La pierre de Jésus et l'ancienne bouche de Rosa qui mettent l'amour sur tout

Homilétique des Pères de l'île de Patmos

LA PIETRA DI GESÙ E L’ANTICA BOCCA DI ROSA CHE METTEVA L’AMORE SOPRA OGNI COSA

«C’è chi l’amore lo fa per noia, qui le choisit par profession, Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione»

 

 

 

 

 

 

 

 

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C’è un filo che lega la frase di Gesù ascoltata due Domenica fa: "Si vous ne vous convertissez pas, périrez tous de la même manière » (Lc 13, 3); à cette, divenuta famosa, che leggiamo nel Vangelo di questa Quinta Domenica di Quaresima: « Lequel d'entre vous qui est sans péché, premier à jeter une pierre à son ". È il tema della misericordia, magistralmente rappresentato da Gesù nella parabola del Figliol prodigo proclamata invece domenica passata.

Aujourd'hui, lasciato Luca, leggiamo il Vangelo di Giovanni, dove troviamo un’affermazione di Gesù che spiega bene il brano della donna adultera:

«Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, mais pour que le monde soit sauvé par lui " (Gv 3,17).

Dopo tanti scontri coi suoi avversari, finalmente questi portano a Gesù un caso concreto che interseca un peccato sociale, adultère. Essi sanno che il suo insegnamento è incentrato sull’apertura ai peccatori, ha mangiato con loro, ha già detto al paralitico «Non peccare più» (Gv 5,14), eppure insistono per metterlo alla prova, tanto che questa apertura di Gesù diventerà uno dei motivi della sua condanna. Leggiamo il Vangelo.

«Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: "Maestro, cette femme a été prise en flagrant délit d'adultère. Maintenant Moïse, dans la loi, il nous a ordonné de lapider les femmes comme ça. Qu'est-ce que tu penses?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Toutefois, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, il a écrit sur le terrain. Celles, entendu que, ils sont partis un par un, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: « Donna, où ils sont? N'a pas un condamné?”. Ed ella rispose: "Aucun, Monsieur". Et Jésus a dit: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”» (Gv 8,1-11).

Il testo è complesso — fin dall’antichità pose problemi di critica testuale per la sua assenza nei manoscritti più importanti — anche per la distanza culturale che ci separa dalle tematiche lì espresse, e in questo modo le interpretazioni si sono moltiplicate. Quelque, forse proprio perché la sensibilità odierna è molto cambiata rispetto quell’antica cultura, mettono in risalto la violenza usata verso la donna da parte di quegli uomini maschi, di contro alla gentilezza e all’atteggiamento usati da Gesù verso di lei. Si chiedono dove sia l’uomo al contempo adultero che la Legge ordinava di mettere a morte alla stregua della donna, se scoperti (Dt 22, 22). Non stanno facendo, de cette façon, violenza anche alla Legge, oltre che alla donna, quegli uomini che la spingono in mezzo, lì davanti a tutti, nel Tempio poi, al fine di incastrare Gesù?

Per qualcun altro è probabile non si tratti di un vero adulterio, ma di un utilizzo capzioso delle parole di Gesù per metterlo in difficoltà. Queste parole si trovano in Mont 5, 31-32:

«Fu pure detto: «Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio». Mais je vous le dis: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Secondo quel che dice Gesù in Matteo il ripudio della moglie, pur ammesso dalla Torah (Dt 24, 1-4) per mezzo di un libello di divorzio, espone comunque la divorziata all’adulterio. La scrittura di divorzio aveva lo scopo di limitare l’arbitrio maschile e di concedere alla donna, dopo la separazione, la possibilità di risposarsi senza essere accusata di adulterio. Gesù nel Discorso della Montagna aveva poi detto: « Ne pensez pas que je sois venu pour abolir la Loi ou les Prophètes; je ne suis pas venu pour abolir, mais pour s'épanouir pleinement" (Mont 5, 17). Perciò in quelle difficili parole sopra riportate comprendiamo almeno che per Gesù il divorzio è un atto che va contro l’amore verso la propria moglie, esponendola all’adulterio. Secondo questa interpretazione è possibile che quella donna buttata lì in mezzo fosse in verità una divorziata risposata e secondo quegli scribi e farisei non poteva essere riprovata, ma siccome sono venuti a conoscenza che Gesù ha avanzato quella nuova ermeneutica della Legge, loro la sfruttano per «metterlo alla prova» (cf.. Gv 8, 6; Mont 19, 3). Dimostrano così di tenere più al caso e di nessun conto la persona; pervertendo l’insegnamento di Gesù già avevano messo mano alle pietre per lapidarla. Così commenta Sant’Agostino: «Si interessavano dell’adultera, e intanto perdevano di vista se stessi».

Il brano evangelico si apre con l’annotazione di Gesù che si reca al Tempio per insegnare ad una folla numerosa. Anzi il testo dice che «tutto il popolo» (Gv 8,2) andava da lui. Anche in Luca troviamo un’annotazione simile:

«Durante il giorno Gesù insegnava nel Tempio; la notte usciva e pernottava all’aperto sul monte degli ulivi. E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel Tempio per ascoltarlo» (Lc 21,37-38).

Gesù svolge un’attività quotidiana di insegnamento nel Tempio che probabilmente genera fastidio e per tal motivo viene interrotta in modo subitaneo e violento da alcuni. Da questi Gesù prende le distanze, sottraendosi al faccia a faccia con loro; così mentre due volte vien sottolineato che la donna si trova in mezzo a questo gruppo di persone (vv. 3 e 9), anche per due volte è ripetuto che Gesù si china fino a terra per scrivere (vv. 6 e 8). Non sappiamo se volesse esprimere solidarietà verso la più debole, provando nel suo proprio corpo ciò che lei sta vivendo, ma sicuramente questo gesto ha una valenza teologica. Ripercorriamo i vari passaggi del testo. Gesù si china una prima volta e scrive per terra con il dito (v. 6), scribi e farisei insistono a interrogarlo; quindi si alza e parla loro dicendo: «chi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei» (v. 7). Subito dopo Gesù si china di nuovo per la seconda volta, Il écrit sur le terrain (v. 8), scribi e farisei se ne vanno a uno a uno cominciando dai più anziani e lasciando solo Gesù con la donna (v. 9), quindi Gesù si alza (v. 10) e dice alla donna: «va’ e non peccare più» (v. 11). C’è qui, con tutta probabilità, un rimando all’Antico Testamento, all’episodio della duplice ascensione di Mosè al monte Sinai dove riceve due volte le tavole della Legge «scritte dal dito di Dio» (Est 31,18). In quel caso Mosè sceso una prima volta dal monte spezzò le tavole della Legge perché il popolo le stava trasgredendo col peccato del vitello d’oro (Est 32, 19). Egli sale ancora e riceve di nuovo le tavole riscritte una seconda volta insieme alla rivelazione del nome di Dio misericordioso e capace di perdono:

«Il Signore passò davanti a lui, proclamando: « Le monsieur, le monsieur, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato…”» (Est 34, 1-9).

Così Gesù, col suo gesto di chinarsi, scrivere e alzarsi due volte, sembra alludere, mimeticamente, al dono della Legge donata due volte, una Legge che conteneva già il dono della misericordia ed il perdono, tanto che l’alleanza agli occhi del Signore Dio non viene annullata dal peccato dell’uomo. Ora è Gesù, nella Nuova Alleanza, che rivela la misericordia ed il perdono divini, poiché in entrambi i casi in cui Gesù si alza e parla pronunciando parole che hanno a che fare con il peccato, degli scribi e dei farisei prima e della donna poi, la quale poi è già stata perdonata, anche se alla fine le dirà: "Moi non plus condamne; va et à partir de maintenant ne pèche plus". Gesù chiede alla donna un’assunzione di responsabilità, perciò la invia dimostrando fiducia in lei. Il fatto poi che nel nostro testo il chinarsi preceda il rialzarsi a differenza della vicenda di Mosè che al Sinai prima è salito e poi è disceso, è un riferimento all’evento fondamentale dell’incarnazione del Verbo che prima è disceso e poi è stato innalzato nella gloria: «Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose» (Ef 4,10). Nel mistero di Cristo si rivela, alors, il volto del Padre Dio ricco di misericordia, secondo l’espressione evangelica già menzionata inizialmente: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, mais pour que le monde soit sauvé par lui " (Gv 3,17).

Al di là di ogni possibile interpretazione il testo di Giovanni 8,1-11 afferma che la misericordia di Dio diventa prassi in Gesù. Sono rimaste famose le parole di Sant’Agostino a commento dell’incontro tra il Signore e l’adultera:

«Rimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia (misera et Misericordia.

Parole che colpirono anche Papa Francesco che scrisse:

«Non poteva [Sainte-Augustine] trovare espressione più bella e coerente di questa per far comprendere il mistero dell’amore di Dio quando viene incontro al peccatore» (Lettre apostolique Misericordia et misera del Santo Padre Francesco a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, 2016).

Giustamente la liturgia in questa domenica ci fa pregare:

«O Signore che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia».

De l'Ermitage, 5 avril 2025

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Grotte Saint-Ange à Ripe (Civitella del Tronto)

 

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