à considérer juste une mauvaise chose qui aurait pu être nocive pour lui. Je lui ai dit et, sur les premiers, Presque en colère, Mais je l'ai supposé lui rappeler la page de l'Évangile dans lequel le discours dans lequel Jésus dit à Pietro est raconté: "" En vérité, En vérité je te le dis: quand vous étiez plus jeune, vous avez utilisé pour vous habiller, et marché où vous; mais quand tu seras vieux, tu étendras tes mains, et quelqu'un d'autre vous habiller et vous conduire où vous ne voulez pas ' (Gv 21, 18). Il a souri et a répondu ironique: CA va bien, Je te suivrai, Mais essayez de me prendre où je veux aller ".

Les gens avec un caractère résolu le christianisme doivent beaucoup, Pensez simplement à l'adoption des actes des apôtres où il est raconté de l'apôtre béni Paul qui "a discuté avec les Grecs" (Traduction: se disputé avec eux); "Mais ceux-ci ont essayé de le tuer" (Traduction: Parce qu'ils ne le comprenaient pas). «Les frères, le savoir, Ils l'ont conduit à Césarée et de là, ils l'ont envoyé à Tarse " (Traduction: Nous essayons de sauver sa vie au nom de l'organisme de bienfaisance chrétienne nouveau-né). Et en fermant la conclusion diplomatique de cette chronique: «Alors l'Église, Tout au long de la Judée, à Galilea est à Samarie, Il avait la paix " (qui traduit des moyens: Heureusement, il est parti) (À 9, 29-31). et pourtant, Ce que nous devons au caractère résolu et pas très angulaire de l'apôtre béni Paul?

J'ai honoré sa volonté Éviter les béatifications au moyen de contes épiques et de biographies triomphales, Comme parfois, il est habitué aux funérailles, Les choses de lui détestent, Aussi parce qu'aucun de nous ne connaît le jugement de Dieu, Mais nous savons tous à quel point sa récompense est grande pour ses fidèles serviteurs, Parce que seuls les hommes de foi forgés par les vertus authentiques parviennent à changer leurs défauts apparents en précieux service à l'église; Et en ce sens, De San Paolo à Sant’agostino, La liste de ces hommes extraordinaires est très long. Pour endommager l'église, les hommes ne sont pas résolus par leur force de caractère, Mais ceux qui ne savent pas dire oui quand c'est oui et non quand c'est non (Voir. Mont 5, 37); Ils sont les faibles fiers de leur faiblesse voilée des spiritualistes et des mysticismes, ignorant que nous, Dans la suite du Christ, Nous sommes appelés à être de sel, pas de terre de sucre (cf.. Mont 5, 13-16). En fait, Quand nous étions des prêtres consacrés, nous n'avons pas eu une pensée douce, L'évêque consacrant nous a dit: « Comprenez ce que vous faites, imitez ce que vous célébrez, conformer votre vie au mystère de la croix du Christ, le Seigneur ". Tous basés sur les paroles du divin maître qui nous a avertis: «Si quelqu'un veut venir derrière moi, Prenez sa croix et suivez-moi " (Mont 16, 24-25).

Tout cela il a essayé de le comprendre, Vivez-le et transmettez-le à travers une façon particulière d'annoncer et d'apporter l'Évangile: Diplomatie ecclésiastique au service de l'Église du Christ et de l'apostolique voir.

La source de la véritable diplomatie ecclésiastique Tout est enfermé sur les lignes, à l'intérieur des lignes et au-delà des lignes de l'Évangile qui, de siècle en siècle, Jusqu'au retour du Christ à la fin du temps, ne cessera pas de mettre en évidence nos misères et notre richesse humaine, Nos limites et nos tailles, nos péchés et nos vertus chrétiennes. Et ces jours-ci, Peut-être plus que jamais dire avec l'apôtre béni Paolo: «J'ai combattu le bon combat, J'ai fini ma course, J'ai gardé la foi " (II Tm 4,6). Parce qu'il n'est pas facile de garder la foi, Pas même dans cette société humaine qui est l'Église visible, défini comme "saint et pécheur" par le saint évêque Ambrogio, a suivi des siècles plus tard par le cardinal Joseph Ratzinger qui médiant 2005 La neuvième station de la Via Crucis s'est plainte: "Combien de saleté est dans l'église, et précisément aussi parmi ceux qui, dans la prêtrise, ils devraient lui appartenir complètement!».

Qui est ce prêtre grimpé sur la chaire Prêcher en mémoire d'Adriano Bishop? Je suis un serviteur inutile. Comme le dit le Seigneur Jésus en fait: «Lorsque vous avez fait tout ce qui vous a été commandé, dite: «Nous sommes des serviteurs inutiles. Nous avons fait ce que nous devions faire "" (Lc 17, 10). Quelle était ma relation intime avec lui? Je réponds en disant que dans l'Évangile lunanien, nous parlons de la grande confidentialité de la Sainte Vierge Marie que "pour sa part, Il a pris toutes ces choses en méditant dans son cœur " (Lc 2, 19).

L'apôtre écrit aux habitants de Corinthe: "Où, la mort, Votre victoire?» (Je Cor 15, 55). Réfléchir sur cette étape à la fin de sa vie, Le Pontife suprême Benoît XVI a commenté: «Je ne me prépare pas à la fin mais à une réunion depuis que la mort s'ouvre à la vie, à l'éternel, qui n'est pas une duplication infinie de la période actuelle, Mais quelque chose de complètement nouveau ".

Passez un bon voyage dans le "nouveau" bon voyage "dans l'éternel", Adriano Bishop, Tu as fait à quel point tu devais faire, Comme nous tous des "serviteurs inutiles", J'en témoigne quand j'étais enfant, ami et frère. Tous 11 septembre, Jusqu'à ce que je puisse physiquement, Je serai dans cet endroit à l'église particulière de San Marino-Montefeltro, auquel j'appartiens en tant que presbytère - bien qu'il n'ait pas été vécu à Montefeltro mais à Rome avec vous -, Pour célébrer dans votre lieu de naissance, Aujourd'hui aussi votre lieu de sépulture, Une masse sainte pour l'âme immortelle du Père, de l'ami et du frère tu as été pour moi.

Loué soit Jésus-Christ!

Santa Maria del Mutino, localiser. Monastère du piandimélette, 15 septembre 2025

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Messe funéraire pour le nonce apostolique Adriano Bernardini. Homélie livrée par le père Ariel S. LEVI GUALDO

Diocèse de San Marino-Montefeltro, Église monastère de piandimeto, septembre 15, 2025, 3:00 PM. Messe éséque pour Son Excellence Mgr. Adrien Bernardini, Archevêque titulaire de Federi et non-nonce apostolique.

- réalité ecclésiale -

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† Évangile de Jean (14, 1-6)

«» Ne laissez pas vos cœurs être troublés. Tu as foi en Dieu; avoir confiance en moi aussi. Dans la maison de mon père, il y a de nombreux habitants. S'il n'y avait pas, aurais-je dit que je vais préparer un endroit pour vous? Et si je vais préparer un endroit pour toi, Je reviendrai et t'amènerai à moi-même, Pour que là où je suis, vous pouvez aussi être. Où [je] Je vais, tu sais le chemin ». Thomas lui dit, "Maître, Nous ne savons pas où vous allez; Comment pouvons-nous savoir le chemin?"Jésus lui a dit, «Je suis le chemin et la vérité et la vie. Personne ne vient au Père sauf à travers moi »».

 

Vénérables évêques Dominique, Shepard de ça église particulière, et Andrew, Les évêques émérites, Frères amis, Et vous tous beaucoup aimés présents ici: «Grâce à toi et à la paix de Dieu notre Père et le Seigneur Jésus-Christ!».

Recevoir l'onction sacrée des malades en août 30, Adrien Bernardini, Archevêque titulaire de Federi et non-nonce apostolique, m'a chuchoté les paroles de l'Évangile de Jean: "Père, l'heure est venue » (JN 17:1-2). Pour cette raison, J'ai choisi de le saluer avec une homélie tirée de ce quatrième évangile, Où l'apôtre Pierre demande à Jésus: "Seigneur, où vas-tu? Jésus répond à Pierre, qui n'était pas encore prêt: “Où je vais, tu ne peux pas me suivre maintenant; tu me suivras plus tard”. Il avait dit la même chose peu de temps avant à tous les disciples: “Où je vais, tu ne peux pas venir”» (JN 13:33-34).

Ces fragments révèlent l'émotion de la séparation imminente du maître divin. C'est peut-être pour cela que les paroles de l'Évangile vient de se proclamer avec une invitation de Jésus qui devient non seulement une promesse mais aussi un baume: «Ne laissez pas vos cœurs être troublés. Croire en Dieu, Croyez aussi en moi. Dans la maison de mon père se trouvent de nombreuses chambres ».

Avec ses mots, Jésus fait son départ et le vide, il laisse une opportunité de renaissance pour ses disciples. En leur demandant la foi, Il les pousse à transformer leur peur du nouveau et la terreur de l'abandon en courage pour se donner, s'appuyer sur le Seigneur qui promet d'aller préparer une place pour eux. Il éprouve son départ en relation avec ceux qui restent et montrent qu'il ne les abandonne pas, mais inaugure une phase de relation différente avec eux. Cette séparation est en préparation d'un nouvel accueil basé sur une promesse spécifique: «Je vais t'emmener à moi-même» (JN 14:2-3).

Dans une circonstance difficile comme celle-ci, C'est beau de revenir au début, Quand les disciples, futurs apôtres, a d'abord rencontré Jésus et lui a demandé: "Rabbin, Maître, Où séjournes-tu?». Il leur a dit: «Venez voir».

«Rester» ou «demeurer», «Venir» et «voir» sont les verbes qui, surtout dans l'Évangile de Jean, Décrivez le voyage de la foi, L'arrivée du disciple, Et la réponse à la question de Peter: "Où vas-tu? Où pouvons-nous vous rencontrer et vous retrouver?»Jésus dira un jour: «Reste dans mon amour, Comme la branche reste dans la vigne, car j'ai gardé les commandements de mon père et reste dans son amour. Il y a mon lieu de logement, où je reste et j'habite » (JN 15:9-10).

C'est l'objectif du disciple, pour lequel il n'est pas nécessaire d'attendre le passage de la mort, Parce que c'est ici, maintenant, Disponible pour tous, Parce que Jésus est devenu le chemin. Ce n'est pas une réalité future qui sera révélée au-delà de cette vie à travers la mort, Un passage difficile pour ceux qui doivent le traverser et un héritage douloureux pour ceux qui devront vivre avec la mémoire, Mais c'est un cadeau actuel pour ceux qui «croient en lui» (JN 14:12).

Que ce ne soit pas nos cœurs, ensuite, être troublé par la séparation; plutôt, nous préparons-nous à partir de maintenant pour reconnaître l'endroit qui appartient à chacun de nous dans la maison éternelle qui nous attend. Semblable à la place du disciple bien-aimé qui a penché sa tête sur Jésus’ coffre au dernier souper. Il était allongé en Jésus’ sein (JN 13:25), OMS, Comme le dit le John Prologue, «Est revenu au sein du père et a ouvert la voie» (JN 1:18), Maintenant «quand son heure est arrivée de ce monde au père» (JN 13:1), Il nous dit: «Personne ne vient au Père sauf à travers moi».

Pour essayer de proposer le difficile, pourtant réalisable et réalisable, Raisons du Saint Gospel, L'église a toujours utilisé de nombreux moyens, y compris la diplomatie. C'est le nonce apostolique: un porteur et un proclamation du Saint Évangile appelé à établir le Paix du Christ dans le monde. Mais essayons d'illustrer cela avec un exemple concret: en octobre 1962, le monde s'est rapproché de la Seconde Guerre mondiale avec le “Crise cubaine”. D'ici là, les deux interlocuteurs, Nikita Khrushchev et John Fitzgerald Kennedy, ne pouvait plus parler ou négocier, Parce que ni l'un ni l'autre n'était disposé à prendre du recul. C'est à ce moment tragique que le Saint Pontife Jean XXIII est intervenu. Il convient de se rappeler qu'il n'était pas exactement le simplet de représenter dans certaines iconographies populaires; Il est venu du monde de la diplomatie et avait été un diplomate raffiné, surtout pendant son mandat de nonce apostolique en France. Les deux parties ont accepté simultanément l'appel, Et les ogives de missile dirigés vers Cuba ont été retournés. Quelques mois plus tard, en avril 1963, Le Saint Pontife a publié son pacem encyclique à Terris. Le message de paix de l'Évangile a prévalu grâce à la diplomatie papal. Aujourd'hui, Les livres d'histoire contemporaine nous disent que cette intervention diplomatique a sauvé l'humanité du risque d'une troisième guerre mondiale.

Plutôt que de réciter la litanie de ses vertus, Je mentionnerai l'un de ses défauts, Pour démontrer comment un serviteur de l'Église et de la papauté peut transformer un défaut en vertu à travers les trois vertus de la foi, espoir, et charité (cf. 1 Cor 13:1-13), qui ne sont pas basés sur les émotions, ou pire, sur les idéologies viscérales, Mais sur la raison. Foi en quête de compréhension et et vice versa comprendre rechercher la foi, ou la foi nécessite une raison, et inversement, La raison nécessite la foi, En tant que père du scolastique classique, Saint Anselm d'Aosta, déclaré, s'appuyant à son tour sur la pensée du Saint-Père et du docteur de l'église, Augustin, Évêque de Hippo: Je crois que pour comprendre et vice versa Je comprends que vous pouvez faire confiance, ou je crois pour comprendre, Je comprends pour croire. Cela a abouti au Saint Pontife Jean-Paul II, qui a résumé cette relation entre la raison et la foi en l'encyclique Foi et Raison, Foi et raison.

Résolu par tempérament, Il était capable de devenir immobile. Au cours des derniers mois de sa vie, Il a été affaibli par la maladie, mais a conservé son caractère particulier. Un jour, Lors de son dernier séjour à la maison de soins infirmiers romaine Villa del Rosario - où, incidemment, Il était très bien pris en charge par les médecins, paramédicaux, Et les religieuses - il a commencé à considérer une mauvaise chose qui aurait pu être nocive pour lui comme raison. Je lui ai dit ça, Et au début, il s'est presque mis en colère, Mais je l'ai calmé en lui rappelant le passage de l'Évangile racontant la parole de Jésus à Pierre: "Vraiment, vraiment, Je te dis, Quand tu étais plus jeune, tu t'es ceri et tu ai marché là où tu avais souhaité; Mais quand tu vieillis, Tu vas étirer tes mains, Et un autre vous cessera et vous portera là où vous ne souhaitez pas aller » (JN 21:18). Il sourit et répondit ironiquement: "D'accord, Je te suivrai, Mais essayez de me prendre où je veux aller ».

Le christianisme doit beaucoup aux personnes de caractère résolu. Pensez simplement à l'adoption dans les actes des apôtres où l'apôtre béni Paul est décrit comme «argumenter avec les Grecs» (traduction: Il s'est disputé avec eux); «Mais ils ont cherché à le tuer» (traduction: Parce qu'ils ne pouvaient pas le supporter). «Quand les frères ont appris cela, Ils l'ont emmené à Césarée, Et de là, ils l'ont envoyé à Tarse » (traduction: Nous avons essayé de lui sauver la vie au nom de l'organisme de bienfaisance chrétienne naissant). Et enfin, La conclusion diplomatique de cette chronique: «Donc l'Église dans toute la Judée, Galilée, et la Samarie avait la paix » (qui traduit des moyens: Dieu merci, il est parti) (Actes 9:29-31). Et pourtant, Combien devons-nous au personnage résolu et pas un peu rugueux de l'apôtre béni Paul?

J'ai honoré sa volonté en évitant les béatifications à travers des contes épiques et des biographies triomphales, Comme il est parfois coutumier lors des funérailles, les choses qu'il a détestées, aussi parce qu'aucun de nous ne connaît le jugement de Dieu, Mais nous savons tous à quel point sa récompense est grande pour ses fidèles serviteurs, Parce que seuls les hommes de foi forgés par des vertus authentiques sont capables de transformer même leurs défauts apparents en un service précieux à l'église; Et en ce sens, De Saint Paul à Saint Augustin, La liste de ces hommes extraordinaires est très long. Ceux qui nuisent à l'église ne sont pas des hommes résolus par leur force de caractère, Mais ceux qui ne peuvent pas dire oui quand c'est oui et non quand c'est non (cf. Mont 5:37); Ils sont les faibles, fier de leur propre faiblesse voilée dans le spiritisme et le mysticisme, ignorant que nous, En suivant le Christ, sont appelés à être le sel, pas le sucre, de la terre (cf. Mont 5:13-16). En réalité, Quand nous étions des prêtres consacrés, On ne nous a pas ressenti une pensée sentimentale; L'évêque consacrant nous a dit: «Réalisez ce que vous ferez, imitez ce que vous célérez, conformez votre vie au mystère de la croix du Christ le Seigneur ». Tout cela était basé sur les paroles du divin maître qui nous a exhortés: «Si quelqu'un venait après moi, Laissez-le se nier, prendre sa croix, et suivez-moi » (Mont 16:24-25).

Il a cherché à comprendre, habitent, et transmettre tout cela à travers une façon particulière d'annoncer et d'apporter l'Évangile: diplomatie ecclésiastique au service de l'Église du Christ et de l'apostolique voir.

La source de la véritable diplomatie ecclésiastique se trouve entièrement à l'intérieur et au-delà des lignes écrites de l'Évangile, lequel, De siècle à siècle, Jusqu'à ce que le retour du Christ à la fin des temps, ne cessera jamais de mettre en évidence nos misères et nos richesses humaines, nos limites et notre grandeur, nos péchés et nos vertus chrétiennes. Et en ces temps, Peut-être plus que jamais, On peut dire avec l'apôtre béni Paul: «Ont bien concouru; J'ai terminé la course;f J'ai gardé la foi » (2 Tim 4:7). Parce qu'il n'est pas facile de maintenir la foi, Pas même dans cette société humaine qui est l'Église visible, défini comme “Saint et pécheur” par le saint évêque Ambrose, suivi des siècles plus tard par le cardinal Joseph Ratzinger qui, méditant sur la neuvième station du chemin de la croix dans 2005, déploré: «Combien de saleté il y a dans l'église, Et même parmi ceux qui, dans la sacerdoce, doit appartenir complètement à lui!»

Qui est ce prêtre qui est monté sur la chaire pour prêcher à la mémoire de l'évêque Hadrien? Je suis un serviteur non rentable. Comme le dit le Seigneur Jésus: «Quand tu as fait tout ce que tu as été commandés, dire, “Alors, devrait-il être avec toi. Quand tu as fait tout ce dont tu as été commandés, dire, “Nous sommes des serviteurs non rentables; Nous avons fait ce que nous étions obligés de faire”» (lk 17:10). Quelle était ma relation intime avec lui? Je réponds en disant que l'Évangile de Luc parle de la grande réserve de la Sainte Vierge Marie, qui «et Mary ont gardé toutes ces choses, réfléchir sur eux dans son cœur » (lk 2:19).

L'apôtre écrit au peuple de Corinthe: " Où, O mort, est votre victoire?» (1 Cor 15:55). Réfléchir sur ce passage à la fin de sa vie, Le pontift romain Benoît XVI a commenté: «Je ne me prépare pas à la fin mais pour une rencontre, Puisque la mort ouvre la voie à la vie, à la vie éternelle, ce qui n'est pas un duplicata infini de la période actuelle, Mais quelque chose de complètement nouveau ».

Faire un bon voyage dans le «nouveau» monde, Et un bon voyage dans le «éternel», Évêque Adriano. Tu as fait ce que tu devais faire, comme nous tous des «serviteurs non rentables». J'en témoigne en tant que fils, ami, et frère. Tous les 11 septembre, tant que je suis physiquement capable, Je viendrai à cet endroit, à l'église particulière de San Marino-Montefeltro, à quoi j'appartiens en tant que prêtre - bien que je ne vivais pas à Montefeltro mais à Rome avec vous - pour célébrer dans votre lieu de naissance, Maintenant aussi votre lieu de sépulture, Une masse sainte pour l'âme immortelle du Père, ami, Et frère tu étais pour moi.

Loué par Jésus-Christ!

Santa Maria del Mutino, Monastère du piandimélette, 15 septembre 2025

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Funérailles funéraires du nonce apostolique Adriano Bernardini. Homélie prononcée par le père Ariel S. LEVI GUALDO

Dióceis de San Marino-Montefeltro, Église de piandimeto Monasterio, 15 Septembre 2025. Les funérailles s'exécutent de S.E. Mons. Adrien Bernardini, Archevêque titulaire de Fallei et non-nonce apostolique.

- Actualités ecclésiaux -

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† De l'Évangile selon Jean (14, 1-6)

"À ce moment-là, Jésus a dit à ses disciples: “Ne t'inquiète pas. Ils croient en Dieu et créent aussi en moi. Dans la maison de mon père, il y a beaucoup de chambres; Le cas échéant, Je t'aurais dit. Je vais préparer un endroit. Et quand je suis allé préparer un endroit, Je reviendrai pour les emmener avec moi, Alors que là où je suis, Tu es aussi. Ils connaissent déjà le chemin de l'endroit où je vais”. Tomás lui a dit: “Monsieur, Nous ne savons pas où vous allez. Comment allons-nous savoir le chemin?”.Jésus a répondu: “Je suis le chemin, La vérité et la vie. Personne ne va au père, Mais pour moi”».

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Vénérables évêques Dominique, pasteur de ça Église particulière et Andréa émérite, Prêtres cohermans, amis et tous présents présents: "Grâce et paix à vous de Dieu Notre Père et le Seigneur Jésus-Christ".

Recevoir le 30 Août l'onction des malades Adrien Bernardini, Archevêque titulaire de Fallei et non-nonce apostolique, J'ai été chuchoté par les paroles de l'Évangile de Jean: "Père, Le moment est venu » (JN 17, 1-2). C'est pourquoi j'ai choisi de le licencier avec une homélie extraite de ce quatrième évangile, Où l'apôtre Pierre demande à Jésus: «Señor, Où vas-tu?». Jésus répond à Pierre qu'il n'était pas encore préparé: «Où je vais, Tu ne peux pas me suivre maintenant; Tu me suivras plus tard ». La même chose avait dit peu de temps avant tous les disciples: «Où je vais, Tu ne peux pas venir » (JN 13, 33-34)

Ce sont des fragments qui révèlent l'émotion pour la séparation imminente du professeur divin. C'est peut-être pourquoi les paroles de l'Évangile nouvellement proclamé s'ouvrent avec une invitation de Jésus qui devient, En plus de la promesse, En baume: «Votre cœur n'est pas tourné. Avoir foi en Dieu et avoir confiance en moi. Dans la maison de mon père, il y a beaucoup de logements ».

Avec ses mots Jésus fait son départ et le vide qui laisse une occasion de renaissance pour ses disciples. Demander la foi, Il les pousse à transformer la peur vers la nouvelle et la terreur en l'abandon en valeur pour se rendre, s'appuyant sur le Seigneur qui promet de préparer une place pour eux. Il vit son départ par rapport à qui reste et montre qu'il ne le quitte pas, Mais cela inaugure une phase de relation différente avec eux. La séparation est en vue d'une nouvelle réception basée sur une promesse précise: "Je vais vous emmener avec moi" (JN 14, 2-3).

Dans une circonstance difficile comme celle-ci Il est bon de revenir au début, Quand les disciples, futurs apôtres, Ils ont eu le premier contact avec Jésus et lui ont demandé: "Rabbin, Maestro, Où Moras?». Il leur a dit: "Viens et tu verras".

"Reste" le "vivant", "Viens" et "voir" Ce sont les verbes qui, par-dessus tout, dans l'Évangile de Jean, décrivent le chemin de la foi, L'arrivée du disciple et la réponse à la question de Pedro: "Où vas-tu, Où pouvons-nous retrouver et vous retrouver?». Jésus dira un jour: «Retirer dans mon amour, Comme le Sarmiento reste dans la vigne, Parce que j'ai gardé les commandements de mon père et que je reste dans son amour. C'est l'endroit où je vis, Je reste et la lande » (JN 15, 9-10).

Voici le but du disciple pour lequel il n'est pas nécessaire d'attendre le transit de la mort, Parce que c'est ici, maintenant, Disponible pour tout le monde, Parce que Jésus a fait son chemin. Ce n'est pas une réalité future qui sera révélée au-delà de cette vie à travers la mort, Une étape difficile pour ceux qui doivent le porter et un héritage douloureux pour ceux qui doivent vivre avec la mémoire, Mais un cadeau actuel pour ceux qui "croient en lui" (JN 14, 12).

Qui n'est pas dérangé notre cœur avant la séparation, Mais préparons-nous à partir de maintenant pour reconnaître l'endroit qui correspond à chacun de nous dans la demeure éternelle qui nous attend. Ce qui est similaire à la place du disciple bien-aimé qui a fait reculer sa tête dans la poitrine de Jésus lors du dernier dîner. Cela a été allongé dans le sein de Jésus (JN 13, 25), lequel, Comme le dit le prologue de Joan, "il est retourné au sein du père et a ouvert la voie" (JN 1,18), Maintenant «étant arrivé son temps pour passer de ce monde au père (JN 13, 1) Il nous dit: "Personne ne va voir le père mais pour moi".

Pour essayer de proposer les raisons pas faciles, Mais réalisable et réalisable du Saint Gospel, L'église est toujours servie autant de médias, y compris la diplomatie. C'est le nonce apostolique: Un porteur et annonceur du Saint-Évangile a appelé à faire le Paix du Christ Dans le monde. Mais essayons de représenter tout cela avec un exemple spécifique: En octobre 1962 Le monde a touché la Seconde Guerre mondiale avec la "crise de Cuba". Déjà les deux interlocuteurs, Nikita Jrushchov et John Fitzgerald Kennedy ne pouvaient pas parler ni négocier, Parce que ni l'un ni l'autre n'était disposé à prendre du recul. C'était à ce moment tragique que le Saint Pontife Jean XXIII est intervenu, C'est bon de s'en souvenir, Ce n'était pas correctement ce simple paysan représenté dans certaines iconographies populaires. Il est venu du monde de la diplomatie et avait été un diplomate raffiné, Surtout dans sa fonction de non-non-non-non-la France. Les deux interlocuteurs ont accueilli l'appel simultanément et les têtes de missile en route vers Cuba. Quelques mois plus tard, En avril 1963, Le Saint Pontife a publié son encyclique Paix sur la terre. Le message de paix de l'Évangile a prévalu grâce à la diplomatie pontificale. Hoy, Les livres d'histoire contemporaine disent que cette intervention diplomatique a sauvé l'humanité du risque d'une troisième guerre mondiale.

Au lieu de réciter les litanies des vertus, je ferai référence à un de vos défauts, Pour démontrer comment un serveur de l'église et de la papauté peuvent muter un défaut sous les trois vertus de la foi, Espoir et organisme de bienfaisance (cf.. Je Cor 13, 1-13), qui ne soutiennent pas les émotions, ou pire sur les idéologies viscérales, Mais à propos de la raison. Foi en quête de compréhension et inversement comprendre rechercher la foi, c'est-à-dire: La foi nécessite une raison et une raison inversement exige la foi, Comme le père du scolastic classique San Anselmo de Aosta l'a dit tour à tour vers la pensée du Saint-Père et du docteur de l'église de Hipona de l'évêque d'Agustín: Je crois que pour comprendre et inversement Je comprends que vous pouvez faire confiance, Je veux dire, Je pense à comprendre, Je comprends de croire. Et enfin, le Saint Pontife John Paul est atteint qui résumait cette relation entre la raison et la foi dans l'encyclique Foi et Raison, Foi et raison.

Décidé par le tempérament, a pu devenir immobile. Ces derniers mois de la vie, il a été affaibli par la maladie, Mais il a conservé son caractère particulier. Un jour, Lors de son dernier séjour à la maison de Cura Romana Villa del Rosario - où, d'ailleurs, Il a été très bien traité par des médecins, paramédicaux et religieux -, Cela a commencé à considérer correctement une mauvaise chose qui aurait pu lui être nocive. Je lui ai dit et, d'abord, Il s'est presque mis en colère, Mais je l'ai calmé en lui rappelant la page de l'Évangile dans laquelle le discours dans lequel Jésus dit à Pierre est raconté: ""En fait, Je te le dis vraiment: Quand tu étais plus jeune, Tu as abandonné et tu étais là où tu voulais; Mais quand tu es vieux, Vous étendez vos mains, Et un autre restera à vous et vous emmènera où vous voulez »» (JN 21, 18). Souri et répondu ironique: Bien, Je te suivrai, Mais essayez de me prendre où je veux aller ».

Pour les gens de nature déterminée, le christianisme doit beaucoup, Il suffit de réfléchir à l'adoption des actes des apôtres où il est dit que l'apôtre béni Paul "s'est disputé avec les Grecs" (traduction: Il les a rejetés); "Mais ceux-ci ont cherché à le tuer" (traduction: Parce qu'ils ne l'ont pas soutenu). «Les frères, Le savoir, Ils l'ont conduit à Cesarea et de là, ils l'ont envoyé à Tarso » (traduction: Essayons de sauver sa vie au nom de la charité chrétienne naissante). Et à la fin de la conclusion diplomatique de ce chronaca: «Ainsi l'Église, partout, Se rassembler était le Samaritain, avait la paix » (qui traduit des moyens: Heureusement, il est parti) (Hch 9, 29-31). Et pourtant, Combien devrions-nous devoir au caractère déterminé et non épineux de l'apôtre béni Paul?

J'ai honoré sa volonté d'éviter les béatifications à travers des histoires épiques et des biographies triomphales, Comme parfois, cela se fait généralement dans les funérailles, les choses qui lui sont tenues, Aussi parce qu'aucun de nous ne connaît le jugement de Dieu, Mais nous savons tous quelle est la taille de sa récompense pour ses fidèles serviteurs, Parce que seuls les hommes de foi forgés par les vertus authentiques parviennent à muter en précieux service pour l'Église, même leurs défauts apparents; Et en ce sens, De San Pablo à San Agustín, La liste de ces hommes extraordinaires est très long. Ce ne sont pas les hommes déterminés par leur force de nature qui endommagent l'église, Mais ceux qui ne savent pas dire quand c'est oui et pas quand ce n'est pas (Voir. Mont 5, 37); Ils sont fiers de leur faiblesse du soir dans les spiritualistes et les mysticismes, inconscient que nous, Dans la suite du Christ, Nous avons été appelés à être de sel et non au sucre de la terre (cf.. Mont 5, 13-16). En réalité, Quand nous étions des prêtres consacrés, on ne nous a pas donné de Cloy, L'évêque consacrant nous a dit: «Réalisez ce que vous ferez, imite ce que vous célérez, Conformez votre vie au mystère de la croix du Christ Seigneur ». Tout ce, basé sur les paroles du professeur divin qui nous a avertis: «Si quelqu'un veut venir après moi, Notez-vous, Prenez votre croix et suivez-moi » (Mont 16, 24-25).

Tout cela il a cherché à le comprendre, Vivez et transmettez-le par une façon particulière d'annoncer et de porter l'Évangile: Diplomatie ecclésiastique au service de l'Église du Christ et du quartier général apostolique.

La source de la véritable diplomatie ecclésiastique Tous contenus dans les lignes, dans les lignes et au-delà des lignes de l'Évangile qui, De siècle à siècle, Jusqu'au retour du Christ à la fin des temps, Il ne cessera pas de mettre en évidence nos misères et notre richesse humaine, nos limites et notre grandeur, nos péchés et nos vertus chrétiennes. Et en ces temps, Peut-être plus que jamais, On peut dire avec l'apôtre béni Paul: «J'ai combattu le bon combat, J'ai terminé ma carrière, J'ai gardé la foi » (II Tim 4, 6). Parce qu'il n'est pas facile de conserver la foi, Pas même dans cette société humaine qui est l'Église visible, défini "Saint et pécheur" par le Saint évêque Ambrosio, Ou des siècles plus tard, par le cardinal Joseph Ratzinger qui a médité 2005 La neuvième station de Crucis a déploré: «Combien de saleté est à l'église, et précisément parmi ceux qui, Dans la sacerdoce, Ils devraient appartenir complètement!».

Qui est ce prêtre téléchargé sur la chaire pour prêcher en mémoire d'Adriano Bishop? Je suis un serviteur inutile. Comme le dit le Seigneur Jésus en fait: «« Quand vous avez fait tout ce qui vous a été envoyé, DÉCIDÉ: «Nous sommes des serviteurs inutiles. Nous avons fait ce que nous devons faire »» » (Lc 17, 10). Quelle était ma relation intime avec lui? Je réponds en disant que dans l'Évangile de Lucan, on parle de la Gran Reserva de la Sainte Vierge Marie qui «pour sa part, Il a gardé toutes ces choses en les méditant dans son cœur » (Lc 2, 19).

L'apôtre écrit aux habitants de Corinthe: "Où est, Oh mort, Votre victoire?» (Je Cor 15, 55). Réfléchir sur cette étape à la fin de votre vie, Le haut pontife Benoît XVI a commenté: «Je ne me prépare pas pour la fin mais pour une rencontre parce que la mort s'ouvre à la vie, à la vie éternelle, ce qui n'est pas un duplicata infini de la période actuelle, Mais quelque chose de complètement nouveau ».

Bon voyage au "nouveau" bon voyage "à l'éternel", Adriano Obispo, Tu as fait ce que tu devrais faire, Comme nous tous des "serviteurs inutiles", Je suis témoin en tant qu'enfant, Ami et frère. Chaque 11 Septembre, Bien que physiquement possible pour moi, Je viendrai dans cet endroit sous la juridiction de l'église particulière de San Marino-Montefeltro, auquel j'appartiens en tant que presbytère - bien que je n'ai pas vécu à Montefeltro mais à Rome avec vous -, Pour célébrer dans votre place natale, Déjà aujourd'hui votre lieu de sépulture, Une masse sainte pour l'âme immortelle du Père, de l'ami et du frère que tu as été pour moi.

Louange soit Jésus-Christ!

Santa Maria del Mutino, Monastère du piandimélette, 15 septembre 2025

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Le cas amer du presbytère Paolo Zambaldi du diocèse de Bolzano-Bressanone: Chronique d'une mort annoncée

L’AMARO CASO DEL PRESBITERO PAOLO ZAMBALDI DELLA DIOCESI DI BOLZANO BRESSANONE: CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

«Le distanze con la Chiesa Cattolica si sono fatte sempre più profonde negli anni, Jusqu'à ce qu'il devienne irrémédiable. Non posso più far parte di un’istituzione che continua a proclamare dogmi e ad alimentare un sistema di potere. La verità non ha bisogno di dogmi: la verità è evidente, non necessita di imposizioni né di svalutare la ragione. Aussi, non condivido le posizioni discriminatorie della Chiesa nei confronti delle donne, della comunità LGBTQIA+, di chi sceglie l’interruzione volontaria di gravidanza o l’eutanasia. Tutto questo è lontano anni luce dal mio sentire umano e spirituale».

— Les Mémoires des Pères de l'Île de Patmos —

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Malheureusement, era solo una questione di tempo e diciamo questo senza nessun entusiasmo e ironica soddisfazione: il presbitero Paolo Zambaldi della Diocesi di Bressanone ha lasciato il sacerdozio nella maniera più tragica e più traumatica possibile. A darne notizia è stato lui stesso nel suo blog (vous voyez QUI), notizia che poi è stata ripresa da alcuni quotidiani online (vous voyez QUI, QUI) e da alcuni vari post sui social (vous voyez QUI).

il Vescovo di Bosen-Brixen (Bolzano-Bressanone)

Chi ha avuto la possibilità di seguire nel tempo questo confratello sacerdote nelle sue elucubrazioni mentali annotate come cosa sacra sul suo blog (vous voyez QUI), non poteva non accorgersi della grave deriva dogmatica e dottrinale che da diverso tempo aveva offuscato la sua mente e il sano sentire cattolico che un sacerdote di Santa Romana Chiesa dovrebbe avere e custodire.

La definitiva vittoria del Serpente Antico — a cui non credeva minimamente e che più volte sbeffeggiava in coloro che ne erano vittime — ha compiuto il capolavoro di tentare un uomo fragile e debole nell’orgogliosa superbia e nell’illusione di una maggiore libertà lontana da Dio e dalla Chiesa.

Come sempre non ci deve essere un giudizio sulla persona di Paolo Zambaldi — che solo Dio conosce e può dare — ma non possiamo che rammaricarci e piangere sapendo che un giudizio sul suo stile sacerdotale non è mai stato dato pubblicamente dalla sua Diocesi e dal suo Ordinario diocesano che lo ha lasciato libero di propagare e rafforzarsi nelle sue idee confondenti per il popolo di Dio, che hanno fatto maturare in lui il frutto velenoso dell’abbandono del ministero e dello stato sacerdotale, denigrando il grembo della Chiesa che lo ha accolto e allevato per molti anni sino a scrivere queste parole:

«Le distanze con la Chiesa Cattolica si sono fatte sempre più profonde negli anni, Jusqu'à ce qu'il devienne irrémédiable. Non posso più far parte di un’istituzione che continua a proclamare dogmi e ad alimentare un sistema di potere. La verità non ha bisogno di dogmi: la verità è evidente, non necessita di imposizioni né di svalutare la ragione. Aussi, non condivido le posizioni discriminatorie della Chiesa nei confronti delle donne, della comunità LGBTQIA+, di chi sceglie l’interruzione volontaria di gravidanza o l’eutanasia. Tutto questo è lontano anni luce dal mio sentire umano e spirituale».

Pensiamo forse che questo modo di pensare sia recente? Non, Malheureusement! La cosa grave è che simili soggetti arrivano nei seminari già pregni di queste idee eterodosse; e nei seminari vengono premiati dai formatori proprio per queste posizioni alternative, mentre quelli più “orthodoxe” vengono regolarmente bastonati o dichiarati … problematici, o non in linea con quella o quell’altra “pastorale di tendenza” in voga al momento.

Encore une fois, il problema della formazione sacerdotale ritorna con preponderante forza, così come la vicinanza e l’accompagnamento spirituale dei sacerdoti che deve essere continuo e reale, una priorità per il cuore paterno di ogni vescovo. Il naufragio di questo Presbitero è molto più grave delle varie fragilità morali e umane che noi uomini consacrati immancabilmente possiamo commettere, con l’aggravante che chi doveva vigilare e proteggerlo non l’ha fatto, così come non è stato fatto nulla per evitare questo tragico epilogo.

Conosco personalmente fedeli devoti cattolici che hanno segnalato più e più volte a S.E. Mons. Ivo Muser le gravi inadempienze dottrinali del suo presbitero, sacerdoti e teologi inclusi, eppure nulla si è mosso. Au contraire, questo prete sopra a tutte le righe sembrava quasi essere je’enfant prodige del suo Presule, colui che avrebbe risolto tutti i problemi di Bosen-Brixen (Bolzano-Bressanone) e al quale si dava carta bianca in molte situazioni pastorali e organizzative in questa diocesi.

Cosa resta da fare adesso? Sicuramente pregare molto per lui, chiedendo a Dio la sua conversione e il suo ravvedimento, con la speranza che questo ennesimo caso di doloroso fallimento umano ed ecclesiale — del popolo di Dio e dei suoi pastori — smuova le coscienze di chi oggi può fare qualcosa.

Sanluri, 4 septembre 2025

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Nella sua opera Nature Tito Lucrezio Caro rivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, superstition et souffrance, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi. Concetto al quale si rifarà Karl Marx con il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx

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Duole lasciarsi andare alle geremiadi, specie quando si è consapevoli che non servono a niente, solo a manifestare comprensibile disagio fine a se stesso.

Nell’ottobre del 2024 questa nostra rivista ha compiuto 10 anni di attività, nel corso dei quali ha offerto servizi che possono essere più o meno condivisibili per contenuti e impostazioni, ma di indubbia qualità, cosa riconosciuta persino dai nostri avversari e da coloro che non la pensano come noi.

In un mondo cattolico sempre più devastato dal fideismo, da forme di millenarismo dal sapore esoterico, inquinato al presente da tutte le vecchie eresie di ritorno, i Padri de L’Isola di Patmos hanno sempre offerto un servizio improntato sul più aderente ossequio al deposito della fede, alla dottrina e al magistero della Chiesa, combattendo all’occorrenza pericolose derive e recuperando nel corso degli anni non poche persone che si erano smarrite al seguito di vari ciarlatani che oggi abbondano a dismisura, specie grazie ai réseaux sociaux.

Pochi mesi fa si è concluso un complesso pontificato reso complicato da un contesto geopolitico mondiale delicatissimo, il giudizio sul quale spetterà alla storia, che potrà darlo solo in futuro, Peut-être même dans de nombreuses années. Un pontificato nel corso del quale diverse persone, già di per sé immature e fragili nella fede, sono andate totalmente fuori strada mettendosi in marcia dietro preti usciti fuori equilibrio, finiti sospesi du divin, scomunicati o persino dimessi dallo stato clericale, suivi, à son tour, da laici senza arte né parte che si sono improvvisati ecclesiologi, canonisti e teologi in stuzzicante salsa complottistica alla Dan Brown de noartri. La nostra ultradecennale missione pastorale su L’Isola di Patmos si è incentrate principalmente sul richiamo all’unità con Pietro e sotto Pietro, a prescindere dagli evidenti difetti dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, senza dimenticare che sotto vari aspetti, quel rozzo pescatore galileo scelto da Cristo in persona, non eletto da un conclave di cardinali, a suo tempo si rivelò molto peggiore di tanti pontefici problematici della storia, sia sul piano pastorale che su quello dottrinale, basti pensare a quando giurando e imprecando rinnegò Cristo (cf.. Mont 26, 69-75) o quando ad Antiochia fu redarguito da Paolo su questioni legate alla dottrina della fede (cf.. Fille 2, 11-21)

Premesso che nella vita nulla è dovuto, che tutto va meritato e che tutto è una grazia, va detto però che la mancanza di generosità da parte delle persone — a partire dalle non poche alle quali abbiamo fatto del bene —, induce a prendere atto che l’opera pastorale portata avanti dal 2014 da un gruppo di sacerdoti e teologi forse non merita di essere sostenuta. Per questo suscitano in noi particolare amarezza — ed è difficile negare il nostro sacerdotale disagio in tal senso — le numerose persone che i Padri de L’Isola di Patmos hanno aiutato e sostenuto nel corso degli anni, sanando le loro ferite doloranti dopo che erano state ingannate da “santoni”, “santuzze” e “veggenti”, dinanzi ai quali non esitarono ad aprire i loro portafogli come fossero fisarmoniche, gli stessi che sono rimasti invece chiusi ermeticamente dinanzi alla nostra opera alla quale non hanno mai versato un euro.

C’è poco da stupirsi, sappiamo com’è solito agire quello che una volta si chiamava popolino, già lo sapeva Giovanni Boccace quando nel lontano XIV secolo immortalò nel Décaméron la paradigmatica Nouvelle 10 dedicata a Friar Cipolla. Basta inebriarlo, il popolino, con la garanzia del vero “segreto” di Fatima finalmente svelato dopo essere stato tenuto nascosto dalla Chiesa bugiarda e mentitrice; oppure ubriacarlo con i “dieci segreti” che una Gospa logorroica e ripetitiva, ormai affetta da evidente demenza senile, avrebbe dato a un gruppo di scaltri zingari bosniaci che grazie a questa grande truffa del Novecento si sono fatti le budella d’oro; oppure drogarlo con qualche madonna che batte i piedi come una narcisista isterica mandando a dire da qualche altro visionario fulminato che vuole essere proclamata a tutti i costi corredentrice e che smercia anch’essa “segreti” in giro per la orbe terracquea, in attesa del magico e definitivo trionfo del suo cuore immacolato. Hé bien oui, diamo questi generi di oppiacei al popolino ed ecco aprirsi come per magico incanto i portafogli. Così avveniva nella Certaldo boccaccesca del XIV secolo così avviene oggi nel Terzo Millennio.

Nella sua opera Nature Tito Lucrezio Caro rivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, superstition et souffrance, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi (cf.. Gv 8, 32). Concetto al quale si rifarà Karl Marx con il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx, sbagliavano però sia il concetto che il termine confondendo la fede con il fideismo dei beoti al seguito di Frate Cipolla, che nulla hanno da spartire con la purezza della fede, da loro vilipesa e trasformata in parodia grottesca tra madonne parlanti, madonne piangenti, segreti rivelati, profezie catastrofiche e via dicendo a seguire.

Siamo arrivati alla conclusione, triste ma realistica, che in fondo questa gente si merita i vari Frate Cipolla capaci a suscitare in loro pruriti morbosi, facendogli uscire fuori soldi come gli incantatori fanno uscire il serpente dalla cesta al suono dell’ipnotico pungi.

Il paradosso è che L’Isola di Patmos non è un fallimento, plutôt l'inverse: è un successo straordinario e a tratti incredibile. La mole di visite è pari a una media di oltre tre milioni al mese, l’anno 2024 si è chiuso con quasi quaranta milioni di visite totalizzate. bientôt dit: se solo lo 0,1% di questi visitatori ci avesse donato un euro, le spese di gestione sarebbero totalmente coperte e ne avremo persino d’avanzo per qualche opera di carità.

Chiunque s’intenda solo un po’ di certi aspetti tecnici, con pochi colpi d’occhio coglie immediatamente la qualità del sito che ospita la nostra rivista, a partire dalla grafica. Offrire la versione stampabile degli articoli, la audio-lettura, spesso anche la traduzione degli stessi in tre lingue, comporta un lavoro redazionale notevole, tutto svolto dai Padri a titolo puramente gratuito. Bien sûr, fa specie che nel corso di un anno solare non si riesca a raccogliere neppure la metà del necessario per il pagamento delle spese vive di gestione e che puntualmente si debba provvedere di tasca nostra al sopraggiungere delle scadenze di pagamento. Perché impiegare le proprie personali risorse per avere il raro privilegio di lavorare gratis per le persone che prendono e non danno, o che dopo avere dato agli scaltri incantatori di serpenti, una volta finito il suono del piffero e con esso l’effetto ipnotico vengono a piangere da noi per essere aiutate e sostenute, è davvero una gran soddisfazione, plutôt: è proprio un privilegio, travailler Gratuit et Amor Dei pour ces personnes! Ma siamo preti e per quanto tanta sarebbe la voglia, mettere queste persone alla porta, come meriterebbero, è contro la nostra natura ontologica sacerdotale.

L’Isola di Patmos sta concludendo il proprio undicesimo anno di attività senza mai avere conosciuto flessioni ma solo un continuo incremento, lo prova l’alto numero di visite che a partire dal 2016 ci ha obbligati a spostare il sito su un serveur dédié, che costituisce la maggior voce di spesa annuale seguita dalle altre spese per i vari abbonamenti quali l’acquisto dei programmi grafici, l'audio, vidéo, sistemi di sicurezza… En bref, stiamo parlando di qualche cosa che funziona e che funziona anche molto bene, ma che non dispone dei mezzi di sussistenza. Per questo abbiamo deciso di darci un altro anno di tempo: se a settembre del 2026 non avremo raccolto tutto il necessario per sostenere le spese del successivo anno 2027, o se non troveremo un ente pubblico o privato disposto a finanziarci, concluderemo la nostra felice e proficua esperienza di apostolato chiudendo la rivista L’Isola di Patmos, conservando sempre il ricordo indelebile di questa esperienza bellissima vissuta nell’unione cattolica d’intenti in piena comunione tra un gruppo di sacerdoti che hanno cercato di testimoniare il Cristo vivo e vero. Come però insegna il Beato Apostolo Paolo nella sua epistola al discepolo Timoteo:

"Dans la journée, en fait, Il ne dure pas la saine doctrine, maman, ayant la démangeaison ils, Il accumuler pour eux-mêmes les enseignants pour répondre à leurs propres goûts, refusant d'écouter la vérité et se tourneront vers les mythes. Mais vous toujours être stable, endurer la souffrance, faites votre travail en tant qu'annonceur de l'Évangile, accomplis ton ministère" (II Tm 4, 1-4).

E quel giorno oggi è venuto, Malheureusement, riteniamo di averne fatto triste spesa anche noi. Mais, également dans ce cas, il Santo Vangelo ci insegna:

«Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, sortez de cette maison ou de cette ville et secouez la poussière de vos pieds ".

De Isola Patmos 31 août 2025

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Redécouvrir la philosophie des soins: de l'accumulation à la personne à la prise en charge des possibilités

Redécouvrir la philosophie des soins: De l'accumulation à la personne à la prise en charge des possibilités1

Il est prudent est un élément essentiel de chaque consortium civil, Le degré de développement d'une société mature est reconnu non pas tant par sa capacité à faire ou à créer mais par sa capacité à prendre soin des autres. Également dans l'hypothèse des meilleurs mondes possibles dans lesquels les guerres ont finalement été abolies, pauvreté et maladies, L'impératif du traitement reste inchangé dans cette composante humaine, trop humain mais aussi heureux humain qui nous permet de nous garder authentiques.

- Nouvelles de l'Église -

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Article au format PDF imprimable

 

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L'authenticité comme une perte de temps. L'heure d'été est ce moment propice à redécouvrir le sens le plus authentique "de soi".

Et cela non seulement comme une réalité psychologique comprenant la conscience et la perception qu'un individu a de lui-même mais tout comme un sujet ontologique qui reflète et la mémoire sur son propre être. L'été est ce temps approprié pour récupérer son humanité, Ce n'est pas une période d'inertie ou de paresse car depuis longtemps a été considéré, mais c'est un moment où la conscience s'enrichit et s'approfondit.

C'est précisément l'être humain, en fait, Formuler des questions et poser des questions qui touchent leur essence. Nos anciens pères de pensée avaient remarqué que chacun de nous était capable de philosopher sur son existence: à être et à y arriver.

Cette voie de recherche Cela ne peut concerner que des choix individuels et quotidiens, les situations qui s'opposent aux objections et auxquelles un sens doit être fait, Jusqu'à la contemplation sans jugement de ce bien et de ce mal avec lequel chaque homme est poignardé et qui le rend si unique et assez rare pour le caractériser dans une tension vers la vérité, entre le tourment et la grâce. Il faut reconnaître qu'aujourd'hui nous voulons de plus en plus rarement philosopher sur nous-mêmes et sur le monde qui nous entoure et c'est objectivement et philosophiquement mauvais. Nous considérons tout cela comme une perte de temps inutile et de privilège les stratégies et les solutions faciles - dernière minute - tomber dans ce péché de l'homme moderne qui est identifiable dans une existence inauthentique.

Quand je ne suis pas en mesure de me déterminer, D'autres prendront ma place et le feront pour moi, avec toutes ces réalités que le monde moderne a à cet égard: s'endormir la conscience critique pour vivre un présent continu fait d'une succession compulsive d'événements qui me laissent le spectateur passif et malheureusement satisfait.

La pensée philosophique nous permet de mettre un frein À ce tourbillon tourbillonnant des événements, Il est capable de distinguer les vérités et l'authenticité et est précisément dans l'authenticité que nous voyons l'individu dans son être ontologique plus profondément, en se gardant fidèle à lui-même et donc à sa propre nature humaine. À certains égards, l'authenticité de l'homme est de savoir être cohérente dans cette recherche de la vérité et du sens.

Martin Heidegger, Il reproche le risque de tomber dans la non-authenticité pour les nombreuses fonctions, obligations et engagements dans lesquels il vit et qui l'éloigne de lui-même et des autres. Nous avons tous trop à nous soucier d'être et existant, être là et exister dans la vie des autres.

L'homme authentique, qui est capable de chasser la vérité de son propre être, aime la lenteur, Ce qui est un peu cette capacité à savoir comment perdre du temps pour pouvoir le trouver non pas dans un sens quantitatif mais qualitatif. Et une logique impopulaire aujourd'hui celle de perdre pour gagner et si nous pensons aux choses les plus importantes de la vie de l'homme semble être constamment perdue pour pouvoir travailler correctement, Grandir et développer harmonieusement.

Il se trouve que je vis à m'ajouter des conjoints visant En fatigue, ces deux questions simples sont fatiguées: «Combien de temps vous consacrez à votre mari / femme?»; «Combien de temps vous pouvez vous couper dans votre journée pour être ensemble?»La réponse est presque toujours la même, sauf les petites variantes: «Père, nous n'avons pas le temps, Nous sommes trop occupés, Nous sommes trop occupés ". Ces réponses sont le signal d'une authenticité personnelle et de couple qui souffre, d'un être qui n'est plus.

Le même discours que nous pouvons le faire dans différents domaines: entre les enfants et les parents, Entre amis et collègues de travail. Même au sein de l'église, le besoin d'authenticité touche à la personne consacrée et fidèle. La non-authenticité de l'être est comme la rouille qui corrode l'humanité de chacun avec le risque de devenir si partie qu'il est difficile de le distinguer de ce qui est authentique. Ce n'est que dans l'authenticité que je me permets d'être et d'être là, pour me connaître et l'autre. Ce ne sont pas les choses à se dépêcher qu'ils m'ont déterminé, Ce ne sont pas les rôles avec lesquels je me présente dans le monde qui m'identifie ou ce que les autres me chargent sur les épaules à travers mille attentes.

Le sujet ontologique authentique qui contient la vérité de moi-même et de la même chose qui me permet de connaître et de dialoguer avec la vérité de l'autre, Mais pour ce faire, vous devez pouvoir perdre du temps, marcher lentement, qui est la vraie forme de mémoire comme l'a écrit Milan Kundera. Connaissance philosopher de nos anciens pères comprenaient tout cela, dont le bénéfice consistait surtout dans une perte de temps qui a pu guérir et s'occuper de la personne.

Se soucier comme la possibilité d'être et d'être là. Nous avons tous besoin de soins, Tout comme nous pouvons tous être les sujets actifs d'un remède. Le remède n'est pas seulement une prérogative des faibles et des fragiles, mais fait partie de chaque être dans le monde, dans la conscience de ne pas pouvoir vivre comme un absolu pour lui-même.

Le mythe de l'homme qui "Il ne doit jamais demander" Quel que soit son être masculin ou féminin - c'est précisément un mirage de l'idéologie du bien-être, de ceux qui présument qu'ils peuvent se faire seuls, Un mythe prométhéen d'Absolute que nous avons vu Shipwreck avec l'événement pandémique d'il y a quelques années qui a mis cette façon de voir l'homme moderne comme un invincible et un maître de lui-même. Il est prudent est un élément essentiel de chaque consortium civil, Le degré de développement d'une société mature est reconnu non pas tant par sa capacité à faire ou à créer mais par sa capacité à prendre soin des autres. Également dans l'hypothèse des meilleurs mondes possibles dans lesquels les guerres ont finalement été abolies, pauvreté et maladies, L'impératif du traitement reste inchangé dans cette composante humaine, trop humain mais aussi heureux humain qui nous permet de nous garder authentiques. Un exemple est l'image évocatrice de l'ancre apportée dans ses bras par son fils Enea que la mythologie ancienne a identifiée comme une icône de la vertu de la pitié - précédant et anticipant le piété Christian - et qui comprend et contient le devoir, dévotion et affection, Toutes les caractéristiques que nous trouvons dans les soins des autres ici sont joints dans l'authenticité d'une relation entre le père et le fils.

Il faut peut-être retourner pour redécouvrir une philosophie des soins Afin de traiter par la suite une éthique efficace du traitement: La conscience de perdre du temps à savoir que "prendre soin signifie vous emmener à cœur, inquiéter avec préoccupation " (cf. L. Morari, Philosophie des soins, Raffaello Cortina Editore, Milan 2015), Tout comme le geste d'Énée suggère. Celui qui prend soin du vieux père, Après la défaite de Troy, Il est mutuellement gardé par lui dans cette étroite des Penati, Les divinités protectrices de la famille, Entre les mains du vieux parent.

Parce que ces appels? Pourquoi savoir philosopher Il nous permet de lire et d'interpréter le présent qui nous entoure en fuyant la non-authenticité et la distorsion de la vérité d'être qui réside comme éventualité pour chaque homme. Nous nous souvenons tous des cas de nouvelles récentes de Laura Santi et Don Matteo Balzano, Eh bien, ce sont ces deux vies brisées par le suicide qui font du devoir de savoir comment s'arrêter et interroger sur l'importance que chaque homme a et sur les soins que chaque homme mérite. Les questions ne peuvent être formulées que devant ces deux vies qui ne sont plus, Ne pas rechercher des consolations faciles et des responsabilités inutiles mais souligner une fois de plus, car nous préférons souvent s'asseoir sur la trompe.

Quand une société civile s'abandonne dans l'illusion pour normaliser et réguler le suicide d'un homme - également conçu comme un choix eutanasique - basé sur des justifications qui font partie de circonstances despotiques et capricieuses ou comme une nécessité inutile, Eh bien, nous sommes au sommet de la non-authenticité de l'homme et donc à la fin de son inhumanisation et du déni de son être ontologique, anti-homme par excellence. M. Heidegger a parlé de "prendre soin des possibilités" (cf. Heidegger, Placer, (1967), Adelphi, Milan 2002, p. 21), ce qui signifie comment l'homme a la possibilité de sucer et de réaliser la meilleure forme de vie possible, réalisant que la capacité de son être qui ne se limite pas à l'existant seul mais se caractérise par une planification, d'un plus large: "Être en y arriver". Et cela devient précisément plus large que l'existence, Le soin authentique que le monde moderne doit savoir comment redécouvrir en tant qu'élément de civilisation et d'humanisation face au danger du déni d'être qui considère le suicide comme une maladie tolérable et grave comme un décès dont il n'est plus possible de sortir.

La possibilité d'aspirer et de faire une meilleure forme possible C'est ce que l'homme permet à l'homme de pouvoir être dans n'importe quel contexte et situation de son existence, Ouverture des portes qui jusque-là semblaient fermées, Surmonter les obstacles apparemment insurmontables. Savoir comment se reconnaître les uns les autres à l'autre permet au courage de promouvoir de grandes possibilités d'humanisation, de responsabilité, d'encouragement et de soutien de son identité authentique.

Essayons à nouveau philosopher Et nous imaginons plusieurs domaines où chacun de nous vit et travaille également. Peut-être que certaines situations qui nous semblent difficiles ou désespérées sont caractérisées non pas tant par la malveillance, de l'envie ou du destin aveugle mais par l'absence de savoir faire attention et ressentir le sujet d'un remède attentionné et minutieux. Comment pouvons-nous faire de nous les porteurs de cet être dans une situation de maladie en phase terminale ou d'oppression et de désespoir mortel qui vide tous les sens? En d'autres termes, Quelle responsabilité nous avons devant ces besoins de soins plus ou moins exprimés, plus ou moins conscient et conscient? La prise en charge de nous attribuer est surtout la gratification et le désir ardent de perdre du temps et de faire des compromis avec l'autre avec respect, sans se faire semblant d'être un domaine ou une imposition. Le remède nécessite du courage qui est plus que jamais exprimé comme un acte politique au sens original du terme.

Aller c. Tronto, L'une des voix les plus faisant autorité dans la réflexion contemporaine sur la philosophie des soins, Il souligne comment cela représente l'une des pratiques fondamentales pour une bonne coexistence démocratique et pour la justice sociale non iidéologique et cela est vrai mais pas encore suffisamment compris car toujours relégué à des domaines circonscrits tels que les domaines familiaux, privé ou confessionnel.

Souvenons-nous ceci Et nous retournons à philosopher Et penser que derrière les propositions apparemment pitoyables d'euthanasie et d'émotion facile pour ceux qui nous ont laissé un geste extrême, Il y a l'option de soins qui nous permet de "réparer notre monde afin de pouvoir vivre de la meilleure façon possible", ce monde qui inclut tout: nos corps, Nos identités personnelles, Notre environnement. (cf. B. Pêcheur, J.C. Tronto, Vers une théorie féministe de la caring, en e. Abel, M. Nelon, Cercles de soins, SUNY Press, Albanie 1990, p. 40).

Sanluri, 18 août 2025

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1 Article tiré librement du quadrimestral de la philosophie pratique Clé de Sophia, N.27 Année x giuseo 2025, cf.. Articles d'Elisa Giraud et Chiara Frezza.

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Les livres d'Ivano Liguori, pour accéder à la librairie cliquez sur la couverture

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Carlo aigu, l'Eucharistie. Parfois, avoir des grillons pour la tête est stérile et dangereux

Carlo aigu, L'Eucharistie. A VOLTE AVERE GRILLI PER LA TESTA È STERILE E PERICOLOSO

Abbiamo ascoltato parole profetiche, qui ne sont pas seulement adressés aux professionnels de l'information, Mais à chacun de nous. Parce que tout le monde, aujourd'hui, Nous communiquons. Nous le faisons dans la famille, au travail, sociale sui, dans les communautés. E ogni parola, ogni immagine, ogni silenzio… è un frammento di cultura, è una scelta di pace o di conflitto. Il Papa ci ha detto che «la pace comincia da come guardiamo, ascoltiamo, parliamo degli altri».

 

Auteur:
Gabriele Giordano M. Scardocci, o.p.

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Article au format PDF imprimable

 

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La canonizzazione di nuovi santi è sempre un momento di dono per la Chiesa. Per nuove figure che sono modello ed intercessione per noi che rimaniamo. Anche per soffermarci su alcuni temi che quegli stessi santi hanno approfondito e vissuto nella loro vita.

Papa Leone, confermando il cammino svolto finora da Papa Francesco, ha confermato la canonizzazione di due santi: Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati per il prossimo 7 septembre. Se dunque innanzi alle nuove canonizzazioni, un minimo di dibattito e di riflessione sono sempre comprensibili, ed anzi auspicabili anche in una linea più teologico speculativa, alcune esasperazioni sui presupposti teologici e dottrinali degli stessi santi può risultare pericoloso e sterile se non addirittura stucchevole.

L’impressione che, il me semble, ci sia dietro alcuni scritti recenti non sia quella di valorizzare un’opera di un santo, che se come noto, per fede, in sé stesso non ci è ovviamente chiesto di accogliere come quarta persona della Trinità, però non ci è neanche chiesto di usarlo come grimaldello per smontare una visione classica della teologia eucaristica. È il caso di un recente articolo del Prof. Andrea Grillo sulla teologia Eucaristica di Carlo Acutis. Articolo che non ci sembra cogliere a pieno le potenzialità del santo. Vediamo ora di comprenderlo un passo alla volta. D'abord, focalizziamoci su Carlo Acutis.

Carlo aigu: UN SANTO DELL’INTERNET OF THINGS[1]

Carlo aigu, nato a Londra nel 1991 e trasferitosi a Milano poco dopo, è una figura venerata dalla Chiesa Cattolica, noto per la sua precoce e profonda fede. La sua biografia rivela una vita breve ma intensa, caratterizzata da una straordinaria devozione e un talento eccezionale per l’informatica, che mise al servizio della sua spiritualità. Fin da bambino, Acutis manifestò una notevole inclinazione verso la fede. Questa sua devozione innata lo portava a desiderare ardentemente di ricevere la Prima Comunione, che gli fu concessa in anticipo, all’età di sette anni. Da quel momento, la Messa quotidiana, l’adorazione eucaristica e il rosario divennero pilastri della sua giornata. Frequentò le scuole dalle Suore Marcelline e successivamente l’Istituto Leone XIII, distinguendosi come uno studente brillante e socievole. Parallelamente ai suoi studi, Acutis sviluppò una notevole passione per l’informatica, diventando autodidatta e guadagnandosi l’appellativo digenio dell’informatica”. Questa abilità non fu per lui un mero loisir, ma uno strumento di evangelizzazione. A soli quattordici anni, creò un sito web dedicato alla catalogazione dei miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, un’opera che divenne uno strumento di evangelizzazione a livello mondiale, attirando l’attenzione di numerosi fedeli. Il suo obiettivo era far conoscere la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, diffondendo la fede attraverso le nuove tecnologie.

Nonostante la sua profonda spiritualità, Acutis era un adolescente come tanti, che amava giocare a calcio, dedicarsi ai videogiochi e stare con gli amici. La sua carità era un tratto distintivo: utilizzava i suoi risparmi per aiutare i senzatetto e dedicava il suo tempo come volontario nelle mense per i poveri. Era anche un punto di riferimento per i suoi compagni di scuola, aiutandoli nello studio e offrendo supporto a chi affrontava bullismo o difficoltà familiari.

Nell’ottobre del 2006, la vita di Acutis fu bruscamente interrotta da una diagnosi di leucemia fulminante. Affrontò la malattia con una serenità sorprendente, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Morì il 12 octobre 2006, à l'âge de 15 années. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, portando all’apertura del suo processo di beatificazione nel 2013. Papa Francesco lo dichiarò Venerabile nel 2018 C'est dans le 2020 riconobbe un miracolo a lui attribuito, aprendo la strada alla sua beatificazione, avvenuta il 10 octobre 2020 ad Assisi. Il suo corpo è conservato ed esposto alla venerazione ad Assisi.

Carlo Acutis è oggi considerato un modello di santità per i giovani nell’era digitale, spesso chiamato «l’influencer di Dio» o «il cyber-apostolo dell’Eucaristia», per la sua capacità di unire fede e tecnologia.

Essendo personalmente legato all’apostolato di predicazione digitale, ritengo che per questa propensione alla divulgazione della fede in internet sia uno dei punti di luce, in cui tutti i giovani possano prendere modello ed ispirazione, per diventare dei «cyber predicatori digitali», senza per questo diventare bigotti o estremisti.

UNA SCHERMAGLIA ECCESSIVA

Il Professor Andrea Grillo, nel suo articolo Il giovane Carlo Acutis e la maleducazione eucaristica [2], offre una disamina critica dell’interpretazione teologica dell’Eucaristia veicolata dalla figura del Beato Carlo Acutis, con particolare attenzione all’insistenza sui cosiddetti «miracoli eucaristici». Grillo si interroga su come Acutis, un «super-comunicatore», possa essere stato orientato verso una comprensione così «distorta» e «unilaterale» dell’Eucaristia, focalizzata sui «miracoli» anziché sul genuino valore ecclesiale del sacramento.

Il Professore esamina attentamente il sito ufficiale dell’Associazione Carlo Acutis, in particolare la sezione dedicata ai miracoli eucaristici, e analizza criticamente i testi introduttivi redatti dal Cardinale Angelo Comastri, da Monsignor Raffaello Martinelli e dal padre domenicano Roberto Coggi, che fu anche mio docente di filosofia della natura negli anni bolognesi della mia formazione. Grillo definisce questi testi «vecchipesantiossessivi», suggerendo che essi incarnino una «cattiva teologia» imposta ad Acutis da «cattivi maestri». Egli evidenzia incongruenze e visioni teologiche superate nelle loro scritture, come la prefazione difensiva del Cardinale Angelo Comastri, la giustificazione dei miracoli come “occasions” per affrontare altri temi da parte di Monsignor Paolo Martinelli, e la comprensione antiquata delle parole della consacrazione di Padre Roberto Coggi. Il Professore sostiene che questa enfasi sui miracoli fisici distoglie l’attenzione dal «vero» e «unico» miracolo eucaristico, che risiede nella comunione ecclesiale e nell’unità tra il corpo sacramentale e il corpo ecclesiale. La «maleducazione eucaristica», conclude Grillo, non è imputabile al giovane Carlo Acutis, quanto piuttosto agli adulti che hanno promosso queste interpretazioni sbilanciate, proponendo infine unafissazione distorta sui miracoli eucaristicicome modello per i giovani.

AVERE GRILLI PER LA TESTA

Se da un lato concedo che l’eccessiva attenzione ai miracoli eucaristici «veicolato dagli adulti» in modo devozionalistico e quasi «eucaristolatrico» rischia di non far comprendere il vero senso dell’Adorazione in Gesù Cristo presente in corpo, du sang, anima e divinità e anche nell’Eucarestia quale comunione del nuovo popolo di Dio [3], ci sembra che il focus del professore non sia quello di smontare una falsa devozione eucaristica, maman, quanto al contrario, di minimizzare fino a quasi descrivere come obsoleta la concezione della presenza sostanziale di Cristo nelle specie eucaristiche. Sebbene questo non viene detto esplicitamente, la modus in rebus risulta eccessivo. Se davvero si voleva colpire solo una tendenza «eucaristolatrica», ritengo personalmente più giusto esaltare anche i passaggi di bontà dello stesso Acutis e del suo desiderio di far comunione in Cristo anche tramite internet. Saltando a più pari il riferimento al prossimo santo, ogni riferimento sembra proprio pensato per attaccare la dottrina della presenza reale, senza motivi dottrinalmente validi.

Per cui scherzosamente, rispetto alle posizioni del professore, scrivevo tempo fa che questa propensione ad usare Carlo Acutis come grimaldello per scardinare «i chiusi rimasti a concilio tridentino» o come un trampolino per saltare a piè pari tutta la bellezza della riflessione sulla contemplazione eucaristica, questa propensione è come avere grilli per la testa. Tre salti — in lungo, esagerati e fuori focus — di un grillo che penso vadano un porisistemati. Puntualmente adesso cercheremo di rispondere, documenti alla mano, alle posizioni del Professore.

Eucaristia «vecchia» e «fuori moda»? La verità sull’Eucaristia come presenza reale non ha età e non può essere “fuori moda” come probabilmente diventerà una coca cola zero fra quindici anni. La dottrina della Presenza Reale di Gesù nel Santissimo Sacramento è il cuore della nostra fede e un pilastro immutabile, non una «moda» passeggera. Il Concilio di Trento ha solennemente affermato che Cristo è «veramente, realmente e sostanzialmente» presente nell’Eucaristia [4]. Le Concile Vatican II, lungi dal negare questa verità, l’ha approfondita, esortandoci a una partecipazione più piena e consapevole al Sacrificio eucaristico [5] .Carlo aigu, con la sua vita, ci ha semplicemente tentato di ricordarci la bellezza e la potenza di questa verità eterna, dimostrando che essa può infiammare il cuore di ogni generazione. Ha cercato di fare comunione digitale e virtuale a partire dalla comunione reale con Cristo Eucaristico. Se l’Eucaristia è davvero «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» [6] allora non è affatto inessenziale, ma il centro di tutto.

Miracoli Eucaristici vs. il «Vero Miracolo»? I miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, pur non essendo «oggetto di fede» come i dogmi, possono essere un grande aiuto per la nostra fede. Monsignor Raffaello Martinelli, in uno dei testi che presenta la mostra di Carlo, spiega che possono «costituire un utile e fruttuoso aiuto alla nostra fede». Essi sono segni straordinari che Dio, nella Sua infinita sapienza, ci offre per rafforzare la nostra adesione al Mistero. San Tommaso d’Aquino stesso ha spiegato come nelle specie eucaristiche si esprimono sostanzialmente le proprietà della carne e del sangue, anche se tale proprietà ineriscono a Dio per un miracolo [7]. Questo richiamo è davvero necessario per noi che quelle proprietà non potemmo adorarle nel corpo glorioso di Cristo, perché nati secoli e millenni dopo la presenza del Verbo Incarnato sulla terra. Questi fenomeni non eliminano il vero miracolo della Transustanziazione, ma possono aiutare a sottolinearlo in modo visibile, guidando molti a una fede più profonda nella Presenza Reale. Carlo Acutis non ha «trascurato» il vero miracolo, ma ha usato questi segni per condurre altri al cuore di quel Mistero che per lui era «la mia autostrada per il Cielo».

Maleducazione eucaristicae «cattivi maestri»? Queste proposizioni del Professore ci sembrano poco prudente. Nessun articolo teologico autorizza a processare le intenzioni di altri teologi. Padre Roberto Coggi, Monsignor Paolo Martinelli e il Cardinale Angelo Comastri sembrano quasi descritti come dei cattivi maestri portatori di una teologia obsoleta e stantia, ce, per come descritta, sembra quasi lontana dalla dottrina cattolica. Questo non ci sembra. Leggiamo insieme cosa ci dice la Chiesa. Le parole della consacrazione, come ci insegna il Catechismo (n. 1353), hanno il loro fulcro nelle parole di Cristo: «Questo è il mio CorpoQuesto è il mio Sangue…». Il Messale riformato nel 1970 ha ripreso questa formula traducendola dal latino: e infatti ha così provato le parole essenziali che operano il Sacramento rimangono quelle istituite dal Signore. Come tutto questo possa entrare nel novero della «maleducazione» o della «fantasia», o della cattiva maestria, mi sfugge completamente. Nessuno degli autori succitati, aussi, ha mai negato l’importanza dell’Eucarestia come Comunione del Nuovo Popolo di Dio, e in particolare il padre Coggi, nel suo bel libro L'église, frutto delle sue meditazioni a Radio Maria, écrit;

«La Chiesa non è presentata dal Concilio solo come il Corpo mistico di Cristo, ma anche come il nuovo Popolo di Dio. Au contraire, si può dire che il Concilio ha sottolineato in modo particolare questo aspetto della Chiesa, che cioè la Chiesa è il Popolo di Dio. Lo dimostra il fatto che il Concilio dedica a questo argomento un intero capitolo fra gli otto di cui è costituita la La lumière. Infatti il secondo capitolo della costituzione dogmatica La lumière sulla Chiesa è intitolato: Il Popolo di Dio. Vedere la Chiesa come Popolo di Dio apre molte prospettive. Innanzitutto sottolinea la continuità del Nuovo Testamento con l’Antico Testamento: come Israele era il Popolo di Dio dell’Antica Alleanza, così la Chiesa è il Popolo di Dio della Nuova Alleanza. Inoltre sottolinea l’aspetto storico della Chiesa. Le denominazioni che abbiamo esaminato nelle passate trasmissioni, quando abbiamo detto che la Chiesa è il Regno di Dio, il Tempio di Dio, il Corpo mistico di Cristo, concentrano la nostra attenzione sul legame della Chiesa con Dio, con la Santissima Trinità, con Gesù risorto e glorioso, cioè sottolineano la dimensione eterna della Chiesa. Ma la Chiesa non ha soltanto questo aspetto, che in un certo senso la sottrae al mondo e alla storia. La Chiesa è anche inserita nella storia umana, la Chiesa cammina nel tempo. Dire che la Chiesa è il Popolo di Dio, il Popolo di Dio pellegrinante nella storia verso il traguardo dell’eternitàcome l’antico Popolo di Israele peregrinava nel deserto verso la terra promessa -, dire questo è cogliere un aspetto essenziale della Chiesa» [8].

È davvero un passaggio splendido per comprendere anche la Chiesa come popolo di Dio. Insomma l’attenzione alla Presenza Reale non è disattenzione verso i fedeli: ma di un’attenzione al nucleo del Mistero che arriva ai fedeli. Accusare di «cattiva teologia» chi cerca di comunicare la centralità della Presenza Reale, anche attraverso la devozione popolare e i miracoli, significa non comprendere la pluralità e la ricchezza delle vie attraverso cui la fede viene trasmessa e vissuta.

CONCLUSIONI

Il futuro santo Carlo Acutis è un modello di santità proprio per la sua ardente fede eucaristica, un esempio luminoso per tutti noi e per i giovani. Una fede non devozionistica e ancorata a retaggi semipagani o protestanti. Quella di Acutis è una fede eucaristica che ci aiuta a ripetere l’azione del piccolo apostolo Giovanni nell’ultima cena. Egli cioè di fronte a Gesù appoggiò il suo capo sul petto di Gesù sul suo Sacro Cuore. E in quel «accoccolarsi» abbandonò tutto sé stesso a Dio. Così anche noi durante l’adorazione al Santissimo, possiamo appoggiare il nostro capo sul Suo Sacro Cuore. Abbandonare tutte le nostre ansie, tutte le nostre paure, e anche offrendo tutto quello che abbiamo a Lui. Un bel momento di preghiera che, di cuore, auguro anche al Professor Andrea Grillo.

Santa Maria Novella à Florence, 23 juillet 2025

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Per approfondire

– Concile de Trente, Sessione XIII, Décret sur l'Eucharistie, canone 1. Voir. Denzinger-Hünermann, Enchiridion Symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, n. 1651.

– Concile Vatican II, Costituzione sulla Sacra Liturgia Saint Conseil, n. 14.

– Concile Vatican II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa La lumière, n. 11.

– Saint Thomas d'Aquin, Somme théologique, III, q. 77, une. 1.

– Catéchisme de l'Église catholique, n. 1353.

R.Coggi, L'église, ESD, Bologne, 2002, 81.

REMARQUE

[1] Sintetizzo da qui https://biografieonline.it/biografia-carlo-acutis

[2] Si l'interdiction

https://www.cittadellaeditrice.com/munera/il-giovane-carlo-acutis-e-la-maleducazione-eucaristica/

[3] Non esiste la comunione dei fedeli in Cristo senza la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, sebbene anche questo, en passant, sembra essere assunto dal professore.

[4] Denzinger-Hünermann, n. 1651

[5] Saint Conseil, n. 14.

[6] La lumière, n. 11

[7] Somme théologique, III, q. 77, une. 1, Somma Teologica III, q.76,a.8.

[8] R.Coggi, L'église, ESD, Bologne, 2002, 81.

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Carlo aigu. L'usine des saints a réussi l'examen de la critique par le théologien Andrea Grillo

Carlo aigu. LA FABBRICA DEI SANTI PASSATA AL VAGLIO DELLE CRITICHE DAL TEOLOGO ANDREA GRILLO

Di recente è stato sollevato un dibattito per certi versi interessante, Même avec une certaine controverse, résultant des interventions du professeur Andrea Grillo. Le sue puntuali critiche e perplessità erano rivolte a come il Beato Carlo Acutis viene ufficialmente presentato e sulla pubblicità ecclesiastica che si è sviluppata attorno a lui, lequel, selon lui, risentirebbe di una sensibilità religiosa arretrata, che terrebbe di nessun conto tutto il cammino fatto dalla Chiesa negli anni del post Concilio in tema di Eucarestia.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il popolare detto, «scherza coi fanti, lascia stare i Santi», negli ultimi tempi pare abbia perso di valore nei riguardi di colui che è considerato il beato moderno per eccellenza: Carlo aigu; prossimamente innalzato agli onori degli altari insieme all’altro giovane beato Piergiorgio Frassati.

Poco tempo fa sono iniziati a circolare commenti circa l’opportunità della canonizzazione di Carlo Acutis; essi provenivano perlopiù ― e lo dico esemplificando molto ―, dagli ambienti cosiddetti conservatori. Gli appunti si addensavano intorno alla velocità del processo di canonizzazione, che appariva a costoro più una promozione della politica ecclesiastica che un invito alla santità. Di seguito sono emerse domande sulla figura del prossimo Santo che poco avrebbe da proporre ai giovani di oggi, i quali viaggiano sulla rete molto più velocemente del Beato ritenuto «genio dell’informatica», solo per aver creato un semplice sito internet sui miracoli eucaristici. C'est toujours, critiche sono state mosse alla presenza costante della famiglia Acutis; anche questa una novità tollerata dalla Chiesa che invece, dans le passé, proibiva ogni intervento pubblico dei familiari, come nel caso della madre e dei fratelli della giovane Santa Maria Goretti. Diversa invece la situazione odierna dove le mamme promuovono il figlio santo, oppure i figli e i nipoti che girano a tenere conferenze sul padre, Mère, il nonno o la nonna elevati agli onori degli altari.

Plus récemment, da un fronte diverso, è stato sollevato un dibattito per certi versi interessante, Même avec une certaine controverse, résultant des interventions du professeur Andrea Grillo, docente di Liturgia presso l’Ateneo romano di Sant’Anselmo, riportati sulla sua pagina facebook e sul suo Blog. Le sue puntuali critiche e perplessità erano rivolte invece a come il Beato Acutis viene ufficialmente presentato e sulla pubblicità ecclesiastica che si è sviluppata attorno a lui, lequel, selon lui, risentirebbe di una sensibilità religiosa arretrata, che terrebbe di nessun conto tutto il cammino fatto dalla Chiesa negli anni del post Concilio in tema di Eucarestia. En particulier, egli ha usato l’espressione «mala educazione» riferendosi alla debordante attrazione verso il miracoloso, sottolineata nella presentazione del Beato Carlo. Afferma Grillo:

«Come è possibile che tutto il cammino che la Chiesa ha fatto negli ultimi 70 années, sul piano della comprensione del valore ecclesiale dell’Eucaristia e della sua celebrazione, sia stato comunicato in modo così distorto al giovane ardente comunicatore, tanto da suggerirgli una comprensione tanto lacunosa, tanto difettosa, tanto unilaterale?».

Egli muove perciò una critica, più che al Beato, mai messo in discussione, piuttosto alla presentazione che di lui viene fatta e, riguardo all’Acutis, se la sua fu una passione verso i miracoli eucaristici, secondo il professore questa non fu ben indirizzata. Da queste affermazioni che ho molto sintetizzato, ne è nato un dibattito che, come sempre accade, prevede favorevoli e contrari. Forse alcune affermazioni del docente sono potute apparire a tratti pungenti, mi riferisco a quelle rivolte ai celebri motti del Beato, che ne hanno decretato la fortuna: «Non io ma Dio» e «Tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopie». néanmoins, alcune domande sollevate sono difficilmente aggirabili, rivolte soprattutto ai promotori della causa di canonizzazione e non al Santo, i quali si sono «fermati» troppo unilateralmente sull’aspetto miracolistico della presentazione dell’Eucarestia.

È probabile che alcune problematiche prima o poi sarebbero emerse, indipendentemente dalla canonizzazione del giovane Beato Acutis, a seguito delle nuove norme emanate da Giovanni Paolo II, anch’egli precoce Santo, le quali hanno permesso di accelerare i tempi per far si che si potessero presentare figure contemporanee, a scapito però della perdita di una prospettiva storica e dell’impossibilità di valutare la permanenza di una memoria e di un’ispirazione. Il discorso in questa circostanza si fa ancor più delicato perché parliamo, Entre autres, di un ragazzo morto in giovanissima età che, secondo le concordi testimonianze, ha umanamente mostrato grande entusiasmo, generosità e coraggio e che la Chiesa Cattolica ha deciso, con procedure semplificate rispetto al passato, ma non per questo superficiali, di proporre come possibile modello per tutti, soprattutto per i giovani.

Il processo che porta alla canonizzazione di un Santo è complesso e delicato insieme. À la fin, è come una consegna o un dono che la Chiesa fa a tutti i fedeli, quando riconosce le virtù di uno dei suoi figli. Ma i fedeli ― e questo spesso non accade ―, dovrebbero avere quella necessaria maturità che viene dalla formazione teologica e non solo, ce sens de la foi che porta a un sano discernimento e spirito critico. Pensiamo, Par exemple, alla tendenza attuale di considerare tutti i canonizzati come dottori della Chiesa, dando ai loro scritti un valore esorbitante. Mentre invece bisognerebbe sapere che la canonizzazione di un Santo non vuol dire, par le fait même, che tutto quello che egli ha scritto o detto sia da considerarsi oro colato. A maggior ragione quando siamo di fronte alla canonizzazione di un adolescente, che certamente avrà avuto una formazione non completa o esaustiva. Une fois que, dire, venivano presi in considerazione come santi solo i bambini o gli adolescenti martiri, come nel famoso caso limite degli inconsapevoli, eppure veneratissimi, Santi Innocenti.

Anche se non si vogliono esasperare i problemi dottrinali messi in luce dal prof. Andréa Grillo, di comprensione dell’Eucaristia soprattutto, ma anche riguardo al destino eterno ― mi riferisco alle affermazioni del nostro Beato circa il desiderare di saltare il purgatorio grazie alle sofferenze ospedaliere ― è indubbio che si addice ai pastori e a seguire ai fedeli la capacità di saper discernere sapientemente ogni cosa, sapendo tirar fuori, secondo il detto evangelico: «cose nuove e cose antiche» (Mont 13,52).

À mon avis, il dono che il Beato Carlo Acutis sta facendo alla Chiesa Ça y est. Egli purtroppo, comme nous le savons, non ha avuto il tempo per sviluppare una conoscenza strutturata della teologia eucaristica o di altri aspetti del mistero cristiano e si è fermato a una intuizione che è divenuta in lui passione e devozione. Bien sûr, è facile per noi citare San Tommaso d’Aquino, insigne teologo, lì dove discute dei miracoli eucaristici e ne limita il significato (cf.. Somme théologique, III, 76, 8) e metter ciò a confronto di quella che può apparire una fissazione adolescenziale del nostro Beato. Ma il fatto è appunto questo: che così confronteremmo un discorso teologico con qualcosa che non è discorso teologico e non vuole esserlo. È appunto passione e devozione. Non tutto può essere perfetto come lo vorremmo o ci aspetteremmo. Lo abbiamo visto nel caso emblematico di Medjugorje, dove la Santa Sede ha preferito alla fine promuovere l’esperienza religiosa che in quel luogo si vive, mentre ha declassato la saldezza dei messaggi mariani che da lì sono partiti, ritenendoli solamente presunti, di fatto non riconoscendoli autentici.

Casomai possiamo chiederci — e in questo ci aiuti il Beato Carlo Acutis — come mai dopo il Concilio di Trento sono nate tante devozioni che hanno arricchito l’esperienza cristiana, che mettevano al centro la semplicità di vita, l’interiorità, la vita comune? Era un movimento molto più laicale che clericale, che non aveva di per sé una sua teologia elaborata e strutturata, eppure traduceva la fede cristiana in una sensibilità, in pratiche, in modi di vivere. E invece questo non è avvenuto a seguito dell’ultimo Concilio. Non siamo stati capaci di rinnovare quelle devozioni, né farne nascere di altre, nonostante tutto lo sforzo teologico ed ecclesiologico del movimento liturgico che, se da un lato aveva ridimensionato molte devozioni, dall’altro offrì contenuti, approfondimenti e nuove occasioni per cammini rinnovati. Come è possibile che una comprensione così ricca e vitale non sia diventata anche devozione, sensibilità e forma di linguaggio? Così oggi ci troviamo di fronte a un adolescente Beato moderno che si è gettato con passione tutta giovanile su aspetti dell’Eucarestia considerati devozionali, come i miracoli eucaristici, al quale non sono pervenute tutte le acquisizioni più recenti su quell’importante Mistero. E, stando alla presentazione che viene fatta di quel Beato, sembra che tutta quella ricchezza non sia passata neanche ai promotori della causa di Carlo Acutis, finanche a coloro che promuovono forme che lasciano, juste dire, perplessi, come quella di una trasmissione Youtube 24h su 24h del sepolcro del Beato Carlo.

La domanda sul perché non abbiamo oggi devozioni che tengano conto della ricchezza delle ultime acquisizioni, che sappiano legare vita liturgica e testimonianza di fede improntata al Vangelo, con al suo centro l’Eucarestia che insieme è approdo e sorgente della vita del credente e delle comunità, non è così peregrina. Alla luce di altri due fatti, il secondo dei quali alquanto doloroso. Il primo è che tutto il corso del processo che ha portato alla beatificazione e ora alla canonizzazione del Beato Acutis, come pure alla diffusione del suo culto, si sono svolti durante il pontificato di Papa Francesco. In Carlo troviamo l’esempio, en fait, di quella «santità della porta accanto» a cui accenna l’esortazione papale Réjouis-toi et réjouis-toi du 2018. Vraiment, l’esortazione post sinodale del 2019, Christus vivit, nomina esplicitamente il Beato, pur essendo all’epoca ancora venerabile e gli dedica persino più di un rimando (Non.. 104-107). Qualcuno ha chiesto: Come è possibile, anche da questo punto di vista, che nulla di «conciliare» sia stato trasmesso; visto che Papa Francesco è stato salutato come primo Pontefice figlio del Concilio?

Il secondo fatto è che oggi, stando alle inchieste sulla religiosità in Italia e in particolare quella dei giovani, si deve ammettere che se abbiamo da un lato un ragazzo prossimo Santo con una passione e devozione verso l’Eucarestia, forse poco formate; dall’altro c’è una grande maggioranza di ragazzi e giovani che non hanno alcuna devozione verso l’Eucarestia, tantomeno al «valore ecclesiale dell’Eucaristia e della sua celebrazione». Et ça, per quasi tutti di loro, dopo anni e anni di catechismo e formazione in gruppi specifici. Anche qui qualcuno ha detto, probabilmente esagerando, ma senza andare troppo lontano dal vero, che è rimasta loro solo un «qualche valore umanitario ed ecologico».

Perché tutte queste domande e i dibattiti scaturiti dalla canonizzazione del Beato Carlo Acutis non rimangono uno sterile esercizio o, come spesso accade ultimamente anche dentro la comunità ecclesiale, un segnare il proprio campo, prendendo ancora le distanze dagli altri che pensano diversamente, sarebbe utile farne tesoro. E quindi sarebbe importante una riflessione a tutti i livelli, cominciando dai più alti nella Chiesa, su come riprendere un cammino di formazione alla vita cristiana dei giovani che sia serio, che tenga conto dei vissuti molteplici, ma anche di ricominciare a offrire un cibo solido ai ragazzi, senza tediarli certo, ma neanche prendendoli semplicemente per il pelo, perché altrimenti scappano o si annoiano. Certo qualcosa si sta facendo, ma credo sia giunto il momento di non perdere altro tempo. I tesori della Parola di Dio, della vita liturgica, la comprensione della Chiesa rispetto a questi e alla sua Tradizione, le mille e più esperienze e testimonianze della vita cristiana hanno bisogno di essere di nuovo posti al centro per farli diventare cultura e perché no, anche devozione, passione per la vita cristiana vissuta in tempi moderni. Per l’impegnativo compito immagino che la Chiesa si aspetti la consistente intercessione dei due prossimi Santi.

De l'Ermitage, 23 juillet 2023

 

 

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Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

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Médias sociaux et ignorance. Si l'histoire est écrite par les gagnants, des vils terroristes assassins deviennent des martyrs de la liberté

DES MÉDIAS SOCIAUX Et l'ignorance. Si l'histoire est écrite par les gagnants, Des vils terroristes assassins deviennent des martyrs de la liberté

Les terroristes peuvent être tels si l'idéologie suivie par eux perd et finit par défaire, Comme dans le cas des Brigades rouges, Mais ils peuvent devenir des héros et des martyrs de liberté si l'idéologie qu'ils ont suivi gagne et s'impose comme un pouvoir de gouvernement. En fait, si l'islamisme radical avait gagné et soumis les États-Unis d'Amérique, Aujourd'hui à New York, la démolition des deux tours jumelles serait célébrée de la même manière que l'emprise de la Bastille est célébrée en France et l'inversion du gouvernement de Louis XVII.

— Histoire et actualité —

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Plus le QI moyen dans la société diminue, plus il faut expliquer même les choses évidentes. L'erreur que nous faisons souvent dans le domaine théologique comme dans les sphères de toutes les sciences les plus disparates, de la médecine à l'astrophysique, C'est pour prendre pour acquis des choses que nous considérons comme évidentes et que en fait sont aussi bien, étant les éléments les plus rudimentaires des différentes sciences ou du simple et fondamental bon sens humain. Malheureusement, Il est nécessaire de prendre en compte qu'aujourd'hui nous sommes plus susceptibles de suivre le influencer des analphabètes et moi tiktokeur, Y compris certains prêtres qui se sont lancés dans ces jeux dément (cf.. QUI).

Comme toujours, expliquons avec un exemple: nombreux influencer persuadés qu'"un nain a le cœur trop près de son trou du cul" car ils n'ont pas compris l'hyperbole ironique de la chanson Un juge par Fabrizio de André (texte QUI), ils utilisent le mot Moyen Âge dans un sens péjoratif, Ignorer que les bagages d'art, la science et la technologie que nous avons aujourd'hui, nous devons tout au Moyen Âge. Pas seulement, parce que si aujourd'hui on connaît les auteurs classiques; être la culture, La littérature et la philosophie grecques et romaines ne nous ont été transmises que grâce au Moyen Âge., y compris les poèmes les plus lubriques de Valerius Gaius Catullus, que non seulement l'Église s'est gardée de censurer ou de détruire, car si nous les connaissons aujourd'hui c'est grâce à elle et aux moines scribes qui les ont transcrits et transmis au fil des siècles.

Si dans ces zones d'étrurie qui était le territoire des États papaux jusqu'en septembre 1870, L'église n'avait pas sauvé et conservé des fresques murales et une poterie qui dépeint des scènes phalliques, orgies et relations homosexuelles entre hommes, Ces actifs étrusques et romains auraient été perdus. Tout comme c'est arrivé ailleurs, où l'Église ne gouvernait pas, Mais les gouvernements libéraux "éclairés" qui ont jugé certaines représentations scandaleuses et immorales et pour cette raison, ils les ont détruits.

Le système du droit moderne nous le devons aux grands glossateurs bolognais qui ont vécu entre le XIe et le XIIe siècle et nous devons l'élément fondamental de la civilisation juridique de la protection et de la légitime défense de l'accusé précisément à ce processus inquisitoire sur lequel des gens inconscients et ignorants du fait qu'être condamné par les Tribunaux de la Sainte Inquisition a été très difficile. Et ce sont précisément les tribunaux de l’Inquisition qui ont sanctionné un autre élément qui fait aujourd’hui partie de la jurisprudence pénale de tous les pays dits civilisés du monde.: la pénalité visant à recouvrer, pas à la punition dictée par les instincts de vengeance, Parce qu'à travers la phrase, le condamné ne doit pas être puni mais récupéré. La réponse des ignorants est prête: « Des condamnations à mort ont été prononcées!». Et ici il faut rappeler que les condamnations à mort n'étaient pas rares mais très rares, spécifiant qu'ils doivent être placés et lus dans des contextes historiques auxquels les critères de jugement d'aujourd'hui ne sont pas applicables, Il serait suffisant pour expliquer que même la condamnation à mort était un acte extrême visant à récupérer les condamnés. Pour cela, les condamnés étaient vêtus de blanc, signe de pureté, parce qu'avec la mort ils ont payé leur dette et éteint leur culpabilité en réacquérant ce qu'on appelle en langage chrétien « la pureté baptismale ». Et leurs corps, après la mort, ils devaient être traités avec respect et enterrés avec considération.

Aux explications historiques, il réitère l'ignorant: Giordano Bruno a été brûlé sur le bûcher, tout sauf tué et enterré avec respect!». Bien sûr. Et selon quelle était la logique sociale, politique, juridique et religieux du temps qu'ils ont bien fait de le brûler sur le bûcher. C'est lui qui s'est trompé avec une rare obstination. Il a été soumis à deux processus, Un à Venise et un à Rome. Avec le deuxième procès romain, il a été donné à nouveau ancien nouveau à l'ensemble du processus de procédure qui a duré au total huit ans, Au cours de laquelle deux annulations sont intervenues pour des défauts de forme risibles, Afin de donner à Bruno autant de temps que possible pour pouvoir se repentir. Pendant des années, il a été tenté de l'inciter à se repentir, ce qu'il a obstinément refusé. Inutile de dire et d'expliquer à certaines personnes qui se nourrissent et boivent des légendes noires qui ne peuvent pas être évaluées et juger de l'affaire Bruno avec les critères de jugement de notre présent social, politique, juridique et aussi religieux. Ce serait comme condamner avec un cri de scandale, à travers l'application de la pensée contemporaine, Certaines pratiques des hommes de préhistoire considérées à notre avis inhumaines et criminels.

Il y a de nombreux faits historiques manipulés depuis le XVIe siècle Par le travail des auteurs protestants et de la fin du XVIIIe siècle XIX par libéral-antique au cours de la période suivante, la Révolution française de la période suivante. L'ardua reste aujourd'hui, Si ce n'est pas presque impossible de nier certaines légendes noires désormais absurdes aux vérités impressionnées même sur les textes scolaires de l'histoire. Comme dans le cas de l'histoire qui a vu des protagonistes dans la Rome pontificale de 1867 Gaetano Tognetti, 23 années, Giuseppe Monti, 33 années, Aujourd'hui célébré comme des héros et des patriotes incontestés du Risorgimento. Les deux héros de l'auto-style, le soir de 22 octobre 1867 Ils ont placé et explosé une puissante charge explosive qui a presque complètement détruit la caserne Serristori, Situé dans une barre transversale du courant via la conciliation de Della, Quelques dizaines de mètres de l'archbasilical papal de San Pietro. Dans cette caserne, une compagnie de Zuavi pontificale hébergeait. L'explosion a causé la mort de vingt-cinq militaires et de deux civils. Si peu de temps avant, une grande entreprise n'était pas sortie du bâtiment, Le nombre de décès aurait été beaucoup plus grand. L'inspirateur de cette attaque était principalement Francesco Cucchi, Adjoint au Parlement de Florence, que avec d'autres associés ont utilisé le travail des deux attaques, puis a fini par être découvert, arrêté, jugé et condamné à mort.

Deux ans après leur exécution, à l'unification de l'Italie qui a eu lieu et avec Rome qui est devenue sa capitale, Les deux attaques ont été célébrées comme des héros et ont marqué l'histoire alors que les "martyrs de la liberté". Dans 1977 Le réalisateur italien Luigi Magni a écrit et réalisé un film d'une matrice anticléricale Beera en améliorant ces deux figures et en falsifiant totalement l'image historique de la dernière entaille de la vie des États papaux, maintenant réduit au territoire de Rome uniquement et une partie de la région actuelle de la Lazio.

Gaetano Tognetti et Giuseppe Monti n'étaient pas les patriotes héroïques mais des vils terroristes qui ont tué une attaque de jeunes dans le groupe d'âge entre le 18 e je 25 années, Tous les composants principalement le groupe musical. Plus de vingt-sept au total auraient pu être les victimes, Si une entreprise entière n'avait pas soudainement quitté l'écurie.

Aucun des dirigeants européens, à partir du Savoy, Il a offert une aide diplomatique à Pie IX, Demander la grâce des condamnés et le changement de la peine à la peine capitale en prison, Tout en sachant qu'à ce moment-là, le pontife romain a dû faire face aux parents des jeunes victimes et de la population romaine blessée et en colère contre leur mort, y compris celui d'une fille de cinq ans, Rose, Il est mort instantanément avec son père Francesco Ferri, Pendant que la mère, Alieuse Younnse, Il s'est sauvé tomber sur le sol stupéfait. Une fois que les sens ont repris, il est devenu complètement fou, À tel point qu'il était nécessaire de l'intégrer dans l'asile de Santa Maria della Pietà, où il est mort plus tard.

Ce rNarrative andal des faits Il n'a jamais traversé les histoires légendaires du glorieux Risorgimento italien, Comment ressentent les livres pseudo-storichiques, romans et même productions cinématographiques de réalisateurs anti-cléricaux.

En vertu de ce qui était la vraie histoire historique, Nous aurions dû regarder ces deux terroristes dans des héros légendaires en changeant par l'arrière par le travail de la propagande libérale-antique, complet avec des routes, quartiers et monuments qui leur sont dédiés. Cela serait équivalent à ériger aujourd'hui à Rome, Dans Via Bani, où il a été kidnappé 1978 Le Premier ministre Aldo Moro et a tué ses agents d'escorte, Un monument de fête en l'honneur des brigades rouges héroïques et patriotiques. En emprisonnant à suivre les livres d'histoire que les Brigades rouges ne constituaient pas un mouvement terroriste dangereux qui a obstinément taché de meurtres et d'attaques pendant les années 70 du XXe siècle, Mais un groupe héroïque de libérateurs, intitulé au nom de chaque routes terroristes et carrés.

Terroristes et attaques Ils peuvent devenir des héros et être célébré comme tel en fonction de ceux qui gagnent la guerre et suivent les chroniques, En changeant les idéologies et les légendes des faux historiens présentés à la postérité comme la participation historique, complet avec de grands films de diffusion, Dont il s'agit d'inculquer aux masses de plus en plus collées mépris et haine envers l'Église catholique et la papauté, Dans le mépris total des vérités historiques. Les terroristes peuvent être tels si l'idéologie suivie par eux perd et finit par défaire, Comme dans le cas des Brigades rouges, Mais ils peuvent devenir des héros et des martyrs de liberté si l'idéologie qu'ils ont suivi gagne et s'impose comme un pouvoir de gouvernement. Si en fait, l'islam radical avait gagné et, toujours par exemple, a subjugé les États-Unis d'Amérique, Aujourd'hui à New York, la démolition des deux tours jumelles serait célébrée de la même manière que l'emprise de la Bastille est célébrée en France et l'inversion du gouvernement de Louis XVII, Sans faire de la tête aux exécutions de résumé ou aux processus farsque entièrement basés sur de fausses degrés qui ont ensuite donné vie à un énorme bain de sang sur la guillotine.

L'historien néerlandais Pieter Geyl (1887-1966) Il a dit que "l'histoire est toujours écrite par les gagnants". Plusieurs siècles plus tôt, Le philosophe grec Aristote a écrit dans son travail politique: "Les mensonges des gagnants deviennent de l'histoire tandis que ceux des perdants sont découverts".

Phrase qui est tout sauf facile à interpréter, celui d'Aristote, que le philosophe et politicien italien Rocco Buttiglione a précisé de manière lapidaire, en stage précisément sur les pages de la réseaux sociaux:

"Il y a une science historique qui a ses règles: Contrôle des sources, la vérification de la cohérence logique des déclarations, L'obligation de compléter les informations. La science historique veut vérifier "Ce qui s'est réellement passé” (Ce qui s'est vraiment passé). Cela n'élimine pas mais place une limite au partisan. Il y a la propagande de guerre des gagnants qui essaient de s'établir comme une vérité officielle. Il y a aussi la propagande de guerre des perdants, qui est périodiquement redécouvert et opposé aux versions officielles des événements. Cependant, il existe également des recherches historiques graves qui évaluent toutes les données disponibles. Souvent, l'expression "L'histoire est écrite par les gagnants" est utilisée par les perdants pour réhabiliter sa propagande de guerre. Il est bon de garder à l'esprit la distinction entre le révisionnisme historique sérieux et ce qui n'est pas sérieux " (cf.. QUI).

Aujourd'hui, De la Russie à l'Ukraine en passant par le Moyen-Orient, L'histoire se répète, avec le pire dominateur déjà au travail pour fabriquer les prochains faux héros de la patrie à célébrer.

De Isola Patmos 12 juillet 2025

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La pauvreté est de reconnaître et de garder ce qui a été reçu: Les petits pas de Leone XIV pour une pensée chrétienne sur la pauvreté

La pauvreté est de reconnaître et de garder ce qui a été reçu: I PICCOLI PASSI DI LEONE XIV PER UN PENSIERO CRISTIANO SULLA POVERTÀ

Ci piacerebbe assistere ad altri passi concreti nel cammino di una povertà teologica e pastorale che interessi, par exemple, la dignité du culte et des églises, cosa che il Serafico Padre San Francesco curava molto e non disdegnava di togliere qualcosa alla propria mensa per onorare la casa e l’altare del Signore donando la giusta dignità.

- Nouvelles de l'Église -

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Ironizzava Indro Montanelli: «La Sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al potere li aumenta di numero», così scriveva riferendosi a un concetto ideologico di povertà appartenente ad alcune correnti politiche.

(Gli aforismi di Indro Montanelli)

Questo grande maestro del giornalismo italiano conosceva bene la vita delle persone e la storia d’Italia e si era accorto come taluni paladini sociali non custodiscono e accompagnano la povertà e il povero ma lo utilizzano, spesso creando delle riserve protette in cui i termini di “povero” e di “povertà” vengono innalzati come un paravento per coprire le proprie distorsioni di pensiero o di illeciti.

Questo pericolo di travisamento non appartiene al solo mondo della politica e del sociale ma è anche presente all’interno della fede, in cui una condizione come quella della povertà bene si presta a trasmutare in qualcosa di alienante da Dio e dall’uomo. La storia del francescanesimo, par exemple, conosce bene il rischio di un uso ideologico della povertà, in nome della quale si sono reclamate riforme, si sono pretese revisioni di stili di vita, si sono sognate nuove fondazioni fino all’imposizione di quella povertà violenta e aggressiva che è sfociata nell’eresia. Ahimè, nulla di tutto questo ha poi portato i frutti sperati, se non quelli della dispersione e dell’ulteriore divisione. La bellezza del francescanesimo più puro — vicino non tanto all’idea del fondatore ma a quella che Cristo ci ha consegnato — sta nello scegliere liberamente con letizia la povertà del Figlio di Dio senza imporla. Senza sognare un’ideologica «Chiesa povera per i poveri» ma arricchendo la Chiesa e gli uomini di quella essenzialità dell’unico necessario che, pur essendo ricco si è fatto per noi povero per arricchirci, proprio in virtù del suo essere l’Eterno presente.

Riguardo poi alla tendenza a trasmutare il significato di un valore e la sua parola corrispondente al fine di colpire i propri nemici, oggi tale uso è piuttosto frequente. Stesso discorso possiamo fare con altre parole come amore, droits, inclusione e sinodalità. Non si tratta di una sola questione semantica o demagogica ma anzitutto di quel peccato di superbia tutto umano e pagano di chi ha la sicura pretesa e sicurezza di poter eliminare un male oggettivo a prescindere dall’intervento di Dio usando la volontà unità ad accordi e compromessi. Comment ne pas se souvenir, à propos de ça, quel presunto movimento politico italiano venuto dal basso che aveva la pretesa di aver finalmente abolito la povertà ponendosi come il paradigma del nouveauté in ambito politico. bien, conosciamo tutti bene l’epilogo, il movimento si è riciclato e la povertà che si era detta abolita è magicamente ricomparsa.

Non dobbiamo farci delle illusioni in fatto di povertà, lo sappiamo bene da Gesù (cf.. Mc 14,7), questa è una tra le tante macchie endemiche della nostra creaturalità peccatrice che ci accompagnerà nel pellegrinaggio terreno fino alla ricapitolazione di questo nostro mondo, fino a quando Colui che deve venire si manifesterà glorioso e avrà posto tutti i nemici sotto i suoi piedi (cf.. Mont 11,2; 1 Cor 15,21). Le reste, Gesù stesso durante il suo ministero pubblico non ha eliminato la povertà materiale e la miseria ma ha insegnato a soccorrerla e intervenire davanti alle innumerevoli tipologie di povertà umana: di cibo, di salute, di senso, di relazioni, di bene, de Dieu. I suoi discepoli, au cours des siècles suivants, pur santificandosi dentro i diversi contesti di povertà non sono mai riusciti ad abolirla del tutto. E questo vorrà pur dire qualcosa, perché non appaia come una vittoria dell’uomo ma di Dio che nel Figlio sottomette ogni cosa. Gesù non ci ha detto solo che i poveri ci sono e ci saranno sempre, ci ha detto primariamente che Lui c’è e che bisogna necessariamente partire da questa presenza concreta del Risorto per poter portare avanti un pensiero teologico e pastorale che si possa contrapporre anche alla povertà e che realizzi nell’oggi quel già e non ancora escatologico in cui la povertà, la souffrance, il peccato e la morte saranno definitivamente sconfitti.

Piccoli passi che partono dal Risorto e conducono a incontrare il Risorto, non moti ideologici e rivoluzionari della superbia umana ma strategie di speranza. Credo che possiamo tutti convenire in tal senso vedendo come il Pontefice Leone XIV ha messo in atto i primi segnali di un concetto teologico di povertà inteso come il riconoscimento di quanto ha ricevuto da Dio al fine di custodirlo per poterlo a sua volta tramandare.

La decisione di ritornare ad abitare presso il Palazzo Apostolico (vous voyez QUI, QUI). Questa decisione segue un concreto percorso di povertà e di valorizzazione di quella residenza che è stata tradizionalmente riservata al Pontefice dal 1870 jusqu'à ce que le 2013. Si tratta certamente non solo di una localizzazione concreta all’interno dello Stato della Città del Vaticano ma di una storia che continua e della certezza di una presenza che i fedeli di tutto il mondo hanno imparato a conoscere e ad amare osservando quella finestra aperta alla domenica mattina e illuminata alla sera: stella polare che dona sicurezza e speranza ai tanti naviganti nel mare della fede. Una presenza consolatrice quella dell’appartamento papale, que de retour dans 2005 ha provocato in tutti i fedeli cristiani un tuffo al cuore in quella sera del 2 aprile quando la luce della camera del Papa si spense segno del consummatum est di Papa Giovanni Paolo II.

La scelta di Leone XIV di riprendere ad affacciarsi al balcone del Palazzo Apostolico ridisegna la vita del nuovo Pontefice e gli assicura una maggiore protezione e intimità, conforme al suo ruolo di chef politico e spirituale ma soprattutto perché quel vezzo di risiedere in Domus Sanctae Martha stava diventando ormai troppo ingombrante anche in termini di costi. Dentro un pontificato appena trascorso che ha imbastito una buona parte della sua visibilità mediatica sulla povertà e sull’uso “altro” del denaro, come conciliare i 200 mila euro al mese necessari per la sicurezza del Pontefice? Come fa notare il vaticanista de Temps in un suo contributo di domenica 25 mai, i famosi cinquanta metri quadrati si sono dilatati fino ad occupare l’intero secondo piano della Domus (vous voyez QUI). Questo con un ingente adeguamento strutturale che ha richiesto degli oneri in termini monetari forse non indispensabili se si fosse mantenuto lo storico appartamento papale che adesso dovrà per forza essere ristrutturato dopo dodici anni di inutilizzo e con conseguenti spese aggiuntive. A essere rispettosi del defunto Pontefice e del suo entourage dirigenziale non possiamo non notare un palese corto circuito in tutto ciò o piuttosto un rigurgito di quella vecchia tentazione prometeica di chi vuole abolire la povertà per finire poi col cadere nell’eccesso opposto. Queste cose purtroppo si pagano doppiamente: anzitutto in senso monetario e poi come accuse pronte per essere scagliate addosso alla Chiesa e al suo Vicario.

Oltre alla ingente somma mensile di denaro per garantire la doverosa sicurezza alla persona del Papa, a ben rifletterci volendo c’è dell’altro. La Domus si affaccia su via Gregorio VII, di fronte a diversi palazzi in territorio italiano che potrebbero essere potenziali postazioni da cui far partire un’offensiva terroristica contro il Santo Padre. Non è pretestuoso pensare che il Governo italiano si sia da tempo affrettato — dal 2013 a oggi — a sventare questa possibilità non remota, pensando a un piano di sicurezza ben strutturato, magari facendo evacuare gli stabili interessati e piazzando reparti specializzati attorno alle zone più sensibili con ulteriore dispendio di denaro? E tutto questo in nome di cosa, forse della povertà? Da francescano e da parroco che ha dovuto amministrare e continua ad amministrare beni non suoi, sono certo che la vera povertà risieda nella gestione intelligente delle cose e delle strutture che già si hanno. Saper salvaguardare e mantenere efficienti le cose, non aggiungere spese non necessarie ma potenziare e migliorare quelle già esistenti: insomma partire dal minimo necessario piuttosto che dal massimo consentito.

Altro piccolo passo verso un cammino di povertà concreta è stato quello che possiamo definire come il Bonus Conclave, cioè la somma di 500 euro elargita ai dipendenti del Vaticano che venne sospesa nel 2013 in occasione dell’atto di rinuncia di Benedetto XVI e dell’elezione di Francesco. Un riconoscimento che premia il lavoro di tutti i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano per le ulteriori fatiche in vista del Conclave e dell’elezione del nuovo Romano Pontefice. Cinquecento euro non sono molti, ma possono fare la differenza all’interno di una famiglia che può permettersi di affrontare il mese successivo con più serenità; ma più di tutto, quel che conta e viene apprezzato, è il gesto sensibile in sé verso i dipendenti. Anche in questo caso la povertà esercitata consiste nel riconoscere e premiare chi lavora per il Papa e per la Chiesa e che merita di avere una retribuzione equa e dignitosa, perché il cibo, le medicine e le varie utenze domestiche non possono essere pagate con i Notre père.

En conclusion, ci piacerebbe assistere ad altri passi concreti nel cammino di una povertà teologica e pastorale che interessi, par exemple, la dignité du culte et des églises, cosa che il Serafico Padre San Francesco curava molto e non disdegnava di togliere qualcosa alla propria mensa per onorare la casa e l’altare del Signore donando la giusta dignità. Ci piacerebbe assistere a una carezza autentica di povertà verso i diseredati che vivono attorno al colonnato della Basilica di San Pietro che, leur bonté, ancora non sono capaci di usare i servizi igienici messi a loro disposizione e rendono via della Conciliazione con le immediate adiacenze dei veri e propri vespasiani a cielo aperto. Tante cose si potrebbero in verità fare, ma nutriamo la segreta speranza che il Sommo Pontefice Leone XIV le sappia già, perché il guaio di una povertà ideologica e gridata consiste nel rendersi conto degli immancabili disastri che qualcun altro dovrà riparare.

Sanluri, 7 juin 2025

 

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De Francesco Le Lion XIV. Ce que l'avenir nous réservera pour nous

De Francesco Le Lion XIV. Ce que l'avenir nous réservera pour nous?

Nous souhaitons que le père très battu Leone Xiv soit lui-même, Plus Robert Prevost mais Pietro, Un guérisseur blessé, Reconstituer la figure du doux Christ sur terre en bonne santé et savoir guérir l'église qui vit dans une situation traumatisée. Tu dois au moins nous essayer, Même sans réussir, Mais essayez. Cela constituera déjà un mérite de grâce et de salut, À travers cette logique de l'échec christologique qui brille le monde dans la gloire de la croix et gagne le monde.

- Nouvelles de l'Église -

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Auteur
Ivano Liguori, ofm. Casquette.

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Deux semaines seulement après l'élection du pontife romain Leone XIV Nous ne pouvons manquer de remarquer dans l'église une atmosphère d'euphorie généralisée combinée à ce sentiment de soulagement similaire à celui qui, à la fin de la journée, rejette les chaussures étroites pour se rendre confortablement dans des pantoufles. Il suffit de retracer les images du pontificat commençant la masse sacrée pour remarquer un carré de San Pietro très encombré jusqu'à l'ensemble de la conciliation via della, ce qui ne s'est pas produit depuis au moins une décennie maintenant.

Beaucoup étaient présents. Non seulement les gens ordinaires voulaient être présents à l'événement du début du ministère du nouveau Pontife romain, mais aussi plusieurs personnalités éminentes du monde entier ont rendu leur hommage, nourrissant dans leur cœur l'espoir secret que le nouveau chef de l'Église pourrait constituer un allié politique et social valide dans l'échec de l'échelle géopolitique actuelle.

L'élection d'un pape est quelque chose d'extraordinaire, Sans aucun doute, c'est un événement unique dans le monde, qui avec une ironie facile se déroule précisément "à chaque mort du pape”. et pourtant, Cette élection en particulier a été chargée de nombreux espoirs et attentes précisément pour la singularité du pontificat du pape François et de cette excentricité objective de l'homme Jorge Mario Bergoglio, si nécessaire, Nous avons parlé avec regret et parfois gênant sur notre magazine, toujours avec respect mais surtout à "Pape Vivo", Contrairement aux "héros" qui seulement aujourd'hui, à "Pape mort", Ils élèvent la perplexité, critique et même l'ironie. D'où le commentaire réaliste de notre éditeur canoniste Padre Teodoro:

«À nous qui, face à certaines extravagances indéniables, Si nécessaire, nous avons critiqué le Saint-Père Francesco avec un visage ouvert, avec grâce et respect, Maintenant, ce sera la tâche de le défendre contre les morts de ceux qui l'ont amélioré vivant, pour s'enfoncer dans des formes de réel papolatrie, Évidemment loin d'être désintéressé, Ayant alors obtenu ce qui est espéré pour les avantages, Rendez-vous et charges ecclésiastiques ".

Nous faisons attention, Après chaque élection papale, il y a de nombreux commentateurs et journalistes l'utilisation immodérée de ce nom féminin qui est "continuité", terme qui signifie et indique la reprise de cette ligne de gouvernement - faite de tradition, des idées, Lignes directrices et styles - que le pontife décédé avait dans son gouvernement de l'église et que le nouveau devrait se poursuivre presque en tant qu'héritage testamentaire. Confirmer le fait, La plupart des dernières prévisions sur les papiles possibles se sont tous concentrés sur des profils similaires à dont, Tout comme cette phrase latine enseigne: Similaire avec similaire. Mais l'histoire de la papauté et des conclaves réserve toujours des surprises et des événements inattendus.

Je me souviens comment dans le 2005, À la mort de Jean-Paul II, L'élection de Benoît XVI a été accueillie comme un signe d'une grande continuité avec le prédécesseur. Le temps a alors souligné comment les deux pontificats se sont révélés différents à la fois pour l'histoire personnelle, À la fois pour les styles et les tempéraments et que la seule continuité trouvée était celle présente dans le commandement du Seigneur ressuscité à Pietro: "Pasci mes moutons" (Gv 21,17). Ces deux Romains du Pontife ont été unis par le désir de diriger le vaisseau spatial de l'Église et de nourrir le Saint-peuple de Dieu avec forteresse et non sans les calvaires douloureux.

C'est pour dire que le régiment d'un pontificat Dans les attentes personnelles et l'héritage précédent conduit à des déceptions et que la continuité qui compte pour un pape est celle avec Jésus-Christ et non avec son prédécesseur, C'était aussi un saint canonisé. C'était également la pensée que de nombreux cardinaux partageaient lors des dernières congrégations générales en vue du conclave et qui est celle qui, d'une manière pas si voilée, a également pu exprimer le cardinal Giovanni Battista re pendant la masse sacrée avant d'entrer dans le conclave.

De telles réflexions dispersées sont positives Parce qu'ils nous aident à mûrir en sachant qu'un pape devrait être aimé à la fois dans son ministère et en tant que figure, mais en même temps, nous sommes également convaincus que le pape, peu importe ce que c'est, Dans son humanité fragile et faillite, ce n'est pas un outsider Et donc il a besoin de tout le soutien et des conseils possibles, Parce que nous sommes tous passables de cet échec que notre réalisateur, le père Ariel, a magistralement exprimé dans l'un de ses articles récents (vous voyez QUI).

Le conseil est un cadeau du Saint-Esprit Et pas un compromis humain, C'est ce cadeau que le psaume 16 il décrit cela: «Le Seigneur m'a donné des conseils, Même la nuit, mon cœur me pénètre " (Doit 16, 7). La tâche de conseiller et d'instruire le pontife suprême appartient principalement à Dieu par le Fils mais aussi par la suggestion, La sagesse et la médiation du collège sacré auquel il est responsable d'exercer généreusement le don du Conseil envers la personne du Pontife suprême.

8 mai, de la loggia des bénédictions de la basilique de San Pietro, Nous avons pu voir un pontife surplombant l'émotion visible et la conscience de son rôle, Les images de télévision ne pouvaient pas cacher l'émotion des yeux et la nervosité qui ont écrasé les lèvres. Il s'est présenté au monde comme un pontife, avec l'apparition d'un pontife, Pour ceux qui voulaient voir un pontife et rien d'autre. Ce don du Conseil aura fonctionné efficacement au cœur des Cardinals en vue des élections? Nous l'espérons, Mais nous souhaitons espérer que vous continuez à travailler dans les années à venir à la fois au Cardinal College et à l'intérieur du palais apostolique. Les conditions sembleraient bonne - le conditionnel est un must - à partir du moment où Leo XIV a négligé le balcon de la loggia de la basilique, nous avons pu percevoir son intentionnalité de récupérer l'Église sur la personne du Christ ressuscité et d'accompagner tous.

Nous voulons cultiver la vertu théologique de l'espoir et nourrir une confiance réaliste, sans tomber dans des complots faciles "amphibologies" ou dans le piège de voir dans la mozzetta, dans le volé pontifical et sur la croix dorée des signes dorés ou controversés. La présence de ces signes n'est pas l'expression d'une farce de carnaval ou d'un héritage de la Renaissance, Ils représentent les éléments d'un pape et aident à décrire sa silhouette claire, qui respecte les canons qui ne sont pas à la mode ou politiques mais qui prennent racine dans une langue spécifique et qui signifient des réalités précises. À toutes ces personnes aiment dans le monde que vous aimez, Il profitera qu'il est vrai que la robe ne fait pas le moine, Cependant, le moine a la robe, qui doivent porter et apporter avec dignité, comme signe visible du bureau auquel il est appelé à remplir.

Le monde des gens qui aiment, en fonction des divers regarder e tenue Il s'est déchaîné contre Leone XIV à cause de son apparition par de manière flagrante comme un pape. sui social Parmi les différents commentaires, le plus flatteur, sous les diverses nouvelles des élections, a été: "Je n'aime pas", Et c'est pourquoi? Simple, Pendant un certain temps, la figure du pape et la papauté n'ont pas été structurées et mortifiées et cela ne veut pas être une attaque contre le prédécesseur du pape Leo XVI mais seulement une lecture objective. Avec le pape François, nous avons vu le successeur de l'apôtre béni Pietro se présenter à la terminus de son existence terrestre dans un fauteuil roulant, avec un poncho sdrucito, avec un pantalon approximatif (Peut-être même avec le cathéter de la vessie) ainsi que l'une des nombreuses personnes âgées de la pire résidence de santé assistée. Qu'est-ce qui a fait cette façon d'apparaître dans ce monde fait de gens comme ça? Rien, tout simplement rien, Il n'y avait pas de boucliers parce que l'objectif semblait très clair dès le départ, Détruire l'âme de la papauté, Normalisez-le et peut-être le porter aux termes minimaux et Francesco était dans ce bon homme au bon moment, pion inconscient (peut-être?) mais aussi un homme fragile qui n'a pas eu la capacité d'être protégé, Guide et défendre.

Je pense qu'aucun de nous souhaite transporter son parent âgé dans des conditions de transading et de fragilité. Moi qui a servi pendant plusieurs années comme aumônier de l'hôpital, je connais bien la réalité des environnements de santé et de bien-être et je peux garantir que la personne malade, même s'il est attaché ou terminal, Il n'est pas heureux de montrer sa fragilité physique aux étrangers, Souvent aussi avec certains membres de la famille, mais essayez toujours de garder sa dignité; mais encore, L'opposé exact s'est produit avec Francesco et nous devons nous excuser.

Une autre particularité de Leone XIV Il était présent au monde avec les paroles du Christ ressuscité: "La paix est avec vous tous", C'est la parole du Christ qui gagne le monde et le pape ne peut s'appuyer que sur celui ressuscité et lui laisser la suprématie. Cette salutation serait suffisante pour pouvoir identifier un éventuel parcours pastoral pour le nouveau pontificat de Leone XIV. Un pontificat de lifting qui doit toucher plusieurs fronts: De la Curie romaine la plus immédiate avec le presbytère de Rome - largement maltraité - jusqu'aux relations internationales entre les peuples dans lesquels le Saint-Siège avec son patron ne peut que démontrer que l'autorité morale et maternelle pour ramener l'homme à un caractère raisonnable.

Une réconciliation nécessaire, J'ai dit, qui ne peut que commencer à la reconnaissance des blessures qui sont également présentes à l'image de la papauté actuelle. Le reste, L'apôtre béni Pietro lui-même a commencé son ministère avec des blessures évidentes et un passé personnel à répéter, C'est bon de s'en souvenir pour échapper à la manie du papolatrie Toujours caché.

Nous souhaitons au père Beatissima Leone XIV être lui-même, Plus Robert Prevost mais Pietro, Un guérisseur blessé, Reconstituer la figure du doux Christ sur terre en bonne santé et savoir guérir l'église qui vit dans une situation traumatisée. Tu dois au moins nous essayer, Même sans réussir, Mais essayez. Cela constituera déjà un mérite de grâce et de salut, À travers cette logique de l'échec christologique qui brille le monde dans la gloire de la croix et gagne le monde. Qui sait que la figure de l'église en tant qu'hôpital de campagne ne prend pas de plénitude dans le pontificat actuel. Il y a ceux qui veulent voir le nouveau pontife comme celui qui ramènera à la tradition, Il y a ceux qui veulent le voir comme un continuer du travail de Francesco, qui un conservateur dans la forme mais un nouveau bergoglio en substance.

Pour le moment, nous voulons exercer le doute compris comme un exercice de prudence et suspendre le jugement dans le cadre d'un réalisme sain. Bien sûr, cela aimerait revivre ce qui dans le livre apocryphe de Actes de Pierre Il est connu comme la tradition de quo Vadis. Jésus enseigne à Pietro que à Rome, un pape peut être seul et seulement s'il se laisse crucifier. Et avec cette conscience, nous voulons plier nos genoux depuis maintenant et prier pour le Saint-Père. Vive le Pape!

Sanluri, 27 mai 2025

 

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