Il Minutella’s flop story narrato da un Vescovo del Brasile. In appendice una spiegazione del Vescovo di San Cristobal de las Casas sulla fake news della Pachamama venerata in Vaticano

IL MINUTELLA’S FLOP STORY NARRATO DA UN VESCOVO DEL BRASILE. IN APPENDICE UNA SPIEGAZIONE DEL VESCOVO DI SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS SULLA FAKE NEWS DELLA PACHAMAMA VENERATA IN VATICANO

«Pachamama non è una divinità o dea, è una figura mitologica allegorica, come quelle figure di cui è piena la letteratura classica greca e latina, ma dinanzi alle quali certi personaggi non sembrano sentirsi a disagio. Forse perché mitologie e allegorie degli antichi greci e latini sono cultura, mentre mitologie e allegorie dei nostri popoli sono roba da selvaggi pagani idolatri?»

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Autore di queste lettera privata che il diretto interessato mi ha concesso di rendere pubblica nei tempi e nelle forme da lui indicate è un mio caro confratello brasiliano assieme al quale ho vissuto a Roma ai tempi degli studi ecclesiastici. Nominato anni dopo vescovo ausiliare, decorsi altri anni fu promosso a una sede arcivescovile metropolitana del Brasile.

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Carissimo Padre Ariel,

2019, foto di repertorio: Pachamama nei Giardini Vaticani

a te, e ai Confratelli che portano avanti la meritoria opera L’Isola di Patmos, che in molti leggiamo traendone informazioni, spunti di riflessione e conforto: pace, grazie e benedizioni da Dio.

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I Vescovi di questa mia regione sono stati informati della presenza del Sig. Alessandro Maria Minutella, presbitero italiano scomunicato e dimesso dallo stato clericale, in soggiorno nel nostro Paese. Valutato il fenomeno abbiamo reputato non emettere alcun comunicato. Te ne spiego il motivo: un soggetto del genere non può avere nessuna presa sui nostri fedeli, soprattutto in quelli che per motivi vari si dichiarano scontenti delle nostre Chiese locali e di noi loro Vescovi. Essendo tu uomo colto, poliglotta, che studia il linguaggio e le diverse culture, sai che l’approccio con le persone di un Paese come il nostro implica conoscerne storia, tradizioni, usi e costumi.

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Ricordi quando vivevamo a Roma in una Casa sacerdotale internazionale, con quanta attenzione abbiamo cercato di imparare a trattare e avere rapporti umani e fraterni con cinesi, coreani, vietnamiti e altri fratelli provenienti da abitudini mentali totalmente diverse da quelle che potevano essere le nostre, le tue di italiano, le mie di brasiliano? Nel grande Brasile non esiste una cultura univoca che connota il nostro popolo, ciò può avvenire in nazioni come Francia, Germania, Inghilterra. Da noi esistono tante culture tenute unite sul grande territorio geografico della nostra nazione composta da 26 Stati che formano la Repubblica Federale del Brasile, con una lingua comune che ci fu data dai portoghesi, perché fino alla fine del XVI secolo erano parlate molte decine di lingue autoctone. Ciò per dire che questo personaggio pittoresco si è presentato come un extraterrestre giunto da un altro pianeta, ignaro dei costumi, delle tradizioni e della complessità psicologica delle nostre popolazioni, e per questo destinato a totale insuccesso. Consapevoli di ciò, potevamo noi Vescovi dargli con un comunicato quella pubblicità che mai avrebbe avuto? 

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Nei video-documenti che tu mi hai inviato e che con attenzione ho ascoltato, questo agitato Signore parla di cose come “teologia della liberazione” e “modernismo”. Evidentemente non sa che la maggioranza dei nostri fedeli non sa proprio cosa sia la teologia della liberazione. Per trovare dei conoscitori bisogna andare negli studi teologici e parlare con degli esperti. Dire poi a un fedele brasiliano “modernismo” o “eresia modernista” equivale alla pronuncia di una parola incomprensibile. Se questo Signore vuole parlare del modernismo condannato dal Papa San Pio X, deve andare a discutere con i nostri storici e i nostri ecclesiologi, che sono poche persone colte ed esperte. Non può parlarne nemmeno con i preti di ordinaria formazione, solo con colti storici e teologi.

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Dopo avere parlato di concetti sconosciuti quali “teologia della liberazione” e “eresia modernista”, questo Signore ha fatto più riferimenti a Pachamama, ignorando che le persone del luogo dove ha soggiornato (Ndr. San Paolo del Brasile) non conoscono Pachamama, da lui confusa con la cultura indigena brasiliana. Se avesse parlato del protagonista di Mission impossible o di Matrix, lo avrebbero compreso. Ma soprattutto è errato e falso attribuire ai popoli indigeni della nostra Amazzonia la “creazione” e “il culto” di Pachamama, perché si tratta di una antica figura mitologica degli inca peruviani, diffusa poi tra le varie popolazioni andine. Pachamama non è una divinità o dea, è una figura mitologica allegorica, come quelle figure di cui è piena la letteratura classica greca e latina, ma dinanzi alle quali certi personaggi non sembrano sentirsi a disagio. Forse perché mitologie e allegorie degli antichi greci e latini sono cultura, mentre mitologie e allegorie dei nostri popoli sono roba da selvaggi pagani idolatri? Il Cristianesimo dei primi secoli, non si è forse sviluppato inculturando e cristianizzando molti antichi usi, costumi e simboli che appartenevano in origine ai pagani? Non abbiamo forse, tu e io, celebrato più volte la Santa Messa in basiliche romane la cui struttura originaria era quella degli antichi templi pagani?

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Un Signore italiano che arriva nel nostro Paese e raduna 20 persone non è un problema ma qualche cosa che non esiste. Noi siamo abituati a predicatori evangelici, pentecostali e di altre varie sette ai cui raduni accorrono 1.000 persone quando la presenza è bassa. Quelli celebri radunano 20.000/30.000 persone e mandando la predicazione in diretta sui social dove sono seguiti da 100.000/ 200.000 persone.

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Mi dicevi che questo Signore proseguirà per Uruguay e Argentina. Se questo è il suo stile avrà meno seguito ancora. Per le nostre genti un Signore che come documentano i video si presenta a spiegare che il legittimo Pontefice è stato eletto invalidamente, che non parlando le nostre lingue nazionali si serve di traduttori non professionisti che non comprendono i suoi concetti confusi già difficili da capire in italiano, non sarà preso in considerazione nemmeno dai più semplici, figurarsi dalle persone colte!

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Tu sai il grande amore che nutro verso l’Italia e quanto sono fiero per avere studiato a Roma, ma ignoravo che potessero esistere soggetti come questo Signore, me lo sarei aspettato altrove, non però nel Paese vostro dove continua a esistere il clero più formato e colto di tutto il mondo.

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Sì, ti permetto di rendere pubblica la mia lettera, però ti chiedo tre cose. Primo, non mettere il mio nome perché purtroppo implicherebbe il coinvolgimento della mia Diocesi e questo non posso e non devo farlo. Secondo, attendi che questo Signore sia andato via dal Brasile, poi pubblicala pure. Terzo, correggi il mio testo, come quando tanti anni fa revisionasti la mia tesi di dottorato, perché se allora commettevo errori nella scrittura in italiano, che non è la mia lingua madre, oggi che non parlo più italiano giornalmente come quando ero a Roma la mia scrittura è sicuramente peggiorata.

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Un abbraccio fraterno, sai che ti aspetto sempre e che conto su una tua visita in Brasile. C’è chi dice che questi nostri per la Chiesa sono momenti non facili, sinceramente io mi chiedo e chiedo anche a te: quando la Chiesa ha vissuto momenti facili?

Prega per me!

Lettera Firmata

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il Cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, Vescovo emerito di San Cristobal de las Casas

A quanti desiderano comprendere quanto insussistenti siano le fake news sulla ormai famosa e “famigerata” Pachamama «venerata in Vaticano con culti idolatrici», si consiglia la attenta lettura dell’articolo scritto dal Cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, Vescovo emerito di San Cristobal de las Casas, pubblicato su L’Osservatore Romano nel novembre del 2019.

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dall’Isola di Patmos, 21 febbraio 2022

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