Dare il vino peggiore quando tutti sono già ubriachi alle nozze di Cana
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Grazie e complimenti!
Gesù non dice: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono»,
e nemmeno: «Quando tutti sono già ubriachi mette in tavola il vino peggiore»;
quelle parole, eventualmente, le dice il “maestro di tavola”.
Alcuni Lettori mi hanno segnalato questo lapsus calami :
Bisogna per ciò notare che Giovanni — che scrive nella lingua greca di venti secoli fa — non usa, come altri evangelisti, il termine tέraton, che vuol dire prodigio, o meglio miracolo del vino; Giovanni usa il termine smeίon, che vuol dire segno. Se poi vogliamo essere sinceri, nel testo originale di Giovanni, Gesù non dice propriamente: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono». La frase tradotta in italiano è fedele senza dubbio, però Gesù, per l’esattezza, non dice “quando si è già bevuto molto” ma dice otan metusosin ton elasso, che alla lettera significa: «Quando tutti sono già ubriachi mette in tavola il vino peggiore».
Non intendevo proprio mettere la frase in bocca a Cristo Signore anziché al maestro di cerimonia al banchetto, è stato appunto un puro lapsus. Ringrazio chi me lo ha segnalato. Ho quindi provveduto a correggere due parole della frase dicendo ciò che in verità intendevo dire:
Frase corretta dopo la segnalazione dei Lettori:
Bisogna per ciò notare che Giovanni — che scrive nella lingua greca di venti secoli fa — non usa, come altri evangelisti, il termine tέraton, che vuol dire prodigio, o meglio miracolo del vino; Giovanni usa il termine smeίon, che vuol dire segno. Se poi vogliamo essere sinceri, nel testo originale di Giovanni, colui che dirigeva il banchetto, per l’esattezza non dice a Gesù: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono». La frase tradotta in italiano è fedele senza dubbio, però, per l’esattezza, non dice “quando si è già bevuto molto” ma dice otan metusosin ton elasso, che alla lettera significa: «Quando tutti sono già ubriachi mette in tavola il vino peggiore».
… trovare un prete e soprattutto un teologo, di questi tempi, che dice e che spiega di avere sbagliato per una svista e che ringrazia che gliela ha segnalata e che rende il tutto pubblico, penso sia veramente un’autentica rarità!
Forse una svista… non è Gesù a commentare sul vino buono ma il maestro di tavola, no??
Ai moderni esegeti citati nell’articolo si potrebbe rispondere che è ben vero che Dio ama tutti e in questo non fa preferenze, ma che non in tutti si compiace: cioè non tutti gli danno la gioia dell’amore corrisposto. “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,11), dice Dio di Gesù: per analogia – e solo per analogia, s’intende – S.Giovanni usa la stessa espressione riguardo al suo rapporto con Gesù. Coloro che si scandalizzano farisaicamente per questa espressione, lo fanno perché amare Dio (e insieme Gesù) significa amare la Verità, e chi ama lo può fare solo secondo verità. Costoro, che oggi vanno per la maggiore, celebrano un amore universale cieco perché non amano la verità, e perciò nemmeno Dio.
P.S. Per fare una battuta canterina (e malandrina) direi: tu chiamalo, se vuoi, discernimentooooo….