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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»
«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)
La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI
Spezzeremo le reni alla Greta.
Pontifica lei molto più del Papa
Caro Klement,
sia più indulgente, semmai anche bonariamente ironico.
La giovane ragazzina è una creature che soffre di disturbi comportamentali con relative difficoltà di relazione, tipiche sia del disturbo autistico sia del disturbo derivante da sindrome di Asperger.
I genitori e chi sta dietro a loro, dovrebbero evitare la sua esposizione a questo modo, perché facendolo fanno anzitutto male a lei, che soffre di patologie che la portano ad avere difficoltà di rapporto e relazione, con tutto ciò che ne deriva.
Costoro, sono i responsabili: i genitori e chi sta dietro a loro.
Padre Ariel,
Corregga la didascalia della vignetta satirica: .. il tutto raffigurato con una vignetta di Kranic!?
il disegnatore si chiama Alfio Krancic
https://twitter.com/AlfioKrancic
Grazie padre Ivano. Concordo in pieno con quanto hai scritto. Il problema dell’ecoligismo come di tanti altri ismi è l’aver dato un valore assoluto ad un aspetto importante, ma non di primaria importanza. La cura del Creato ha un senso solo se la si subordina alla salvezza delle anime. Viceversa si è fuori rotta.
Caro Padre Ariel,
mi sembra una bellissima iniziativa quella di scrivere una catechesi su questi temi, la leggerò con molto piacere.
Ieri sera avevo scritto anche una seconda parte del mio commento (che però forse è andata persa nella fase di pubblicazione), in cui dicevo che non dovremmo lasciare agli altri l’esclusiva sulla difesa dell’ecosistema, perché è anche un nostro tema.
Grazie ancora per il tempo che dedica a questa attività!
Mi permetto di aggiungere una semplice considerazione scientifica:
la seconda motivazione è il solito complottismo: “non è vero niente, la tamperatura media della Terra non sta aumentando, è tutto un complotto…”. E a riprova di tutto ciò si porta il fatto che in Italia (non nel mondo), a Maggio, è stato freddo.
No, signora: l’opposizione a certe teorie non è assolutamente così superficiale. Semmai questi argomenti compaiono sui giornali per sostenere l’opposto, ad ogni ondata di caldo. Molto semplicemente, i teorici del riscaldamento climatico antropogenico non sono riusciti a fare nessuna previsione seria negli ultimi anni: mentre la CO2 è aumentata, le temperature sono andate per i fatti loro. Tutto quello che ci viene propinato dai giornali sono modelli, ovvero ipotesi di ciò che potrebbe succedere, senza alcuna validazione. Più tutta una serie di balle schiette, come gli orsi polari che sarebbero in estinzione.
Se vuol iniziare a documentarsi, può partire per esempio da http://climatemonitor.it.
Molte grazie Fabrizio per la segnalazione di questo sito, che non conoscevo.
Ho cominciato a leggere e già nella prima pagina visitata, in cui si parla delle variazioni climatiche, in riferimento al +0.85 °C che si registra dal 1998 ad oggi, c’è scritto testualmente:
“Sul trend di +0.85°C NON POSSIAMO INVECE ESCLUDERE L’INFLUENZA UMANA LEGATA ALL’ EMISSIONE DI GAS SERRA DI ORIGINE ANTROPICA (anidride carbonica, metano, protossido d’azoto) cui si sovrappongono fenomeni naturali come l’attività solare. In tal senso fra le possibili interpretazioni citiamo quella di Ziskin & Shaviv (2012) i quali applicando un Energy Balance Model, hanno stimato che il 60% del trend crescente delle temperature osservato nel XX secolo è di origine antropica ed il 40% e di origine solare. Anche se la scienza non procede di regola per “colpi di maggioranza”, occorre evidenziare che le valutazioni di Ziskin & Shaviv sono confortate dal fatto che il 66% dei 1868 ricercatori operanti in ambito climatologico e intervistati da Verheggen et al. (2014) ha espresso l’idea che le attività antropiche siano all’origine di oltre il 50% dell’aumento delle temperature globali registrato dal 1950 ad oggi.”
Quella affermazione, nel sito che proprio lei mi ha indicato con l’invito ad INIZIARE a documentarmi (dando per scontato che finora non mi sarei adeguatamente informata, a riprova dell’atteggiamento di cui parlavo nei commenti precedenti), sostiene proprio che l’aumento di CO2 potrebbe essere una concausa dell’aumento delle temperature. Come scrivevo ieri, non c’è la prova che sia effettivamente così e la comunità scientifica non è unanime su questo (anche se la maggior parte degli scienziati – 2 su 3 – propende per questa ipotesi), ma visto cosa c’è in ballo (l’equilibrio dell’ecosistema), non sarebbe più opportuno applicare un principio di prudenza? Cosa accadrebbe se quei 2/3 di climatologi avessero ragione?
I modelli matematici (ne so qualcosa, visto che per lavoro faccio il matematico) sono alla base del progresso scientifico dell’ultimo secolo.
E’ ovvio che la “validazione” del modello per fenomeni che si sviluppano su tempi lunghi non potrà esserci in tempi brevi, e meno male! Se dovessimo aspettare la validazione dell’aumento drastico delle temperature sarebbe già troppo tardi, non crede?
Due cose.
La prima: il sito che ho segnalato lo conosco da molti anni e conosco alcuni redattori. È un sito scettico, nel senso che ritiene che nessuno sia in grado di fare previsioni in ambito climatico (quindi non né chi prevede l’aumento delle temperature – alto, basso, umano o non umano – né chi prevede il contrario). Come tale, pubblica articoli di varie tendenze e li sottopone a critica. Fare come ha fatto lei, ovvero prendere il primo articolo che sembra dire quello che vuole lei e venire qui a sbandierarlo non solo è poco serio, ma indica che ha una scarsa comprensione di come funziona il metodo scientifico.
La seconda: legga e cerchi di comprendere quello che le dicono gli altri. Se avesse compreso la mia osservazione “nessuno è in grado di fare previsioni”, non si porrebbe domande retoriche come “se dovessimo aspettare la validazione”… Per andare sulla Luna la NASA non ha sparato
a caso astronauti nello spazio a crepare finché ha imbroccato la missione giusta: ha proceduto per gradi, dimostrando di saper prevedere (salvo un paio di incidenti) sempre meglio cosa sarebbe successo. Ripeto: studi come funziona il metodo scientifico.
Non so che lavoro svolga Lei, ma io sono un ricercatore matematico. Le risponderò semplificando al massimo perchè non ha senso paragonare le spedizioni sulla Luna e le previsioni climatiche: nel primo caso il sistema fisico è governato da equazioni lineari, ed è quindi “deterministico”, cioè si possono fare previsioni molto accurate anche su tempi lunghi; invece la fisica dell’atmosfera è governata da equazioni non lineari, ed è quindi un sistema “caotico”, molto sensibile anche alla minime variazioni delle condizioni iniziali. Non ci crederà, ma è molto più facile spedire satelliti in orbita che fare previsioni del tempo accurate a 20 giorni. Non è il suo sito ad essere scettico, ma è la natura del sistema evolutivo che rende impossibile fare previsioni accurate. Nonostante questa difficoltà “intrinseca” dei sistemi caotici, i ricercatori sviluppano modelli per prevedere, pur senza il grado di affidabilità e precisione dei sistemi deterministici, degli scenari realistici. Se i 2/3 dei climatologi (esperti di Fisica dell’atmosfera, non gente qualunque) ritengono che le emissioni di CO2 potrebbero aver causato l’aumento della temperatura, un po’ di prudenza non guasta.
Infine, a proposito di studio, grazie per l’esortazione, ma per lavoro non ho mai smesso di studiare, nemmeno dopo il dottorato di ricerca. Mi permetto invece di suggerirle un libro divulgativo uscito da poco, la cui lettura è adatta anche per i non addetti ai lavori, dal titolo “Perché è difficile prevedere il futuro” di Luca Gammaitoni e Angelo Vulpiani, due ben noti fisici, uno dei quali è un mio caro amico, in cui viene spiegata bene la differenza tra fenomeni deterministici e caotici.
Chiedo scusa a Padre Ariel e agli Padri del sito per aver “occupato” queste pagine con argomenti che esulano dal contesto.
___________
[N.d.r. Cara Cristina, non ha di che scusarsi. Lei è una ospite molto gradita e anche competente, tanto più si è messa a interloquire con un nostro lettore della prima ora che è una gran cara persona ed un cattolico sensibile e devoto ]
Io ho una laurea in ingegneria elettronica ed un dottorato in ingegneria informatica. Anch’io non ho mai smesso di studiare, altrimenti sarei disoccupato. Tuttavia ritengo che l’esibizione di titoli accademici sia totalmente inutile, visto che quel che conta sono gli argomenti. So benissimo la differenza tra sistemi lineari e caotici: se non altro perché su ClimateMonitor, se non ci si limita a leggere un articolo a caso, è spiegata benissimo. A volte poi certi titoli di studio portano ad un’esasperata focalizzazione sui dettagli e fanno perdere il senso dei paragoni. Senza andare troppo in profondità, che questa non è la sede adatta: se uno pretende di sostenere che tra cinquant’anni la temperatura si alzerà di tot gradi deve prima dimostrarmi di fare previsioni corrette su un orizzonte più breve. Se non ne è capace, torni alla lavagna. Se il sistema è non lineare e molto complesso, peggio ancora. Tutto il mondo è un sistema non lineare e molto complesso e chiunque potrebbe inventarsi una catastrofe da prevedere, nascondersi dietro la scusa della complessità e, dandosi la patente del “salvamondo”, pretendere certe decisioni politiche. Questa non è scienza: è ciarlataneria.
Carissimi Padre Ariel e Padre Ivano, vi ringrazio molto per le vostre risposte. Sono totalmente d’accordo con Padre Ariel che la responsabilità vada ricercata prioritariamente nei comportamenti di ciascuno di noi e non in fantomatici soggetti (“poteri occulti”, “multinazionali”,…); proprio per questo mi piacerebbe che il tema della difesa del creato non venga sottovalutato all’interno della Chiesa, ma entri, insieme a tutto il patrimonio delle verità di fede, nella formazione dei piccoli. Ciò che volevo dire nel mio commento è che in questi ultimi tempi noto da una certa parte del mondo cattolico (non mi riferisco in particolare all’articolo di Padre Ivano) un atteggiamento di fastidio, se non di totale avversione su questi temi (non solo il global warming, ma anche l’inquinamento, l’enorme mole di plastica con cui stiamo soffocando gli oceani… https://it.wikipedia.org/wiki/Pacific_Trash_Vortex ), al punto che chi prova a puntare l’attenzione su questi argomenti viene deriso, tacciato di essere sinistrorso, o quanto meno poco avveduto. In certi blog cattolici si irride persino che sta attento a fare la raccolta differenziata, perché c’è sempre “ben altro” di cui…
Carissima Cristina,
Lei tocca un tasto dolente per noi sacerdoti quando dice:
«chi prova a puntare l’attenzione su questi argomenti viene deriso, tacciato di essere sinistrorso, o quanto meno poco avveduto. In certi blog cattolici si irride persino che sta attento a fare la raccolta differenziata, perché c’è sempre “ben altro” di cui…» [la sua frase finale è giunta monca, ma suppongo avesse voluto scrivere «di cui occuparsi», o qualcosa del genere].
Una volta, ironizzando su questo genere di cattolici a cui lei allude – e la prego di intendere la terribile tragicità della mia affermazione che segue – dissi: «Per certi cattolici, per i quali il concetto di morale e di male è solo ed esclusivamente legato alla sessualità umana, le uniche plastiche e gomme inquinanti e peccaminose sono i preservativi. Basta però non usare i preservativi che poi, per quanto riguarda tutto il resto, si possono scaricare anche tonnellate di plastiche e gomme inquinanti in mare, senza commettere peccato, purché non si getti in mare un preservativo usato, perché solo quella plastica o gomma costituisce peccato».
Se come penso lei mi legge, capirà e saprà che talvolta faccio ricorso a paradossi – sempre e di rigore – anche particolarmente irritanti, tanto irritante è spesso la verità.
Nelle Sacre Scritture ci sono delle bellissime pagine sul creato e sul rispetto del creato. Quindi, alla domanda chi siano stati i primi veri e grandi ecologisti, potremmo rispondere con tutta tranquillità: gli autori ispirati della Bibbia.
Le prometto che appena possibile pubblicheremo un articolo dedicato alla ecologia nelle sacre scritture, perché vi sono a tal proposito delle pagine veramente molto belle.
Il Padre Ivano, che non è un “francescano per caso” ma lo è per profonda e autentica vocazione e costume di vita, è particolarmente sensibile a questo tema che fa parte della sua cultura religiosa nella quale, il concetto di creato e di creature, occupa un posto molto importante.
Questo scambio tra lei, il Padre Ivano autore di questo articolo e me, è stato molto proficuo, perché da lei ho tratto questa idea, o meglio una catechesi da fare:
1. come le Sacre Scritture ci invitano, ed anzi ci impongono, in tutta la letteratura vetero testamentaria, ma anche novo testamentaria, il rispetto della terra, del creato e soprattutto degli stessi animali;
2. quale era la concezione di creato, creature, natura e mondo animale, nella spiritualità del Serafico Padre Francesco d’Assisi.
Quando poi, appena possibile, avremo pubblicato questi lavori, attendiamo con gran piacere un suo commento.
Perdoni Padre, ma io proprio non capisco tutta questa avversione di certa parte del mondo cattolico verso i temi ambientalisti. Perché disprezziamo tanto chi vuole ridurre le emissioni nocive? E’ forse questo in contrasto col Vangelo? Di solito vengono date due motivazioni:
– la prima è che bisogna occuparsi di cose più importanti (la trasmissione delle fede), variante di pensiero del noto “benaltrismo”. Perché stigmatizzare o deridere come fossero deficienti (o “gretini” chi si preoccupa delle variazioni climatiche che tra l’altro, se procedono in questo modo, potrebbero innescare conflitti?
– la seconda motivazione è il solito complottismo: “non è vero niente, la tamperatura media della Terra non sta aumentando, è tutto un complotto…”. E a riprova di tutto ciò si porta il fatto che in Italia (non nel mondo), a Maggio, è stato freddo. Come se questo dimostrasse qualcosa, oltre alla grande ignoranza scientifica di chi lo sostiene. Mai sentito parlare di “media”? E’ la temperatura media annua del pianeta che sta aumentando e questo prescinde dagli eventuali picchi locali di freddo. La maggior parte degli scienziati sostiene che stanno aumentando i fenomeni … estremi (come ad esempio la neve a maggio). L’altro dato incontrovertibile è la velocità di scioglimento dei ghiacciai. Ora, è vero che ci sono state anche in passato ampie variazioni climatiche, ma gli scienziati sostengono che adesso sono molto più veloci, suggerendo come causa (ma non è una prova) l’attività antropica. Io concederi quantomeno il beneficio del dubbio…
L’altra cosa che trovo molto spiacevole è il disprezzo che permea ogni discussione. Perché dobbiamo usare un termine così offensivo come “gretina” o “gretini”? Francamente non mi sembra uno stile consono a dei cristiani, specialmente, come dice Lei (ma non è esattamente così) verso una ragazzina autistica. Dico che non è esattamente così perché Greta è affetta dalla Sindrome di Asperger (chiamata autismo ad alto funzionamento), una variante “light” dell’autismo.
Cara Cristina,
lei ha letto male l’articolo del Padre Ivano, o l’ha voluto leggere solo per un verso. E badi bene che glielo dico con garbo e anche con umano affetto sincero. Ovviamente le risponderà Padre Ivano che è l’autore, io mi introduco come semplice commentatore, perché l’argomento mi tocca.
Noi – e per noi intendo lei, io e la società in generale – per quanto riguarda l’ecosistema tendiamo a comportarci e ad interagire come se fosse tutta colpa di altri. E questi “altri” vengono variamente indicati come “poteri occulti”, le “grandi multinazionali”, le “industrie”, ecc …
Loro sono colpevoli dei disastri ambientali e dei danni climatici, noi siamo le vittime desolate e, soprattutto, impotenti.
No, cara Cristina, noi non siamo vittime ma complici; e lo siamo, tali, in tutto e per tutto.
Noi viviamo circondati da agenti inquinanti di cui non possiamo e non vogliamo fare a meno. Noi siamo coloro che in una famiglia di tre persone hanno tre automobili e due scooters e quando andiamo a prendere i ragazzini a scuola nelle nostra grandi città, non esitiamo a lasciare la macchina parcheggiata in seconda fila, perché non possiamo fare due passi e perché bisogna arrivare fin sotto le scale dell’istituto scolastico, incuranti di bloccare il traffico o di renderlo disagevole. Scene queste che in certi angoli di Roma vedo tutti i giorni, inclusi mezzi pubblici che rimangono bloccati da macchine lasciate in seconda fila in tutti e due i sensi di marcia. Dopodiché, il ragazzino, semmai fans gretino, sale in macchina già attaccato al suo smathphone, lo schermo del quale è realizzato con il coltan, che viene estratto dalle miniere del Congo, attraverso il lavoro di uomini pagati due soldi e di bambini anche al di sotto dei dieci anni, usati per raggiungere cunicoli nei quali non passerebbe un adulto. E quanti muoiono di incidenti sul lavoro, perché queste miniere sono prive delle elementari strutture di sicurezza? Ma la morte di operai sottopagati e di bimbi è comunque necessaria affinché il fan gretino abbia il suo ultimo modello di smathphone.
Oltre allo smathphone, il fan gretino, con suo padre o sua madre ecologisti e naturisti a parole, dalle scarpe da ginnastica allo zaino ha tutta una serie di accessori di marca prodotti in Cina, dove nelle fabbriche i lavoratori, bambini inclusi, sono sfruttati con orari di lavoro anche di 15 ore al giorno per produrre sotto costo prodotti per i vari marchi di grido che tanto piacciono ai nostri fans gretini e dei quali non intendono assolutamente fare a meno.
Potremmo proseguire con gli elettrodomestici a non finire, inclusi quelli inutili, con il riscaldamento, con l’aria condizionata di cui io per primo in testa a tutti non riuscirei a fare a meno, specie poi se c’è caldo umido. Per seguire con le nostre città che scoppiano di automobili e di scooters che per superare la fila ti si lanciano addosso contromano, della serie: “o ti sposti, o ti fermi, o ti vengo addosso”. Le dirò che varie volte ho avuta la tentazione di non frenare, di prendere lo scooterista che mi si lanciava contromano addosso, quindi di chiedergli poi tutti i relativi risarcimenti a me dovuti per il danno alla mia autovettura causato dalla sua guida spericolata, ma ho sempre desistito e frenato, per adesso …
O detta teologicamente: noi e solo noi, siamo responsabili. Non esiste un nemico occulto politico o finanziario di cui noi siamo vittime. Siamo vittime di noi stessi. O per dirla in linguaggio teologico: se la situazione climatica sta come lei dice – e forse sicuramente così è – di fronte al tutto noi, lungi dall’essere anime innocenti, di fronte al creato siamo esattamente colpevoli come lo furono Adamo ed Eva commettendo il peccato originale.
Come però lei ricorderà, i due cercarono di giustificarsi dando la colpa al Serpente, in pratica il simbolo dell’antico “potere occulto”, delle “grandi multinazionali” dell’epoca …
E come vede, da allora a oggi, non è cambiato niente, tanto che avevamo bisogno di una adolescente con sindrome di Asperger che ce lo ricordasse, che è colpa del serpente.
Va’ da sé: nessuno ironizza sulla ragazzina, ma al momento in cui la ragazzina è stata mutata in un simbolo, in una bandiera, si può anche ironizzare con tutto il dovuto garbo sul simbolo. A meno che, l’ironia, sia concessa solo sui simboli religiosi più cari al mondo cattolico, verso i quali non si usa garbata ironia ma spirito dissacrante-insultante, dalla “Madonna che piange sperma“, alla “Madonna con le mestruazioni“, per seguire col crocifisso immerso in una scatola di vetro ricolma di orina ed esposto ad una mostra “d’arte”.
In quel caso, giudici e tribunali, rispondono che è una libera espressione del legittimo esercizio alla libertà di pensiero, di opinione e persino di arte. Se invece si ironizza non su Greta Thumbel, ma sul simbolo Greta – e ripeto con garbo -, in quel caso sì, che si urla al sacrilegio, perché – povera creatura – soffre di sindrome di Asperger.
E Cristo messo a mollo dentro il piscio, sulla croce, che cosa ha sofferto, per la redenzione dai nostri peccati? Non merita forse il rispetto dovuto persino a una ragazzina strumentalizzata nel modo in cui è strumentalizzata la giovane Greta?
Cerchiamo di non cadere in queste trappole, perlomeno noi cattolici.
Carissima Cristina Marcelli,
alla risposta del padre Ariel S. Levi di Gualdo, direttore di questa rivista, aggiungo adesso la mia, in riferimento al suo gradito commento all’articolo sopra esposto.
Alcune premesse doverose: la mia risposta verrà data in riferimento al mio articolo pubblicato su questa rivista e alla genesi che ha prodotto una riflessione da parte mia sul tema del Creato e accidentalmente sul personaggio di Greta Thunberg; la risposta sarà data come sacerdote, quindi, non mi arrogo competenze e conoscenze che non posseggo ma mi atterrò alla scienza teologica e all’insegnamento bimillenario della Chiesa; rispenderò punto per punto alle sue sollecitazioni cercando, per quanto è possibile, di essere il più esaustivo possibile.
Lei afferma:
«io proprio non capisco tutta questa avversione di certa parte del mondo cattolico verso i temi ambientalisti. Perché disprezziamo tanto chi vuole ridurre le emissioni nocive? E’ forse questo in contrasto col Vangelo?»
Rispondo che il tema dell’ambiente rappresenta una parte di quella grande realtà che è conosciuta sotto il nome di tutela del Creato. Ciò non contrasta con il Vangelo o con la divina rivelazione, anzi è un tema teologico. Il Creato comprende in sé l’ambiente e per un cristiano questo discorso rimanda principalmente alla realtà di Dio come creatore e provveditore di ogni cosa. Dice Sant’Agostino:
«Non esiste nulla che non debba la propria esistenza a Dio Creatore. Il mondo ha avuto inizio quando è stato tratto dal nulla dalla Parola di Dio; tutti gli esseri esistenti, tutta la natura, tutta la storia umana si radicano in questo evento primordiale: è la genesi della formazione del mondo e dell’inizio del tempo» [Cf Sant’Agostino, De Genesi contra Manichaeos, 1, 2, 4: PL 35, 175].
Quando si parla di salvaguardia del creato nella Chiesa Cattolica si riconosce il riferimento a Colui che ha creato tutte le cose. Papa Benedetto XVI su questo tema cita la figura di San Francesco d’Assisi che riconosce nel creato la presenza di Dio, tanto da lodarlo e ringraziarlo in ogni momento. Dice il Papa:
«Il Cantico di Frate Sole o delle creature ha un felice parallelo nel Salmo 19 – I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento – frate Francesco fedele alla Sacra Scrittura, ci invita a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza e della sua bontà».
I Santi Padri e Dottori della Chiesa hanno visto nel Creato, nella natura e nell’ambiente una prova dell’esistenza di Dio e una testimonianza del suo agire. Per questo motivo, dico senza tema di smentita che la Chiesa Cattolica quando argomenta su tali questioni non manifesta ne in modo velato, ne manifesto una non ben definita avversione ma anzi riconduce tutto all’unità della fede in Dio uno e trino creatore e signore di tutte le cose.
La genesi di questo mio articolo origina dal bollettino parrocchiale del giovane presbitero friulano don Alberto Zanier. Sottolineo con piacere lo zelo di questo pastore che intende condurre all’unità della fede i suoi parrocchiani a partire da tematiche teologiche che spesso vengono banalizzate o adulterate da pensieri contrastanti la fede e che allontanano dalla rivelazione. Mi spiego meglio: se il comportamento dell’uomo verso l’ambiente è così sciagurato da comportare delle conseguenze negative – per esempio la contaminazione atomica a seguito di test nucleari – ciò non è risolvibile per un cristiano con la semplice accettazione che l’uomo è un farabutto e che rovina la casa in cui vive, ma è conseguenza di un peccato che – come ha spiegato bene padre Ariel nel commento precedente – obnubila la responsabilità e l’intelligenza dell’uomo assolutizzando e mortificando i doni che ha ricevuto da Dio creatore. Inoltre, davanti al peccato è sempre bene indicare la speranza derivante dalla grazia di Cristo. La provvidenza divina, si declina nell’oggi a partire dall’azione di Cristo e del suo Spirito che agisce negli uomini che credono in lui e che sono chiamati a farsi custodi e risanatori – con atteggiamenti responsabili e maturi – del Creato.
Quindi ben venga l’azione pastorale di don Alberto se serve a ricondurre i fedeli a un discorso ambientalista che origina però da una fede matura e responsabile.
Come ho detto prima, non sono un esperto di questioni climatiche, tuttavia sul web è facile reperire testimonianze di esperti in materia di clima, ambiente, scienze fisiche e della terra che possono spiegare meglio di Greta i problemi reali e le soluzioni in merito.
Quanto al personaggio Greta Thunberg, solo una persona poco avveduta può credere che questa cara ragazzina sia riuscita da sola – con il suo faccino pulito e senza una task force ideologica – a realizzare ciò che ha fatto senza la connivenza e il placet di certi organi governativi. Non si tratta di fare dietrologie o di seguire complottismi basta solo saper fare due più due.
Le posso garantire che lavorando in parrocchia e in ospedale ho potuto sentire dalla bocca dei bambini, in special modo ammalati, vere perle di maturità e di saggezza che originano solo da un cuore ancora non contaminato e vicino a Dio. Purtroppo questi bambini, a differenza di Greta, non sono stati invitati a parlare davanti ai parlamenti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul cancro, sulla fibromialgia, sulla fibrosi cistica o sulla bellezza di avere un papà e una mamma che riversano su di loro l’amore più sconfinato tanto da decidere di accudirli anziché abortirli nei tempi stabiliti dalla legge.
La Greta Thunberg è, suo malgrado, la bandiera di un mondo anestetizzato che, come gli ignavi di dantesca memoria, è costretto ad inseguire un vessillo pungolato dalle staffilate del pensiero dominante. Purtroppo anche la malattia e la disabilità può essere usata per fini politici e ideologici, con il risultato di avere ammalati di serie a, b o anche c.
Perciò le domando: può un cristiano assecondare e avvalorare con il suo attivismo una logica deprimente di tal fatta? Sono d’accordo con lei nel concedere il beneficio del dubbio ma come i filosofi sanno bene, la sospensione del dubbio non porta a nulla se non a sterili fermi immagine che ci fanno rimuginare su idee con il rischio di non arrivare mai a una conclusione.
Cito testualmente una sua affermazione che mi ha molto stupito:
«L’altra cosa che trovo molto spiacevole è il disprezzo che permea ogni discussione. Perché dobbiamo usare un termine così offensivo come “gretina” o “gretini”?».
Carissima lettrice, se la nostra piccola Greta si fosse chiamata Brigida, probabilmente il mondo giornalistico e mediatico avrebbe coniato il termine di “brigidini” riferendosi a coloro che si identificavano con le idee di questa ragazzina.
Se poi il quotidiano Libero ha titolato in prima pagina: «Bergoglio in Vaticano: “Vieni avanti Gretina”», con l’intento di giocare sull’assonanza del film commedia del 1982 diretto da Luciano Salce e interpretato da Lino Banfi … beh questo forse non ci è dato saperlo, bisognerebbe chiederlo a Vittorio Feltri.
Certo posso essere d’accordo con lei che si scade nel facile cattivo gusto, proprio in riferimento a una ragazzina ammalata, ma quando si diventa personaggi pubblici la satira feroce e la critica fanno parte del gioco. Quindi ricapitolando: nel mio articolo il termine “gretina” o “gretini” individua solamente il gruppo di attivisti che si ispirano alla Thunberg, esattamente come avrei usato il termini di “brigidina” o “brigidini” se si fosse chiamata Brigida.
Se chicchessia dovesse pensare il contrario, ciò connoterebbe malafede.
Spero di essere stato esaustivo e augurandole ogni bene la benedico di tutto cuore.
questo articolo di Padre Ivano tocca dei temi che sono dei nervi scoperti terribili, e quanto, quanto veri!
I nostri adolescenti non credono ai basilari misteri della fede, e non pochi li irridono, però credono alla tavoletta ouija [N.d.R. QUI].
I genitori che mandano i figli a catechismo per la prima comunione e la cresima, solo perché poi a maggio dovranno fare una tradizionale festa di famiglia, spesso sono i primi a fare ai figli ironia su ciò che hanno imparato dai catechisti, perchè non credono alla resurrezione di Cristo, però credono al carma, ai benefici psicospirituali dello yoga, alla cartomante, ecc…
Pertinente e azzeccato il parallelo tra la piccola Gretina e la crociata dei fanciulli.
Grazie padre Ivano.
Un saluto fraterno a Don Alberto di cui condivido tutti i contenuti, grazie a Padre Ivano per i suoi articoli sempre interessanti e fonte di spunti e riflessioni profonde.
Posso solo aggiungere una, ma solo una cosa tra le tante, giacché il nostro caro Padre cappuccino parla, tra l’altro, delle rogazioni.
Quando anni fa io le proposi, in occasione di un periodo di gran caldo e siccità: prima, fui irriso da vari sacerdoti, poi (come direbbe giustamente Padre Ariel) fui “preso per il culo” dai quei fedeli noti come “cristiani adulti”, “cristiani maturi”, “cristiani evoluti nella fede”…
Devo dire che, giorni dopo, il vescovo, in occasione di un incontro, saputa la cosa mi manifestò il suo dispiacere e, battendomi una pacca sulla spalla, mi disse … “purtroppo, quando non si crede più, sai bene che si finisce sempre per credere a tutto”.
Successivamente seppi, da uno dei diretti interessati, che un gruppetto di imprenditori agricoli avevano chiamato direttamente dall’Austria un famoso sensitivo …
Già: “purtroppo, quando non si crede più, sai bene che si finisce sempre per credere a tutto”.
Gentile Reverendo Padre Ivano,
leggendo articolo e commenti sono rabbrividita di fronte alla parola “tavola ouija” alla quale si riferisce Don Alberto.
Si faccia dire da padre Ariel (che praticò alcuni esorcismi) cosa accadde a mio nipote (all’epoca 19 anni), per avere usato questo strumento da quando ne aveva 17, e che cosa abbiamo patito, nella nostra famiglia.
Fu un periodo terribile.
Perché, Padre Ariel, non scrive su questo tema un articolo?
Affezionata lettrice siciliana dal 2015
Lettera firmata
Cara Lettrice,
è anzitutto un piacere sentirla di nuovo, quando nel corso dell’estate mi recherò dalle sue parti, stia certa che come lo scorso anno e gli anni precedenti non mancherò di farle visita.
Rispondo sulla pagina dell’articolo di Padre Ivano perché il quesito è rivolto a me. Cerco allora in breve di riassumere un po’ ciò che lei narra, precisando che il caso al quale lei si riferisce non è recente ma risale all’estate del 2014.
Anzitutto una doverosa premessa canonica circa il discorso dell’esorcismo …
… mentre purtroppo siamo impestati da “laici praticoni” che si cimentano in strani riti “liberatori” e via dicendo a seguire, noi che invece siamo ministri in sacris, per praticare esorcismi dobbiamo avere – giustamente! – la licenza e il mandato dal vescovo. Questa licenza e mandato, a me, il vescovo, lo conferì nel maggio del 2010.
La licenza e il mandato da me ricevuto è poi vincolato a precise condizioni canoniche: la facoltà di poter praticare esorcismi nella diocesi di appartenenza senza alcun nulla osta da parte dell’Ordinario Diocesano; ma la possibilità di poterli praticare altrove, solo previa autorizzazione richiesta e data dal vescovo del luogo.
A suo tempo voi vi rivolgeste a Padre Gabriele Amorth, di benedetta memoria, che a suo tempo io ebbi come formatore quando partecipai a Roma ai corsi di formazione per esorcisti nel 2009.
Quando nel 2014 presentaste al Padre il vostro caso, egli era già molto avanti con l’età e conoscendomi, quindi sapendo che avevo modo di frequentare le vostre zone, mi mise in contatto con voi, anche perché, il nipote in questione, non poteva essere portato da lui a Roma.
Mi presentai quindi dal vostro Vescovo nel luglio 2014 in occasione del mio soggiorno in Sicilia, gli spiegai che ero stato messo in contatto con voi da questo insigne e anziano esorcista e gli chiesi il permesso di potervi fare visita. E detto questo faccio notare: non chiesi al Vescovo il permesso di esercitare alcun ministero, gli chiesi proprio l’autorizzazione a poter visitare la vostra famiglia, perché se egli non me lo avesse permesso, io non vi avrei fatto neppure visita. Avuta autorizzazione in tal senso mi riservai di riferire al Vescovo, dopo l’incontro con voi, che cosa a mio parere era emerso.
Questo è l’agire corretto di un sacerdote, ben diverso da quello dei certi “laici praticoni”, tipo ad esempio certi carismatici, capaci a partire da Genova – dico Genova per esempio – per andare a fare ciò che vogliono e come meglio vogliono a Catania – dico Catania sempre per esempio – .
Il ragazzo – riferii poco dopo al Vescovo – aveva tutte le caratteristiche della cosiddetta circumdatio. Spiego a chi ci legge: la circumdatio, che non è il caso estremo della possessione – che sono casi non rari, ma davvero rarissimi – è una sorta di assedio alla persona che può essere esterna o interna. Quando è esterna capita che avvengano spostamenti di oggetti, che vi siano rumori inspiegabili, od odori sgradevoli che non possono provenire da alcuna fonte presente, tipo fognature, mura umido-marce ecc.. Quando invece è interna, la persona ha alterazioni visive, può avere visioni, vedere o udire ciò che altri non vedono e non odono.
Anzitutto chiesi, prima di qualsiasi mio intervento, un approfondito consulto psichiatrico. Il giovane fu visitato due volte da un insigne psichiatra e successivamente un neurologo effettuò nel corso di due giorni tutti gli esami clinico-diagnostici del caso con strumentazioni di ultima generazione. L’uno e l’altro certificarono che il paziente non era affetto da alcuna neuropatologia.
Appurato e riferito il tutto al Vescovo del luogo, questi mi autorizzò ad esercitare il mio ministero. Se anziché un sacerdote fossi stato invece un laico carismatico ripieno di doni del tutto speciali dello Spirito Santo, avrei fatto quel che volevo e come volevo, perché, come dicono questi improvvidi e dannosi soggetti: “chi ha lo Spirito, ha tutto”. Pertanto, l’Autorità Ecclesiastica, è del tutto irrilevante, per chi ha lo Spirito Santo in tasca. Lo è però per loro, ma non per me.
Il Vescovo mi chiese solo di essere preventivamente avvisato, anche con una semplice comunicazione telefonica, nel caso avessi dovuto celebrare il sacramentale dell’esorcismo maggiore, ma risposi immediatamente dicendo che non era necessario e che non c’era alcun bisogno di ricorrervi.
Usai l’esorcismo minore e le preci leonine e per molti giorni, facendo uso della prece per i viventi contenuta nel canone romano celebrai la Santa Messa per il ragazzo, invitando i familiari a recitare per lui, individualmente, il rosario ogni giorno e la forma ridotta della Preghiera a San Michele Arcangelo, quella che fino al 1964 recitavamo alla fine della Santa Messa.
Oltre al discorso della tavola ouija – che era uno dei vari elementi – il giovane era entrato in un giro di spiritisti e di occultisti; nulla a che fare con i satanisti, si trattava solo di persone che esercitavano arti spiritistiche e medianiche. Nel corso di queste varie sedute, presumo che una entità maligna si era attaccata al giovane, forse perché, tra tutti questi partecipanti, egli era il più debole e fondamentalmente il più buono di animo e di sentimenti.
Seguirò il suo suggerimento, cara Lettrice, e quanto prima scriverò un articolo sul tema, superando il mio spirito restio a trattare di certi argomenti, solitamente trattati in numerosi siti e blog in modo improvvido, sensazionalistico e quindi dannoso, allo scopo di scatenare curiosità e pruriti morbosi nelle persone. Oppure, come è solita fare quella semispecie di Novella2000 “cattolica” di Aleteia, ogni volta che i loro visitatori accennano a calare, ecco che tirano fuori diavoli, esorcisti e via dicendo, perché sanno che il tutto genera appunto prurito e grandi curiosità morbose.
Io appartengo però ad altra classe e scuola, come spero avrete capito.
Un saluto a suo nipote, che presto avrò modo di salutare di nuovo anch’io nel corso dell’estate.
Bellissimo articolo Padre Ivano.
Grazie veramente, perché ne farò uso tra poco in una mia catechesi parrocchiale, ovviamente non mi “approprierò” dei contenuti, ma li userò citando i Padri dell’Isola di Patmos.
In unione di preghiera