Se a qualcuno prude, che si gratti e taccia, anziché fare pruriginosi gossip sul Conclave —  If anyone itches, let him scratch himself and keep quiet, rather than gossip about the Conclave

(English text after the Italian)

SE A QUALCUNO PRUDE, CHE SI GRATTI E TACCIA, ANZICHÈ FARE PRURIGINOSI GOSSIP SUL CONCLAVE

La Chiesa, disorientata e smarrita, vive in uno stato di decadenza irreversibile, da tempo abbiamo superata la soglia del non-ritorno. La Chiesa di oggi non è più nel Getsemani, neppure in croce sul Calvario, sta vivendo il momento a suo modo più drammatico: quel silenzio che pare quasi una assenza totale di Dio.

— Attualità ecclesiale —

.

PDF  articolo formato stampa – PDF  article print format 

 

.

Diversi Lettori hanno scritto alla nostra redazione per chiedere come mai non abbiamo scritto niente sulla Sede Vacante e sul Conclave ormai alle porte. 

 

La Chiesa, disorientata e smarrita, vive in uno stato di decadenza irreversibile, da tempo abbiamo superata la soglia del non-ritorno. La Chiesa di oggi non è più nel Getsemani, neppure in croce sul Calvario, sta vivendo il momento a suo modo più drammatico: quel silenzio che pare quasi una assenza totale di Dio. Uno spazio di tempo che va dal calar del sole del Venerdì Santo alla Domenica di Risurrezione. Tra la chiusura del sepolcro e il sepolcro vuoto del Risorto si sperimenta una sorta di divino vuoto, dinanzi al quale l’unica cosa opportuna è quel silenzio che non può essere compreso e vissuto se non attraverso la fede, la speranza e la carità.

Tutti sanno parlare, specie a sproposito, pochi tacere e vivere quel grande silenzio che ci conduce alla risurrezione. C’è chi non può tacere e gioca al gossip del toto-papa in una dimensione tutta quanta mondana, chi invece comprende l’importanza del tacere, in una dimensione tutta quanta mistagogica.

Posso quindi solo riproporre, a seguire, quanto già scritto nella seconda parte di un mio articolo pubblicato il 2 marzo, mentre l’Augusto Pontefice defunto era ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma tra la vita e la morte: «E se al prossimo conclave tornasse in voga la simonia?» (cfr. QUI).

_____________________

 

Ognuno ha il proprio stile, singolo o collettivo. Nel primo, come nel secondo caso, può essere spontaneo, oppure studiato a tavolino. I Padri de L’Isola di Patmos, nel corso dei loro dieci anni di attività pubblicistica, a partire dall’ottobre 2014, più volte per opportunità, altre per virtù di prudenza, hanno rinunciato a trattare certi temi emergenti legati alla Chiesa e al Papato, essendo anzitutto presbiteri; redattori e pubblicisti a seguire, ma avanti a tutto presbiteri. Certi temi possono richiedere di essere non tanto taciuti, o peggio nascosti, ma trattati quando si hanno maggiori elementi conoscitivi che possano portare a un veritiero, equo ed equilibrato giudizio.

Quando le porte della Cappella Sistina si chiuderanno, la Chiesa dovrà fare i conti coi vari problemi lasciati in eredità da questo pontificato, che rimane giudicabile nel complesso solo dalla storia, forse anche tra molti anni. Il Sommo Pontefice Francesco è stato eletto dopo un atto di rinuncia da parte del suo predecessore, evento raro risultato per tutti noi traumatico, soprattutto per le infelici modalità scelte a suo tempo da Benedetto XVI, con tanto di stravagante invenzione del «papato emerito», o di termini svianti come «papato allargato», «papato attivo e papato contemplativo» …

Quello del Santo Padre Francesco è un pontificato che si colloca in un contesto sociale e geopolitico di grande decadenza a livello planetario, con una scristianizzazione dell’Europa che ha raggiunto già da un ventennio livelli irreversibili. Altrove si è invece consumata una emorragia di fedeli in quelli che una volta erano i due polmoni coi quali il Cattolicesimo respirava: l’America Latina e l’Africa. Quello di Francesco è stato un pontificato carico di problematicità, fatto di ambiguità e mancanza di chiarezza, non sono neppure mancate forme di dispotismo messe in atto nel disprezzo totale delle leggi e delle regole ecclesiastiche. Negare che questo Pontefice lascerà una Chiesa confusa, divisa e litigiosa a causa di processi aperti su tutti i fronti, basati sull’insolito principio che «l’importante è aprire i processi» senza però concluderli e portarli a pieno compimento, vuol dire negare la più palese evidenza dei fatti. Però, Chi ci dice che tra svariati anni non si dovrà rendere grazie al pontificato di Francesco per aver preservata e salvata la Chiesa da problemi e danni che senza il suo agire, non comprensibile sul momento, sarebbero stati maggiori, o persino irreparabili? Francesco è un uomo complicato che si inserisce come tale in un momento storico molto complicato, qualsiasi giudizio dato al presente su di lui e sul suo pontificato potrebbe risultare del tutto sbagliato domani. Certe espressioni o decisioni giudicate come eccentriche ― e di fatto lo sono ―, in che modo del tutto diverso potrebbero apparire domani? Non sarebbe la prima volta che certi uomini, non compresi sul momento nel loro agire, sono stati celebrati successivamente come personalità che erano avanti di decenni rispetto al tempo presente in cui vissero. Ecco perché talvolta, proprio quando si è perplessi, disorientati e sofferenti per certi atteggiamenti ambigui e non facili neppure da decifrare, pur esercitando il legittimo senso critico merita sospendere prudenzialmente il giudizio.

Uno dei gravi problemi che questo pontificato lascerà al prossimo conclave è dato dal fatto che i Cardinali elettori non si conoscono tra di loro. L’ultimo concistoro segreto si svolse nel 2015. Chiariamo: il concistoro è l’assemblea dei cardinali convocata dal Romano Pontefice e può essere segreto, pubblico, semi-pubblico (vedere QUI). Viene chiamato “segreto” quello al quale partecipano solo i cardinali riuniti per discutere in forma privata, ossia segreta, con il Sommo Pontefice, riguardo le varie problematiche della Chiesa e del suo governo. Oggi, al grave problema dei cardinali che non si conoscono tra loro, se ne aggiunge un altro ignoto ai laicisti della sinistra internazionale che magnificano la Chiesa povera per i poveri, tanto li eccita la povertà nelle case e sulla pelle degli altri, elogiando questo pontificato che avrebbe nominato decine di cardinali «provenienti dalle periferie del mondo» e «dai paesi più poveri». Sorvoliamo sulla scarsa formazione dottrinale e teologica da parte di svariati di questi sant’uomini provenienti da quelle situazioni privilegiate per le quali oggi si può meritare una porpora cardinalizia: «le periferie» … «i paesi poveri»… Diversi di questi cardinali sono vescovi di Paesi dove la presenza dei cattolici non può essere definita neppure una piccola minoranza: nell’Isola di Tonga, di cui è vescovo il Cardinale Soane Patita Paini Mafi, i cattolici battezzati sono circa 10.000. Fu creato cardinale nel 2020, all’età di appena 46 anni, Giorgio Marengo, vicario apostolico della Mongolia, dove i cattolici contano 1.200 battezzati su 3.300.000 abitanti. Questi cardinali elettori, emblema della «Chiesa povera per i poveri» delle varie «periferie esistenziali», governano chiese locali che possono sopravvivere e vivere in contesti di grande disagio e autentica povertà grazie alle donazioni che pervengono loro da ricche Chiese locali, o da grandi fondazioni dipendenti o legate alle stesse. Per intendersi: una singola parrocchia austriaca, tedesca, australiana, canadese, nordamericana … può mantenere da sola una diocesi intera in certi Paesi poveri del Latino America, dell’Asia e dell’Africa, dove il rapporto tra l’Euro e il Dollaro e la loro moneta nazionale è totalmente sproporzionato in valore di acquisto.

Domani, nella Cappella Sistina, un gruppo di cardinali provenienti da questi Paesi, rigorosamente scelti tra gli esponenti del cosiddetto progressismo più avanzato, con delicata disinvoltura faranno capire che i cordoni della borsa li reggono loro, lasciando a decine di cardinali “povero-periferico-esistenziali” la scelta obbligata giocata sulla sopravvivenza di Chiese locali che possono vivere solo grazie ad aiuti esterni. Certo, una volta questa si chiamava simonia, oggi si chiama invece «Chiesa povera per i poveri».

Allo stato attuale i poveri tanto esaltati in questo pontificato sono stati lasciati ostaggio dei capricci dei ricchi come mai lo erano stati prima, dopo aver dato vita a un Collegio di cardinali elettori che non rappresentano le varie voci, le opinioni e le posizioni più diverse che hanno sempre arricchito la Chiesa al proprio interno, ma una voce univoca, monocorde e, non ultimo: ruffiana. E tra i vari danni perpetrati, questo risulterà forse il peggiore, perché grava come una ipoteca pesante come il piombo sul prossimo conclave. Ciò con buona pace della Chiesa povera, che dentro la Cappella Sistina strozzerà i poveri coi cordoni della borsa dei ricchi più progressisti e più ideologizzati. E qualcuno l’ha persino chiamata «Chiesa povera per i poveri».

Dall’Isola di Patmos, 5 maggio 2025

.

____________________

IF ANYONE ITCHES, LET HIM SCRATCH HIMSELF AND KEEP QUIET, RATHER THAN GOSSIP ABOUT THE CONCLAVE

The Church, disoriented and lost, lives in a state of irreversible decadence, we have long since passed the threshold of no return. The Church of today is no longer in Gethsemane, not even on the cross on Calvary, it is living the most dramatic moment in its way: that silence that seems almost a total absence of God.

— Ecclesial actuality —

.

Several Readers have written to our editorial staff asking why we have not written anything about the Sede Vacante and the Conclave now upon us.

The Church, disoriented and lost, lives in a state of irreversible decadence, we have long since passed the threshold of no return. The Church of today is no longer in Gethsemane, not even on the cross on Calvary, it is living the most dramatic moment in its way: that silence that seems almost a total absence of God. A space of time that goes from sunset on Good Friday to Easter Sunday. Between the closing of the tomb and the empty tomb of the Risen One, a sort of divine emptiness is experienced, before which the only appropriate thing is that silence that cannot be understood and lived except through faith, hope and charity.

Everyone knows how to speak, especially inappropriately, few know how to keep quiet and live that great silence that leads us to the resurrection. There are those who cannot remain silent and gossip by playing predictions about the future pope, in a completely worldly dimension, and those who understand the importance of remaining silent, in a completely mystagogical dimension.

I can therefore only repeat, below, what I have already written in the second part of an article of mine published on March 2, while the deceased August Pontiff was hospitalized at the Policlinico Agostino Gemelli in Rome between life and death: «And if simony were to come back into fashion at the next conclave?» (See HERE)

Everyone has their own style, individual or collective. In the first, as in the second case, it can be spontaneous, or studied on the table. The Fathers of this magazine The Island of Patmos , during ten years of journalistic activity, starting from October 2014, several times due to opportunity, other times due to the virtue of prudence, have renounced dealing with emerging themes linked to the Church and the Papacy, being first and foremost presbyters ; editors and publicists to follow, but presbyters ahead of everything. Certain topics may require to be dealt with when there is greater knowledge that can lead to a truthful, fair and balanced judgement.

 

______________________________

 

When the doors of the Sistine Chapel close, the Church will have to deal with the various problems left as a legacy by this pontificate, which remains judgeable, overall, only by history, perhaps even many years from now. The Supreme Pontiff Francis was elected after an act of renunciation by his predecessor, a rare event and a traumatic for all of us, especially due to the unfortunate methods chosen at the time by Benedict XVI, complete with the extravagant invention of the «emeritus papacy», or misleading terms such as «enlarged papacy», «active papacy and contemplative papacy» (!?)…

That of the Holy Father Francis is a pontificate that takes place in a social and geopolitical context of great decadence on a global level, with a de-Christianization of Europe that has already reached irreversible levels for twenty years. Elsewhere a hemorrhage of faithful has taken place in what were once the two lungs with which Catholicism breathed: Latin America and Africa.

Francis’ pontificate was full of problems, ambiguities and lack of clarity, there were also forms of despotism in total contempt of ecclesiastical laws and rules. To deny that this Pontiff will leave a confused, divided and quarrelsome Church due to trials open on all fronts, based on the unusual principle that «the important thing is to open the trials», without however concluding them and bringing them to full completion, is to deny the clearest evidence of the facts. However, who tells us that in several years we will not have to thank the pontificate of Francis for having preserved and saved the Church from problems and damage which without his actions, not understandable at the time, would have been greater, or even irreparable? Francis is a complicated man who fits into a very complicated historical moment, any judgment given in the present about him and his pontificate, could be completely wrong tomorrow.

It would not be the first time that certain men, not understood at the time in their actions, were later celebrated as extraordinary personalities who were decades ahead of the present time in which they lived. This is why sometimes, precisely when one is perplexed, disoriented and grieve for certain ambiguous attitudes and not even easy to decipher, despite exercising legitimate critical sense, is necessary and prudently suspending judgement..

One of the serious problems this pontificate will leave for the next conclave is this: tthe cardinal electors do not know each other. The last secret consistory took place in 2015. Let’s clarify: the consistory is the assembly of cardinals convened by the Roman Pontiff and can be secret, public, semi-public. What is called “secret” is that in which only the cardinals gathered to discuss in a private, i.e. secret, form with the Supreme Pontiff participate, regarding the various problems of the Church and its government. Today, to the serious problem of the cardinals who do not know each other, there is another one unknown to the secularists of the international left who glorify «the poor Church for the poor», so much does poverty in the homes and on the lives of others excites them, praising this pontificate which has appointed dozens of cardinals «coming from the peripheries of the world» and «from the poorest countries».

Let us not dwell the poor doctrinal and theological training of several of these holy men coming from those privileged situations for which today they can deserve a cardinal’s purple: «the suburbs» … «the poor countries». Several of these cardinals are bishops of countries where the presence of Catholics cannot be defined as even a small minority: on the island of Tonga, of which Cardinal Soane Patita Paini Mafi is bishop, there are around 10,000 baptized Catholics. Giorgio Marengo, apostolic vicar of Mongolia, where Catholics number 1,200 baptized out of 3,300,000 inhabitants, was created cardinal in 2020, at the age of just 46. These cardinal electors, emblem of the «poor Church for the poor» of the various «existential peripheries», govern local churches that can survive and live in contexts of great hardship and authentic poverty thanks to the donations that come to them from rich local churches, or from large foundations on linked to them. To be clear: a single Austrian, German, Australian, Canadian or North American parish can maintain an entire diocese in certain poor countries in Latin America, Asia and Africa, where the relationship between the Euro and the Dollar and their national currency is totally disproportionate in terms of purchase value.

Tomorrow, in the Sistine Chapel, a group of cardinals from these countries, rigorously chosen by Holy Father among the exponents of the so-called most advanced progressivism, will with delicate ease make it clear that they hold the purse strings, leaving dozens of “poor-peripheral-existential” cardinals the forced choice based on the survival of their local churches that can only live thanks to external aid. Of course, once this was called simony, today it is instead called «poor church for the poor».

At present the poor so exalted in this pontificate have been left hostage to the whims of the rich as they had never been before, after having given life to a College of cardinal electors who do not represent the various and noumerous voices, opinions and positions that have always enriched the Church internally, but a single, monotonous voice. And among the various damages perpetrated, this will perhaps be the worst, because it weighs like a lead-heavy mortgage on the next conclave. With all due respect to the poor Church, which inside the Sistine Chapel will strangle the poor, with the purse strings by rich most progressive and ideologicalized.

From The Island of Patmos, May 5, 2025

.

.

______________________

Cari Lettori, questa rivista richiede costi di gestione che affrontiamo da sempre unicamente con le vostre libere offerte. Chi desidera sostenere la nostra opera apostolica può farci pervenire il proprio contributo mediante il comodo e sicuro Paypal cliccando sotto:

O se preferite potete usare il nostro Conto bancario intestato a: Edizioni L’Isola di Patmos

Agenzia n. 59  Roma – Vaticano

Codice IBAN: IT74R0503403259000000301118

Per i bonifici internazionali: Codice SWIFT: BAPPIT21D21

Se fate un bonifico inviate una email di avviso alla redazione, la banca non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un messaggio di ringraziamento: isoladipatmos@gmail.com

Vi ringraziamo per il sostegno che vorrete offrire al nostro servizio apostolico.

I Padri dell’Isola di Patmos

.

.

.

.

.

.

.

.