La grande Chiesa di Siracusa e la piccola Massoneria locale: storia di una fake news

LA GRANDE CHIESA DI SIRACUSA E LA PICCOLA MASSONERIA LOCALE: STORIA DI UNA FAKE NEWS

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Per noi cattolici, la memorabile condanna lanciata dal Sommo Pontefice Leone XIII nella sua Enciclica Humanum genus del 1884, nella quale condanna il relativismo filosofico e morale della Massoneria, rimane, oggi più che mai, di grande attualità.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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La scritta sopra le navate della cattedrale di Siracusa: Ecclesia Syracusana prima Divi Petri filia et prima post Antiochenam Christo dicata [la Chiesa di Siracusa è prima figlia del Beato Apostolo Pietro e seconda dopo la Chiesa di Antiochia]

Entro in una questione non attinente i temi della nostra rivista, che non si occupa di attualità, ma solo di teologia ecclesiale e aggiornamento pastorale, anche se il fatto sul quale spenderò dei commenti riguarda un fatto di carattere ecclesiastico.

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Partiamo da un dato: il titolo dato non rende l’idea, perché quella di Siracusa non è solo una grande Chiesa resa tale dal suo essere antica, è una Chiesa gloriosa. Chi entra nella sua cattedrale metropolitana rimane colpito dalle colonne che reggono le due file di navate, si tratta delle colonne dell’antico tempio dorico dedicato ad Atena, risalente al VII secolo a.C. Sopra le colonne di queste navate troneggia la scritta: «Ecclesia Syracusana prima Divi Petri filia et prima post Antiochenam Christo dicata».

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La scritta sopra le navate della cattedrale di Siracusa

Chiesa di fondazione apostolica, Siracusa è «la prima figlia del Beato Apostolo Pietro e seconda dopo la Chiesa di Antiochia», come indica quella vetusta scritta latina sopra le navate. Il Beato Apostolo vi mandò infatti il Vescovo Marziano ad erigerla e, pochi anni dopo, fu visitata dal Beato Apostolo Paolo durante un viaggio apostolico documentato in Atti degli Apostoli: «Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni» [At 28,13]. Con la locale comunità cristiana il Beato Apostolo si intrattenne presso le catacombe dedicate in seguito a San Giovanni Evangelista, che per inciso sono più antiche delle catacombe di Roma.

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Siracusa, basilica paleocristiana di San Pietro, risalente agli inizi del IV secolo [vedere galleria, QUI]

Siracusa ha donato alla Chiesa una figura di particolare rilievo, se consideriamo che la Beata martire siracusana Lucia, assieme ad Agata, Agnese, Cecilia e Anastasia, sono le grandi martiri menzionate nel Canone Romano della Santa Messa. E mentre molte delle attuali grandi diocesi del centro e del nord del nostro Paese erano ancora lontane di secoli dall’essere erette, durante i primi concili e sinodi della Chiesa la firma del Vescovo di Siracusa compare nei documenti poco dopo quella del Vescovo di Roma. Tutt’oggi, nel cuore dell’antica città greca di Siracusa, che è l’isola di Ortigia [cf. QUI], è visitabile la basilica paleocristiana dedicata a San Pietro, una delle chiese più antiche d’Europa, edificata prima del Concilio celebrato a Nicea nell’anno 325 [vedere immagini e guida, QUI].

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Siracusa, basilica paleocristiana di San Pietro, risalente agli inizi del IV secolo [vedere galleria, QUI]

Ricordo con tenera commozione quando nell’ottobre del 2010, mentre si trovavano in soggiorno a Roma per vari incontri presso la Santa Sede, accompagnai due vescovi americani a visitare Siracusa, uno dei quali oggi cardinale. Negli sguardi di questi due uomini posti alla guida di due rispettive grandi diocesi, colsi più volte un senso di tremore e timore, o come mi disse uno dei due: «Negli Stati Uniti d’America noi consideriamo antica la mia arcidiocesi fondata nel lontano 1790, ma dinanzi a queste antiche pietre io mi sento veramente poco più che un vescovo-bambino ».

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Siracusa, Catacombe di San Giovanni, la cripta del protovescovo Marziano [ Antiochia, I sec. – Siracusa, inizi II secolo]

Su Siracusa ebbi a scrivere sulle pagine di un libro commemorativo della Nunziatura Apostolica in Italia, al quale collaborai per la parte storico-teologica; libro poi edito nel 2016 dalla Libreria Editrice Vaticana. E partendo proprio dall’antica Siracusa trattai la figura degli antichi apocrisari ― gli antenati degli attuali nunzi apostolici ― che si muovevano tra Oriente e Occidente. Ma soprattutto trattai storie risalenti alle remote epoche del V° e VIII° secolo legate ad un particolare istituto ecclesiastico: la Legazia di Sicilia, risalente all’anno 1098. Mi sono permessa questa menzione tra le righe solo perché un libro è un atto pubblico, ed in esso si trova riportato anche il mio nome di contributore, se invece si fosse trattato di “lavori d’ufficio”, me ne sarei ben guardato dal fare qualsiasi genere di menzione.

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locandina della conferenza promossa dal Grande Oriente d’Italia a Siracusa

Molto vi sarebbe da narrare, questa introduzione può però bastare per dare una meritata lezioncina ai diffusori di cosiddette fake news, od a coloro che su due righe od un solo titolo scrivono e diffondono per la rete notizie con lo stomaco anziché col cervello, se non peggio dando sentenze inappellabili.

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È infatti accaduto che a partire da questa mattina sono giunte alla redazione de L’Isola di Patmos numerose email dall’Italia e dall’estero scritte da persone che, gridando più o meno allo scandalo, domandano come sia possibile che a Siracusa venga promossa la Massoneria dalla Chiesa locale.

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S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, in una breve intervista nell’occasione della festa di Santa Lucia [cliccare sull’immagine per aprire il video]

La Chiesa di Siracusa è governata da S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, 72 anni, uomo tutt’altro che sprovveduto, con alle spalle tutta l’esperienza del caso. Dopo avere lavorato da giovane sacerdote in una parrocchia di Catania, sua diocesi di origine, fu scelto come vicario generale diocesano. Nove anni dopo fu promosso alla sede vescovile di Nicosia, una piccola diocesi nella quale tutt’oggi è sempre vivo nella gente il suo ricordo di uomo amabile dotato di solarità mediterranea. Su di lui penso di potermi esprimere per diretta conoscenza, perché lo conosco da molti anni, apprezzandone quei tratti di cristiana umiltà spesso sconosciuti ad alcuni suoi pretini trendy, che dopo essere andati a Roma ed aver presa una cartina di tornasole detta dottorato, cominciano a pavoneggiarsi col flûte di Martini con l’oliva, tra un colloquio notturno e l’altro a Gerusalemme, guardandosi bene dall’imparare dal proprio vescovo la virtù dei veri pastori in cura d’anime, che è appunto quella dell’umiltà. Come però sappiamo, a mancar d’umiltà sono da sempre i mediocri che non accettano confronti e che fuori dal circondario del campanile attorno al quale si trova il loro fan club sono degli emeriti sconosciuti nell’ambito canonico, teologico e biblico, con buona pace delle loro cartine di tornasole imbevute di quantità d’acido direttamente proporzionato alla loro effettiva mancanza di scienza e sapienza.

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S.E. Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo Metropolita di Siracusa

Un uomo di esperienza pastorale, prudente e anche umile come l’attuale Arcivescovo Metropolita di Siracusa, non cadrebbe mai in un simile tranello, ed infatti non c’è caduto. Ciò che è realmente accaduto è semplicemente questo: quei quattro liberi professionisti e clinici più o meno tromboni che compongono una delle locali logge massoniche, hanno chiesto un confronto durante un convegno promosso dal Grande Oriente d’Italia. Poi, che i picciotti della Libera Muratoria abbiano stampato nella locandina dell’evento un Cristo col compasso, è una mancanza di buon gusto non imputabile certo all’Arcidiocesi, perché sul manifesto non c’è né lo stemma dell’Arcivescovo Metropolita né la dicitura “Col patrocinio dell’Arcidiocesi di Siracusa”. Pertanto, a chi chiede un confronto, la Chiesa offre da sempre confronto. E questo confronto sarà tenuto da un vescovo e da un presbìtero, entrambi teologi. A confrontarsi con gli esoteristi massoni saranno infatti S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo della diocesi suffraganea di Noto, che per l’occorrenza non si presenterà con la sua chitarra cantando un riadattamento di Edoardo Bennato: “Meno male, che adesso non c’è il massone” [cf. originale QUI], ed il Reverendo Prof. Maurizio Aliotta, presbitero siracusano e vicario generale emerito dell’arcidiocesi.

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un gruppo di cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, uno dei vari ordini cavallereschi cattolici che gode di ampie infiltrazioni da parte di aderenti alle logge massoniche

L’uno e l’altro metteranno sicuramente in luce perché, tra la Chiesa e la Massoneria, può esserci un confronto o uno scambio di opinioni divergenti, ma che l’appartenenza alla Massoneria rimane cosa incompatibile con l’appartenenza alla Chiesa Cattolica. E di questo, sia il vescovo sia il presbìtero, nella loro qualità di teologi ne spiegheranno di certo i motivi. E sarà una cosa molto utile e istruttiva, ribadire  questo. Sarà utile e istruttivo quando alle successive festività religiose, i Cavalieri di Malta ed i Cavalieri del Santo Sepolcro — non pochi dei quali dividono le loro serate tra le riunioni presso le Logge Massoniche e quelle presso le sedi di questi antichi Ordini Equestri Cattolici —, si presenteranno parati con i loro mantelli alle processioni di quei Santi e di quelle Sante sui quali gli esoteristi frammassoni ridono da sempre sopra con ironico spirito alla Voltaire.

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un gruppo di cavalieri dell’Ordine di Malta, uno degli ordini cavallereschi cattolici tra i più infiltrata da aderenti a logge massoniche

Spetterà poi al Vescovo di Noto, in sua qualità di teologo e soprattutto di membro del Collegio Episcopale, spiegare ai frammassoni che cercare di usare e abusare la figura del Sommo Pontefice Francesco I — come in recente passato è stato fatto a Roma dinanzi allo storico Alberto Melloni ed alla civettuola teologa femminista Marinella Perroni [cf. QUI, pag. 6-9] —, non è cosa possibile né fattibile, perché nel suo approccio verso la Massoneria, il Pontefice regnante non la pensa in modo diverso da come la pensavano il Beato Pontefice Pio IX ed il Sommo Pontefice Leone XIII, basti prendere atto di che cosa egli afferma riguardo ad essa [cf. QUI]. Non a caso, il Sommo Pontefice Francesco I, al Cardinale Raymond Leo Burke chiese con chiarezza di ripulire l’Ordine dei Cavalieri di Malta dalle infiltrazioni massoniche e dalla doppia appartenenza di certi sui membri all’Ordine ed alle Logge, ribadendo implicitamente che l’appartenenza alle Logge Massoniche è cosa incompatibile con l’appartenenza alla Chiesa Cattolica.

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il Beato Pontefice Pio IX [Senigallia 1792-Roma 1878]

Il richiamo fatto al Beato Pontefice Pio IX non è casuale, perché i massoni ed i liberali, molto prima di tentare di strumentalizzare il Sommo Pontefice Francesco I, tentarono di strumentalizzare questo suo predecessore al grido di: «Viva il Papa liberale!». Esattamente come oggi pensano di poterci gabbare gridando «Viva il Francesco “il rivoluzionario”».

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Dinanzi a quest’incontro non c’è da rimanere turbati, basta sapere le cose come stanno, senza fermarsi a due righe scritte su una locandina. In fondo, questa ennesima trovata massonica, si svolge nella terra dei gattopardi nella quale i preti, con i loro duemila anni di storia, tra tutti i gattopardi sono i più raffinati, ben più di quei ragazzini col grembiulino che giocano con le squadre ed i compassi, nati appena tre secoli fa e noti come Frammassoni. Ma alla prova dei fatti gli stessi di sempre, quelli che gridarono al Romano Pontefice Pio IX «Viva il Papa liberale», quelli che oggi vorrebbero gridare «Viva Francesco “il rivoluzionario”», parlando con prosopopea di una storia della Chiesa che non conoscono, di una teologia che ignorano, di un Concilio Vaticano II del quale hanno letto solo qualche articolo sui giornali radical chic, ma di cui ignorano la conoscenza dei fondamentali documenti. Questo è ciò che io stesso ho potuto appurare più volte parlando con dei massoni non di provincia, come nel caso in questione, ma con massoni ai più alti vertici della Massoneria internazionale. Una cosa è certa, per noi cattolici la memorabile condanna lanciata dal Sommo Pontefice Leone XIII nella sua Enciclica Humanum genus del 1884, contro il relativismo filosofico e morale della Massoneria, rimane oggi più che mai di grande attualità [vedere testo, QUI]. 

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il testo della Enciclica Humanum genus del Sommo Pontefice Leone XIII è leggibile QUI

Se c’è una pagina di storia che i giovani massoni di provincia non hanno capito riguardo la vecchia Chiesa Cattolica, è questa: quando Napoleone Bonaparte nel 1806 portava via prigioniero verso la Francia il Sommo Pontefice Pio VII, con la sua tipica arroganza disse al Cardinale Ercole Consalvi Segretario di Stato di Sua Santità: «In pochi anni, io avrò distrutto la Chiesa!». Ma il Cardinale, in modo molto sereno gli rispose: «No, Maestà! non ci siamo riusciti noi preti in diciassette secoli a distruggerla, non ci riuscirà neppure lei». E pochi anni dopo, il Bonaparte, era imprigionato a Sant’Elena, dove finì la propria vita, mentre il Sommo Pontefice Pio VII rientrò a Roma il 24 maggio del 1814 accolto dal popolo romano in festa al grido di «Viva Maria viva Pio VII !»

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Sono troppo esoterici, questi quattro giovani ragazzini in carriera aspiranti alla carica di primario ospedaliero, allo studio professionale più in vista della Città, alla corsa in politica … altro che “alti ideali massonici”! Sappiamo bene, quale lobby di affaristi sia da sempre la Massoneria e quali giri clientelari gestisca. Anche per questo ripeto: sono troppo esoterici, questi quattro giovani ragazzini, per imparare dallo storia della Chiesa che è antica di duemila anni, ma con la quale pensano ogni tanto di poter giocare, senza neppure sapere se il suo santo utero racchiuso nel proprio Corpo Mistico ha l’apertura orizzontale o verticale … 

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dall’Isola di Patmos, 29 ottobre 2017

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Le Catacombe di San Giovanni Evangelista a Siracusa

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