Teologia del terrore? In verità, i terroristi dell’ISIS, sono “cristiani anonimi”

Padre Giovanni

TEOLOGIA DEL TERRORE ?  IN  VERITÀ I TERRORISTI DELL’ ISIS  SONO “CRISTIANI ANONIMI”

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Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole [ II Tm 4,3 ]

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Autore Giovanni Cavalcoli OP

Autore
Giovanni Cavalcoli OP

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quando la correttezza politica clericale diventa stoltezza: un parroco di Potenza, per “costruire ponti e non muri”, mette dentro il presepe la Vergine Maria vestita con il burka

Secondo la dottrina della grazia  ― quella cattolica, s’intende ― mi domando: come vedrebbe un seguace di Karl Rahner i terroristi dell’ISIS? È interessante metterci nella sua mente per comprendere le conseguenze che ne vengono fuori.

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Vediamo anzitutto qual è il concetto rahneriano del “cristiano anonimo” [1]. Non si tratta, come alcuni ingenuamente e benevolmente hanno interpretato, del semplice fatto, assodato dal Magistero della Chiesa sin di tempi del Beato Pio IX e confermato dal Concilio Vaticano II, che qualunque uomo in buona fede e di buona volontà che non conosce il Vangelo, riceve comunque da Dio la possibilità di salvarsi. Il discorso di Rahner è del tutto diverso, perché si tratta invece di una modalità della concezione dell’uomo, inteso come soggetto spirituale autotrascendente nella storia, essenzialmente in grazia. Per capire allora che cosa è il cristiano anonimo di Rahner, bisogna che vediamo che cosa è per lui la grazia in rapporto a Dio e alla natura umana.

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Usiamo, come criterio di giudizio, la concezione cattolica. In questa concezione, la grazia divina è un dono, una “somiglianza con Dio” [2], una vita divina, una qualità soprannaturale gratuita, partecipata all’anima a modo di accidente, dato che solo Dio può essere grazia sostanziale e sussistente, quindi infinita o increata. Se la grazia non fosse in noi a questo modo accidentale, noi saremmo Dio e questo sarebbe panteismo.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : a Montefiore Conca nel riminese, il presepe di Gesù Bambino dentro il canotto [cf. QUI]

La grazia non scaturisce dalla natura e non ne completa l’essenza, ma solo la risana e perfeziona nelle operazioni. La natura razionale è già presupposta in se stessa, come soggetto della grazia, sicché la grazia è aggiunta gratuitamente da Dio all’anima, al di sopra delle sue forze ed aspirazioni naturali [3], per liberare l’uomo dal peccato e guarire la natura umana (gratia sanans) ed elevarla, in Cristo, oltre i suoi limiti, alla condizione di figlio di Dio (gratia elevans).

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La grazia non è una proprietà essenziale o necessaria della natura, benché nella natura ci sia una disponibilità a riceverla [4]. La grazia purifica e perfeziona la natura, ma è una qualità accidentale operativa, acquistabile con la buona volontà e distruttibile col peccato.

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La grazia è necessaria alla salvezza, perché, nella condizione di corruzione e di miseria conseguente al peccato originale, l’uomo, con le forze che gli restano, non sarebbe capace, senza di essa, di realizzare sufficientemente le virtù e di possedere Dio come suo fine ultimo e sommo bene.  

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : ecco un altro gommone, quello del Vescovo di Mazzara del Vallo, che allestisce “il presepe dei migranti” [cf. QUI].  Facciamo notare che il Vescovo di questa diocesi, sotto il precedente pontificato, indossava paramenti disegnati da Giorgio Armani [cf. QUI, QUI], sotto quello attuale è invece tutto migranti&Povertà. In Sicilia, il Tomasi di Lampedusa, questi soggetti li chiamava … gattopardi.

La grazia rende l’uomo “figlio di Dio” [5] ad immagine del Figlio, per cui anche il credente sull’esempio di Cristo, può chiamare Dio “Padre” sotto l’impulso dello Spirito Santo [6].

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La grazia dà vita all’anima e vivifica le potenze, intelletto e volontà, come radice delle virtù teologali: fede, speranza e  carità. La fede non è un sapere apriori, ma aposteriori, preceduto dalla ragione. I concetti di fede, definiti nel dogma ecclesiale, sono sempre, universalmente e assolutamente veri, anche se esiste un progresso nella conoscenza del dato rivelato. Dio esiste prima del mondo, ma la nostra conoscenza parte dal mondo per arrivare a Dio. Dio è apriori nell’essere e nel sapere che Egli ha di Se stesso, non nel nostro sapere.

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La grazia della fede sboccia nella carità, per la quale l’uomo diventa “amico” di Dio [7] e si unisce a Lui tanto intimamente, che Gesù parla di “una cosa sola con Dio” [8], espressione evidentemente enfatica, che non va presa alla lettera, sennò  comporterebbe confusione della natura umana con quella divina, e sarebbe panteismo.

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La grazia aumenta con l’esercizio delle virtù. Sotto l’influsso dello Spirito Santo la carità produce l’esperienza mistica, che è la pregustazione, la “caparra” [9]  e la “primizia[10] della gloria futura della beatitudine celeste.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : il Presbìtero Vitaliano Della Sala è una vecchia conoscenza, in pratica ha fatto il seminario nei circoli no-global ed ha studiato teologia sui testi di Mario Capanna e Rossana Rossanda, ed in modo coerente eccolo mettere il Verbo Incarnato dalla stalla al gommone … [cf. QUI]

Per Rahner, la grazia in noi, non è invece un dono divino creato, ma è Dio stesso, è un’autocomunicazione così piena ed intima di Dio all’anima, che Dio diventa “quasi causa formale” dell’anima, il costitutivo più radicale della natura umana. Dice Rahner: “Il mysterium che la fede cristiana confessa consiste assolutamente in ciò che la Realtà assoluta di Dio può non solo opporre a Sé l’altro da Sé” (=creazione), “ma vuole arrischiarSi a comunicare Se stessa a questo altro” [11]. Essa ha un carattere apriorico, di “esperienza preconcettuale”, cioè non si aggiunge alla natura umana, che in precedenza ne è priva per il peccato, ma come radicalizzazione e vertice supremo ed orizzonte infinito dell’autotrascendenza umana. Con la grazia la natura da finita diventa infinita. Non riguarda l’operare ma l’esistere: è un “esistenziale soprannaturale”.

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Si noti che per Rahner il possesso della grazia non è possesso di questo e non di quell’individuo, possesso ora presente, ora assente, sì che uno possa possedere la grazia e l’altro no, o che il medesimo individuo nello scorrere del tempo possa ora possederla ora non possederla, ma è fattore necessario, permanente, obbligatorio ed universale della pienezza della natura umana come tale. Essa è richiesta dalla natura come esigenza della natura. Per questo, secondo Rahner, nessuno è privo della grazia.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza: titola trionfalmente il settimanale Famiglia Cristiana, da anni ormai scaduto in Fanghiglia Cristiana: «Il Natale dei Profughi» [cf. QUI]. Noi siamo rimasti indietro parecchio, nel credere che il Natale sia il mistero del Verbo Incarnato

Rahner ammette la concettualizzazione della fede, ma secondo lui il concetto di fede è solo un’espressione incerta, contingente, facoltativa, rivedibile, correggibile, discutibile e particolare, storicamente condizionata e relativa alle varie culture, dell’esperienza trascendentale ed atematica della grazia.

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In base a queste idee ogni uomo come tale – diversamente non sarebbe uomo – è un “cristiano anonimo”, ossia è sempre in grazia fino alla morte, cosicché tutti gli uomini si salvano. Il peccato esiste, ma non può vincere o togliere la grazia. Secondo Rahner, il peccato non ha bisogno di essere espiato. Per questo egli nega che la passione di Cristo abbia avuto una funzione soddisfattoria o riparatrice. È stata solamente la sofferenza di chi ha voluto sentirsi lontano da Dio.

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Per questo Rahner ritiene che il peccato venga immediatamente perdonato da Dio: “l’esperienza della colpa radicale ― egli dice [12] ― senza sbocco, è tuttavia subito perdonata in maniera inconcepibile”. Altre volte ritiene il peccato come un’azione abortita o fallita che crolla da sola.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : il presepe dell’Associazione Salesiana di Bari, Gesù nato sul gommone [cf. QUI]

In base a queste considerazioni risulta chiaro che noi cattolici e i terroristi dell’ISIS, siamo tutti soggetti dell’ “esperienza trascendentale” della grazia. Sul piano categoriale, ossia dottrinale, invece, noi e loro abbiamo concezioni religiose opposte, ma non ha importanza, perché secondo Rahner i contrasti di idee tra le varie religioni non compromettono l’universale esperienza della grazia.

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Secondo Rahner, una medesima proposizione teologica o dogmatica può andar soggetta ad interpretazioni tra di loro contraddittorie, senza che sia possibile stabilire un’unica interpretazione. Così, per esempio, il concetto di Dio in noi e negli islamici presenta elementi di contrasto. Ma non occorre né è possibile stabilire una unica interpretazione valida per noi e per loro.

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Del resto, ritiene Rahner, all’interno dello stesso mondo cattolico esistono posizioni conservatrici ancora legate al tomismo, accanto ad altre che assumono la filosofia moderna o quella trascendentale. Le prime pretenderebbero di trovare eresie nelle seconde. Ma queste, che secondo Rahner hanno una visuale aperta, non accettano di essere portate sul terreno dell’alternativa eresia-ortodossia per l’incertezza e la soggettività del giudizio che – a loro avviso –  su di essa si fonda. Per i rahneriani, categorie decisive di approvazione o rifiuto sono invece rispettivamente il moderno e il superato. Non esiste infatti per Rahner una verità al di sopra della storia, ma ogni verità è sempre immersa nella storia, sicché la verità di oggi è l’errore di ieri e l’errore di ieri è la verità di oggi.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : Diocesi di Lamezia Terme, uno tra i presepi italiani celebrati dal quotidiano l’Avvenire come simbolo di accoglienza dei migranti [cf. QUI]

I rahneriani respingono l’idea di una verità certa, universale, immutabile e soprastorica. La verità ― essi pensano ― non è un’astrazione immobile fuori dal tempo; la verità è la modernità, è quello che oggi si ritiene esser vero, è la verità concreta ed esistenziale della storia, del moderno, del tempo presente, è adeguarsi alla prassi e alla forze attive dell’oggi. E’ la verità di chi comanda. Quindi i rahneriani, convinti del fatto che gli Islamici si salvano col Corano e scettici circa l’universale obbligatorietà dei dogmi cattolici, non avrebbero certamente difficoltà, una volta che la religione, la cultura, il costume, la politica e la finanza dell’Islam dovessero prender piede in Europa, a costruire un cattolicesimo biblico-coranico, così come Rahner ha costruito un cattolicesimo hegheliano ed heideggeriano.

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Bisogna dire allora, seppur con rammarico, che ai rahneriani non interessa la verità astratta, ma la verità del potere politico del momento, come oggi essi sono soggetti socialmente ed economicamente della massoneria, del liberalismo, del sionismo, del luteranesimo e del comunismo.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : presepe realizzato da un gruppo Scouts, ennesima nascita sul barcone, con tanto di mezzaluna rossa a poppa dell’imbarcazione [cf. QUI]

Un domani che gli islamici, aumentati di numero, dovessero conquistare in Europa una forte egemonia culturale e politico-economica, i rahneriani certamente non avrebbero difficoltà, per mantenere il loro prestigio, per non avere noie o per non subire persecuzioni, ad avvicinarsi al Corano, magari in sintesi con Hegel, così come Rahner ha accostato San Tommaso d’Aquino ad Hegel. Potrebbero quindi tentare un incontro di Hegel con Maometto, e comunque tale sintesi verrebbe considerata da loro una delle molteplici espressioni categoriali dell’esperienza trascendentale. Resta però a vedere se gli islamici saranno disposti ad accettare una simile operazione, che assomiglia a quella con la quale i  modernisti sono riusciti a mescolare l’Aquinate con Hegel. È nota infatti l’intransigenza islamica, per la quale i musulmani non sono disposti ad ammettere altra teologia al di fuori di quella del Corano, che peraltro è alla base della religione di Stato degli Stati islamici e quindi fruisce del potere coercitivo dello Stato, come avviene nei paesi comunisti per l’ateismo.

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Ma i rahneriani sono talmente astuti, che non ci sarebbe da stupirsi se riuscissero ad avvicinare il Corano all’idealismo tedesco, così come sono riusciti ad avvicinare ad esso larghi strati della teologia cattolica. In fin dei conti nell’ idealismo tedesco i dogmi della Trinità e dell’Incarnazione non sono che pallide immagini (Vorstellung) dell’unico Assoluto. Certo, resterebbe l’ostacolo che il Dio coranico è trascendente e creatore, mentre quello hegeliano è immanente al mondo. Ma come i rahneriani sono riusciti a convincere i cattolici circa il valore del loro Dio, che cosa ci impedisce di credere che riuscirebbero a fare la stessa cosa per gli islamici? 

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Se i rahneriani dovessero trovarsi a mal partito nelle trattative con gli islamici, e se questi intimassero loro sotto minaccia di morte di convertirsi all’Islam, senza alcun sincretismo, i rahneriani potrebbero sempre adottare come soluzione l’assunzione del Corano a livello categoriale, ma resterebbe sempre salva l’ esperienza trascendentale.

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senza limiti la gara clerical-corretta alla stoltezza : messaggio in bottiglia … Puer natus est ! Gesù è nato sul barcone-bottiglia, con lo sfondo dei colori della bandiera della pace e tutti gli annessi e connessi [cf. QUI].

La Chiesa Cattolica europea, che conosce già da tempo al suo interno tendenze che si considerano accoglienti e aperte al diverso, come ora è sotto l’orbita dei rahneriani, così passerebbe sotto l’egemonia musulmana, come del resto avviene da 14 secoli nei paesi dove i cristiani vivono in mezzo ai musulmani.

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Resterebbe la resistenza, magari fino al martirio, dei cattolici che rifiutano gli errori del Corano, e che sarebbero considerati da rahneriani e musulmani come chiusi e retrivi fondamentalisti. Il problema più grosso sarebbe quello di come convincere il Papa ad accogliere Maometto.  Per risolvere il problema i rahneriani potrebbero interporsi per ottenere un accordo.

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Avanziamo allora alcune ipotesi di eventuali accordi [13]. Le autorità islamiche in accordo con i rahneriani cercherebbero di convincere il Papa, già un po’ inclinato in tal senso, che i terroristi ― persone in fondo in buona fede, dato che tutti si salvano ―, interpretano male il Corano, che promuove la pace e rifugge dalla guerra di religione. E, a tal fine, potrebbero sottoporgli alcune idee. I terroristi potrebbero incentivare le conversioni all’Islam, mentre i cattolici potrebbero ottenere il paradiso grazie al martirio, pertanto …

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– Gli islamici, assieme ai rahneriani, potrebbero proporre al Papa di essere coadiuvato nel governo della Chiesa dal Gran Muftì dell’Università Al-Azar del Cairo. Papa Benedetto XVI, se è ancora in vita, verrebbe in tal caso allontanato dal Vaticano e posto in un pensionato per anziani sotto sorveglianza islamica.

– Per diventare vescovo bisognerà aver trascorso almeno 5 anni come imam in una moschea.

– Si potrebbe realizzare una riforma degli studi ecclesiastici per mezzo di una commissione mista di teologi rahneriani e musulmani.

– Gli studi tomistici saranno permessi solo a coloro che hanno raggiunto i 70 anni. Mentre la teologia di Rahner volgarizzata e il Corano saranno insegnati fin dalle scuole elementari.

– Così pure la liturgia sarebbe riformata in modo da accogliere nella Messa riti musulmani e letture del Corano.

– Si potrebbe adottare come modello per il digiuno quaresimale il digiuno del Ramadan.

– Potrebbe essere conservato l’uso della lavanda dei piedi fatta dal Sommo Pontefice a donne musulmane nella Messa in Coena Domini del Giovedì Santo.

– Nel Consiglio di amministrazione economica della Santa Sede entrerebbero a far parte tre importanti emiri dell’Arabia Saudita.

– Ogni parrocchia, al suo interno, dovrebbe avere una moschea.

– Nelle scuole della Chiesa, il Crocifisso, sarebbe affiancato dalla Mezza Luna.

– Nelle spiagge private degli istituti religiosi si dovrebbe concedere una par condicio al topless come il burkini.

– I cittadini dovranno ascoltare, oltre al suono delle campane delle chiese, anche l’invito alla preghiera rivolto al popolo dai muezzin sette volte al giorno.

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… molto meglio una Fiat 500 d’epoca che questi monotoni barconi che percorrono ormai da quasi quattro anni le chiese d’Italia in modo ripetitivo … [cf. QUI]

Dubitiamo però che il Papa si lascerebbe convincere. A quel punto egli potrebbe concepire il sospetto che i rahneriani non cerchino veramente gli interessi della Chiesa, ma abbiano di mira soltanto di dominare in essa, per cui avrebbero bisogno di un forte richiamo da parte del Santo Padre al fine di indirizzare la loro fede al vero servizio della Chiesa e delle anime.

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Varazze, 30 agosto 2016

Pubblicato il 4 gennaio 2017

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NOTE

[1] Cf il mio saggio La radice teoretica della dottrina rahneriana del cristianesimo anonimo, in Karl Rahner. Un’analisi critica, Atti del convegno teologico organizzato dai Francescani dell’Immacolata a Firenze nel 2007, a cura di S. Lanzetta, Edizioni Cantagalli, Siena 2009, pp.51-71.

[2]  Cf. I Gv 3,2.

[3] L’uomo sarebbe già felice unendosi Dio come fine ultimo dell’universo. La grazia invece fa desiderare all’uomo di vedere immediatamente la sua essenza trinitaria.

[4] La potentia oboedientialis.

[5] I Gv 3,1.

[6] cf Rm 8,14.

[7] Gv 15,15.

[8] Gv 17,11.

[9] II Cor 1,22.

[10] Rm 8,23.

[11] Cit. da Y. Tourenne, La théologie du dernier Rahner, Les Editions du Cerf, Paris 1995, p.443.

[12] Tourenne, Op.cit., p.368, nota 2.

[13] Aggiungo queste proposte a quelle da me già avanzate in altro articolo sull’Isola di Patmos, vedere QUI.

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4 commenti
  1. Zamax dice:

    Un concetto corretto di “cristiano anonimo” (per così dire, s’intende: faccio per farmi capire, non per sdoganare la definizione rahneriana) dovrebbe sempre prevedere una dinamica spirituale composta di due fasi: il dono e l’accettazione del dono, la manifestazione e la risposta a tale manifestazione. Nel “cristiano anonimo” rettamente inteso, ignorante del Vangelo (anche nel senso più largo del termine), il fare in coscienza la volontà di Dio significa rispondere alla Grazia e vivificare la fede con le opere. Inoltre, questa risposta e questa accettazione del dono implicano che l’uomo “percepisce” Dio attraverso il sentimento di ciò che gli manca, e della presa d’atto di ciò che si può spiegare solo come l’esito di una colpa: di qui un desiderio di pienezza che si trasforma in preghiera e che l’uomo può trovare a sua volta solo nella “risposta” di un Dio misericordioso. In Rahner, invece, sembra che il “seguire la propria coscienza” non coincida affatto (come idealmente dovrebbe essere e come mai perfettamente può essere) col “fare la volontà di Dio”, cioè qualcosa di ordinato alla Verità, ma il frutto di un ambiguo “onesto soggettivismo” che cristianamente…

    Sembra, inoltre, che per Rahner all’uomo spetti solo di scoprire la “pienezza di Dio” dentro se stesso, e non di sperare di conseguirla “grazie” all’accettazione di un dono. In una parola, l’uomo è già di per se stesso potenzialmente “divino”, alla stregua di una crisalide destinata a trasformarsi in farfalla. Insomma, siamo sempre nel campo delle acrobazie immanentistiche e i loro immancabili corollari: la negazione del peccato originale, la divisione fra la fede e le opere, e quella fra la volontà umana e quella di un Dio trascendente. Nell’Islam l’assenza di un concetto retto di coscienza e la presenza di un concetto insieme totalitario e riduttivo della volontà di Dio porta paradossalmente (ma non tanto) a esiti simili a quelli del soggettivismo relativista, incoraggiando chi ha disegni di potere a farsi “ventriloquo” della volontà di Dio.
    P.S. La pubblicazione di quest’articolo costituisce forse una risposta indiretta ad un altro articolo, quello dell’ineffabile Cardinale Ravasi pubblicato su Avvenire che mi ha fatto girare vorticosamente….
    https://www.avvenire.it/agora/pagine/religioni

    • Padre Ariel
      Redazione dell'Isola di Patmos dice:

      Eh, a chi lo dice !
      Sperando che il diretto interessato non si arrabbi con i collaboratori della redazione per questa nostra “spifferata”, le facciamo una pubblica confidenza …
      lei capisce che mettere assieme un romagnolo (Cavalcoli, ravennate) ed un toscano (Levi di Gualdo, maremmano/etrusco) è una miscela veramente esplosiva…
      Tempo fa, mentre il Padre Ariel parlava con Padre Giovanni, in un colloquio loro privato, se ne uscì con questa battuta amena, sempre a proposito del Card. Ravasi: ” Quando quell’uomo scrive certe cose, specie sul Sole24ore, mi causa un tale giramento, ma un tale giramento, che se mi mettessero a bagno nel porto della tua Ravenna, produrrei un vortice tale che in mezz’ora arriverei in Croazia”.

      • Zamax dice:

        Confidenza per confidenza devo confessare che tra tutte le razze italiche ho sempre considerato quella emiliano-romagnola e quella toscana le più insopportabili di tutte, dei veri e propri semenzai di esaltati di tutte le risme: comunisti fanatici, fascisti fanatici, massoni fanatici, laicisti fanatici, tradizionalisti fanatici, modernisti fanatici, occidentalisti fanatici, terzomondisti fanatici, carnivori fanatici, vegetariani fanatici, pacifisti fanatici, guerrafondai fanatici, campanilisti fanatici, centralisti fanatici, capitalisti fanatici, anti-capitalisti fanatici, democratici fanatici, anti-democratici fanatici, anti-americani fanatici ma fanatici delle americanate (specie dalle parti di Padre Cavalcoli…), ecc. ecc. e purtroppo – purtroppo! -sempre in prima fila a dottoreggiare dall’alto delle loro contraddizioni. Insomma, una cosa folle. Dev’essere il prezzo da pagare per qualche bene che vi si nasconde, o per le virtù eroiche che non di rado si appalesano in quei gironi infernali: penso in questo preciso momento al grandissimo scrittore Leone XIII, redattore di encicliche dallo stile impareggiabile, ricco, raffinato, conciso e vigoroso nello stesso tempo, forse inimitabile ma più che mai da imitare in questi tempi debosciati e logorroici.

        • Zamax dice:

          Ecco, ho detto una sciocchezza. Mi sembrava che Leone XIII fosse romagnolo, ma poi mi è venuto il dubbio, e ho scoperto che era …romano. Accidenti.

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