Il Minutella’s flop story narrato da un Vescovo del Brasile. In appendice una spiegazione del Vescovo di San Cristobal de las Casas sulla fake news della Pachamama venerata in Vaticano

IL MINUTELLA’S FLOP STORY NARRATO DA UN VESCOVO DEL BRASILE. IN APPENDICE UNA SPIEGAZIONE DEL VESCOVO DI SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS SULLA FAKE NEWS DELLA PACHAMAMA VENERATA IN VATICANO

«Pachamama non è una divinità o dea, è una figura mitologica allegorica, come quelle figure di cui è piena la letteratura classica greca e latina, ma dinanzi alle quali certi personaggi non sembrano sentirsi a disagio. Forse perché mitologie e allegorie degli antichi greci e latini sono cultura, mentre mitologie e allegorie dei nostri popoli sono roba da selvaggi pagani idolatri?»

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Autore di queste lettera privata che il diretto interessato mi ha concesso di rendere pubblica nei tempi e nelle forme da lui indicate è un mio caro confratello brasiliano assieme al quale ho vissuto a Roma ai tempi degli studi ecclesiastici. Nominato anni dopo vescovo ausiliare, decorsi altri anni fu promosso a una sede arcivescovile metropolitana del Brasile.

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Carissimo Padre Ariel,

2019, foto di repertorio: Pachamama nei Giardini Vaticani

a te, e ai Confratelli che portano avanti la meritoria opera L’Isola di Patmos, che in molti leggiamo traendone informazioni, spunti di riflessione e conforto: pace, grazie e benedizioni da Dio.

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I Vescovi di questa mia regione sono stati informati della presenza del Sig. Alessandro Maria Minutella, presbitero italiano scomunicato e dimesso dallo stato clericale, in soggiorno nel nostro Paese. Valutato il fenomeno abbiamo reputato non emettere alcun comunicato. Te ne spiego il motivo: un soggetto del genere non può avere nessuna presa sui nostri fedeli, soprattutto in quelli che per motivi vari si dichiarano scontenti delle nostre Chiese locali e di noi loro Vescovi. Essendo tu uomo colto, poliglotta, che studia il linguaggio e le diverse culture, sai che l’approccio con le persone di un Paese come il nostro implica conoscerne storia, tradizioni, usi e costumi.

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Ricordi quando vivevamo a Roma in una Casa sacerdotale internazionale, con quanta attenzione abbiamo cercato di imparare a trattare e avere rapporti umani e fraterni con cinesi, coreani, vietnamiti e altri fratelli provenienti da abitudini mentali totalmente diverse da quelle che potevano essere le nostre, le tue di italiano, le mie di brasiliano? Nel grande Brasile non esiste una cultura univoca che connota il nostro popolo, ciò può avvenire in nazioni come Francia, Germania, Inghilterra. Da noi esistono tante culture tenute unite sul grande territorio geografico della nostra nazione composta da 26 Stati che formano la Repubblica Federale del Brasile, con una lingua comune che ci fu data dai portoghesi, perché fino alla fine del XVI secolo erano parlate molte decine di lingue autoctone. Ciò per dire che questo personaggio pittoresco si è presentato come un extraterrestre giunto da un altro pianeta, ignaro dei costumi, delle tradizioni e della complessità psicologica delle nostre popolazioni, e per questo destinato a totale insuccesso. Consapevoli di ciò, potevamo noi Vescovi dargli con un comunicato quella pubblicità che mai avrebbe avuto? 

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Nei video-documenti che tu mi hai inviato e che con attenzione ho ascoltato, questo agitato Signore parla di cose come “teologia della liberazione” e “modernismo”. Evidentemente non sa che la maggioranza dei nostri fedeli non sa proprio cosa sia la teologia della liberazione. Per trovare dei conoscitori bisogna andare negli studi teologici e parlare con degli esperti. Dire poi a un fedele brasiliano “modernismo” o “eresia modernista” equivale alla pronuncia di una parola incomprensibile. Se questo Signore vuole parlare del modernismo condannato dal Papa San Pio X, deve andare a discutere con i nostri storici e i nostri ecclesiologi, che sono poche persone colte ed esperte. Non può parlarne nemmeno con i preti di ordinaria formazione, solo con colti storici e teologi.

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Dopo avere parlato di concetti sconosciuti quali “teologia della liberazione” e “eresia modernista”, questo Signore ha fatto più riferimenti a Pachamama, ignorando che le persone del luogo dove ha soggiornato (Ndr. San Paolo del Brasile) non conoscono Pachamama, da lui confusa con la cultura indigena brasiliana. Se avesse parlato del protagonista di Mission impossible o di Matrix, lo avrebbero compreso. Ma soprattutto è errato e falso attribuire ai popoli indigeni della nostra Amazzonia la “creazione” e “il culto” di Pachamama, perché si tratta di una antica figura mitologica degli inca peruviani, diffusa poi tra le varie popolazioni andine. Pachamama non è una divinità o dea, è una figura mitologica allegorica, come quelle figure di cui è piena la letteratura classica greca e latina, ma dinanzi alle quali certi personaggi non sembrano sentirsi a disagio. Forse perché mitologie e allegorie degli antichi greci e latini sono cultura, mentre mitologie e allegorie dei nostri popoli sono roba da selvaggi pagani idolatri? Il Cristianesimo dei primi secoli, non si è forse sviluppato inculturando e cristianizzando molti antichi usi, costumi e simboli che appartenevano in origine ai pagani? Non abbiamo forse, tu e io, celebrato più volte la Santa Messa in basiliche romane la cui struttura originaria era quella degli antichi templi pagani?

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Un Signore italiano che arriva nel nostro Paese e raduna 20 persone non è un problema ma qualche cosa che non esiste. Noi siamo abituati a predicatori evangelici, pentecostali e di altre varie sette ai cui raduni accorrono 1.000 persone quando la presenza è bassa. Quelli celebri radunano 20.000/30.000 persone e mandando la predicazione in diretta sui social dove sono seguiti da 100.000/ 200.000 persone.

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Mi dicevi che questo Signore proseguirà per Uruguay e Argentina. Se questo è il suo stile avrà meno seguito ancora. Per le nostre genti un Signore che come documentano i video si presenta a spiegare che il legittimo Pontefice è stato eletto invalidamente, che non parlando le nostre lingue nazionali si serve di traduttori non professionisti che non comprendono i suoi concetti confusi già difficili da capire in italiano, non sarà preso in considerazione nemmeno dai più semplici, figurarsi dalle persone colte!

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Tu sai il grande amore che nutro verso l’Italia e quanto sono fiero per avere studiato a Roma, ma ignoravo che potessero esistere soggetti come questo Signore, me lo sarei aspettato altrove, non però nel Paese vostro dove continua a esistere il clero più formato e colto di tutto il mondo.

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Sì, ti permetto di rendere pubblica la mia lettera, però ti chiedo tre cose. Primo, non mettere il mio nome perché purtroppo implicherebbe il coinvolgimento della mia Diocesi e questo non posso e non devo farlo. Secondo, attendi che questo Signore sia andato via dal Brasile, poi pubblicala pure. Terzo, correggi il mio testo, come quando tanti anni fa revisionasti la mia tesi di dottorato, perché se allora commettevo errori nella scrittura in italiano, che non è la mia lingua madre, oggi che non parlo più italiano giornalmente come quando ero a Roma la mia scrittura è sicuramente peggiorata.

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Un abbraccio fraterno, sai che ti aspetto sempre e che conto su una tua visita in Brasile. C’è chi dice che questi nostri per la Chiesa sono momenti non facili, sinceramente io mi chiedo e chiedo anche a te: quando la Chiesa ha vissuto momenti facili?

Prega per me!

Lettera Firmata

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il Cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, Vescovo emerito di San Cristobal de las Casas

A quanti desiderano comprendere quanto insussistenti siano le fake news sulla ormai famosa e “famigerata” Pachamama «venerata in Vaticano con culti idolatrici», si consiglia la attenta lettura dell’articolo scritto dal Cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, Vescovo emerito di San Cristobal de las Casas, pubblicato su L’Osservatore Romano nel novembre del 2019.

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dall’Isola di Patmos, 21 febbraio 2022

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10 commenti
  1. Redazione
    Redazione dice:

    (Commenti selezionati dai profili social dei Padri de L’Isola di Patmos)

    Marco Calzolari

    Riguardo alla Pachamama però ho letto quanto segue.
    “Rileggendo “I profeti dell’illuminismo” dello storico Vincenzo Ferrone (Laterza editore, 2000,) scopro a pagina 230 che nel Settecento il culto della Pachamama (e di Pachacamac) era stato introdotto nella massoneria napoletana da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (1710-1771) il più noto esoterista italiano, insieme a Cagliostro, del XVIII secolo, Gran Maestro e massimo rappresentante del Rito Egizio Tradizionale, il rito più magico, occultista e misterico della massoneria.”
    (Cit. da post di Martino Mora, ma la bontà della fonte mi è stata confermata da un amico biblista).

    Portare questo idolo in processione in San Pietro avrebbe quindi implicazioni molto gravi, ben al di là di una rievocazione folcloristica. Chi ha ragione a questo punto? Il vescovo di San Cristobal o lo storico Ferrone? (N.B. il libro di Ferrone è del 2000). Constatando poi come alla processione della Pachamama in San Pietro (ottobre 2019) è seguita a breve distanza una pandemia mondiale, sorgono ulteriori timori di coinvolgimenti preternaturali.

    Ma su questo tema preferisco lasciare la parola a padre Ariel Levi Di Gualdo.

    • Redazione
      Redazione dice:

      (Commenti selezionati dai profili social dei Padri de L’Isola di Patmos)

      Andrea Lui

      Sono lieto soprattutto delle cristalline precisazioni su Pachamama. Mi permetto tuttavia di considerare le cerimonie svoltesi con la statua in questione inopportune proprio perché possibili di fraintendimenti fuori da certi contesti. Il paragone con le divinità classiche regge. Nel rinascimento ci furono fedeli onesti e ottimi religiosi che si scandalizzarono per la passione che la curia romana mostrava verso i miti greco romani. Fuori contesto le decorazioni del palazzo apostolico, certe rappresentazioni teatrali care ai pontefici regnanti potevano sembrare non solo un problema morale, ma un vero e proprio cedimento idolatra. E i protestanti ci giocarono abilmente sopra

    • Padre Ariel
      Padre Ariel dice:

      Caro Marco,

      non conosco l’opera del principe di Sangro (duca di Fondi), famiglia di cui ho conosciuto solamente l’ultimo erede, don Oderisio, il cui unico figlio nato oltre 250 anni dopo è divenuto presbitero e monaco. Non mi preoccuperei però più di tanto, perché la Massoneria è piena di simboli e figure tratte dalla cultura ebraico-cristiana, al tempo stesso di simbologie prese, in modo più o meno corretto, dalla cultura degli antichi egizi e via dicendo. Gli esoteristi massonici, per esempio, usano in modo improprio la Cabala ebraica come elemento esoterico, al punto che oggi la massa identifica la cabala con “l’esoterismo ebraico”, mentre invece, la cabala, è una corrente spirituale mistica, non a caso la parola derivante dalla radice “cabal” e significa alla lettera “ricevere”, tradotta anche come “tradizione”. Per “ricevere” s’intende l’insegnamento orale trasmesso dal maestro. Sempre nella tradizione ebraica ortodossa gli studi cabbalistici potevano e possono essere iniziati solo dopo il compimento del 40° anno di età, perché richiedono sufficiente maturità e solida formazione a monte.

      Gli esoteristi usano in modo esoterico anche le immagini dell’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni, in maniera ovviamente a dir poco impropria. Di questi usi e arbitrari abusi la colpa non è certo della Cabala, dell’Apocalisse e finanche neppure di Pachamama. Se certi ufologi sostengono che Gesù Cristo era un alieno sceso sulla terra, la colpa non è certo degli Apostoli e di noi cristiani.

      Sulla opportunità della cerimonia di valenza non religiosa svoltasi in Vaticano con Pachamama si può discutere e in tal caso sono io il primo a dire che non è stata cosa opportuna, anzi è stato un episodio a mio libero e legittimo parere infelice, come tanti altri fatti ed episodi avvenuti sotto il lungo pontificato del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, o come la statua di Martin Lutero portata nell’aula delle udienze nel 2017 e poi collocata nei Giardini Vaticani, perché a quel punto si sarebbe potuto reclamare che vi fossero collocate anche statue celebrative di Ario, Pelagio, Montano, Dolcino, Valdo e via a seguire tutti i più celebri eretici della storia della Cristianità.

      Il problema non è questo, né il problema sono questi fatti tutti quanti legittimamente criticabili; il problema nasce al momento in cui certi cattolici scontenti, emotivi, mossi da ragionamenti errati e irrazionali, si mettono ad accusare il Sommo Pontefice di idolatria e di «avere reso culto a divinità pagane». Questi cosiddetti cattoliconi sono mossi di prassi e rigore da una ignoranza abissale, perché non sanno, ossia appunto ignorano, che in molte nostre istituzioni, residenze e luoghi di culto vi sono affreschi e dipinti dell’epoca rinascimentale che rievocano gli antichi baccanali mascherati dietro figure o scene di vita cristiana e religiosa, altrettanto nella prima epoca di certe espressioni artistiche del barocco, altro che Pachamama!

      Vengo infine al suo discorso circa il fatto che dopo l’episodio di Pachamama nell’ottobre del 2019 è scoppiata una pandemia. Con santa ironia potrei rispondere che Dio se la prende davvero per molto poco, perché in Italia, nel corso dell’anno 2019, stando alle statistiche del Ministero della sanità sono stati praticati 68.000 aborti, dinanzi ai quali non mi risulta che il Vesuvio con tutti i vulcani collegati nel sottosuolo dei Campi Flegrei sia esploso con la potenza di 100 bombe atomiche devastando e distruggendo mezza Italia. Quindi, se la pandemia da Covid fosse da ricollegare alla santa ira divina per la Pachamama, sarebbe a dir poco lecito dire che Dio se la prende davvero per molto poco.

  2. Redazione
    Redazione dice:

    (Commenti selezionati dai profili social dei Padri de L’Isola di Patmos)

    Marco Diaf

    Lungi da me difendere l’ex prete siciliano (anzi, mi meraviglio che non scriviate mai nulla di uno molto più pericoloso che porta pure la berretta da Vescovo), ma forse non avete visto in diretta quel giorno la cerimonia ai giardini vaticani. E poi le processioni in San Pietro.

    Sarà vero quello che ha detto il prete brasiliano, ma allora, visto che era andina, che ci faceva al centro di un Sinodo sull’Amazzonia? Come mai i nativi amazzonici presenti si sono inchinati in adorazione? Su quel tappeto non c’era solo la Pachamana, come ben sappiamo, ma altre cose davanti ai quali pure dei frati quel giorno si sono inginocchiati, col Papa presente serio a guardare.

    • Padre Ariel
      Padre Ariel dice:

      Caro Marco,

      adesso le dimostro, a livello storico, che lo straccio di vesti su Pachamama non sta in piedi. Ecco perchè … io indosso la stola sacerdotale come paramento liturgico, che è il segno per antonomasia del sacerdozio cattolico. Lei sa da dove e da chi l’abbiamo acquisita? Dagli antichi culti pagani romani, la stola era tipica delle sacerdotesse della dea Vesta e usata in vari altri culti.

      Durante certe celebrazioni noi usiamo il piviale, per esempio durante le esposizioni e le solenni processioni con il Santissimo Sacramento. Sa da che cosa deriva il piviale? Dall’antico pluvialis che era il tipico mantello liturgico usato dai sacerdoti dell’antica religio pagana romana.

      Noi chiamiamo il Successore del Beato Apostolo Pietro Sommo Pontefice. Sa da chi abbiamo preso questo titolo? Dal gran sacerdote che sul ponte Sublicio di Roma studiava i movimenti delle acque e il volo degli uccelli per interpretare la volontà o il favore degli dei e che in virtù di questo era chiamato Pontifex Maximus (Sommo Pontefice).

      Potrei continuare ancora a lungo ma concludo con una domanda: sono io che devo imparare da lei o lei da me? Perché se lei avesse un tocco di umiltà, non dovrebbe fare affermazioni strampalate come se le sue ipotesi fossero verità, ma dovrebbe, a uno studioso come me, porre delle domande per cercare di comprendere tutto ciò che non conosce. Ciò per un ovvio motivo: perché mentre lei, lette quattro cazzate sui social pensa di avere capito tutto, io che studio da 40 anni, spesso mi pongo il serio quesito se, casomai, dopo tanto studiare, forse alla fin fine non ho capito un cazzo, per usare una espressione idiomatica tanto cara e usata dal Sommo Pontefice Benedetto XIV, al secolo Prospero Lambertini, il quale minacciò, chi si scandalizzava per le sue parolacce, che se non la smettevano di fare gli scandalizzati avrebbe promulgato una “Bolla del Cazzo” per concedere l’indulgenza plenaria a chi pronunciava questa parole dieci volte al giorno.

      • Stefano Delle Chiaie
        Stefano Delle Chiaie dice:

        Per confutare la tesi di idolatria della pachamama, lei ha richiamato in analogia alcuni accidenti mutuati nel cristianesimo dall’antica religio. Domanda: possiamo applicare il criterio analogico in modo così estensivo? Cioè, possiamo dire che la Madre di Dio mutua l’antico culto di Gea, la Madre Terra? Dal punto di vista antropologico forse sì, perché tutte le religioni esprimono in modo vago e confuso il bisogno ancestrale di ciò che Dio ha poi rivelato in Cristo. Ma se dunque la pachamama è un archetipo della Madre di Dio, è anche ovvio assegnarle uno spazio liturgico in di S. Pietro e inscenare apparenti culti propiziatori nei giardini Vaticani, avvalorando con ciò un’equivalenza? Per il card Esquivel va tutto bene madama la marchesa, non c’è idolatria; avvertendo però l’insufficienza ti cotanto ragionamento, da mestierante clericale, cala l’asso dell’accusa contro chi giudica, e il discorso è chiuso. Cara Eminenza, ma come facciamo noi a sapere che chi riverisce il sole (entità impersonale) sta adorando Dio? Non le pare giustificato il timore che in tal modo sembri invece che tra culto e culto, alla fine, non c’è differenza? Se per le anime belle come lei è tutto così ovvio, che bisogno c’è che poi ce lo venga a spiegare? Se invece la cosa non è ovvia, non ravvede motivo di scandalo? P. Ariel, se sulla pachamama lei è “il primo a dire che non è stata cosa opportuna”, perché ci rimanda al comunicato ufficiale politicamente corretto del cardinale? Se “Come dice Gesù, non dobbiamo giudicare né condannare come idolatria ciò che non lo è”, cos’è che non è stato opportuno?

  3. Redazione
    Redazione dice:

    (Commenti selezionati dai profili social dei Padri de L’Isola di Patmos)

    Rita Parsi

    Forse sbaglio, ma quando si tenta all’estero, dove non si è conosciuti, potrebbe essere un segnale di crisi in loco, magari non detta. In genere un leader non parte da solo ma con dei proseliti, con una specie di seguito per rendere credibile la sua stessa “missione”. Qui…crisi interna ci cova. Forse pensava che le culture sud americane fossero costituite da babbei spiritualisticheggianti e boccaloni?

    Tutto farebbe pensare ad un crollo in casa. Forse non gli credono più qui? Perché poi gli italiani si stancano del solito personaggio. E qui la solfa quotidiana non basta più neanche a chi è abboccato? Applicando il principio di Gamaliele direi che forse è alla frutta don Minutella. Ora anche alla Macedonia sud americana

    P. S

    Lo conosce il Minutella il principio di Gamaliele? Non è quello di Pitagora, glielo si dica.

    • Padre Ariel
      Padre Ariel dice:

      Cara Rita,

      i suoi commenti sempre saggi e garbati mi rendono tanto piacevoli le risposte. Le rispondo dunque che il poverino in questione, oltre a essere un concentrato di arroganza pari solo alla sua colossale e crassa ignoranza in materie filosofiche, storiche e soprattutto teologico-dogmatiche, è un irredimibile provinciale.

      Nel suo precedente viaggio in Colombia ha parlato servendosi di un traduttore che non sapeva come tradurre certi suoi giri di parole. Infatti, il più grande evangelizzatore del mondo inviato da Lama Donna in persona (Quella con cui parla Minutella non è la Madonna, ossia la Beata Vergine Maria, bensì Lama Donna) si è messo a parlare di questioni legate addirittura a precisi contesti di particolari località italiane (!?).

      Insomma: Minutella in giro per certi Paesi sembra Totò in quel film comico in cui andava in trasferta a Milano con la pelliccia e il colbacco russo in testa. Con la differenza che Totò faceva il comico consapevole e cosciente di essere un comico, Minutella fa invece sul serio e non si rende conto di quanto è comico.

      Bisogna per ciò intendersi: se uno se ne va come libero cittadino o come turista in giro per il mondo, non c’è problema. Se invece uno, come questo poverello, presume di recarsi in certi Paesi per portare precisi messaggi e annunci alle persone del posto, di qualsiasi genere essi siano, in tal caso deve anzitutto conoscere gli usi, i costumi, le abitudini e il modo di pensare di quelle popolazioni già prima di partire. Soprattutto deve conoscere, ed anche bene, la loro lingua, o in casi di lingue particolarmente ostiche, per esempio le lingue orientali o la lingua araba, conoscere in tal caso bene la lingua convenzionale con la quale queste popolazioni comunicano, per esempio l’inglese o il francese.

      Andare con certe pretese nei Paesi del Latino America e non riuscire a comunicare in spagnolo, o dicendo qualche parola in ridicolo spagnolo maccheronico, è in parte da dementi e in parte da arroganti presuntuosi senza misura e ritegno, anche perché a quel punto, come giustamente dice lei, le persone del posto possono pensare … ma questo, per caso ci vuol prendere per babbei?

      A questo aggiunga che negli ambiti cattolici dei vari Paesi del mondo, quando arriva un prete italiano le persone, di prassi e rigore, si aspettano sempre il meglio del meglio, perché nel loro modo cattolico di pensare e sentire quel prete, che sia di Cefalù o che sia di Bolzano, per loro viene da Roma e basta, perché per loro e nel loro sentir cattolico l’Italia è Roma. Per questo le aspettative sono sempre e di rigore alte, in Africa come in America Latina, in Asia come nelle Comunità cattoliche dei Paesi arabi.

      Ovviamente, il povero provinciale in trasferta, a queste cose non ci arriva proprio, quindi può solo fare la parte di Totò in trasferta a Milano, ma come ripeto: Totò recitava, mentre Minutella, poveraccio, fa sul serio!

      Raccoglierà tutto quel che merita, mentre i deficienti che gli finanziano vacanze con seguito appresso da lui mascherate da viaggi apostolici, ne dovranno seriamente rispondere a Dio.

  4. Redazione
    Redazione dice:

    (Commenti selezionati dai profili social dei Padri de L’Isola di Patmos)

    Emanuela Sala

    “un Signore italiano che arriva nel nostro Paese e raduna 20 persone non è un problema ma qualche cosa che non esiste.”…
    una verità anche per l’Italia: non esiste, la maggioranza non sa neanche chi sia, una persona sana ci fa una risata sopra.
    Raduna i fedeli adatti al suo ovile.
    AMEN…vada in pace.

    P.S le sue funzioni non hanno nessun valore, non consacra il pane e il vino, non valgono i sacramenti celebrati dal Minutella…é un gioco e non durerà molto.

    • Padre Ariel
      Padre Ariel dice:

      Cara Emanuela,

      ho il dovere e l’obbligo sacerdotale di correggerla. La Santa Messa celebrata da Minutella è valida e validi sono i Sacramenti da lui amministrati.

      Per la legge della Chiesa lui non potrebbe, non solo celebrare la Messa e amministrare Sacramenti, ma non potrebbe lui stesso ricevere i Sacramenti se non dopo essersi pentito. Neppure potrebbe entrare dentro una Chiesa. Infatti, in due santuari francesi, gli impedirono l’accesso. Dunque, le Messe che lui celebra e i Sacramenti che amministra sono per la Chiesa e il diritto ecclesiastico: validi ma illeciti. Ossia: lui celebra la Santa Messa in modo illecito e in modo illecito amministra i Sacramenti perché la Chiesa glielo ha proibito, però sia le Sante Messe che i Sacramenti sono validi, perché comunque rimane un sacerdotale validamente ordinato. Coloro che partecipano alle sue celebrazioni e ricevono Sacramenti da lui, incorrono nella scomunica latae sententiae (scomunica automatica).

      Pertanto, quando si parla di dimissione dallo stato clericale, nessuno deve pensare che il Minutella cessi di essere prete, perché tale rimarrà sempre e per sempre. Essere dimesso dallo stato clericale vuol dire non appartenere più al clero e al corpo dei fedeli della comunione della Chiesa Cattolica, nessuno però può togliergli il sacramento dell’Ordine Sacro, come nessuno, a lei, potrebbe mai togliere il Santo Battesimo.

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