Altre brevi considerazioni sull’eresia lefebvriana

ALTRE BREVI CONSIDERAZIONI SULL’ERESIA LEFEBVRIANA

[…] se il Sommo Pontefice Paolo VI, come ha scritto e ribadito, dice al Vescovo Marcel Lefebvre che le sue idee sono «contro la fede» e lo invita a sottomettersi nell’obbedienza alla Chiesa e al Successore di Pietro, è evidente che intende accusarlo di eresia. Cos’è infatti l’eresia, se non una proposizione contro la fede derivante dal rifiuto di prestare obbedienza alle dottrine della Chiesa ed alla sua Suprema Autorità Apostolica? Come però di recente abbiamo visto, esistono “cattolici” che pur dinanzi a simili evidenze tentano di cavillare con futili sofismi, ma di fatto c’è poco da cavillare perché di futili sofismi appunto si tratta.

 

Autore Redazione dell'Isola di Patmos

Autore
Redazione
dell’Isola di Patmos

Il concetto di eresia si può esprimere con varie espressioni verbali equivalenti. Non ci si deve attaccare alle parole, ma badare al concetto; altrimenti si è degli ipocriti, dei farisei ottusi, oppure dei fanatici chiusi in se stessi.

farisei 2

«Fate bene attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei» [Mt 16, 6]

Se per esempio affermiamo che Giuseppe non vive più, è chiaro che s’intende dire che è morto. È quindi presto detto che se il Sommo Pontefice Paolo VI, come ha scritto e ribadito, dice al Vescovo Marcel Lefebvre che le sue idee sono «contro la fede» [qui] e lo invita a sottomettersi nell’obbedienza alla Chiesa e al Successore di Pietro, è evidente che intende accusarlo di eresia. Cos’è infatti l’eresia, se non una proposizione contro la fede derivante dal rifiuto di prestare obbedienza alle dottrine della Chiesa ed alla sua Suprema Autorità Apostolica? Come però di recente abbiamo visto, esistono “cattolici” che pur dinanzi a simili evidenze tentano di cavillare con futili sofismi, ma di fatto c’è poco da cavillare perché di futili sofismi appunto si tratta.

Quanti per ciò asseriscono che in errore non era il vescovo eretico e scismatico Marcel Lefebvre bensì l’intera assisa ecumenica del Concilio Vaticano II, quindi il Santo Pontefice Giovanni XXIII, il Beato Pontefice Paolo VI, il Santo Pontefice Giovanni Paolo II, i Sommi Pontefici Benedetto XVI e Francesco in quanto a loro dire “responsabili” della continuità di questi “errori” derivanti niente meno che da un concilio ecumenico “solo pastorale” quindi “non dogmatico“, per la causa del quale la Chiesa sarebbe stata fatta scivolare addirittura nella “apostasia dalla fede” [vedere QUI], nell’affermare questo sono a loro volta eretici e diffusori di pericolose eresie, senza alcuna possibilità di cavillosi sofismi giustificatori sul piano teologico, metafisico ed epistemologico, se davvero vogliamo essere seri. Il Vaticano II, come più volte hanno scritto e spiegato i Padri Giovanni Cavalcoli e Ariel S. Levi di Gualdo nei loro vari articoli, anche se non ha sancito nuovi dogmi, secondo i principi ed i tre diversi gradi della infallibilità [cf. Ad tuendam fidem, QUI] ha sancito delle nuove dottrine vincolanti e non passibili di rigetto da parte di chicchessia [sui gradi della infallibilità, vedere il nostro precedente articolo QUI].

Pope Benedict XVI poses during a meeting with Roman Rota members at the Vatican

I giudici del tribunale ecclesiastico in udienza dal Sommo Pontefice

Anche se il Tal dei Tali è un eretico palese e manifesto, la Sede Apostolica, per motivi suoi, è libera di pronunciare o di non pronunciare un giudizio di eresia. Occorre dunque distinguere nei problemi di eresia quello che è il compito del teologo e quello che è il compito della Congregazione per la Dottrina della Fede. Si tratta infatti di due orientamenti o funzioni pastorali diversi e in qualche modo indipendenti l’uno dall’altro. La Sede Apostolica non ha mai sostenuto certe teorie ed ha lasciato sempre i teologi liberi di esprimere i loro pareri.

 

 

Rimprovero

quanti teologi andrebbero  rimproverati per il bene della Chiesa e dei fedeli?

La Sede Apostolica può rimproverare il teologo che si è sbagliato nel giudicare un altro come eretico; ma non proibisce affatto ad un teologo di rilevare in un altro i germi di un pensiero eretico. Quanto al teologo che venga accusato da un suo collega di eresia, egli deve guardarsi — cosa che invece purtroppo succede — dall’indignarsi come se egli fosse stato diffamato; tutt’altro, l’accusato deve esaminare gli addebiti che gli vengono fatti e comportarsi di conseguenza. Se gli addebiti sono giusti, dovrà correggersi; se invece sono errati sarà il teologo accusatore a doversi scusare o riparare il torto fatto.

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il vescovo scismatico Marcel Lefebvre

Ci si potrebbe chiedere se l’evidenziare il fatto che Marcel Lefebvre è un eretico può essere utile per ottenere il ritorno dei lefevriani. La Sede Apostolica fino ad adesso ha proceduto con troppa delicatezza e i lefevriani ne hanno approfittato per trascinare la controversia ad infintum.

La Sede Apostolica è stata finora troppo parca nell’usare il termine “eresia”, forse per non evocare oscuri fantasmi del passato? Questa eccessiva indulgenza, per non dire negligenza, ha finito però col permettere il sorgere, il risorgere ed il libero circolare di molte e svariate eresie, presentate da certi soggetti particolarmente aggressivi come “naturali” frutti del Concilio, dal collegio cardinalizio fino al sacrestano di una parrocchia di campagna; un Concilio che questi eretici palesi e manifesti indicano come “il male” e quindi come la “naturale” fonte e origine di tutti i mali.

È evidente che così non si può andare avanti, perché l’eresia pone ostacolo alla salvezza. Bisogna dunque tornare ad usare questo termine quando è il caso, in modo ben ponderato e vagliato; così come un medico coscienzioso fa la diagnosi di un carcinoma o di leucemia, con la differenza che da questi mali quasi sempre non si guarisce, mentre dalle eresie si guarisce.

ospedale da campo

assistenza religiosa in un ospedale da campo

Il timore di ripetere gli sbagli del passato non deve essere così elevato sino a spingere l’Autorità Ecclesiastica a non far niente od a tacere, altrimenti si compiono sbagli opposti e peggiori, come è chiaro oggi, invasi come siamo da una grande quantità di malattie e privi di medici che le curano.

La Chiesa, dice il Santo Padre, è un «ospedale da campo». D’accordo. Ma dove sono i medici? Non è che le eresie spariscono da sé per il fatto che non se ne parla o non vengono curate. Anzi, come dimostrano i fatti, le eresie aumentano e la parola finisce per essere usata a sproposito da scriteriati esasperati come è testimoniato per esempio dagli estremisti che oggi accusano addirittura il Sommo Pontefice di eresia, ed i suoi predecessori succedutisi sulla Cattedra di Pietro dal 1958 a seguire.

errore medico

errore medico …

Se un medico sbaglia una cura, forse che per questo dovrebbe smettere di fare il medico? L’uso pudico di circonlocuzioni per alludere all’eresia può essere utile in certe situazioni incandescenti, ma l’usarlo sistematicamente non ha per effetto, come è dimostrato dell’esperienza, altro che il dare il permesso a chiunque di abbracciare l’eresia sotto i più speciosi pretesti che tutti conosciamo.

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rimprovero 2

il rimprovero è un atto di amore e di misericordia al quale la Chiesa non può e non deve all’occorrenza sottrarsi

Se applichiamo dovunque questo principio devastante, nessuno, dato che siamo tutti fallibili, dovrebbe fare più niente per la paura di sbagliare. Ecco perché forse è giunto il momento di affrontare in modo deciso la questione dottrinale sotto questa angolatura.

Occorre far capire una volta per tutte ai lefebvriani in buona fede, che amano la verità e vogliono sinceramente essere cattolici e rispettare la Tradizione, che sono vittime dell’eresia, sperando che ascoltino. Altrimenti bisogna avvertire chiaramente i fedeli del pericolo, perché questi falsi cattolici continuano a far proseliti aumentando l’odio contro Roma, contro il Successore del Principe degli Apostoli, contro il magistero e le dottrine del Concilio Vaticano II.

il rimprovero, la correzione dell’errore e la lotta contro l’eresia, è un atto di amore e di misericordia al quale la Chiesa non può e non deve all’occorrenza sottrarsi, in modo particolare durante il Giubileo della Misericordia, indetto dal Sommo Pontefice Francesco per l’anno 2015/2016.

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ATTI E DOCUMENTI DELLA SANTA SEDE SUL CASO DELL’ERESIA LEFEBVRIANA

– «Lettre de S.S. Paul VI à Mgr Marcel Lefebvre», 29 juin 1975 [testo QUI]

– Lettera Apostolica di S.S. Paolo VI, «Nuova ammonizione a S.E. Mons. Marcel Lefebvre», 8 settembre 1975 [testo, QUI]

– S.S. Paolo VI, «Lettera a Mons. Marcel Lefebvre», 15 agosto 1976 [testo QUI]

– Discorso di S.S. Paolo VI «Sulla dolorosa vicenda di Mons. Marcello Lefebvre», 1° settembre 1976 [testo QUI]

– «Lettera Apostolica Ecclesia Dei» del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II in forma di motu proprio, 2 luglio 1988 [testo QUI].

– Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, nota esplicativa «Sulla scomunica per scisma in cui incorrono gli aderenti al movimento del Vescovo Marcel Lefebvre», 24 agosto 1996 [testo QUI].

– Congregazione per i Vescovi: «Decreto di remissione della scomunica latae sententiae ai Vescovi della Fraternità di San Pio X», 21 gennaio 2009 [testo QUI]

– «Nota della Segreteria di Stato circa i quattro Vescovi della Fraternità di San Pio X», 4 febbraio 2009 [testo QUI]

Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica ai 4 Vescovi consacrati dall’ Arcivescovo Lefebvre [testo, 10 marzo 2009 QUI].

21 commenti
  1. Timorato dice:

    Non so, fino a quanto siano: “sproloqui” i miei, se non si ha la pietà di confutarli per argomenti e non con offese a persona!
    Citavo Mons. Negri per la sola frase: “Nella Liturgia, la Forma è: Sostanza” e non certo per usare il Suo nome, ma per fare intendere che anche in Vescovi “cosi devoti del Vat.II” capita alcune volte, per sapienza antica, per onestà intellettuale, che ci possa essere coraggio per Verità scomode. Tutto qui! e per confermare inoltre, quello che credeva mon.Lefebvre contro il sedevacantismo, ossia: l’Episcopato è più vittima che carnefice; vittima delle filosofie moderne che gli ha “manipolato” la forma mentis. La legittimazione alle “mie assurdità – come le chiama Lei-” già c’è, perché di tutto quello di cui ho parlato si ha riscontro nei documenti della Chiesa del passato – che per Lei vedo non contano nulla- e della storia recente: basterebbe studiarli senza pregiudizi e con umiltà, è forse qualcosa, di quel “..cerca la pace e perseguila”, comincerebbe a muoversi. Ma le mie sono pie illusioni che mi fanno credere troppo alla buona fede dei potenti della Chiesa! Mangi gli strozzapreti, il salmone non fa ingrassare.

  2. Timorato dice:

    La Tradizione è una sola cosa: la Parola di Dio NON SCRITTA, che esige fedeltà ed è Regola remota della Fede, contro cui neanche un Papa puo andare.
    Se si vuol banalizzare con intellettualistiche demonizzazioni la Tradizione, con la parola ” fissismo”, si può dire che è solo:
    “intellettualismo pro distruzione della Fede”
    Lieto della ostinazione, attesto che il “fissismo ” è necessario per non naufragare nelle Fede, poiché non esiste solo il Modernismo ma anche un Modernismo mitigato, più pericoloso del primo, visto che gli ibridi, sono la “incarnazione” di Lucifero!
    Nella Liturgia, la Forma è: Sostanza – lo dice anche il Suo ex vescovo Negri – pertanto, considerando che, l ‘imposizione dell’altare-tavola condannato dalla Mediator Dei, che a Vostro dire, sono: accidenti esterni -dimentichi di Lex orandi Lex credendi- si capisce che tutto cio è detto solo per non dispiacere a Montini che a discapito del Vat.II stesso!, volle imporre un Rito luterano( cfr. Jean Guitton, amico stretto di Montini) elaborato con l’aiuto di 6 luterani! Quando alla culinaria, Le faccio assaggiare certi “strozzapreti al salmone” che la fanno diventare cardinale in pectore.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Quando alla culinaria, Le faccio assaggiare certi “strozzapreti al salmone” che la fanno diventare cardinale in pectore.

      No, la ringrazio, sono a dieta da quando sono diventato prete e non intendo ingrassare dentro rosse vesti, mi sento a mio agio vestito di nero, è un colore più elegante e austero. Però deve essere un piatto prelibato, semmai lo faccia assaggiare al mio venerato vescovo ordinante e mio precedente ordinario diocesano S.E. Mons. Luigi Negri il quale, per come lo conosco, dinanzi ad un commento come questo suo inorridirebbe all’istante, vedendosi tirato in ballo in mezzo a certi sproloqui; e inorridirebbe sia come solerte diffusore del Magistero del Concilio Vaticano II, sia come diffusore della dottrina sociale della Chiesa che egli porta avanti da anni in modo esemplare attraverso la Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II.
      Questo per dirle: affermi ciò che vuole, ma non usi il nome dell’attuale Arcivescovo di Ferrara per legittimare simili sue assurdità perchè io non glielo permetto, tanto conosco bene questo vescovo, il suo pensiero e la sua devozione alla dottrina e al magistero del Vaticano II.

  3. Gianluigi Bazzorini dice:

    La Tradizione non riguarda solo i Sacramenti.
    Cos’è la Tradizione?: “Essa si può definire come l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione”. Catechismo San Pio X.

    • Padre Ariel
      Ariel S. Levi di Gualdo dice:

      Caro Bazzorini.

      Catechismo di San Pio X, “I dieci comandamenti“, n. 6:
      Non commettere atti impuri“.
      Per cortesia, può cercarmi in tutto l’Antico Testamento e in tutta la predicazione di Gesù raccolta nel Nuovo Testamento, questa precisa frase: “Non commettere atti impuri“?
      Mi citi il passo dell’Antico o del Nuovo testamento dove questo precetto è espresso in modo chiaro e imperativo secondo “l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione“.
      Attendo una sollecita risposta, grazie!

      • Gianluigi Bazzorini dice:

        Ma lei lo sà che le fonti della Rivelazione sono due? Sacra Scrittura e Tradizione? Mi sembra un Protestante (in effetti lo è da come si accanisce sui Lefevbriani).

        • Padre Ariel
          Ariel S. Levi di Gualdo dice:

          Certo che lo so cosa sia la Sacra Scrittura e cosa sia la Tradizione, lo so così bene che le ho posto una domanda ben precisa, avente a che fare sia con la Scrittura sia con la Tradizione; ma visto che lei non ha risposto, allora gliela ripeto ancora un’altra volta:

          Catechismo di San Pio X, “I dieci comandamenti“, n. 6:
          Non commettere atti impuri“.
          Per cortesia, può cercarmi in tutto l’Antico Testamento e in tutta la predicazione di Gesù raccolta nel Nuovo Testamento, questa precisa frase: “Non commettere atti impuri“?
          Mi citi il passo dell’Antico o del Nuovo testamento dove questo precetto è espresso in modo chiaro e imperativo secondo “l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione“.

          E per la seconda volta resto in attesa di risposta, perché uno che come lei va girando per la rete a dare dei protestanti ai preti cattolici e che conosce così bene la Scrittura e la Tradizione, credo che a questa semplice domanda dovrebbe rispondermi con la più fedele Scrittura e la migliore Tradizione, anche perché né la scrittura né la Tradizione può essere sottoposta ad “alterazione“.
          Grazie.

          • Padre Ariel
            Francesca Garofalo dice:

            Padre, ma lei quando infila uno dentro il sacco ci fa anche il nodo stretto perché non ne esca più fuori?

          • Gianluigi Bazzorini dice:

            Perchè dovrei cercare nella Sacra Scrittura ciò che vi è solo nella Tradizione? “l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione“ riguarda solo la Tradizione. Lei riconosce il Catechismo di San PioX quale Magistero della Chiesa? opppure per lei la Chiesa inizia ad esistere dal CVII?

          • Padre Ariel
            Ariel S. Levi di Gualdo dice:

            Bazzorini,

            il suo consulente teologo le sta suggerendo delle risposte sbagliate, vale a dire delle “non risposte”.
            Io le ho posto una domanda che lei seguita a eludere.
            Se a me una persona domanda: “Tu credi al dogma della Immacolata Concezione”? Io rispondo con una sola parola: “Si”. Non mi metto a fare giri di parole per non dare risposte per un verso e per attaccare l’interlocutore per altro verso, cose di questo genere le facevano – come prova nei dettagli la Sacra Scrittura – i farisei, motivo per il quale il Signore raccomandava ai suoi discepoli: il vostro parlare sia si quando è si e no quando è no.
            Ebbene: mi dica si, o no.

            In ogni caso sappia che lei non ha chiaro il legame tra Scrittura, Tradizione, Magistero; o tra Scrittura e Tradizione e viceversa. Lungi pertanto da me citarle la costituzione dogmatica Dei Verbum (n. 10) del “tremebondo” ed “apostatico” Vaticano II, le cito neppure il magistero di San Pio X, ma quello ancora antecedente, da Pio IX in giù, nel quale si esprime chiaramente che Scrittura, Tradizione e Magistero sono così connessi fra di loro che stanno insieme o insieme cadono.

            Ciò dovrebbe bastare a farle capire che non si possono separare questi elementi per tirare acqua avvelenata al proprio mulino.

            Io riconosco il Magistero della Chiesa nella sua totalità: dal Concilio di Nicea fino al Vaticano II. E’ lei che rigetta ereticalmente il Magistero della Chiesa degli ultimi cinquant’anni e che di ciò se ne vanta pure in giro, non sono certo io a negare o rigettare alcunché, posto che i concili della Chiesa e relativo magistero li accetto in fede tutti quanti.

  4. Gianluigi Bazzorini dice:

    Se lei pone la Tradzione e la Liturgia tra gli accidenti esterni lei si pone direttamente nell’eresia modernista. La Tradizione e la Liturgia sono sostanze immutabili perchè provenienti direttamente da Colui che è L’Essere per essenza immutabile cioè Dio.

    • Padre Ariel
      Redazione dell'Isola di Patmos dice:

      Lei non conosce il Catechismo della Chiesa Cattolica e non perde occasione per darne riprova nei suoi commenti, di conseguenza non è in grado di recepire (o non vuole recepire) il fatto che la Chiesa non può, perché non ne ha potere, mutare la sostanza e/o essenza dei Sacramenti; mentre invece può, anzi all’occorrenza deve opportunamente modificare quegli accidenti esterni che non solo non intaccano la sostanza, ma la evidenziano e la rafforzano ancora di più.

  5. Timorato dice:

    la ringrazio per le offese, quando mi paragona ad un terrorista dell’ISIS, cosi faccio penitenza, sottolineo però: che mai in nessun “lefebvriano” è regnato un tale spirito grazie alla “dicotomia” tra Dottrina e Prassi che c’è per la libertà religiosa, che Mons. Lefebvre ha saputo insegnare, in conformità alla Chiesa preconciliare; altrimenti si abbia l’onestà di definire in tale modo la Stessa Chiesa preconciliare, poiché -fino a prova contraria- ad Essa siamo conformati! Le assicuro che in noi non c’è rabbia per i papi, ma solo l’invito supplichevole a riflettere sugli errori di SOLO TRE DECRETI conciliari e la nuova Messa che non è nemmeno secondo le istanze del Vat.II!. Il “puri e veri cattolici” riguarda la professione di Fede che è diverso dalla santità personale!
    La Santa Sede invece di usare la parola “dialogo” per poi imporre quello che la (cattolica) coscienza lefebvriana non puo accettare, avrebbe fatto meglio a dire che il dialogo non serve per giungere alla Oggettiva Verità della Tradizione, ma che: la Tradizione si crea di papa in papa ad uso e consumo! La superbia non esiste in questi ambiti, perché la Tradizione non è opera del nostro ego.

    • Padre Ariel
      Redazione dell'Isola di Patmos dice:

      Lei confonde la tradizione con l’immobilismo ed il fissismo assoluto.
      Lei “sfoga” le sue ragioni con il pretesto di muovere critiche legittime a degli scritti precisi e circostanziati, che però non legge.
      Lei sarebbe capace, dinanzi ad un articolo in cui si parla di arte culinaria e di degustazione di vini, a commentare: ” … si, però il vetus ordo missae …”.
      Insomma, lei non legge proprio ciò che in questa rivista è stato scritto da più teologi, che in ossequio al dogma e alla più ortodossa dottrina, rifacendosi a San Tommaso d’Aquino e non ai teologi della Nouvelle Thelogie, hanno spiegato, ahimé inutilmente, a quelli come lei, ostinati a non capire perché esigono assolutamente non capire, un dato fondamentale per comprendere sia il concetto di Tradizione sia la liturgia: le sostanze immutabili e gli accidenti esterni che per loro stessa natura sono e devono essere mutevoli.
      E di questo suo ostinato rifiuto a capire lei ha dato riprova con questo ulteriore commento a mo’ di cieco sfogatoio.
      Per questo e solo per questo è stata usata la iperbole: “sarebbe come tentare di convincere con argomentazioni cristiane uno dell’ISIS“.

  6. Timorato dice:

    lei puo presentare tutti documenti che vuole, resta il fatto che nemmeno ad un papa è concesso di abusare del suo potere con discorsi vaghi.

    Mons.Lefebvre non aveva idee personali da difendere nell’ambito delle sue responsabilità pastorali davanti a Dio, ma solo virtù di fedeltà al Magistero Irreformabile da preservare!

    Paolo VI ha sbagliato per ben due volte:
    1) perché non ha avuto un linguaggio chiaro nel condannare l’eresie in Monsignore se mai ce ne fossero;
    2)perché, lasciava intendere che la fede coincide con le idee e che le idee di Monsignore poi non coincidevano con la ubbidienza al Magistero Irreformabile, ma: idee personali(!!!); facendo conseguire che solo le idee di Montini perché papa potevano essere la fede e la comunione ecclesiale reclamanti: sottomissione!
    Sottomissione a che cosa quindi alle idee personali di in papa che facendo e pensando cosi si descriveva da solo?
    No mio caro, lei ha sbagliato istituzione, nella Chiesa che non è un partito politico, comanda solo Gesu Cristo vero Pastore Buono, mi sbaglio?.

    • Padre Ariel
      Redazione dell'Isola di Patmos dice:

      Lei si sbaglia in tutto, spiegarle però punto per punto gli elementi dei suoi gravi errori sarebbe inutile, come da sempre è inutile interloquire con chi è chiuso totalmente all’ascolto.
      Sulle nostre colonne sono stati pubblicati diversi articoli su questo tema, con un rigore teologico “chirurgico”, basati non su interpretazioni, supposizioni o umori soggettivi degli Autori, ma su atti e fatti che costituiscono i documenti ufficiali della Chiesa. Articoli che però lei non ha letto, o se li ha scorsi lo ha fatto accecato dalla totale chiusura all’ascolto.
      Lei è a suo modo l’evidente paradigma di ciò che i lefebvriani raccolgono da circa mezzo secolo e da ciò che producono in coloro che proclamandosi poi “veri” e “puri” cattolici, se ne vanno rabbiosamente girando a destra ed a sinistra a dare degli eretici ai Papi, a dichiarare apostatico un intero concilio ecumenico, a sconfessarne con fierezza le dottrine ed a dichiarare valide o invalide le celebrazioni eucaristiche.
      Glielo diciamo con autentico dispiacere: con persone come lei si può ragionare con le stesse probabilità di successo con le quali un cattolico potrebbe ragionare con un terrorista dell’ISIS nel tentativo di convincerlo che non si può sgozzare i propri simili in nome dell’unico vero Dio.
      Chi nell’ambito della Santa Sede ha tentato, muovendosi senza prevenzioni, di andare incontro ai lefebvriani, senza porre aut-aut e cercando il dialogo con loro, si è ritrovato a rimbalzare sul muro di gomma di un totale rifiuto al dialogo da parte di soggetti letteralmente accecati dalla superbia. Questi sono i fatti provati, e lei, a suo modo, è la conferma di ciò che da loro è stato seminato.

  7. Timorato dice:

    Mi sono sbagliato quando la Provvidenza mi ha fatto scoprire il momento in cui Lei, pubblicava il mio post e la risposta ad esso, come colmo di: ” ….confuse, logorroiche futili etc.”? perché non permette la pubblicazione dei miei post con risposte precise alle precise domande che io li faccio? Già questo fa pensare!
    Intanto continua a non darmi le precise risposte: quale dogma ha negato Mons. Lefebvure per essere dipinto come eretico? E quale potere illimitato ha il romano Pontefice, da poter far tutto quello che vuole solo perché ha i timbri vaticani?
    Si deve tener conto ancora delle definizioni del Primo Concilio Vaticano (cfr Pastor Aaeternus) che ha detto: come e quando il Papa è meritevole di ubbidienza?

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