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Il sito di questa Rivista e le Edizioni prendono nome dall’isola dell’Egeo nella quale il Beato Apostolo Giovanni scrisse il Libro dell’Apocalisse, isola anche nota come «il luogo dell’ultima rivelazione»

«ALTIUS CÆTERIS DEI PATEFECIT ARCANA»
(in modo più alto degli altri, Giovanni ha trasmesso alla Chiesa, gli arcani misteri di Dio)

La lunetta usata come copertina della nostra home-page è un affresco del Correggio del XVI sec. conservato nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma
Creatrice e curatrice del sito di questa rivista:
MANUELA LUZZARDI





Potremmo allora dire che il termine “povero”, alla luce della dottrina cristiana, può essere inteso in tre maniere:
1) Il povero che vive in uno stato di miseria materiale, condizione deplorevole e degna di compassione ma di per sè eticamente neutra: condizione che dunque – di per sé – non condanna né salva.
2) Il povero che vive in uno stato di miseria spirituale, come descritta nell’articolo, condizione deplorevole anch’essa, ma che al contrario della prima conduce – o può condurre – alla perdizione.
3) Il “povero in spirito”, cioè colui che non mette i beni materiali (di per sé buoni) al posto di Dio Padre (come fa il “ricco” nel senso evangelico del termine): costui non insegue falsi idoli, ma il tesoro vero, per cui, come dice il Vangelo, avrà in eredità – vorrei dire “logicamente”, se non fosse una parola troppo fredda e frivola – il Regno di Dio.
Il povero non è identificabile….
Assolutamente vero. Provi un po’ però a spiegarlo ai nostri preti vescovi cardinali. E mi fermo qui per amore della Chiesa.