Caro Fedez, ma quando la morte ti coglierà, che ti resterà delle tue voglie, forse vanità di vanità?

CARO FEDEZ, MA QUANDO LA MORTE TI COGLIERÀ, CHE TI RESTERÀ DELLE TUE VOGLIE, FORSE VANITÀ DI VANITÀ?    

— Attualità ecclesiale — Dinanzi alla vita, al decadimento fisico, alla malattia e alla morte, siamo veramente tutti uguali. Poi, che dopo la morte il nostro corpo senza vita sia messo in una tomba monumentale dentro una pregiata cassa oppure sotterrato nella nuda terra avvolto in un lenzuolo, la decomposizione è uguale per tutti, dall’imperatore all’ultimo dei suoi bifolchi.

.

Autore
Ivano Liguori, Ofm. Capp.

.

PDF  articolo formato stampa

 

.

.

foto postata dalla Polinesia sui social media da Fedez

Federico Leonardo Lucia, noto al pubblico con il nome di Fedez, in un suo breve video ha annunciato di essere stato colpito da un problema di salute. Naturalmente bisogna anzitutto vedere che cosa c’è di autentico, perché questi personaggi sarebbero disposti alla qualunque per amor di pubblicità. Diamo quindi per scontato ― purtroppo e con umano dispiacere sincero ― che il tutto corrisponda a vero.  

.

La riflessione che ho fatto a caldo è stata molto breve e rapidamente ve ne rendo partecipi: basta davvero poco per ritrovarsi come si suol dire col culo in terra per una “variabile” o per un “accidente” che non è possibile prevedere e che ― grazie a Dio ― si mantiene totalmente democratico colpendo ogni uomo, perché dinanzi alla vita, al decadimento fisico, alla malattia e alla morte, siamo veramente tutti uguali. Poi, che dopo la morte il nostro corpo senza vita sia messo in una tomba monumentale dentro una pregiata cassa oppure sotterrato nella nuda terra avvolto in un lenzuolo, la decomposizione è uguale per tutti, dall’imperatore all’ultimo dei suoi bifolchi.

.

Questo significa che alla nostra vita intesa come dono di Dio non può essere dato alcuno scopo differente se non quello che ci è stato già rivelato dal Salvatore Nostro Gesù Cristo nel Santo Vangelo. Ma spesso pensiamo altrimenti, così come sono abituati a fare questi influencer che ― da personaggi pubblici ― si sentono investiti a veicolare i loro banali, superficiali e spesso volgari stili di vita che non dovrebbero trovare accoglimento e giustificazione né per l’estrazione sociale né per età anagrafica, né per un passato più o meno turbolento. E la ragione è semplice: tutti un giorno saremo giudicati sulla carità, quindi sulle vere ricchezze del nostro cuore che è stato conquistato dalla Verità.

.

La Provvidenza di Dio, che è piena Verità, ci mette spesso davanti il limite per ricordarci che siamo «Vanità di vanità», come impresso nel Libro del Qoelet. Proprio così. E la vanità non può reggere dinanzi al confronto prima o poi inevitabile con la paura della malattia, con il terrore di perdere chi si ama, con il realismo di chi si guarda indietro e scopre di essere fragile e povero come il ricco Epulone [cfr. Lc 16, 19-31].

.

Nel benedicente augurio che il Signore assista Fedez, la sua famiglia, i suoi medici, prego che lo stile superficiale, diseducativo e arrogante con il quale ha spesso influenzato gli altri ― forse nell’illusione di aver trovato una propria verità ― in particolare i nostri giovanissimi, da oggi a seguire cambi e assuma una prospettiva diversa dall’immagine che ha diffuso fino a ora. E chissà, magari arriverà a scoprire che Cristo che, come con la Samaritana, lo stava aspettando presso il pozzo di Sicar, quel pozzo della prova per dissetarlo con la sua presenza di Salvatore [cfr. Gv 4, 1-25].

.

A dire questo è un presbitero cappuccino che ha prestato lungo e intenso servizio come cappellano in un grande ospedale, a contatto con la malattia e la morte giorno dietro giorno, per anni e anni. E, per inciso: da pochi giorni sono stato dimesso da un ospedale dove ho soggiornato per un paio di settimane, correndo un serio e concreto rischio. Pur malgrado sono stato sereno, anche dinanzi al rischio per niente remoto di non uscirne vivo, pur avendo tutto sommato “solo” 44 anni. E ciò perché la mia speranza ha un nome: Gesù Cristo Figlio di Dio, il quale malgrado i miei molti e gravi peccati mi dona salvezza da quel mondo effimero, patinato, arrogante e volgare in cui gli influencer si illudono di aver trovato il nuovo paradiso terrestre.

.

Dio ti benedica Fedez, te lo auguro da sacerdote e da fratello maggiore.

 

dall’Isola di Patmos, 17 marzo 2022

.

.

.

.

L’ultimo libro di Padre Ivano è in vendita nel negozio on-line de L’Isola di Patmos

per andare al negozio cliccare sopra l’immagine

.

.

______________________

Cari Lettori,
questa rivista richiede costi di gestione che affrontiamo da sempre unicamente con le vostre libere offerte. Chi desidera sostenere la nostra opera apostolica può farci pervenire il proprio contributo mediante il comodo e sicuro Paypal cliccando sotto:

O se preferite potete usare il nostro
Conto corrente bancario intestato a:
Edizioni L’Isola di Patmos

Agenzia n. 59 di Roma
Codice IBAN:
IT74R0503403259000000301118
Per i bonifici internazionali:
Codice SWIFT:
BAPPIT21D21

Se fate un bonifico inviate una email di avviso alla redazione, la banca non fornisce la vostra email e noi non potremmo inviarvi un messaggio di ringraziamento:
isoladipatmos@gmail.com

Vi ringraziamo per il sostegno che vorrete offrire al nostro servizio apostolico.

I Padri dell’Isola di Patmos

.

.