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The website of this magazine and the editions take name from the Aegean island in which the Blessed Apostle John wrote the Book of the Apocalypse, isola also known as «the place of the last revelation»
«God revealed the secrets of others ALTIUS»
(in higher than the others, John has left the Church, the arcane mysteries of God)
The bezel used as the cover of our home page is a 16th century fresco by Correggio. preserved in the Church of San Giovanni Evangelista in Parma
Creator and editor of this magazine website:
MANUELA LUZZARDI
sono un appassionato di liturgia, e cerco di acculturarmi leggendo libri sul tema (soprattutto inglesi)
da profano mi sembra che il Grillo sia asceso alla fama non tanto per la profondità delle sue riflessioni, ma per il suo ardore polemico, or better, il suo ardore politico: non per niente la sua pagina fb tempo fa era tutta una denuncia contro un certo politico italiano e un certo partito, e il toni di questi interventi partitici era un tutt’uno con il tono dei suoi interventi liturgici
se queste sono le promesse è meglio che il suddetto studioso raffreddi i bollenti spiriti
for the rest, volendolo giudicare nel merito, si era già capito che si stava arrampicando sugli specchi dopo che ha pubblicato questo articolo, perfetto esempio di ‘prendo un documento riferito a un ambito preciso e lo applico in un contesto che non c’entra niente per fargli dire quello che voglio io’ https://www.cittadellaeditrice.com/munera/cosi-antica-e-cosi-attuale-esperienza-della-anafora-di-addai-e-mari-di-stefano-sodaro/
Father Ivano, riapro L’Isola dopo una Pasqua di corsa, ho tre piccole parrocchie sparse nell’arco di 18 km in tre paesi, lascio immaginare. Trovo diversi nuovi articolo dei padri, meditazioni e omelie. Thank you!
Dear Father Ivano, 12 anni fa il vescovo mi mandò a fare la specialistica in sacramentaria al Sant’Anselmo. Udite per un trimestre le lezioni del prof. Cricket, a Natale tornai in diocesi e dissi al vescovo: “vuoi un prete licenziato in liturgia a prezzo della corruzione della fede o un prete che salvaguarda la sua fede?”. Giacchè tanto ci teneva che facessi un ciclo specialistico in sacra liturgia, ci pensò un po’ and then he made me enroll at the pontifical university of the Holy Cross. It was his intention to take over the liturgical office, of the celebrations in the cathedral, that I take care of the liturgical formation of our few seminarians (at the time 6 today 1) and that I taught at the ISSR [N.d.R. Higher Institute of Religious Sciences]. Once the training was completed, the bishop was moved to the metropolitan see, his successor was indeed a Santanselmiano liturgist. Three months later he revoked these assignments on the grounds that, because of our shortage and seniority in the clergy, he needed a young priest who could manage three parishes without a parish priest. The real reason was that he did not tolerate a liturgist trained at the university of “terrible” The Work of God. And so it was that before Easter came the prof. Grillo invitato dal vescovo a istruire il clero sulla cena pasquale. Forse dal luogo in cui si trova (ovviamente non sappiamo se inferno o purgatorio), Calvino disse … “Hat! Io non avrei potuto fare di meglio!”.
Ve le ricordate le esortazioni di Giovanni Paolo II nella I will give you shepherds? [N.d.R. you see WHO]. Ormai L’Isola di Patmos è diventato un centro per la formazione permanente dei sacerdoti mollati allo sbando dai nostri vescovi, gli stessi vescovi che invitavano quel Bianchi che oggi fingono di non ricordare, gli stessi che seguono Grillo e che storcono il naso sul card. Sarah, gli stessi che sbuffano dinanzi a noi preti rimasti saldi sui fondamenti della dottrina cattolica.
Tutto questo mi spaventa molto più del Vesuvio al momento dormiente che ho sopra la testa.
An illuminating article and a precious source of ideas for us priests, dear father Ivano.
However, we also know what the situation of helplessness is to which we are not forced but obliged. Example: in my parish territory there is a monastery of nuns all from (except for two old women) from the neocatechumenal path. Since I never allowed them to occupy the parish and revolutionize the church for their liturgies, they transformed the monastery church into their center of worship, bringing complacent priests who celebrate and administer sacraments without the required canonical authorization of the parish priest and the bishop or whoever for him. Everyone is silent on the fact that the nuns have invited the semi-atheist Enzo Bianchi to draw from the true sources of salvation, e hanno invitato il Grillo più volte per istruirle sulla vera liturgia. Una autentica apoteosi quando durante una liturgia celebrata da un prete neocatecumenale, dopo introduzioni e monizioni di un paio di catechisti, dopo la proclamazione del Vangelo l’omelia fu fatta dal Grillo.
E il vescovo e chi per lui sapevano.
Per concludere dirò che il mio vescovo si chiama Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, quello che tempo fa voleva che noi parroci prendessimo una famiglia di immigrati per ogni parrocchia, without imagining, nelle parrocchie dell’urbe sempre più vuote, quali problemi dobbiamo affrontare, inclusi gravi problemi economici.
Ed eccoci allora ostaggi delle monachelle, dei neocatecumenali, dei Bianchi (oggi caduto in disgrazia dopo decenni di danni consumati) e dei Grillo, mentre i nostri vescovi tacciono, a partire dal mio, che è il vescovo di Roma e capo del collegio apostolico.
A Roman presbyter
(Letter Signed)
P.S. non cesserò mai di render grazie a padre Ariel per il libro che ha scritto su “la setta neocatecumenale”, leone di nome e di fatto!
Mi associo e mi unisco (Unfortunately) dal geografico nord, dove cambiano solo i personaggi, ma la situazione resta la stessa.
… e ovviamente ringrazio P. Ivano per questo articolo
Dear Father Ivano,
Non solo le sue parole mi hanno rinfrancato come sposo e padre cattolico, ma hanno anche dato nutrimento a quella fede in cui il Signore, per grazia, mi ha chiamato a vivere insieme con la mia famiglia.
Perché di questo abbiamo un infinito bisogno: di essere continuamente confermati nella fede, soprattutto in tempi come questi, in cui i laici fedeli a Cristo sono piuttosto lasciati da soli ad attraversare i deserti del mondo con tutte le loro malizie. Trattati con troppa indifferenza, spesso proprio da coloro i quali hanno il mandato divino di guidarli.
Ecco perché le sue parole risplendono oggi di una chiarezza speciale: perché ridanno senso all’eroicità dell’essere cristiani, come lei ha ben espresso.
Fanno cioè sperimentare nell’intimo il sentire di Pietro quando afferma: “Solo Tu hai parole di Vita eterna.”
Ancora grazie e felice Pasqua di Risurrezione a lei e a tutti i Padri dell’Isola.
Dear Father Ivano,
“What to do?”
E pongo questa domanda da padre cattolico che cerca ogni giorno di mantenere viva la fede dei propri figli.
Il tempo attuale è davvero difficile. Difficile spiegare con ragione chi è nel vero e chi non lo è. E ciò perché il dissidio e la lotta si sono fatte intestine al corpo della Chiesa. E la dimensione di questo orrore è oggi davvero impressionante. Mi rendo conto che la Chiesa è già passata attraverso questi momenti, ma una cosa è studiare l’evento come fatto del passato, altra cosa è viverlo nel presente e scoprire di essere quasi senza difesa. Vengono meno i riferimenti ed è terribile.
Come posso, indeed, indicare la strada ai miei figli, se i teologi dell’Isola propongono un insegnamento e il teologo Grillo ne propone un altro? Come posso discernere correttamente tra il contenuto del recente documento della CDF e le posizioni di sacerdoti e vescovi che invocano la misericordia divina per giustificare ciò che l’autorità della Chiesa vieta? E questo è detto solo a titolo di esempio, per tacere del resto.
Chi è dunque nel giusto? Ubi est veritas?
E infine resta la domanda “What to do?”.
Dear Luca, «ubi est veritas?»
A questo tuo interrogativo, desidero aggiungere quello del governatore Pilato: «What is truth?» che in questa Settimana Santa risuona come monito potente davanti ad ogni credente. Dove è la verità? Che cosa è la verità?
La risposta è fin troppo semplice, la verità è Cristo, the crucifix, il risorto che vive in eterno. Tutto quello che viene detto, pensato o fatto al di fuori di Cristo e della sua persona esula dalla verità oppure è verità ingannevole.
Il bello è che – come accadde a Pilato – spesso abbiamo la Verità davanti e non riusciamo a riconoscerla. Un inganno diabolico che ci porta a rifiutare il vero per scegliere il falso. Ma Cristo ci ha dato il rimedio a questo male.
Dopo la sua risurrezione dona lo Spirito Santo agli apostoli affinché sia per loro maestro di verità nel ministero, sia nelle parole così come nelle opere.
La Chiesa è sempre assistita dallo Spirito Santo affinché mantenga la verità nella misura in cui la sua fedeltà a Cristo è stabile. Di questi tempi possiamo anche utilizzare la parola eroica, perché non basta più mantenersi fedeli, occorre farlo da veri coraggiosi, da eroi.
Già caro Luca, oggi dal semplice fedele al Papa, tutti necessitano di essere confermati dallo Spirito Santo nella verità di Cristo che oggi si può esercitare solamente in grado eroico, visti i numerosi attacchi che Cristo e il suo insegnamento subisce non solo dall’esterno della Chiesa ma soprattutto dall’interno così come hai avuto modo di notare.
Il nostro tempo non è fatto per i deboli ma è fatto per gli eroi, per coloro che hanno intenzione di vivere la loro fedeltà alla verità di Cristo rimettendoci di persona, magari mortificandosi con il silenzio, oppure insegnando ai propri figli quello che dalla maggior parte delle persone – credenti compresi – è considerato folle.
Ecco perché dobbiamo invocare con forza “I came Regina”, lo spirito di verità che ci insegna ogni cosa e ci convince della bruttezza e della falsità dei frutti del peccato.
Nel caso di specie, relativo al mio articolo, la disciplina teologica circa l’istituto del matrimonio tra uomo e donna, elevato da Cristo Signore a sacramento, è fin troppo chiara. Non ci possono essere fraintendimenti sia per quanto concerne la Sacra Scrittura (insegnamento veterotestamentario e neotestamentario), sia per quanto concerne il magistero bimillenario della Chiesa.
La verità sul matrimonio è una, se la rifiutiamo tradiamo Cristo e la verità non è in noi. La verità sul matrimonio tra uomo e donna è stabilita da Dio e nessun uomo, anche se chierico, laico titolato o teologo, può mutarla in alcun modo. Perché spetta solo a Dio rendere in una sola carne, un uomo e una dona (cf. MC 10,8) attraverso Cristo. Tutte le altre unioni non sono e non possono essere considerate o configurate al pari del matrimonio cristiano, ne ordinate a un bene paragonabile a questo.
Ti gioverà riprendere il monito paolino che troviamo in Galati 1,8: «se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, let him be accursed!». Bisogna fare discernimento e separare tutto quello che ci allontana dalla Verità, preoccupandosi di conservare tutto quello che in ogni luogo, sempre e da tutti è stato creduto.
Ti benedico e nell’imminenza della Pasqua ti auguro ogni bene.