«Digressioni di un prete liberale». Il nuovo libro di Ariel S. Levi di Gualdo all’insegna del politicamente scorretto, ma soprattutto del conoscere la verità che ci farà liberi

«DIGRESSIONI DI UN PRETE LIBERALE». IL NUOVO LIBRO DI ARIEL S. LEVI di GUALDO ALL’INSEGNA DEL POLITICAMENTE SCORRETTO, MA SOPRATTUTTO DEL CONOSCERE LA VERITÀ CHE CI FARÀ LIBERI

 

Meglio che certi fatti ed errori siano messi in luce da chi ama e venera la Chiesa di Cristo, anziché tacere e attendere che a porli in risalto siano i suoi peggiori nemici, abituati a trattare la verità con tutt’altro stile e per ben altri scopi, altrimenti nascono poi quei disastri spesso irreparabili che finiscono impressi sulle pagine di storia a nostra perenne vergogna.

— Novità editoriali delle Edizioni L’Isola di Patmos —

Autore:
Jorge Facio Lince
Presidente delle Edizioni L’Isola di Patmos

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Dio è per definizione liberale perché la libertà l’ha creata e donata all’uomo assieme al libero arbitrio. Liberamente ha donato il Suo unigenito figlio Gesù Cristo, che ha invitato ogni uomo a praticare la propria libertà, improntando le proprie relazioni nel rispetto dei principi di fraternità e di uguaglianza. Il Verbo di Dio ci ha anche impartito un comando: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» operando una netta separazione tra sfera politica e religiosa molti secoli prima che nascessero l’Illuminismo, il Liberalismo e la Rivoluzione Francese con la tragica entrata in azione delle sue ghigliottine dopo sommari processi celebrati farsescamente in nome della libertè, fraternitè, egalitè.

 

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Questo libro può essere letto anche come un costruttivo sberleffo rivolto a quei clericali ― molto più numerosi tra i laici cattolici di quanto non lo siano tra ecclesiastici e teologi ― incapaci a comprendere cosa sia la fede, pur convinti di possedere la vera fede e poterla insegnare e trasmettere agli altri. La fede è un dono che può essere accolto e pienamente sviluppato solo da degli autentici liberali, capaci a esercitare con fides et ratio la libertà dei figli di un Dio che è il più grande liberale della storia dell’umanità da Lui generata, prima dei tempi e al di là dei tempi.

Con un lavoro storico condotto in modo rigoroso e interamente sorretto sulle fonti, l’Autore ha fatto anche una analisi critica sui pontificati dei Santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, entrambi vissuti in contesti socio-culturali e geopolitici di estrema e delicata complessità. Ben chiarendo che i Santi, ai quali per essere proclamati tali è richiesta la eroicità delle virtù e non la perfezione, non sono stati esenti da errori. Per questo le loro figure storiche possono essere tutelate solo attraverso la verità dei fatti, non con quelle manipolazioni clericali attraverso le quali si pensa che la polvere possa essere nascosta sotto i tappeti. Anzi, proprio per la loro somma tutela è meglio che certi fatti ed errori siano messi in luce da chi ama e venera la Chiesa di Cristo, anziché tacere e attendere che a porli in risalto siano i suoi peggiori nemici, abituati a trattare la verità con tutt’altro stile e per ben altri scopi, mentre i clericali pavidi preparano il lauto pasto ai lupi affermando col cinismo che li caratterizza: «Chi me lo fa fare di andare a cercarmi problemi con simili analisi pericolose? A risolverli ci penseranno poi quelli che verranno dopo, io preferisco vivere una vita quieta e godermi la bella carriera ecclesiastica che mi sono costruito». Sì, la devastante carriera delle tre leggendarie scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. E nel mentre la Casa di Dio brucia e i nostri nemici confezionano le peggiori leggende nere su brandelli di verità. Però ci penseranno quelli che verranno dopo.

Proprio da questo modo di pensare e agire che racchiude in sé del perverso, nascono poi quei disastri spesso irreparabili che finiscono impressi sulle pagine di storia a nostra perenne vergogna.

dall’Isola di Patmos, 20 aprile 2023

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