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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
Caro padre Ivano,
Sono in piena sintonia con lei, e vorrei aggiungere al suo intervento il mio personale commento in forma di domande a lei rivolte.
Sono i cristiani in grado oggi di leggere i segni? Quei segni che Gesù ci ha indicato essere pre-monitori dall’arrivo del tempo del raccolto?
Perché se è vero che quel tempo non è noto se non al Padre, è ugualmente vero che a noi è data da Dio la sapienza necessaria per riconoscere le figure storiche che ne anticipano la venuta.
Dato, come causa, un evento catastrofico epocale qual è senza dubbio questa pandemia, se i pastori gridano contro parte del proprio gregge e parteggiano; se il gregge stesso si divide e litiga; se esseri umani in tutto e per tutto simili tra loro manifestano un odio crescente gli uni verso gli altri; se il potere di questo mondo esercita impunemente l’arma del ricatto celata da amoroso consiglio; se uomini donne e giovani in numero di milioni decidono diversamente (e non possiamo né dobbiamo permettere che si entri con violenza nel foro interiore di ognuno) e per questo vengono discriminati e criminalizzati; se la cattiveria che esce dalla bocca dei nuovi sacerdoti televisivi viene applaudita dai più, non crede lei che in questo vi sia l’opera di colui che per sua stessa natura vuole la divisione? E se la sua risposta fosse sì, non crede che questo momento della storia della Salvezza sia da considerare un segno (o un complesso si essi) del tipo che Gesù ci invitava a riconoscere?
Se la sua risposta fosse no, la prego di confortarmi in tal senso.
Sempre a nutrimento della fede.
In Cristo.
Conosco Mons. Sanguinetti e la sua richiesta di “obbligo vaccinale al clero e ai fedeli della diocesi” è stata, per me, come una pugnalata al cuore.
Io sono persona a rischio ed ho rifiutato, nonostante le pressanti richieste del mio oncologo, il vaccino non etico: preferisco morire che farmi inoculare volontariamente un vaccino non etico.
E non mi si venga a dire che nella “Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, 21.12.2020” è scritto che la collaborazione all’aborto in chi si vaccina è remota: la collaborazione all’aborto in chi si vaccina è prossima, non remota, perchè il successo dei vaccini non etici è uno stimolo, per le case produttrici, ad incrementare l’uso delle linee cellulare umane non etiliche ed a produrne di nuove.
Debbo infine rilevare la grave omissione, perpetrata dai responsabili della Chiesa Cattolica, riguardo alla richiesta, sponsorizzazione ed acquisto dei vaccini etici che erano disponibili sul mercato assieme a quelli non etici.