Il diaconato alle donne? C’è chi parla di “ripristino”, ma come si può ripristinare ciò che non è mai esistito?
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– Theologica –
IL DIACONATO ALLE DONNE? C’È CHI PARLA DI «RIPRISTINO», MA COME SI PUÒ RIPRISTINARE CIÒ CHE NON È MAI ESISTITO?
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tra tripudi di giornaliste cattoliche “impegnate” e teologhe femministe che gridano già “vittoria!”, le televisioni stanno parlando ed i giornali titolando che «Papa Francesco ha aperto al diaconato alle donne». Molto avrei da dire sulle giornaliste cattoliche “impegnate” e sulle teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto e che già stanno parlano e scrivendo del «ripristino» del diaconato femminile», che a loro dire «esisteva nei primi secoli di vita della Chiesa», mentre in verità nulla di ciò è mai esistito.
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PDF formato stampa: studio sul diaconato femminile
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Il Sommo Pontefice, in una delle sue espressioni a braccio, è tornato a sollevare l’ennesimo vespaio, dinanzi al quale viene da chiedersi: nel lanciare certe battute che in pochi minuti fanno poi in giro del mondo riempendo le pagine dei giornali, il nostro Augusto Pontefice, può non rendersi pienamente conto di ciò che dice, o forse se ne rende invece conto? La risposta a siffatto quesito è racchiusa nella sua coscienza, che solo Dio può leggere.
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Il Sommo Pontefice ha l’abitudine – a mio parere fuorviante – di lasciarsi intervistare dai giornalisti e di consentire che le persone pongano a lui delle domande a bruciapelo in contesti pubblici; e spesso sono domande incentrate su temi di straordinaria delicatezza ai quali non si può rispondere con una battuta più o meno telegrafica. Né si può rispondere in modo improvvisato e vago, perché nessuno di noi è onnisciente; e le discipline filosofiche, teologiche, storiche, giuridiche, sono talmente complesse e articolate che neppure il Vicario di Cristo in terra può conoscere di ogni singola scienza tutto quanto il sapere.
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Ma vediamo anzitutto cos’è realmente accaduto: durante l’incontro col Sommo Pontefice dell’Unione delle Superiore Maggiori «le consacrate hanno presentato la questione dell’apertura alle donne del diaconato permanente, con riferimento alla Chiesa primitiva. Francesco ha ricordato che l’antico ruolo delle diaconesse non risulta tuttora molto chiaro e si è detto disponibile a interessare della questione una Commissione di studio» [vedere testo su Radio Vaticana, QUI].
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Il Santo Padre non ha dato una risposta, ha replicato dicendosi «disponibile a interessare della questione una Commissione di studio». Ma nel giro di poche ore, tra tripudi di giornaliste cattoliche “impegnate” e teologhe femministe che gridano già “vittoria!”, le televisioni stanno parlando ed i giornali titolando che «Papa Francesco ha aperto al diaconato alle donne». Molto avrei da dire sulle giornaliste cattoliche “impegnate” e sulle teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto e che già stanno parlando e scrivendo del «ripristino» del diaconato femminile», che a loro dire «esisteva nei primi secoli di vita della Chiesa», mentre in verità nulla di ciò è mai esistito.
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Sono molto lieto che il Sommo Pontefice, rispondendo, si sia in un certo senso messo al riparo affermando: «l’antico ruolo delle diaconesse non risulta tuttora molto chiaro». Altrettanto lieto sono del fatto che abbia pensato di far sì che anche a ciò sia data risposta, come già in passato fu data alle istanze sul sacerdozio alle donne; e la risposta ricordiamo che fu la seguente:
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«Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa» [2]
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La risposta fu «no» con carattere definitivo. Colgo l’occasione per spiegare cosa s’intende in teologia dogmatica con definitorio e definitivo. Il modo definitorio si esprime attraverso il dogma e implica l’infallibilità. Il modo definitivo si esprime quando il Sommo Pontefice procede a «confermare i fratelli nella fede» [cf. Lc 22,32]. In ambo i casi, sia esprimendosi attraverso il magistero definitivo sia attraverso il magistero definitorio, egli si esprime infallibilmente [3].
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Non avendo io né fili diretti col Sommo Pontefice né coi suoi stretti collaboratori, visto che egli intende incaricare una commissione di studio, desidero mettere ad essa a disposizione fin da adesso uno studio già fatto su questo tema, che è appunto lo studio mio. Questo studio lo pubblicai nel febbraio 2010 per confutare una affermazione peregrina del Cardinale Carlo Maria Martini, il quale si auspicava, proprio come oggi si auspicano le giornaliste cattoliche “impegnate” e le teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto, il «ripristino» di ciò che nella Chiesa sia di Oriente sia di Occidente non è mai esistito: il diaconato femminile. Cosa che spiego in questo studio già riproposto nel dicembre del 2014 sulle colonne di Theologica dell’Isola di Patmos.
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come sempre invitiamo ad andare alle fonti e a non basarsi mai sul “sentito dire” e sulle male interpretazioni dei giornali, quindi a leggere il testo ufficiale nel quale è riportato per intero il colloquio del Santo Padre con le religiose
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NOTE
[1] Costituzione dogmatica Lumen gentium n. 25 e Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della professione di fede del 18 maggio 1998, n. 8.
[2] Ordinatio sacerdotalis del 22 maggio 1994
[3] Ad tuendam fidem, 18 maggio 1998.
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Per leggere lo studio cliccare sotto:
Ariel S. Levi di Gualdo – STUDIO SUL DIACONATO FEMMINILE
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“le discipline filosofiche, teologiche, storiche, giuridiche, sono talmente complesse e articolate che neppure il Vicario di Cristo in terra può conoscere di ogni singola scienza tutto quanto il sapere”
Giusto. Abbiamo un Papa che parla senza prima pensare… Per questo padre Ariel ha corredato il suo articolo di foto di ‘diaconesse’ suppongo anglicane o luterane una più brutta dell’altra… A questo punto al Papa basterà guardarle, e capirà SUBITO – senza impegnarsi in riflessioni di carattere storico, filosofico o teologico troppo complesse per Lui – che donne così brutte non possono essere ordinate diacono… Anzi, questo gli farà ricordare che alle femmine l’anima immortale è stata infusa – come aveva ben capito San Tommaso – quasi due mesi dopo che ai maschi… e – insomma – intuirà immediatamente che alle donne il diaconato va negato!
“… san Bernardo di Chiaravalle, nella quale il grande Padre e Dottore della Chiesa suggeriva ai cardinali di eleggere Papa non il candidato più santo e neppure il più colto, bensì il più prudente”
Caro Orion,
suppongo che per Lei l’attuale pontefice (nel marzo 2013) fosse (forse!) il più santo e/o il più colto, ma non certo il più prudente…
caro don Ariel,
ho sentito con le mie orecchie, dalla bocca di “cattolici impegnati”, affermazioni del tipo “il Papa ha firmato il decreto per l’ordinazione delle diaconesse”, accompagnate da giubilo e allegrezza.
Persone poco informate? Indubbiamente,
Ma sta di fatto che questa è solo l’ultima di una lunga serie di esternazioni papali che da tre anni a questa parte generano confusione nella Chiesa, confusione che è sotto gli occhi di tutti.
Mio buon don Ariel, lei è un sacerdote che indubbiamente sa il fatto suo, quindi penso conoscerà meglio di quella celebre lettera di san Bernardo di Chiaravalle, nella quale il grande Padre e Dottore della Chiesa suggeriva ai cardinali di eleggere Papa non il candidato più santo e neppure il più colto, bensì il più prudente.
E, Dio perdoni la mia arroganza, ma non posso fare a meno di pensare che i cardinali riuniti nel conclave del 2013 abbiano fatto l’esatto contrario di quanto suggeriva il Doctor Mellifluus…
Sempre avanguardia tedesca,
SFILATA DI ABITI LITURGICI PER «DIACONESSE». QUANDO IL DECLINO DI UNA CHIESA FINISCE IN FARSA titola ora il Timone, riprendendo un servizio del 2014 di Focus.de
http://www.iltimone.org/30620,News.html
Attenti al diaconato alle donne. Ricordiamoci che l’anima (non quella vegetativa e sensitiva) ma l’anima intellettiva è creata da Dio nell’uomo al quarantesimo giorno dopo il concepimento, ma nella donna al novantesimo giorno… cf. Tommaso, Super Sent., III, d. 3, q. 5, a. 2… le donne ricevono da Dio l’anima quasi due mesi dopo, e vogliamo dar loro il diaconato?
Caro Lettore.
Visto che nell’Isola di Patmos abbiamo il prìncipe dei tomisti, lasciamo la risposta al domenicano Giovanni Cavalcoli …
Avanguardisti? Eccoli pronti, puntuali:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-diaconesse-ravasi-e-kasper-bruciano-le-tappe-16162.htm
Cara Paola.
Forse molti lettori si aspetterebbero una risposta di tipo per così dire socio-ecclesiale, o teologico-pastorale. Ma nulla di ciò intendo dare se parliamo della Germania. Quindi la mia sarà una risposta tutta incentrata sull’economia.
Quella cattolica tedesca è la Chiesa più ricca del mondo. Pensi, i soldi che i contribuenti italiani versano attraverso l’8X1000 alla Chiesa Cattolica italiana, a confronto di ciò che percepiscono i tedeschi sono veramente degli spiccioli.
Questa ricchezza è tanta e tale che le parrocchie possono permettersi di stipendiare persino i membri del consiglio parrocchiale ed i catechisti.
A Roma io ricevetti i sacri ordini del diaconato e del presbiterato a pochi giorni di distanza da un mio confratello tedesco, caro amico e compagno di studi. A distanza di pochi mesi, quando dopo l’estate lui fece rientro a Roma dalla Germania e c’incontrammo di nuovo, parlando del più e del meno venni a scoprire che il mio primo “stipendio mensile” percepito dall’Ente Sostentamento Clero equivaleva a 740 euro, il suo equivaleva a 2.860. Assieme a questo “primo stipendio”, il confratello tedesco percepiva anche tutti i cosiddetti “extra”, perché ogni servizio pastorale nonché l’amministrazione di certi Sacramenti o la celebrazione delle Sante Messe, comportano precisi compensi, o se preferiamo offerte. Quindi il mio confratello tedesco percepiva in totale, all’incirca, sui 3.400 euro al mese, senza alcuna spesa di vitto, alloggio, forniture da pagare, ecc …
Un parroco con 25 anni di servizio, in Germania giunge a prendere, solamente di stipendio, tra i 4.500 ed i 5.000 euro al mese, del tutto esenti da spese.
Negli anni Settanta, una singola grande parrocchia tedesca, era in grado, grazie alla moneta di allora ed al rapporto sproporzionato che c’era tra il marco tedesco e le monete di altri Paesi, di mantenere da sola una intera diocesi missionaria del Brasile o della Colombia.
E detto questo, qualcuno si domanda ancora come mai, la Teologia della Liberazione, è nata nel Nord dell’Europa ed è stata poi incubata dai teologi tedeschi tra il Brasile e vari altri paesi del Latino America?
La Germania, seguita appresso dagli Stati Uniti d’America, è sempre stata il più grande contribuente della Santa Sede; in tempi recenti si è aggiunta, come grande contribuente, la Chiesa Cattolica della Corea, che è anch’essa ricchissima, non a caso ha ricevuto la visita apostolica degli ultimi Pontefici, compreso il Pontefice Regnante.
Quello che viene chiamato IOR, l’Istituto Opere di Religione, la cosiddetta Banca Vaticana, di fatto è una banca tedesca, perché i depositi si trovano per l’appunto tutti quanti presso un istituto bancario di Francoforte. Quindi possiamo dire che i tedeschi, in un certo senso, “amministrano” anche i fondi della Santa Sede.
Dopo avere visto nelle chiese della Germania ciò che io ben conosco, vale a dire abusi liturgici d’ogni sorta, disciplina dei Sacramenti arbitraria … o peggio “vescovesse” luterane ospiti che durante la Santa Messa sono invitate a fare l’omelia al Vangelo … giustamente lei mi domanda: «a Roma sanno tutto, e se sanno tutto, perché non hanno mai fatto niente?».
Non hanno mai fatto niente per il semplice fatto che i tedeschi reggono i cordoni della borsa. E come purtroppo sappiamo, per alcuni, Dio è “uno, trino e … quattrino“!
E se il Santo Padre ha da rivolgere delle rampogne, per adesso le rivolge solo ed esclusivamente al clero italiano; forse perché non è stato informato del fatto che in Italia, non pochi parroci di comunità non abbienti, sono costretti a chiedere aiuto ai vecchi genitori pensionati per pagare la bolletta della luce della casa parrocchiale.
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Sul finire di questo mio articolo che le segnalo può trovare alcune riflessioni sulla Chiesa tedesca:
https://isoladipatmos.com/stage/stanno-buggerando-il-santo-padre-salviamo-pietro-i-peggiori-gattopardi-trasformisti-stanno-giungendo-in-pauperistica-gloria-allepiscopato/
E in questo secondo un ulteriore commento:
https://isoladipatmos.com/stage/delicata-ma-magistrale-strigliata-del-santo-padre-alla-conferenza-episcopale-tedesca/
Padre Ariel, mia figlia vive ed è sposata in Germania dove io e mio marito andiamo in visita ogni tanto, specie durante le feste, e durante le feste, tipo natale e pasqua, ma anche le semplici domeniche, siamo andati nelle chiese … “cattoliche”?
Altro che “diaconesse”, abbiamo visto ..!!
Qualche anno fa lessi un suo libro dove parlava anche della Germania, portando la sua esperienza di prete in soggiorno in Germania, e il titolo di quel capitolo già diceva tutto … “uno scisma di fatto”.
Le domando allora: certamente a Roma sanno tutto, e se sanno tutto, perché non hanno mai fatto niente?
Grazie per la risposta.
Una serie di considerazioni e domande, una piccola antologia, colta e riassunta da vari blog:
1. Santità, per favore, pietà, è già molta la carne al fuoco! Un mese fa l’Amoris Laetitia, ieri le Unioni civili, oggi è già il caso di pensare alle Donne Diacono? Ci dia il tempo di formulare un’intenzione di preghiera alla volta!
2. I Gesuiti, l’unico ordine, fra i maggiori, che non ha il ramo femminile…
3. La chiesa – come apparato – discrimina il genere femminile? La Chiesa – guidata dallo Spirito – molto le onora: in primis la B.V. Maria “Tu sei colei….. et Caterina, et… , et …., et madre Teresa, et…
4.Nuova scena di un copione,nero su bianco, dei membri della “mafia di San Gallo“,Dopo Martini, Danneels, ora è Kasper l’avanguardista? E le statuizioni di San GPII?
5. Una nuova Chiesa inoculata di sementi ogm, come rimedio alla crisi di Fede e Vocazioni? Un fallimento stando ai frutti di: Argentina,Belgio, Brasile.Francia, Germania, Italia. Olanda.. Poi vedi fioriture e frutti rigorosamente ogm free, in Africa, Cina, Pachistan e in ambiti negletti… anche in Europa e Americhe.
La lista sarebbe ancora lunghissima.
Signore abbi pietà di tutti noi.
Eccellente studio su diaconato quello di p. Ariel.
Ciò che si dovrebbe fare, non è istituire commissioni per studiare quanto sia oggettivamente impossibile fare le donne diacono (cosa che già sappiamo), quel che si dovrebbe fare sarebbe istituire una commissione di studio per vedere come rimettere, e anche quanto prima, i laici al loro posto nella Chiesa, donne incluse.
In una totale confusione di ruoli tra preti e laici, con tanti preti che fanno i laici e tanti laici che fanno i preti (e pure di questo p. Ariel ha scritto molto e bene), l’unica commissione opportuna sarebbe la commissione che studi come ricollocare ciascuno di noi nel suo ruolo e al suo posto.
padre Andrea
Siccome il marito che frequenta la S Messa Vetus Ordo và anche a Viados rende l’adulterio e la fornicazione non più peccati. Quindi i divorziati risposati possono senza alcun problema accostarsi alla Comunione poichè i peccati di adulterio e fornicazione sono stati aboliti da Ariel il quale non lo dice ma sicuramente pensa di essere superiore a Nostro Signore Gesù Cristo. Le ho già spiegato che “l’arte dell’autoerotismo” fà male perchè porta a scrivere simili scempiaggini.
Sig. Bazzorini.
Invoco per lei il titolo di sedes sapientiae!
Lei ha ragione.
Se poi mi vedesse di persona, capirebbe a cosa mi ha ridotto l’insana arte di cui lei mi accusa. Sono infatti costretto a camminare per strada con un bastone bianco e con un pastore tedesco al guinzaglio che porta la fascia della croce rosse.
Eppure l’oculista mi aveva messo in guardia dicendomi che prima o poi sarei diventato cieco, ma purtroppo io non gli ho creduto, ed oggi ne pago tutte le conseguenze.
Preghi per me.
Purtroppo, sig. Bazzorini, temo lei non riconosca un uomo di Dio. Glielo dico come sacerdote dell’Oratorio di S. Filippo Neri, santo cui padre Ariel è devoto, diverse volte l’ha nominato nei suoi articoli.
La vita del S.P. Filippo (lui pure toscano) e il carisma della nostra “famiglia”, a me insegna che solo i veri uomini di Dio riescono a “prendersi in giro” da se stessi, e questo è segno di gran cuore, spirito, teologia, pastorale …
Dio la benedica.
P. Raffaele, C.O.
Padre Ariel, le bacio la mano, meglio ancora la ungo con prezioso olio di nardo. Rifacendomi alla sua magistrale risposta, volevo dire al lettore Nonsonobigotto che io ho avuta gran parte della mia vita rovinata da un marito che militava in Alleanza Cattolica che filtrava con Forza Nuova che andava solo alle messe latine che aveva la parola pronta contro tutti gli infedeli, preti compresi. Un giorno scoprii che i nostri conti si stavano sempre più prosciugando e molti giorni dopo appresso scoprii che i nostri soldi entravano dentro le tasche dei viados brasiliani. Mi è stata poi riconosciuta la nullità del matrimonio, ma intanto con uno che ragionava proprio come lei mi sono giocata 20 anni della mia vita, e questi anni perduti non torneranno più.
Padre Ariel mi permetta d’abbracciarla come una figlia e continui sempre a dire pane al pane e vino al vino!
Anna (Roma)
Gent.ma Anna.
Non serve che le donne diventino “diacono” e tanto meno “prete”, perchè con il loro essere la loro vita e la loro saggezza femminile possono esserci d’ausilio in molti altri modi.
Il p. Ariel affronta le cose a parer mio nel modo giusto, e il suo modo è frutto di lunga esperienza di vita maturata prima di diventare prete da adulto. Motivo questo per il quale anche noi sacerdoti ci rivolgiamo a volte a lui, avanti a fatti e situazioni delicatissime che non abbiamo avuto modo di affrontare e gestire, come le ha affrontare e gestire lui. E io so quanto lui sa quel che dice, e so quanto nelle sue parole ci sia tutto, ma mai gratuita ironia, specie quando con due botte di pennello dipinge certe realtà … e ripeto realtà, comprese quelle di cui lei stessa è rimasta vittima …
Caro don Ariel mi fa di una tenerezza, ma come fa a non rendersi conto che il dico-nondico del “rivoluzionario” (cosi’ si presento’ all’ amico Scalfari) e’ frutto di una preparazione che ha come unico obbiettivo quello di dividere confondere e comunque fare sempre notizia senza mai far perdere la scena ad un personaggio che, come confermato da Dannels , e’ frutto degli incontri segreti col vescovo di San Gallo? Ma davvero crede che quel “chi sono io per giudicare” e’ frutto del caso? Caro don LEI E’ TROPPO SICURO DI SE (e lo si evince ANCHE da come posa al bar nell’articolo precedente, sinceramente la vedrei come protagonista in una fiction televisiva). Il suo articolo sui topi e la loro TEOLOGIA DELLA MUTANDA non merita alcun commento come non lo meritano coloro i quali (con sua immensa goduria e con mio immenso dispiacere)lo hanno apprezzato! A proposito dopo la foto col caffe’ immagino rigorosamente servito, a quando quella con la sigaretta? Ovviamente si assicuri di star lontano dalla gatta Ippazia potrebbe essere sbattuto fuori pure dal bar …
UN LAICO BATTAGLIERO.
«A proposito dopo la foto col caffe’ immagino rigorosamente servito, a quando quella con la sigaretta?»
[Ndr. https://isoladipatmos.com/stage/amoris-laetitia-la-castita-degli-eretici-e-piu-impura-delladulterio-quel-grande-pifferaio-magico-del-santo-padre-francesco-ha-portato-allo-scoperto-i-topi-e-la-loro-teologia-della-mutanda/ ]
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Caro Lettore.
Non era un caffè, ma una granita, posto che in quel momento c’era, in quella zona della Sicilia sud-orientale, una temperatura di 39°, questo il motivo per il quale ero vestito con leggeri abiti bianchi.
La prossima foto non la farò affatto con la sigaretta, ma “posando” in compagnia della bellissima Signora Monica Bellucci. E la farò con buona pace di quei non pochi “maschietti” estetici che, tra tripudi di pizzi, trine, merletti, incensi e latinorum inebriante, urlano contro «concubini» e «adulteri», salvo poi conservare gelosamente in segreto il calendario di Mister Universo che posa seminudo. Perché i moralismi pubblici furibondi sono poi quasi sempre equiparati, in disordini e perversioni, all’immoralità privata.
Le garantisco che non ne posso davvero più di quegli svariati soggetti che, al termine delle solenni Messe in rito antico e al termine della Marcia per la Vita, vanno poi di notte “pellegrini” nelle zone periferiche dell’EUR a caccia di travestiti e transessuali, dai quali tra l’altro prendere anziché dare, salvo poi urlare in pieno giorno: «Concubini … adulteri!».
Cominci pertanto a fare il «laico battagliero», come battagliero lo sono da sempre io, verso quei laici e purtroppo quei non pochi preti che urlano all’altrui immoralità con voci da capponi castrati e sculettando come oche giulive.
Amen!
Mi limito a parlare solo di noi sacerdoti: i modelli di vita sacerdotale e di casta virtù che ho conosciuto in vent’anni di sacerdozio, sono risultati sempre (e dico: sempre!) essere coloro che lungi dal far dura e rigorosa “teologia della mutanda”, verso certi peccati e peccatori erano disponibili e misericordiosi come lo è “il Padre vostro che è nei cieli”.
Dalle risposte di padre Ariel, comprese quelle ironiche, chi ha una certe esperienza, ma soprattutto chi è prete, percepisce anzitutto quella capacità di amare e comprendere che nasce e deriva proprio dalla serena e perfetta castità nella quale questo sacerdote vive, perché è a questo che serve la castità di noi preti, ad amare sempre di più.
Il tutto, per dirle, che lei non ha capito niente, e che il problema di questo non capire, è purtroppo tutto quanto suo, non nostro.