NOVITÀ! «La setta neocatecumenale. L’eresia si fece Kiko e venne ad abitare in mezzo a noi»
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LETTERA A PAPA FRANCESCO DI GIOVANNI CAVALCOLI, PASSIONE E SPERANZA NELLA CHIESA
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[…] Invochiamo ed imploriamo, dunque, Beatissimo Padre, il suo aiuto e il suo soccorso, in quest’ora difficile della storia, per poter conseguire la vittoria finale e raggiungere la salvezza e la vita eterna.
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Autore
Redazione
dell’Isola di Patmos
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Proponiamo di seguito uno stralcio tratto dal libro di Padre Giovanni Cavalcoli, OP
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Beatissimo Padre.
Tu sei Pietro e su questa pietra Cristo edifica la sua Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa [cf Mt 16,18].

il libro di Giovanni Cavalcoli edito da Chora Books
Il Signore ha incaricato Vostra Santità di pascere il suo gregge, a Lei ha consegnato le chiavi del regno dei cieli, sicché l’uso di queste chiavi ha effetti celesti, e gli atti del suo magistero e del suo governo ci insegnano, ci spiegano e ci interpretano la Parola e la Volontà di Dio, ci donano la grazia di Cristo, ci indicano la via della verità, della virtù, della giustizia, della misericordia, della libertà, della salvezza, della santità, della pace e della beatitudine celeste; ci guidano al regno dei cieli e ci difendono dal potere delle tenebre.
Il Signore Gesù Cristo, del quale Vostra Santità, Vescovo di Roma, è il Vicario, “Dolce Cristo in terra”, come La chiama la Santa Senese, La ha mandata ad annunciare la sua vittoria sui poteri del male: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte” [Ap 12,10].
Il Signore Gesù, Vincitore del peccato e della morte, Le ha donato, infatti, il suo Spirito di Verità, d’Amore, di Misericordia e di Potenza, col Quale e grazie al Quale Vostra Santità ottiene da Dio per noi fedeli, per intercessione della Beata Vergine Maria, “ogni dono perfetto che viene dall’alto e discende dal Padre della luce, nel Quale non c’è variazione né ombra di cambiamento” [Gc 1,17].
A Lei, Beatissimo Padre, “amico dello sposo” [Gv 3,29], Cristo ha affidato la sua diletta Sposa, la Chiesa, “donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle” [Ap 12,1]. Questa Donna messianica, come Vostra Santità sa bene, che partorisce “un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro” [Ap 12, 5], è costantemente insidiata e aggredita su questa terra dal “Drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste dieci diademi”, segni di “tutti i regni della terra” [Lc 4,5], della gloria e dei poteri di questo mondo.
Ella, Beatissimo Padre, con la forza dello Spirito Santo, aiutato da San Michele Arcangelo, dai suoi angeli e dai successori degli apostoli, ha il mandato divino di difendere la Sposa contro il Drago, preparandole nel deserto di questa vita un “rifugio” [Ap 12,6], dove possa essere nutrita fino alla fine della storia terrena.
Ella, Beatissimo Padre, supremo dispensatore dei sacramenti della salvezza, dona a noi suoi figli, con la Santissima Eucaristia, il “Sangue dell’Agnello” [Ap 12,11], lavati e fortificati dal quale, insieme con Lei e sotto la sua guida, possiamo rendere la nostra testimonianza e vincere il Drago. Invochiamo ed imploriamo, dunque, Beatissimo Padre, il suo aiuto e il suo soccorso, in quest’ora difficile della storia, per poter conseguire la vittoria finale e raggiungere la salvezza e la vita eterna.
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Dalla recensione tratta da Il Naufrago [QUI]
Il Libro di Giovanni Cavalcoli, OP è reperibile QUI
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Dalla Cina con furore: “L’Agnello e il Dragone”, libro-intervista al Cardinale Joseph Zen
/1 Commento/in Libri e Recensioni/da Redazione– Libri e recensioni –
DALLA CINA CON FURORE: «L’AGNELLO E IL DRAGONE», LIBRO-INTERVISTA AL CARDINALE JOSEPH ZEN
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Segnaliamo ai lettori dell’Isola di patmos un libro-intervista al Cardinale Joseph Zen curato da Aurelio Porfiri, riportando il testo della prefazione all’opera a cura di Giovanni Cavalcoli, OP.
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Autore
Redazione
dell’Isola di Patmos
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il libro intervista al Cardinale Joseph Zen curato da Aurelio Porfiri, di cui riportiamo la prefazione di Giovanni Cavalcoli, OP
Aurelio Porfiri così esordisce nel suo libro: “Sono vissuto in Cina, Macao per la precisione, per ben sette anni. Sette anni in cui ho imparato a conoscere un poco di più la difficile realtà della Cina moderna e le sue grandi sfide e contraddizioni. Se si ha a che fare con la Cina sarà molto facile ad un certo punto imbattersi con il nome del Cardinale Joseph Zen, al momento vescovo emerito di Hong Kong.
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Il Cardinale Joseph Zen, figura di punta della Chiesa cinese, non è certamente tipo che le manda a dire. Le sue “osservazioni” dirette al modo in cui la Cina è governata ai nostri giorni infastidiscono – e molto – il governo centrale, tanto che al Cardinale non è permesso rientrare nella Cina continentale, da cui proviene. Molti osservatori di cose cinesi si dividono sul suo nome, tra chi ne favorisce l’atteggiamento di duro confronto e chi invece stigmatizza la mancanza di diplomazia”.
Il libro è un’intervista col Cardinale Zen, nella quale si tratta della natura del comunismo cinese nei suoi rapporti con la Chiesa e il Vaticano. Il popolo cinese non è materialista, anche se i cristiani di varie confessioni continuano ad essere una piccola minoranza. Il Cardinale evidenzia come la classe dirigente cinese sia sostanzialmente attaccata a un potere che vuol dominare il più possibile sulla popolazione e sulla Chiesa stessa.
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Il Cardinale Joseph Zen
Il Cardinale parla con molta franchezza: «Il comunismo non si regge, il che vuol dire a un certo momento, quando il comunismo è arrivato al potere, c’è il potere! Non c’è più il marxismo: non c’è, in Cina non c’è il marxismo. E allora quelli che si sono accorti che non c’è più il marxismo, che non c’è più niente al posto del marxismo,cominciano anche a dubitare, a pensare, ma ci sono quelli che tengono duro al partito, al potere [batte un pugno sul tavolo ndr]: quelli vogliono sfruttarlo come riescono! Questi qui, purtroppo, comandano. Quelli lì comandano, minacciano tutti: è tutto un paese di schiavi! Magari quelli che pensano bene non hanno occasione per mettercisi, perché loro magari non sono troppo capaci nella lotta al potere, non sono troppo interessati ad avere soldi e allora diventano i più deboli».
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Non si proibisce l’esistenza dell’episcopato, ma lo si vuole soggetto al potere. Dalla Santa Sede giungono direttive a mantenere una linea di sottomissione nell’idea sbagliata, a giudizio del Cardinale, che una condotta mite e accondiscendente possa favorire il dialogo e la pace.
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il Cardinale Joseph Zen
Il Cardinale, invece, è del parere che i vescovi dovrebbero alzare la voce, perché i governanti approfittano dei deboli; ma si spaventano e cedono davanti chi mostra fierezza e coraggio. Il Cardinale Agostino Casaroli ha molto tergiversato. Chi ha sconfitto il comunismo è stato San Giovanni Paolo II. Benedetto XVI è stato troppo remissivo. Il Papa attuale sembra un decisionista, ma in pratica da tre anni sta lasciando le cose come sono.
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Il Cardinale intende allora sollecitare il Papa: «Io sto per scrivere una lettera di fuoco al Papa. Dico: “Santità, guardi, lei deve chiarire il suo dubbio presto, perché il tempo non è a nostro favore. Lei aspetta, aspetta che gli altri abbiano la buona volontà di dialogare. È arrivato alla fine delle sua attesa o no? Non sa ancora se c’è volontà sincera o no? Non lo sa ancora dopo tanto aspettare? Non possiamo più aspettare! Loro se ne approfittano! Adesso c’è un’apparente tregua, però la stanno già rovinando!”».
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il Cardinale Joseph Zen durante un’azione di protesta [vedere QUI]
Alla domanda cosa dovrebbe fare il Papa, risponde così: «Prenda il 24 maggio [giornata mondiale per pregare per la chiesa in Cina ndr], quando ha chiesto a tutti di pregare per la Cina, ha preso una frase dalla lettera di Papa Benedetto che non dice niente. Dice: perché i nostri fedeli siano elementi di armonia nella società. Ci sono schiavi, fermento di niente, perché sono schiavi nella società! Prova a dire: preghiamo, perché tutti siano fedeli alla Chiesa come nostro Signore l’ha fatta, una, universale, cattolica, col Papa a capo». (batte sul tavolo!)…
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Il governo ha paura della forza, ancora adesso con tutta la forza che hanno! Dove c’è il clero numeroso e forte hanno paura. Hanno paura! Invece quando uno si mostra debole, ti schiacciano! (batte i pugni sul tavolo!) Lei pensi, quando riescono a fare andare uno contro la sua coscienza, hanno la vittoria, perché quell’uomo ha perso la dignità: ormai non può alzare la testa, finito, deve sempre obbedire ormai! Lì i vescovi vengono trattati come degli oggetti”.
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Alla domanda se si sente spiato: «Spiato sì, ma minacciato no. Io dico tutto quello che voglio dire, anche nella maniera più dura».
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Il Vescovo di Shanghai, S.E. Mons. Ma Daqin, è stato messo dal Partito Comunista agli arresti domiciliari nel seminario di Sheshan dal luglio 2012, nel giorno stesso della sua consacrazione episcopale [vedere QUI].
Alla domanda su cosa prevede per il futuro: «Nessuno riesce a essere profeta oggi: in Cina tutto è imprevedibile. Ma è importante che noi lavoriamo per il successo del bene e non aiutiamo l’altra parte a perpetuare questo sistema che è veramente malvagio. Dobbiamo lavorare per cambiare e per mantenere quel bene che c’è ancora per controbattere quel male che si sta sviluppando: questo sia in Cina, come qui. In Cina dobbiamo incoraggiare a tenere duro sui principi della nostra Chiesa, della nostra fede e difatti quando ci uniamo, si riesce anche. E io ho visto in certe diocesi quando sono uniti, il governo non osa».
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Non è facile giudicare, per un profano come me, su quale può essere la scelta migliore, se la linea dura o quella morbida e tanto meno possiamo sapere che cosa deciderà il Santo Padre. Qui però siamo davanti a due persone competenti: il Professor Porfiri e il Cardinale Zen, per cui sarei portato a credere che la linea dura possa essere più efficace. In ogni caso, per noi cristiani, una cosa è certa: che il papato da decenni esorta insistentemente per una nuova evangelizzazione e che anche i Cinesi sono chiamati ad entrare nel regno di Dio.
[testo tratto dalla prefazione di Giovanni Cavalcoli, OP]
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Per acquistare on-line l’opera cliccare sotto sull’immagine
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Novità editoriali delle Edizioni Leonardo da Vinci
/in Libri e Recensioni/da RedazioneNOVITÀ EDITORIALI
offriamo ai lettori dell’Isola di Patmos alcuni interessanti novità editoriali delle Edizioni Leonardo da Vinci, da sempre impegnate nella diffusione della sana e solida dottrina cattolica
– GIUSEPPE SIRI
La consapevolezza di uno stretto rapporto tra dogma e liturgia ha guidato i Pontefici che dai primi decenni del Novecento a oggi hanno provveduto ai necessari aggiornamenti in materia liturgica: si pensi al venerabile Pio XII, che ristrutturò i riti della Settimana Santa; a san Giovanni XXIII, che volle inserire la memoria di san Giuseppe nel Canone romano; a Paolo VI, che provvide all’attuazione delle nuove direttive pastorali emanate dal Vaticano II con la costituzione liturgica Sacrosanctum concilium; infine a Benedetto XVI, che ampliò l’ambito di discrezionalità nell’uso del Vetus Ordo Missae. Anche tra i vescovi residenziali numerosi sono stati quelli che hanno impostato la loro azione pastorale in modo da assicurare nella propria diocesi l’osservanza delle norme liturgiche, sia tradizionali che nuove, desiderando che l’adeguata conoscenza e la personale interiorizzazione dei misteri rivelati servissero a incrementare nei fedeli lo spirito di adorazione e la fruttuosa partecipazione all’azione liturgica comunitaria. Tra questi vescovi, un posto di rilievo va riconosciuto a Giuseppe Siri, pubblicamente elogiato, proprio per questo, da san Giovanni Paolo II in visita pastorale a Genova nel settembre del 1985. I criteri teologici che guidarono la sua azione pastorale possono costituire un prezioso sussidio formativo per esercitare anche oggi il necessario “discernimento degli spiriti”, ossia per interpretare rettamente i “segni dei tempi” alla luce della Rivelazione. Questo è il motivo per cui il Curatore ha qui raccolto alcuni tra i suoi più significativi interventi dottrinali e disciplinari; essi vanno dal 1955 al 1972 e sono intesi ad animare con un continuo aggiornamento catechetico la vita liturgica del popolo di Dio nella sua amatissima diocesi di Genova.
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– LUIGINO ZARMATI
Nella Presentazione, il direttore della collana, Antonio Livi scrive: «Luigino Zarmati ha affrontato in questo libro il vero problema della nostra epoca, quello del riscatto della coscienza dalle ideologie – apparentemente opposte l’una all’altra, ma in realtà accomunati dalle medesime false premesse gnoseologiche – del razionalismo e del fideismo , arrivando così a mettere in luce, come dichiara già il sottotitolo del suo libro, che la fede nella necessaria testimonianza altrui e alla fine la fede in Dio stesso che si rivela è la più grande risorsa della quale l’uomo dispone per realizzarsi come persona, ossia come essere intelligente, libero e responsabile, dotato della possibilità di mettersi proficuamente in relazione con il mondo naturale e con la società umana per comprendere il senso della propria vita e gestire sapientemente il proprio
destino».
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– LO STATUS QUAESTIONIS
MARCO BRACCHI e GIOVANNI COVINO: Quale statuto epistemologico
per la teologia
GIUSEPPE BRIENZA, La teologia sotto la “dittatura del relativismo”
Esposizione della tesi di LIVI
FRANCESCO PISTOIA, Un esempio di carità intellettuale
FABRIZIO RENZI, Il discorso sulle istanze epistemologiche
della “scientia fidei”
ALESSANDRO BEGHINI, La teologia come “scienza rigorosa”
MASSIMILIANO DEL GROSSO, La teologia tra metafisica e fantasia
SERAFINO LANZETTA, Un contributo alla fondatezza
della teologia come scienza
CHRISTIAN FERRARO, Le premesse epistemiche della
“scientia fidei”
SVILUPPI DOTTRINALI
PIERO VASSALLO, La scienza della fede e la sua filosofica
parodia
DARIO SACCHI, “Vera e falsa teologia”. Un contrappunto
filosofico
NICOLA BUX, Lo stato della teologia, “periferia” in cui
urge intervenire
GIOVANNI CAVALCOLI, Perché è necessario che si torni a
parlare di “eresia”
NOTE CONCLUSIVA
MARCO BRACCHI e GIOVANNI COVINO, La teologia tra
senso comune e metafisica
ANTONIO LIVI, Qualche chiarimento, in dialogo con
estimatori e critici
Cliccare sotto per leggere la scheda del libro
– GIUSEPPE BRIENZA
Figura esemplare di pastore che sempre opera per il bene comune e la salvezza delle anime, Pietro Fiordelli (1916-2004), qui ricordato nel decimo anniversario della sua morte (2004), sembra corrispondere alla visione di vescovo che, secondo Papa Francesco, la Chiesa “vuole avere”: determinato a compiere scelte libere da «condizionamenti di scuderie, consorterie o egemonie», a imitazione di quei vescovi santi che vivono come «seminatori umili e fiduciosi della verità» (cfr Discorso alla Congregazione per i vescovi, 27 febbraio 2014). Mons. Fiordelli si è adoperato per riportare Prato, di cui è stato pastore per 37 anni, alla piena pratica della vita cristiana. Attivamente presente in tutti gli ambienti sociali, si è fatto quindi strenuo difensore della vita e della famiglia, a cominciare dall’indispensabile restaurazione della dignità del matrimonio e dalla resistenza alla legalizzazione dell’aborto. Noncurante dell’intollerazna di quanti avversano la dottrina sociale cristiana, Fiordelli è stato uno dei più coraggiosi sostenitori dei valori sociali della famiglia. A lui si deve, fra l’altro, la definizione teologica della famiglia come “Chiesa domestica”, recepita dal Concilio Vaticano II (cfr costituzone dogmatica Lumen Gentium, n. 11) e oggi comunemente utilizzata nella pastorale della famiglia. La prima parte del volume è dedicata ad un inquadramento storico della vita e dell’attività ecclesiastica di Fiordelli, specie a capo del Comitato Episcopale per la Famiglia della CEI (oggi Commissione Episcopale per la famiglia e la vita). La seconda parte, invece, esamina la sua produzione pubblicistica, mostrando come le proposte di riforma sociale avanzate da questo vescovo siano state davvero lungimiranti e coraggiose. Oggi, un contesto religioso e sociale ancora più degenerato di quello nel quale Fiordelli fu chiamato a operare, è auspicabile che il suo esempio sia seguito dall’intero epicopato italiano, rinunciando a comportamenti che sembrano dettati dettati più dalla paura che dalla virtù della prudenza.
Cliccare sotto per leggere la scheda del libro
La difesa sociale della famiglia
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3. ARCHIVIO Ariel S. Levi di Gualdo – iscrizione Albo Speciale Ordine dei Giornalisti del Lazio
/in Libri e Recensioni, Tutte/da administratorLa difesa sociale della famiglia, di Giuseppe Brienza
/in Libri e Recensioni/da Redazione“libri” NOVITA’
In questo mese di ottobre 2014 è uscito ed è acquistabile in libreria o richiedendolo direttamente all’editore:
un saggio storico-critico di grande interesse per orientarsi in questo momento della vita ecclesiale.
La difesa sociale della famiglia, un libro scritto da Giuseppe Brienza (nella foto a sinistra) con prefazione
dell’arcivescovo di Ferrara, Mons. Luigi Negri (in basso a destra) e postfazione di Mons. Antonio Livi, che ripropone all’attenzione di tutti gli operatori della pastorale in Italia l’esempio della battaglia condotta dal vescovo di Prato, Mons. Pietro Fiordelli, per ribadire i valori umani e religiosi della famiglia, contro la legislazione civile che progressivamente — prima con il divorzio, poi con l’aborto, poi con il matrimonio tra omossessuali e infine con l’eutanasia — va cancellando dalla coscienza comune i principi della legge morale naturale, che il Vangelo n
on abroga bensì rafforza ed eleva all’ordine soprannaturale.
Sono, questi, temi di perenne attualità ma che oggi vanno affrontati con serietà teologica e senso di responsabilità pastorale, tenendo conto delle discussioni pubbliche che hanno preceduto, accompagnato e seguito i lavori del Sinodo straordinario sulla famiglia, e che si intensificheranno ancora di più in vista di quello ordinario dell’anno prossimo.
scheda libro:
Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI