Alla fine è stato scoperto. Il ghost-writer del Sommo Pontefice Francesco è il Padre Ariel S. Levi di Gualdo che un anno fa tenne una “lectio” per la quale fece inferocire gli impropriamente detti “tradizionalisti”, invocando l’abolizione del Motu Proprio di Benedetto XVI sul “Vetus Ordo Missae”

—  Attualità ecclesiale —

ALLA FINE È STATO SCOPERTO. IL GHOST WRITER DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO È IL PADRE ARIEL S. LEVI di GUALDO CHE UN ANNO FA TENNE UNA LECTIO PER LA QUALE FECE INFEROCIRE GLI IMPROPRIAMENTE DETTI TRADIZIONALISTI, INVOCANDO L’ABOLIZIONE DEL MOTU PROPRIO DI BENEDETTO XVI SUL VETUS ORDO MISSAE

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In modo imparziale e senza pregiudizi, Padre Ariel analizza e spiega quanto al presente non sia proponibile ipotizzare un ritorno a un passato che secondo taluni non deve passare. Al tempo stesso, però, chiarisce quanto sia urgente mettere mano a dei correttivi, procedendo con una riforma della riforma di una sacra liturgia divenuta da decenni teatro dei personalismi soggettivi e stravaganti dei celebranti, sino a renderla instabile e assoggettata al capriccio particolare, anziché essere espressione orante della dimensione universale della Chiesa di Cristo.  

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Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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«… e non è neppure la prima volta!». Espressione di rigore, perché in più occasioni il nostro Padre Ariel S. Levi di Gualdo ha anticipato situazioni, tempi e persino documenti e atti pontifici. Lo dimostrano senza possibile smentita suoi libri e articoli pubblicati anni prima il verificarsi di certi eventi. O non descrive forse, nell’ormai lontano 2010, la situazione ecclesiale che viviamo oggi nel suo libro E Satana si fece trino?

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Più di un anno fa, il 7 maggio 2020, scatenando le ire degli impropriamente detti “tradizionalisti”, pubblicò il video di una sua lectio nella quale auspicava, non tanto l’abolizione del motu proprio dato dal Sommo Pontefice Benedetto XVI nel 2007 che concedeva il libero uso del Messale Romano di San Pio V, ma supportando il tutto con ragioni ecclesiologiche, pastorali e pedagogiche. In questa lectio spiega perché è auspicabile che si proceda ad abolire l’uso del Messale di San Pio V concesso nel 2007 col Motu Proprio Summorum Pontificum sulla Liturgia Romana dal Sommo Pontefice Benedetto XVI. Muovendosi su rigorosi criteri storico-teologici, il relatore spiega anzitutto quali siano stati i limiti della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Una riforma di cui la Chiesa aveva bisogno, ma sui risultati della quale, oggi, c’è molto da discutere. In modo imparziale e senza pregiudizi, Padre Ariel analizza e spiega quanto al presente non sia proponibile ipotizzare un ritorno a un passato che secondo taluni non deve passare. Al tempo stesso, però, chiarisce quanto sia urgente mettere mano a dei correttivi, procedendo con una riforma della riforma di una sacra liturgia divenuta da decenni teatro dei personalismi soggettivi e stravaganti dei celebranti, sino a renderla instabile e assoggettata al capriccio particolare, anziché essere espressione orante della dimensione universale della Chiesa di Cristo.  

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A distanza di un anno e passa, ecco pubblicata il 16 luglio 2021 la Lettera del Santo Padre Francesco ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il Motu Proprio Traditionis Custodes sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970. Questa Lettera Apostolica data in forma di motu proprio racchiude tutte le ragioni enunciate ed espresse un anno prima dal Padre Ariel, soprattutto nel messaggio esplicativo indirizzato dal Santo Padre ai Vescovi. Insomma, sembra scritta da lui.

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Vi invitiamo ad ascoltare la sua lectio del 7 maggio 2021 poi a leggere la Lettera Apostolica del Sommo Pontefice Francesco del 16 luglio 2021. E ciascuno faccia le proprie valutazioni, perché esaminati i due documenti, non occorrono ulteriori spiegazioni. In ogni caso abbiamo scoperto che il vero ghost-writer del Sommo Pontefice Francesco è Padre Ariel S. Levi di Gualdo.

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dall’Isola di Patmos, 16 luglio 2021

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