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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
Il mio messaggio era del tipo “proprio voi che…” E non era nè pieno di lavoro, nè anonimo, nè inviato da un indirizzo inventato, nè aggressivo. Eppure non lo avete pubblicato!
Le rispondo, perché non lo abbiamo pubblicato: perché solo gli esseri disumani come lei, sedicenti pseudo e non meglio precisati “cattolici”, possono non trovare di meglio da fare che polemizzare sulla Chiesa e i suoi pastori oggi profondamente sofferenti, mentre la nostra Italia conta migliaia di morti.
Ecco perché non diamo spazio a gente come lei e disumani affini.
Sono stato chiaro?
Caro padre Ariel,
Io non ho polemizzato affatto sulla Chiesa di cui faccio parte come battezzato, nè contro i suoi pastori, bensì contro alcuni di loro, cioè voi. E poi cosa vuol dire che i pastori sono sofferenti, forse che i laici non lo sono e non hanno diritto di esserlo allo stesso modo? Inoltre non ho polemizzato, ma solo fatto notare la incongruenza di un tale pontificare da un pulpito che si è espresso con parole indecenti nei confronti di vescovo in passate occasioni. Ma daltronde che si puó pretendere da un pastore che si rivolge al sottoscritto dandogli gratuitamente del disumano? Si rende conto di ció che dice? Lei insulta perché non ha argomenti e afferma falsità (cioè che io mi invento l’indirizzo e-mail) parimenti perchè non ha argomenti. Il suo atteggiamento e il suo linguaggio sono degni di un abitante della Suburra, non di un ministro di Dio. Lei usa la sua talare come arma o come scudo, alla bisogna, anzichè servive l’abito che indossa. Sia serio e pubblichi il mio messaggio, questo e quello che ha censurato.
«Lei usa la sua talare come arma o come scudo, alla bisogna, anzichè servive l’abito che indossa. Sia serio e pubblichi il mio messaggio, questo e quello che ha censurato».
Lei è una vergogna di cattolico, punto e basta.
Un laico non può osare rivolgersi a questo modo a un presbìtero. Se io fossi ciò che lei dipinge, il compito di riprendermi e di redarguirmi, all’occorrenza semmai anche di sanzionarmi, spetta al mio Vescovo, non certo a un emerito cafone come lei.
Non si sostituisca quindi alla legittima Autorità Ecclesiastica, perché lei non ne ha né il grado d’ordine sacramentale né la potestà.
E casomai il mio Vescovo dovesse decidere di redarguirmi, mi chiamerebbe in privato, non oserebbe mai, neppure lui al quale io debbo devota obbedienza e filiale rispetto, tirarmi un badile di fango addosso sulla pubblica piazza come ha fatto lei, che pure ha la presunzione di ritenersi persino un autentico cattolico.
Sono stato pedagogicamente e cristianamente chiaro?
Caro Padre Ivano, mi soffermo sul Catenaccio, nonché capoverso conclusivo del suo articolo, per notare in esso l’assunzione, spero involontaria, di uno stile oggi molto “ecclesialese”: Alcuni fedeli cristiani… Chi ? Dove ? Quando ?
Smettiamola con codeste accuse generiche, piene di metafore sibilline, di aggettivi polivalenti, di allusioni a complotti e a deviazioni, senza che mai dal pulpito più alto e a cascata dai pulpitini di supporto sia chiarito né l’oggetto né l’obiettivo dell’accusa.
Atteggiamento canzonatorio… che vuol dire ? Chi ha canzonato chi, e in che modo ? Magari ce ne sono stati davvero, ma senza chiarezza ognuno può pensare o di essere accusato a torto, o che altri siano accusati a ragione (dal suo punto di vista).
Faccio un esempio qui circoscritto: anche padre Ariel, stimatissimo, in un suo recente articolo ha irriso agli “sgrana-rosari”. Perché ? Con quale autorità ? Sa forse riconoscere, a distanza , a pelle, senza dubbi, un fedele che prega, come può e come sa, e un superstizioso che si atteggia ? Chiamerebbe Padre Pio uno “sgrana-rosari” ?
Indicate la meta, soccorrete le intelligenze, riscaldate i cuori, non soffocate il lucignolo con…
Gent.mo Padre Ivano,
sul quotidiano dei vescovi italiani del 15 c.m. è stato pubblicato il seguente articolo:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/luigino-bruni-oikonomia-10
In esso si arriva a sostenere: “[…] il cristianesimo da subito ha interpretato la passione e morte di Gesù come un sacrificio, come l’«agnello di Dio» che con la sua morte toglie, definitivamente, il peccato dal mondo. […] Il sacrificio di Gesù, del Figlio, sarebbe stato il prezzo pagato a Dio Padre per estinguere l’enorme debito che l’umanità aveva contratto. Gesù il nuovo sommo sacerdote che offre in sacrificio non animali ma se stesso (Ebrei 7). Questa teologia sacrificale ha attraversato e segnato l’intero Medioevo, ribadita dalla Controriforma, e ancora oggi molto radicata nella prassi cristiana. […] Il sacrificio sta finalmente uscendo dalla teologia più recente (grazie a una comprensione più biblica del mistero della Passione), ma sta entrando sempre più nella nuova religione capitalista. ”
Padre Cavalcoli ha così risposto: https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/unoffesa-al-sacrificio-di-cristo.html
Secondo lei, criticare i vescovi per quell’ articolo, significa “ergersi a giudice dei…
D’accordo, ma restano due punti.
1. La fede non è semplicemente qualcosa di “utile”, magari ai malati o ai deboli in generale. Senza Dio questo mondo non va avanti, semplicemente. Anche se il Mondo crede che i cristiani siano poveri sfigati.
E coloro che vogliono andare in chiesa non sono “piccoli” e basta: sono persone che amano Dio. Nel definirli – come è stato fatto – “piccoli” si implicava che chi non reclama sia un “cattolico adulto”. Ne facciamo volentieri a meno. I “piccoli” di Gesù non si contrappongono a inesistenti “adulti”.
2. Molti preti approfittano del divieto di messe pubbliche per non celebrare messa affatto, dicendo che senza il popolo non ha valore. Questa è una colossale eresia però molto diffusa grazie a teologastri e seminari di oggi. Occorre chiarire questo punto in maniera seria, autorevole e netta.
Vietare, poi, come è stato fatto, anche la semplice ostensione del Santissimo, con la scusa che altrimenti si raduna gente, lascia francamente molto perplessi: c’è qualcosa che non quadra.
NON È GIUSTO NÉ CRISTIANO CHE CERTI FEDELI AGGREDISCANO IN MODO SFOTTENTE VESCOVI E SACERDOTI……
parlate proprio voi che [CENSURATO]
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