Il falso ecumenismo del Cardinale Kasper

Padre Giovanni

– Theologica –

IL FALSO ECUMENISMO DEL CARDINALE KASPER

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Davanti al quadro dipinto dal Cardinale Walter Kasper nel suo nuovo opuscolo, non solo San Tommaso d’Aquino ma lo stesso Lutero si sdegnerebbe e considererebbero Kasper un ipocrita impostore. San Tommaso, col suo linguaggio misurato, avrebbe detto: «Reputo Kasperum hominem scepticum et infidelem ». Mentre Lutero, col suo linguaggio colorito avrebbe detto: «Teologo che fa teologia in ginocchio? No, teologo che fa teologia al cesso!». E questa ambiguità di Kasper è riapparsa in occasione della recente pubblicazione dell’Esortazione Amoris laetitia del Santo Padre Francesco.

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Autore Giovanni Cavalcoli OP

Autore
Giovanni Cavalcoli OP

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Kasper libro su lutero

il libro su Lutero di Walter Kasper [QUI]

Una nota di umanità in questo libretto spregevole e scandaloso è data dalla dedica alla sorella Ingeborg, recentemente defunta. Qui Kasper, se non dimostra pietà per i vivi, almeno la mostra per i defunti.

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06.06.2016 Giovanni Cavalcoli, OP – IL FALSO ECUMENISMO DEL CARDINALE KASPER

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6 commenti
  1. Padre Ariel
    Don Franco Messina dice:

    Cari Padri e Confratelli,
    vi leggo da quando avete aperto l’Isola, ma, confessando la mia involontaria superficialità, solo oggi mi sono reso pienamente conto del messaggio racchiuso nel nome e nel sottotitolo di questa rivista on-line … L’Isola di Patmos, il luogo dell’ultima rivelazione … grazie al commento del Signor Ettore.
    Avete scelto quello che in fondo stiamo vivendo … il cap. 12 dell’Apocalisse di Giovanni.
    Vi sostengo con la stima e con la preghiera.

  2. Padre Ariel
    Don Stefano Bellobuono dice:

    Sottoscrivo quello che hanno espresso gli altri confratelli sacerdoti e il sig. Ettore.
    Aggiungo: attraverso l’ambiguità, che rischia di caratterizzare questo pontificato, fatto di dire e non dire, di mezze frasi, di tante affermazioni circa il fatto che potrebbe essere si ma anche no, o forse no ma anche si … noi sacerdoti stiamo vivendo un momento di totale sbandamento, al quale io cerco di reagire, dinanzi ai fedeli che mal interpretano le parole del Papa (le quali si prestano spesso a diverse interpretazioni), rispondendo che “la dottrina della Chiesa è questa”.
    Per esempio, nella mia diocesi, già ci sono molti sacerdoti che danno la Comunione di divorziati risposati affermando che Papa Francesco lo ha permesso. Il vescovo non ha preso alcuna posizione e non ha risposto a quelli che come me hanno chiesto spiegazioni e direttive precise. Io e altri, non facciamo accostare i divorziati risposati alla Comunione, ma altri si …
    E ho anche notato (cosa che meriterebbe riflessione) che a esser di manica larga, sono i preti dai 65/70 anni in su, quello che invece sono più attenti e “severi” sono i pochi al di sotto dei 40 anni presenti nel presbiterio della nostra vecchia diocesi, vecchia per età del clero.
    Se questo non è creare caos, per scarsa chiarezza e per mancate risposte, che cosa è?
    E adesso pure Kasper che loda Lutero, e poi l’anno prossimo la visita del Papa ai luterani che celebrano 500 anni di quella che per noi, come hanno spiegato i padri patmosiani, non è una “riforma” ma una eresia, una frattura.
    Poi? Che cosa d’altro ancora ci aspetta?

    • Paolo dice:

      Direi che il problema è generale, riguarda proprio tutti i cattolici, non solo i sacerdoti.

      Caos e confusione.

      Se poi ci mettiamo anche le parole di mons. Gaenswein sul doppio papato…

  3. Padre Ariel
    Don Angelo Rossit dice:

    Stimatissimo Padre Giovanni Cavalcoli,
    oggi più che mai verrebbe da chiedersi: perché, Cavalcoli, dopo decenni dedicati alla difesa della dottrina della fede, non è, a pieno merito, cardinale … e perché, Levi di Gualdo, non meno teologicamente acuto, e dotato di sana impostazione pastorale, non è vescovo di una grande diocesi?
    Spero che il vostro comprensibile imbarazzo non mi censuri questo commento, perché, a pormi quesiti simili, non sono il solo prete, ve lo posso ben garantire.
    La risposta mi si è schiusa proprio leggendo i vostri due ultimi articoli su quel buonuomo del card. Kasper che inneggia a Lutero, e mi sono anche detto … perbacco, non ci avevo mai pensato!!
    E la risposta è semplice … ma perché voi siete al di sopra! E le nostre autorità ecclesiastiche, per mediocri che siano, sono consapevoli che voi siete al di sopra. E siccome, con due soggetti come voi, si discute solo su rigorose basi di teologia e di diritto, vi lasciano dire, tacciono e … chissà quanti vescovi vi condividono.
    La prova penso sia questa: se io chiamassi Kasper “utile idiota” o se alludessi al fatto che invece di far “teologia in ginocchio fa teologia al cesso”, finirei sicuramente, indubitabilmente, inesorabilmente maciullato dal mio vescovo e da altri ancora, a partire da non pochi miei confratelli sacerdoti filo-modernisti e fans del Kasper.
    Il problema è che voi non avete alluso, non avete fatto una battuta irriverente … no! Voi avete proprio spiegato, dottrina alla mano, come e perchè, questo “utile idiota” fa “teologia al cesso” falsando l’ecumenismo e inneggiando a Lutero.
    E questo vuol dire essere al di sopra di una berretta rossa, vuol dire essere al di sopra della cattedra vescovile di una grande diocesi.
    E vi prego, non imbarazzatevi, per queste mie parole.
    Quanto bene, avete fatto a tanti sacerdoti, oggi disorientati e smarriti, altro che berrette rosse, altro che grandi sedi vescovili!

    • Padre Ariel
      don Simone dice:

      Caro don Angelo, se durante il seminario e gli studi teologici, avessi avuto come professore un teologo come padre Cavalcoli, non avrei trascorso 7 anni di tempo (dopo essere divenuto sacerdote “pischello” a 26 anni), a capire che l’80 per 100 di quello che mi avevano insegnato era sbagliato.
      Io sono diventato prete convinto che il Martini (pace all’anima sua) fosse un nuovo Ambrogio, convinto che Rahner ci aveva liberati dalla cappa tridentina, convinto che Bianchi fosse il futuro della “nuova chiesa”, convinto che il Vaticano II fossero le interpretazioni dei teologi postconciliari, convinto che nei neocatecumenali vi fosse il futuro della chiesa … e tutto questo mondo, caro don Angelo, mi si è sgretolato quando mi ritrovai vicario parrocchiale in una parrocchia dove tutto era in mano ai neocatecumenali, compresi pensieri, parole, opere e omissioni. Mi misi in attrito con i neocatecumenali, perché ebbi sentore che c’era qualcosa di sbagliato, e la pagai a carissimo prezzo. E io non avevo né la preparazione né la teologia per poter reggere certi colpi. Detto fatto caddi in crisi.
      Conobbi padre Ariel nel 2011 mentre meditavo di lasciare il sacerdozio. Lui mi disse … “prima di lasciare il sacerdozio, potresti leggere tre libri? Poi ne riparliamo, e se vuoi ti aiuto io stesso a lasciare il sacerdozio”.
      Questi i libri che mi dette: 1. Le imitazioni di Cristo, 2. Le conferenze sopra il Credo di S. Tommaso d’Aquino, 3. Il testo degli esercizi spirituali di Divo Barsotti alla curia romana (1971).
      All’epoca io ero messo in queste condizioni: 1. non conoscevo le Imitazioni di Cristo, 2. durante gli studi teologici qualche professore aveva accennato a S. Tommaso per dire che il tomismo e la scolastica erano superate, 3. Barsotti non lo avevo proprio mai sentito nominare.
      Dopo 2 settimane tornai da padre Ariel. Oggi ho 38 anni e sono sempre prete, e lo sono dopo essermi liberato di Martini, Rahner, Bianchi, Kasper, ecc …
      Avrei molto altro da dire e aggiungere, ma questo può bastare, penso …

  4. ettore dice:

    Padri dell’Isola, fondando questa rivista, scegliendo un nome così “fortemente evocativo”, avete assunto un compito da far tremare i polsi.
    Con i vostri scritti, Voi state combattendo la “buona battaglia” per l’affermazione della verità con infaticabile impegno, acutezza di pensiero, trasparente rispetto, animati da indomita fede e limpida coscienza. Nel corso del tempo la rivista ha certamente suscitato interesse e attenzione, ha acquisito autorevolezza presso i lettori, (cfr qualità e varietà dei commenti, numero crescente dei contatti).
    Nel merito dei vostri univoci interventi su Kasper, ho apprezzato l’ampiezza delle analisi e la delicatezza delle osservazioni.
    Poi, ricordando la recensione fatta dall’Osservatore Romano al libro di Kasper, immedesimandomi ho pensato: Padri abbiamo un problema, enorme! Di sproporzioni gigantesche: Voi, ergo l’efficacia dei vostri avvertimenti, contro la presenza massiva sui “media” di Kasper – il suo pensiero, il ruolo, l’azione pastorale, le conseguenze sul cammino della Chiesa, sulla coscienza dei fedeli…

    Domine, in te confidimus

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