Ecumenismo? Purché fatto nella verità e per la verità: il successo di Lutero

Padre Giovanni

ECUMENISMO? PURCHÈ FATTO NELLA VERITÀ E PER LA VERITÀ: IL SUCCESSO DI LUTERO

ll successo di Lutero è in gran parte dovuto al fatto che egli raccolse e sviluppò istanze ereticali già esistite nella storia della Chiesa, come per esempio quelle più immediatamente precedenti di Hus e di Wycliff, nonchè dei valdesi, dei manichei, dei catari, di Ockham e di Cusano, anche se è vero che ogni eresiarca dà sempre un carattere peculiare alle dottrine che inventa, e ciò evidentemente consente di distinguere le eresie di Lutero da quelle degli altri eretici.  D’altra parte bisogna anche ritrovare in Lutero traccia di istanze riformatrici autentiche, che già caratterizzarono i grandi riformatori medioevali come San Brunone, San Pier Damiani, San Romualdo, San Bernardo, San Giovanni Gualberto, San Francesco, e Santa Caterina da Siena.

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Autore Giovanni Cavalcoli OP

Autore
Giovanni Cavalcoli, OP

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Con tutta l’attualità del caso, mentre si sta avvicinando la celebrazione dei 500 anni della “riforma” dell’eresiarca Lutero, la Redazione dell’Isola di Patmos ripropone un articolo pubblicato due anni fa dal Padre Giovanni Cavalcoli, OP

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Lutero predicazione

predicazione di Martin Luther, stampa del XVI secolo

Oggi più che mai, in epoca di ecumenismo, ci chiediamo qual è il senso o il significato del luteranesimo. E su questo punto continuano le discussioni e le interpretazioni contrastanti, nonostante i passi fatti dall’ecumenismo. Quali sono le origini e le cause del luteranesimo? Quali i suoi intenti, le sue istanze, i suoi temi essenziali? Quali i suoi risultati? Come è possibile che a cinque secoli di distanza, dopo le condanne della Chiesa, esso sia ancora vivo, tanto da influenzare oggi la teologia cattolica? Da cosa dipende la potenza della sua seduzione? Come mai attira anche grandi intelligenze e uomini di valore? E cosa si potrebbe fare per ricondurre i fratelli separati alla comunione con la Chiesa Romana?

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Lutero tesi

Lutero affigge le sue 95 tesi sul portale della chiesa cattedrale

Un’idea sbagliata che si è diffusa nel mondo cattolico a causa di un falso ecumenismo, è che, tutto sommato, il luteranesimo è stata una scelta come un’altra, all’interno del cristianesimo o della Chiesa, come furono per esempio le famiglie religiose fondate da San Benedetto o San Francesco o San Domenico. Il luteranesimo non sarebbe una falsa interpretazione del cristianesimo e della Chiesa, ma sarebbe semplicemente una scelta diversa. Per altri, poi, Lutero sarebbe stato un grande riformatore della Chiesa, un grande genio religioso assetato di Cristo e della sua giustizia, una tromba profetica, un fustigatore di scandali, abusi, vizi ed eresie, il quale avrebbe fatto prender coscienza alla Chiesa e a Roma delle loro deviazioni dottrinali e morali medioevali e le avrebbe condotte con energia ed intransigenza alla riscoperta del vero Vangelo e del vero rapporto salvifico con Cristo, rifiutando molte concezioni e pratiche spuri, pure tradizioni di uomini, che si erano accumulate nel passato, quali detriti che ricoprono col tempo un monumento nascondendone la genuina bellezza.

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vescovessa Eaton

la “vescovessa” Elizabeth Eaton presidente dei vescovi luterani degli U.S.A.

I moderni seguaci di Lutero, considerando anche il clima ecumenico, non fanno più propria la violenza degli attacchi del “Riformatore” contro il Papa, la dottrina e la morale cattoliche, e tuttavia, se legittimano l’esistenza della Chiesa Romana, la vedono con una certa sufficienza, un certo tollerante e benevolo compatimento, come un rispettabile avanzo del passato, per cui non si sognerebbero mai di considerarla la guida della Chiesa, ruolo, questo, che riservano gelosamente solo a loro stessi, che da cinquant’anni ormai si sono fregiati del titolo di “progressisti” e sono venerati e proclamati tali.

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vescovessa eaton pastorale

la “vescovessa” Elizabeth Eaton

Altri, credendo poi di operare in tal modo per l’unione dei cristiani, si sono fatti l’idea che cattolici e protestanti rappresentino alla pari, seppur in modo diverso e reciprocamente complementare, due grandi frantumi di Chiesa, divisasi all’epoca di Lutero a causa di torti e incomprensioni reciproci e quindi per colpe da ambo le parti. Per cui la soluzione o il rimedio di questa spaccatura, rottura, frattura, o divisione o come vogliamo chiamarla, non starebbe nel fatto, come ordina ed auspica lo stesso documento conciliare sull’ecumenismo (1) che i fratelli separati, rinunciando ai loro errori, siano “pienamente incorporati” nella Chiesa cattolica, nella quale soltanto c’è le pienezza della verità, ma essi possono mantenere tranquillamente le loro posizioni. L’importante è che ci sia il dialogo e la reciproca collaborazione. Nel contempo si continua a “pregare per l’unità”. Ma io mi domando se in queste condizioni d’animo e di mentalità tale preghiera non diventi un’ipocrisia.

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preghiera ecumenica comiso

il Vescovo di Ragusa Paolo Urso con la pastora luterana Gisela Salomon ed un gruppo di pentecostali durante una preghiera ecumenica

Così, per ritrovare l’unità, e riaccomodare il vaso rotto, ognuna delle due parti dovrebbe rinunciare a ciò che la oppone all’altra, come propose Karl Rahner nel suo libro Unione delle Chiese possibilità reale (2). In pratica, egli suggerì che la Chiesa cattolica dovrebbe chiedere a tutti, cattolici e protestanti, l’adesione ai quei dogmi che abbiamo già tutti in comune, mentre essa dovrebbe rendere “facoltativi” per tutti e soprattutto per i protestanti quei dogmi da essi non accettati.

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Bisogna dire con chiarezza che in realtà è sbagliato concepire il ritrovamento dell’unità paragonando l’operazione a quella di un ortopedico che ricompone la frattura di un femore spezzato. Il giusto rifermento qui ce lo dà invece Cristo stesso: gli eretici sono tralci che si sono staccati o quasi staccati dalla vite, che è la Chiesa Romana; per cui, mentre la Chiesa come Chiesa (non come singoli cattolici!) non ha torti o errori da riparare, ma ha solo la totalità del Vangelo da annunziare a tutto il mondo dissipando le tenebre dell’errore, viceversa i fratelli separati si salvano solo se, corretti i loro errori, giungono alla piena comunione con Roma, comunione che peraltro, come nota il Concilio, non è adesso totalmente assente, ma solo parziale, imperfetta ed incompleta, cosa che non esclude la possibilità del luterano in buona fede di salvarsi.

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Vescovi cattolici e “vescovesse” metodiste, foto d’archivio de L’Osservatore Romano

La Chiesa in se stessa è essenzialmente una e indivisibile. Nessuna forza disgregatrice la può scindere o dividere e mettere una parte contro l’altra dall’interno o dall’esterno. Possono esserci e ci sono divisioni tra cristiani, ma non nella Chiesa e tanto meno della Chiesa. Gli eretici e gli scismatici non dividono la Chiesa, ma si dividono dalla Chiesa; non sono una parte di Chiesa, ma si separano dalla Chiesa, la quale resta essenzialmente intera e una. Quindi non si tratta di riunire la Chiesa, ma che gli eretici e gli scismatici tornino nella Chiesa. E sarà difficile che la Chiesa, come essi vorrebbero, vada dalla loro parte. I veri cattolici sono viceversa, in quanto cattolici, non in quanto peccatori, tutti uniti tra di loro nella Chiesa, il che ovviamente non toglie che esistano scontri o dissensi tra di loro, i quali però non intaccano la loro fondamentale comunione nella Chiesa ed appartenenza alla Chiesa. E spetta supremamente al Papa definire, procurare, custodire, proteggere e incrementare l’unità della Chiesa promovendo l’unione o la riunione dei cristiani, la concordia e la riconciliazione tra i partiti avversi — per esempio modernisti e lefevriani — e il ritrovamento delle pecorelle smarrite. Questa missione del Papa gli scismatici e gli eretici non la capiscono assolutamente. Essi credono che il Papa sia principio di divisione perchè esige, per essere veri cristiani, condizioni che essi non vogliono ammettere. Così ci sono degli stolti che credono che l’ecumenismo andrebbe meglio, se non ci fosse il Papa.

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il domenicano olandese Prof. Edward Schillebeeckx

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il Reverendo Prof. Hans Kung

A questa ricerca dei lontani, quindi a questa chiamata all’unità con Roma — il “centro” — si riferisce Papa Francesco quando parla della necessità che la Chiesa “esca” e vada “nelle periferie”; non si tratta tanto delle bidonvilles, quanto piuttosto delle aree umane più denutrite dal punto di vista spirituale. La periferia può essere anche il parroco o l’insegnante di catechismo che non vivono in piena comunione con la Chiesa. Altri ancora, come Hans Küng (3) ed Edward Schillebeeckx (4), spingendo al massimo il sincretismo indifferentista, e fraintendendo la famosa tesi del Concilio, secondo cui «la Chiesa di Cristo sussiste» (subsistit) «nella Chiesa cattolica» (5), arrivano a prospettare una “Chiesa di Cristo” o un “cristianesimo” che risulti dalla sintesi di tutte le religioni preoccupate dei diritti umani, della giustizia e della pace nell’umanità, dove i dogmi cattolici non son negati ma, privati della loro universalità ed obbligatorietà, sono integrati dalle dottrine delle altre religioni, evidente secolarizzazione illuministica del cristianesimo che esclude il soprannaturale, considerato mito, fanatismo e superstizione, secondo il ben noto modulo della massoneria. Certo una cosa del genere non sarebbe piaciuta neanche a Lutero, attaccato in fin dei conti, benchè a modo suo, al contenuto irrinunciabile di fede del Vangelo (6). Tuttavia Lutero non si rese conto che una volta abbattuto il Magistero della Chiesa, il puro e semplice rifarsi privato alla Scrittura, pur nella convinzione di essere illuminati dallo Spirito Santo e ammettendo senza difficoltà la chiarezza di molti passi della stessa Scrittura, non è assolutamente sufficiente a garantire con certezza e precisione i contenuti della fede. Ma soprattutto non corrisponde alla volontà di Cristo espressa nello stesso Vangelo.

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Bibbia di Lutero del 1534

Bibbia di Lutero, edizione del 1534

A tal riguardo dobbiamo ricordare che la Chiesa e la dottrina della fede sono organismi creati e protetti dall’infinita sapienza divina, tali quindi da poter resistere, se ben custoditi, ad ogni attacco del nemico, ma nel contempo, in quanto creature, sono il risultato di un armonioso insieme di elementi e fattori, “giunture e legami” [Col 2,8], dove i nessi non hanno tutti la stessa solidità, ma alcuni sono meno saldi di altri, per cui possono essere spezzati più facilmente da una volontà maligna. Così, per esempio, nel corpo umano, che pure è meravigliosa opera divina, alcune strutture sono maggiormente vulnerabili di altre: se uno pone male il piede, facilmente prende una storta; se non tiene puliti i denti, facilmente prendono la carie e così via. La Parola di Dio tiene effettivamente unite “le giunture e le midolla” [Eb 4,12]; ma se l’anima non si tiene al riparo dalle insidie e dalle menzogne del demonio, questi delicati legami rischiano di spezzarsi. È quanto avviene nelle eresie. È quanto è successo a Lutero, il quale, per quanto abbia avuto per conto suo una forte personalità capace di influire sugli altri, non è che abbia inventato di sana pianta le sue eresie, come Giove che fa uscire Minerva dal suo capo, armata di tutto punto. Invece egli è andato ad intaccare punti o giunture fragili della compagine ecclesiale, altre volte messi in crisi nella storia della Chiesa, come sono per esempio il rapporto Papa-Chiesa o Scrittura-Chiesa o grazia-libero arbitrio o grazia-peccato o fede-ragione o fede-opere.

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Assise del Concilio di Trento, stampa d’epoca

D’altra parte, non si può più vedere in Lutero solo l’eresia, ma in certo senso è più importante evidenziare le sue istanze positive di riforma, che hanno contribuito al suo successo e che, dovutamente purificate ed inserite in contesto cattolico, hanno trovato una qualche loro soddisfazione nelle dottrine e nella pastorale del Concilio Vaticano II. Lo stesso fenomeno del modernismo dei tempi di San Pio X, fu in gran parte un tentativo mal riuscito di operare questo recupero, che invece è stato fatto dal Concilio con tutta l’autorità che spetta a un Concilio ecumenico.

 

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il filosofo Romano Amerio

Quanto alla questione della riforma, dobbiamo dire che l’essenza della Chiesa è immutabile in se stessa, ma questo non toglie che essa abbia periodicamente bisogno di riforme: Ecclesia semper reformanda, dice un antico adagio. Il timore di Romano Amerio che il Concilio Vaticano II abbia “mutato” l’essenza della Chiesa non ha nessun fondamento ed egli tende a confondere la vera ecclesiologia del Concilio con le interpretazioni datene dai modernisti.
Per operare però una vera riforma, che sia cosa benefica e conforme a Cristo suo Fondatore, occorre sapere che cosa nella Chiesa può cambiare e che cosa non può cambiare senza con ciò stesso distruggere, menomare o corrompere l’essenza della Chiesa. Per la verità, la Chiesa è in se stessa indistruttibile (portae inferi non praevalebunt). Il guaio è che la sua essenza può corrompersi nella mente di falsi riformatori, i quali credono di riformarla, ma in realtà costruiscono una falsa chiesa, che è contraria al volere di Cristo. Pertanto occorre distinguere riforma da deformazione. La riforma periodicamente necessaria e richiesta dalla stessa essenza umana e storica della Chiesa, ha il compito di ritrovare, mantenere e rafforzare la forma offuscata da aggiunte o sottrazioni arbitrarie, spurie o puramente umane.

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Invece una riforma che pretendesse di mutare l’essenza della Chiesa o concepisse questa essenza come naturalmente mutevole, secondo il modulo modernista, invece di rinnovarla, purificarla e migliorarla, la distruggerebbe. Nell’opera di Lutero ci sono tutti e due gli aspetti, per cui è supremamente necessario, sotto la guida del Magistero della Chiesa, operare questa distinzione per accogliere il positivo e rifiutare il negativo.

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Lutero cuffie

Lutero ascoltò troppo le ragioni di se stesso

Il successo di Lutero è così in gran parte dovuto al fatto che egli raccolse e sviluppò istanze ereticali già esistite nella storia della Chiesa, come per esempio quelle più immediatamente precedenti di Hus e di Wycliff, nonchè dei valdesi, dei manichei, dei catari, di Ockham e di Cusano, anche se è vero che ogni eresiarca dà sempre un carattere peculiare alle dottrine che inventa, e ciò evidentemente consente di distinguere le eresie di Lutero da quelle degli altri eretici.
D’altra parte, come ho detto, bisogna anche ritrovare in Lutero traccia di istanze riformatrici autentiche, che già caratterizzarono i grandi riformatori medioevali come San Brunone, San Pier Damiani, San Romualdo, San Bernardo, San Giovanni Gualberto, San Francesco, e Santa Caterina da Siena.

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domenicani e francescani

incontro tra domenicani e francescani

Uno dei motivi per i quali il luteranesimo non attecchì in certi paesi come l’Italia, fu che già prima di Lutero certi Ordini religiosi, come per esempio i Domenicani, avevano promosso una riforma contro le suggestioni paganeggianti del nascente Umanesimo, come fu per la scuola cateriniana del Beato Raimondo da Capua, del Beato Giovanni Dominici, di Sant’Antonino da Firenze e di Girolamo Savonarola.
L’eresia, dal canto suo, attacca sempre qualche punto debole, qualche passaggio difficile, spezza qualche nesso o legame fragile, dove molti possono cadere, e per questo ha successo, anche se possono esistere eresie così assurde, che trovano sempre il citrullo che le fa entusiasticamente sue, specie ai nostri giorni.
Un punto delicato della fede cattolica è quello dell’ufficio petrino. Per questo tutti gli eretici negano in vari modi l’autorità del Papa. E si sa con quanta violenza Lutero rifiutò il carisma di Pietro. Circa infatti la missione del Papa, ci sono in linea di principio due difficoltà, dove facilmente gioca lo spirito della menzogna.

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The pope's chair

la cattedra del Romano Pontefice nella Basilica di San Giovanni in Laterano

La prima è che nel Papa bisogna distinguere due cose: l’infallibilità del suo ministero come maestro della fede e la fragilità della sua umanità di figlio di Adamo, la quale può commettere anche azioni ingiuste, imprudenze o peccati sul piano, oltre che personale, anche del governo o della pastorale. La tattica usuale degli eretici, alla quale non sfugge neanche Lutero, è quella di partire da critiche o rivendicazioni magari giuste circa la pastorale o la condotta morale del Papa, per attaccarlo come maestro della fede e guida alla salvezza.

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La seconda difficoltà sta nel capire ed apprezzare il legame del Papa con la Chiesa. Che la Chiesa sia guidata da Cristo, gli eretici generalmente lo ammettono. Quello che a loro non va è che sia guidata dal Papa nell’interpretazione della Scrittura e della Tradizione, in sostanza, della verità di fede e della rivelazione divina.

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san pietro

San Pietro Apostolo

Secondo loro è sufficiente Cristo o l’ispirazione dello Spirito Santo. E in linea di principio, ciò potrebbe esser vero. Se Dio avesse voluto, avrebbe potuto fondare una comunità di salvezza da Lui direttamente guidata, senza mediazioni letterarie, magisteriali, catechetiche, gerarchiche, liturgiche o sacramentali, sacerdotali o pontificie. Dio non ha problemi a farsi conoscere direttamente a ciascuno nella propria coscienza, ed a comandargli direttamente ciò che deve fare ed a guidarlo con la grazia in paradiso.
Senonchè però Dio ha voluto regolare le cose diversamente. E trattandosi di problemi che solo Dio può risolvere, come quelli relativi alla salvezza, è logico che dobbiamo fidarci di ciò che Egli ha positivamente e storicamente voluto (“diritto divino”) attraverso i suoi apostoli e soprattutto Gesù Cristo. Il problema dell’eresia non è quello di non credere in Cristo; il problema è quello di accettare tutto quello che Cristo ha insegnato e voluto.

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statua di Giordano Bruno da Nola

L’eretico può anche parlare di Chiesa, di fede, di carità, di Scrittura, di Tradizione, di Rivelazione, di sacramenti, di Spirito Santo, di grazia, di virtù, di peccato, di salvezza, di mistica. Può parlare della Santissima Trinità, di Cristo e di Dio. Ma si tratta di vedere uno per uno come concepisce questi valori. Non badiamo alle sole parole, perchè esse nell’eresia sono svuotate del loro vero significato. Per questo non è sempre facile smascherare le eresie, ben mascherate sotto apparenze di pietà, interpretazioni della Scrittura o della Tradizione, progetti di santità, proclami riformatori, idee teologiche geniali, profezie apocalittiche, visioni celesti …

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Leone X

il Sommo Pontefice Leone X

Nel caso di Lutero la ribellione al Papa sorge dal fatto che egli, nelle sue tendenziose letture paoline, si convinse di aver trovato la pace della sua anima e quella sostanza del Vangelo che secondo lui Roma aveva perso. Da qui il suo ripudio della dottrina del Magistero della Chiesa. Da qui poi l’opposizione a molti altri dogmi in quanto sanciti da quell’infallibilità pontificia che egli non volle più riconoscere.
D’altra parte, come insegna Sant’Agostino, noi arriviamo a credere in Cristo credendo alla testimonianza della Chiesa. È dalla Chiesa e sotto il patrocinio della Chiesa che noi riceviamo la Bibbia, ossia la verità di fede e quindi giungiamo alla fede in Cristo.

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Una fede in Cristo immediata, apriorica, atematica, preconcettuale, data a tutti, come la intende Karl Rahner, senza alcuna appartenenza neppure invisibile o implicita alla Chiesa, non esiste. Non che si debba credere all’infallibilità della Chiesa solo perchè ce lo dice la Chiesa. Sarebbe un circolo vizioso. Si giunge invece a credere all’infallibilità della Chiesa mediante i segni di credibilità che la Chiesa offre. Ma una volta giunti a scoprire Cristo nella Chiesa, abbiamo il dovere di credere nell’infallibilità della Chiesa perchè, sapendo che la Chiesa è infallibile, la Chiesa stessa insegna di essere infallibile in nome della nostra fede in Cristo.

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Museum Luther's last residence re-opens

Lutero: maschera funeraria e calco delle mani.

Lutero, come c’è da supporre, grazie alla formazione cattolica ricevuta, era ben giunto a credere nella Chiesa, se addirittura entrò a far parte di un Ordine religioso. Perchè allora a un certo punto ripudiò la fede nella Chiesa? Come Lutero giunse a perder la fede nell’autorità del Papa? Era una vera fede? Se era vera fede, perchè perderla? In nome di che cosa? Sotto quale spinta? Sotto quale suggestione? Fu veramente preoccupato della propria salvezza o di qualcos’altro di non così nobile? Non seppe conservare la vera fede in Cristo perchè perse la fede nella Chiesa.

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Cristo rialza Pietro che sprofonda nelle acque

Credendo di aver trovato la vera fede, in realtà Lutero la perse nel momento in cui perse la fede nell’autorità dottrinale del Papa, con la pretesa di interpretare la Scrittura meglio di lui. Credette di scoprire la verità e cadde nell’illusione; e chi lo segue è vittima della stessa illusione. Quale più grande tragedia per un uomo che scambiare per fede ciò che è illusione? È come scambiare Cristo con Beliar. E quale maggior danno si può fare al prossimo che condurlo fuori del sentiero della verità? Che senso ha dunque tutta la predicazione di Lutero? Sono domande serie, alle quali ancor oggi, dopo cinque secoli di studi su Lutero, è difficile rispondere. Una cosa è certa. Una lezione che ci viene da Lutero è questa: aver cura di procurarsi una fede solida ed autentica e di custodirla sempre a costo della vita.

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Fontanellato, 31 ottobre 2014

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NOTE
(1) Unitatis redintegratio, 3.

(2) Morcelliana, Brescia 1986
(3) Cf Salviamo la Chiesa, Rizzoli, Milano 2011
(4) Cf Umanità. La storia di Dio, Queriniana, Brescia 1992, pp.218-223.
(5) Lumen Gentium, 8

(6) La sua tremenda ostinazione nel restar attaccato all’eresia era proprio la sua convinzione di essere nella vera fede, mentre secondo lui era Roma ad essere caduta nell’eresia.

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