Domenica delle Palme: quell’obbedienza tanto difficile da far comprendere a molti laici cattolici
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Non vedo assalti alle chiese in disobbedienza ai divieti; certamente personalmente sono deluso. D’altra parte da gente che comunica i concubini nonostante il divieto formale del Catechismo tuttora in vigore e non modificato da nessuno, non ci si può aspettare molto. Liberi di non celebrare per i fedeli a Pasqua, liberi altri di tagliare le offerte e di non considerarli.
Come disse Nostro Signore: “Se l’amministrazione dei sacramenti esercitata dal clero da me istituito vi delude, votate col portafogli.”
Se obbedire significa rimettersi alla guida dei pastori, i quali noi crediamo conoscano la volontà di Dio e ad essa si conformino, allora dobbiamo accettare tutti che sia volontà di Dio quella di privare, in questo momento epocale, il suo popolo della partecipazione alla Santa Messa e del conforto del Sacramento dell’Eucaristia.
È corretto desumere questo?
La ringrazio in anticipo per il tempo che eventualmente vorrà gentilmente dedicarmi, rispondendo a questa mia domanda.
… «tu lo hai detto».
Sia fatta la volontà di Dio, allora!
E preghiamo che i pastori sappiano custodire il gregge in questo misterioso tempo che il Signore chiede di trascorrere all’addiaccio.
Non tutti per fortuna. Io sto cominciando ad apprezzare Francesco Moraglia, attuale patriarca di Venezia . Giunto in Diocesi dopo Angelo Scola, personalità impositiva e di grande energia, sembrava la tipica persona modesta e di scarsa rilevanza. Ora che sto seguendo, sulla rete locale che le trasmette in diretta, le Messe da lui celebrate da quando è iniziata l’epidemia, apprezzo grandemente la pienezza della sua celebrazione. Uno “stile” asciutto e impeccabile, nessun spazio alla creatività e omelie intense, che colpiscono il segno e il senso della parola evangelica . In questi tempi difficili ha parole di grande forza e speranza, anzi, di Speranza, quella con la S maiuscola, che si fonda sulla Fede e si manifesta nella Carità. Quelle parole che vorremmo sentire pronunciate in una piazza diversa da quella di San Marco. Ma tant’è, è nella tempesta che si riconosce il buon capitano. E il fatto che Moraglia, da Roma, non abbia ricevuto, finora , nessun grande riconoscimento, forse è parecchio significativo. Ora attendo con ansia la sera di Giovedi Santo, per la celebrazione della Missa in Cena Domini.
Sursum corda!
Noi seguiamo i pastori , ma i pastori a loro volta devono davvero seguire Nostro Signore Gesu’. Invece oggi noi fedeli abbiamo uno spettacolo desolante dalla gerarchia cattolica:ci sembra che i pastori seguano piu’le loro paure e il loro desiderio di vivere a qualsiasi visto piuttosto che Gesu’. Non d’un bello spettacolo.
Noi fedeli obbediamo, na quando questa emergenza ci ricorderemo di come si sono comportati i pastori.