Il Romano Pontefice è contro la Chiesa e i suoi Santi Predecessori che secondo il mantra dei Neocatecumenali «ci hanno approvati … ci hanno approvati!»

—  Attualità ecclesiale —

IL ROMANO PONTEFICE È CONTRO LA CHIESA E I SUOI SANTI PREDECESSORI CHE SECONDO IL MANTRA DEI NEOCATECUMENALI «CI HANNO APPROVATI … CI HANNO APPROVATI!».

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Per comprendere la pericolosità di questa setta bisogna conoscere un pennuto e il suo modo di agire, il cuculo, appartenente a dei pennuti indicati come “parassiti”. Questa specie di uccelli non provvede a nutrire i propri piccoli, che non costruiscono il loro nido e che preferiscono deporre le uova di nascosto dentro i nidi di altri volatili. Se gli altri volatili riconoscono l’uovo estraneo deposto nel loro nido e lo eliminano, possono andare incontro a quelle che tra gli umani sono note come “gravi ritorsioni”.

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Sul Cammino Neocatecumenale, fondato dal bohemien Kiko Argüello supportato da quel concentrato di arroganza e crassa ignoranza della defunta Carmen Hernandez, coadiuvati da Padre Mario Pezzi che con rara impudicizia ha umiliato la sacralità del sacerdozio riducendosi a fare da valletto servente a due laici praticoni della dottrina fai-da-te e con comprovate lacune sul Catechismo della Chiesa Cattolica, mi sono formato da tempo un giudizio critico basato su fatti e atti, ma soprattutto sulle pericolose omissioni dei Sommi Pontefici e delle Autorità Ecclesiastiche, che agendo nel corso degli anni con accondiscendenza e debolezza hanno permesso lo sviluppo delle metastasi di questo cancro all’interno della Chiesa di Cristo.

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Dopo accurate ricerche ho dato alle stampe nel 2019 un saggio critico su questo movimento para-cattolico: La setta neocatecumenale. Prima di me, critiche severe sul piano dottrinale ed ecclesiologico furono mosse da due presbiteri romani: nel 1983 dal Venerabile Servo di Dio Pier Carlo Landucci e nel 1991 dal teologo passionista Enrico Zoffoli. Questo secondo fu vittima della stizza di quell’osso secco rivestito di velluto del Cardinale Camillo Ruini, perché grazie a lui, poi al suo successore Agostino Vallini, i neocatecumenali hanno riempito di loro adepti laici e sacerdoti il palazzo del Vicariato di Roma. Questi i risultati: oggi, delle 332 parrocchie della Diocesi di Roma, i neocatecumenali ne hanno in mano 91. I pochi parroci veramente romani che sopravvivono tra quello che viene chiamato clero romano — composto per la maggioranza da transfughi polacchi, africani, indiani, latinoamericani e via dicendo — subisce in silenzio e spirito omissivo le prepotenze dei neocatecumenali, salvo ritrovarsi in caso contrario col monsignorotto di turno piazzato nella cancelleria, o altri affini piazzati nei vari uffici diocesani, che con la voce mielosa e l’occhio velenoso, da dietro la loro barba in perfetto taglio Kiko Arguello rivolgono un predicozzo a doppio senso sull’umiltà. Ovviamente nessuno di questi preti kiki ha mai invitato all’umiltà quel concentrato di sfacciataggine di Carmen Hernandez, che durante un incontro ufficiale nel cortile di San Damaso in Vaticano interruppe e corresse il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II mentre parlava. I prelati presenti commentarono che neppure Napoleone Bonaparte, che pure fece catturare e tradurre prigioniero il Sommo Pontefice Pio VII, osò mai nulla del genere. E questo valga per i vari monsignorotti del Vicariato che sorridenti dietro la loro barbetta kika, a chiunque risulti ostile alla setta neocatecumenale fanno il predicozzo su … l’umiltà (!?). Il tutto equivale però a un killer della Camorra che invita a non uccidere o a un militante della lobby LGBT che invita alla castità. Dopodiché segue tutto il resto in atti d’imperio e ingiustizie arbitrarie verso chiunque abbia osato dissentire. Per questo a Roma nessuno osa fiatare contro la setta neocatecumenale, specie in questo momento storico di eroici preti difensori della fede e della sana dottrina cattolica.

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Per comprendere la pericolosità di questa setta bisogna conoscere un pennuto e il suo modo di agire, il cuculo, appartenente a degli uccelli indicati come “parassiti” [cfr. alla mia citata opera pag. 135 e seguenti]. Questa specie di uccelli non provvede a nutrire i propri piccoli né costruiscono il loro nido, preferiscono deporre le uova di nascosto dentro i nidi di altri volatili. Se gli altri volatili riconoscono l’uovo estraneo deposto nel loro nido e lo eliminano, possono andare incontro a quelle che tra gli umani sono note come “gravi ritorsioni”. Spiegano infatti i ricercatori: il cuculo, oltre a essere un parassita è pure quello che nella specie umana è indicato come “mafioso”, un vero e proprio camorrista. Se torna dove ha lasciato le uova e non le ritrova si vendica devastando il nido altrui in cui le aveva deposte, distruggendo la sua intera covata. A quel punto l’altro uccello, comprendendo che se tocca all’interno del proprio nido le uova deposte dal cuculo subirà la devastazione della sua intera covata, comincerà ad accettare le sue uova. Situazione che darà col tempo vita a un nuovo genere di equilibrio: da una parte aumenteranno i parassiti e dall’altra gli uccelli che accettano in modo incondizionato le uova estranee, sapendo che in caso contrario andrebbero incontro a gravi punizioni. È così che gli uccelli parassiti distruggono l’habitat naturale degli altri uccelli, deponendo i maggiori numeri di uova possibile nei loro nidi. I neocatecumenali adottano la tecnica del cuculo, riuscendo quasi sempre nell’impresa che si prefiggono, dall’invasione delle parrocchie di Roma al piazzamento di loro laici e fedeli monsignorotti serventi nel Vicariato.

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La mia lunga disamina si conclude con queste parole: «Vorrei essere chiamato domani stesso presso la Congregazione per la dottrina della fede e sentirmi spiegare che sono in errore sul piano teologico ed ecclesiologico. Sarei l’uomo e il prete più felice di questo mondo. Dio solo sa, in certe analisi e nei giudizi che ne derivano, quanto vorrei essere in errore. L’apice estremo della mia gioia non sarebbe costituito dal sentirmi dire che ho ragione, ma che ho sbagliato e che sono in torto».

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Nessuno mi ha convocato per chiedermi conto d’alcunché, né per le mie severe critiche rivolte a Giovanni Paolo II, al quale è imputabile storicamente la responsabilità di avere permesso ai movimenti laicali di spadroneggiare dentro la Chiesa, o peggio di crearsi delle vere e proprie chiese dentro la Chiesa, il tutto è avvenuto dopo che il terreno fu preparato e predisposto in tal senso da Paolo VI.

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Dalla sua pubblicazione, il mio libro La setta neocatecumenale ha avuto buoni riscontri e diffusione in Italia e nei Paesi di lingua spagnola. Per adesso ho ricevuto in risposta solo valanghe d’insulti dai pretoriani della setta, mentre diverse figure deformate e deformanti del sacerdozio cattolico fabbricate nei Seminari Redemptoris Mater seguitano tutt’oggi a rispondere ai settaristi che domandano lumi su questo mio lavoro costruito con rigore scientifico su prove e documenti: «Non prestate ascolto a quel prete, è un odiatore, bisogna pregare per la sua conversione! Noi abbiamo le carte. Sì, abbiamo le carte e siamo approvati … approvati! Chi è contro di noi e i nostri Iniziatori è contro la Chiesa e i Sommi Pontefici che ci hanno approvato … approvato!».

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In una nota introduttiva aggiunta nella seconda ristampa uscita nel febbraio 2021, lanciai un altro quesito, forse destinato a rimanere anch’esso senza risposta: quali generosi compensi sono stati profusi al Cardinale Stanisław Dziwisz, all’epoca segretario particolare del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per avere introdotto Kiko Argüello e Carmen Hernández in Vaticano con una frequenza e una familiarità mai concessa in ventisei anni di pontificato a tutti gli altri fondatori e fondatrici dei vari movimenti laicali? O forse a qualcuno risulta che Chiara Lubich o Luigi Giussani avessero libero accesso a Giovanni Paolo II ogni volta che lo desideravano, o che cenassero di frequente con lui, con Carmen che poi si vantava in tutti i circoli neocatecumenali di essere l’unica donna alla quale era concesso fumare sigarette davanti al Sommo Pontefice?

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Quando dinanzi ai Neocatecumenali e a tutto il loro stato maggiore il Pontefice regnante Francesco I esordì affermando:

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«[…] confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma. Lo faccio non perché lui (Ndr. Indica con la mano Kiko Argüello) mi ha pagato, no! Lo faccio perché voglio farlo» [6 marzo 2015, testo del discorso ufficiale frammento video].

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Era forse in vena di scherzi, o piuttosto ha lanciato un messaggio preciso e severo, sapendo di che cosa sono capaci i Neocatecumenali e in che modo si sono comprati sacerdoti, vescovi, cardinali e intere diocesi finite poi totalmente devastate nel corso dei loro cinque decenni di pirateria selvaggia? Resto in attesa di risposta. In assenza della quale mi sentirò legittimato ad applicare il principio giuridico del silenzio assenso, tipico di chi non ha niente da ribattere dinanzi alla verità e alla palese evidenza dei fatti.

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Trattando con decisa severità il Cammino Neocatecumenale e a seguire altri Movimenti laicali, ho difettato nell’analisi? A quanto pare no, perché l’11 giugno 2021, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita Le associazioni di fedeli che disciplina l’esercizio del governo nelle associazioni internazionali di fedeli, private e pubbliche e negli altri enti con personalità giuridica soggetti alla vigilanza diretta del medesimo Dicastero, pare proprio avere tenuto conto, dalla prima all’ultima, di tutte le problematicità da me espresse e racchiuse in questo libro. Con un apposito Decreto che invito a leggere, il competente dicastero cerca di chiudere le stalle ― temo inutilmente ― dopo che i buoi sono fuggici e corrono oggi allo stato brado producendo i danni del cinghiale del bosco che devasta la vigna del Signore. Il tutto grazie ai Santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, la indubbia santità dei quali non li ha però esentati dal commettere errori di valutazione ed errori pastorali, a volte anche gravi. Con buona pace dei settaristi neocatecumenali, convinti che, con le canonizzazioni di Paolo VI e Giovanni Paolo II che «ci hanno approvati … ci hanno approvati!», non è stato semplicemente canonizzato il loro confuso Cammino, perché a loro assurdo pensare il loro confuso Cammino sarebbe stato infatti davvero dogmatizzato.

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Il Sommo Pontefice Francesco I, attraverso questo Decreto, dice però il contrario, o meglio: alla prova dei fatti dice esattamente quello che due anni fa ho scritto io. Adesso, i neocatecumenali, intendono urlare a lui il loro penoso mantra: «Chi è contro di noi è contro la Chiesa che ci ha approvati attraverso due Sommi Pontefici che oggi sono Santi»?

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Prego, lo urlino, il loro mantra, all’uomo Jorge Mario Bergoglio, noto per sorridere dinanzi alle telecamere e sulla pubblica piazza, ma al tempo stesso capace a spezzare la schiena degli avversari ribelli a suon di bastonate dentro le chiuse stanze. Si accomodino, si accomodino …

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dall’Isola di Patmos, 15 giugno 2021

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Il Neocatecumenale modello è un manipolatore talmente privo di senso critico e spirito recettivo che da un discorso come questo pronunciato del Sommo Pontefice Francesco, che è tutta quanta una rampogna dall’inizio alla fine, isola e coglie solo sei parole: «[…] riconoscente per i vostri buoni frutti», tutte le strigliate contenute in questo discorso non esistono, non sono in alcun modo percepite e recepite, da gente che, come diceva Giovannino Guareschi: «Hanno gettato il cervello all’ammasso».

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