Zeit der Fastenzeit und Besinnung auf den Tod, um uns für die Freude der Auferstehung und des endlosen Lebens zu öffnen

TEMPO DI QUARESIMA E RIFLESSIONE SULLA MORTE PER APRIRCI ALLA GIOIA DELLA RISURREZIONE E DELLA VITA SENZA FINE

La Quaresima dovrebbe essere un momento di riflessione anche sulla morte. Eine friedliche Reflexion, unbelastet von Störungen oder Ängsten, schlimmer durch die Ablehnung der bloßen Idee des Todes. Meditare sulla morte, für uns Christen, vuol dire pensare e riflettere, con serenità e fiducia, a ciò che ci attende dopo questo passaggio: la risurrezione alla vita. Perché con Cristo Signore tutti siamo morti e con Lui tutti risorgeremo.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

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Le norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico sanciscono e spiegano:

«Scopo del tempo di Quaresima è quello di preparare alla celebrazione della Pasqua. La liturgia quaresimale infatti prepara alla celebrazione del mistero pasquale tanto i catecumeni … quanto i fedeli, per mezzo del ricordo del battesimo che della pratica della penitenza» [vgl.. n. 27].

 

 

A nessuno può sfuggire la forza di attrazione attuale della Quaresima che ogni anno si presenta immutata nella sostanza profonda, anche se notevolmente mitigata. La Quaresima rimane il periodo liturgico spiritualmente più ricco e apostolicamente più fecondo di tutto l’anno liturgico: «Hier ist die Zeit, ecco il giorno della salvezza» [II Kor 5,2].

Nel discorso del 3 Marsch 1965, Papa Paolo VI riassumeva le ragioni di interesse della Quaresima:

«È incalcolabile il progresso morale e civile a cui questo ricorrente e potente esercizio ascetico e spirituale ha dato impulso e sviluppo. Un riferimento a ciò che avviene ai nostri giorni si presenta alla mente; possiamo infatti ricordare come, proprio in questi ultimi anni, in ossequio ed in virtù della disciplina quaresimale, sono state promosse queste collette, rese possibili da qualche sacrificio penitenziale, le quali vanno ad alleviare la fame nel mondo: un’astinenza suggerita dallo spirito della quaresima, si traduce in valori economici, e questo diventa “pane per la fame nel mondo”, per una moltitudine cioè di poveri, lontani e sconosciuti, che godono così della carità sgorgante dalla osservanza quaresimale … E del senso liturgico della quaresima che cosa diremo? Essa è il grande tirocinio alla grazia del battesimo e della penitenza, è la grande pioggia fecondatrice della Parola di Dio, è la grande mediazione preparatoria alla Pasqua. In nessun altro momento dell’anno la spiritualità della Chiesa è più ricca, più commossa, più lirica, più attraente, più benefica: chi la studia la scopre stupenda; chi la sperimenta la sente umana; chi la vive, und, la gode divina».

Fastenzeit ha un carattere duplice che troviamo descritto in Heiliges Konzil in cui si parla dei questo tempo indicando:

«Il duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l’ascolto più frequente della parola di Dio e con la dedizione alla preghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcuni dalla tradizione precedente; B) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla catechesi poi, si inculchi nell’animo dei fedeli, insieme con le conseguenze sociali del peccato, quel carattere proprio della penitenza che detesta il peccato in quanto è offesa di Dio; né si dimentichi la parte della chiesa nell’azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori» [vgl.. n. 109].

Per il battesimo, il mistero pasquale del Cristo è diventato il mistero pasquale del cristiano. Per mezzo del battesimo infatti siamo stati inseriti, innestati e incorporati vitalmente in Cristo e nella Chiesa, diventando così protagonisti responsabili della storia della salvezza che ora si compie nel mondo. Per risvegliare in noi la coscienza battesimale la Chiesa, durante la Quaresima, seguendo il Vangelo di Giovanni ci presenta il mistero pasquale attraverso la simbologia dell’acqua, della luce e della vita, quale risulta dai tre importanti episodi evangelici della Samaritana, del cieco nato e della resurrezione di Lazzaro. Si tratta di temi specificatamente adatti per farci riscoprire la gradualità del movimento di adesione a Cristo. Infatti la Samaritana riconobbe il Messia appena dimentica la sete fisica e ne ammette un’altra, più vera e più profonda [vgl.. GV 4, 1-42]. Il cieco nato, dalla visione della luce naturale passa a quella soprannaturale che salva [vgl.. GV 9, 1-40]. Lazzaro è richiamato in vita dopo che Gesù ha affermato solennemente la necessità della fede: «Chi crede in me, anche se morto vivrà» [vgl.. GV 11, 1-53]. Questi tre elementi fondamentali ci aiutano a capire la storia della salvezza eminentemente legata a questi tre segni: Wasser, luce e vita.

Elemento dell’Acqua. È facile cogliere una teologia dell’acqua nella Scrittura. Data la necessità di dissetarsi per un popolo nomade come Israele, l’acqua diventa il segno della provvidenza di Dio verso il suo popolo, mentre la sua privazione, un castigo. L’acqua è usata dai profeti come segno dei tempi messianici e la salvezza che da questi tempi verrà. Ma del tutto singolare è il rapporto dell’acqua con il battesimo: lo Spirito che si libra sulle acque primordiali, il diluvio [vgl.. GN 1, 1-2], il Mar Rosso [vgl.. Ist 14,15-15,1] Ich bin, secondo i Padri della Chiesa, tutte prefigurazioni del Battesimo.

Elemento della Luce. In antico il Battesimo era chiamato “illuminazione” e i battezzati “illuminati”. Il rapporto luce e battesimo viene messo in evidenza, oltre che dal brano del cieco nato, anche dalla celebrazione della veglia pasquale. La simbologia del cero è fin troppo evidente: Cristo vince le tenebre. Per il battesimo siamo diventati figli della luce: dobbiamo camminare come riflettori della luce del Signore.

Elemento della Vita. È l’aspetto culminante di questa catechesi battesimale. La vita nuova è l’elemento primo nel battesimo perché lo è nella persona stessa di Cristo. Per capire ciò, occorre avere una conoscenza viva della morte spirituale, della impotenza a risorgere da soli e della necessità dell’intervento divino: «Lord, wenn Sie hier gewesen, mein Bruder wäre nicht gestorben!» [vgl.. GV 11, 1-57]. Finché non riusciamo a suscitare in noi il senso del bisogno di essere salvati, cioè “risuscitati”, dovremo amaramente abituarci a vivere un cristianesimo che, senza il suo fondamento battesimale, non avrà niente di pasquale. Tutta la liturgia battesimale consiste in un mistero di morte e resurrezione: l'uomo, per ritrovare il proprio autentico significato, deve necessariamente passare attraverso una lotta in cui qualcuno deve morire. La forza mortifera del peccato viene a poco a poco smorzata, vinta dalla volontaria mortificazione, che ci fa produrre il mistero della morte di Cristo in noi. Colui che così riesce a morire, attraverso la stessa morte conoscerà e avrà la vita. La Quaresima comincia appunto col presentarci Cristo in lotta con Satana [vgl.. MT 4, 1-11]; lotta che va crescendo fino a toccare la morte di croce. Ma è proprio nell’accettazione volontaria e obbediente della morte che Cristo realizza la vittoria sulla stessa morte e ci introduce alla novità di vita.

Analizziamo adesso il carattere penitenziale. In passato la disciplina penitenziale della Quaresima, con le sue pratiche severe, serviva al cristiano come momento di espiazione dei peccati. Il rito delle ceneri ne è chiara allusione. I pubblici peccatori per lunghi giorni vivevano in dura penitenza. Il rigore del digiuno toccava limiti per noi inconcepibili! Heute, pur con la mitigazione delle pratiche esteriori, rimane sempre urgente il bisogno, il dovere della penitenza, come ci ricorda la liturgia quaresimale:

«sia parca e frugale la mensa / sia sobria la lingua e il cuore / fratelli è tempo di ascoltare / la voce dello Spirito» [Sehen. Inno delle lodi].

Il vero digiuno è rinuncia a ciò che ingombra il nostro cammino verso Dio e rende meno generoso il nostro servizio a Dio e ai fratelli. La Quaresima deve manifestare la tensione di un popolo penitente che attua in sé l’aspetto mortificante del mistero pasquale. La nostra penitenza trae motivo e significato dal battesimo che ci fa morire con Cristo prima di risorgere con lui, e ci rapporta alla confessione, dove muore la morte e risorge la vita, preparandoci all’Eucaristia. La penitenza ci aiuta a vedere la vita cristiana in una concezione più unitaria e a renderci conto che ogni atto da noi compiuto è sempre manifestazione e attuazione del mistero pasquale.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, nel decreto sull’Apostolato dei laici, ci ricorda che con la penitenza e la spontanea accettazione delle fatiche e delle pene della vita, con cui ci conformiamo a Cristo sofferente, possiamo raggiungere tutti gli uomini e contribuire alla loro salvezza [Apostolat, 16].

Fastenzeit dovrebbe essere un momento di riflessione anche sulla morte. Eine friedliche Reflexion, unbelastet von Störungen oder Ängsten, schlimmer durch die Ablehnung der bloßen Idee des Todes. Meditare sulla morte, für uns Christen, vuol dire pensare e riflettere, con serenità e fiducia, a ciò che ci attende dopo questo passaggio: la risurrezione alla vita. Perché con Cristo Signore tutti siamo morti e con Lui tutti risorgeremo. Questo è il cuore del mistero pasquale incontro al quale andiamo attraverso il prezioso periodo della Quaresima.

Florenz, 18 Marsch 2023

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Die Väter der Insel Patmos

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Ich bin ein theologischer Hüter der Tradition im Sinne des Theologen Andrea Grillo, intellektuelle Ehrlichkeit diktiert es mir

— Liturgischer Dienst —

ICH BIN EIN THEOLOGE WÄCHTER DER TRADITION IM EINKLANG MIT DEN GEDANKEN DER THEOLOGIN ANDREA GRILLO, GEISTIGE EHRLICHKEIT VERLANGT MICH

ich traumästhetische Traditionalisten sie sind im Grunde pathologische Patienten, für die ein Neugeborenes genommen und seine Kehle während des heiligen Initiationsritus in das christliche Leben im Taufbecken geschlachtet werden könnte, Aber, wenn die Heilige Taufe in lateinischer Sprache mit dem alten Ritus gefeiert wird, Sie können sicher sein, dass sie darüber hinwegkommen werden, oder auf jeden Fall werden sie immer Rechtfertigungen finden, jedoch absurd und irrational, immer.

 

 

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Vor anderthalb Jahren das Apostolische Schreiben verursachte Unzufriedenheit und Verwirrung Hüter der Tradition Datum in Form von motu proprio von Papst Franziskus dem 16 Juli 2021 über den Gebrauch der römischen Liturgie vor der Reform 1970, was in der Tat verständliche und angemessene Einschränkungen für die schafft Motu Proprio Angenommen 7 Juli 2007 vom Papst Benedikt XVI. über die Verwendung des römischen Messbuchs von St. Pius V. vor der Reform umrissen von Heiliges Konzil der 4 Dezember 1963.

Zu diesem Thema der Sakramentaltheologe Andrea Grillo intervenierte mit einem seiner Artikel durch 24 Februar 2022 in dem du fragst: Es ist legitim, stabile Indianerreservate gegen den Rat zu schaffen? Artikel, den ich akzeptiert und als ausgewogen und auch weitsichtig beurteilt habe.

 

die Sakramententheologin Andrea Grillo

 

Über die sogenannten und zu Unrecht genannten Traditionalisten Ich fliege lieber rüber, Es ist jedoch notwendig, eine Vorstellung von ihnen zu geben Status psychologisch mit einigen Beispielen, die verdeutlichen sollen, wovon wir sprechen, vor allem aber wie irrational und emotional ihr Umgang mit der heiligen Liturgie ist. Versuchen wir also, präzise Fragen zu formulieren: die Mitglieder der Franziskaner hatten die Immaculata vielleicht nicht erzeugt, innerhalb ihrer jungen und verwirrten Ordensgemeinschaft, einige Formen von echtem juristischen Chaos? Vielleicht sind dies alles andere als sporadische Ergebnisse, aber leider viele, die dokumentierten Fälle von jungen Ordensleuten, die ihre strengen Klöster verließen, um in psychiatrische Behandlung zu geraten, nachdem ich nicht so schlecht trainiert war, aber auf menschlicher und spiritueller Ebene wirklich deformiert? Empirische Daten zeigen,, haben sie nicht bewiesen, mit beispielloser Arroganz, eine gestern geborene Gemeinde zu sein, vom Heiligen Stuhl gerade erst anerkannt 1990, obwohl er nicht einmal eine Generation von Theologen ausbilden konnte, ganz zu schweigen von einer theologischen Schule, Sie machten sich daran, internationale Konferenzen gegen die Spitzenvertreter der zu fördern Neuen Theologie, was man kritisieren kann, sondern von den Dominikanern oder Franziskanern, die im Laufe von acht Jahrhunderten wichtige Strömungen des theologischen Denkens hervorgebracht und der Kirche theologische Schulen und verschiedene große Heilige und Kirchenlehrer gestiftet haben? Mit ihrem etwas verwirrten Pater Serafino Lanzetta, damals kaum mehr als ein Kind, vielleicht haben sie sich nicht daran gemacht, den Nagel des Zweiten Vatikanischen Konzils, eines reinen Pastoralkonzils, einzuschlagen, also eigentlich ein undogmatisches Konzil und als solches eine Art concilietto zweite Klasse? Mit ihrem sehr arroganten Mariologen Pater Alessandro Apollonio, vielleicht haben sie nicht begonnen, das marianische Dogma von Maria als Miterlöserin zu geben, wie bereits erklärt, die Heilige Jungfrau mit diesem Titel anzurufen und sogar ihren Kult und ihre Verehrung einzuführen, nicht bewusst, wie sehr der Begriff der „Miterlöserin“ schon immer enorme Probleme auf dem Gebiet der Dogmatik und vor allem der Christologie geschaffen hat? Vielleicht hatten sie noch keine, süßer Boden, Probleme im Zusammenhang mit der Finanz- und Vermögensverwaltung? Vergiss es, denn wir könnten diese Tatsachen eine nach der anderen nehmen und noch andere folgen, alles getestet und dokumentiert, ohne mich im geringsten bewegen zu können traumästhetische Traditionalisten überzeugt, dass die armen Franziskaner der Immaculata verfolgt wurden, weil sie mit der Messe feierten die alte Ordnung und weil sie den deutschen Theologen Karl Rahner kritisierten.

ich traumästhetische Traditionalisten sie sind im Grunde pathologische Patienten, für die ein Neugeborenes genommen und seine Kehle während des heiligen Initiationsritus in das christliche Leben im Taufbecken geschlachtet werden könnte, Aber, wenn die Heilige Taufe in lateinischer Sprache mit dem alten Ritus gefeiert wird, Sie können sicher sein, dass sie darüber hinwegkommen werden, oder auf jeden Fall werden sie immer Rechtfertigungen finden, jedoch absurd und irrational, immer.

Andrea Grillo gehört zu dem, was manche normalerweise definieren “progressiver Bereich” Ö “sehr fortschrittlich”. Das sind Definitionen, die ich noch nie gemocht habe, denn für mich gibt es nur theologen, die diskutieren und das als einzig und allein “Etikett” sie haben die der Katholiken. Ich habe Andrea Grillo in den vergangenen Jahren getroffen, Er ist ein Mann mit profunder Rechtskultur, theologisch und sakramental. Auf die Frage, ob ich einige seiner Thesen und Positionen teile, würde ich mit Nein antworten, sondern dass er ein Gelehrter auf höchstem Niveau ist, das ist unbestreitbar. Hinzu kommt, dass er auch als Mensch liebenswürdig und als Lehrer sehr begabt ist, immer hilfsbereit und rücksichtsvoll gegenüber Studenten. Wenn sicher traumästhetische Traditionalisten deren Arroganz immer ihrer Ignoranz entsprach, begann, die theologische und pastorale Struktur des Messbuchs des heiligen Pius V. zu diskutieren, ganz zu schweigen von seiner Geschichte und Entwicklung im Laufe der Jahrhunderte, bei einem solchen Liturgen - dessen Format und enzyklopädische Kultur, ich wiederhole es, muss man erst einmal anerkennen - denke ich, dass nach knapp drei Minuten nicht einmal eine Feder von ihnen übrig geblieben wäre.

Ich habe immer versucht, es zu sein ein intellektuell ehrlicher Gelehrter, daher hatte ich nie Schwierigkeiten zu behaupten, dass Hans Küng natürliche Gaben und spekulative Fähigkeiten hatte, die denen von Joseph Ratzinger weit überlegen waren, weil die historischen Tatsachen und die Originalität seiner Schriften es beweisen. Andernfalls, die von Joseph Ratzinger, sie wurden von einem sehr kultivierten Theologen und einem ausgezeichneten Lehrer geschrieben, der in der Lage ist, meisterhaft zu erklären, aber die Originalität des Gedankens ist eine ganz andere Sache. Mein Mitbruder und Freund Brunero Gherardini (1925-2017), das war die Quintessenz der strengsten und strengsten Orthodoxie, hatte keine Schwierigkeiten, anerkennend zuzugeben, dass Leonard Boff einer der begabtesten und talentiertesten Ekklesiologen der letzten Zeit war 50 Jahre, oder dass die schönste Kommentierung und Exegese des Römerbriefes die des Protestanten Karl Barth bleibt, derzeit unübertroffen. Aber es gibt noch mehr: vielleicht, wenn wir die Werke und Schriften besäßen - die wir leider nicht erhalten haben - könnten wir sogar entdecken, dass der Ketzer Pelagius begabter war, auf theologischer und spekulativer Ebene, als Augustinus Bischof von Hippo war, später Heiliger und Kirchenlehrer. Leider haben wir die Werke von Pelagius nicht und wir kennen nur die Antworten und Widerlegungen von Augustinus über ihn. Aber wenn ein Titan wie Augustine gegen Pelagius vorging, das zeigt schon das auf der anderen seite, so ketzerisch wie wir wollen, es gab einen weiteren Titanen und eine harte Nuss, gegen die es zu knacken galt. Und wir wollen über den Ketzer Arius sprechen, der es mit seinen Theorien über die Menschwerdung des Wortes schaffte, fast alle Katholiken davon zu überzeugen, dass Christus ein von Gott geschaffenes göttliches Geschöpf war? Seine Theorien, sehr gut strukturiert und überzeugend, zwang die Kirchenväter, sich zum Ökumenischen Konzil von Nicäa zu versammeln, im Jahr 325, dogmatisch zu definieren, dass Christus kein Geschöpf war, sondern „gezeugt, nicht geschaffen aus der gleichen Substanz wie der Vater“ (geboren, nicht erschaffen wie der Vater). Weit davon entfernt ausgerottet zu sein, die arianische Ketzerei breitete sich in den folgenden Jahrhunderten in ganzen Regionen Europas weiter aus. Die Germanen und darüber hinaus, Sie wurden im frühen 4. Jahrhundert von arianischen Bischöfen und Presbytern evangelisiert. Erst im 6. Jahrhundert wurden die Germanen durch Missionare wiederbekehrt, nach zwei Jahrhunderten Arianismus, die dennoch ihre Spuren hinterlassen hat.

Diese Art von Theologie und die Geschichte der Theologie einige arme Leute traumästhetische Traditionalisten Eingesperrt in vier ranzige Formeln der dekadenten Neoscholastik - die nicht einmal ein entfernter Verwandter der klassischen Scholastik ist - wissen sie nicht einmal, wo er lebt, denn wie alle mittelmäßigen Menschen müssen sie Feinde erfinden, schwelgen zwischen Millenarismen und Weltuntergangsprophezeiungen, bevorstehende magische Triumphe des Unbefleckten Herzens Mariens, vorgeben, es besser zu wissen als jeder andere, vor allem aber versuchen sie, diejenigen zu vernichten, die sie in den Rang höchster Feinde erheben wollen, denn das Feindbild ist eine grundlegende Prämisse ihres Wesens und Daseins. Typisch für diese Menschen ist, dass sie nicht gegen Ideen kämpfen, sondern Menschen, die versuchen, sie auf irgendeine Weise und mit allen Mitteln zu zerstören, nach dem konsolidierten Stil der schlimmsten pseudoreligiösen Fundamentalismen.

Auf den Spalten unseres Magazins Pater Ivano Liguori und ich gingen mit gewissen Priestern immer strenger um Showman, aber nicht nur: immer und in der Praxis haben wir ihre Bischöfe zur Rechenschaft gezogen und ihnen unmissverständlich mangelnde Wachsamkeit vorgeworfen. Wir können jedoch nicht sagen, dass die Kirche in dieser Hinsicht gleichgültig und schweigsam gewesen wäre, weil sowohl Johannes Paul II. als auch Benedikt XVI. gegen liturgischen Missbrauch gesprochen und geschrieben haben, In dem 2004 Belehrung wurde erlassen Sacramentum das ist ein sehr klares und präzises Dokument, das viele vermasselt haben, an der Spitze aller neokatechumenalen und verschiedener charismatischer Gruppen.

Naja vorher Hüter der Tradition Ich plädierte trotzig dafür, dass es gut wäre, das zu widerrufen motu proprio von Benedikt XVI Messe alter Ordnung [siehe meine Videokonferenz] angesichts bestimmter Ergebnisse, die alles andere als eine Minderheit oder isoliert sind. Und das seit Jahren, nicht für Tage oder Monate, aber seit Jahren erzähle ich vergeblich bestimmten Gruppen und Gläubigen, mit ihren Annehmlichkeiten gerne aufzuhören: "Ah, Dies ist die einzige Messe, die gültige Messe, die übliche Messe, nicht die protestantische Messe von Paul VI., erfunden von jenem Freimaurer Annibale Bugnini!». Und wie oft habe ich ihnen wiederholt, dass sie das nicht benutzen könnten und sollten Missale alte Ordnung einen ganzen Kirchenvorstand anzugreifen, oder eine notwendige liturgische Reform, die bereits vor dem Konzil von Papst Pius XII begonnen wurde und so weiter. Ebenso vergeblich wiederholte ich das jahrelang, wenn sie so weitermachten, früher oder später das motu proprio wäre widerrufen worden. Vergiss es, das ist die Antwort: "Nein, Es ist nicht möglich, denn die Messe aller Zeiten ist unwiderruflich, unantastbar!». Es ist immer noch, nutzlos, Jahrelang habe ich ihnen das gesagt motu proprio es war keine unwiderrufliche dogmatische Definition, und es wurde in Rom immer gesagt, dass „ein Papst kocht und ein Papst kocht“..

verlorene Zeit, Verschwendete Worte, engstirnige Köpfe, die sich immer weigerten zu verstehen, geht seit Jahren, hartnäckig und hartnäckig, ein Messbuch zu verwenden, um zwei Parteien innerhalb der Kirche zu schaffen, Verwenden als Teilungselement, was das Herzstück der Einheit ausmacht: die Eucharistie.

Meiner bescheidenen Meinung nach, Bei allem Leid für diejenigen, die diese Einstellungen nicht hatten, Ich glaube, dass der Papst Recht hatte, dies zu verkünden motu proprio restriktiv, was es tatsächlich ist Bewahrer der TraditionS, worüber wir in berechtigtem kritischem Ton sprechen können, sondern vor allem im Lichte der Vorsichtsgrundsätze, Gleichgewicht und vor allem aequitas, dass sein Handeln zweifellos richtig war, aber ebenso zweifellos partiell. Soweit es mich betrifft, kann es für mich in Ordnung sein, den Gürtel enger zu schnallen, was die Verwendung des Messbuchs von St. Pius V anbelangt, so gesehen, wie manche es nicht tun, aber viele haben es benutzt, bestimmte unglückliche und ausgewachsene Ergebnisse gesehen haben, Aber, intellektuell ehrlich sein, Ich kann nicht umhin, mich zu wundern und zu fragen: und die neokatechumenalen Gruppen, die fast die Hälfte der Pfarreien der Diözese Rom überfallen haben und kontrollieren, das unverschämt, unverschämt und arrogant mieten sie Säle in den Hotels der Hauptstadt oder in den religiösen Häusern der Stadt, aus der heiligen Liturgie zu machen, was sie wollen und wie sie wollen, direkt unter den Fenstern des Heiligen Vaters, Vielleicht hat jemand etwas zu ihm gesagt, oder, wenn überhaupt, beabsichtigt, ihm in Kürze etwas zu sagen? Durch Zufall wurde ein Dokument herausgegeben, in dem es verboten ist, Messen ohne Genehmigung der kirchlichen Autorität außerhalb geweihter Räume zu feiern, die weder in Rom noch im übrigen Italien fehlt, es ihnen zu ermöglichen, sich weiterhin in den Hallen von Hotels oder religiösen Häusern zu versammeln, mit dem Pfarrer “gemietet” der die Befehle von Laien ausführt, die auf die schlimmsten bizarren Anweisungen von Kiko Argüello knien? Der Oberste Papst, der kürzlich seine Hand an seine eigene Diözese mit einem gelegt hat radikale Reform, ist ihm je aufgefallen, dass das Vikariat seit einigen Jahrzehnten in den Händen der Neokatechumenen ist?, dank des unglücklichen Schutzes, den ihnen zuerst Kardinal Camillo Ruini und dann Kardinal Agostino Vallini gewährt haben? Der Oberste Papst, er ist sich dessen bewusst, was die Neokatechumenalen an Ächtung und Bosheit getan haben, gegenüber jenen Priestern, die sie als feindselig gegenüber ihren doktrinären und liturgischen Exzentrizitäten betrachten, mit dem bewaffneten Flügel ihrer treuen Verbündeten wie dem unbeweglichen Kanzler des Vikariats von Rom Giuseppe Tonello, kann gutes und schlechtes Wetter machen, oder um zu entscheiden, wie und wie bestimmten Priestern, die der "Kirche" von Herrn Kiko Argüello feindlich gesinnt sind, die Köpfe abgeschlagen werden sollen? Da bisher nichts davon gemacht wurde, das lässt mich lesen Hüter der Tradition als eine durch die eingetretene Situation gebotene Maßnahme, die aber gleichzeitig noch einmal die Voreingenommenheit und Ungleichgewichte dieses Pontifikats des Augustus zum Ausdruck bringt, in dem wir uns zu Recht um diejenigen kümmern, die die offene Unanständigkeit hatten, das zu benutzen Missale alte Ordnung ein ganzes Kirchenkonzil und eine liturgische Reform anzugreifen, ohne sich jedoch auch nur im Geringsten um diejenigen zu kümmern, die auf nicht weniger unverschämte und arrogante Weise direkt in der Diözese Rom unter den Fenstern des Papstes die Liturgie machen, was sie wollen und wie sie wollen.

ich wiederhole: die Analysen von Prof. Andrea Grillo, Abzeichen, kultivierter und qualifizierter sakramentaler Theologe, auf der Ebene der Lehre, der Liturgie, Ekklesiologie und Seelsorge sind absolut einwandfrei. These, die ich meiner Meinung nach billige und teile, bewegt von jener intellektuellen Ehrlichkeit, die den Glauben belebt und erhält, im Gegensatz zu denen, die versuchen, ihren Glauben zu ändern, Sie wollen mit dem Missale von St. Pius V. Sie wollen mit den liturgischen Extravaganzen der Neokatechumenalen und bestimmten Randerscheinungen der Charismatiker, in der Welt der subjektiven Emotionen. Und ein Oberster Papst, wirklich Recht zu haben, wenn man die richtigen Dinge tut, sie muss vor allem über Emotionen und Kriegsparteien stehen. Und wenn es der Fall erfordert, ihn zu schlagen, In diesem Fall wäre es gut, rechts und links gleichermaßen zu schlagen.

Ich glaube nicht, dass ich mich für irgendetwas rechtfertigen muss, auf jeden Fall sollte angemerkt werden, dass ich ein großer Bewunderer des Ehrwürdigen Messbuchs von St. Pius V bin, von denen ich meine, diese theologische Struktur und dieses pastorale System, das ihnen völlig unbekannt ist, genau zu kennen Exotische Priester Dreißigjährige, die eines Morgens aufstanden und so genannte improvisierten “Trent”, zunächst nicht wissen, dass a “Tridentinischer Ritus” es hat einfach nie existiert, es ist nur eine völlig unangemessene Art zu sagen. Vor allem nicht bewusst, dass in diesem Messbuch sogar Gesten und Schweigen eine tiefe mystagogische und spirituelle Bedeutung haben, von ihnen völlig ignoriert, um Raum für Formen exotischer Ästhetik zu lassen, die fast immer tragische Selbstzwecke sind. ich traumästhetische Traditionalisten die die Blase unangemessen erwähnen Beim ersten Mal mit der der Heilige Papst Pius V. verkündete 1570 dieses Messbuch definiert es mit vielen nicht reformierbar Anathema sit, sie demonstrieren, dass sie den Stil nicht kennen, in dem bestimmte päpstliche Dokumente normalerweise verfasst wurden, die ihren eigenen präzisen rhetorischen Stil hatten, vor allem aber ignorieren sie, dass dieses Messbuch insgesamt achtzehn Mal überarbeitet und reformiert wurde 1614, als der Papst Urban VIII. eine aktualisierte und verbesserte Erstausgabe veröffentlichte 44 Jahre nach seiner Verkündung, mit erheblichen und radikalen Korrekturen. Die letzten wichtigen Reformen wurden im zwanzigsten Jahrhundert vom Heiligen Papst Pius X. durchgeführt, vom ehrwürdigen Papst Pius XII. und vom heiligen Papst Johannes XXIII. in einem Zeitraum von weniger als fünfzig Jahren. Ich verabscheue liturgischen Missbrauch, aber gerade deswegen, in meiner bescheidenen Eigenschaft als armer Dogmatiker und Dogmenhistoriker, Ich bin mir vollkommen bewusst, dass mit diesem Ehrwürdigen Messbuch viel schlimmere liturgische Missbräuche stattfanden als diejenigen, die wir heute mit dem darin verkündeten Messbuch erleben 1969 und in Kraft getreten 1970. Ich bin ein Liebhaber der lateinischen Sprache und wenn ich kann, benutze ich immer die typische Ausgabe Latein des Missale von Paul VI, die auf Italienisch immer und de rigueur, wenn ich für die Versammlungen der Gläubigen feiere. Ich ärgere mich über gewisse blinde und stumpfe Anachronismen, die typisch für Menschen sind, die tatsächlich die Exhumierung einer Leiche fordern, als Heiliger, nämlich das Messbuch des Heiligen Pius V, heute sowohl auf der Ebene der Pastoral als auch auf der Ebene der Evangelisierung nicht mehr durchführbar. Das grundlegende Problem dieser Menschen besteht darin, dass sie, indem sie ein Messbuch als Gegenstand von Auseinandersetzungen und Kämpfen nehmen, dazu neigen, den Unannehmlichkeiten eines unreifen oder schlecht gelebten Christentums Luft zu machen, Ablehnung des theologischen und eschatologischen Elements, dass die Kirche ihre unaufhörliche Reise mit den Jüngern entlang der Emmausstraße zusammen mit dem Herrn beginnt [vgl.. LC 24, 13-35], während einige es gerne paralysiert hätten, wie Petrus, statisch auf dem Berg Tabor, vor der Verklärung Christi [vgl.. MC 9, 2-10]. Die Kirche ist ihrem Wesen nach konstitutiv Die Entwicklung der Menschen, jeder, der versucht, es zu ändern Der Rückzug des Volkes Ansprüche ungewöhnliches Recht, aber vor allem nicht akzeptabel, die Mission zu verraten, die Christus ihr anvertraut hat, in einer endlosen Reise, immer nach vorne lehnen, bis zu seiner Rückkehr am Ende der Zeit.

von der Insel Patmos, 27 Februar 2023

 

Das Problem der aequitas und das antike Spiel der Strafbaren und Unstrafbaren, des Klebebaren und des Liebkosbaren …

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Die Väter der Insel Patmos

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Der Schiffbrüchige “Marian Pol” von Verona. Eher geht ein Kamel durch ein Nadelöhr als Alessandro Minutella die Wahrheit zu sagen

DER SCHIFFBRÜCHIGE POLO MARIANO IN VERONA. Für ein Kamel ist es einfacher, durch ein Nadelöhr zu gehen, als dass Alessandro Minutella die Wahrheit sagt

Unsere Fragen sind rein inhaltlicher Natur, auf der Grundlage der Tatsachen und der angebotenen und auf bestimmte Girokonten überwiesenen Geldbeträge. Wir warten auf eine Antwort von Herrn. Minutella, keine Interpretationen oder Manipulationen der Realität, wie er es in zahlreichen anderen Fällen getan hat. Wir wissen, dass dies für ihn besonders schwierig und ermüdend ist, Aber hoffen wir einmal, dass Sie versuchen, die Dinge so zu erzählen, wie sie wirklich passiert sind, oder: dass du einmal versuchst, die Wahrheit zu sagen.

- Kirchennachrichten -

Autor
Redaktion der Insel Patmos

 

 

 

 

 

 

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Finde den Priester,

Jesus Christus wird gelobt!

Wir möchten uns bei Ihnen für Ihre Verfügbarkeit und den Platz, den Sie uns in Ihrem Magazin reserviert haben, bedanken Die Insel Patmos.

Wir sind ein venezianisches Paar der auf den Hügeln von Verona lebt, verheiratet seit dem 27 Jahre. Wir empfingen die große Gnade der Wiederbekehrung, als wir im März dorthin gingen 2011 in einem europäischen Zentrum der marianischen Spiritualität. Seitdem ist es unser einziger Wunsch, unser Leben und unsere Ehe Jesus und Maria zu weihen. Ein Wunsch, der sich zunehmend verstärkt und gefestigt hat, auch wenn wir später fielen, in völlig gutem Glauben, in den Spiralen des „Kleinen Überrests“ des Presbyters exkommunizierten e aus dem geistlichen Stand entlassen Alessandro Minutella.

Der Morgen von 23 Februar Herr. Minutella, in der Live-Berichterstattung der Kolumne Heilige und Kaffee Am Kanal Radio Domina Nostra, Im Moment 07:10 Er gab eine falsche Aussage ab, In diesem Zusammenhang möchten wir unsere Version der Tatsachen darlegen, damit die Seelen, die diesem Charakter folgen, ernsthaft darüber nachdenken, welchen unglücklichen und katastrophalen Weg sie einschlagen. Das ist es, was Herr. sagte Minutella:

«[...] Ich möchte etwas sagen, was ich aus Bescheidenheit nie gesagt habe, Nennen wir es so, des Respekts vor Situationen. Jedenfalls, Seitdem wurde ich von vielen Menschen gefragt, was mit dem Mariano Center passiert ist. Der Mariano Pole ist baulich nicht an einen Ort gebunden, wodurch, wenn er von den Veronesi-Hügeln nach Trebaseleghe zog (Padua) Nichts verändert sich. Es gab einige Managementprobleme, auch aufgrund meiner längeren Abwesenheit, die mir nicht gefallen hat. Und bis zum Beweis des Gegenteils bin ich derjenige, der die Entscheidungen treffen muss. Ich habe dafür gebetet, Ich dachte darüber nach und erkannte, dass es in diesen Teilen nicht mehr möglich war, weiterzumachen. Aber so, friedlich, Ich hatte Anweisungen gegeben, die offensichtlich nicht befolgt wurden, dann kann jeder sagen, was er will, Wir haben ein persönliches Bewusstsein und das war's, die Arbeit geht andernorts weiter [...]» [siehe Video WHO].

Diese Aussage völlig auf Veränderung und Manipulation basiert, zwingt uns dazu, einige Fakten hervorzuheben, erklären, warum wir uns entschieden haben, öffentlich auszusagen, bewegt von dieser Nächstenliebe, deren wichtigster Eckpfeiler das Heil der Seelen ist, Das heißt, all jene Menschen, die die wahre Entwicklung der Fakten kennen müssen, um dann ihre eigenen Schlussfolgerungen ziehen zu können. Auswahl, dieser von uns, nach einer privaten, ausführlichen Diskussion mit einer der in die Angelegenheit involvierten Personen, nach dem evangelischen Gebot der brüderlichen Zurechtweisung: „Wenn dein Bruder einen Fehler begeht, Geh und ermahne ihn zwischen dir und ihm allein. (MT 18,15).

Kommen wir nun zu den Fakten: Unser Wissen über den Palermo-Priester Alessandro Minutella reicht bis in den Juni zurück 2018, zunächst durch die Soziales Netzwerk Facebook. Nach drei Monaten beschlossen wir, ihn persönlich in Sizilien im marianischen Spiritualitätszentrum „Little Nazareth“ zu treffen, das er in Carini gegründet hatte.. Bei dieser Gelegenheit wurden wir zum Abendessen eingeladen und blieben einige Tage bei ihnen. Es ist unmöglich, die Gefühle der Wertschätzung und des Mitgefühls zu leugnen, die uns bewegt haben, als wir diese Realität kennengelernt haben, Tatsächlich beschlossen wir im Laufe der Zeit immer mehr, an der Arbeit und der „Mission“ dieses Priesters mitzuarbeiten. Anschließend, Als wir begannen, nach einem verfügbaren Raum für die Gründung eines weiteren Spiritualitätszentrums in Norditalien zu suchen, genau in der Gegend von Verona, Da wir aus der Gegend kommen, haben wir uns zur Verfügung gestellt, um bei der Suche nach einem geeigneten Ort behilflich zu sein. Nach verschiedenen Recherchen schlugen wir Minutella einen Platz auf dem Hügel mit einem Bauernhaus von über 400 m² und angrenzendem Grundstück für mehr als 300 m vor 35.000 qm, wo einer unserer Verwandten geboren wurde.

Rückkehr von einem seiner Tour in Spanien, Minutella besuchte den Ort und war begeistert, So sehr, dass er es sofort „Polo Mariano“ nennen wollte und am selben Tag einen Verein gründete, den er „San Michele Arcangelo“ nannte.. Zu diesem Zeitpunkt kauften wir das Gelände und schenkten es dem Verein. Minutella hat uns gebeten, Präsidenten zu werden, aber wir machten im blinden Vertrauen einen Schritt zurück, in dieser Angelegenheit auch inkompetent zu sein. Also entschied eine andere Person, dort vorhanden, als Präsident dieses neu gegründeten Vereins. Nach einigen Problemen im Zusammenhang mit bestimmten Hindernissen Dritter, Wir und der jeweilige Präsident haben beschlossen, den Verein weiterzuführen, Auch auffällige Angebote für den Bau des Mariano Centers gingen auf dem Bankkonto ein. All dies mit der Zustimmung von Minutella und den ihm nahestehenden Menschen.

Gegen Ende des Jahres 2021 Die Präsidentin teilt uns ihre Absicht mit, den Vorsitz des Vereins aufzugeben, mit der Ausnahme, dass er gemäß den Bestimmungen im Amt bleibt Personal von Minutella. Also gingen wir weiter voran, trotz der schwierigen Momente, bis die Mitteilung eintraf, unserer Meinung nach durch sterile Gründe gerechtfertigt, Danach sollen die Spenden der Gläubigen, die für die Gründung des Marienzentrums bestimmt sind, nicht mehr auf dem IBAN-Konto des Vereins „San Michele Arcangelo“ eingehen, wie es bis dahin geschehen war, aber auf dem einzigen IBAN-Konto des „Kleinen Nazareth“ von Carini. An diesem Punkt wurde uns klar, dass etwas nicht stimmte und wir fragten uns nach dem Grund für diese Entscheidung.

Zu dieser und ähnlichen Fragen, Ermutigt durch die vielen Menschen, die uns aufgefordert haben, nicht aufzugeben, im Interesse des Friedens, und „dem Vater nicht ungehorsam zu sein“ – klassisch Leitmotiv was leider auch heute noch die Gedanken vieler armer Gläubiger beeinflusst –, Wir haben beschlossen, keine Antworten zu geben, sondern dieser Entscheidung zu vertrauen und sie zu akzeptieren.

Das waren die Ergebnisse: vom 1. Januar 2022 Al 16 Dezember 2022 (Tag, an dem der Präsident aus der Vereinigung „San Michele Arcangelo“ austrat), die monatlichen Spenden der Gläubigen für das Marienzentrum sind nicht mehr eingetroffen. Die armen treuen Spender, die an diese Arbeit geglaubt haben und für die sie ihre Beiträge gezahlt haben, Sie begannen sich zu wundern und zu fragen, warum der Polo nicht vorankam. Wir haben dies alles Minutella gemeldet, die uns geantwortet hat: «Sagen wir aufgrund technischer Probleme oder der Gemeinde» (!?). Da wir das Lügen satt hatten, forderten wir die Menschen auf, in Sizilien anzurufen und sich direkt bei den Betroffenen zu erkundigen.

Von da an war alles eine Abfolge versteckter Aufnahmen, was für sie offenbar ganz normal ist, von Misstrauen und Demütigung vor anderen Menschen, ohne jegliche Möglichkeit, sich gegen unbegründete Anschuldigungen zu wehren, aber das scheint in dieser Umgebung auch sehr üblich zu sein. Alles vom Minutella-Personal und von Minutella selbst.

Da wurde mehrfach darauf hingewiesen Privat ohne Ergebnis, Wir möchten betonen, dass es die Pflicht des Präsidenten des Vereins „San Michele Arcangelo“ wäre, die Gläubigen, die großzügig ihre Geldspenden gespendet haben, darüber zu informieren, wohin ihre Spenden gingen, vorausgesetzt, dass sie für einen bestimmten Zweck und im Anschluss an bestimmte Projekte gesammelt wurden. Das hoffen wir jetzt, nach dieser öffentlichen Aussage, Über all dies werden die Gläubigen gerade durch die parrhesia des Evangeliums informiert, von ihnen sehr gelobt.

Vor allem wollen wir Gott danken dafür, dass er uns von dieser sektiererischen Realität weggeführt hat, in der wir hauptsächlich aufgrund von Unwissenheit und Annäherung in Fragen der Lehre und des Glaubens gelandet waren, heute wieder in seiner heiligen und einzigen katholischen Kirche willkommen geheißen. Nachdem wir uns völlig und endgültig von dieser gefährlichen Sekte distanziert haben, Wir möchten Ihnen dafür danken, dass Sie unsere Seelen – die sich nun des begangenen Fehlers und der schweren Verletzung Unseres Herrn bewusst sind – zugelassen haben –, mit noch mehr Enthusiasmus zurückzukehren, Begeisterung und Eifer in den Armen dieser Mutter, die Kirche, der, obwohl er von seinen Feinden verwundet und gedemütigt wurde, Sie ist Mutter und Mutter bleibt, weiterhin ihre Kinder mit der reinen geistigen Milch der Heiligen Sakramente zu stillen.

Abschließend möchten wir Herrn. Minutella Diese Nachricht stammt von einer großen Gruppe Veroneser, Er fordert ihn auf, „auf den Inhalt“ zu antworten, und wirft ihm keine Gräueltaten nach links und rechts, oder indem er seine üblichen Fantasiegeschichten erfindet und sich schließlich als Opfer präsentiert, gegen das alle wüten. Das sind die Fragen zur Sache:

 

  1. In Verona viele Menschen, nachdem man Lebensentscheidungen getroffen hat, bei denen man sich von seinem Zuhause gelöst hat und bei denen man mit den möglichen Ressourcen beim Aufbau des Mariano-Zentrums gearbeitet hat, Sie fragen sich, was mit diesem Projekt und dem für seine Verwirklichung bereitgestellten Geld passiert ist. Er möchte eine Antwort geben?
  1. Angesichts der vielen gespendeten Spenden, hält es für ernst, während einer Live-Übertragung alles in weniger als einer Minute zu liquidieren Domina Nostra-Kanal Von Youtube?
  1. Es ist möglich, genaue Angaben zu dem bisher auf dem Marianenpol herrschenden Schweigen zu erhalten, von dem wir erst heute Morgen erfahren haben, dass es nicht „strukturell mit einem Ort verbunden“ ist., sondern etwas, das sich gemäß seinen persönlichen und unbestreitbaren Entscheidungen von einem Teil Venetiens in einen anderen „bewegt“.?
  1. Wie kann sich ein ernsthafter und reifer Mensch einleben? 40 Sekunden ein Werk, in das viele Menschen investiert haben, geglaubt und vertraut, indem er deutlich macht, dass er bereit ist, etwas zu ersetzen, wenn ihm etwas nicht mehr passt oder wenn seine Anweisungen „nicht mehr respektiert“ werden, ohne auch nur die intellektuelle Ehrlichkeit zu besitzen, um zu sagen, was wirklich passiert ist?
  1. Ein Verona, Ihm zufolge war es zumindest bis vor einiger Zeit der einzige Ort, den „die Madonna“ gewählt hatte, bevor sie ihre Meinung änderte und nach Padua ziehen wollte, Es beginnen im Allgemeinen sehr ernsthafte Zweifel an diesem Projekt aufzukommen, möchte alles sowohl auf spiritueller als auch auf materieller und finanzieller Ebene klären?

Unsere Fragen sind rein inhaltlicher Natur, auf der Grundlage der Tatsachen und der angebotenen und auf bestimmte Girokonten überwiesenen Geldbeträge. Wir warten auf eine Antwort von Herrn. Minutella, keine Interpretationen oder Manipulationen der Realität, wie er es in zahlreichen anderen Fällen getan hat. Wir wissen, dass dies für ihn besonders schwierig und ermüdend ist, Aber hoffen wir einmal, dass Sie versuchen, die Dinge so zu erzählen, wie sie wirklich passiert sind, oder: dass du einmal versuchst, die Wahrheit zu sagen.

Nochmals vielen Dank, liebe Väter von Die Insel Patmos, Wir empfehlen uns Ihren Gebeten mit aufrichtigen Wünschen für Ihr Apostolat.

Giannantonio und Barbara (Verona)

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Liturgische Farben sind keine Spiele mit ideologischen Regenbögen, sondern sichtbare Zeichen der heiligen Geheimnisse, die wir feiern

LITURGISCHE FARBEN SIND KEINE IDEOLOGISCHEN REGENBOGENSPIELE, MA SEGNI VISIBILI DEI SACRI MISTERI CHE CELEBRIAMO

La sciatteria, wie Eitelkeit, Beides sind Krankheiten, die das liturgische Zeichen zerstören, che per sua natura ― per essere veramente “bello” ― necessita di verità e di semplicità. Non è certo eliminando i segni che si arriva a una liturgia più “bella” e coinvolgente o a una non meglio precisata “liturgia delle origini”, ma spiegandone il loro profondo significato.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

 

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Quando i presbiteri sono consacrati sacerdoti il Vescovo rivolge un monito che dovrebbe segnare la nostra intera esistenza: „Verstehen Sie, was Sie tun, imitieren, was Sie feiern, entsprechen Ihr Leben dem Geheimnis des Kreuzes Christi, des Herrn " [Sehen. Liturgia della sacra ordinazione dei presbiteri, n. 150].

Il sacerdozio è legato a una dimensione di eternità, perché sacerdoti lo saremo in eterno. Il carattere indelebile dell’Ordine Sacro conferisce una dignità che ci rende superiori persino agli Angeli di Dio, che dinanzi ai sacerdoti si pongono di lato. A illustrarlo in modo magistrale è il nostro confratello Marcello-Sam, considerato uno dei massimi esperti europei di Angeli e al cui articolo vi rimando [sehen WHO].

La sacra liturgia è fatta di segni e simboli che non sono certo fini a sé stessi, perché costituiscono quegli “accidenti esterni” o “segni esteriori” attraverso i quali si concreta e prende forma la sostanza. Ein Beispiel, anzi direi l’esempio più eclatante: die Allerheiligste Eucharistie, mistero del Corpo e Sangue di Cristo e sua presenza reale tra di noi, si realizza attraverso la materia e il segno esterno del pane e del vino che divengono realmente e sostanzialmente Cristo vivo e vero.

Nella sacra liturgia ogni segno e gesto, persino i silenzi hanno un loro significato teologico e mistagogico. Di “silenzi liturgici” ne sono previsti tre dal rito della Santa Messa: durante l’atto penitenziale, dopo che il celebrante ha detto: «Prima di celebrare degnamente questi santi misteri riconosciamo i nostri peccati». Poi dopo la proclamazione del Santo Vangelo, se non c’è l’omelia, oppure dopo l’omelia. Endlich, dopo la Santa Comunione. Momenti di silenzio che sarebbe bene rispettare e non omettere, cosa che per inciso i Vescovi farebbero bene a ricordare a quei loro preti che in 15 minuti scarsi celebrano la Santa Messa feriale, forse dimenticando di avere recitato sin dall’inizio la frase «…prima di celebrare degnamente…». Wort, quella di “dignità”, che dovrebbe avere un grande peso, specie nella celebrazione dei «sacri misteri».

Tra questi segni vi sono anche le vesti liturgiche che ― come ogni segno ― talvolta rischiano di oscurare anziché rivelare la realtà a cui sono riferite. Non possiamo infatti nascondere il rischio che nel nostro contesto culturale alcune vesti liturgiche, per la loro leziosità e ricercatezza, possano offuscare la gloria di Dio ed essere semplicemente considerate come l’esibizione di una umana vanità. Ma è deprecabile altresì quella inqualificabile sciatteria ― oggi considerata povertà e semplicità, ma che invece andrebbe chiamata col suo nome: sciatteria! ― che non solo stravolge il segno liturgico (pensiamo alle varie casule e stole arcobaleno) ma addirittura, manchmal, lo rimuove del tutto con un arbitrio che a nessun ministro di Dio è consentito.

La sciatteria, wie Eitelkeit, Beides sind Krankheiten, die das liturgische Zeichen zerstören, che per sua natura ― per essere veramente “bello” ― necessita di verità e di semplicità. Non è certo eliminando i segni che si arriva a una liturgia più “bella” e coinvolgente o a una non meglio precisata “liturgia delle origini”, ma spiegandone il loro profondo significato.

La veste liturgica, rispetto ad altri segni, ha un’importanza molto relativa. N’è prova che per almeno i primi quattro secoli della vita della Chiesa le fonti non riportano che i ministri ordinati indossassero vesti particolari durante le celebrazioni, convinti che era essenzialmente importante essere “rivestiti di Cristo” [vgl.. Gal 3, 26]. Die Papa Celestino I, nel V secolo, si lamentava con alcuni vescovi della Gallia del Sud perché alcuni preti avevano cominciato a usare vistosi abiti per la liturgia, e così concludeva:

«Dobbiamo distinguerci dagli altri per la dottrina, non per il vestito; per la condotta, non per l’abito; per la purezza della mente, non per l’ornamento esteriore» (vgl.. Celestino I, Brief, PL 50, 431).

Meriterebbe anche spiegare come e perché, durante i primi secoli, simboli e vesti dell’antica Heiden romana confluirono nella primitiva liturgia cristiana a partire dagli inizi del IV secolo. Si tratta di segni esteriori ai quali fu data una profonda valenza cristiana. La struttura di certi riti è più antica ancora, per esempio quelli d’offertorio della Santa Messa affondano le loro radici nelle antiche liturgie offertoriali fatte dai sacerdoti nel Tempio di Gerusalemme. Si tratta però di argomenti complessi legati alla storia della liturgia che tratteremo specificamente in altro articolo.

Pur nella consapevolezza ben espressa dall’antico detto popolare “l’abito non fa il monaco”, che la veste liturgica, come tutti i segni esteriori, abbia un’importanza secondaria nel culto cristiano, questo non può certo indurre a ignorare che essa appartiene a quel complesso di segni convenzionali di cui l’umanità fin dal principio ha fatto uso per esprimere il pensiero, lo stile di vita, le idee e il ruolo di una persona. L’abito, che lo si voglia o no, lancia sempre un messaggio ed esprime qualcosa del ruolo, dell’identità e della missione di una persona. E proprio partendo da quest’ultimo concetto possiamo individuare uno dei principali significati delle vesti liturgiche intese come segno di un mandato e di una missione non certo accaparrata, bensì ricevuta dal Signore. E se rimane profondamente vero per ogni battezzato che il Signore Gesù ci invita a un culto in spirito e verità [vgl.. GV 4, 24], lo è altrettanto il fatto che noi ― che viviamo nel regime dei segni e vediamo le realtà invisibili “come in uno specchio” [vgl.. ICor 13,12] ― abbiamo bisogno di questi segni per poter esprimere un culto che non sia teorico, disincantato, ma che sappia raccogliere tutto quanto è profondamente umano per esprimere al massimo ciò che intende comunicare.

La veste liturgica, come tutte le espressioni umane non esenti da quella corruzione che affonda le sue radici nel cuore dell’uomo, dovrà sempre “fare i conti” tra il significato “alto” che vuole esprimere e quelle deviazioni rappresentate dalla sciatteria, dalla vanità e dal potere. I paramenti dei ministri ordinati, come tutti gli abiti rituali dei ministeri istituiti e dei laici (e in questo ci metterei anche alcuni abiti per i matrimoni e per le prime Comunioni) hanno il compito simbolico di esprimere una realtà interiore e un servizio ecclesiale in modo semplice e chiaro, e non per questo in contrasto con la bellezza e il decoro, perché la bellezza e la dignità difficilmente non portano anche al vero. Il tutto sempre evitando che si trasformino in elementi che ostacolano la comprensione corretta del messaggio di cui la liturgia è portatrice, o che stravolgano addirittura l’essenza stessa della sacra liturgia.

Nel complesso dei segni e dei simboli di cui la liturgia vive e si nutre, le vesti liturgiche abbiamo detto hanno un valore secondario. A maggior ragione questo discorso vale per i colori che sono entrati nell’uso liturgico sia per le vesti che per gli altri addobbi. Tuttavia essi sono presenti nella liturgia e non di rado suscitano nei fedeli delle curiosità e degli interrogativi a cui occorre dare una risposta seria e precisa, ricordando che nel culto cristiano ― in modo particolare a partire dalla riforma del Concilio Vaticano II ― niente deve risultare semplicemente decorativo o superfluo o peggio ancora relegato a pura forma esteriore, andererseits: tutto deve avere un significato teologico e mistagogico.

Tralasciando i complessi dettagli storici, perlomeno in questo nostro contesto, voglio ricordare che nella liturgia i colori, in quanto simboli, sono entrati piuttosto tardivamente. Per ben sette secoli i colori non hanno avuto una particolare importanza nel culto cristiano. Sicuramente ― e sono le fonti sia scritte che iconografiche che ce lo confermano ― vi era un uso predominante del bianco, considerato sempre nella cultura mediterranea il colore della festa e delle grandi occasioni. Parlando della veste bianca battesimale il Santo dottore della Chiesa Ambrogio da Milano ricordava ai neo battezzati:

«Hai quindi ricevuto delle bianche vesti per dimostrare che tu hai abbandonato l’involucro del peccato e ti sei rivestito dei puri abiti dell’innocenza come ha detto il profeta: purificami con issopo e sarò mondato: lavami e sarò più bianco della neve» [Sant’Ambrogio, Sui misteri, VII, 34].

Im Laufe der Jahrhunderte si codifica pian piano ciò che riguarda la foggia e la preziosità delle vesti liturgiche, soprattutto nella liturgia bizantina. Ma per trovare un’accentuazione della sensibilità al linguaggio dei colori dobbiamo aspettare il Medioevo, in un contesto in cui, ciò che non viene più compreso dal popolo attraverso la lingua latina e il significato dei riti, è reso attraverso il linguaggio visivo. Nicht Zufall, das Mittelalter, ha rappresentato quel felice periodo in cui segni, Symbole, gesti o silenzi parlavano in modo eloquente, ma soprattutto erano carichi del tutto di profondi significati teologici e spirituali. Con Papa Innocenzo III [†1216] si hanno ― a proposito dei colori ― le prime direttive comuni che pian piano si impongono ovunque, venendo infine codificate con il Messale di San Pio V nel 1570, dove sono stabilite le vesti bianche, verdi, rot, viola e nere a seconda delle celebrazioni: appare anche l’uso del colore rosa nella III domenica d’Avvento e nella IV domenica di Quaresima, anche detta Dominica Laetare, quando si interrompeva il rigido digiuno.

La riforma attuata dal Concilio Vaticano II non ha soppresso la normativa riguardo ai colori liturgici, considerandola però nel più vasto contesto di quei segni che devono essere «chiari, adatti alla capacità di comprensione dei fedeli e non abbiano bisogno di molte spiegazioni» [vgl.. Heiliges Konzil, 34]. In base a questo principio è data alle varie conferenze episcopali nazionali la libertà di determinare e usare liberamente i colori liturgici secondo la cultura dei singoli popoli [vgl.. Allgemeiner Orden des Römischen Messbuchs, 346].

Le norme attuali prevedono per il rito romano e la nostra area occidentale l’uso di questi colori:

BIANCO: è il colore della luce, della purezza e della gioia. Si usa in tutte le Solennità e feste del Signore (eccetto quelle della Passione), per le feste della Vergine Maria, degli Angeli, dei Santi non martiri. È usato anche per amministrare i Sacramenti del Battesimo e del Matrimonio.

ROSSO: colore del fuoco e del sangue, simbolo dell’Amore/ Carità, del dono, del sacrificio, del martirio. È usato la Settimana Santa per la Domenica delle Palme e per il Venerdì Santo, il giorno di Pentecoste, per le feste degli Apostoli, dei Santi Martiri, per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, così come nelle Messe votive al Preziosissimo Sangue di Gesù. Può essere usato anche per la Messa del Sacramento della Cresima.

VERDE: nella nostra cultura è un colore riposante che esprime la normalità, cammino tenace e permanente della speranza. È usato nelle celebrazioni feriali e domenicali del Tempo Ordinario.

VIOLA: Inizialmente usato come variante del nero, nel corso del tempo è diventato colore a sé stante. Colore solenne e grave, esprime contemporaneamente la fatica e la speranza. È usato nei tempi di Avvento e Quaresima ed esprime penitenza e preparazione alla venuta di Cristo. Viene usato anche nelle celebrazioni dei defunti al posto del colore nero, il cui uso rimane opzionale, poiché nella nostra cultura esprime meglio la speranza cristiana che pure è presente di fronte al mistero della morte.

ROSACEO: Concepito come una variazione del viola, segna due pause che la Chiesa fa durante i tempi di penitenza. È usato due volte l’anno, la terza domenica di Avvento, Das Dominica Gaudete e la quarta domenica di Quaresima detta Dominica Laetare.

Oltre a questi, nelle diverse “famiglie” liturgiche esistono e vengono usati nelle sacre celebrazioni anche altri colori:

ORO: Simboleggiando la luce divina l’oro o il giallo possono essere utilizzati per sostituire qualsiasi colore tranne il viola.

NERO: Generalmente considerato in rapporto alle celebrazioni dei defunti, nel Medioevo era usato per indicare i tempi penitenziali. Dal Concilio di Trento fu usato anche per il Venerdì Santo.

AZZURRO: è associato al dogma mariano e può quindi essere usato solo durante le celebrazioni legate alla Beata Vergine Maria, come l’Assunzione o l’Immacolata Concezione. Unico colore che rappresenta un vero privilegio liturgico, il suo uso fu autorizzato dal Concilio di Trento solo in Portogallo, in Spanien, negli ex territori di questi due Paesi, nell’ex regno di Baviera, in certe chiese di Napoli e infine nell’Ordine Francescano considerato storicamente e teologicamente meritevole di avere difeso il dogma mariano. Questo privilegio vale ancora oggi.

I colori liturgici, al di là del loro uso e significato, servono a comunicare il messaggio che, secondo le diverse celebrazioni, può essere di festa, der Hoffnung, Wandlung, di solidarietà nel dolore… Tutto questo certamente non è sufficiente come elemento fine a sé stesso, se non è accompagnato dallo scopo fondamentale di ogni cristiano ― specialmente se ministro ordinato ― e di ogni comunità di discepoli del Signore, oder: vivere il Vangelo!

Per non rendere paramenti, colori o altri simboli e segni liturgici niente più che espressioni di folclore, stranezza o semplice vanità, occorre che essi diventino “epifania” del mistero di salvezza che trova la sua radice unica e profonda nell’incontro vitale e vivificante con Gesù, Inkarniertes Wort, Eterno Sacerdote della Nuova Alleanza. Perché tutto, nella sacra liturgia, manifesta ed esprime il mistero del Verbo di Dio incarnato, ist gestorben, auferstanden und in den Himmel aufgefahren. Per questo l’assemblea liturgica acclama sul vivo corpo e sangue di Cristo: "Wir verkünden den Tod, Herr, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». Questo è il cuore della sacra liturgia.

 

Florenz, 26 Januar 2023

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Bei der Beerdigung von Benedikt XVI. hätte das fehlen können “ideologischer Priester” der einem knienden Gläubigen die Kommunion verweigert und ihn ablehnt?

BEI DER BEERDIGUNG VON BENEDIKT XVI “Ideologischer Priester” WER VERWEIGERT DIE KOMMUNION EINES GLÄUBIGEN, DER IHN AUF DIE KNIE HAT UND IHN ABWEIST?

In einer Welt, die vor all den schlimmsten Idolen kniet, Niemand soll es wagen, vor dem Allerheiligsten Leib Christi niederzuknien, weil es ein echter Affront ist!

— Pastorale Liturgie —

 

 

Autor
Redaktion der Insel Patmos

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Nein, der “ideologischer Priester” kann nie fehlen, vor allem bei den besonderen und heiklen Anlässen. Was könnte besser sein, als eine treue heilige Kommunion zu verweigern, weil man es gewagt hat, vor der Allerheiligsten Eucharistie zu knien? Alles bei der Beerdigung von Benedikt XVI., der während seiner Pontifikate die heilige Kommunion von der Kniebank am Beichtaltar spendete und sie seinem Mund reichte. Dieser Presbyter, abgesehen davon, dass ich den abgrundtiefen Unterschied zwischen a nicht kenne “armer Priester” es ist ein “armer Priester”, gehört vielleicht zum Konsortium derer, die denken "Karneval ist vorbei"? Jemand wollte eine „arme Kirche“ und wir landeten bei der armen Kirche! Erinnert sich noch jemand an diesen überfüllten Platz, denn vielleicht wird es das letzte sein.

 

von der Insel Patmos, 5 Januar 2023

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Die Bildung “Sacramentum” und liturgische Missbräuche: Sag es den Bischöfen, sagen Sie es nicht Mark Zuckerberg und Elon Musk

L’ISTRUZIONE Das Sakrament der Erlösung E GLI ABUSI LITURGICI: Sagen Sie es den Bischöfen, NON DITELO A MARK ZUCKERBERG ED ELON MUSK

Am unteren Rand, Darüber nachdenken, Jede Gemeinschaft der Gläubigen hat am Ende immer den Priester, den sie verdient, genau wie wir Priester, che spesso finiamo “condannati” a giusta e meritata pena ad avere i vescovi che ci meritiamo.

— Pastorale Liturgie —

Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

 

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Suggerimento al suo Vescovo per risolvere il problema alla radice: chiuderlo dentro una stanza di due metri per due metri con i Padri de Die Insel Patmos (Klick auf das Bild, um das Video zu öffnen)

ichl nostro confratello Iwano Liguori si è occupato del problema degli abusi liturgici, anche se nel caso specifico l’abuso aveva i connotati del sacrilegio perpetrato durante la celebrazione della Santa Messa [vgl.. WHO, WHO, WHO, WHO].

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Nel linguaggio liturgico si è soliti parlare di Canone della Santa Messa. Das Wort cànon actiònis è la precisa norma da seguire per celebrare il culto divino. Il canone è per sua natura fisso e rigido. Unglücklicherweise, quando si usano certi termini, oggi non pochi tendono a storcere il naso perché non conoscono il vero significato delle parole e finiscono col confondere “fisso” con fissismo e “rigido” con rigidismo. Nulla di più errato. Della sacra liturgia il celebrante è fedele e scrupoloso strumento, non padrone o arbitrario padrone, schlimmer denn je: libero creatore. La sacra liturgia investe la vita dell’intera Chiesa universale, di cui è espressione e comune preghiera di lode a Dio. Abusare creativamente della sacra liturgia vuol dire renderla instabile e toglierle quella dimensione univoca, comune e universale di preghiera. Ecco perché l’abuso liturgico, piccolo o grande che sia, origina una duplice frattura: con la comunione della Chiesa e con la sua dimensione di universalità. Ricordiamo che l’etimo della parola “cattolica”, dal greco κατά όλον, significa universale e indica in tal modo la sua universalità.

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Die 25 Marsch 2004, Solennità dell’Annunciazione del Signore, “per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, redatta dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede” era emanata l’Istruzione Sacramentum. Sottotitolo: «Su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia».

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La chiusa finale di questo Documento, con i soggetti chiamati in causa, subito ci fa capire che non siamo davanti a una serie di pie raccomandazioni ma a un testo che ha carattere vincolante sia per la coscienza che per la prassi, e chi non vi si attiene commette un vero e proprio abuso, la gravità del quale può giungere sino al vero e proprio sacrilegio, come purtroppo abbiamo visto anche di recente.

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Qualcuno obbietterà che a questo modo si tarpano le ali all’iniziativa e alla creatività. Generalmente questi tipi di obbiezioni escono dalla bocca di chi ha fatto del relativismo ― vera grande malattia corrosiva della Chiesa contemporanea ― una sorta di norma normans non normata, dimenticando che la Chiesa, di un tesoro che è sì assoluto, perché lasciato in dono dal Divino Redentore, è custode, keine Geliebte. Nella liturgia Eucaristica la Chiesa celebra la perenne attualizzazione dell’azione salvifica del Signore Gesù nella sua vita, nella sua passione, nella sua crocifissione, nella sua morte e resurrezione [vgl.. n. 40], per questo dopo la consacrazione delle sacre specie, il Popolo di Dio acclama sul vivo corpo e in sangue di Cristo presente in anima, spirito e divinità:

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"Wir verkünden den Tod, Herr, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta».

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C’è una domanda di fondo che percorre tutta l’Istruzione: è proprio necessario prestare attenzione agli abusi liturgici? Non è sufficiente riaffermare l’importanza e la necessità di seguire le norme liturgiche secondo lo spirito del Concilio Vaticano II che afferma:

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«il culto pubblico integrale viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra. Infolge, ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza» [Heiliges Konzil, n. 7].

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Sulle colonne di questa rivista più volte è stato spiegato nel corso degli anni che se decorsi ormai sei decenni dalla chiusura di un grande concilio ecumenico la Chiesa si è trovata costretta a pubblicare due documenti correttivi molto particolari ― tali sono la Herr Jesus Che ribadisce la unicità salvifica di Cristo e della sua Chiesa, folgen mit dem Sacramentum in cui si richiama ai fondamenti basilari della Ars celebrandi ― qualche cosa non ha funzionato. Detto ciò è bene chiarire che a funzionare male non è stato il Concilio, elemento di necessario rinnovamento pastorale di cui la Chiesa necessitava, esattamente come lo fu quattro secoli fa un altro grande Concilio, quello di Trento. A funzionare male, anzi a volte malissimo, è stato il post-concilio degli interpreti del cosiddetto spirito del Concilio che spesso hanno finito col generare una idea di Concilio tutta loro. è questo che non ha funzionato e generato i problemi con i quali oggi dobbiamo fare tristemente i conti. Chi approfitta di certi dati oggettivi, dallo smarrimento dottrinale agli abusi liturgici spesso quasi istituzionalizzati, per imputarne colpa all’ultimo Concilio della Chiesa, eine von zwei: o pecca di profonda ignoranza, oder, per pura ideologia, er lügt und weiß, dass er lügt.

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Nella Lettera Enciclica Kirche der Heiligen Eucharistie che precede di un anno la istruzione Sacramentum il Santo Pontefice Giovanni Paolo II ricorda che le norme liturgiche

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«sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; das ist ihr tiefster Sinn. Die Liturgie ist niemals Privateigentum von irgendjemandem, né del celebrante, né della comunità nella quale si celebrano i Misteri. Il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le norme liturgiche e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore per la Chiesa» [vgl.. n. 52].

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Evidentemente non basta una sola partecipazione esterna, perché celebrare l’Eucaristia esige fede, Hoffnung und Nächstenliebe. A tal proposito afferma l’Istruzione Sacramentum:

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«Una osservanza puramente esteriore delle norme, come è evidente, contrasterebbe con l’essenza della sacra Liturgia, nella quale Cristo Signore vuole radunare la sua Chiesa, perché sia, mit ihm, “un solo corpo e un solo spirito”. L’atto esterno deve essere, deshalb, illuminato dalla fede e dalla carità che ci uniscono a Cristo e gli uni agli altri e generano l’amore per i poveri e gli afflitti».

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Gli abusi sono sempre esistiti, anche nella cosiddetta “Messa di sempre”, neologismo inventato dalla mente di chi, giocando con il latino, ignora non soltanto la storia della liturgia, ma la stessa storia della Chiesa. Tuttavia è bene ricordare che per quanto riguarda la celebrazione Eucaristica non tutti gli abusi hanno lo stesso peso. Se infatti può capitare di sbagliare inavvertitamente il colore di un paramento sacro, di usare per errore un prefazio ordinario quando la liturgia ne prevede uno proprio, oppure di usare canti poco adatti, in questo caso siamo nell’ambito dell’errore umano. Altri abusi minacciano invece: o di rendere invalido ciò che si celebra, o di manifestare una assoluta mancanza di fede eucaristica, producendo effetti devastanti sul Popolo di Dio, in uno scadimento sempre più alto e inquietante del culto eucaristico e della percezione di quella sua sacralità che regge l’impianto stesso della Chiesa, che è di per sé mistero eucaristico, perché fondata sul corpo e sangue del Verbo di Dio fatto uomo. Altri abusi rischiano invece di generare confusione nel popolo di Dio, o addirittura di dissacrare la celebrazione stessa. Ecco perché gli abusi non possono essere presi a cuor leggero, come se fossero degli … eccessi di creatività.

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Eine Sache ist sicher: tutti i membri della Chiesa hanno bisogno di una formazione liturgica, cosa che oggi purtroppo manca. Il Concilio Vaticano II precisa che è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero [vgl.. Heiliges Konzil, n. 14]. Ma è anche vero che ci sono nell’uno o nell’altro contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono a oscurare la retta fede e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento [vgl.. Kirche der Heiligen Eucharistie, n. 10]. Die Sacramentum precisa che «Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di libertà» [vgl.. n. 7]. «Atti arbitrari, in der Tat, non giovano a un effettivo rinnovamento» [vgl.. n. 11]. È bene chiarire ciò che in più atti e documenti del magistero è stato ribadito: «Tali abusi non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza» [vgl.. Johannes Paul II, 40 anniversario della Costituzione conciliare sulla Liturgia, Apostolisches Schreiben Spiritus et sponsa, n. 15]. Altrettanto chiarisce l’Istruzione Sacramentum:

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«A quelli che modificano i testi liturgici di propria autorità, è importante far notare che la sacra Liturgia è intimamente collegata con i principi della dottrina, e l’uso di testi e riti non approvati comporta di conseguenza che si affievolisca, o che si perda del tutto, il nesso necessario tra la das Gesetz des Gebets und das Lex credendi» [vgl.. n. 10], (nota espressione latina che nel linguaggio della sacra liturgia significa: Das Gesetz des Gebets ist das Gesetz des Glaubens).

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Per i credenti cattolici leggere questa Istruzione sarebbe davvero molto istruttivo, non a caso si chiama Istruzione. Sicuramente sarà molto più istruttiva del cercare improbabili risposte sui soziale Medien, se non peggio improvvisarsi liturgisti e dare risposte che spesso non si è proprio in grado di dare, concorrendo a questo modo solo a generare confusioni e sterili polemiche, ma soprattutto a incrementare la mancanza di conoscenza dei molti che, in steigenden Zahlen, presumono però di sapere. Se infatti la Chiesa mette certi testi e documenti a disposizione dei fedeli, è proprio per istruirli anche su come è bene e doveroso reagire dinanzi agli abusi liturgici di certi celebranti. Pertanto a poco vale prendersela con il prete fucina di abusi liturgici su una pagina Facebook. La Chiesa indica con precisione quali sono gli errori e gli abusi che nessun celebrante deve commettere, dopodiché indica ai fedeli come agire e a chi rivolgersi. Non li esorta ad andare a cercare improbabili risposte dove è impossibile trovarle, o peggio a polemizzare dove la polemica finirà col risultare qualche cosa di unicamente fine a sé stessa.

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Viele Beispiele wären, prendiamone uno a caso: più volte è capitato a noi preti di raccogliere il disagio di fedeli che lamentavano l’impiego ingiustificato dei ministri straordinari della Comunione, semmai mentre il celebrante stava seduto alla sede e un paio di laici distribuivano la Santissima Eucaristia. Siamo indubbiamente dinanzi a un grave abuso, lo precisa l’Istruzione stessa chiarendo:

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«È riprovevole la prassi di quei Sacerdoti che, benché presenti alla celebrazione, si astengono comunque dal distribuire la Comunione, incaricando di tale compito i laici» [vgl.. n. 157].

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Questa norma è a sua volta preceduta vent’anni prima da un Antwort della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti [11 Juli 1984: AAS 76 (1984) P. 746]. Questo delicato compito affidato ai laici è di per sé un ministero del tutto straordinario, spetta infatti ai ministri ordinati, al presbitero e al diacono, distribuire la Santa Comunione ai fedeli. Solamente in casi nei quali i ministri ordinati non sono sufficienti per l’elevato numero di persone, può essere fatto ricorso ai ministri della Comunione, che esercitano un ministero del tutto straordinario.

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Dinanzi ad abusi di questo genere e ai numerosi altri descritti in questa Istruzione, sui quali non sarebbe possibile soffermarci, i fedeli cattolici sono tenuti a rivolgersi al loro vescovo, non certo a Facebook e Zwitschern, perché le nostre diocesi non sono governate né da Mark Zuckerberg né da Elon Musk, che tra l’altro non possono esercitare alcun potere sui preti né ammonirli ad alcun titolo.

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Dinanzi alle oggettive responsabilità del nostro clero, difettoso e peccatore, noi non ci tiriamo indietro, anzi siamo i primi ad ammettere gli evidenti errori dei pochi o dei tanti nostri confratelli che purtroppo sembrano celebrare a volte quasi con i piedi. Non meno gravi sono però le responsabilità di quei fedeli, o presunti tali, che anziché informare il vescovo, come sarebbe loro dovere fare, pensano di potersi lamentare con lo straccio delle loro vesti sui soziale Medien, meglio ancora se dietro a un nome di fantasia, perché in quel caso diverranno oltre modo aggressivi e severi, anziché agire come Dio comanda e assumersi tutte le loro responsabilità di credenti cattolici, semplicemente informando il vescovo.

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Am unteren Rand, Darüber nachdenken, Jede Gemeinschaft der Gläubigen hat am Ende immer den Priester, den sie verdient, genau wie wir Priester, che spesso finiamo “condannati” a giusta e meritata pena ad avere i vescovi che ci meritiamo.

Florenz, 10 Dezember 2022

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Die Väter der Insel Patmos

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Jene Liturgie, an der man oft teilnimmt, ohne den Sinn und die Bedeutung dessen zu kennen, was rezitiert und gefeiert wird. Beginnen wir mit einer kleinen Reise durch die Vorworte der Adventszeit …

DIESE LITURGIE, AN DER WIR OFT TEILNEHMEN, OHNE DIE BEDEUTUNG UND BEDEUTUNG dessen ZU KENNEN, WAS WIR REZITIEREN UND FEIERN. COMINCIAMO CON UN BREVE VIAGGIO NEI PREFAZI DEL TEMPO DI AVVENTO …

L’Avvento, versuche es zu leben und in Kirchen zu feiern, non sui soziale Medien. Und wenn Sie irgendwelche Zweifel haben, o cose da chiarire, rivolgetevi a noi Sacerdoti, che per quanto inadeguati, Sünder, inetti e deludenti ― come in molti scrivono nei loro sfogatoi su Internet ― qualche cosa in più rispetto ai teologi improvvisati su Facebook e Zwitschern, state pur certi che la sappiamo e siamo in grado di offrirvela, immer befreien den amor Dei.

— Pastorale Liturgie —

Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

 

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Nota di Redazione: ai Padri de Die Insel Patmos si è unito un nuovo redattore, il presbitero fiorentino Simone Pifizzi, pastoralista e liturgista [sehen WHO]

Molti sono i cattolici, anche quelli devoti e animati da sincera fede, ignari del significato delle parole pronunciate e dei gesti compiuti dal Sacerdote durante la Santa Messa. Il sacro rito che attraverso la Santa Messa rinnova il sacrificio incruento di Cristo è ricco di segni e simboli, ciascuno dei quali carico di un profondo significato teologico e mistagogico. Siccome è doveroso spiegare sempre ogni parola, ricordo che “mistagogia”, termine di derivazione greca, il cui significato è “iniziazione ai misteri”, nel lessico cristiano indica la scoperta della nuova vita di grazia che abbiamo ricevuto attraverso i Sacramenti. Il Catechismo insegna:

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«La liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, zusammen, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. La catechesi è intrinsecamente collegata con tutta l’azione liturgica e sacramentale, perché è nei Sacramenti, e soprattutto nell’Eucaristia, che Gesù Cristo agisce in pienezza per la trasformazione degli uomini» [vgl.. n. 1074]. La catechesi liturgica mira a introdurre nel mistero di Cristo (essa è infatti “Mistagogia”) in quanto procede dal visibile all’invisibile, dal significante a ciò che è significato, dai “sacramenti” ai “misteri” [vgl.. n. 1075].

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Dicevo che la sacra liturgia è ricca di segni e simboli, ciascuno dei quali ha un profondo significato. Persino i silenzi o i cenni di reverenza del Sacerdote hanno un loro significato teologico e mistagogico. Per comprenderlo basterebbe ascoltare i maestri, anziché inseguire improbabili teologi e liturgisti che sproloquiano sui soziale Medien. Proviamo a chiarire il tutto con un esempio tratto dalla Prima Preghiera Eucaristica, anche detta Römischer Kanon. Nella prece in cui è fatto riferimento alla Comunione dei Santi il Sacerdote recita:

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«[…] In comunione con tutta la Chiesa ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre vergine Maria Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo».

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Menzionando la Beata Vergine Maria il Sacerdote accenna un leggero inchino con il capo, quando poco dopo nomina Gesù Cristo, accenna un inchino più profondo. Weil? La ragione è racchiusa nelle parole stesse: la «Vergine Maria Madre» è creatura, ossia una creatura creata, che come tale si venera (da qui il leggero inchino), mentre Cristo è «nostro Dio e Signore», che non è creatura, ma «generato non creato della stessa sostanza del Padre», ossia è Dio, quindi lo si adora. Sono passaggi molto importanti, anche se non sempre noti agli Zauberlehrlinge che da un giorno all’altro si sono messi a “giocare” con l’antico Messale di San Pio V e che non perdono occasione, nelle loro esasperazioni rasenti spesso la mariolatria, per dimostrare l’incapacità a distinguere il Dio incarnato, Seconda Persona della Santissima Trinità, dalla più pura delle creature, che per quanto immacolata rimane comunque una creatura creata, con serena pace di chi la rivendica corredentrice, malgrado il netto rifiuto dei Sommi Pontefici, ultimi in ordine di serie Benedetto XVI e Francesco. Questa sostanziale distinzione tra “creatura” e “Dio”, nella sacra liturgia non è espressa con delle parole e men che mai con lezioni di teologia dogmatica, di cristologia o di mariologia, ma con due semplici inchini: uno leggero a Maria creatura creata, uno profondo, a Cristo Dio generato non creato, che non necessita di corredentori e corredentrici, come espresso in modo delicato da Benedetto XVI, in modo un po’ più “ruspante”, ma altrettanto incisivo e chiaro, da Papa Francesco [vgl.. Catechesi sulla preghieraPregare in comunione con Maria].

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Detta in modo amabile: Väter de Die Insel Patmos, quando celebrano ed esercitano in tal modo il die Aufgabe der Heiligung, sanno bene quel che fanno. Quando insegnano ed esercitano in tal modo il die Aufgabe des Unterrichtens, sanno bene ciò che insegnano. Senza bisogno di rendersi ridicoli dinanzi agli ascoltatori come quei fenomeni circensi che colmano le proprie gravi lacune teologiche facendo la lista dei dottorati teologici conseguiti. Natürlich, ogni riferimento è del tutto involontario, per non dire casuale …

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Nella liturgia è chiamato Prefazio la solenne lode che introduce la Preghiera Eucaristica e che ne costituisce introduttivamente la prima parte. Una preghiera che sia nel vecchio messale di San Pio V sia nel messale di San Paolo VI comincia in entrambi con un dialogo tra celebrante e fedeli:

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Il Celebrante: «Il Signore sia con voi». Il Popolo risponde: «E con il tuo spirito». Il Celebrante riprende: «In alto i nostri cuori». Il Popolo: «Sono rivolti al Signore». Il Celebrante (accennando un inchino con il capo) «Rendiamo grazie al Signore nostro Dio». E il Popolo conclude: «È cosa buona e giusta».

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Segue la parte recitata dal solo Celebrante, la cui sezione centrale varia assecondo la celebrazione, perché i prefazi sono numerosi e per questo variano dal Tempo Ordinario a quello di Quaresima, dall’Avvento al Natale, da Pasqua a Pentecoste, per seguire con altri “prefazi propri” usati nelle celebrazioni in memoria della Beata Vergine, dei Santi, dei Martiri, dei Defunti. Per questo la seconda parte è sempre variabile, perché il suo scopo è di spiegare, come una breve catechesi, il motivo per il quale si deve a Dio gloria e ringraziamento da parte di tutta la Chiesa universale. Prendiamo come esempio il III Prefazio della Beata Vergine Maria per comprendere questo elemento catechetico racchiuso nella sacra liturgia. Recita il testo:

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All’annunzio dell’Angelo, accolse nel cuore immacolato il tuo Verbo e meritò di concepirlo nel grembo verginale; divenendo madre del suo Creatore, segnò gli inizi della Chiesa.

Ai piedi della croce, per il testamento d’amore del tuo Figlio, estese la sua maternità a tutti gli uomini, generati dalla morte di Cristo per una vita che non avrà mai fine.

Immagine e modello della Chiesa orante, si unì alla preghiera degli Apostoli nell’attesa dello Spirito Santo.

Assunta alla gloria del cielo, accompagna con materno amore la Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, fino al giorno glorioso del Signore.

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Endlich Der letzte Teil, strutturalmente sempre uguale, salvo la differenza di poche parole da un Prefazio all’altro, il cui scopo è di introdurre il canto e l’acclamazione del heilig di tutto il Popolo di Dio riunito in assemblea:

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E November, insieme agli Angeli e ai Santi,

cantiamo senza fine

l’inno della tua lode: Santo …

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Il tempo di Avvento nel quale stiamo per entrare ha una doppia caratteristica, come spiegano le normative liturgiche:

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«[...] è Tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si commemora la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini e, contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi» [vgl.. Norme generali per l’ordinamento dell’Anno liturgico e del calendario, n. 39].

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Lungo il corso dei secoli, il breve ma intenso Tempo liturgico “forte” dell’Avvento ha sempre conservato questi due grandi aspetti di Vorbereitung alla celebrazione memoriale della nascita di Gesù Cristo nel tempo e di attesa del suo glorioso ritorno finale. Queste due dimensioni sono richiamate sia dai testi biblici che patristici utilizzati sia nella celebrazione eucaristica che nella Liturgia delle Ore. A questo periodo che segna il mistero della incarnazione del Verbo di Dio fatto uomo, dal quale prenderà vita la nuova rivelazione e il mistero di salvezza, proprio per la sua fondamentale importanza hanno dedicato scritti e predicazioni grandi Santi Padri e dottori della Chiesa. Potremmo citarne solo alcuni, da Sant’Ireneo di Lione [vgl.. Inni, 1,88-95.99] a San Gregorio Magno [vgl.. Predigten 1, 8], da San Bernardo di Chiaravalle [vgl.. Discorso IV sull’Avvento 1. 3-4], per seguire in tempi più recenti con San Carlo Borromeo che spiega come il tempo di Avvento richieda di essere piamente santificato dagli uomini [vgl.. Lettere Pastorali].

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Tra i tanti testi che arricchiscono la liturgia di questo Tempo liturgico, meritano attenzione particolare i Prefazi propri dell’Avvento, che costituiscono in sé stessi un vero e proprio itinerario liturgico–spirituale adatto ad arricchire la vita cristiana.

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Per il Tempo di Avvento, il Messale Romano italiano prevede quattro testi: i primi due (I e I/A) sono utilizzati dalla Prima Domenica di Avvento fino al 16 Dezember, Sekunden (II e II/A) per i giorni rimanenti. I Prefazi I e I/A sottolineano in modo particolare la venuta finale di Cristo alla fine dei tempi, in quella che viene chiamata Russland. Gli altri due (II e II/A) sono un invito a preparare cuore e mente alla celebrazione della sua prima venuta, pur non perdendo di vista la sottolineatura fatta nei primi due.

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Veniamo ora ai testi, ovviamente prendendo in esame soltanto la “parte mobile” ovvero la seconda parte del Prefazio, quella che prima abbiamo indicata e definita come catechetica.

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Nel I Prefazio d’Avvento è annunciata la duplice venuta di Cristo con queste parole:

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«Al suo primo avvento nell’umiltà della condizione umana egli portò a compimento la promessa antica e ci aprì la via dell’eterna salvezza. Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria, ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

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Il titolo già esprime tutto il significato di questo Tempo Liturgico: memoria della prima venuta di Cristo nella carne e attesa del suo ritorno glorioso. Nella prima parte risaltano tre passaggi importanti: la sottolineatura dell’abbassamento del Figlio di Dio, che richiama subito alla memoria il celebre inno cristologico:

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«Cristo Gesù, während es der göttlichen Natur, er betrachtete seine Gleichheit mit Gott nicht als einen eifersüchtigen Schatz; ma spogliò sé stesso, die Form wie ein Sklave, den Menschen gleich geboren; in menschlicher Gestalt erschienen, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» [Fil 2,5-8].

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Segue il “compimento della promessa antica”. Jesus, con la sua Incarnazione, dà compimento ultimo e definitivo a tutte le profezie e le promesse fatte ai Padri in tutto il Primo Testamento. O per dirla con il solenne esordio della lettera agli Ebrei:

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„Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai Padri per mezzo dei Profeti, in letzter Zeit, heutzutage, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo» [EB 1, 1-2].

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Endlich, nella conclusione, l’apertura definitiva ― operata da Colui che si presenterà come Via, Wahrheit und Leben [vgl.. GV 14, 6] ― della eterna salvezza e della vita senza fine. La seconda parte ci sposta alla fine dei tempi, dove l’umiltà sarà sostituita dalla gloria. In questa gloria, eterna e definitiva il Verbo introdurrà tutti coloro che credono in lui e che con speranza, già in questa vita, guardano a questo momento.

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Vorrei sottolineare la presenza di questi due verbi che ci riguardano: uno al futuro ― «ci chiamerà a possedere» e uno al presente ― «osiamo» che dicono il “già e non ancora” in cui ogni credente è inserito con il Battesimo e che si rinnova in ogni celebrazione eucaristica e in ogni segno sacramentale.

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Nel Prefazio I/A si celebra Cristo, Signore e giudice della storia, attraverso queste parole di lode:

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«Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore. In quel giorno tremendo e glorioso passerà il mondo presente e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno».

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In diesem Text tutto è proiettato sulla venuta finale del Cristo glorioso. Il linguaggio è solenne ed enfatico: «Signore e giudice», «rivestito di potenza e splendore», «in quel giorno tremendo e glorioso». Questo «non ancora» è tuttavia messo a confronto con il presente, in cui ogni credente è chiamato a riconoscere la venuta di Cristo nel volto del fratello che incontra nella vita di ogni giorno nell’esperienza delle tre Virtù Teologali qui esplicitamente richiamata: Glaube, Hoffnung und Nächstenliebe. La Speranza, tipica Virtù dell’Avvento, si accoglie con Fede e si testimonia con una Carità autentica.

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Nel Prefazio II abbiamo le due attese di Cristo raffigurate e spiegate con queste parole:

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«Egli fu annunciato da tutti i profeti, la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo con ineffabile amore, Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò presente nel mondo. Lo stesso Signore, che ci invita a preparare con gioia il suo Natale, ci trovi vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode».

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Testo didattico straordinario che sintetizza tutta la storia della salvezza in preparazione alla venuta del Figlio di Dio nella carne: l’annuncio profetico, la Santa gestazione della Vergine, la predicazione e la testimonianza del Battista e che non solo annuncia la venuta del Signore ma che ha anche la grazia di vederne la realizzazione. Il credente è invitato a rallegrarsi perché Gesù è già presente e questa presenza possiamo sperimentarla sia nella preghiera personale, come «viglianti nella preghiera» sia in quella liturgica, oder: «esultanti nella lode».

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Il Prefazio II/A si incentra su Maria nuova Eva, chiarendo quello che è il ruolo a ella affidato da Dio nel mistero della salvezza, o come suol dirsi nella economia [der griechischen οἰκονομία] der Erlösung:

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«Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo per il mistero della Vergine Madre. Dall’antico avversario venne la rovina, dal grembo verginale della figlia di Sion è germinato colui che ci nutre con il pane degli angeli e sono scaturite per tutto il genere umano la salvezza e la pace. La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria. In lei, Madre di tutti gli uomini, la maternità, redenta dal peccato e dalla morte, si apre al dono della vita nuova. Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia in Cristo nostro salvatore».

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Il testo di questo Prefazio d’impronta mariana ci porta direttamente alla contemplazione della Vergine Madre di Dio: Maria Santissima, protagonista per eccellenza degli ultimi giorni del Tempo di Avvento. Maria viene messa in parallelo con Eva, usando la categoria della “maternità”. Dal grembo di Eva ― tentata dell’Antico Avversario, il serpente ― è scaturita un’umanità segnata dall’esperienza del peccato, una vera e propria “rovina”. Maria è la nuova Eva, la Madre di un’umanità nuova, non tanto e non più in senso biologico ma spirituale. Se da una parte è pur vero che tutti siamo uomini nati in una carne segnata dall’esperienza del peccato, l’Incarnazione del Verbo Divino ― qui indicato squisitamente con due immagini dal forte sapore biblico: «pane degli angeli» e «germoglio» ― spalanca davanti a noi il dono della Redenzione e di una vita nuova, divina e spirituale. Nell’ultimo periodo risuonano quasi alla lettera le parole dell’Apostolo Paolo:

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«La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, wimmelte Gnade, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore». [RM 5, 20-21].

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Questo è ciò che dovremmo sempre ricordare anche noi, in ogni momento della nostra vita, soprattutto quando sentiamo il peso delle nostre mancanze, delle nostre colpe, quando la vita sembra una litania di fallimenti e anche quando la fede stessa rischia di vacillare per cause interne ed esterne a noi stessi. Perché su tutto, anche sul peccato, sovrabbonda la sua infinita misericordia, il suo amore.

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Meditiamo con attenzione questi testi che la Chiesa Madre ci dona per prepararci al Natale del Signore e molto più al nostro incontro personale con Lui, quando lo vedremo non più come in uno specchio, ma faccia a faccia, e lo conosceremo così come ora siamo da Lui riconosciuti [vgl.. 1 Kor 13, 12].

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Chiudo con una raccomandazione: l’Avvento, versuche es zu leben und in Kirchen zu feiern, non sui soziale Medien. Und wenn Sie irgendwelche Zweifel haben, o cose da chiarire, rivolgetevi a noi Sacerdoti, che per quanto inadeguati, Sünder, inetti e deludenti ― come in molti scrivono nei loro sfogatoi su Internet ― qualche cosa in più, rispetto ai teologi improvvisati su Facebook e Zwitschern, state pur certi che la sappiamo e siamo in grado di offrirvela, immer befreien den amor Dei.

Florenz, 17 November 2022

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Die Väter der Insel Patmos

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Wie kann man in einer Gesellschaft, die die Idee des Todes ablehnt, vom christlichen Tod sprechen??

WIE MAN ÜBER CHRISTLICHEN TOD IN EINER GESELLSCHAFT SPRICHT, DIE DIE GLEICHE IDEE VOM TOD ABWEIST?

Zeitgenössische Kultur er scheint sich die Frage nach dem Tod nicht zu stellen, oder versuchen, es auszutreiben und es in Vergessenheit geraten zu lassen, keine Fragen stellen und keine Antworten geben, während die göttliche Offenbarung uns versichert, dass Gott den Menschen zu einem Zweck des Glücks geschaffen hat, der über das irdische Leben hinausgeht.

— Liturgischer Dienst —

Autor
Simone Pizzi

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Artikel im PDF-Druckformat

 

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William-Adolphe Bouguereau, 1859. Der Tag der Toten. Museum der Schönen Künste, Lyon

Die Väter des letzten Konzils der Kirche schrieb: „Angesichts des Todes erreicht das Rätsel des menschlichen Daseins seinen Höhepunkt.“ [vgl.. Die Freude und Hoffnung, 18]. Das Hochfest Allerheiligen und das Gedenken an die verstorbenen Gläubigen wird uns jedes Jahr als Gelegenheit geboten, „die Stadt des Himmels zu betrachten“., das heilige Jerusalem, das unsere Mutter ist" und um jeden Getauften daran zu erinnern, dass wir Pilger auf Erden hoffnungsvoll unseren Weg zu dieser gemeinsamen Heimat beschleunigen, Wir freuen uns über das glorreiche Schicksal der auserwählten Mitglieder der Kirche, die der Herr uns als Freunde und Vorbilder für das Leben gegeben hat. [vgl.. Vorwort vom 1. November].

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Im Allgemeinen viele Leute, auch diejenigen mit wenig Übung, In diesen Tagen mangelt es nicht daran, unserer verstorbenen Lieben zu gedenken, Teilnahme an der Eucharistie in den Pfarreien und Besuch der Friedhöfe. Mit ergreifender Zuneigung erinnern wir uns an diejenigen, die uns liebten, dankbar für das, was wir erhalten haben, vielleicht bestrebt, zu vergeben und vergeben zu werden. Viele der Kinder sind nicht mehr jung, wenn überhaupt mit erwachsenen Kindern oder sogar Großeltern, die vor den Gräbern ihrer Eltern über viele Momente ihres Lebens nachdenken, sag es dir selbst, mal mit Zärtlichkeit, mal mit Bitterkeit, manchmal sogar mit tiefen Schuldgefühlen, dass sie, wenn es möglich gewesen wäre, zurückzukehren, andere Einstellungen und Verhaltensweisen ihnen gegenüber gehabt hätten.

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Der Tod kann nicht anders, als uns dazu zu bringen, uns selbst in Frage zu stellen denn – wie ich es bei Beerdigungsfeiern oft sage – nichts ist sicherer, dass wir dieses Leben eines Tages so zurückgeben müssen, wie wir es erhalten haben. Ein alter englischer Apologet drückt es gekonnt aus, als würde ein Kind seinen ersten Schrei ausstoßen, Er wird schon langsam alt, So vergeht das Alter – auch wenn es nur ein paar Minuten wären, oder einen Monat oder ein Jahr – es macht dich unaufhaltsam alt. Das ist der Grund, warum ein Baby innerhalb einer Minute geboren wird eine Minute alt (eine Minute älter).

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Wenn der Mensch die Kraft findet aufzuhören und an sich selbst denken, er hat das Gefühl, dass der Tod nicht zu ihm gehört. Wir fühlen, in unseren intimsten Tiefen, dass wir für das Leben geschaffen sind. Aber nicht nur für das ewige Leben auf dieser Erde, wo er auf ewig den Widersprüchen und Beschränkungen dieser Welt ausgesetzt sein sollte, oder auf eine Art moderne Art und Weise Hochländer, schmerzlich gezwungen, sich von geliebten Menschen und Situationen zu trennen. Wir tragen in unseren Herzen einen Samen der Ewigkeit, der jedes Mal aufgeht, wenn wir mit dem Geheimnis des Todes und dessen Folgen konfrontiert werden: Krankheit, leiden, Angst, dass alles für immer endet. Die Toten, gut zu erinnern: es ist eine „Erfindung“ und Folge menschlichen Handelns. Gott hat uns unsterblich geschaffen, Nichtsterbliche, die als solche dem physischen Verfall unterliegen, Alterung und Schmerzen, alle Elemente, die durch die Erbsünde in die Weltbühne und die menschliche Erfahrung gelangen [vgl.. Gen 3, 1-19], Aufgrund dessen wurde der gesamten zukünftigen Menschheit eine korrupte Natur verliehen. Alle Früchte der Freiheit und des freien Willens, die Gott dem Menschen im Moment seiner Erschaffung geschenkt hat [vgl.. vgl.. Gen 1, 26; Dt 7, 6].

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Zeitgenössische Kultur er scheint sich die Frage nach dem Tod nicht zu stellen, oder versuchen, es auszutreiben und es in Vergessenheit geraten zu lassen, keine Fragen stellen und keine Antworten geben, während die göttliche Offenbarung uns versichert, dass Gott den Menschen zu einem Zweck des Glücks geschaffen hat, der über das irdische Leben hinausgeht. Gott hat den Menschen berufen und ruft ihn dazu auf, sich mit seiner ganzen Natur an ihn zu klammern, in ständiger Gemeinschaft mit seinem göttlichen Leben. Jesus, Inkarniertes Wort, mit seiner Inkarnation, Hingabe, Tod und Auferstehung haben unsere menschliche Natur vollständig angenommen; Durch seinen Tod besiegte er den Tod und durch seine Auferstehung schenkte er dem Menschen wieder Leben.

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Die Auferstehung Jesu es ist der zentrale Kern des christlichen Glaubens. Wer in Jesus lebt und stirbt, nimmt an seinem Tod teil, um an seiner Auferstehung teilzuhaben, wenn wir das III. Eucharistische Hochgebet rezitieren Gedenken an Verstorbene: "Er (n.d.r. Cristo) Er wird unseren sterblichen Körper in das Bild seines herrlichen Körpers verwandeln.. Das menschgewordene Wort bittet im priesterlichen Gebet an den Vater vor dem Leiden des Leidens darum, dass „alle, die du mir gegeben hast, auch bei mir sind, wo ich bin.“, damit sie meine Herrlichkeit betrachten können“ [GV 17,24]. Deshalb erklärt der Apostel Paulus: „Dieses Wort ist sicher: wenn wir mit Christus sterben, wir werden auch bei ihm wohnen“ [2TM 2, 11]. Darin besteht die Neuheit und das Wesen des christlichen Todes: mit der Taufe, der Christ ist „sakramental“ tot mit Christus, und ist bereits in ein neues Leben eingetreten. Deswegen, physischer Tod, vollendet unser Sterben mit Christus und vollendet endgültig unsere Eingliederung in ihn. Der Christ, obwohl wir wissen, dass der Tod einen schmerzhaften Übergang darstellt („Wehen“) steht vor der unaufhaltsamen Verkürzung seiner Tage voller Hoffnung, wissend, dass Jesus den Tod besiegt hat, dass er das Licht der Welt ist, das auch durch die Osterkerze symbolisiert wird, die während der Beerdigung vor dem Sarg platziert wird, der Erstgeborene der Auferstandenen, das Haupt des Körpers, der die Kirche ist [vgl.. Kol 1, 18] durch die die Gewissheit des ewigen Lebens alle Mitglieder erreicht.

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Die christliche Vision des Todes es kommt in den Gesten und Worten des Bestattungsrituals auf unübertroffene Weise zum Ausdruck, im Allgemeinen, in Form der Heiligen Messe des Verstorbenen. Ich lasse die Texte aus offensichtlichen Gründen beiseite, Wir möchten die liturgischen Riten hervorheben, in dem die Kirche ihren Glauben zum Ausdruck bringt, gut zusammengefasst durch die Worte des ersten Vorworts des Verstorbenen: „An deine Gläubigen, O Herr, Das Leben wird nicht genommen, aber verwandelt; und während die Wohnstätte dieses irdischen Exils zerstört wird, eine ewige Wohnung im Himmel wird vorbereitet“.

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Am Tag der Beerdigung die Kirche, nachdem er seine Kinder Gott anvertraut hatte, besprengt die Körper mit Weihwasser. Wasser ist das primäre und grundlegende Element für die Existenz von Leben. Es erinnert uns daran, dass wir für das Leben geschaffen sind. Es erinnert uns an die Taufe, in der wir untrennbar mit dem Tod und der Auferstehung Christi verbunden waren und unseren Namen in das Buch des Lebens einschrieben. Nach dem Besprühen mit Wasser, Der Körper des Verstorbenen wird erzürnt. Weihrauch wird in der Liturgie verwendet, um Gott und seine Bedeutung zu ehren. Neben der Eucharistie wird auch der Altar inräuchert, der Evangeliar, der Zelebrant, die Versammlung, heilige Bilder... Der Körper des Verstorbenen wird auf diese Weise geehrt, weil er als „Tempel des Heiligen Geistes“ und Instrument der Gemeinschaft mit Gott und den Brüdern anerkannt wird.

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Der Leichnam der verstorbenen Gläubigen es wird schließlich der Erde als Samen der Unsterblichkeit anvertraut, darin begraben, während er am Ende der Zeit auf den nie enden wollenden Frühling wartet. In dieser Hinsicht finde ich diese Worte von Kardinal Giuseppe Betori angemessen, Erzbischof von Florenz, womit ich schließe:

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„Auch heute sind Friedhöfe ein Ort, an dem wir unseren Glauben ausüben können, indem wir für unsere Lieben beten. Früher waren sie in der Nähe der Kirchen, so dass sie dort waren, wo Jesus starb und auferstanden ist, wurde in Erinnerung gerufen, Auch der Toten wurde gedacht und ihr Andenken wies auf Jesus zurück, Herr der Lebenden und der Toten. Auch heute noch empfiehlt die Kirche die Bestattung als die Form, die unserem Glauben am nächsten kommt. Es ermöglicht auch andere Auswahlmöglichkeiten, wie zum Beispiel die Einäscherung, solange dies nicht ausdrücklich geschieht, um den Glauben an die endgültige Auferstehung zu leugnen. In allen Fällen bittet er darum, die Asche auf Friedhöfen aufzubewahren, nicht in ihren Häusern und verstreuen sie niemals in der Natur, indem sie einen bestimmten Ort leugnen, an dem wir uns gemeinsam erinnern können und an dem die christliche Gemeinschaft für ein ständiges Gebet sorgen kann. Mögen diese Feiertage uns das Licht und die Wärme geben, die wir so sehr brauchen, und den Schritt für diejenigen erleichtern, die im Glauben zum Ort der Glückseligkeit und des Friedens gehen, wo Gott alles in allem sein wird“.

Florenz, 2 November 2022

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1 Er ist Priester der Erzdiözese Florenz und Spezialist für heilige Liturgie und Geschichte der Liturgie

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LOB DES TODES

Beliebter liturgischer Hymnus

Kirche von Santa Maria della Misericordia, Platte in Signa (Florenz)

Oktave der Toten, November 2013

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Von unseren Brüdern,
betrübt und weinend,
Herr des Volkes:
Begnadigung, Mitgefühl.

In Feuer getaucht
eines schrecklichen Gefängnisses
Sie schreien zu dir:
Begnadigung, Mitgefühl.

Wenn zu unseren Werken
Schau streng,
dann hoffe ich nicht mehr:
Begnadigung, Mitgefühl.

Aber ich schaue ihn gütig an
wenn du dich dem Kreuz zuwendest,
wiederholt jede Stimme:
Begnadigung, Mitgefühl.

An unsere Brüder
Also gib Ruhe,
der liebevolle Priester:
Begnadigung, Mitgefühl.

Solange du das Feuer gibst
sie werden auferstehen,
Herr deiner Toten:
Begnadigung, Mitgefühl.

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