I vaccini anti-covid19. Quella morale e quella carità cristiana ignota a quei turbolenti “cattolici antivax” che urlano sui social media come pescivendoli al mercato rionale

—  Attualità ecclesiale —

I VACCINI ANTI-COVID19. QUELLA MORALE E QUELLA CARITÀ CRISTIANA IGNOTA A QUEI TURBOLENTI “CATTOLICI ANTIVAX” CHE URLANO SUI SOCIAL MEDIA COME PESCIVENDOLI AL MERCATO RIONALE

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Il Cattolico ha il dovere morale di vaccinarsi per un senso di profonda responsabilità nei confronti del genere umano, perché il genere umano è quel suo prossimo che non solo deve rispettare e tutelare, ma che deve proprio amare come se stesso. Cosa dura da far capire a soggetti ciechi e ottusi che hanno fondata la loro ideologia anti-scientifica anzitutto sul palese disprezzo per l’altro, che sia il singolo o che sia l’intera comunità scientifica mondiale. E simili atteggiamenti, per un cattolico, sono veramente e profondamente peccaminosi.

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terapia intensiva

A questo tema delicato i Padri de L’Isola di Patmos hanno dedicato il saggio: La Chiesa e il coronavirus. Emblematico il sottotitolo del libro: «Tra supercazzole e prove di fede. L’apostolato dei Padri de L’Isola di Patmos in tempo di pandemia», nato dalla riflessione di apertura in cui il teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci spiega il significato di supercazzola, termine assunto dal lessico filosofico per indicare giri di parole prive di senso. Seguono le riflessioni di tutti e tre, incluse quelle molto preziose del teologo cappuccino Ivano Liguori che ha trascorso anni della sua vita sacerdotale a prestare servizio nel grande polo ospedaliero di Cagliari, a contatto giornaliero con la vita umana, la malattia e la morte.

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Se prima era opportuno ricordare la nostra opera di saggistica, che sinceramente vi consigliamo in lettura, adesso è necessario articolare una premessa, prima di aprire la riflessione vera e propria.

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Il movimento dei cosiddetti antivax ha dei propri aderenti molto virulenti anche all’interno del nostro mondo cattolico, benché si tratti di cattolici a modo loro. Si va infatti dai catastrofisti millenaristi a quelli convinti della diabolica immoralità dei vaccini all’interno dei quali sono stati frullati i feti dei bambini abortiti (!?). Seguono quelli che identificano il vaccino col marchio della bestia che compare nella narrativa simbolica e a tratti ermetica dell’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni e altri che parlano dell’imminente lotta finale che vedrà il definitivo trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

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Se a questi vari estremisti novax del cattolicesimo fai-da-te spieghi che la Santa Sede non ha tardato a chiarire la moralità dei vaccini rispondendo anzitutto alla bufala dei feti di bimbi abortiti frullati al loro interno [vedere documento della Congregazione per la Dottrina della Fede], la risposta del catto-idiota integralista antivax non si farà attendere: «La Santa Sede ha ormai smarrito gli autentici valori del Vangelo e si è sottomessa ai poteri forti mondiali». Appresso seguono poi le contumelie sul Pontefice regnante da parte di molti appartenenti a questi gruppuscoli pseudo-cattolici che risolvono il problema alla radice mettendo direttamente in dubbio la validità della sua elezione al sacro soglio. Rifacendosi, anche in questo caso, a tutte le bufale che circolano da anni sulla fantastica invalidità dell’atto di rinuncia del Sommo Pontefice Benedetto XVI.

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Gli antivax che ritengono di essere cattolici sono tra tutti i peggiori, perché supportano le loro teorie strampalate con il soprannaturale, mentre gli antivax laicisti si basano su loro evidenti disturbi psicotici, oppure sui fanta-complotti, senza scomodare Dio Padre, il Verbo di Dio Incarnato, la Beata Vergine Maria e l’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni.

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L’esperienza maturata in questi tempi di pandemia ha insegnato, a me e ai miei confratelli redattori, che parlare con l’antivax è inutile, perché è chiuso al ragionamento e al senso critico. Si possono portare tutte le più logiche ragioni scientifiche, che egli rifiuterà sempre e comunque, sostenendo teorie assurde variabili dai complotti planetari sino alla inesistenza del Covid-19 chiamato ironicamente “pandemenza”, senza alcun rispetto per i vivi che si sono salvati e per la memoria di tutti coloro che sono morti e le loro famiglie ancora sofferenti per la perdita dei loro cari.

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L’antivaccinista ha però una risposta assurda sempre pronta: non nega che vi siano stati svariati milioni di morti in tutto il mondo, nega che siano morti per Covid-19, perché a suo dire non ne abbiamo alcuna prova. Inutile ricordargli i 793 morti in un solo giorno il 21 marzo 2021 e la triste fila di camion militari che trasportavano le salme fuori Bergamo dove non c’erano più luoghi di sepoltura e cremazione, perché l’antivaccinista ha una risposta pronta anche per questo: «Non è stato dimostrato che siano morti di Covid-19 perché non sono state eseguite le autopsie». Dinanzi a una simile risposta basata su granitiche convinzioni illogiche e anti-scientifiche, si può forse spiegare che non è possibile effettuare autopsie sulle salme di un numero simile di deceduti in un momento di emergenza senza precedenti come quello che abbiamo vissuto nel 2020, con gli ospedali che scoppiavano e il personale sanitario allo stremo delle forze? O che forse, anziché salvare la vita ai vivi, si doveva fare le autopsie ai morti? O che forse si è smarrito il ricordo di medici ultra ottantenni rientrati in servizio perché, a partire dai medici, il personale sanitario era stato messo fuori combattimento dal virus che aveva colpito anzitutto medici e para-medici? Spiegare tutto questo non serve purtroppo a niente, proprio perché l’antivax ha una risposta di smentita irrazionale pronta per tutto, mentre l’antivax pseudo cattolico ancora di più e ancora di peggio. Gli uni per un verso, gli altri per altro verso, si collegano ai loro siti e blog complottisti di fiducia e bevono di tutto e di più come delle oche alle quali sono stati dati granelli di sale in cibo.

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A questi soggetti impossibili da scalfire nelle loro radicali opinioni, ho tentato di narrare certe tristi esperienze fatte come sacerdote? Sì, l’ho fatto, narrando per esempio di essere entrato in una terapia intensiva con tutte le più alte cautele perché un amico medico, 52 anni d’età, era ad alto rischio di mortalità. E come desiderio, sapendo di essere prossimo alla morte, chiese di me. I suoi colleghi fecero un’eccezione, per questo ometto sia il luogo sia soprattutto il nome dell’ospedale. Non entrai propriamente dentro, ma rivestito di tuta, con mascherina, guanti e visiera agli occhi, lo vidi a mezzo metro al di là del vetro. Dall’interno le infermiere spinsero il letto a rotelle fino al vetro e una delle due attivò dall’interno il vivavoce del suo cellulare, altrettanto feci io col mio. Sorrisi all’amico e gli dissi: «vuoi domandare in cuor tuo perdono a Dio onnipotente e misericordioso per i tuoi peccati?». Lui bisbigliò per due volte: «… si … si …». Levando la mano dinanzi al vetro recitai: «Ego, facultate mihi ab Apostolica Sede tributa, et remissionem omnium peccatorum tibi concedo. In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti» (Per le facoltà a me conferite dalla Sede Apostolica ti concedo la remissione di tutti i tuoi peccati …). Mentre poi presi a recitare: «Per sacrosancta humanae reparationis mysteria, remittat tibi omnipotens Deus omnes praesentis et futurae vitae poenas, paradisi portas aperiat et ad gaudia sempiterna perducat». Incominciò a stravolgere gli occhi e a divenire cianotico. Le infermiere spinsero di nuovo il letto nella sua posizione e non vidi più nulla se non le spalle delle due e di altri tre membri del personale sanitario sopraggiunti di corsa. Quando dopo alcuni minuti si distaccarono da lui, uno di essi si volse verso di me scuotendo la testa. A quel punto vidi l’amico riverso sul letto con gli occhi stravolti e la bocca spalancata. Era morto, al di là del vetro, soffocato. 

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Ho narrato questo episodio a qualche antivax che vive di complotti e che ironizza sulla “pandemenza” da Covid-19? Certo, l’ho fatto, ma con questi risultati: una mi rispose affermando con gran sicurezza e sicumera che quella era la prova provata che con le intubazioni erano state ammazzate le persone, perché se non le avessero sottoposte a ventilazione artificiale non sarebbero morte. Un altro mi rispose che quelle erano delle morti causate volutamente per creare una grande instabilità socio-politica e per metterci tutti sotto controllo con una vaccinazione a tappeto. Evito di andare oltre con le risposte assurde che mi furono date, prive soprattutto di umano rispetto per i vivi e per i morti. Quale preparazione scientifica avevano queste persone? Da dove traevano le loro granitiche sicurezze? Semplice, saltano di blog in blog, tra complotti e teorie anti-scientifiche, senza che nessuno li possa scalfire, ecco da dove traggono le loro sicurezze. Ho mai consigliato loro di visionare il Sito ufficiale del Ministero della Salute o quello della Agenzia del Farmaco? Certo che sì, ma per l’antivax le uniche verità risiedono nelle pericolose dichiarazioni di quel cialtrone di Stefano Montanari e di quella vergogna d’italiano di Antonio Pappalardo, che dall’alto della sua carica di generale in pensione dell’Arma dei Carabinieri finì rinviato a giudizio per vilipendio del Capo di Stato. Questa la triste morale della favola: è inutile parlare con certe persone, invitarle alla ragione o ad ascoltare i pareri degli esperti che, lungi dall’essere infallibili, ne sanno di certo più dell’antivax privo di qualsiasi formazione scientifica, perché in ogni caso seguiteranno a nutrirsi di bufale sui social media. Parlare con loro è quindi una perdita di tempo che implica due diverse fatiche: prima si compie lo sforzo necessario per arrabbiarsi, poi si compie lo sforzo necessario per tranquillizzarsi.

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Interessante il rapporto nevrotico di queste persone quando fanno ricerche su internet, dove trovano solo ed esclusivamente ciò che vogliono trovare a suffragio delle loro opinioni, tutto il resto non esiste. Criticano in modo spietato i virologi — va da sé senza avere strumenti scientifici per farlo —, tacciandoli di essere servi dei poteri occulti o sul libro paga di quelli forti e manco a dirsi delle multinazionali farmaceutiche, ma nessuno di questi antivax ha mai letto i loro articolo scientifici, i dati statistici riportati o ascoltato le loro conferenze. L’antivax si è creato un mondo chiuso dal quale sostiene e diffonde senza pudore l’anti-scienza, criticando la scienza con metodi anti-scientifici grossolani, il tutto dopo essersi rifiutato di leggere, ascoltare e valutare le ragioni che la scienza porta, perché il suo mondo spazia appunto tra Stefano Montanari e Antonio Pappalardo, i due venefici soggetti di cui dicevo prima.

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Tentare di ragionare con un antivax è come voler parlare di rispetto per le diverse culture religiose con un fondamentalista islamista dell’Isis. In un primo momento si è pensato che gli antivax andassero trattati con empatia, vale a dire presi in giro bonariamente e altrettanto bonariamente messi in ridicolo per cercare di indurli a prendere atto di quanto strampalate e fuori da ogni criterio scientifico fossero le loro convinzioni. È stato però un errore, sarebbe bastato chiedere lumi a qualche esperto psichiatra per prendere atto che il fanatico invasato da fanatismo politico, o peggio ancora religioso o pseudo-religioso, oltre a non possedere una vena ironica e umoristica è del tutto privo di auto-ironia. Come unico punto di riferimento ha solo le convinzioni che si è formato e sulle quali non intende discutere, salvo diventare violento e aggressivo.

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Uso me stesso come esempio ricordando che di formazione sono teologo dogmatico e studioso della storia del dogma. È ovvio che per me i dogmi sono i pilastri fondanti della nostra fede. Ma non ho mai avuto problema a confrontarmi con persone e studiosi che considerano i dogmi delle pure e semplici invenzioni umane, costruiti e poi definiti da persone intelligenti, o da intere assise di persone intelligenti ― a partire dal primo grande Concilio di Nicea dell’anno 325 ― al fine di tenere in piedi l’impianto di quella fides catholica che certi studiosi non credenti, o atei, considerano elaborata a tavolino. Quindi che il Cristianesimo ebbe il successo che a partire dal IV secolo riscosse grazie all’Imperatore Costantino, che a suo modo ne fu per gran parte il creatore, non solo il sostenitore per interessi puramente politici. A fronte di questo e altro, perché io teologo e molti miei confratelli sacerdoti teologi, non abbiamo mai avuto problema ad avere questi scambi? Anzi, quasi sempre ne è nata stima reciproca e anche belle amicizie umane tra persone molto diverse tra di loro, pure se le une credono e le altre negano il tuo credo. Il tutto è avvenuto e seguita ad avvenire per il semplice fatto che dall’una e dall’altra parte non c’è mai stato un chiuso, ottuso e gretto atteggiamento integralista. L’antivax è invece il paradigma della persona chiusa, ottusa e gretta che struttura il suo sentire soggettivo su forme di pericoloso integralismo psicologico.

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Perché noi Padri de L’Isola di Patmos ci siamo subito vaccinati appena giunto il nostro turno? Due i principali motivi: il primo, perché la scienza ha indicato il vaccino come unico possibile rimedio per arginare o comunque limitare gli effetti del virus. E nessuno di noi ha conoscenze e competenze scientifiche per poter affermare che la scienza sbaglia, quindi abbiamo seguito, come tutti dovrebbero fare, il consiglio degli specialisti e degli uomini di scienza. Il secondo, perché come pastori in cura d’anime e come teologi abbiamo e viviamo interiormente ed esteriormente, in sostanza e forma, un profondo senso di responsabilità nei confronti del genere umano. Domanda: la scienza e gli uomini di scienza, possono sbagliare? Certamente, è accaduto più volte e accadrà anche in futuro, però, se proprio vogliamo concedere il beneficio dell’errore umano, meglio concederlo alla scienza e agli uomini di scienza che cercano di salvare le vite umane, anziché dare certi benefici a ignoranti arroganti privi dei fondamenti basilari di certe scienze mediche. E questa si chiama logica, si chiama comune buon senso, quello pressoché assente negli antivax ideologici e purtroppo anche in una fetta sempre più consistente di popolazione.

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Se con gli antivax non si può ragionare, allora in che modo si può interagire con loro, appurato scientificamente che l’unico sistema per ridurre i danni da Covid-19 è la vaccinazione di tutta la popolazione, checché ne possano dire costoro? Il problema è giuridico per quanto riguarda lo Stato laico, morale per quanto riguarda la nostra fede cattolica.

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Partiamo dallo Stato laico: abbiamo visto gruppi di antivax esaltati gridare «libertà, libertà!» sulle piazze per rivendicare il loro “diritto” del no al vaccino. La prima domanda che bisogna porsi è la seguente: per queste persone, che cos’è la libertà? Procediamo con gli esempi: vogliamo per caso incriminare per atti osceni in luogo pubblico una coppia che decide di avere un rapporto sessuale su una spiaggia affollata o sulla panchina di un luogo pubblico? Lo fanno perché si amano e per questo decidono liberamente di fare l’amore, è un loro diritto amarsi e fare l’amore, o no? Come può esistere nel 2021 un sistema così retrogrado e puritano che osa chiamare “atti osceni” la libertà che due persone hanno di amarsi? Dunque è presto detto: l’articolo 527 del Codice Penale non va semplicemente depenalizzato, ma proprio abolito come figura di reato. Come vedete la libertà è un concetto nel quale si può racchiudere di tutto, dal diritto di una coppia a copulare in un luogo pubblico al diritto assoluto e indiscutibile della donna di abortire un figlio, per seguire col diritto altrettanto assoluto e indiscutibile di praticare l’eutanasia. Tutti coloro che nel corso del tempo, in vari Paesi del mondo, hanno voluto trasformare la vita umana, la propria ma soprattutto quella degli altri, in un bene disponibile, lo hanno sempre fatto gridando due parole: «diritti» e «libertà». Ovviamente, nel nostro discorso, non sono in questione né l’aborto né l’eutanasia, ma la salute intesa come interesse collettivo. L’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana è molto chiaro:

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«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

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In una situazione di pandemia, possono delle persone ledere la tutela della salute della collettività perché per loro motivazioni puramente irrazionali, anti-scientifiche e ideologiche rifiutano la vaccinazione? Lo stesso articolo 32 prosegue però a precisare:

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«Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

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La nostra Costituzione è chiara senza fraintendimento nell’indicare che la salute è un bene collettivo, ma che al tempo stesso nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non ai sensi di legge. Sono entrambi due punti fissi e rigidi. E proprio questo è il problema: bisogna stabilire in modo chiaro e preciso che coloro che rifiutano la vaccinazione per loro motivazioni puramente irrazionali, anti-scientifiche e ideologiche, o anche per forme di ignoranza radicata e invincibile, possono realmente recare un grave danno all’intera collettività. Il tutto deve essere provato però in modo molto rigoroso nel rapporto di causa ed effetto, tanto da poter invocare la obbligatorietà in virtù del fatto che nessun Paese liberale, democratico e veramente civile ha mai concesso che la male intesa idea soggettiva di “libertà” possa recare grave danno all’intera collettività. Personalmente ― ma il mio pensare, beninteso, è un’opinione che lascia il tempo che trova ―, credo che nella situazione attuale potrebbero ricorrere tutti gli elementi giuridici per imporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Come però ripeto il tutto deve essere chiarito in punta di diritto nel modo più rigoroso possibile, evitando così di dare vita, in caso contrario, a un pericoloso precedente in virtù del quale si possa dichiarare domani non salutare la permanenza in vita di un malato terminale o la nascita di un bimbo affetto da sindrome di Down.

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Usando come esempio quello del buon pater familias, potremmo dire che lo Stato è un po’ come un genitore che avendo il dovere di tutelare una famiglia molto numerosa non può permettere in alcun modo che alcuni rechino grave danno a tutti gli altri. Certamente lo Stato non può agire come quel padre debole e smidollato che con un sorriso addolorato stampato in faccia prova in tutti i modi a convincere un figlio irragionevole e ribelle a non danneggiare gli altri, specie quando questo non considera ciò un danno ma piuttosto l’esercizio di un suo libero diritto. Può dunque ammonirlo una, due volte, ma alla terza eserciterà la sua potestas in modo coercitivo e lo obbligherà a fare quel che è doveroso faccia per non recare danno a tutti gli altri.

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In uno Stato come il nostro, formato perlopiù da politici affamati di voti come dei bulimici voraci, pronti a dimenticarsi gli Antonio Gramsci, i Palmiro Togliatti e gli Enrico Berlinguer che hanno caratterizzato il loro glorioso passato di Sinistra italiana, per piegarsi a un povero analfabeta come quel certo Influencer lombardo che muove dodici milioni di followers. Con, dall’altra parte, una Destra cosiddetta populista che misura la temperatura mestruale all’utero della piazza per cercare di capire come compiacerla e aumentare così in futuro il consenso elettorale, qualcuno vede per caso all’orizzonte uno Stato che possa agire con la sapienza del buon pater familias?

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Mi stupisco veramente del nostro Presidente della Repubblica e di tutti i politici che invitano le frange dei novax al senso di responsabilità, perché sarebbe come chiedere a un cieco di leggere la segnaletica stradale o a un sordo di apprezzare la voce della soprano Maria Callas. Per questo non capisco come mai la massima carica dello Stato e i politici dotati di buon senso perdano tempo inutilmente attraverso queste esortazioni che, come suol dirsi, possono sortire come unico effetto quello di intestardire ancora di più nell’irrazionale queste frange di persone. Occorre — a mio modesto parere — un deciso intervento legislativo. Non basta dire che senza green pass non si potrà entrare nei locali pubblici, quindi essere per ciò sottoposti a tutta una serie di limitazioni. Occorre di più: è necessario stabilire con preciso e deciso decreto legge che le persone contrarie alla vaccinazione per motivi ideologici-irrazionali, se contraggono il virus in forma grave dovranno pagare dalla prima all’ultima tutte le spese sanitarie, anche perché, un ammalato ricoverato in terapia intensiva, alla collettività nazionale dei pubblici contribuenti costa 2.000 euro al giorno di degenza. Una simile decisione sarebbe utile anche per evitare altre possibili e per nulla improbabili ingiustizie sociali, per esempio che una persona alla quale non è possibile somministrare il vaccino per sue gravi e complesse patologie, sia infettata dall’antivax che finisce poi ricoverato in terapia intensiva a spese della collettività, mentre per il malato al quale non poteva essere somministrato il vaccino non ci sarà posto per il ricovero. L’antivax uscirà dalla terapia intensiva e continuerà a parlare di complotti dei poteri forti, semmai denuncerà pure i medici che con la scusa della “pandemenza” hanno causato il danneggiamento dei suoi organi interni, mentre il malato al quale non era possibile somministrare il vaccino morirà, perché l’antivax gli ha rubato il posto nella terapia intensiva.

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A questi ideologi-irrazionali va chiesta e pretesa coerenza, se contraggono il virus della “pandemenza”, le soluzioni dovrebbero essere due: o si curano con la loro tanto esaltata medicina alternativa, con la naturopatia, l’omeopatia e i cocktail di aminoacidi e vitamine, oppure pagano le conseguenze del loro grido «libertà, libertà!» saldando tutte le spese ospedaliere. Domanda: si può, moralmente, negare le cure e il ricovero in terapia intensiva a una persona che non può pagarle? Penso di sì, anzi ritengo che sarebbe non solo possibile ma anche opportuno e risolutivo, basterebbe a tal proposito ricordare in che modo fu posta fine alla stagione dei sequestri di persona in Calabria e in Sardegna. Bloccando alle famiglie dei sequestrati i beni e rendendo impossibile il pagamento dei riscatti. Purtroppo alcuni sequestrati non fecero mai ritorno a casa né mai furono ritrovati neppure i loro cadaveri, però la stagione dei sequestri di persona si chiuse definitivamente. Da sempre, purtroppo, non solo è lecito, ma persino auspicabile e opportuno sacrificare in certe particolari situazioni una vita umana per salvarne altre mille dal rischio di morte. Questo principio all’apparenza disumano e crudele lo compresi verso la metà degli anni Novanta attraverso il racconto di un’anziana donna ebrea, madre di quattro figli, che dalla soffitta dove era nascosta con gli altri tre figlioletti vide in strada il figlio maggiore adolescente, uscito per degli approvvigionamenti — perché essendo adolescente destava minore sospetto — catturato dalle S.S. nell’inverno del 1943. Cosa avrebbe dovuto fare? Correre in strada urlando “ridatemi mio figlio!”, facendo in tal modo catturare anche gli altri tre, oppure finendo catturata anche lei e lasciando soli gli altri tre piccoli già orfani di padre? Le menti che vivono di passioni e che esprimono giudizi dettati da pure emozioni, quale soluzione logica, razionale e realistica darebbero dinanzi a un caso del genere?

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Concludiamo adesso con i peggiori: i novax che pensano di essere cattolici e che rivendicano il diritto di esserlo a modo loro, come del resto è tipico in tutte le forme espressive degli integralisti. Anzitutto che cosa vuol dire:

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«Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli»? [Sal 115, 15].

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Può voler dire molte cose, a partire dal fatto che nessuno, per egoismo e ideologiche convinzioni errate può mettere a rischio la vita dei fedeli, così preziosa agli occhi del Signore. E ancora:

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«Dammi intelligenza e osserverò la tua Legge; la praticherò con tutto il cuore. Guidami per il sentiero dei tuoi comandamenti, poiché in esso trovo la mia gioia» [Sal 119, 34-35].

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Come si conciliano queste parole con chi, come l’antivax pseudo cattolico fondmentalista, rifiuta invece l’intelligenza per elevare a legge la stoltezza illogica che ha deciso di far albergare in sé stesso? Anche l’ultimo degli integralisti pseudo-cattolici convertito alla moderna religione pagana dell’antivaccinismo ― salvo sentirsi cattolico integrale duro e puro ― è capace a recitare come una tiritera la frase impressa nel Libro del Levitico e poi riportata anche per bocca di Cristo Dio nei Santi Vangeli:

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«Non odierai tuo fratello nel tuo cuore; rimprovera pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a causa sua. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il Signore» [Lv 19, 17-18].

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Il cattolico fanatico convertito alla religione pagana dell’antivaccinismo, le parole delle Sacre Scritture e dei Salmi non è proprio in grado di recepirle. Se poi le legge, non riesce purtroppo a comprenderle. Il fratello è indubbiamente il nostro simile in carne e ossa, ma è anche un grande contenitore all’interno del quale sono racchiuse tutte le specie di fratellanza: fratello è il personale medico e paramedico che ha svolto il proprio lavoro in un grande momento di crisi sanitaria. Fratello sono i virologi che anziché andare in televisione ― checché se ne dica, perché li ho incontrati negli studi di Mediaset e più volte ci ho parlato ―, avrebbero preferito rimanere nei loro ospedali e nei loro laboratori di ricerca. Difficilmente però, a fare informazione in un momento di emergenza da pandemia poteva provvedere l’Associazione Nazionale dei Parrucchieri o quella delle Estetiste, l’Ordine Nazionale degli Avvocati, quello degli Ingegneri o quello degli Architetti. E semmai, per andare a fare informazione, loro che erano gli unici in quel momento qualificati a farla, hanno sacrificato il poco tempo disponibile che gli restava per stare una o due ore con le loro mogli e i loro figli.

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Negli scritti, nei messaggi, nelle dichiarazioni degli antivax cattolici serpeggia un disprezzo sarcastico intollerabile che denota una mancanza pressoché totale di carità cristiana, basta leggere certi blog o riviste telematiche per comprendere e toccare con mano il loro infimo livello umano. Parole intrise di rancore, dense di minacce e di giudizi morali che non stanno cristianamente né in cielo né in terra.

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«Ama il prossimo tuo come te stesso» vuol dire anzitutto proteggerlo e tutelarlo, perché non esiste ragione soggettiva, basata sulle emozioni fondate sulla anti-scienza, in nome della quale si possa recare gravi danni ai propri simili, a partire dal rifiuto della vaccinazione.

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Come cittadino della Repubblica Italiana, sacerdote e teologo affermo che rifiutare in questo momento la vaccinazione, dopo che le migliori conoscenze della scienza moderna mondiale l’hanno indicata come unico rimedio per evitare, o almeno per ridurre di molto i danni del Covid-19, è cosa moralmente inaccettabile, vale a dire peccaminosa, in quanto peccato contro la carità. E lo è perché l’intera narrazione vetero e novo testamentaria mi dice esattamente il contrario di quello che scrivono certi poveri sciagurati qualificandosi come “veri cattolici” e come “vero pensiero cattolico”.

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Grazie a Dio non sono membro della Conferenza Episcopale Italiana, se lo fossi non esiterei a proporre a tutti gli altri fratelli vescovi l’adozione di una decisione drastica: senza green-pass non si entra in chiesa. Ce lo impone l’amore per il prossimo e il nostro rifiuto deciso e totale verso ogni forma di idolatria, inclusa la moderna religione pagana degli antivax basata sul culto di una non meglio precisata medicina alternativa, della naturopatia e della omeopatia. Soggetti ai quali puoi mettere sotto gli occhi le persone che muoiono soffocate per mancanza di respirazione, ma che senza rispetto alcuno per i morti e per i vivi ti diranno che non è vero, che è tutta quanta una “pandemenza”. È vero, è una “pandemenza”, per l’esattezza la “pandemenza” ideologico-irrazionale e antiscientifica degli antivax, ignari che i dementi affetti da “pandemenza” esistono eccome, sono loro!

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Il Cattolico ha il dovere morale di vaccinarsi per un senso di profonda responsabilità nei confronti del genere umano, perché il genere umano è quel suo prossimo che non solo deve rispettare e tutelare, ma che deve proprio amare come se stesso. Cosa dura da far capire a soggetti ciechi e ottusi che hanno fondata la loro ideologia anti-scientifica anzitutto sul palese disprezzo per l’altro, che sia il singolo o che sia l’intera comunità scientifica mondiale. E simili atteggiamenti, per un cattolico, sono veramente e profondamente peccaminosi.

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dall’Isola di Patmos,  29 luglio 2021

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In postilla finale chiarisco: nell’era dell’analfabetismo digitale un numero elevato di persone, oltre a non avere la capacità di comprendere quel che leggono, hanno difficoltà a capire il significato delle parole di cui ignorano radice ed etimo. E dopo avere letto titolo e sottotitolo di uno scritto articolato come questo testé proposto all’attenzione dei nostri Lettori, l’analfabeta digitale, letto solo il titolo e forse il sottotitolo, comincia a impazzare sui social media offendendo e attribuendo all’Autore ciò che mai ha pensato, detto e scritto. Credo di avere spiegato a sufficienza che certi soggetti sono irrecuperabili poiché chiusi a meccanismi anche elementari di ragionamento. Per scrupolo di chiarezza preciso che non ho mai sostenuto l’obbligo alla vaccinazione, ma solo sostenuto e chiarito, da un punto di vista giuridico e da un punto di vista morale, il dovere alla vaccinazione. E per chiunque conosca la lingua italiana — eccezion fatta per gli analfabeti digitali —, le parole “dovere” e “obbligo” hanno due diversi significati nell’ambito del diritto e nell’ambito della dottrina cattolica, quindi due diversi modi di applicazione.

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Cari Lettori,

vi prego di prendere visione dell’articolo scritto dal presidente delle nostre Edizioni [vedere QUI], nel quale avevamo chiesto un sostegno per il fondo delle mie spese processuali dopo che fui reso oggetto di una querela che, per quanto infondata, mi impone però di procedere alla mia difesa in sede di giudizio e quindi mi obbliga a spendere soldi per le spese legali. La logica è palese: colpirne uno per spaventarne e metterne a cuccia mille. Sino a oggi abbiamo raccolto quasi il necessario. 

Per questo ringrazio coloro che sino a oggi hanno inviato un contributo per il fondo spese processuali e ai quali ho inviato in privato un messaggio di ringraziamento. Purtroppo ad alcuni non ho potuto rispondere, perché assieme alla loro donazione non hanno inviato un messaggio con la loro email, quindi è stato impossibile anche e solo ringraziarli. Li ringrazio tanto in queste righe, dispiaciuto per non avergli potuto inviare un messaggio.

 

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