In ricordo di Padre Tomas Tyn, un moderno gigante della fede
IN RICORDO DI PADRE TOMAS TYN, UN MODERNO GIGANTE DELLA FEDE
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[…] quello di Padre Tomas Tyn è stato un messaggio di verità come teologo e predicatore, nonchè di libertà come cristiano, il tutto scaturente da un cuore ardente di carità, che è il vincolo della perfezione. E un teologo santo è cosa rara nostri giorni, nei quali pullulano gli ambiziosi, i saccenti e gli impostori.
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Il 1° gennaio 2016 ricorre il 26° anniversario della morte del Servo di Dio Padre Tomas Tyn, teologo domenicano di origine cèca, ma vissuto in Italia nel convento domenicano di Bologna dal 1972 al 1989, anno alla cui fine, colpito da un male incurabile, andò a terminare il suo cammino terreno a casa dei suoi genitori in Germania, a Neckargemünd, dove è sepolto e dove abitano la madre Ludmila e il fratello Paul.
Padre Tomas ci ha lasciato una testimonianza cristiana esemplare che, nei primi anni del 2000, grazie all’opera di Padre Svatos, ha indotto la Provincia Ceca dell’Ordine Domenicano a farsi promotrice della Causa di Beatificazione di Padre Tyn, aperta a Bologna nel 2006 dal Cardinale Carlo Caffarra, all’epoca Arcivescovo Metropolita della Città felsinea. La detta testimonianza, nel suo vertice eroico, è consistita nell’olocausto che il Servo di Dio fece della sua vita per la libertà della Chiesa nell’allora Cecoslovacchia da un regime tirannico ispirato al marxismo. Come è noto, il Servo di Dio morì proprio nei giorni nei quali il presidente Havel inaugurava il nuovo regime politico che instaurava la libertà religiosa e faceva cessare la persecuzione alla Chiesa.
Il sacrificio di Padre Tomas fu il frutto maturo di una vita religiosa spesa in una instancabile, feconda, convinta e gioiosa operosità come religioso, sacerdote, predicatore, guida di anime, studioso, docente di filosofia e teologia nello Studio Teologico Domenicano di Bologna. Padre Tomas ci ha lasciato una splendida testimonianza dell’amore più grande: «Dare la propria vita per gli amici» [Gv 15,13].
Troviamo in Padre Tomas un altro dei segni della santità: la sua concentrazione e unificazione in Dio, su Cui tutto si fonda, in Cui tutto viene vissuto, da Cui tutto si riceve, a Cui tutto viene costantemente e coerentemente ordinato e finalizzato [1]. Anche Tomas avrebbe potuto ripetere con Santa Teresa d’Avila: Dios basta.
La vita di Tomas dà l’impressione non di un cammino, ma di una corsa verso Dio, tanta era la chiarezza con la quale vedeva la via da percorrere e lo slancio della sua forte volontà sostenuta dalla grazia [2]. E siccome vedeva con chiarezza la meta, sapeva mostrarla agli altri. Contemplata aliis tradere.
È nota la saldezza delle sue convinzioni di fede e l’acutezza del suo occhio critico, per i quali non solo non si lasciava confondere da errori ed eresie, ma li sapeva scovare e confutare vigorosamente. Ciò non mancò di attirargli ostilità e derisioni da parte dei nemici della verità, umiliazioni e sofferenze che egli sopportava perdonando tutti, bastandogli consolazione della sua coscienza netta ed innocente, nonché la gratitudine dei buoni. Libero da qualunque forma di rispetto umano e solo attento alla sua missione di teologo e di sacerdote, non temeva di contrastare le mode del giorno, anche se seguite da vasti ambienti di allora.
La vita di ogni Santo ha il pregio incomparabile di essere, nelle forme e gradi più diversi, così unitaria, semplificata, coerente, raccolta, concentrata e sintetizzata attorno ad un unico sommo, affascinante e divino ideale, che la si può quasi riassumere in un solo messaggio, che fa il pregio, l’incisività e l’utilità caratteristica del Santo, per la salvezza delle anime e il bene della Chiesa, messaggio che offre la ragione di fondo e la causa della sua beatificazione. Qual è stato il messaggio di Padre Tomas? Un messaggio di verità come teologo e predicatore, nonchè di libertà come cristiano, il tutto scaturente da un cuore ardente di carità [3], che è il vincolo della perfezione. Un teologo santo è cosa rara nostri giorni, nei quali pullulano gli ambiziosi, i saccenti e gli impostori.
Si parla canonicamente e giuridicamente di “causa” di beatificazione, perché per proclamare Beato o Santo un uomo di Dio, la Chiesa esige giustamente una “causa”, un “perché” sufficientemente convincenti o probanti. Il devoto del santo, chi lo sostiene, l’“avvocato”, diciamo così, della sua causa, deve poter dimostrare davanti alla Chiesa e al popolo di Dio perché, per quale motivo, a qual fine o per quale utilità o qual vantaggio farlo Santo. Ebbene, questa “causa” è data dal messaggio del santo. Diciamo allora, completando il già detto, che ciò che ha creato, come recita il diritto canonico, la fama sanctitatis di Padre Tomas è stata la straordinaria coerenza in lui fra il pensiero e l’azione, tra la fede e la carità, l’intelletto e la volontà, il momento della verità e quello della libertà, il momento della coscienza e quello della legge, quello della grazia e quello del libero arbitrio.
Una cosa della quale oggi abbiamo estremo bisogno è la fondazione veritativa della virtù, la base metafisica della morale, il fondamento intellettuale, dottrinale e dogmatico della santità e della vita cristiana. La soluzione di tutti gli altri problemi, del rapporto tra ragione e fede, tra Dio e l’uomo, tra religione e scienza, tra corpo e anima, tra uomo e natura, tra persona e società, tra autorità e libertà, arte e morale, tradizione e progresso, Stato e Chiesa, giustizia e misericordia, e via dicendo.
Nel pensiero e nella vita di Padre Tomas, illuminati dal mistero trinitario, l’unità e l’armonia delle funzioni dello spirito, partendo dalla singola persona, unificata dalla sapienza dello Spirito Santo, si allargano a dimensioni comunitarie, ecclesiali e cosmiche, secondo il principio dell’analogia e della partecipazione, sotto il primato di Cristo, «capo del corpo, cioè della Chiesa, principio e primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose, perché piacque a Dio di far abitare in Lui ogni pienezza, e per mezzo di Lui riconciliare a Sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle dei cieli» [Col 1, 18-20].
Da questa visione di sintesi cosmica, sotto il primato di Cristo, fondata sulla metafisica di San Tommaso, sorge la virtù conciliatrice e riconciliatrice della spiritualità Tyniana, nel segno di Maria Regina della pace e vincitrice delle eresie, in piena filiale sottomissione al Successore di Pietro. In tal modo appare quanto questa spiritualità magnanima, impregnata dell’universalità del cattolicesimo, può essere oggi di giovamento nell’avvicinare e conciliare tra di loro le fazioni tuttora un lotta, all’interno della Chiesa, dei modernisti e dei lefevriani.
Chiediamo dunque all’intercessione del Servo di Dio, che ottenga quanto prima dal Padre Celeste ai suoi devoti sparsi nel mondo e in particolare nella sua amata Famiglia domenicana, la gioia di vederlo elevato all’onore degli altari.
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Varazze, 01 gennaio 2016
Solennità della Beata Vergine Maria Madre di Dio
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NOTE
[1] Sono splendidi i suoi corsi scolastici sul fine ultimo e sulla beatitudine
[2] Capolavori di teologia sono anche i suoi corsi sulla grazia.
[3] Ammirevoli anche i corsi scolastici sulla carità.
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Notiziario sulla causa di beatificazione QUI
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Rev. Padre,
Lei è molto mansueto, gentile col suo confratello, osservando il consiglio dato da Paolo a Tito (3.2). Come sottacere il ruolo della Beata Vergine Maria e tutti i titoli “onorifici” con cui viene interpellata nelle Litanie Lauretane, come ignorare (anche se non è verità di fede) il valore taumaturgico dell’intercessione mariana per i tanti figli che la invocano? Madre premurosa, ausiliatrice ascoltata presso il Figlio, propiziatrice di tantissime recondite, silenti guarigioni di malattie spirituali ancor più di quelle corporali definite scientificamente inspiegabili!
Rev.Padre,
conoscendo la filiale devozione Sua e anche di Padre Tyn alla Beata Vergine Maria, cosa si può dire delle “affermazioni” di Padre Cantalamessa, in San Pietro, alla presenza del Papa:
“noi cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato“
http://www.cantalamessa.org/?p=2957
Terza Predica di Avvento “La Beata Vergine Maria, nel mistero di Cristo e della Chiesa”
E’ proprio così?
Caro Ettore.
Padre Raniero Cantalamessa Ofm. capp. avrebbe dovuto precisare facendo riferimento ad alcune manifestazioni o credenze popolari sconfinanti nella superstizione o nel fanatismo, cose del resto sempre sconfessate dalla Chiesa.
Pensiamo per esempio oggi al movimento di Conchiglia, che parla della Madonna come Quarta Persona in aggiunta alla Santissima Trinità.
E invece quel “noi cattolici” è un’espressione inopportuna, perchè dà in sé a credere – e ciò sarebbe grave calunnia – che che le citate “esagerazioni” siano da addebitarsi alla condotta e al culto della stessa Chiesa Cattolica, nonchè alla mariologia ed alla liturgia approvate, o alle testimonianze dei Santi, che sempre, invece, nella fedeltà al Magistero ed alle disposizioni della Chiesa, hanno dato impulso sano e fruttuoso alla devozione alla Santissima Madre di Dio.