«Ecce Agnus Dei». Riconoscendo Gesù il Battista apre le porte sul mistero di Dio e il mistero di noi stessi

«ECCE AGNUS DEI». RICONOSCENDO GESÙ IL BATTISTA APRE LE PORTE SUL MISTERO DI DIO E IL MISTERO DI NOI STESSI

Riconoscendo Gesù con questa affermazione, Giovanni il Battista spalanca il mistero di Dio e il mistero di noi stessi e ci guida a scoprire Dio per scoprire gradualmente il mistero dell’uomo racchiuso in noi stessi.

— Le video-dirette de L’Isola di Patmos —

Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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il teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci, padre redattore de L’Isola di Patmos

Un passo fondamentale del Vangelo del Beato Evangelista Giovanni narra:

«Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”» [Gv 1, 29-34].

Riconoscendo Gesù con questa affermazione il Battista spalanca il mistero di Dio e il mistero di noi stessi, guidandoci a scoprire Dio per scoprire gradualmente il mistero dell’uomo racchiuso in noi stessi.

Padre Gabriele e Suor Angelika vi attendono per una catechesi interamente dedicata all’Agnello di Dio in onda nella prima live del 2023 il 12 gennaio 2023 alle ore ore 21.00.

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Per seguire:

Diretta su Amici del Club Theologicum: clicca QUI

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I Padri dell’Isola di Patmos

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Di chi era incinta Maria? Il sogno di Giuseppe. Appuntamento da non perdere con il Club Theologicum

DI CHI ERA INCINTA MARIA? IL SOGNO DI GIUSEPPE. APPUNTAMENTO DA NON PERDERE CON IL CLUB THELOGICUM 

Giuseppe voleva lasciare Maria perché si accorse della sua gravidanza e pensava che l’avesse tradito con qualcun altro. Mentre stava rimuginando sulla situazione e quindi di lasciarla segretamente, un angelo del Signore gli apparve in sogno

— Le video-dirette de L’Isola di Patmos —

Autore: Jorge Facio Lince Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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il teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci, padre redattore de L’Isola di Patmos

Cosa fare con Maria? Di chi è incinta? Come evitare lo scandalo? Nel bel mezzo della notte, un Angelo irrompe nel suo sogno, affinché Giuseppe entri nel Sogno di Dio:

«Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un Angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati […]» [Mt 1, 20-23]

 

Su questo tema riflettono insieme questa sera, 15 dicembre, il nostro teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci assieme a Suor Angelika.

Vi aspettiamo ore 21.00 diretta streaming.

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I Padri dell’Isola di Patmos

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Fede e scienza, un rapporto da sempre fecondo ma non facile, specie nel mondo dell’era digitale, nella diretta del 24 novembre alle ore 21

FEDE E SCIENZA, UN RAPPORTO DA SEMPRE FECONDO MA NON FACILE, SPECIE NEL MONDO DELL’ERA DIGITALE, NELLA DIRETTA DEL 24 NOVEMBRE ALLE ORE 21

Nel mondo smart, nella età digitale dove tutto è a portata di dito e di un click, fede e scienza hanno ancora un rapporto fecondo fra loro? C’è tra di loro un’armonia da riscoprire?

— Le video-dirette de L’Isola di Patmos —

Autore: Jorge Facio Lince Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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il teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci, padre redattore de L’Isola di Patmos

In uno dei suoi interventi televisivi Padre Ariel S. Levi di Gualdo spiazzò gli ospiti presenti, intrisi di surreali “leggende nere medievali” e di conflitti tra “Chiesa e scienza”, dicendo: «La Chiesa è stata e tutt’oggi è madre della scienza». E con una breve battuta – come di necessità si deve fare negli spazi di un talk show – disse tutto l’essenziale.

La Chiesa “nemica” della ragione? Siamo seri e non scherziamo: le più grandi speculazioni logiche e razionali nascono e si sviluppano nell’ambito cattolico sino a giungere al loro culmine con la enciclica Fides et ratio (Fede e ragione) del Santo Pontefice Giovanni Paolo II.

Nel mondo smart, nella età digitale dove tutto è a portata di dito e di un click, fede e scienza hanno ancora un rapporto fecondo fra loro? C’è tra di loro un’armonia da riscoprire? Di questo tema se ne discuterà con Andrea Mameli, fisico e divulgatore scientifico, nella diretta di mercoledì 24 novembre alle ore 21:00.

Iscrivetevi al nostro canale e partecipate numerosi. Le dirette trasmesse potete poi trovarle nell’archivio del Canale Jordanus del Club Theologicum.

Tutti gli aggiornamenti e gli avvisi sulle successive dirette potrete trovarli nella colonna di destra della home-page de L’Isola di Patmos sotto la voce «Le dirette di Padre Gabriele».

Vi aspettiamo.

Dall’Isola di Patmos, 23 settembre 2022

 

CLICCATE SULL’IMMAGINE PER ISCRIVERVI AL CANALE

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VI. Colazione di Catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la Confessione» (Parte Sesta)

— Video di Dottrina Cattolica —

Colazione di Catechismo con il Cappuccino

VI. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Sesta)

La triste realtà è che noi siamo di fronte a due diverse tendenze: o negare il peccato e dire che il peccato non esiste e che si tratta di una favola inventata dalla Chiesa per tenere le persone schiave sotto la sua obbedienza, oppure la tendenza a normalizzare il peccato. Se infatti il peccato lo normalizzo, allora non è più tale, perché si muterà in un elemento accettabile, normale, comune o persino piacente, divenendo così qualche cosa col quale posso tranquillamente convivere.

 

               Autore
    Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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Il Sommo Pontefice in un confessionale della Papale Arcibasilica di San Pietro

Offriamo la sesta delle sette catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori. 

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Riprendiamo da quell’interrogativo con cui ci siamo lasciati la volta scorsa che è un po’ l’interrogativo che fanno i bambini della prima confessione ma anche i grandi che si dimenticano di Dio, che si dimenticano della loro fede e quindi chiedono al sacerdote, o alle persone che considerano invece nella fede: perché devo confessarmi? La triste realtà è che noi siamo di fronte a due diverse tendenze: o negare il peccato e dire che il peccato non esiste e che si tratta di una favola inventata dalla Chiesa per tenere le persone schiave sotto la sua obbedienza, oppure la tendenza a normalizzare il peccato. Se infatti il peccato lo normalizzo, allora non è più tale, perché si muterà in un elemento accettabile, normale, comune o persino piacente, divenendo così qualche cosa col quale posso tranquillamente convivere.

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I social media possono essere uno strumento portentoso per lo svolgimento delle attività pastorali e per l’annuncio del Santo Vangelo, per incontrare, venire incontro e rispondere ai quesiti dei Christi Fideles e sostenerli nel loro cammino cristiano di ricerca o di ritorno alla fede. Tutto sta vedere cosa le persone cercano in questo oceano dove è possibile trovare di tutto e in tutti i sensi. Questa iniziativa de L’Isola di Patmos è una opportunità offerta a tutti coloro che voglio riprendere o approfondire i temi della fede partendo dagli elementi basilari del Catechismo e del Magistero della Chiesa.

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dall’Isola di Patmos, 7 maggio 2022

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L’ultimo libro di Padre Ivano potere trovarlo nel nostro negozio librario, per accedervi cliccare sopra l’immagine di copertina

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V. Colazione di catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la confessione» (Parte Quinta)

— Video di Dottrina Cattolica —

Colazione di Catechismo con il Cappuccino

V. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Quinta)

Quando noi sacerdoti amministriamo la confessione, spesso ci rendiamo conto che i cristiani hanno più il senso di colpa che il senso del peccato. Il senso del peccato che cosa è? È essere consapevoli di avere mancato un amore, di avere mancato al sommo bene che è Dio, mancando a questo modo una occasione di amare e essere amato.

 

               Autore
    Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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Figure storiche dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini: Frate Lorenzo da Sardara (1919 – 2016)

Offriamo la quinta delle cinque catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori, che saranno pubblicate una alla settimana, per poi passare ad altri temi di dottrina e di fede. 

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La volta scorsa abbiamo concluso la quarta catechesi dicendo che il Concilio di Trento che aveva rivisto un po’ tutta la disciplina sui Sacramenti, ribadisce in modo chiaro che il Battesimo ― che è la prima forma di conversione del cristiano a Gesù ― è fondamentale e necessario per la salvezza, perché lava la creatura dal peccato originale. Per coloro che invece hanno peccato dopo il Battesimo è necessario, per la salvezza, il Sacramento della Penitenza […] quando noi sacerdoti amministriamo la confessione, spesso ci rendiamo conto che i cristiani hanno più il senso di colpa che il senso del peccato. Il senso del peccato che cosa è? È essere consapevoli di avere mancato un amore, di avere mancato al sommo bene che è Dio, mancando a questo modo una occasione di amare e essere amato.

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I social media possono essere uno strumento portentoso per lo svolgimento delle attività pastorali e per l’annuncio del Santo Vangelo, per incontrare, venire incontro e rispondere ai quesiti dei Christi Fideles e sostenerli nel loro cammino cristiano di ricerca o di ritorno alla fede. Tutto sta vedere cosa le persone cercano in questo oceano dove è possibile trovare di tutto e in tutti i sensi. Questa iniziativa de L’Isola di Patmos è una opportunità offerta a tutti coloro che voglio riprendere o approfondire i temi della fede partendo dagli elementi basilari del Catechismo e del Magistero della Chiesa.

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dall’Isola di Patmos, 26 marzo 2022

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IV. Colazione di catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la confessione» (Parte Quarta)

— Video di Dottrina Cattolica —

Colazione di Catechismo con il Cappuccino

IV. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Quarta)

Per penetrare il senso profondo di questo Sacramento, è necessario partire dalle parole di San Paolo Apostolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio». Questo è il centro e il fulcro sul quale ruota tutta la catechesi sul Sacramento della Riconciliazione. 

 

               Autore
    Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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San Leopoldo Mandic, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, protettore degli ammalati di tumore

Offriamo la quarta delle cinque catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori, che saranno pubblicate una alla settimana, per poi passare ad altri temi di dottrina e di fede. 

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Per penetrare il senso profondo di questo Sacramento, è necessario partire dalle parole di San Paolo Apostolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio» [II Cor 5, 20]. Questo è il centro e il fulcro sul quale ruota tutta la catechesi sul Sacramento della Riconciliazione. Il bisogno di riconciliarsi con Dio è un comando apostolico che l’Apostolo esprime agli abitanti di Corinto, ma che percorre i tempi ed è rivolto a tutti noi.

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dall’Isola di Patmos, 5 marzo 2022

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III. Colazione di Catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la confessione» (Parte Terza)

— Video di Dottrina Cattolica —

Colazione di Catechismo con il Cappuccino

III. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Terza)

Spesso della Chiesa sappiamo e conosciamo solo tutti i pettegolezzi appresi dalla zia, dall’amica, dalla cugina suora, dai giornali, dalle televisioni … mai però dalle fonti ufficiali, quali sono i Sacri Testi, il Magistero della Chiesa e la voce dei suoi Pastori. Capite bene che così non si cresce nel Cristianesimo e nella nostra fede … 

               Autore
    Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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Offriamo la terza delle cinque catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori, che saranno pubblicate una alla settimana, per poi passare ad altri temi di dottrina e di fede. 

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Spesso della Chiesa sappiamo e conosciamo solo tutti i pettegolezzi appresi dalla zia, dall’amica, dalla cugina suora, dai giornali, dalle televisioni … mai però dalle fonti ufficiali, quali sono i Sacri Testi, il Magistero della Chiesa e la voce dei suoi Pastori. Capite bene che così non si cresce nel Cristianesimo e nella nostra fede. 

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dall’Isola di Patmos, 26 febbraio 2022

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II. Colazione di Catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la confessione» (Parte Seconda)

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Colazione di Catechismo con il Cappuccino

II. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Seconda)

Il prete non viene mandato per rovinare la vita alle persone «… ecco, ho parlato col prete e non posso fare più niente, non posso fare il padrino … sì, la Chiesa è oscurantista, è una tiranna». Ma secondo voi, noi abbiamo scelto uno stile di vita per angariare le persone? Il compito della Chiesa è proprio questo: in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio.

               Autore
    Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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Offriamo la seconda delle cinque catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori, che a partire da oggi saranno pubblicate una alla settimana, per poi passare ad altri temi di dottrina e di fede. 

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Il prete non viene mandato per rovinare la vita alle persone «… ecco, ho parlato col prete e non posso fare più niente, non posso fare il padrino … sì, la Chiesa è oscurantista, è una tiranna». Ma secondo voi, noi abbiamo scelto uno stile di vita per angariare le persone? Il compito della Chiesa è proprio questo: in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio.

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dall’Isola di Patmos, 19 febbraio 2022

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I Padri dell’Isola di Patmos

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Gli scappati di canonica sono peggiori degli scappati di casa: i pretini trendy nel ruolo di star televisive alla scialba insegna del clericamente corretto

— Attualità ecclesiale —

GLI SCAPPATI DI CANONICA SONO PEGGIORI DEGLI SCAPPATI DI CASA: I PRETINI TRENDY NEL RUOLO DI STAR TELEVISIVE ALLA SCIALBA INSEGNA DEL CLERICAMENTE CORRETTO

Non ho nulla contro i pretini social ben ordinati, puliti, instagrammabili, con il sopracciglio ben ridisegnato a dovere dall’estetista. Gel tra i capelli, quattro colpi di sole sbarazzini sulla chioma, sguardo trasognato, malinconico e assente, in cui il misticismo da immaginetta si confonde con la sicurezza di una improbabile Chiesa calda da Mulino Bianco, manca solo la voce dello speaker della Barilla che cambiando soggetto dello spot annunci: «Dove c’è Chiesa c’è casa»

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Autore
Ivano Liguori, Ofm. Capp.

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il Servo di Dio Dolindo Ruotolo (Napoli 1882 – Napoli 1970)

Qualche giorno fa, un nostro caro lettore de L’Isola di Patmos mi ha inviato via e-mail una riflessione del presbitero Luigi Maria Epicoco sulla figura del prete con un evidente stile retorico di circostanza, tendente ― a mio personale avviso ― al clericalmente corretto.

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Se devo essere sincero, mi sento di dire che non vado per nulla pazzo verso il presbitero Luigi Maria Epicoco e la sua recente poesiola sui preti. E lo dico con la consapevolezza di essere un peccatore e forse, non altro per questo, sarebbe meglio non ascoltarmi.

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Con cattolica franchezza mi sento di esprimere che sebbene oggi questo giovane pretino vada per la maggiore in tutti gli ambienti clericalmente corretti, sicuramente ha trovato un buon “diavolo che lo porti”, tanto da apparire in molti contesti come una sorta di “prete immagine” che si usa come una volta si usava il vestito buono della domenica. Sia chiaro, non ho nulla contro i pretini social ben ordinati, puliti, instagrammabili, con il sopracciglio ben ridisegnato a dovere dall’estetista. Gel tra i capelli, quattro colpi di sole sbarazzini sulla chioma, sguardo trasognato, malinconico e assente, in cui il misticismo da immaginetta si confonde con la sicurezza di una improbabile Chiesa calda da Mulino Bianco, manca solo la voce dello speaker della Barilla che cambia soggetto dello spot annuncia: «Dove c’è Chiesa c’è casa», il tutto con il sottofondo musicale «Scatenate la gioia, oggi qui si fa festa».

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No, non vado pazzo per queste riflessioni da poesiola languida che mi sembrano estremamente fuori dalla realtà, da quella realtà che tocchiamo quotidianamente con mano in mezzo ai nostri fedeli sempre più refrattari, diffidenti e disamorati per una Chiesa che pareggia nella corsa per stare al mondo, a volte per essere meglio del mondo. Per questo non mi preoccuperei tanto di che cosa pensa la gente del prete, come scrive il caro Luigi Maria Epicoco nella sua struggente poesiola da Baci Perugina, piuttosto mi preoccuperei di che cosa pensa il prete di sé stesso e della sua vita, per che cosa valga la pena vivere e un giorno morire.

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Spesso vedo sacerdoti diocesani che già dai 40 anni sono in crisi di identità, costantemente in lite con il proprio vescovo, che non riescono ad andare d’accordo con i propri condiocesani, refrattari a trovarsi per pranzare insieme, per pregare insieme, e che a volte hanno la pretesa di voler insegnare ai fedeli quello che loro, con olimpionica faccia tosta, non riescono ancora a fare. Per queste ragioni, prima di pensare a cosa fa il prete, bisognerebbe “ripensare il prete” in toto, fin dal tempo del seminario in cui si cresce nell’individualismo e nel carrierismo più competitivo. Seminari dove non di rado, se un rettore osa rimproverare un seminarista, questi corre a protestare dal vescovo che non esita a rimuovere il rettore del seminario. O può forse, il vescovo, presentarsi alle assemblee con gli altri vescovi e dire che purtroppo si ritrova con il seminario vuoto? Ma che ciò malgrado preferisce avere il seminario vuoto, anziché correre il rischio di portare al sacerdozio soggetti egocentrici affetti da incorreggibile spirito narcisistico?

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Sì, riflessioni da Baci Perugina emotivamente nutrienti come un cioccolatino della Ferrero, quelle di Luigi Maria Epicoco, dinanzi alle quali è di rigore la domanda: quanto tempo il prete passa in confessionale, a fare direzione spirituale, quanto al capezzale degli ammalati, quanto a trovare i confratelli anziani e soli, quanto a pregare e meditare la Parola e insegnarla al suo popolo anche quando è scomoda, anzi: soprattutto quando è scomoda e pericolosa per il mondo? Perché in cima al Monte Calvario non c’è un barattolo di Nutella in premio per il gioioso scalatore peace and love, ma Cristo crocifisso. E quanto tempo trascorrono, questo genere di pretini trendy, a difendere la Verità anche quando questa può costargli visibilità?

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Quando questi pretini trendy partecipano ai vari talk show, con quanta e quale conigliesca maestria, evitano di toccare argomenti che scatenerebbero le ire delle soubrette messe in studio nel ruolo di opinioniste? Ne ricordo uno, tempo fa, che dinanzi al tema dell’aborto che fu toccato solo di straforo, dinanzi a una soubrette che prima si dichiarò cattolica credente, poi precisò che proprio come tale non avrebbe mai impedito ad altre ragazze la libertà di poter abortire, il pretino trendy, lungi dal dire all’oca giuliva che poteva proclamarsi cattolica nella stessa misura in cui Jack lo Squartatore poteva proclamarsi pacifista non-violento, non trovò di meglio da fare che ingurgitare il cioccolatino Bacio Perugina e leggere velocemente il pensiero impresso nella cartina: «L’importante è accogliere queste donne senza giudicarle ma stringendole solo al cuore». E tutti in studio applaudirono, la sedicente cattolica abortista per prima in testa a tutte. Superflua la mia domanda: questo pretino trendy, un vescovo ce l’ha? E perché, il vescovo, prendendo atto di quella rappresentazione, si è ben guardato dal dirgli: “Tu, in uno studio televisivo, a partire da oggi non devi azzardarti a metterci più piede”? Ovvio il motivo: ma perché il vescovo sapeva sicuramente benissimo che il pretino trendy gli avrebbe caricato contro i mass media. Dunque coniglio il prete e più coniglio ancora il vescovo, altro che struggenti poesiole!

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Ammetto che forse sarò demodé. Poi, se essere demodé fosse peccato, ammetto altresì di essere un ostinato nel peccato, perché ai pretini social preferisco quel santo presbitero di Dolindo Ruotolo, che da religioso lazzarista fu cacciato dalla propria congregazione religiosa con accuse pesanti di eresia e finanche di essere indemoniato e che da prete diocesano, con la talare impolverata, sdrucita e un po’ sporca e unta, faceva venire il desiderio di Dio. Al contrario invece, se guardo questi preti 2.0, attenti sempre e di rigore a non urtare la suscettibilità delle masse, disposte al massimo ad accettare un Vangelo annacquato con l’emotività, potrei finire tentato di andare anch’io dall’estetista a farmi la ceretta, alla beauty farm a farmi i massaggi e in palestra a esercitare i bicipiti.

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Sarò per caso invidioso? Forse, semmai anche bruttarello, ma pure tra il clero è sempre più emergente l’immagine del prete di successo, che non deve chiedere mai, come la vecchia pubblicità di Denim musk. Prete ridotto a ingranaggio di un organismo perfetto – quasi sempre questi preti gravitano dentro a qualche movimento ecclesiale ben strutturato e protetto – che hanno trovato il modo di essere à la page. Forse quando li vedrò presi a urla da atei anticlericali dentro una corsia di ospedale, o presi per pedofili ingiustamente all’interno di una parrocchia, o sbeffeggiati per strada da giovani appena adolescenti, o a sperimentare la solitudine della chiesa vuota come nella parrocchia guareschiana di Montenara in cui il povero Don Camillo fu mandato per punizione dal suo vescovo, allora forse riuscirò ad apprezzare queste riflessioni. Però, come dicevo sin dall’inizio, sicuramente lo strano sono io, il tutto con una aggravante: se rispettare, vivere e praticare il Santo Vangelo, implica essere strani, prego Dio che mi dia la grazia di vivere da strano, quindi da strano di morire, per quant’è vero che in cima al Calvario, non c’è un barattolo di Nutella in premio che ci attende.

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dall’Isola di Patmos, 18 febbraio 2022

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Colazione di Catechismo con il Cappuccino – «Il Sacramento della Penitenza, la confessione» (Parte Prima)

— Video di Dottrina Cattolica —

Colazione di Catechismo con il Cappuccino

I. COLAZIONE DI CATECHISMO CON IL CAPPUCCINO – «IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, LA CONFESSIONE» (Parte Prima)

«Perché devo raccontare i miei peccati a un prete, che tra l’altro può essere una persona molto peggiore di me?». Domanda antica quanto il Sacramento della Penitenza, la confessione, sin da quando Cristo Dio disse «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

              Autore
   Ivano Liguori, Ofm. Capp..

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Offriamo la prima delle cinque catechesi tenute dal nostro redattore Padre Ivano Liguori, che a partire da oggi saranno pubblicate una alla settimana, per poi passare ad altri temi di dottrina e di fede. 

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«Perché devo raccontare i miei peccati a un prete che tra l’altro può essere una persona molto peggiore di me?». Domanda antica quanto il Sacramento della Penitenza, la confessione, sin da quando Cristo Dio disse «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» [Gv 20,23]. Eppure è una domanda che continua a riproporsi attraverso il corso dei secoli.

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I social media possono essere uno strumento portentoso per lo svolgimento delle attività pastorali e per l’annuncio del Santo Vangelo, per incontrare, venire incontro e rispondere ai quesiti dei Christi Fideles e sostenerli nel loro cammino cristiano di ricerca o di ritorno alla fede. Tutto sta vedere cosa le persone cercano in questo oceano dove è possibile trovare di tutto e in tutti i sensi. Questa iniziativa de L’Isola di Patmos è una opportunità offerta a tutti coloro che voglio riprendere o approfondire i temi della fede partendo dagli elementi basilari del Catechismo e del Magistero della Chiesa.

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dall’Isola di Patmos, 12 febbraio 2022

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