Autore Padre Ariel

IL RIFIUTO DISTRUTTIVO DELLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA. IL FILOSOFO ROCCO BUTTIGLIONE INQUISITO DA UNA INTEGRALISTA OMOSESSUALISTA AL PARLAMENTO EUROPEO

IL RIFIUTO DISTRUTTIVO DELLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA. IL FILOSOFO ROCCO BUTTIGLIONE INQUISITO DA UNA INTEGRALISTA OMOSESSUALISTA AL PARLAMENTO EUROPEO

 

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Oggi più che mai, in un mondo e in una Chiesa senza memoria, troppo presa a esaltare i “preti di strada” à la page, veri o presunti, si dimenticano, o peggio non si conoscono alcuni tra i più importanti documenti del magistero contemporaneo. Per andare alla radice del problema degli attentati terroristici a Parigi basterebbe prendere visione di un testo del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, che se letto oggi apparirà come una tragica profezia, come una vera e propria cronaca di una morte annunciata. Si tratta dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa del 2003, di cui consiglio vivamente la lettura, perchè si tratta di un testo scritto dodici anni fa nel quale è purtroppo racchiuso il nostro presente [cf. documento integrale, QUI].

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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10 commenti
  1. ettore dice:

    Quante serpi in seno!
    Favola di Esopo (VI secolo a.C.) Un vecchio contadino durante la stagione dell’inverno, avendo trovato una serpe intirizzita dal freddo e avendone avuto compassione, la prese e se la mise in seno. Quella poi, riscaldandosi e riprendendo la propria natura, ferì il benefattore e lo uccise. Allora lui morendo disse: “Ho quello che mi merito, poiché ho avuto compassione di quella malvagia”. Morale: La favola mostra che i malvagi sono immutabili, anche se sono trattati con estrema bontà.

  2. Padre Ariel
    Don Pier Paolo dice:

    Invio questo commento all’articolo di Padre Ariel (Ecclesia in Europa), e a quello di Padre Giovanni (Islamismo e il mistero cristologico)

    … allora, carissimi Padri, alcune settimane fa sono venuto ai ferri corti con il mio vescovo, perché quando dall’ … iperuranio di Santa Marta fu diffusa richiesta di ospitare una famiglia di profughi in ogni parrocchia, prima di tutto io risposi che la mia, come molte altre parrocchie, sono, di questi tempi, in viaggio sui “numeri rossi” e costrette a dimenarsi tra debiti e pagamenti. Risposi che però, con piacere e sacrificio, avrei potuto ospitare, con l’aiuto dei parrocchiani (accoglienti e generosi dinanzi a casi umanitari) una famiglia di cattolici siriani perseguitati dagli integralisti islamici, ma non avrei mai ospitato, mai, nella parrocchia a me affidata, una famiglia di mussulmani.
    Nel nostro nord-est Italia la gente è molto colpita da un esercito di solari falsi profughi, sbarcati a Lampedusa e giunti fin quassù da noi, che sono tutti aitanti e forti, giovani e in perfetta salute fisica, che battono i piedi in modo arrogante, che gettano via cibi di qualità ad essi offerti … e che tutti, di rigore tutti, sono mussulmani. Forse perché i pochi cristiani a bordo dei barconi li hanno gettati a mare prima dell’arrivo?
    Quando il vescovo, arrabbiato, mi ha detto “lo vuole il Santo Padre”, ho risposto “non stiamo a parlare della applicazione dottrinale di un dogma di fede, se quindi li vuole, se li metta in casa lui”.
    Risultato? La minaccia di rimuovermi dalla parrocchia se “non ti metti in riga”.
    Ho saluto il vescovo dicendo che “a mettere in riga un prete ci vuol poco, è che, purtroppo, non riusciremo a mettere in riga questo esercito che ci sta invadendo giorno dietro giorno”.
    A voi, Padri, qualcuno non vi ha ancora minacciati di mettervi in riga, per ciò che di sacrosanto scrivete?

    Don Pier Paolo

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Confratello.

      Condivido la tua amarezza capendone tutti i problemi di fondo. Ormai la cosa è fatta, ma se tu me ne avessi parlato prima ti avrei suggerito di agire in modo molto più ironico. Per esempio: potevi offrirti di ospitare non una ma tre famiglie, non però nella tua parrocchia ma nel palazzo vescovile, dopo esserti offerto di recarti presso lo stesso, con un gruppo di parrocchiani volontari, a rimuovere crocifissi, statue della Vergine Maria e dei Santi vari, affinché il sensus fidei dei suscettibili maomettani non fosse turbato dai simboli della nostra “fede idolatra”, ed affinché avessero potuto pregare sui tappeti in direzione della Mecca nei saloni del vescovo.
      Insomma, a mio parere, ciò che in sé e di per sé non è serio, non và preso sul serio, all’occorrenza andrebbe preso in giro.

  3. Padre Ariel
    Lettera firmata dice:

    Gentilissimo Padre Ariel.
    Leggo i suoi scritti e quelli del padre domenicano Giovanni Cavalcoli da un anno e, ogni mese, cerco di inviarvi un piccolo contributo, ed invito con anche gli altri lettori (sembra molto numerosi) a farlo, perché avete bisogno di essere sostenuti. Il vostro lavoro va sostenuto per noi, non per voi!
    Ho 45 anni, sono giunto in Italia da un paese arabo all’età di 4 anni. Ho fatto tutte le scuole in Italia, dalle elementari all’università, poi le due specializzazioni cliniche. Lei sa che sono medico specialista, ma lo preciso ai lettori che non possono conoscere i miei trascorsi che lei conosce bene. Sono cittadino italiano e sono sposato da 16 anni con una italiana, di famiglia cattolica praticante.
    I miei genitori non erano musulmani praticanti, e io, adolescente, cominciai a frequentare l’oratorio, e a 15 anni chiesi di essere battezzato. Ho ricevuto il battesimo la notte di Pasqua, poi la
    Comunione e la Cresima. I miei tre figli frequentano la scuola cattolica.
    Dalla città dove vivevamo ci siamo trasferiti perché causa presenza sempre più massiccia di immigrati musulmani ho cominciato a ricevere minacce. Le minacce mi hanno seguito anche nella nuova città. Alla fine ci siamo trasferiti fuori dall’Italia, dopo che due tunisini spaventarono mio figlio maggiore, 12 anni, mentre giocava nel campo di calcio con altri amici.
    L’Italia è il mio paese, ne sono cittadino, vi sono cresciuto, ci ho studiato, mi ci sono sposato, vi ho svolto la mia professione. Ma qualcuno, senza conoscermi, decise di prendersela con me perché colpevole di essere “nato musulmano” e diventato cristiano cattolico.
    Se le capita di parlare con il cardinale di Lampedusa che continua a parlare di accogliere molti di quelli per i quali ho dovuto lasciare il mio paese per non correre potenziali rischi, la prego, gli dica due parole come lei sa fare …
    Grazie padre, spero un giorno di averla ospite della mia famiglia, la aspettiamo.

    • Angelo Bellettini dice:

      Lavorando nel settore petrolifero ho passato qualche anno della mia vita nei paesi arabi, di cui un paio in Arabia Saudita. Avendo conosciuto da vicino la cultura islamica, sono ancora più preso da ammirazione per il coraggio, un coraggio veramente cristiano, dell’autore della “Lettera Firmata”: non ho bisogno purtroppo di ricordare cosa rischia chi abbandoni la religione di Maometto. Non potendo stringergli la mano ed esprimergli di persona la mia stima, posso però pregare per lui e per la sua famiglia.
      Ho conosciuto anche qualche musulmano non praticante che guarda con interesse, se non con simpatia, alla Chiesa. In particolare tra gli Iraniani, che più sentono il peso di quel regime di pazzi fanatici che li governa, ho notato quasi una “vicinanza” al cristianesimo, che a volte mi farebbe quasi sperare in uno spiraglio aperto alla conversione. Dalla mia piccola visuale vorrei evidenziare a questo proposito due aspetti fondamentali:

      – per chi come loro guarda il cristianesimo senza ostilità, ma comunque “da fuori”, il cristianesimo è la Chiesa Cattolica. Non hanno la benchè minima considerazione (giustamente) per le varie comunità o conventicole della galassia protestante.

      – il secondo aspetto che ho notato parlando con musulmani non praticanti (come dicevo, Iraniani in particolare) è che la Chiesa ha le potenzialità per attrarli a sè solo quando “fa il suo mestiere”, solo quando si presenta con l’autorità, la tradizione, e i riti della Chiesa Cattolica. Noi che viviamo la realtà della Chiesa da dentro forse non ce ne rendiamo conto appieno; ma chi sta fuori e guarda alla Chiesa con interesse, non vuole trovare una ONG all’acqua di rose, non vuole una fotocopia della Croce Rossa Internazionale. Il messaggio Cristiano passa quando viene proposto dalla Mater et Magistra, con paternità, dolcezza e fermezza insieme.
      Non annacquiamo il vino del Vangelo in un generico buonismo: non è un buon servizio a tante anime che sarebbero forse pronte ad un cammino di conversione.

      • Padre Ariel
        Ariel S. Levi di Gualdo dice:

        Caro Angelo.

        Mi sto accingendo a pubblicare un articolo nel quale parlo dell’abito del prete. Articolo nel quale troverà varie risposte ai quesiti pertinenti che qui ha sollevato.

  4. Padre Ariel
    Giorgio Ghergon Mastropasqua dice:

    Che il Signore illumini questa mandria di sciagurati che saremmo noi: coloro che hanno avuto il dono più alto, quello del battesimo e lo stanno gettando alle ortiche …

  5. Padre Ariel
    Maria Antonietta Garbi dice:

    Dopo questo bellissima considerazione fatta da Lei la mia anima anti maomettana si sente ripulita da qualsiasi colpa razzista.

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