Riflessioni sulla elezione del Presidente della Repubblica Italiana: dopo alcuni giorni di penoso teatro, alla fine hanno prevalso il rispetto e la responsabilità

Scuola, società, politica

RIFLESSIONI SULLA ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA: DOPO ALCUNI GIORNI DI PENOSO TEATRO, ALLA FINE HANNO PREVALSO IL RISPETTO E LA RESPONSABILITÀ

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So che saprete fare un’attenta analisi dell’accaduto e da essa ripartirete per cercare di ricucire quel rapporto con gli italiani che, dopo il teatrino di questi giorni, fanno fatica a riconoscersi in voi. Sappiate ripartire da qui e sappiate ritrovare in voi le ragioni del vostro impegno. Se non sarete in grado di ritrovarle, tornate a casa, perché gli italiani meritano il meglio. Meritano l’onestà.

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Autore
Anna Monia Alfieri, I.M.

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Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

Al termine di una settimana davvero impressionante per ciascuno di noi, durante la quale anche chi ha “la testa sulle spalle” si è sentito smarrito, penso a voi giovani in modo particolare. Forse anche voi siete disorientati, dispiaciuti, e pensate che, in fondo, serve a ben poco impegnarsi per la cosa pubblica. Io stessa ho vissuto un senso di profondo disorientamento, ma le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di ieri sera, così essenziali, lineari, senza alcuna rivendicazione, hanno comunicato una sensazione di armonia e di pace e forse ci hanno aiutati a recuperare certi elementi fondamentali.

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La reazione collettiva è stata positiva, cosi quella dell’Europa; non sono mancate le esultanze da cartellino giallo di alcuni politici che hanno cercato di ascriversi il successo e la salvezza del Paese, come non sono mancati i costituzionalisti improvvisati, ahimè! La non-conoscenza issata a sistema è intollerabile e nessuno pensi che i cittadini sono distratti, o che sono spettatori da prendere in giro, tanto dimenticano.

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Per riannodare i fili di una settimana delirante partiamo dalle parole del Presidente della Repubblica: «Rispetto» per le Istituzioni, «Responsabilità» per il Paese e i cittadini che avrà certamente percepito sconcertati e forse anche impressionati. Queste erano già state parole chiave nel modo di procedere del Presidente. Andiamo allora per ordine:

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  1. nel 2018 la difficoltà di comporre un Governo, non avendo vinto nessun partito in modo significativo le elezioni, gli era costata l’accusa di impeachment. Anche allora “rispetto” per le Istituzioni e senso di “responsabilità” verso i cittadini salvarono la situazione dal disastro. Viene varato prima il governo giallo verde poi giallo rosso;
  2. nel 2020 il covid come un cigno nero, mentre trascina il Paese in un baratro, rende evidente che occorre una Guida competente, credibile e coraggiosa. Sono ancora il «rispetto» e le «responsabilità» per le Istituzioni a tenere salda la democrazia e la credibilità all’esterno. Si arriva cosi ad un Governo di Unità Nazionale alla guida del Premier Draghi;
  3. nel 2021 si ha la riprova, con la bocciatura del Disegno di legge Zan in Parlamento, di quanto mancassero le due parole chiave, avendo lo stesso autore dichiarato nei giorni a seguire che quegli articoli così controversi potevano anche essere stralciati. Tempo perso e dichiarazione di incompetenza.

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In questi tre avvenimenti-simbolo si intravede quanto il rispetto e la responsabilità verso i cittadini siano fondamentali. Diversamente, ognuno di loro dovrebbe dire: «Io non ci sto», alla Scalfaro-maniera.

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una prima lezione ai sensi del diritto Italiano: il Presidente della Repubblica e le più alte cariche dello Stato nel diritto italiano sono figure che, nel momento in cui si instaurano, per il loro alto incarico, sono in una posizione al di sopra delle parti politiche. Invece, cosa è successo? Ecco, in sintesi l’accaduto:

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  1. Una parte, giovedì 27, accusa l’altra di comportarsi come bambini, ricorrendo all’astensione, tranne poi, per senso di rispetto verso le Istituzioni, fare altrettanto venerdì 28. Ma in che senso astensione per senso delle Istituzioni?
  2. E poi il circo del tocca a me e del tocca a te proporre i nomi. Ma scherziamo?

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Davanti a tutto questo è lecito pensare che non c’è nessuna frattura all’interno delle coalizioni, o presunte tali, nemmeno fra le parti avverse: c’era semplicemente il bisogno di conservare lo stipendio per altri sette mesi. Così, per dare una parvenza di credibilità, era necessario dimostrare che ci si stava provando, naturalmente a favor di telecamera, per parlare ai propri elettori. Pertanto, arrivando sino all’ottava seduta ― rigorosamente divenuta doppia il venerdì ― di modo che la domenica liberi tutti, l’allarme fosse chiaro: il Paese non tiene, siamo in tempi di crisi, il Presidente Mattarella non potrà sottrarsi, perché lui sì che ha rispetto e senso di responsabilità istituzionale. Infatti ecco che, con un enorme sacrificio, anche sotto il profilo umano e personale, il Presidente non si è tirato indietro e, ancora una volta, antepone il dovere a tutto.

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Nel discorso queste due parole sono davvero la chiave di lettura di questa farsa messa in piedi. E ora che si fa? Si va avanti, non potendo non ringraziare il Presidente Sergio Mattarella per aver nuovamente salvato il Paese dall’irresponsabilità, il Premier Draghi che ha dimostrato di essere un nonno al servizio del Paese. Due figure di alto calibro che però impongono alla classe politica una inversione a “U”.

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Detto questo vorrei congedarmi con una nota positiva e un insegnamento che mi dà tanto conforto. Nei momenti più drammatici della vita, occorre guardare al positivo che sempre si trova in ogni situazione: se non altro, sicuramente la consapevolezza della difficoltà è cosa sana. Il 28 gennaio 2022, per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana e democratica è stata proposta la candidatura di una donna alla presidenza della Repubblica e votata da oltre 380 Grandi Elettori (più di 400 astenuti).  Evidentemente il Paese ha espresso una sana maturità, nella linea della elezione della Onorevole Maria Elisabetta Alberti Casellati, quattro anni fa, alla Presidenza del Senato. Sicuramente questa candidatura è un buon messaggio per le giovani generazioni.

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Al di là di ogni considerazione partitica ― il ruolo di Alberti Casellati è super partes e tale resterà in ogni caso ― come si rileva l’apertura intelligente, così sono evidenti le gelosie e le ripicche interne che hanno miseramente prevalso, impedendo chiaramente la valorizzazione di una collega … Parafrasando: «Mulier mulieri lupa». Nonostante tutto, occorre andare avanti con coraggio. Nulla è perso di quanto avviene per un bene che ci supera.

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Un sincero ringraziamento, allora, va alla Presidente Alberti Casellati che ha accettato di prestare la propria figura super partes per offrirci la speranza che non è una questione di categorie ma di contenuti. Certamente tutta la vicenda ci ha permesso di misurarci con la fatica di molti uomini ad accogliere una donna leader, la reale difficoltà di molte donne a valorizzare le proprie colleghe. Battaglie di parità di genere in fondo nascondono una verità dolorosa che dobbiamo chiamare per nome: gli uomini e le donne sono più inclini a dare solidarietà e sostegno all’altro che si trova in una posizione di inferiorità ma sono ancora incapaci di valorizzarlo. Questo vale in politica come in tante realtà laiche ed ecclesiali, nemo profeta in patria, perché l’invidia uccide le risorse. Pertanto, dopo un primo momento di scoraggiamento, si guarda al positivo e si ringraziano queste tre persone che hanno ancora una volta salvato il Paese, dato a ciascuno di noi elementi per sperare che il bene vince. Io stessa, tutte le volte che nel fare il bene mi sentirò scoraggiata, delegittimata, attaccata e vorrei dire: “Arrangiatevi”, penserò a queste persone che hanno davvero restituito dignità a due parole importanti «rispetto» e «responsabilità». Chi vive mosso da questi valori non potrà mai tradirli anche se l’altro non lo merita perché il bene non è mai una reazione ma una azione, una scelta consapevole. Forse questo consente ai più di vivere da irresponsabili.

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Con Sergio Mattarella la storia del Quirinale prosegue il suo cammino glorioso, sulla scia del passato: il senso delle Istituzioni, la preparazione del Presidente hanno scongiurato il collasso nel nostro recente passato. In tutto questo vedo, con Padre Cristoforo, un «filo della Provvidenza» (I promessi sposi, cap. IV). Ma la Provvidenza non basta, o meglio, la Provvidenza ha bisogno di noi, degli uomini e delle donne che liberamente scelgono di compiere il loro dovere: «Siamo servi inutili, abbiamo fatto quello che dovevamo fare» (Lc 17, 10). Molto di più questa frase ha valore per coloro che dicono di porsi al servizio dei cittadini tramite la cosa pubblica. Uomini e donne della politica: lo sapete, ho grande fiducia in voi. Ma, ammetto, che oggi questa mia fiducia è messa a dura prova. So, d’altra parte, che saprete fare un’attenta analisi dell’accaduto e da essa ripartirete per cercare di ricucire quel rapporto con gli italiani che, dopo il teatrino di questi giorni, fanno fatica a riconoscersi in voi. Sappiate ripartire da qui e sappiate ritrovare in voi le ragioni del vostro impegno. Se non sarete in grado di ritrovarle, tornate a casa, perché gli italiani meritano il meglio. Meritano l’onestà. Oggi meritano Sergio Mattarella e Mario Draghi, come in passato hanno meritato Aldo Moro, Amintore Fanfani ed Enrico Berlinguer. Questi nomi sono scritti nel loro cuore, gli altri sono stati cancellati.

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Milano, 31 gennaio 2022

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