Se il Demonio che osò tentare persino Cristo Signore riesce a prenderci nell’ambizione, può fare di noi ciò che vuole
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Caro padre Ariel,
volevo domandare: Satana e l’inferno quando ritornerà Cristo e verrà il giorno del giudizio universale scomparirà per sempre insieme ai dannati. oppure no? L’eternità dell’inferno è un dogma di fede, in inferno si va in automatico se si muore nel peccato mortale? o ci vuole proprio un ostinazione o disperare della salvezza come Giuda? Poi la figura di giuda è rivalutata dagli gnostici, ma cosa dice la dottrina dei padri della chiesa è in inferno vero? Mi piacerebbe un vostro parere.
vi ringrazio
Caro Fabio
oggi le persone, pur avendo a disposizione mezzi elettronici e telematici che se ben usati sono anche delle straordinarie biblioteche, tendono ad andare ad abbeverarsi a scritti a dir poco strampalati in materia di dottrina e di fede, laddove abbonda di tutto: catastrofisti, millenaristi, rispolveratori delle più vecchie eresie, per non parlare dei teologi improvvisati …
Le chiarisco: questo mio lamento non è rivolto a lei ed alla sua domanda del tutto pertinente, è rivolto in generale al pubblico numeroso che ci legge.
Se lei prende il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella parte in cui si parla della Professione di fede e del credo nella vita eterna [vedere QUI], troverà spiegata in modo dettagliata la dottrina sull’Inferno, che non è “a tempo” né è destinato un giorno a finire, ma è appunto eterno.
L’Inferno “a tempo” o non destinato a essere eterno, è una antica eresia, la cosiddetta ἀποκατάστασις [apokatástasis]. Questa dottrina erronea fu diffusa da Origene il quale sosteneva che alla fine dei tempi sarebbe avvenuto un ristabilimento finale di tutta la creazione con la nascita di uno stato di beatitudine, posto che secondo lui, alla fine dei tempi, non avrebbero potuto sussistere due regni: quello di Dio e quello del Male, perché tutto si sarebbe infine riconciliato con l’amore. Nell’anno 553 la Chiesa condannò questa dottrina come eretica nel Concilio di Costantinopoli.
Questa eternità va letta nell’ottica di quella che è la coerenza divina e di quello che è il dono della libertà e del libero arbitrio dato da Dio all’uomo sin dalla sua creazione.
Anche se usiamo l’espressione “Dio manda all’Inferno” o “Dio condanna all’Inferno”, questa espressione rende sicuramente l’idea, ma da un punto di vista dottrinale e teologico è corretta fino ad un certo punto, nel senso che l’uomo, all’Inferno ci si condanna da sé stesso. Sarebbe pertanto più corretto dire che Dio lascia libero l’uomo di “scegliersi” o di “dannarsi” all’inferno, come lasciò i nostri antichi progenitori liberi di far entrare nella scena del mondo e dell’umanità la corruzione attraverso il peccato originale. L’Inferno, anche se per rendere l’idea è raffigurato come luogo, è uno stato dell’anima dovuto alla libera scelta dell’uomo. E in questo stato Dio rispetta per l’eternità sia la decisione dei demoni sia quella degli uomini che non vogliono essere in comunione d’amore con Lui. Questo è l’Inferno che comincia a divenire concreto dentro di noi sin da questa vita terrena.
Per quanto riguarda Giuda Iscariota il discorso è tutt’altro che semplice e la vicenda non è munita di una risposta sicura. Mi spiego: nessuno di noi può conoscere il giudizio dato da Dio ad un’anima, inclusa la Chiesa. Pertanto possiamo ipotizzare o presumere che Giuda sia nell’Inferno per ciò che ha fatto e per come lo ha fatto, però non lo possiamo affermare, perché nessuno può averne la certezza, ciò comporterebbe infatti conoscere il giudizio dato da Dio. Noi abbiamo l’obbligo morale di dire a certi peccatori che con le loro azioni rischiano seriamente l’Inferno, ma nessuno di noi, dopo che costoro saranno morti in stato di peccato mortale, può decretare che siano sicuramente e indubitabilmente all’Inferno.
A questo mio genere di risposta alcune persone hanno replicato che il tal mistico o la tal mistica ha visto, ha detto ed ha affermato che … A quel punto ho domandato se certe visioni di certi mistici o veggenti sono state per caso inserite dalla Chiesa tra i Vangeli sinottici ed il Vangelo di Giovanni o se sono state elevati a rango di magistero infallibile. Il tutto per tornare al discorso iniziale della gente che si abbevera alle sorgenti internetiche più inquinate …
Noi sappiamo che Giuda è morto impiccato. La scienza ci dimostra che dal momento in cui un uomo si cala un cappio attorno al collo al momento della sua morte possono passare di media dai quattro a cinque minuti. In quattro o cinque minuti, tra l’anima di quel suicida e la grazia di Dio, che cosa può accadere? Qualcuno è forse in grado di conoscere e di stabilire in che modo, la grazia di Dio, ha cercato di salvare quell’anima?
A provare ciò è il fatto che oggi la Chiesa non nega più i funerali alle persone morte suicide. Primo, perché molti di loro possono avere agito non per voluto e deliberato sprezzo verso la vita ma perché affetti da vari disturbi, incluse le varie e gravi forme depressive, non sempre individuate per tempo; ma soprattutto perché a nessuno è dato sapere se la grazia di Dio è non è intervenuta per salvare quell’anima e per concederle il dono del Purgatorio.
La grazia di Dio cercherà sempre di salvarci sino all’ultimo respiro di vita, così come certi uomini possono respingere la grazia di Dio sino all’ultimo respiro di vita.
Mi scusi don Ariel, a proposito delle visioni di Fatima, che cosa pensa? Come devono essere intese, dato che non rientrano nella rivelazione? In internet si trova il testo di una richiesta alla Congregazione per la Dottrina della Fede perché chiarisca il contenuto del terzo segreto (questo è il link: http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2018/12/segreto-di-fatima.html).
La ringrazio per l’attenzione e per qualunque chiarimento vorrà fornirmi.