Il Vescovo di Terni-Narni-Amelia inaugura la nuova sede della Massoneria
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Il VESCOVO DI TERNI-NARNI-AMELIA INAUGURA LA NUOVA SEDE DELLA MASSONERIA
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I preti che da Dio hanno avuta la grazia di avere due coglioni, presupposto fondamentale e imprescindibile per il sacerdozio ministeriale, all’occorrenza devono saperli far girare
— Attualità ecclesiale —
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Dinanzi a un fatto di questo genere mi girano a tal punto le palle che se mi mettessero a mollo nel porto di Civitavecchia, dopo mezz’ora giungerei in quello di Cagliari spinto dai miei coglioni a turbina [cfr. QUI].
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I preti che da Dio hanno avuta la grazia di avere due coglioni, presupposto fondamentale e imprescindibile per il sacerdozio ministeriale, all’occorrenza devono saperli far girare, specie dinanzi alle colossali idiozie di certi vescovi che da tempo gareggiano tra di loro a chi commette la cazzata più grossa, sulle quali poi la Santa Sede soprassiede, purché certi Presuli parlino in modo ossessivo-compulsivo di poveri e migranti.
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Non occorre tornare indietro ai tempi del Beato Pontefice Pio IX né a quelli del Sommo Pontefice Leone XIII o del Santo Pontefice Pio X, sarebbe bastato il ben più recente Santo Pontefice Giovanni Paolo II, perché avrebbe provveduto a fustigare questo vescovo di propria stessa mano.
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Non ho altro da aggiungere, se non i miei ossequi più devoti rivolti al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e al Prefetto della Congregazione per i Vescovi, in attesa del comunicato ormai di rito: «… il Vescovo è stato frainteso». Quantunque certe uscite episcopali non siano nuove, un confratello di Arezzo — ancora per ciò quantomai incazzato — ci ha comunicato che già nel 2019 il loro Vescovo fu ospite d’onore per la festa dei 150 anni della storica Loggia Massonica locale [cfr. QUI].
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Affidiamo il commento di questo evento a Roberto de Mattei, Presidente della Fondazione Lepanto di Roma.
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dall’Isola di Patmos, 2 ottobre 2022
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eh, non si va ospiti a pranzo a casa del diavolo
Verissimo!
Piuttosto si muore di fame, prima che pranzare col Diavolo.
Comunque ti dirò che di questa vicenda ho parlato con molti confratelli presbiteri sparsi per l’Italia, più o meno ci siamo detti, perlomeno noi di una certa età, dai 50 anni a seguire: «Se vent’anni fa, qualcuno ci avesse detto che un giorno avremmo visto un vescovo partecipare al taglio del nastro di una nuova sede della massoneria, ci saremmo messi a ridere, come di solito si ride su cose assurde, grottesche, impossibili».
Oggi bisogna invece piangere sul fatto che l’assurdo, il grottesco e l’impossibile è divenuto realtà