Zwischen Prozan und Prozac. Diese Priester, die Deragliano und Santa Maria vom Gleichgewicht haben

TRA PROZAN E PROZAC. QUEI PRETI CHE DERAGLIANO E SANTA MARIA DELL’EQUILIBRIO

Stiamo assistendo da giorni al caso di alcuni sacerdoti che hanno abbandonano il loro ministero, reputando che la causa sia anche dovuta a una questione di disequilibrio di quella virtù umana della temperanza e della fede. Questo porta sostanzialmente all’attuazione di due possibili scenari: c’è chi spinge sull’acceleratore della tradizione e del romantico passato retrò con la speranza di trovare una panacea ai mali della Chiesa e chi si tuffa sul progressismo spinto che sfiora pericolosamente l’eresia e lo scisma manifesto e conclamato.

– Die Schriftsätze der Väter der Insel Patmos –

Autor
Redaktion der Insel Patmos

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Tra le tante devozioni mariane — vere o presunte — che affollano la Orbe catholica ne esiste una molto simpatica che a nostro modo di vedere è decisamente originale e significativa. Stiamo parlando della Alma Aequilibri Mater che è stata ribattezzata col nome di Santa Maria dell’Equilibrio, della cui festa non esiste data, perché da mane a sera, va invocata. Chi avrà piacere di conoscere di più la storia di questa devozione mariana potrà facilmente trovare varie notizie sul web e in altre fonti, per noi invece è occasione di spunto per alcune riflessioni sparse.

Nella vita di tutti giorni c’è bisogno di equilibrio che è quella qualità umana che attiene alla virtù della temperanza. L’equilibrio tempera l’intelligenza e la rafforza, rendendola più arguta ed efficace. Nella stessa vita spirituale l’equilibrio è ugualmente fondamentale perché una fede senza equilibrio, ossia disequilibrata, è una fede caotica capace di ogni tipo di aberrazione e di esagerazione.

L’intelligenza della fede ragionevole non può fare a meno dell’equilibrio così come un ministro di Dio non può che desiderare nell’esercizio del suo ufficio di essere equilibrato nella dottrina e nella pratica pastorale fuggendo gli antipodi della focosa emotività e dell’arido razionalismo.

Perché diciamo questo? Perché stiamo assistendo da giorni al caso di alcuni sacerdoti che hanno abbandonano il loro ministero, reputando che la causa sia anche dovuta a una questione di disequilibrio di quella virtù umana della temperanza e della fede. Questo porta sostanzialmente all’attuazione di due possibili scenari diversi nei fatti ma comuni nell’errore: c’è chi spinge sull’acceleratore della tradizione e del romantico passato retrò con la speranza di trovare una panacea ai mali della Chiesa e chi si tuffa sul progressismo spinto che sfiora pericolosamente l’eresia e lo scisma manifesto e conclamato.

Reputiamo che accertare che un uomo sia privo di equilibrio non sia materia per una querela, così come prendere atto e all’occorrenza segnalare che un der Diener des Heiligen sia incorso nella pratica e nella forma in posizioni eterodosse e di separazione dal corpo ecclesiale della Chiesa non costituisca materia da Codice di diritto penale, semmai canonica e di materia che attiene al foro interno.

Questa metodologia è ahinoi tristemente nota nelle variopinte lobby arcobalenate dove il processo alle intenzioni e ai pensieri equivale a una violenta repressione di chi “non la pensa come me”. Di chi vuole pavoneggiarsi in tolleranza, sapienza e acume intellettuale o teologico ma di fatto è irretito dall’ideologia e dalla superbia del sé che è la negazione stessa di ogni sano equilibrio e della capacità di andare dentro le cose.

Come Padri dell’Isola di Patmos reputiamo e riaffermiamo la libertà di utilizzare del libero arbitrio come meglio si reputa — sapendo che il Creatore stesso è il primo a lasciare libere le sue creature — anche a costo di rinnegare la fede e la Chiesa e cadere nell’errore e nel peccato. Siamo però ugualmente convinti che in virtù di questa libertà e assunzione di responsabilità nelle proprie posizioni — teologiche o non — ognuno debba lasciare agli altri la libertà della critica e del dissenso, non certo mandando messaggi intimidatori, o paventando improbabili querele seguendo il consolidato stile di certe lobby arcobalenate ormai specializzate a chiedere la condanna all’ergastolo e alla carcerazione dura del 41bis per coloro che osano esercitare la libertà di pensiero e di opinione. Tema questo al quale, i nostri padri Ariel S. Levi di Gualdo e Ivano Liguori dedicarono un libro che non ha perso attualità, anzi l’ha acquistata col passar del tempo: Von Prozan bis Prozac.

Von der Insel Patmos, 9 September 2025

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Die Väter der Insel Patmos

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Der aktualisierte Jesuit Giubigay, der bis gestern von Moralphobie betroffen war

IL GIUBIGAY DI QUEI GESUITI AGGIORNATI CHE FURONO FINO A IERI AFFETTI DA MORALFOBIA

Tra i Gesuiti di nuova generazione la tolleranza, lo spirito inclusivo e le varie arcobalenate arriveranno tra poco a un tale livello che alle persone intelligenti e cattoliche sarà vietato fare qualsiasi riflessione all’interno della Chiesa per non offendere i Gesuiti imbecilli.

— Die Briefe der Väter der Insel Patmos —

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Essendo stato allievo formato dai gesuiti della vecchia e ormai estinta scuola ignaziana, per dovuto rispetto distinguo la benemerita Compagnia di Gesù che fu, ossia quella dei miei Maestri (sehen WHO), dalla attuale Compagnia delle Indie, al cui interno è confluito di tutto e di più, inclusi fulminati e sbandati.

Ha causato enorme dolore in chi vive, come noi Padri de L’Isola di Patmos, una profonda e radicata fede eucaristica, l’assistere al Festival delle comunioni sacrileghe nella chiesa-simbolo dei gesuiti: la storica Chiesa romana del Gesù (siehe Video WHO e WHO). Eppure si tratta degli stessi gesuiti che nelle loro scuole maschili, sino a non molti decenni fa, facevano dormire gli adolescenti con le mani fuori dalle lenzuola, tenendo sempre una luce soffusa accesa nei dormitori per evitareturpipeccati contro la purezza. Perché lì risiedeva l’intero mistero del male, dentro la mutanda, dann, su tutto il resto, si poteva anche soprassedere, a partire dai più gravi peccati contro la carità. E sorvoliamo sul modello di purezza assoluta di San Luigi Gonzaga, rasente alle volte il terrorismo psicologico; modello impossibile da raggiungere, per com’era presentato, forse al perverso scopo di far sentire i poveri adolescenti in sempiterno peccato e costringerli a confessioni settimanali?

unnötig zu erwähnen, ma lo dico lo stesso perché nel farlo godo come Dante Alighieri sulle righe del XXXIIII Canto del Paradiso: perché non imporre certi modelli gesuitici di purezza coatta, oltre che assoluta, a Padre James Martin e ai suoi friendly arcobalenati? Ein bisschen’ di vecchia e sana purezza assoluta alla San Luigi Gonzaga, mica gli farebbe male, in der?

È una pena estrema vedere i membri della odierna Compagnia delle Indie fare pubblico scandalo dando sacrilegamente il Corpo di Cristo alle coppie di gay felici e orgogliosi che si presentano manina nella manina alla mensa eucaristica col proprio fidanzato convinti che in errore non siano loro, ma la Chiesa. Denn das ist das Problem, lo vado ripetendo inutilmente da anni: all’interno della nostra povera e disastrata Chiesa ci sono soggetti che hanno stravolto senso e finalità, non accogliendo più il peccatore, che sempre deve essere accolto, perdonato e benedetto proprio per la missione a noi affidata da Cristo, ma accolgono il peccato che benedicono assieme al peccatore che vive fiero nel peccato, conducendo così eserciti di anime verso la perdizione. Questo hanno fatto nella giornata di ieri i membri della Compagnia delle Indie nella Chiesa del Gesù, gli stessi che fino a ieri facevano terrorismo psicologico tramite l’immagine di San Luigi Gonzaga verso degli adolescenti colpevoli di eccitarsi alla vista di una bella ragazza.

Aber auf der anderen Seite ist es bekannt: tra i Gesuiti di nuova generazione la tolleranza, lo spirito inclusivo e le varie arcobalenate arriveranno tra poco a un tale livello che alle persone intelligenti e cattoliche sarà vietato fare qualsiasi riflessione all’interno della Chiesa per non offendere i Gesuiti imbecilli.

 

Von der Insel Patmos, 7 September 2025

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Die Väter der Insel Patmos

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Der Schüler wird nicht nur aufgerufen, um zu beginnen, aber auch zu vervollständigen

Homiletik der Väter der Insel Patmos

Der Schüler wird nicht nur aufgerufen, um zu beginnen, Aber auch zu vervollständigen

Es ist notwendig, auch im Schüler, Freiheit und Leichtigkeit, um den Weg des Lebens als eine Abfolge Christi zu vervollständigen. Liebe ist aufgefordert, Verantwortung und Freiheit zu werden: Es gibt den notwendigen Verzicht, Reinigung, Flibbage.

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Artikel im PDF-Druckformat

 

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Das vorherrschende Bild von Jesus Sie übermittelten uns an uns, dass die Evangelien die eines wandernden charismatischen ist, der diejenigen erfordert, die beabsichtigen, ihm den Bruch mit dem zu folgenEthos Traditionell ausschließlich aufgrund seines Wortes, So sehr mussten die Anfragen erscheinen und trotzdem extrem erscheinen, wie im Fall: „Lass die Toten ihre Toten begraben; Du gehst stattdessen’ und kündigt das Reich Gottes an " (LC 9,60).

Aber die Ethik Jesu ist die Ethik des Wartens, unvereinbar mit der modernen Ethik des Fortschritts oder mit der Ethik der Werte. Das Lied des Evangeliums dieses Sonntags misst die Qualität der Beziehung Jesu zu den Jüngern, sowie die Entfernung, die uns von seinem religiösen Gefühl trennt. Lass es uns lesen:

«Eine große Menge ging mit Jesus. Er drehte sich um und sagte zu ihnen: “Wenn man zu mir kommt und mich nicht mehr liebt als du seinen Vater liebst, Mutter, seine Frau, Kinder, Brüder, die Schwestern und sogar sein Leben, Es kann nicht mein Schüler sein. Derjenige, der sein eigenes Kreuz nicht bringt und nicht hinter mich kommt, Es kann nicht mein Schüler sein. Wer von euch, Einen Turm bauen wollen, Er muss nicht zuerst die Kosten berechnen und sehen, ob er die Mittel hat, um sie zu vervollständigen? Um das zu vermeiden, Wenn die Grundlagen und können die Arbeit nicht beenden, Alle, die sehen, beginnen es abzuleiten, Sprichwort: 'Er fing an zu bauen, Aber es war nicht in der Lage, die Arbeit zu beenden ". Oder welcher König, gegen einen anderen König in den Krieg ziehen, er setzt sich nicht zuerst hin, um zu prüfen, ob er zehntausend Männern gegenübertreten kann, die ihm mit zwanzigtausend entgegenkommen? wenn nicht, während der andere noch weit weg ist, Senden Sie ihm Boten, um um Frieden zu bitten. Wer also nicht alle seine Besitztümer aufgibt, Es kann nicht mein Schüler sein”» (LC 14,25-33).

Die Gelegenheit für die kurzen Sprüche Jesu Erhalt von der heutigen evangelischen Seite wird im Eröffnungsvers erzählt: «Eine große Menge ging mit Jesus. Er drehte sich um und sagte ". Die Leute gingen Und Jesus dreht sich: Der Leser versteht auf diese Weise, dass die Reise wieder aufgenommen wurde. So lange wie, vorher, Der Herr wurde mit seinen Jüngern am Tisch gefangen, von einem Leiter der Pharisäer eingeladen (LC 14,1). Und wir erinnern uns auch an die Situation des Evangeliums letzten Sonntags über die Auswahl der Orte und Gäste, Während der Evangelist jetzt auf die Reise aufmerksam macht, die Jesus unternommen hat und die in Jerusalem erfüllen wird. Der vorherige Kontext des Banketts endete mit Einladungswörtern für alle, so dass das Haus erfüllt war: „Geh auf die Straßen und entlang der Hecken und zwinge sie zum Eintritt, Weil mein Haus gefüllt ist " (LC 14,23); Jetzt fügen die Worte Jesu etwas hinzu und klären, wie man dieses Haus betritt. Dies sind anspruchsvolle Bedingungen, um Jesus folgen zu können, Einige Regeln, in der Tat, Jünger sein, Sie werden gebraucht. E, erneut, Diese Worte sind für alle, die Christen sagen wollen. Die Einladung, Jesus mehr zu lieben als seine Eltern, das Kreuz bringen, Und die Besitztümer aufzugeben, ist nicht etwas, das für einige gewählte Vorbehalte vorbehalten ist, Aber es gilt für jeden Jünger, der von Christus sein will.

Worte zu familiären Beziehungen Wir finden sie auch im Evangelium von Matteo, fast identisch, Aber im ersten Evangelisten gibt es die beiden kurzen Gleichnisse, der auf dem Turm und der auf dem König, der in den Krieg zieht, die daher richtig lucanisches Material sind, Aus einer Hauptquelle dieses Evangelisten gezogen. Sie sind tatsächlich Worte, die zuschlagen, Die moderne Sensibilität beinhaltet den Kontrast des Liebens und Hasss, wenn sie sich auf die eigenen Familienmitglieder oder sogar das eigene Leben als sehr schwer bezieht: „Wenn man zu mir kommt und mich nicht mehr liebt als du seinen Vater liebst, Mutter, seine Frau, Kinder, Brüder, die Schwestern und sogar sein Leben, Es kann nicht mein Jünger sein " (v.26). Jesus bittet wirklich um eine Ablehnung menschlicher Beziehungen, eine Starrheit mit anderen, Auch mit denen ihrer Familie? Ohne die eschatologische Spannung zu schwächen, die die Predigt Jesu animierte, können wir sagen, dass wir hier mit einem typischen Judentum konfrontiert sind, wo das Verb hass bedeutet: „Später platzieren, in den Hintergrund geben ". Wir finden diese Art von Jubiläen im Alten Testament, sowie in den Evangelien, Zum Beispiel im Matteo -Pass: «Niemand kann zwei Meister dienen, weil es heute heute den anderen wird und lieben wird, oder es wird an einen gebunden und den anderen verachten. Du kannst Gott und Reichtum nicht dienen " (MT 6,24). Nur Matteo hilft uns, die anspruchsvollen Worte Jesu besser zu verstehen, Weil es sie zurück in eine abgeschwächte Form bringt, das heißt, ohne das Verb zu verwenden, um zu hassen, aber ein Vergleich: „Wer liebt Vater oder Mutter mehr als mich, Es ist meiner nicht würdig; Wer liebt Sohn oder Tochter als ich, meiner nicht würdig " (MT 10,37). Es beschäftigt sich mit, abschließend, Jede Liebe dem Herrn zu unterordnen, ohne aufzuhören, diejenigen zu lieben, die das Gesetz selbst befiehlt, zu lieben, wie ihre Eltern. Es bedeutet, dass es eine ernsthafte Angelegenheit ist, Jünger zu sein, Umso mehr in der Zeit, in der es kurz war, Und dies sind gültige Hinweise für alle Gläubigen an Christus, Wir haben es bereits gesagt, Und für jeden Moment des Lebens.

Folgen, dann, Jesu Worte über das Kreuz bringen, bereits angetroffen in LC 9,23, und schließlich zwei kurze Gleichnisse. Wie zu Beginn dieses Kommentars gesagt, müssen Sie von dort aus anfangen zu verstehen, was es darum beinhaltet, Jünger zu sein. Diese Gleichnisse haben gemeinsam den Nenner des Kampfes und der Ausdauer. Folgen Jesus entspricht zu Einen Turm bauen, Engagement und Konstanz sind erforderlich, Wie ein Haus auf dem Felsen zu bauen (vgl.. MT 7,24); ist äquivalent zu in den Krieg gehen, zu wissen, wie man ihre Kräfte gut misst.

Die Sequenz ist anspruchsvoll Auch weil der Schüler nicht nur aufgerufen wird, um zu beginnen, aber auch zu vervollständigen (vv. 28.29.30), Und unverzichtbar für die Sequenz ist die Bereitschaft, alles zu verlieren, auch "das Leben" (v.26). Das Gute zu besitzen ist der Verzicht auf das Vermögen, Lerne die Kunst des Verlusts, abnehmen, nicht in die Hemden des Besitzes oder der Logik des Hemdes fallen zu lassen. Jesus, Paolo sagt, "Er hat sich selbst geleert" (Fil 2,7) und «als ein reicher Mann, der es war, Er machte sich arm " (2Kor 8,9). Es ist notwendig, auch im Schüler, Freiheit und Leichtigkeit, um den Weg des Lebens als eine Abfolge Christi zu vervollständigen. Liebe ist aufgefordert, Verantwortung und Freiheit zu werden: Es gibt den notwendigen Verzicht, Reinigung, Flibbage. Die Bedürfnisse der Sequenz haben daher mit der gesamten Person zu tun - seinem Herzen - und der ganzen Zeit, Für die Dauer seines Lebens. Und sie warnen uns vor dem Risiko, die Arbeit in zwei Hälften zu verlassen.

Clemente Alexandrine (Protretisch x,39) Er sprach vom Glauben als "ein schönes Risiko" (Kalos Kíndynos). Denn die ersten Christen halten sich oft an Christus fest an Christus, in einem Kontext mit der Mehrheit der Bezahlung, Es beinhaltete Verfolgungen und sogar Martyrium. Heute, In unseren Ländern des alten und müden Christentums, Der Preis der Umwandlung ist nicht gefühlt und noch weniger bezahlt. Wir suchen eine Versicherung, die Unsicherheit und Risiken beseitigt, Auch in Bezug auf den Glauben und sein Zeugnis, Wann, stattdessen, Jesus, lädt dich ein, alles zu verlieren, um ihm zu folgen. Wir verbergen uns nicht vor Schwierigkeiten angesicht, aufdecken, das ist, Perspektiven, die sonst unzugänglich bleiben würden. Papst Leo XIV erinnerte sich auch in einem kürzlich in Angelus erinnerten:

"Geschwister, Die Provokation, die aus dem heutigen Evangelium stammt, ist wunderschön: Während wir manchmal beurteilen, wer weit vom Glauben entfernt ist, Grün in Krisen eingebaut “Die Sicherheit der Gläubigen”. Sie, in der Tat, sagt uns, dass es nicht ausreicht, um mit Worten den Glauben zu bekennen, Mit ihm essen und trinken, indem er die Eucharistie feiert oder die christlichen Lehren gut kennt. Unser Glaube ist authentisch, wenn er unser ganzes Leben umfasst, Wenn es zu einem Kriterium für unsere Entscheidungen wird, Wenn es uns Frauen und Männer macht, die sich für Gutes und Risiko in der Liebe verpflichten wie Jesus; Er entschied sich nicht für den einfachen Weg zum Erfolg oder der Macht, sondern, Nur um uns zu retten, Er liebte uns, bis er das überquert “schmale Tür” des Kreuzes. Er ist das Maß für unseren Glauben, Er ist die Tür, die wir überqueren müssen, um gerettet zu werden (Sehen GV 10,9), Seine eigene Liebe leben und werden, mit unserem Leben, Betreiber von Gerechtigkeit und Frieden " (WHO).

Aus der Eremitage, 7 September 2025

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Sant'Angelo-Höhle in Ripe (Civitella del Tronto)

 

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Die Väter der Insel Patmos

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Der leistungsstarke Silere ist nicht möglich, Google Zittern zu machen

Die Mächtigen Ich kann nicht schweigen Macht Google zittern

Nach diesem Angriff durch den furchterregenden und mächtigen Silerianischen Führer, Im Silicon Valley zittern sie. Tatsächlich gibt es bei der Wiedereröffnung von Montag der Wall Street Stock Exchange viele große Unsicherheiten, Wenn ein drastischer Zusammenbruch von Google -Aktionen erwartet wird.

- Die Ecke des Lächerlichen -

Autor
Redaktion der Insel Patmos

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Alle Liebhaber des grotesken Komikers Sie kennen die Büro -Klatschseite Ich kann nicht schweigen, der Manager von ihnen, Wie wir in Rom sagen, speichern 'Ja Coijo, Coijo. Dann, Wenn jemand ihn einlöst, Zu diesem Zeitpunkt sendet er Wahnbriefe an die Maschierstoffe des Heiligen Stuhls, auf der italienischen Bischofskonferenz, Zu den Diözesanbischöfen, zur Präsidentschaft der italienischen Republik, zum Verteidigungsministerium, zum europäischen Parlament, zu den Vereinten Nationen, zum Pentagon und so weiter., Es ist nicht versäumt, "Pressemitteilungen" zu archivieren, die von nicht existierenden Verbänden geschrieben wurden, die auf streng anonymen Websites veröffentlicht wurden (vgl.. WHO). Die ganze, unnötig zu erwähnen, in der Hoffnung oder, besser, in der Gewissheit, noch ernst zu sein. Aber hier ist seine letzte Perle, die wir aus einer Antwort der Öffentlichkeit abgeben Sozial vom Journalisten Francesco Capozza Vaticanista de Zeit:

Nach diesem Angriff durch den furchterregenden und mächtigen Silerianischen Führer, Im Silicon Valley zittern sie. Tatsächlich gibt es bei der Wiedereröffnung von Montag der Wall Street Stock Exchange viele große Unsicherheiten, Wenn ein drastischer Zusammenbruch auf dem Google Action -Markt erwartet wird.

Silere muss nicht weiter existieren und leben Damit uns das gesunde Vergnügen genießen kann, das durch die tragikomischen lächerlichen Vergnügen erregt wird, weil es immer, Die besten Komiker, Sind diejenigen, die, Es war sich nicht bewusst, es zu sein, Sie nehmen sich schrecklich ernsthaft ernst.

 

Von der Insel Patmos, 6 September 2025

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Unsere vorherigen Artikel über die Silerianer:

– 16 August 2025 — Ich kann nicht schweigen Und das Wort tabu, das er einfach nicht aussprechen kann: "HOMOSEXUALITÄT" (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 14 August 2025 — Es gibt eine Homosexuelle? DAMALS Ich kann nicht schweigen Verteidigt auch die Unhaltbare (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 29 Marsch 2025 — Immer um Ich kann nicht schweigen: Dal "Vertikaler Mann"Ein" Fireculo "und" Quadhow "von Leonardo Sciascia (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 21 Marsch 2025 — Ich kann nicht schweigen Und die Geschichte dieser überzeugten Näherin, dass er Giorgio Armani High Fashion -Lektionen geben kann (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 12 Februar 2025 — Das Opossum ist das Wissen des Vatikans als Henger in Keuschheit und wie sein verstorbener Ehemann Riccardo Schicchi arbeitet wie sein verstorbener Ehemann Geständnisse Des heiligen Augustinus (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 15 Januar 2025 — Über die Bürogrenzen mit der Realität: Die Frau leidet an Freudian Invidia of the Penis, Das Opossum des Neides durch Matteo Bruni Direktor des Presseraums des Heiligen Stuhls (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 20 Januar 2025 — Das Opossum ignoriert, dass eine Nonne leicht Gouverneur des Staates der Vatikanischen Stadt werden kann, Wie schon war Giulio Sacchetti (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 22 November 2024 — DIE BISCHÖFLICHE ERNENNUNG VON RENATO TARANTELLI BACCARI. WENN SIE VON LEBERKREBS BETROFFEN SIND, Sie greifen diejenigen an, die nicht schweigen können (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 31 Dürfen 2024 — EINE ANMERKUNG VON PATER ARIEL AUF DER WEBSITE Ich kann nicht schweigen: «So nervig wie ein Seeigel in der Unterhose» (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 8 Dezember 2023 — WEN IST MARCO FELIPE PERFETTI AUF DER WEBSITE? Ich kann nicht schweigen „HIER IM VATIKAN… WIR IM VATIKAN…“, WENN SIE DEN Vatikan noch nicht einmal betreten können? (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

– 14 Oktober 2023 — Der emeritierte Archabot von Montecassino PIETRO VITTORELLI ist tot: CHRISTLICHE Frömmigkeit kann die traurige Wahrheit auslöschen? (So öffnen Sie den Artikel Klicken Sie auf WHO)

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Die Väter der Insel Patmos

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Dieser Papst Franziskus entdeckt von Andrea Tornielli erzählt – Dieser Papst Franziskus zu entdecken, erzählt von Andrea Tornielli

Italienisch, Englisch, spanisch

QUEL PAPA FRANCESCO DA SCOPRIRE NARRATO DA ANDREA TORNIELLI

Un elemento chiave senza il quale non sarebbe facile la lettura realistica di una personalità e di una figura complessa come quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio: Francesco è il primo Romano Pontefice ordinato sacerdote dopo il Concilio Vaticano II e per questo, a differenza dei suoi quattro predecessori, non sente il bisogno di difendere o giustificare questa ultima grande assise della Chiesa.

— Bücher und Rezensionen —

Autor:
Jorge Facio Lynx
Präsident von Editions Die Insel Patmos

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Artikel im PDF-Druckformat – PDF -Artikel Druckformat – PDF articulo de tamaño impreso

 

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Con la sua ultima opera letteraria Francesco. Il Papa della misericordia (Piemme, 2025), Andrea Tornielli offre ai lettori un’opera che valica la semplice biografia, andando oltre certe esaltazioni di circostanza più o meno agiografiche, dedicate spesso alle figure dei Sommi Pontefici.

Nella sua narrativa, misurata e precisa der Autor, che ha conosciuto e frequentato Jorge Mario Bergoglio anni prima della sua elezione al sacro soglio, offre un racconto diretto molto interessante, senza cimentarsi in storie romanzate mirate a stuzzicare l’emotività del pubblico. Una cronaca sobria, com’è nello stile di questo Autore, capace a far emergere la dimensione più autentica e umana del Romano Pontefice scomparso da pochi mesi.

Uno tra gli elementi più interessanti è la ricostruzione del tempo intercorso dall’atto di rinuncia di Benedetto XVI al successivo conclave. L’Autore introduce il lettore nell’atmosfera che aleggiava tra i cardinali, dando al libro anche un valore storico, perché documenta con precisione e rigore i giorni che precedettero l’elezione di Francesco, un lavoro meticoloso già fatto in passato con le sue ricche biografie storiche sui Sommi Pontefici del Novecento. Seguendo questo suo stile già consolidato, in seinem Francesco. Il Papa della misericordia offre un racconto lineare di fatti, scelte, parole e gesti.

Andrea Tornielli pone anche in luce un elemento chiave senza il quale non sarebbe facile la lettura realistica di una personalità e di una figura complessa come quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio: Francesco è il primo Romano Pontefice ordinato sacerdote dopo il Concilio Vaticano II e per questo, a differenza dei suoi quattro predecessori, non sente il bisogno di difendere o giustificare questa ultima grande assise della Chiesa; per lui è un elemento che costituisce parte integrante del vivere ecclesiale, che come tale va vissuto e basta. Questo aspetto segna profondamente il suo pontificato: il Concilio non è più qualche cosa da spiegare, all’occorrenza persino da giustificare, come in più occasioni ebbe a fare Benedetto XVI, ma una realtà assunta e vissuta con naturalezza.

L’attenzione è anche posta su vari dettagli della vita del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, poi del Sommo Pontefice Francesco, prestando attenzione ai ricordi legati a date di particolari ricorrenze, a situazioni familiari o anche a semplici frasi espresse in incontri precedenti, oppure nel mettere i propri interlocutori a loro agio, creando un clima di tipo familiare.

Le descrizioni restano fedeli alla realtà dei fatti, senza mai trascendere in quegli artifizi narrativi svenevoli oggi tanto in voga nella comunicazione, quando si decide di esaltare qualità vere o presunte del “caro estinto”. Ma proprio in questa cronaca decisa e precisa si intravede la vera forza del Papa messa in rilievo dall’acume dell’Autore: la capacità di farsi vicino a tutti, in particolare a chi soffre o si trova in un momento di difficoltà.

Sono narrati anche alcuni episodi personali, come la malattia e la morte dei genitori dell’Autore e la costante vicinanza e interessamento di Papa Francesco, segno di una relazione che oltrepassa i ruoli, manifestando e insegnando che, quando si vuole stare vicino a qualcuno, non importa chi sei e quale posizione rivesti, perché volendo si può trovare sempre il tempo per un gesto semplice, come una telefonata o un piccolo messaggio di testo.

Nelle pagine si susseguono molti altri particolari caratterizzanti la personalità dell’uomo Jorge Mario Bergoglio e del Sommo Pontefice Francesco: dalla critica alla cultura contemporanea basata su valori contrari alla vita, già denunciata in precedenza dai Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI come «cultura della morte», per seguire con i richiami di Francesco al concetto di «cultura dello scarto», i drammi degli anziani abbandonati in una sorta di silenziosa eutanasia, il dolore per gli aborti che «spezzano il legame con il futuro», la «teoria» del Geschlecht contraria al dato naturale o l’ecologismo esasperato che vede l’uomo come problema o virus da eliminare. Per Papa Francesco, andererseits, l’uomo resta amministratore e custode del creato, chiamato a trasformare ciò che riceve in cultura viva.

Il tema della pace occupa poi un posto centrale. Per Francesco non basta disarmare gli arsenali perché «occorre disarmare prima le menti», ossia le coscienze dalla cultura della guerra che trasforma le persone in numeri e strumenti di potere. L’unico antidoto è la misericordia, capace di restituire dignità all’uomo e senso al suo futuro.

Non mancano spunti polemici riportati senza filtri, come la celebre battuta del Papa a chi gli chiedeva sulle donne cardinali: «Chi lo vuole soffre un po’ di clericalismo». Allo stesso modo Francesco non si risparmia nel criticare l’ideologia marxista, definendola «sbagliata», anche se durante il suo pontificato è stato bollato ripetutamente come filomarxista. Il Santo Padre non mancò di replicare che non si può fare di tutta l’erba un fascio, avendo conosciute persone buone che erano marxiste, ma non mancando di precisare quanto sbagliata fosse l’ideologia, seguendo a questo modo il pensiero e le linee pastorali dei suoi predecessori Pio XII e Giovanni XXIII.

Più volte il libro restituisce l’immagine di un Papa-pastore che non lascia nulla di intentato verso chi si sente smarrito, anche insegnando che solo il voler cercare è già un passo in avanti. Le testimonianze dei viaggi e degli incontri dimostrano questa convinzione: Papa Francesco sempre si affida con fiducia e si fida degli altri. Particolarmente toccanti le pagine che raccontano gli incontri con i deboli, i feriti o i malati. Il Santo Padre ha parlato sempre col cuore, in molte occasioni anche come conseguenza, soprattutto per ringraziare chi lo ha aspettato per ore per ascoltarlo e vederlo, ossia per chi lo ha «accolto nella sua casa», non mancando di precisare più volte di sentirsi lui stesso arricchito dall’esperienza e dalla speranza da lui ricevuta come dono di grazia in questi incontri.

Nelle riflessioni sulla sofferenza dei bambini, non offre risposte teoriche: il Papa piange, condivide il dolore, mostrando una compassione cristiana che va oltre ogni discorso, seguendo l’immagine di un Cristo che ha sofferto e pianto sulla Croce in silenzio, o esprimendo solo poche parole, anche perché non sempre si può avere una risposta per tutto, molti elementi, anche diversi drammi della sofferenza umana, come della vita e della morte, rimangono avvolti in parte nel mistero.

L’opera di Andrea Tornielli può interessare non solo gli studiosi di questioni ecclesiali, ma chiunque voglia comprendere il senso di un pontificato complesso, reso non poco complicato dall’evento che lo ha preceduto, la rinuncia di Benedetto XVI, oltre al delicatissimo assetto geopolitico mondiale caratterizzato da focolai di pericolose guerre aperti ovunque. L’Autore restituisce così il ritratto di un uomo che ha scelto di stare vicino alla gente, con uno stile pastorale e umano a tratti apparso anche insolito, per molti persino stravagante, ma che ha segnato la storia contemporanea della Chiesa, generando apprezzamento in molti e smarrimento in altri. Se però ci pensiamo bene questa è la storia di tutti i Pontefici, perlomeno di quelli che, più che dagli schemi, uscivano da quella quieta mediocrità che tende ad accontentare tutti per non scontentare nessuno. Francesco ne ha sicuramente scontentati molti e, vielleicht, solo questo è sufficiente a non fare di lui un tranquillo mediocre, ma una figura molto complessa e complicata nella sua apparente semplicità. Il tutto a riprova che l’uomo, jeder Mensch, rimane per gran parte un mistero, compreso l’uomo Jorge Mario Bergoglio, compreso il Sommo Pontefice Francesco. Poi ci sono quelli che hanno sempre una risposta per tutto, ma questa è altra faccenda, o per meglio dire … beati loro!

 

von der Insel Patmos, 4 September 2025

 

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THAT POPE FRANCIS TO BE DISCOVERED, NARRATED BY ANDREA TORNIELLI

A key element without which a realistic reading of a personality and a complex figure like that of Jorge Mario Bergoglio would not be easy: Francis is the first Roman Pontiff ordained a priest after the Second Vatican Council and for this reason, unlike his four predecessors, he does not feel the need to defend or justify this last great assembly of the Church.

— books and reviews—

Autor:
Jorge Facio Lynx
President of the Patmos Island Editions

 

With his latest literary work, Francesco. Il Papa della misericordia (Piemme, 2025), Andrea Tornielli offers readers a work that transcends mere biography, going beyond the more or less hagiographical exaltations often dedicated to the figures of the Supreme Pontiffs. In his measured and precise narrative, the Author, who knew and associated with Jorge Mario Bergoglio years before his election to the sacred throne, offers a highly engaging, direct account, without engaging in fictionalized stories aimed at stirring the audience’s emotions. A sober chronicle, typical of this Author’s style, capable of bringing out the most authentic and human dimension of the Roman Pontiff, who passed away only a few months ago.

One of the most interesting elements is the reconstruction of the time between Benedict XVI’s resignation and the subsequent conclave. The Author immerses the reader in the atmosphere that reigned among the cardinals, lending the book historical value by precisely and rigorously documenting the days preceding Francis’s election, a meticulous work already accomplished in his extensive historical biographies of the 20th-century Supreme Pontiffs. Following this well-established style, his “Franziskus: The Pope of Mercyoffers a linear account of events, Auswahlmöglichkeiten, words, and gestures.

Andrea Tornielli also highlights a key element without which a realistic reading of a personality and a complex figure like Jorge Mario Bergoglio would be difficult: Francis is the first Roman Pontiff ordained a priest after the Second Vatican Council, and for this reason, unlike his four predecessors, he feels no need to defend or justify the Church’s last great assembly; for him, it is an integral part of ecclesial life, which must be experienced simply as such. This aspect profoundly marked his pontificate: the Council was no longer something to be explained, or even justified if necessary, as Benedict XVI had to do on several occasions, but a reality accepted and experienced naturally.

Attention is also focused on various details of the life of Cardinal Jorge Mario Bergoglio, later the Supreme Pontiff Francis, paying attention to memories linked to particular anniversaries, family situations, or even simple phrases expressed in previous meetings, or to putting the interlocutors at ease, creating a family atmosphere.

The descriptions remain faithful to the facts, never descending into those sentimental narrative devices so in vogue today, when one decides to extol the real or imagined qualities of thedearly departed”. But it is precisely in this decisive and precise account that one glimpses the Pope’s true strength, highlighted by the author’s acumen: the ability to reach out to everyone, especially those suffering or experiencing difficulty.

Some personal episodes are also recounted, such as the illness and death of the Author’s parents and the constant closeness and concern of Pope Francis, a sign of a relationship that transcends roles, demonstrating and teaching that, when you want to be close to someone, it doesn’t matter who you are or what position you hold, because if you want, you can always find time for a simple gesture, like a phone call or a quick text message.

The pages unfold with many other details characterizing the personalities of Jorge Mario Bergoglio the man and the Supreme Pontiff Francis: from the criticism of contemporary culture based on values ​​contrary to life, previously denounced by the Supreme Pontiffs John Paul II and Benedict XVI as a «culture of death», to Francis’s references to the concept of a «throwaway culture», the plight of the elderly abandoned in a sort of silent euthanasia, the pain of abortions that «break the link with the future», der “theoryof gender contrary to nature, or the exasperated environmentalism that sees humanity as a problem or a virus to be eliminated. For Pope Francis, auf der anderen Seite, humanity remains the administrator and guardian of creation, called to transform what we receive into a living culture.

The theme of peace also occupies a central place. For Francis, disarming arsenals is not enough because «we must first disarm the minds» that is, consciences, from the culture of war that transforms people into numbers and instruments of power. The only antidote is mercy, capable of restoring dignity to humanity and meaning to its future.

There is no shortage of unvarnished polemical points, such as the Pope’s famous quip to those who asked him about female cardinals: «Whoever wants one suffers a bit from clericalism». Ebenfalls, Francis is very strict in his criticism of Marxist ideology, calling it «mistaken», even though he was repeatedly branded a Marxist during his pontificate. The Holy Father did not fail to retort that one cannot tar everyone with the same brush, having known good people who were Marxists, but he did not fail to point out just how mistaken the ideology was, thus following the thinking and pastoral guidelines of his predecessors Pius XII and John XXIII.

The book repeatedly portrays a Pope-shepherd who leaves no stone unturned for those who feel lost, even teaching that simply seeking is a step forward. The testimonies of his travels and encounters demonstrate this conviction: Pope Francis always trusts and entrusts himself to others. Particularly moving are the pages that recount his encounters with the weak, the wounded, or the sick. The Holy Father always spoke from the heart, often as a consequence, especially to thank those who waited for hours to hear and see him, das ist, those who «welcomed him into their home». He also repeatedly emphasized that he himself felt enriched by the experience and hope he received as a gift of grace in these encounters.

In his reflections on children’s suffering, he offers no theoretical answers: the Pope weeps, shares the pain, demonstrating a Christian compassion that transcends all discourse, following the image of Christ who suffered and wept on the Cross in silence, or expressing only a few words, also because one cannot always have an answer for everything; many elements, even the various tragedies of human suffering, as of life and death, remain partly shrouded in mystery.

Andrea Tornielli’s work may be of interest not only to scholars of ecclesiastical affairs, but also to anyone seeking to understand the meaning of a complex pontificate, made more than a little complicated by the event that preceded it, the act of renunciation of Benedict XVI, as well as the extremely delicate global geopolitical order characterized by dangerous wars raging everywhere. The Author thus paints a portrait of a man who chose to be close to the people, with a pastoral and humane style that at times seemed unusual, even extravagant to many, yet one that has marked the contemporary history of the Church, generating appreciation in many and confusion in others. aber, if we think about it carefully, this is the story of all Pontiffs, at least those who, rather than following the norm, emerged from that quiet mediocrity that tends to please everyone so as to displease no one. Francis has certainly displeased many, and perhaps this alone is enough to make him not a quiet mediocre man, but a highly complex and complicated figure in his apparent simplicity. All of this proves that man, every man, remains largely a mystery, including the man Jorge Mario Bergoglio, including the Supreme Pontiff Francis. Then there are those who always have an answer for everything, but that’s another matter, or ratherlucky them!

 

Von der Insel Patmos, 4 September, 2025

 

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ESE PAPA FRANCISCO POR DESCUBRIR NARRADO POR ANDREA TORNIELLI

Francisco es el primer Romano Pontífice ordenado sacerdote después del Concilio Vaticano II y por esto; a diferencia de sus cuatro predecesores, no siente la necesidad de defender o justificar la última gran asamblea de la Iglesia. Para él, es un elemento que constituye parte integrante del vivir eclesial, que como tal debe ser vivido. Este aspecto marca profundamente su pontificado: el Concilio ya no es algo que se debe explicar, o incluso, si es necesario justificar como había hecho Benedicto XVI en varias ocasiones, sino una realidad asumida y vivida con naturalidad.

Libros y reseñas

 

Autor:
Jorge Facio Lynx
President de la Editiones de La Isla de Patmos

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Con su última obra literaria Francisco. El Papa de la misericordia (Piemme, 2025), Andrea Tornielli ofrece a los lectores una obra que trasciende la simple biografía, yendo mucho más allá de ciertas exaltaciones de circunstancia, más o menos hagiográficas, dedicadas a menudo a las figuras de los Sumos Pontífices. Con su narrativa, medida y precisa, el Autor, quien conoció y frecuentó a Jorge Mario Bergoglio años antes de su elección al sagrado solio, ofrece un relato directo muy interesante, sin intentar historias noveladas miradas a tocar la emotividad del público. Una crónica sobria, como es en el estilo de este Autor, capaz de hacer emerger la dimensión más auténtica y humana del Romano Pontífice muerto hace pocos meses.

Uno de entre los elementos más interesantes, es la reconstrucción del tiempo transcurrido desde el acto de renuncia de Benedicto XVI al sucesivo cónclave. El Autor introduce al lector en la atmósfera que existía entre los cardenales, dando al libro con ello, un valor histórico; porque documenta con precisión y rigor los días que precedieron la elección de Francisco. Un trabajo meticuloso ya hecho por el Autor en sus pasadas biografías ricas históricamente de los Sumos Pontífices del siglo XX. Siguiendo este estilo ya consolidado, mit Francisco. El Papa de la misericordia ofrece el Autor, un relato lineal de hechos, elecciones, palabras y gestos.

Andrea Tornielli destaca un elemento clave sin el cual no sería fácil la lectura realista de una personalidad y de una figura compleja como es la del hombre Jorge Mario Bergoglio: Francisco es el primer Romano Pontífice ordenado sacerdote después del Concilio Vaticano II y por esto; a diferencia de sus cuatro predecesores, no siente la necesidad de defender o justificar la última gran asamblea de la Iglesia. Para él, es un elemento que constituye parte integrante del vivir eclesial, que como tal debe ser vivido. Este aspecto marca profundamente su pontificado: el Concilio ya no es algo que se debe explicar, o incluso, si es necesario justificar como había hecho Benedicto XVI en varias ocasiones, sino una realidad asumida y vivida con naturalidad.

También se presta atención a varios detalles de la vida del Cardenal Jorge Mario Bergoglio, luego del Sumo Pontífice Francisco: prestando atención a los recuerdos relacionados con fechas de conmemoraciones especiales, situaciones familiares, o incluso a simples frases dichas durante en encuentros anteriores, o al hacer que sus interlocutores se sientan cómodos, creando un ambiente familiar.

Las descripciones se mantienen fieles a la realidad de los hechos, sin caer nunca en esos artificios narrativos sensibleros, tan en boga en la comunicación actual, cuando se decide exaltar las cualidades verdaderas o presuntas del “querido difunto”. Pero es precisamente en esta crónica decisiva y precisa se vislumbra la verdadera fuerza del Papa, resaltada por la perspicacia del Autor: la capacidad de acercarse a todos, en particular a quién sufre o se encuentra en un momento de dificultad.

En la obra también son narrados algunos episodios personales del Autor, como la enfermedad y la muerte de sus padres y la constante cercanía e interés del Papa Francisco. Signo de una relación que superaba los roles, manifestando y enseñando que, cuando se quiere estar cerca de alguien, no importa quién seas ni qué posición revistes, porque si se quiere, siempre se puede encontrar el tiempo para un gesto sencillo, como una llamada telefónica o un pequeño mensaje de texto.

En las páginas del escrito, se suceden muchos otros detalles que caracterizaban de la personalidad del hombre Jorge Mario Bergoglio y del Sumo Pontífice Francisco: desde la crítica a la cultura contemporánea basada en valores contrarios a la vida ya denunciada precedentemente por los Sumos Pontífices Juan Pablo II y Benedicto XVI como «cultura de la muerte»; para continuar con las referencias de Francisco al concepto de «cultura del descarte»: los dramas de ancianos abandonados en una especie de eutanasia silenciosa, el dolor por los abortos que «rompen el vínculo con el futuro»; La «teoría» del género contraria al dato natural; o el ecologismo exasperado que ve al hombre como problema o virus que hay que eliminar. Para el papa Francisco, andererseits, el hombre sigue siendo administrador y custodio de la creación, llamado a transformar lo que recibe en cultura viva.

El tema de la paz ocupa un lugar central. Para Francisco no basta desarmar los arsenales porque «ocurre desarmar antes lasmentes”», es decir las conciencias de la cultura de la guerra que transforma a las personas en números e instrumentos de poder. El único antídoto para ello es la misericordia, capaz de restituir dignidad al hombre y sentido a su futuro.

No faltan temas polémicos tratados sin filtros, como la célebre ocurrencia del Papa a quien le preguntaba sobre mujeres cardenales: «Quien lo quiere sufre un poco de clericalismo». Del mismo modo, Francisco no se ahorra en criticar la ideología marxista, calificándola de «erronea», aunque durante su pontificado ha sido tildado repetidamente de filo-marxista. El Santo Padre no dejó de replicar que no se puede hacer de toda la hierba un fajo, habiendo conocido personas buenas que eran marxistas, pero sin dejar de precisar cuán equivocada era la ideología. Siguiendo de este modo el pensamiento y las líneas pastorales de sus predecesores Pío XII y Juan XXIII.

En varias ocasiones, el libro restituye la imagen de un Papa-pastor que no deja nada sin intentar por aquellos que se siente perdidos, enseñando incluso qué el simple hecho de querer buscar es ya un paso adelante. Las crónicas de los viajes y de los encuentros demuestran esta convicción: Papa Francisco siempre confía en los demás y se entrega a ellos con confianza. Son particularmente conmovedoras las páginas que narran los encuentros con los débiles, los heridos o los enfermos. El Santo Padre siempre ha hablado con el corazón: en muchas ocasiones como resultado sobretodo en agradecer a quienes lo había esperado por horas para escucharlo y verlo; es decir a quienes lo habían «acogido en su casa», sin dejar de precisar en muchas ocasiones que se sentía así mismo enriquecido por la experiencia y por la esperanza que había recibido como un don de gracia durante estos encuentros.

En las reflexiones sobre el sufrimiento de los niños, no ofrece respuestas teóricas: el Papa llora, comparte el dolor, mostrando una compasión cristiana que va más allá de cualquier discurso, siguiendo la imagen de un Cristo que sufrió y lloró en la Cruz en silencio, o expresando solo unas pocas palabras. Y esto porque no siempre se puede tener una respuesta para todo como son los dramas del sufrimiento humano de la vida y de la muerte que permanecen envueltos en parte por el misterio.

La obra de Andrea Tornielli puede interesar no solo a los estudiosos de cuestiones eclesiales, sino a cualquiera que desee comprender el sentido de un pontificado complejo, ya de por si complicado en gran medida por el acontecimiento que lo precedió la renuncia de Benedicto XVI; además de la delicada situación geopolítica mundial caracterizada por focos de peligrosas guerras abiertas por todas partes. El Autor restituye así el retrato de un hombre que ha elegido estar cerca de la gente, con un estilo pastoral y humano a veces insólito para muchos, e incluso extravagante para otros; pero que ha marcado la historia contemporánea de la Iglesia, generando aprecio en muchos y desorientación en otros. aber, si se piensa bien, esta es la historia de todos los Pontífices, por lo menos de aquellos que, más que por los esquemas, salían de aquella quieta mediocridad que tiende a complacer a todos para no descontentar a nadie. Francisco sin duda ha seguramente descontentado a muchos y, quizá solo esto, basta para no convertirlo en un tranquilo mediocre, sino en una figura muy compleja y complicada en su aparente simplicidad. Todo ello demuestra que el hombre, cada hombre, sigue siendo en su mayor parte un misterio, incluso el hombre Jorge Mario Bergoglio, incluso el Sumo Pontífice Francisco. Luego están los que siempre tienen una respuesta para todo, Aber das ist ein anderes Problem, o para decirla en otra forma… ¡bienaventurados ellos!

4 de septiembre de 2025

 

 

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Die Väter der Insel Patmos

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Der bittere Fall des Presbyter Paolo Zambaldi der Diözese Bolzano-Bressanon: Chronik eines angekündigten Todes

Der bittere Fall des Presbyter Paolo Zambaldi der Diözese Bolzano Bressanon: Chronik eines angekündigten Todes

«Die Entfernungen mit der katholischen Kirche sind im Laufe der Jahre zunehmend tief geworden, bis es unabdingbar wird. Ich kann nicht mehr Teil einer Institution sein, die weiterhin Dogmen verkündet und ein System der Macht füttert. Die Wahrheit braucht keine Dogmen: Die Wahrheit ist offensichtlich, erfordert keine Besteuerung oder um Grund zu entwerten. Außerdem, Ich teile die diskriminierenden Positionen der Kirche nicht an Frauen, der LGBTQIA+ Community, von denen, die die freiwillige Unterbrechung der Schwangerschaft oder Sterbehilfe wählen. All dies ist helle Jahre von meinem menschlichen und spirituellen Gefühl entfernt. ".

— Die Briefe der Väter der Insel Patmos —

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Autor
Iwano Liguori, ofm. Deckel.

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Unglücklicherweise, Es war nur eine Frage der Zeit Und sagen wir das ohne jegliche Begeisterung und ironische Befriedigung: Der Presbyter Paolo Zambaldi von der Diözese Bressanon verließ das Priestertum auf die tragischste und traumatischste Weise wie möglich. Neue zu geben, war er selbst in seinem Blog (du siehst WHO), Nachrichten, die dann von einigen Online -Zeitungen aufgenommen wurden (du siehst WHO, WHO) und aus Variationen Varialpost auf den sozialen (du siehst WHO).

Der Bischof von Bosen-Braxen (Bolzano-Bressanon)

Wer hatte die Gelegenheit, diesem Konfererpriester im Laufe der Zeit zu folgen In seinen mentalen Ältesten, die in seinem Blog als heilige Sache notiert sind (du siehst WHO), Er konnte nicht versäumt, die ernsthafte dogmatische und doktrinelle Drift zu bemerken, die seinen Geist und das gesunde katholische Gefühl getrübt hatte, dass ein Priester von Santa Romana Chiesa haben sollte und sich bewachen sollte.

Der endgültige Sieg der alten Schlange - worauf er nicht am geringsten glaubte und der wiederholt über diejenigen verspottete.

Wie immer darf die Person kein Urteil geben von Paolo Zambaldi - dass nur Gott weiß und kann - aber wir können es nur bereuen und weinen, dass ein Urteil über seinen Priesterstil nie öffentlich von seiner Diözese und von seinem gewöhnlichen Diözesan, der ihn frei ließ, Wer hat ihn die giftige Früchte der Aufgabe des Dienstes und des Priesterstaates reif gemacht, Verunglimpfen des Mutterleibs der Kirche, der ihn begrüßte und viele Jahre aufgewachsen ist, um diese Worte zu schreiben:

«Die Entfernungen mit der katholischen Kirche sind im Laufe der Jahre zunehmend tief geworden, bis es unabdingbar wird. Ich kann nicht mehr Teil einer Institution sein, die weiterhin Dogmen verkündet und ein System der Macht füttert. Die Wahrheit braucht keine Dogmen: Die Wahrheit ist offensichtlich, erfordert keine Besteuerung oder um Grund zu entwerten. Außerdem, Ich teile die diskriminierenden Positionen der Kirche nicht an Frauen, der LGBTQIA+ Community, von denen, die die freiwillige Unterbrechung der Schwangerschaft oder Sterbehilfe wählen. All dies ist helle Jahre von meinem menschlichen und spirituellen Gefühl entfernt. ".

Wir denken vielleicht, dass diese Denkweise in letzter Zeit ist? Nein, Unglücklicherweise! Das Ernst ist, dass ähnliche Probanden in den Seminaren ankommen, die bereits voll von diesen heterodoxen Ideen sind; Und in den Seminaren werden sie von den Trainern für diese alternativen Positionen belohnt, während die mehr “orthodox” Sie werden regelmäßig geschlagen oder deklariert ... problematisch, oder nicht im Einklang mit diesem oder dem anderen "trendigen pastoralen" in Mode im Moment.

Noch einmal, Das Problem der Priesterbildung kehrt mit vorherrschender Stärke zurück, sowie die Nähe und die spirituelle Begleitung der Priester, die kontinuierlich und real sein müssen, Eine Priorität für das väterliche Herz jedes Bischofs. Das Schiffswrack dieses Presbyters ist viel ernster als die verschiedenen moralischen und menschlichen Zerbrechlichkeit, die wir Männer unweigerlich begehen können, Mit den erschwerenden Umständen, dass diejenigen, die es beaufsichtigen und beschützen mussten, dies nicht taten, So wie nichts getan wurde, um diesen tragischen Epilog zu vermeiden.

Ich persönlich kenne treue katholische Anhänger die immer wieder in S.E.. Mons. Ivo Muster Die schwerwiegenden Doktrinationsverlagerungen seines Presbyters, Priester und Theologen eingeschlossen, Doch nichts bewegte sich. Andererseits, Dieser Priester über allen Linien schien fast fast zu sein l’Wunderkind von seinem Prälaten, Derjenige, der alle Probleme von Bosen-Brixen lösen würde (Bolzano-Bressanon) und zu welchem ​​Weißbuch in vielen pastoralen und organisatorischen Situationen in dieser Diözese gegeben wurde.

Was jetzt noch getan werden muss? Bete auf jeden Fall viel für ihn, Bitten Sie Gott um seine Bekehrung und seine Reue, Mit der Hoffnung, dass dieser x -tezige Fall von schmerzhaftem menschlichen und kirchlichen Versagen - der Menschen Gottes und seiner Hirten - das Gewissen derer bewegen, die heute etwas tun können.

Sanluri, 4 September 2025

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Die Bücher von Ivano Liguori, Um zum Buchshop zu gelangen, klicken Sie auf das Cover

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Nella sua opera Natur Tito Lucrezio Caro rivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, Aberglaube und Leiden, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi. Concetto al quale si rifarà Karl Marx con il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx

- Aktualität -

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Duole lasciarsi andare alle geremiadi, specie quando si è consapevoli che non servono a niente, solo a manifestare comprensibile disagio fine a se stesso.

Nell’ottobre del 2024 questa nostra rivista ha compiuto 10 anni di attività, nel corso dei quali ha offerto servizi che possono essere più o meno condivisibili per contenuti e impostazioni, ma di indubbia qualità, cosa riconosciuta persino dai nostri avversari e da coloro che non la pensano come noi.

In un mondo cattolico sempre più devastato dal fideismo, da forme di millenarismo dal sapore esoterico, inquinato al presente da tutte le vecchie eresie di ritorno, i Padri de L’Isola di Patmos hanno sempre offerto un servizio improntato sul più aderente ossequio al deposito della fede, alla dottrina e al magistero della Chiesa, combattendo all’occorrenza pericolose derive e recuperando nel corso degli anni non poche persone che si erano smarrite al seguito di vari ciarlatani che oggi abbondano a dismisura, specie grazie ai soziale Medien.

Pochi mesi fa si è concluso un complesso pontificato reso complicato da un contesto geopolitico mondiale delicatissimo, il giudizio sul quale spetterà alla storia, che potrà darlo solo in futuro, Vielleicht sogar in vielen Jahren. Un pontificato nel corso del quale diverse persone, già di per sé immature e fragili nella fede, sono andate totalmente fuori strada mettendosi in marcia dietro preti usciti fuori equilibrio, finiti sospesi lugen, scomunicati o persino dimessi dallo stato clericale, seguiti, im Gegenzug, da laici senza arte né parte che si sono improvvisati ecclesiologi, canonisti e teologi in stuzzicante salsa complottistica alla Dan Brown von noartri. La nostra ultradecennale missione pastorale su L’Isola di Patmos si è incentrate principalmente sul richiamo all’unità con Pietro e sotto Pietro, a prescindere dagli evidenti difetti dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, senza dimenticare che sotto vari aspetti, quel rozzo pescatore galileo scelto da Cristo in persona, non eletto da un conclave di cardinali, a suo tempo si rivelò molto peggiore di tanti pontefici problematici della storia, sia sul piano pastorale che su quello dottrinale, basti pensare a quando giurando e imprecando rinnegò Cristo (vgl.. MT 26, 69-75) o quando ad Antiochia fu redarguito da Paolo su questioni legate alla dottrina della fede (vgl.. Gal 2, 11-21)

Premesso che nella vita nulla è dovuto, che tutto va meritato e che tutto è una grazia, va detto però che la mancanza di generosità da parte delle persone — a partire dalle non poche alle quali abbiamo fatto del bene —, induce a prendere atto che l’opera pastorale portata avanti dal 2014 da un gruppo di sacerdoti e teologi forse non merita di essere sostenuta. Per questo suscitano in noi particolare amarezza — ed è difficile negare il nostro sacerdotale disagio in tal senso — le numerose persone che i Padri de L’Isola di Patmos hanno aiutato e sostenuto nel corso degli anni, sanando le loro ferite doloranti dopo che erano state ingannate da “santoni”, “santuzze” e “veggenti”, dinanzi ai quali non esitarono ad aprire i loro portafogli come fossero fisarmoniche, gli stessi che sono rimasti invece chiusi ermeticamente dinanzi alla nostra opera alla quale non hanno mai versato un euro.

C’è poco da stupirsi, sappiamo com’è solito agire quello che una volta si chiamava popolino, già lo sapeva Giovanni Boccaccio quando nel lontano XIV secolo immortalò nel Decameron la paradigmatica Novelle 10 dedicata a Friar Cipolla. Basta inebriarlo, il popolino, con la garanzia del vero “segreto” di Fatima finalmente svelato dopo essere stato tenuto nascosto dalla Chiesa bugiarda e mentitrice; oppure ubriacarlo con i “dieci segreti” che una Gospa logorroica e ripetitiva, ormai affetta da evidente demenza senile, avrebbe dato a un gruppo di scaltri zingari bosniaci che grazie a questa grande truffa del Novecento si sono fatti le budella d’oro; oppure drogarlo con qualche madonna che batte i piedi come una narcisista isterica mandando a dire da qualche altro visionario fulminato che vuole essere proclamata a tutti i costi corredentrice e che smercia anch’essa “segreti” in giro per la orbe terracquea, in attesa del magico e definitivo trionfo del suo cuore immacolato. Nun ja, diamo questi generi di oppiacei al popolino ed ecco aprirsi come per magico incanto i portafogli. Così avveniva nella Certaldo boccaccesca del XIV secolo così avviene oggi nel Terzo Millennio.

Nella sua opera Natur Tito Lucrezio Caro rivolge una critica alla religione indicandola come fonte che genera paura, Aberglaube und Leiden, impedendo all’uomo di giungere alla vera felicità, od a quella conoscenza della verità — come afferma il Beato Apostolo Giovanni — che ci renderà liberi (vgl.. GV 8, 32). Concetto al quale si rifarà Karl Marx con il celebre aforisma «la religione è l’oppio dei popoli». Avevano ragione tutti e due, Tito Lucrezio Caro e Karl Marx, sbagliavano però sia il concetto che il termine confondendo la fede con il fideismo dei beoti al seguito di Frate Cipolla, che nulla hanno da spartire con la purezza della fede, da loro vilipesa e trasformata in parodia grottesca tra madonne parlanti, madonne piangenti, segreti rivelati, profezie catastrofiche e via dicendo a seguire.

Siamo arrivati alla conclusione, triste ma realistica, che in fondo questa gente si merita i vari Frate Cipolla capaci a suscitare in loro pruriti morbosi, facendogli uscire fuori soldi come gli incantatori fanno uscire il serpente dalla cesta al suono dell’ipnotico pungi.

Il paradosso è che L’Isola di Patmos non è un fallimento, ganz im Gegenteil: è un successo straordinario e a tratti incredibile. La mole di visite è pari a una media di oltre tre milioni al mese, l’anno 2024 si è chiuso con quasi quaranta milioni di visite totalizzate. Bald sagte: se solo lo 0,1% di questi visitatori ci avesse donato un euro, le spese di gestione sarebbero totalmente coperte e ne avremo persino d’avanzo per qualche opera di carità.

Chiunque s’intenda solo un po’ di certi aspetti tecnici, con pochi colpi d’occhio coglie immediatamente la qualità del sito che ospita la nostra rivista, a partire dalla grafica. Offrire la versione stampabile degli articoli, la audio-lettura, spesso anche la traduzione degli stessi in tre lingue, comporta un lavoro redazionale notevole, tutto svolto dai Padri a titolo puramente gratuito. Natürlich, fa specie che nel corso di un anno solare non si riesca a raccogliere neppure la metà del necessario per il pagamento delle spese vive di gestione e che puntualmente si debba provvedere di tasca nostra al sopraggiungere delle scadenze di pagamento. Perché impiegare le proprie personali risorse per avere il raro privilegio di lavorare gratis per le persone che prendono e non danno, o che dopo avere dato agli scaltri incantatori di serpenti, una volta finito il suono del piffero e con esso l’effetto ipnotico vengono a piangere da noi per essere aiutate e sostenute, è davvero una gran soddisfazione, eher: è proprio un privilegio, lavorare befreien den amor Dei für diese Leute! Ma siamo preti e per quanto tanta sarebbe la voglia, mettere queste persone alla porta, come meriterebbero, è contro la nostra natura ontologica sacerdotale.

L’Isola di Patmos sta concludendo il proprio undicesimo anno di attività senza mai avere conosciuto flessioni ma solo un continuo incremento, lo prova l’alto numero di visite che a partire dal 2016 ci ha obbligati a spostare il sito su un dedizierter-server, che costituisce la maggior voce di spesa annuale seguita dalle altre spese per i vari abbonamenti quali l’acquisto dei programmi grafici, Audio-, Video, sistemi di sicurezza… Zusamenfassend, stiamo parlando di qualche cosa che funziona e che funziona anche molto bene, ma che non dispone dei mezzi di sussistenza. Per questo abbiamo deciso di darci un altro anno di tempo: se a settembre del 2026 non avremo raccolto tutto il necessario per sostenere le spese del successivo anno 2027, o se non troveremo un ente pubblico o privato disposto a finanziarci, concluderemo la nostra felice e proficua esperienza di apostolato chiudendo la rivista L’Isola di Patmos, conservando sempre il ricordo indelebile di questa esperienza bellissima vissuta nell’unione cattolica d’intenti in piena comunione tra un gruppo di sacerdoti che hanno cercato di testimoniare il Cristo vivo e vero. Come però insegna il Beato Apostolo Paolo nella sua epistola al discepolo Timoteo:

"Am Tag, in der Tat, wenn sie die gesunde Lehre nicht ertragen;, ma, Ohren jucken sie, für sich selbst Lehrer aufhäufen, um ihre eigenen Vorlieben anpassen, Verweigerung der Wahrheit und sich abwenden, um Mythen zu hören. Aber Sie immer stabil sein, wissen, wie man Leiden erträgt, Mach deine Arbeit als Verkündiger des Evangeliums, erfüllen Ihr Ministerium " (II Tm 4, 1-4).

E quel giorno oggi è venuto, Unglücklicherweise, riteniamo di averne fatto triste spesa anche noi. Aber, auch in diesem Fall, il Santo Vangelo ci insegna:

«Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, raus aus dem Haus oder der Stadt und den Staub von den Füßen schütteln“.

Von der Insel Patmos 31 August 2025

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