Cristo non ci vuole ruffiani e cortigiani, infatti non ci chiama “servi” ma “amici”
CRISTO NON CI VUOLE RUFFIANI E CORTIGIANI, INFATTI NON CI CHIAMA “SERVI” MA “AMICI”
Una volta il messaggio della Chiesa era la salvezza, oggi il suo messaggio è divenuto una non meglio precisata povertà che ha tanto il sapore dell’ideologico e poco dell’evangelico, al punto tale che, per accedere all’episcopato o alla porpora cardinalizia, pare siano richiesti come requisiti imprescindibili l’essere andati e venuti dai campi Rom, od avere presenziato agli sbarchi di profughi o dei troppi presunti tali a Lampedusa. San Giovanni Paolo II, il quale conobbe il meglio del peggio della ideologia comunista direttamente sulla propria pelle, agli inizi del suo pontificato non disse: «Aprite le porte ai poveri delle periferie esistenziali », invitò il mondo ad «Aprire le porte a Cristo ed alla sua salvatrice potestà ». E chi l’ha canonizzato, nel farlo ce l’ha proprio presentato e proposto come modello di eroiche virtù da perseguire, non come un “santino” da iconografia popolare.
« Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi »
[Vangelo di San Giovanni 15,15]
Il primo aprile feci un cosiddetto “pesce” [vedere QUI] che poi rettificai subito indicandolo come tale attraverso un articolo scritto nella forma di “Supplica al Sommo Pontefice” [vedere QUI], che naturalmente rimase senza risposta. Forse perché il Santo Padre sembra preferire di telefonare ad una celebre accolita di Lucifero, la Signora Emma Bonino, che assieme a quel famoso indemoniato di Marco Pannella hanno imposto tramite referendum la legge sull’aborto col placet degli elettori e dei governi dei peggiori baciapile democristiani? Aborto oggi celebrato da questi due anticristi come “diritto civile” e “conquista sociale”. In seguito, il duo Pannella&Bonino, ha lottato in favore di tutte le peggiori aberrazioni: dalla manipolazione genetica all’eutanasia, dall’omosessualismo alla cultura del gender. E mentre le mie parole facevano il giro della Curia romana e non pochi prelati, nella loro notoria pavidità, si fregavano le mani o m’inviavano messaggi privati dicendo: «Meno male che tu dici ciò che noi non possiamo dire», il Santo Padre, lungi dall’invitare la satanassa Bonino colpita nella vecchiaia da un tumore a convertirsi, preparandosi così attraverso pubblico pentimento e penitenza al proprio grande incontro con la morte, ossia col giudizio di Dio, senza nulla sospirare su tutto questo la esortava invece a … «tenere duro» (!?) [vedere QUI, QUI, QUI, ecc..].
Un Romano Pontefice sarà sempre oggetto della mia obbedienza, è un fatto pacifico da me scritto e spiegato in numerosi articoli. Anche dinanzi ad un Alessandro VI, persino dinanzi ad un Giovanni XII redivivo io vedrò e di conseguenza venererò sempre in qualsiasi Successore del Principe degli Apostoli il mistero della Chiesa eretta da Cristo su Pietro. Come infatti diceva il Santo vescovo e dottore della Chiesa Ambrogio: ubi Petrus, ibi Ecclesia [Expositio in Ps., XL, § 30].
Ciò non toglie nulla al fatto che il Santo Padre, in certe sue manifestazioni private poi riportate di rigore dai giornali e dalle televisioni di tutto il mondo in modo più o meno corretto, più o meno strumentale, finisca con l’essere talvolta imbarazzante, ma non per quel che ha detto – o meglio spesso proprio non detto – ma per quello che i mass media finiscono col fargli dire di ciò che in verità non ha mai detto. Come infatti ho più volte scritto: Nella «Chiesa “ospedale da campo”, a fare i conti con i feriti che giungono al pronto soccorso; spesso feriti anche da certe parole e gesti ambigui, ci siamo noi preti, che mai come oggi eravamo stati bistrattati e all’occorrenza rimproverati da un Romano Pontefice che reputa però opportuno rincuorare due figli dell’Anticristo come Marco Pannella [vedere QUI, QUI, ecc..] ed Emma Bonino, ai quali ognuno di noi, dal Successore di Pietro sino all’ultimo presbitero dell’Orbe Catholica, può dire solo una cosa, semmai anche ponendosi supplice in ginocchio davanti a loro con le lacrime agli occhi: “Ti prego, convertiti e credi al Vangelo, altrimenti il giudizio di Dio su di te sarà severissimo, perché con le tue opere diaboliche hai creato tutti i presupposti per un sicuro castigo eterno, tanto hai disprezzato le leggi di Dio e il mistero del dono della vita!”.
Predicando alle sabbie del deserto, usando parole mie ma nella sostanza facendo uso di certi contenuti espressi ad altri Pontefici da San Bernardo di Chiaravalle e da Santa Caterina da Siena, in un passo di quello scritto mi rivolsi al Santo Padre con queste parole:
[…] non bisognerebbe mai fidarsi di chi passa con siffatta disinvoltura dai broccati decorati in oro e argento agli stracci dozzinali in acrilico sintentico, perché ciò denota che questi clericali trasformisti non sono mai se stessi, quindi non manifestano mai la genuina sincerità del proprio essere. Coloro che dopo la Vostra Augusta elezione al Sacro Soglio hanno riposte in cassaforte le croci pettorali d’oro per presentarsi alle assemblee episcopali o in udienza privata dal Romano Pontefice con croci pettorali di ferro, o quelli che per figurare più poveri ancora si presentano direttamente con croci pettorali di legno a forma di tau francescano, sono il segno vivente della inaffidabilità più falsa e pericolosa, oltre che paradigma di quella desolante mediocrità che oggi soffoca la Chiesa di Cristo dai più bassi ai più alti livelli [vedere QUI].
Non guardo la televisione, se non molto di rado; so bene però che esistono vari programmi comici che aiutano il pubblico a ridere in un’epoca nella quale ci sarebbe invece molto da piangere, basti pensare che l’Europa è al collasso sociale e politico, con i tagliagole che stanno sfondando le sue porte e con molte vecchie chiese del Nord dell’Europa e della Francia ormai spopolate e per questo date in uso ai mussulmani affinché possano ricavarne delle moschee. In ogni caso le boutade comiche più esilaranti sono contenute di questi tempi nei messaggi seri ed ufficiali diramati da certi uffici e istituzioni ecclesiastiche. Vi segnalo a tal proposito un articolo su RomaSette.it, l’informazione on-line della Diocesi dell’Urbe, che vi prego di leggere bene per poi rispondere a questa domanda: Roberto Benigni e Maurizio Crozza, all’apice dei loro “deliri” di comicità, ce la farebbero mai ad arrivare ai livelli di questi nuovi clericali da spot pubblicitario nazional-popolare?
Ma partiamo dal fatto oggetto di questo mio commento: al compimento del 75° anno di età s’è dimesso dall’ufficio di vescovo ausiliare dell’Urbe S.E. Mons. Paolo Schiavon, sostituito da un cinquantenne, Augusto Paolo Lojudice, sacerdote del presbiterio romano. Non conosco questo confratello che tra pochi giorni riceverà i doni di grazia dello Spirito Santo attraverso la consacrazione episcopale e desidero precisare senza pena di equivoco che sicuramente sarà persona pia e degna di ricevere la pienezza del sacerdozio apostolico e ricoprire quindi l’ufficio che gli è stato affidato. Non è infatti questo presbitero romano – al quale porgo ogni migliore auspicio e per il quale invoco ogni grazia del Signore – a farmi ridere, ma ciò che è stato scritto dall’organo ufficiale informativo del Vicariato di Roma con ripetuti richiami al Cardinale Agostino Vallini:
«Peculiare la sua attenzione ai poveri, sottolineata dal Cardinale Vallini, che ha ricordato le visite ad alcuni campi rom in cui don Lojudice l’ha accompagnato in questi anni: una realtà di “frontiera” che il vescovo eletto aveva scelto di seguire alcuni anni fa insieme ad un gruppo di alunni del Seminario Romano Maggiore, dove è stato padre spirituale dal 2005 al 2014. Un segno di riconoscimento di Papa Francesco “per l’impegno di carità della diocesi – ha detto il cardinale – portato avanti dalla Caritas, dalle parrocchie, dalle associazioni” » [Vedere testo QUI].
Dinanzi a queste affermazioni è di rigore precisare che il Vicario Generale di Sua Santità, oggi eminente scopritore di poveri e dagli stessi rimasto folgorato negli ultimi due anni lungo la via del conformismo clericale anziché lungo la via di Damasco, vive ed ha il proprio ufficio in un palazzo – quello del Laterano – che è indubbio emblema della Chiesa povera per i poveri sognata dal Santo Padre sin dagli inizi del suo pontificato. Basta infatti entrare in quel palazzo ed accedere semmai negli appartamenti privati di certi prelati, oppure andare a ricercare nei faldoni dell’economato le cifre esorbitanti spese per la ristrutturazione di diversi di essi. Proprio così, perché appena certi monsignorotti prendevano possesso dell’alloggio a loro assegnato, di prassi e rigore dovevano rifarlo tutto da cima a fondo.
L’attuale Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma è ricordato da diversi miei confratelli, sacerdoti da oltre due decenni, con sempre vivo terrore, quand’essi rimembrano i tempi in cui era loro rettore presso il seminario arcivescovile di Napoli. Eletto poi vescovo ausiliare di quella città, non pare trascorresse le sue giornate come pio pellegrino tra le “periferie esistenziali” – che a Napoli non mancano – od a servire pasti nelle mense dei poveri, od a visitare baraccopoli o campi Rom. Nella antica e nobile Partenope nessuno ha memoria di fatti del genere. Né risulta che questo Vescovo ausiliare partenopeo sia mai sceso in piazza per strappare la giovane manovalanza a quei figli del Demonio dei camorristi, che di fatto governano da decenni quella splendida Città, non solo come Stato illegale nello Stato legale, ma come potere superiore allo stesso potere legale dello Stato.
Eletto Vescovo di Albano, diocesi perlopiù disseminata nelle esclusive zone dei Castelli Romani, nessuno dei tanti sacerdoti che festeggiarono giubili il giorno che fu destinato ad altro incarico ricorda di averlo mai visto girare per le ville dei Castelli Romani con una vecchia Fiat-Panda d’inizi anni Ottanta, coi sedili posteriori tirati giù per far spazio alle buste della spesa da portare agli imprenditori od ai professionisti con le parcelle a sei zeri che si trovavano ad attraversare dei momenti di difficoltà, al punto da essere costretti a risparmiare sui costi di manutenzione delle loro piscine; tanto che la Caritas diocesana si domandò se era il caso di mandare dei volontari a tagliare l’erbetta dei loro campi da golf.
Poi fu nominato Presidente del Tribunale della Segnatura Apostolica, con sede in un grande e splendido palazzo i cui spazi, a quanto ci è dato sapere, non furono mai mutati in alloggi o in dormitori per i senzatetto dell’Urbe Quirite, né in centro di accoglienza per quei Rom che oggi ti assaltano come mosche nella vicina Via della Conciliazione, tirandoti dietro parolacce e bestemmie se non gli dai i soldi.
Infine è nominato Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, con residenza nel Palazzo del Laterano, dove non risulta che i Rom salgano e scendano lungo i solenni scaloni, anche perché all’ingresso, per convenzione col Ministero degli Interni, è stato collocato per sicurezza un posto di polizia. A nessuno risulta che i poliziotti abbiano ricevuta disposizione dall’autorità ecclesiastica di indicare agli zingari il piano e il corridoio nel quale si trova l’ufficio del Cardinale Vallini, presso il quale mandare i bambini che il mattino non vanno a scuola per chiedere direttamente a lui l’elemosina, perché quella – l’elemosina – la chiedono in modo fastidioso ai cittadini italiani che all’ingresso delle loro case o durante i loro tragitti non sono protetti dai poliziotti contro petulanti e a volte pure pericolosi molestatori.
Se ai poveri – ed in specie a certi Rom dalle mani svelte – non è affatto consentito l’accesso al solenne palazzo lateranense che gode peraltro del regime giuridico di extraterritorialità secondo le convenzioni internazionali, in compenso è stato permesso loro di sviluppare, sotto questo papato “povero per i poveri”, un vero e proprio racket delle elemosine per tutta Via Merulana, da San Giovanni in Laterano sino a Santa Maria Maggiore, come mai s’era visto prima. E gli accattoni – che ripeto fanno parte di un vero e proprio racket gestito dalla criminalità – sono tutti e di rigore piazzati a seminare molestie sul territorio della Repubblica Italiana, di cui io prete mi onoro di essere cittadino ed al quale sono lieto di pagare le tasse, contrariamente a certi prelati, ivi incluso il Cardinale Vallini, che può beneficiare di un posto di polizia preposto al controllo dell’ingresso del suo palazzo di residenza e che dispone di passaporto della Santa Sede la quale lo ha munito anche di un’auto blu con targa diplomatica.
È vero che l’asino viene legato al palo dove vuole il padrone, come dice il vecchio proverbio; ma la massima evangelica è del tutto diversa da certi proverbi della saggezza popolare, perché il Signore non ci ha chiamati servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone [Gv, 15,15]. Non a caso il Signore ci ha chiamati amici, perché vuole la nostra fedele amicizia, vale a dire il nostro senso cristiano, o meglio cristologico, non vuole il nostro servile ruffianesimo, meno che mai ci vuole cortigiani calcolatori, pronti a saltare sul carro del nuovo padrone, o come qualsivoglia del vincitore, alla cosiddetta faccia di Cristo e di tutti i suoi Santi.
La verità è che in questa Chiesa ridotta spesso a un teatrino fatto di spot pubblicitari ad effetto, noi ci troviamo dinanzi a degli autentici morti che camminano su due gambe senza sapere d’essere morti. Non ci rimane dunque che restare prudenti e vigili sul ponte, facendo nel mentre tutto ciò che è in nostro potere pastorale fare per salvare le anime, nell’attesa che la corrente trascini via questi cadaveri. Perché con buona pace dei lacchè, dei ruffiani e dei compiacenti cortigiani di tutti i tempi, Cristo Dio sa da sempre quando e come cambiare programma attraverso l’opera dello Spirito Santo sulla sua Chiesa. E forse, il Santo Padre Francesco, per grazia e misteriosi progetti di Dio potrebbe essere proprio l’elemento fondamentale utile per ridurre il lento strazio della nostra agonia, facendoci fare il grande crollo in tempi brevi, affinché si possa poi cominciare presto a ricostruire da capo sopra le macerie. E di questo, un giorno, dovremmo essere grati allo Spirito Santo ed al Santo Padre Francesco per essere stato suo fedele ed efficace strumento di grazia per la Chiesa di Cristo ed il Popolo ad essa affidato dal Signore.
Credo meriti ricordare ― non ultimo per il fatto che la Chiesa lo ha voluto di recente proclamare santo e quindi modello di eroiche virtù ― che San Giovanni Paolo II, il quale conobbe il meglio del peggio della dittatura proletario-comunista direttamente sulla propria pelle, agli inizi del suo pontificato non disse: «Aprite le porte ai poveri delle periferie esistenziali», invitò il mondo ad «Aprire le porte a Cristo ed alla sua salvatrice potestà». Esattamente questo, disse quel Giovanni Paolo II offerto oggi come modello perseguibile e realizzabile di eroiche virtù. E chi l’ha canonizzato, nel farlo ce l’ha proprio presentato e proposto come modello di eroiche virtù da perseguire, non come un “santino” da iconografia popolare.
Ormai siamo oltre la cosiddetta frutta, siamo oltre allo stesso digestivo. Ormai necessitiamo di un potente lassativo, se non di una vera e propria lavanda gastrica, per liberare quanto prima l’intestino della nostra povera ma pur sempre Santa Chiesa, che malgrado le opere nefaste degli sciocchi mediocri − che da sempre sono di gran lunga peggiori delle opere degli intelligenti eretici – rimarrà sempre la Sposa Immacolata di Cristo fino al suo ritorno alla fine dei tempi. Questa è la nostra fede, questa è la nostra cristologica speranza: «Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» [Mt 13, 16-20]. E noi non cesseremo mai di spalancare le porte a Cristo ed alla sua salvatrice potestà. Le poverolatrie mondane che celano solo conformismi e opportunismi servili le lasciamo di buon grado ai clericali da strapazzo, compresi quei cardinali che d’improvviso hanno scoperto come strumento di discernimento e come mezzo di suprema misura i Rom, anziché l’autentico valore di un Vangelo sempre più sconosciuto e inascoltato dagli uomini di questo mondo; compresi quei cardinali con le crocette di legno pendenti sul petto. Temo infatti che questa gente corra il serio rischio di rappresentare sempre più se stessa e le proprie dissociazioni dal reale umano e pastorale, anziché l’autentica e unica Chiesa di Cristo che ci tratta da amici, non da servi; che ci vuole annunciatori della salvezza e fedeli strumenti per la relizzazione dei suoi piani di redenzione, perché questa è la missione che Cristo ha affidato alla sua Chiesa edificata su Pietro.
Amen!
e Papa Francesco non credo telefonerebbe alla Bonino se la ritenesse un’accolita di Lucifero (cui è capitato un tumore), né telefonerebbe a Pannella se lo ritenesse un indemoniato… gli manderebbe un esorcista…
il mio un linguaggio da tifoso di stadio? ho 70 anni e non sono mai stato in uno stadio… ho parlato pacatamente… possiamo anche chiudere qui.
La domanda che Lei mi pone è la seguente:
“[…] due personaggi che chiamano l’aborto “diritto civile” e “conquista sociale“, che si sono battuti e che si battono per il “diritto” all’eutanasia, alle peggiori sperimentazioni nel campo della genetica, che promuovono l’omosessualismo e la cultura del gender, lei – come suo dirsi a casa sua e, sempre come suol dirsi con il suo linguaggio, come li chiama? Il padre Ariel li ha chiamati rispettivamente “indemoniato” (Pannella) e “accolita di Lucifero” (la Bonino)”.
Come li chiamo io Pannella e la Bonino? esattamente come li ha chiamati papa Francesco quando ha loro telefonato… Sono CERTO che NON si è rivolto alla Bonino chiamandola “accolita di Lucifero”, né a Pannella chiamandolo “indemoniato”, come fa padre Ariel… ma suppongo, rispettivamente, sorella e fratello in Cristo… Così io li chiamo.
Libero lei di chiamare “sorella e fratello in Cristo” coloro che tutti i giorni praticano negli ospedali aborti a catena. Libero il Padre Ariel di considerare questi soggetti degli “accoliti di Lucifero“.
[Catechismo della Chiesa Cattolica, vedere n. 2270 e seguenti]
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm
preferisco il linguaggio di Papa Francesco (che certamente NON si è rivolto a Pannella chiamandolo “indemoniato”, né si è rivolto alla Bonino gratificandola del titolo di “accolita di Lucifero”) a quello di padre Ariel…
A noi, sinceramente, non interesse con quale “linguaggio” lei è più d’accordo, a noi interessa ciò al quale ella proprio non intende rispondere: l’aborto, secondo lei, è o non è un gravissimo crimine contro la vita che come tale “grida vendetta al cospetto di Dio”? E Chi lo pratica, è con Dio o con Satana?
Questo è il problema di fondo che il Padre Ariel ha sollevato, mentre lei seguita imperterrito a giocare sulle parole dinanzi a un problema chiaro: l’aborto, chi lo pratica, chi lo promuove e chi lo definisce “diritto civile” e peggio ancora “conquista sociale“, a suo parere come andrebbe definito?
Altra domanda chiara che le rivolgiamo: quando lei rinnova le promesse battesimali, dichiara di rinunciare a Satana, oppure, chiama anch’esso “Caro fratello in Cristo“?
Lei può preferire il linguaggio che vuole, ma quelle sopra sono le domande, alle quali, per adesso, lei ha replicato solamente con espressioni da tifoso da stadio, non da cattolico che conosce il Catechismo della Chiesa Cattolica, se lei è cattolico.
come Papa Francesco io non chiamo chi considera l’aborto un “diritto civile” o una “conquista sociale” un indemoniato o un accolito di Satana, ma mi rivolgo a loro come a “fratelli in Cristo”… lo ribadisco… io personalmente non pratico l’aborto (meglio: non praticherei l’aborto se fossi donna)
non approva – mi pare di capire – le telefonate del papa all’indemoniato Pannella e all’accolita di Lucifero Bonino … ma il Papa a loro ha telefonato personalmente… che l’attuale Pontefice sia uso a telefonare al Lucifero e a fare gli auguri agli indemoniati? Può essere… ma se Lei pensa questo non si può dire che Lei abbia l’attuale Pontefice in simpatica… o le sono simpatici coloro che intrattengono affettuose conversazioni telefoniche con indemoniati e accolti del demonio? penso di no, e quindi penso non abbia simpatia nemmeno per papa Francesco…
Mi sembra di capire dal Suo articolo che Pannella e la Bonino meritino l’appellativo di indemoniato il primo e di accolita di Lucifero la seconda perché difensori dei diritti degli omosessuali, per lei il massimo della nefandezza, che fa dei due degli “anticristi”… eppure Papa Francesco se ne esce con espressioni di questo tipo:un Papa che dice: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” … non sembra che per il Papa l’omosessualità sia il massimo della nefandezza, e chi ne difende i diritti non sia proprio un Anticristo…
Queste le riflessioni suggerite dal Suo…
“il Santo Padre, lungi dall’invitare la satanassa Bonino colpita nella vecchiaia da un tumore a convertirsi, preparandosi così attraverso pubblico pentimento e penitenza al proprio grande incontro con la morte, ossia col giudizio di Dio, senza nulla sospirare su tutto questo la esortava invece a … tenere duro”
insomma, mi pare dispiaciuto che il Santo Padre abbia esortato la satanassa a tenere duro, e all’indemoniato abbia fatto gli auguri… L’ha scritto Lei, sa?
e dei “tappetini di venditori abusivi” e di “fratelli rom”, è sempre Lei che parla rispondendo, approvando compiaciuto, all’interlocutore Luca che interveniva sollecitato dal Suo intervento, parlando di “negri” e di “zingari”… non ha protestato (come fa con me), dicendo di esser stato frainteso… assolutamente no, Lei nella Sua risposta approvava…
ho letto, mi creda, con molta attenzione ciò che ha scritto, ‘spirito’ e ‘lettera’, e … rinnovo l’invito a leggere Matteo 25, 31-45…
e Le faccio notare che a quell’ “indemoniato” di Pannella e a quell’ “accolita di Lucifero” della Bonino, Papa Francesco ha telefonato personalmente, facendo ad entrambi affettuosi auguri… forse non…
Caro Lettore.
Pubblichiamo per l’ultima volta suoi commenti di questo genere evitando di dare seguito ad altri analoghi per un motivo tanto semplice quanto ragionevole: lei non vuole né il confronto né lo scambio, né esprimere legittimamente delle sacrosante opinioni contrarie, meritevoli proprio come tali di spazio. Lei vuole solo la rissa per il gusto della rissa, ostinandosi ad imputare ad altri ciò che essi non hanno detto e scritto; e quando per tutta risposta le sono state poste delle domande ben precise, anziché rispondere lei le ha eluse totalmente seguitando a polemizzare sul nulla, ossia su ciò che l’autore dello scritto non ha mai affermato.
Allora le ribadiamo la domanda che le è stata rivolta come replica a questi suoi commenti ed alla quale lei non ha risposto. La domanda è stata la seguente:
[…] due personaggi che chiamano l’aborto “diritto civile” e “conquista sociale“, che si sono battuti e che si battono per il “diritto” all’eutanasia, alle peggiori sperimentazioni nel campo della genetica, che promuovono l’omosessualismo e la cultura del gender, lei – come suo dirsi a casa sua e, sempre come suol dirsi con il suo linguaggio, come li chiama?
Il padre Ariel li ha chiamati rispettivamente “indemoniato” (Pannella) e “accolita di Lucifero” (la Bonino).
Se lei non risponderà nel merito, noi non pubblicheremo più questi suoi commenti, perché questo è un luogo di dibattito, non uno sfogatoio umorale nel quale a chi parla di “sole” si risponde contestando la “luna”.
Contesti il sole, per cortesia, nessuno ha parlato della luna.
… e quindi avevo ragione nel parlare della Sua scarsa simpatia per l’attuale Pontefice per aver telefonato a Marco Pannella (per Lei un “indemoniato”) e a Emma Bonino (per Lei una “accolita di Lucifero”)… un indemoniato e un’accolita di Lucifero cui l’attuale Pontefice telefono e con i quali conversa amabilmente, e fa loro anche gli auguri…
… e “aprite le porte ai poveri delle periferie” è un invito che un Pontefice non dovrebbe pronunciare; “aprite le porte a Cristo”, questo l’invito che un Pontefice dovrebbe gridare al mondo… non sospetta che forse sono la stessa cosa? le suggerisco Matteo 25: 31-45….
… e che, forse, lo stesso potrebbe dirsi dei “negri” venditori abusivi e dei “fratelli Rom”…
Questo a dimostrazione che ho letto con attenzione ciò che ha qui scritto Padre Ariel (con cui non concordo in nulla)
Lei ha letto solo quello che ha voluto leggere, nel modo in cui ha voluto leggerlo, imputando attraverso sue interpretazioni ciò che l’autore non ha scritto e quindi mai affermato, sino al punto di confondere il commento di un lettore romano [Luca Gentilini, 18/05/2015, ore 22:50] che in modo spiritoso e per nulla offensivo parla dei “negri” che “vendono merci contraffatte in via della Conciliazione”, con il testo dell’articolo del Padre Ariel. E siccome si tratta di testi scritti, quello che in essi è contenuto parla in modo chiaro, attraverso pubbliche cronistorie ed esempi precisi. Un solo esempio a tal proposito: due personaggi che chiamano l’aborto “diritto civile” e “conquista sociale“, che si sono battuti e che si battono per il “diritto” all’eutanasia, alle peggiori sperimentazioni nel campo della genetica, che promuovono l’omosessualismo e la cultura del gender, lei – come suo dirsi a casa sua e, sempre come suol dirsi con il suo linguaggio, come li chiama?
Le pare proprio esagerato chiamare, a fronte di tutto questo, un Pannella “indemoniato” e una Bonino “accolita di Lucifero”?
Sia comunque cortese, legga ciò che veramente è stato scritto e pubblicato e risponda nel merito, non faccia i processi alle intenzioni altrui.
Lei ha – molto scorrettamente – preso due miei distinti commenti, e li ha arbitrariamente messi assieme… L’astio nei confronti dei campi Rom, delle mense dei poveri, e ancora del popolo Rom, appaiono a più riprese in questo articolo quando Lei parla dell’attuale Vicario Generale della Diocesi di Roma, che avrà un’infinità di difetti, ma non considero tali il suo impegno nella Caritas, le visite ai campi Rom, l’interesse per i barboni…
scarsa simpatia (nel significato etimologico del termine) nei confronti dell’attuale pontefice la dimostra in più occasioni, anche ad es. nel commento riportato qui sopra…
L’altra parte del mio testo compariva come commento ad un altro articolo a Sua firma in cui – con riferimento al recente fatto di cronaca riportato dalla stampa circa la Chiesa veneziana trasformata in Moschea – temeva invasioni islamiche e trasformazione delle nostre Chiese in Moschee… Qui osservavo che in fondo noi abbiamo più volte trasformato Moschee in Chiese, e certo loro Chiese in Moschee… e concludevo – con riferimento sempre al Suo articolo – che io preferivo una Chiesa trasformata in Moschea ad una Chiesa trasformata in night-club…
Noi abbiamo pubblicato il suo commento tale e quale ci è arrivato sulla nostra casella.
Non “li abbiamo messi assieme”, a noi è giunto un testo unico.
In ogni caso può inviarli di nuovo e noi li inseriremo, ma se c’è stato un errore di trasmissione non è stato nostro.
Padre Ariel,
segnalo il link dell’ultima intervista del Papa, molto interessante per le risposte semplici, immediate, quasi “confidenziali”
http://www.lavozdelpueblo.com.ar/nota-27095–aoro-ir-a-una-pizzera-y-comerme-una-buena-pizza-
Una risposta oggi fa scalpore:
¿Y está encima de todo lo que se publica?
– No, no. Diario leo solamente uno, La Repubblica, que es un diario para sectores medios. Lo hago a la mañana y no me lleva más de 10 minutos ojearlo. Televisión no veo desde el año 1990 (se toma el tiempo para responder). Es una promesa que le hice a la Virgen del Carmen en la noche del 15 de julio de 1990.
Repubblica la rilancia così:
http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/25/news/il_papa_non_guardo_la_tv_leggo_repubblica_-115198336/?ref=HREC1-2
Mi ha colpito anche questa risposta:
– ¿Le gusta que lo cataloguen como el Papa pobre?
– Si ponen después otra palabra, sí. “Pobre tipo”, por ejemplo… (se vuelve a reír con ganas). La pobreza es el centro del Evangelio. Jesús vino a predicar a los pobres, si vos sacás la pobreza del Evangelio no entendés nada, le sacás la médula.
… e ci sono momenti nei quali io – “confidenzialmente” – mi rinchiudo in religioso silenzio, pregando e tacendo.
Non ho capito molte delle cose da Lei scritte nel Suo articolo… perché questo astio nei confronti del popolo Rom? e perché questo scarso apprezzamento nei confronti delle croci di legno? era di legno, se non erro, anche quello cui fu appeso nostro Signore… Ed infine perché questa scarsa simpatia per un Papa come Francesco… un Papa che dice: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”… sono parole che avrebbe detto Gesù…
Francamente non vedo questo pericolo… due secoli prima che i Turchi trasformassero Santa Sofia in Moschea abbiamo trasformato noi la Mezquita (o Grande Moschea) di Cordova in Cattedrale cattolica… e forse meglio trasformare qualche Chiesa in Moschea che in ristorante o in night-club… o no?
Ma lei, prima di “sparare” commenti, se la prende la briga e la cura di leggere quello che l’autore ha scritto?
Pertanto ci dica:
1. dove il Padre Ariel ha manifestato astio nei confronti del popolo Rom?
2. Dove il Padre Ariel ha manifestato scarsa simpatia per il Santo Padre, visto che si è preso improperi per settimane e settimane da certi “cattolici” duri e puri per averne difeso il sacro ministero, l’autorità e la persona?
Sul resto soprassediamo …
Caro Sacerdote di Nostro Signore. Figlio di Dio amato dal Signore, Don Ariel,
Non mi rincuora affatto vederLa così impegnato a metter il dito nella piaga nei mali della Chiesa, senza minimamente aver compreso chi è Bergoglio. Che è espressione di quei cattivi atteggiamenti, di quell’inesistente condanna, di quel silenzio assordante che Lei addita
E’ stato aggiornato su quanto è accaduto nei giardini vaticani il 9 maggio c.a. e pubblicato al mondo il 13 maggio? Se non lo è stato, posso ancora comprendere la Sua posizione.
Ma deve andare a leggere, anzi deve andare a vedere le fotografie di quanto è stato consegnato a Sua Santità Papa Emerito Benedetto XVI. Deve pensare se è possibile che Papa Ratzinger abbia potuto ricevere quanto gli è stato consegnato, lasciandosi fotografare. Ricevere il libro che contiene 14 anni di Rivelazioni inviate con raccomandata R.R. a San Giovanni Paolo II e ad egli stesso. A questo indirizzo: http://www.conchiglia.us/IT_index.html.
E’ ad un click di distanza dalla verità. Lei e tutti coloro che leggeranno.
Il Signore di Israele, il Dio Nostro Uno e Trino, che solo opera Meraviglie, benedica e guidi Lei ed i suoi Confratelli alla Verità…
Caro Lettore.
A me è chiarissimo chi è “Bergoglio“, che per essere anzitutto chiari ha cessato di essere “Bergoglio” all’elezione al Sacro soglio per divenire il Santo Padre Francesco: è la pietra sulla quale Cristo ha edificato la sua Chiesa.
In quanto a perfezione, come uomo non è affatto perfetto, proprio come non lo era l’uomo Pietro, come non lo sono stati molti suoi successori e come non lo siamo noi.
E anche questo fa parte del grande mistero della Chiesa, santa e peccatrice, secondo la celebre definizione di Sant’Ambrogio.
AVVISO IMPORTANTE
I Padri dell’Isola di Patmos fanno proprie le dettagliate informazioni riportate dal giornalista Andrea Tornielli il quale si rifà a dichiarazioni rese dalle Loro Ecc.ze Rev.me i Vescovi di Jesi e di Senigallia.
Invitiamo con l’occasione i nostri lettori a non prestare ascolto ai deliri di questa sedicente profetessa che ha abusato la figura del Sommo Pontefice Benedetto XVI e che ha rivolto invettive altamente insultanti al Sommo Pontefice Francesco, oltre a tutte le grossolane eresie contenute nei suoi messaggi “profetici” intrisi appunto di gravissime eresie cristologiche e trinitarie.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-41325/
Rev. Don Ariel, ben ritrovato.Grazie. Un articolo (incluse foto e didascalie) puntuale e puntuto, forse incompleto. Casi emblematici, di cui condivido il biasimo, tra mille altri, sottaciuti. Caritas e rispetto filiale impediscono di “affondare il colpo”. Due osservazioni:
1)Ancora una volta, Ella reitera la tesi che parole e operato del Papa vengano artatamente distorte dai media. E proprio così? Gli ultimi due Papi sono stati grandissimi comunicatori in primis della parola di Cristo,incuranti dell’ostracismo malevolo dei media.
Forse che l’attuale Papa, così diverso per provenienza, cultura, carattere, non sappia emularne linguaggio, coerenza e chiarezza, e non abbia al fianco consiglieri che lo informino di tali travisamenti? Troppi plausi, non stroppiano!
2) Nella «Chiesa “ospedale da campo”, ancora più di preti, vescovi e cardinali – temprati “vaccinati” dal lungo studio e dall’aver fatti propri i principi della fede cristiana per curare il gregge di Cristo – sono in pericolo, confusi e disorientati gli umili fedeli, ricevendo dai medici “in carica e in voga” cure new style, terapie innovative, medicine … sbagliate! Gesù ci ammonì circa le cose del mondo!
Caro Luca.
Il motivo per il quale nel territorio dello Stato della Città del Vaticano non ci sono tappetini di venditori abusivi e “fratelli rom”, non sono in grado di chiarirglielo. Però posso darle un suggerimento per avere una risposta: si rivolga al Cardinale Giuseppe Bertello, che è il Governatore della Città del Vaticano. Questo alto prelato potrebbe apparirle a prima vista un burbero, non essendo, come suol dirsi, un “adone” nell’aspetto; in effetti non è una figura di aspetto ieratico e bello come tutt’oggi lo è l’ultra ottantenne Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, però mi creda: è un uomo molto cortese, non si faccia tradire dalle apparenze esteriori, perché è un piemontese davvero amabile, che come tale le darà una risposta, ne sono certo.
Padre Ariel, come romano so’ schifato, e glielo dico ” de core”! Ho accompagnato dei parenti venuti da fuori all’udienza del mercoledì … via della conciliazione è ormai un mercato, bisogna camminare tra i tappeti dei … ops! stavo per dire “negri”, mi correggo: dei nostri amati fratelli di colore, molti dei quali senza regolari permessi di soggiorno, che vendono merci contraffatte, occupando abusivamente il suolo italiano (e non quello vaticano!). Da inizio via fino al colonnato siamo stati “assaltati” da … ops! stavo per dire zingari, mi correggo: da degli adorabili fratelli rom, figli di una grande cultura che merita ogni tipo di protezione, i quali ci hanno seguiti frignando appiccicati addosso, fino a quando per toglierceli dalle cosiddette …. (mi capisce, vero?) gli abbiamo dato qualcosa. Varcati i cancelli che portano all’aula Nervi, oggi aula Paolo VI … oh, che incanto! Non c’era più manco mezzo “fratello rom”, come mai? Perché nel territorio vaticano non ci sono tappetini di venditori abusivi e “fratelli rom”?
Potrebbe illuminarmi lei?
Carissima Sorella.
Confido davvero nelle sue preghiere.
Per quanto riguarda le protezioni, quelle ce l’ho eccome, ma veramente in alto che più in alto non si può: mi proteggono Nostro Signore Gesù Cristo e la Beata Vergine Maria.
E poi, che cosa vuole che mi facciano? Al limite qualche dispettuccio da salotto prelatizio, ma la cosa non si spingerebbe mai oltre questo.
Come clero stiamo purtroppo vivendo un giornaliero “scandalo al sole”, non passa giorno che non pizzichino in giro per l’Italia preti filmati, registrati o come qualsivoglia palesemente colti sul fatto, per cose di una tale e inaudita gravità dinanzi alle quali viene da dire che la realtà supera veramente la fantasia.
Ovviamente, la cosa che più “tira” a livello giornalistico, sono le due famigerate “S”, ossia: sesso e soldi, vale a dire scandali sessuali e patrimoniali.
E sull’una e sull’altra cosa, alla triste prova dei fatti, stiamo dando esempi diabolici non di poco conto.
Se però qualcuno volesse stuzzicare uno che dentro i propri armadi ha la biancheria profumata ai fiori di lavanda – ed i miei armadi sono accessibili a tutti – che si accomodi pure, perché come suol dirsi ci troverà il padrone, cioè il sottoscritto.
Ogni bene a lei ed alla sua comunità religiosa.
Carissimo Padre, la domanda vien da sé: ma a lei, chi la protegge? Forse non potrà rispondere, ma … domandare è lecito.
Spero che non le sia presentato un conto salato da pagare!!
Le ricorderò nelle mie preghiere alla Vergine Maria alla quale è consacrata la mia congregazione.
Sr. Francesca Maria